Sei sulla pagina 1di 14

Una generica cellula è costituita prevalentemente da composti inorganici per circa il 64-74%.

La restante
parte, circa 26-36%, è costituita da composti organici, e le molecole che li costituiscono, sono chiamate
molecole biologiche o biomolecole.

Spesso le molecole biologiche hanno grandi dimensioni e sono dette polimeri(o macromolecole),e si
formano in seguito all’unione di più molecole semplici, monomeri. I monomeri si agganciano l’uno all’altro
attraverso reazioni di condensazione, nel corso della quale avviene eliminazione di acqua. Le reazioni
inverse, nelle quali le molecole di grandi dimensioni vengono scisse in molecole semplici, sono dette
idrolisi, in quanto avvengono per scissione aggiungendo molecole d’acqua.

Le molecole biologiche nel nostro organismo sono migliaia, ma possono essere ricondotte a quattro
principali gruppi: carboidrati; lipidi; proteine; acidi nucleici

La funzione principale dei carboidrati o zuccheri è quella di 1. produrre energia nel nostro organismo, 2. di
essere riserva di energia (in particolar modo nel fegato dove troviamo il glicogeno e nei muscoli dove
troviamo sempre il glicogeno che in questo caso serve per le contrazioni muscolari) e 3. di essere strutturali
perché esistono dei carboidrati che formano strutture come la cellulosa.

Si distinguono in:

 monosaccaridi (formati da un solo monomero);


 oligosaccaridi (formati da pochi monomeri);
 polisaccaridi (formati da molti monomeri).

I MONOSACCARIDI →sono i carboidrati più semplici.

La classificazione la possiamo fare su due linee:

1) La prima linea è quella della catena carboniosa perché tutte le biomolecole sono formate tutte da
uno scheletro carbonioso quindi la loro struttura principale è formata da tanti carboni legati tra di
loro quindi per classificarli andiamo a contare i numeri di carbonio di cui sono costituiti .
TRIOSI (3), TETROSI (4), PENTOSI (5), ESOSI (6)…
2) La seconda linea è quella del gruppo funzionale, che può essere quello delle aldeidi e quindi li
chiamiamo ALDOSI o quello dei chetoni e quindi li chiamiamo CHETOSI.

L’aldoso più semplice è la gliceraldeide C3H6O3, di cui esistono due possibili isomeri:

D-gliceraldeide e L- gliceraldeide.

enantiomeri (l’una è l’immagine speculare e non sovrapponibile dell’altra) →due isomeri ottici per la
presenza di un centro stereogenico.

DeL convenzioni di Fisher

Le lettere D (destro) e L (levo) che precedono il nome dello zucchero si riferiscono alla posizione del gruppo
—OH sul secondo atomo di carbonio della gliceraldeide (C-2).

Dalla convenzione proposta dal chimico tedesco Fischer derivano le formule di proiezione di Fischer
→ si ottengono immaginando di proiettare l’atomo di carbonio tetraedrico (C-2) su un piano, i suoi
4 legami diventano dei segmenti perpendicolari e il punto della loro intersezione è l’atomo di
carbonio stesso.

Per convenzione: si pone in alto l’atomo di carbonio più ossidato (C-1 del gruppo funzionale CHO) e in
verticale la catena di atomi di carbonio (al centro il carbonio chirale) → Si assegna la lettera D alla
configurazione della gliceraldeide con l’ossidrile a destra della catena e la lettera L al suo enantiomero con
l’ossidrile a sinistra.
Il gruppo funzionale di aldeidi e chetoni, ricordiamo, è:

Quindi il carbonio carbonilico reagisce con il gruppo OH di un alcol, in questo caso all'interno della struttura
lineare noi troviamo entrambi i gruppi funzionali, il carbonio carbonilico e il gruppo ossidrilico e all'interno
della stessa molecola questi reagiscono e vanno a legarsi.

E nelle soluzione acquose, al 90% questi monosaccaridi li ritroviamo in forma ciclica quindi si vanno a
richiudere ad anello. Inoltre, dobbiamo dire che, prendendo il glucosio come riferimento, il carbonio 1 che
è il carbonio carbonilico va a legare l'ossigeno del gruppo OH legato al carbonio 5 e va a formare la tipica
struttura del Pirano.

I monosaccaridi con anello a 5 sono detto furanosi, quelli con anello a 6 sono detti piranosi, per la loro
somiglianza con gli eterocicli furano e pirano.

Quando i monosaccaridi ciclizzano, il gruppo –OH legato al C1 può trovarsi dallo stesso lato del gruppo
CH2OH legato al carbonio 6, rispetto al piano dell'anello (posizione cis), oppure dal lato opposto (posizione
trans). Gli isomeri di posizione rispetto al C1 sono detti anomeri.

I monosaccaridi con l' –OH al C1 in posizione cis sono detti anomeri β, quelli in trans sono detti anomeri α.
I POLISACCARIDI

Carboidrati costituiti da un numero elevato di monosaccaridi legati da legami glicosidici.

Polisaccaridi più diffusi:

 Amido: riserva energetica negli organismi vegetali;


 Glicogeno: riserva energetica negli organismi animali;
 Cellulosa: polisaccaride insolubile in acqua con funzione di sostegno nelle piante.

Il nostro organismo è in grado di digerire glicogeno e amido ma non cellulosa perché la cellulosa è costituita
da legami di tipo Beta e noi non abbiamo nel nostro organismo enzimi che possano andare a idrolizzare
legami di questo tipo a differenza invece degli erbivori che hanno questi enzimi.

L'amido è costituito da tante subunità di glucosio e dobbiamo dire che ci sono due forme principali di
questo polisaccaride formato da glucosio e parliamo di amilosio e amilopectina, l'amilosio è una catena
lineare mentre l’amilopectina è un tipo di polisaccaride molto più ramificato, ha dei legami alfa 1.6,
appunto delle ramificazioni che lo rendono meno solubile rispetto ad altri polisaccaridi, infatti diventa più
difficile idrolizzarla e quindi renderla disponibile.

Il Glicogeno è formato da glucosio e anche qui troviamo l’amilopectina, un polisaccaride con legami alfa
1.6, delle ramificazioni che lo rendono meno solubile rispetto ad altri polisaccaridi.

perché questo? → perché se deve essere una riserva, chiaramente nell' ambiente acquoso delle nostre
cellule si scioglierebbe facilmente quindi si idrolizzerebbe facilmente e invece la reazione di idrolisi deve
essere comunque una reazione enzimatica quindi questo permette al glicogeno di restare accumulato come
riserva ed essere idrolizzato soltanto nel momento del bisogno quindi lo rende meno solubile questo fatto
che ci siano delle ramificazioni.

La cellulosa che invece sappiamo che è appunto una struttura delle cellule vegetali, esse presentano la
membrana cellulare come le nostre cellule ma all'esterno poi è presente la parete cellulare che è la
struttura più rigida fatta proprio da cellulosa, (questo materiale celluloso è fatto di zuccheri).

E’ il polisaccaride più abbondante in natura ed è formato da legami di tipo Beta infatti i legami che troviamo
nel glucosio sono legami di tipo 1.4 beta glicosidico e come abbiamo detto prima, non abbiamo enzimi che
vanno a rendere digeribili questi composti.

GENERALITA’ SUI LIPIDI:


- Sono insolubili in acqua. → Questa caratteristica è dovuta all’apolarità delle molecole dei lipidi che va in
contrasto con la polarità dell’acqua perché all’interno di un lipide troviamo o legami C-C o legami C-H e
quindi legami covalenti apolari perché la differenza di elettronegatività che c’è tra due carboni o tra un
carbonio e un idrogeno è molto bassa e quindi non c’è polarità all’interno della molecola, (non si crea quel
polo parzialmente negativo e quel polo parzialmente positivo che invece troviamo nella molecola d’acqua,
che è una molecola polare).
- Sono solubili in solventi organici come il cloroformio e l’etanolo.
- Contengono un acido grasso ed un alcol.
- Formano, insieme alle proteine, le membrane cellulari (è il caso dei fosfolipidi).
FUNZIONI
1. I lipidi sono macromolecole indispensabili poiché costituiscono la riserva energetica a cui ricorre
l’organismo nel momento del bisogno di energia. I lipidi (in eccesso) si depositano nel tessuto
adiposo che si trova al di sotto della cute, lo spessore del tessuto adiposo è differente in ogni
organismo, questo tessuto è formato da cellule tondeggianti chiamate adipociti (gli adipociti sono
formati da lipidi).

2. I lipidi svolgono anche una funzione strutturale, infatti alcune categorie di queste molecole, come i
fosfolipidi, costituiscono gli elementi fondamentali della membrana plasmatica di tutte le cellule
(membrana di rivestimento esterna).

3. I lipidi svolgono anche una funzione ormonale in quanto molti ormoni sono dei lipidi (per esempio
quelli sessuali, che determinano il sesso).

CLASSIFICAZIONE LIPIDI:
Dal punto di vista nutrizionale:

 Lipidi di deposito o trigliceridi (98%)


 Lipidi cellulari: fosfolipidi, glicolipidi e colesterolo con funzioni strutturali.

Dal punto di vista chimico:

 Lipidi complessi o saponificabili (gliceridi, fosfolipidi, glicolipidi, cere)→ caratterizzati da almeno un


acido grasso e possono essere sottoposti a idrolisi.
 Lipidi semplici o non saponificabili (terpeni, steroidi, prostaglandine)→ non contengono acidi grassi
e non possono subire idrolisi.

Gli acidi grassi che costituiscono i lipidi saponificabili hanno densità inferiore alla densità dell’acqua e
sono insolubili in essa in quanto la parte idrocarburica apolare (e quindi idrofoba) prevale sulla testa
polare (e quindi idrofila).
“Tri” sta per “tre”, “gliceride” fa riferimento al glicerolo → ( “tre” sono gli acidi carbossilici)

E’ un lipide semplice formato dall’unione tra il glicerolo e tre acidi carbossilici, i quali possono essere
anche chiamati acidi grassi perché si trovano nei lipidi.

Dobbiamo dire qualcosa a proposito di questi acidi grassi, come tutti gli acidi carbossilici si dividono in
due grandi categorie:

 Saturi quando il legame tra i diversi atomi di carbonio è un legame semplice.


 Insaturi quando nella molecola in cui sono presenti c’è almeno un doppio legame.

I trigliceridi, infatti, si dividono in due grandi categorie: oli e grassi, si chiamano oli se a temperatura
ambiente sono liquidi (olio d’oliva) e grassi se a temperatura ambiente sono solidi (burro).

ACIDI GRASSI INSATURI ACIDI GRASSI SATURI

Perché presentano doppi legami Perché presentano solo


all’interno della catena e questa legami semplici e questa
caratteristica porta delle caratteristica è importante per
distorsioni alla molecola per cui la stabilità della struttura e
questi grassi sono liquidi. quindi sono solidi.

I fosfolipidi sono lipidi complessi. Somigliano ai trigliceridi, perchè sono formati da 3 atomi di carbonio
legato ad OH (ossidrile).

Una qualunque molecola presenta una testa e una coda. La testa è la parte idrofila, può stare a
contatto con l’acqua e corrisponde al gruppo fosfato. La coda è la parte idrofoba, che sfugge al contatto
con l’acqua e corrisponde alla catena carboniosa degli acidi grassi.

Sono i costituenti principali della membrana plasmatica che ricopre tutte le cellule. La membrana
plasmatica è formata da 3 strati, 2 strati esterni più spessi ed 1 meno spesso. La struttura deriva dalla
disposizione dei fosfolipidi.

I lipidi espongono all’esterno le teste e verso l’interno le code.

Gli scienziati classificano gli steroidi in base alla loro struttura chimica. Il trucco chimico degli steroidi
include un sistema ad anello. Ciò include tre cicloesani e un ciclopentano.

Oltre a questi componenti di base, uno steroide avrà altri gruppi funzionali collegati. Questi
componenti molecolari fanno sì che un composto sia il colesterolo.

Il colesterolo è una molecola essenziale per l’organismo. È prodotto dal corpo in maniera naturale, ma
può essere anche assunto tramite il cibo. Esempi includono latticini, carne e uova. Alcuni oli usati in
cucina possono anche stimolare il fegato a produrre più colesterolo. Questi oli comprendono palma,
palmisti e olio di cocco. Per questo motivo, i medici spesso raccomandano di usare questi oli con
parsimonia in cucina.

Esistono due tipologie di colesterolo, quello “cattivo” a bassa densità di lipoproteine, e quello “buono”
ad alta densità di lipoproteine.

Il colesterolo buono è quello che riesce ad entrare all'interno delle cellule e quindi viene tolto dal
circolo ematico, non resta in circolo. Invece il colesterolo cattivo è quello che non riesce a entrare nelle
cellule e si va depositare sulle pareti delle arterie e crea quelle che sono le placche aterosclerotiche e
queste placche a furia di accumularsi creano un'ostruzione che può coinvolgere alcuni vasi
fondamentali come ad esempio le coronarie, che sono le arterie che irrorano la muscolatura cardiaca,
viene bloccata la circolazione sanguigna, non arriva più sangue al muscolo cardiaco e si genera quello
che chiamato appunto infarto del miocardio.

Alti livelli di colesterolo possono essere dovuti a: diabete; malattie del fegato o dei reni; sindrome
dell’ovaio policistico; gravidanza o problemi ormonali femminili; ghiandola tiroide ipofunzionante…

Il colesterolo è responsabile di alcune funzioni primarie, infatti:

 contribuisce alla formazione delle pareti cellulari;


 tratta gli acidi biliari digestivi nell’intestino;
 aiuta l’organismo a produrre vitamina D → VITAMINA LIPOSOLUBILE.
 consente all’organismo di produrre alcuni ormoni.

Le vitamine liposolubili si sciolgono nel grasso perché hanno una natura lipidica quindi sono idrofobe e
la vitamina D è una di queste.

IL RUOLO DELLE CERE E’ QUELLO DI ESSERE APOLARI, QUINDI EVITARE DI FAR ENTRARE L’ACQUA O
EVITARE DI FAR USCIRE L’ACQUA.

Gli animali che sintetizzano le cere, le sintetizzano perché siano APOLARI.

Ad esempio gli uccelli spargono le piume di cere, in maniera tale che le piume non vengono indebolite
troppo dall’acqua in caso di pioggia, perchè in questo caso le cere non sciogliendosi affatto in acqua,
fanno si che l’acqua scorra via.

Allo stesso modo i frutti utilizzano le cere per evitare la disidratazione, di perdere l’acqua. C’è uno
strato protettivo per cui l’acqua non esce.

Lo stesso per la foglia, onde evitare di perdere l’acqua che arriva per la fotosintesi, si
impermeabilizzano con le cere.

I Terpeni sono i principali costituenti della resina vegetale e degli oli essenziali estratti dalle piante.
Le proteine appartengono a una vasta famiglia di biomolecole diffuse in tutti gli organismi viventi e nei
virus. Le proteine sono presenti in tutte le cellule e nell’ambiente extracellulare, dove svolgono molteplici
funzioni e partecipano a importanti processi fisiologici.

Come esempio della diversità delle loro funzioni, le proteine conferiscono resistenza meccanica alla pelle,
alle unghie, ai tendini e ai legamenti e costituiscono l’impalcatura strutturale dei vari organi e apparati;
alcune proteine consentono la contrazione muscolare, altre formano il citoscheletro delle cellule.

Le proteine, inoltre, agiscono come catalizzatori (enzimi), molecole segnale (ormoni e fattori di crescita
cellulare), trasportano sostanze nel sangue (emoglobina, albumina ecc.), attraversano la membrana
cellulare (trasportatori e canali di membrana), svolgono funzioni difensive (immunoglobuline ovvero
anticorpi) e, talvolta, fungono da riserva energetica (ovalbumina). Tra tutte le biomolecole, le proteine
sono le uniche a possedere una gamma tanto ampia di funzioni diverse nei sistemi viventi.

Le proteine di dividono in due grandi classi:

• Proteine fibrose insolubili in acqua:

- cheratine che formano i tessuti protettivi-pelle, capelli, piume,unghie-artigli;

- collageni che formano i tessuti connettivi cartilagini, tendini, vasi sanguigni;

- sete come la fibroina delle ragnatele e dei bozzoli dei bachi da seta.

• Proteine globulari solubili in acqua:


- enzimi;

- ormoni;

- proteine di trasporto e deposito.

Le proteine sono composte da quattro elementi fondamentali: carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto
(l’azoto non è presente nello scheletro carbonioso di carboidrati e lipidi, unica differenza tra proteine ed
essi. I gruppi azotati in una dieta ricca di proteine vengono poi gestiti da reni e fegato) e quindi si dicono
sostanze quaternarie, ma spesso contengono anche zolfo, ferro, magnesio e qualche altro elemento
chimico.

Sono polimeri i cui monomeri sono gli amminoacidi. Esistono 20 amminoacidi, 9 dei 20 aminoacidi sono
detti essenziali, perché il nostro organismo non è capace di sintetizzarli, cioè fabbricarli partendo da altri
composti e deve necessariamente prenderli da alimenti che li contengono. Ogni molecola di amminoacido
presenta due gruppi funzionali legati a un atomo di carbonio (C) centrale: il gruppo carbossilico (—COOH) e
il gruppo amminico (—NH2). Il carbonio centrale è legato anche a un atomo di idrogeno (H) e a un gruppo
di atomi (indicato genericamente con R) che differenzia i vari tipi di amminoacidi. I 20 Amminoacidi sono
classificati in 4 gruppi, a seconda delle caratteristiche del gruppo R ovvero:

1. Amminoacidi con gruppo R apolare

2. Amminoacidi con gruppo R polare ma privo di carica

3. Amminoacidi con gruppo R basico e carico positivamente

4. Amminoacidi con gruppo R acido e carico negativamente


I due gruppi funzionali di ciascun amminoacido sono legati allo stesso atomo di carbonio, noto come
carbonio α, e sono per questo detti 𝛼-amminoacidi.

Ad eccezione della glicina, nella quale R = H, tutti gli α-amminoacidi delle proteine mostrano quattro
sostituenti diversi legati all’atomo di carbonio α che è quindi uno stereocentro; la conseguenza è che ogni
amminoacido esiste sotto forma di due isomeri ottici diversi (D ed L). Gli α-amminoacidi presenti nelle
proteine appartengono sempre alla serie L. Gli amminoacidi in configurazione D hanno invece una
rilevanza limitata in campo biologico.

I gruppi funzionali —NH2 e —COOH sono ionizzabili e, dunque, sono sensibili al pH dell’ambiente. L’atomo
di azoto del gruppo amminico può accettare un protone e trasformarsi in — NH3+; il gruppo carbossilico può
cedere un protone e trasformarsi in —COO

Nelle cellule, gli amminoacidi formano lunghe catene mediante legami covalenti detti PEPTIDICI (per
condensazione ovvero rimozione di H2O) tra il carbonio (C) del gruppo carbossilico di una molecola e
l’azoto (N) del gruppo amminico della molecola successiva

Una proteina (o catena polipeptidica) può essere costituita da poche decine o da centinaia di aminoacidi.
La sequenza degli amminoacidi in una proteina rappresenta la sua STRUTTURA PRIMARIA. Il legame
peptidico si forma dopo una reazione di condensazione, si perde acqua e si forma il legame
intermolecolare. Più legami si formano, maggiore è lunga la catena peptidica o proteina.
Una volta che la proteina è stata assemblata, gli amminoacidi formano tra loro legami a idrogeno grazie
alla polarità dei gruppi amminici e carbonilici di amminoacidi che si vengono a trovare a contatto, che
determinano un ripiegamento della molecola.

Tale configurazione tridimensionale, detta STRUTTURA SECONDARIA , può essere di 2 tipi:

– ad alpha elica, tipica della proteine elastiche;

– piana, con le catene di amminoacidi allineate in file parallele (questa struttura è detta a foglietto
ripiegato beta ed è tipica di proteine lisce, non elastiche).

I tratteggi indicano i legami a idrogeno(deboli). Per l’alpha elica il gruppo C=O di un amminoacido forma un
ponte (legame) ad idrogeno col gruppo N-H del quarto amminoacido successivo. Nel foglietto ripiegato
beta i legami idrogeno si creano fra gruppi N-H e C=O di alcuni amminoacidi consecutivi di una porzione
della catena polipeptidica, con altri amminoacidi presenti in un’altra regione della proteina conferendo una
caratteristica conformazione a “zig-zag”.

Una stessa proteina può avere sia parti a foglietto 𝛽 che parti ad 𝛼-elica in base agli amminoacidi nei
rispettivi tratti o ramificazioni della catena.

La STRUTTURA TERZIARIA è la forma tridimensionale che le varie conformazioni coesistenti nella catena
polipeptidica (alpha elica e foglietto beta) assumono spontaneamente nello spazio in condizioni fisiologiche ed
è definita dai legami e dalle interazioni tra i gruppi R degli amminoacidi.

I tipi di legami che stabilizzano tale struttura sono:

 legami ionici (che possono crearsi tra gruppi R di segno opposto anche di amminoacidi lontani nella
catena).
 interazioni idrofobiche ( tra gruppi R apolari che tendono ad allontanarsi dal mezzo acquoso
facendo ripiegare verso l’interno la catena polipeptidica).
 legami a idrogeno (tra gruppi R polari)
 legami disolfurici ( tra Cisteine adiacenti che creano ponti zolfo-zolfo ovvero ponti disolfuro)
STRUTTURA QUATERNARIA
Alcune proteine sono formate da più subunità cioè da più catene polipeptidiche uguali o diverse tra di loro.
Tali proteine sono dette proteine oligomeriche.

La struttura quaternaria descrive l’assemblaggio delle diverse subunità es. emoglobina formata
dall’assemblamento di 4 catene polipeptidiche legate da legami a idrogeno.

Le strutture delle proteine sono rappresentazioni sempre più macroscopiche. La prima rappresenta una
semplice catena di amminoacidi, la seconda il modo con cui questi ultimi sono orientati, la terza un insieme
di catene amminoacidiche, la quarta un insieme di subunità proteiche formate rispettivamente da catene
polipeptidiche differenti.
Gli acidi nucleici hanno la funzione di conservare, trasmettere ed esprimere i caratteri ereditari.

Essi sono polimeri di nucleotidi.

Esistono due acidi nucleici:

1) DNA: contiene zucchero desossiribosio, basi azotate guanina, citosina, adenina, timina;
2) RNA: contiene zucchero ribosio, basi azotate guanina, citosina, adenina, uracile.

Nucleotidi → sono composti da un monosaccaride a cinque atomi di carbonio (ribosio, desossiribosio),


una base azotata e un gruppo fosfato.

Le basi azotate si distinguono in:

- PIRIMIDINE (singolo anello): citosina, timina, uracile;


- PURINE (doppio anello): adenina, guanina.

C’è una COMPLEMENTARIETA’ TRA LE BASI ( A+T/U, G+C) dovuta alla geometria (doppio anello + singolo
anello) e alla reattività chimica.

Quindi mai può accadere che una pirimidina leghi un’altra pirimidina o una purina leghi un’altra purina.

Le basi azotate complementari si legano tramite legami a idrogeno (doppio per A-T e triplo per G-C), poiché
possiedono una parziale polarità.

Nel nucleo delle nostre cellule il DNA è “avvolto” a formare la cromatina, cioè la molecola che costituisce i
cromosomi.

ATP→ Composto chimico che fornisce alla cellula l’energia necessaria per svolgere qualsiasi tipo di lavoro
biologico. L’ATP è una molecola costituita da adenosina e da tre gruppi fosfato.

L’adenosina è un nucleoside formato da adenina e da uno zucchero a cinque atomi di carbonio, il ribosio; i
tre gruppi fosfato sono collegati in serie con il ribosio.
I gruppi fosfato sono costituiti da ioni H-, pertanto il DNA risulta complessivamente carico negativamente e
quindi si può legare facilmente attorno a proteine cariche positivamente. Le informazioni genetiche che
vengono conservate in questo modo, vengono impiegate dopo una trascrizione sull’RNA messaggero che
fuoriesce dal nucleo e si reca nei ribosomi, dove le informazioni vengono tradotte e rielaborate per la
produzione di proteine e lo svolgimento dei principali processi cellulari.

Nella seconda metà del Novecento i genetisti si trovavano di fronte alla sfida di isolare un segmento di DNA
specifico dal resto di un cromosoma di appartenenza con lo scopo di studiarlo. La soluzione arrivò nel 1960
quando 3 ricercatori scoprirono l’esistenza di enzimi capaci di tagliare il DNA in specifiche sequenze di basi
(Nobel per la medicina 1978). Ciò venne visto come 1° passo nello sviluppo delle biotecnologie moderne.

Si definisce tecnologia del DNA ricombinante l’insieme delle tecniche di laboratorio che consentono di
isolare e tagliare brevi sequenze di DNA per trasferirle e inserirle nel genoma di altre cellule, in modo da
modificarne uno o più geni.

Dal punto di vista concettuale si basa su criteri abbastanza semplici:

•Identificare il gene

•Tagliarlo e isolarlo dalla molecola del DNA.

•Unire il gene a un vettore a sua volta costituito da DNA.

•Trasferirlo all’interno di una cellula ricevente.

Tagliare il DNA

Per tagliare una molecola di DNA la dobbiamo mettere in provetta assieme ad una soluzione fisiologica a
cui andremo ad aggiungere l’enzima di restrizione.

• sono specializzati nel tagliare il DNA.

• agiscono sempre e solo su sequenze specifiche, producendo una serie di frammenti di lunghezza e
sequenza variabile detti “frammenti di restrizione”.

• sono presenti in molti procarioti, dove la loro funzione è di ostacolare la riproduzione di eventuali virus
tagliando il DNA quando esso è iniettato nella cellula ospite, quindi causano la limitazione della possibilità
di crescita di certi virus (da qui il nome restrizione).

• sono noti oltre 100 enzimi di restrizione (diversi per il tipo di sequenza che riconoscono), isolati dai
batteri; i loro nomi indicano la specie batterica di appartenenza.

• l’enzima di restrizione è composto da due subunità identiche.


Si effettua un vero e proprio “taglia e cuci”:

Il taglio non avviene in modo netto, ma lo si fa sfalsato lasciando delle singole estremità coesive (dette
adesive), che una volta plasmati potranno essere nuovamente uniti.

Il prodotto di questo processo è detto plasmide ed è ciò che verrà effettivamente applicato all’interno di
una sequenza genetica, ad esempio in un batterio. Basta inserire un unico plasmide, poiché una volta
codificato verrà autonomamente riprodotto dalla cellula interessata.

Gli enzimi di restrizione che operano in questo caso (con tagli sfalsati) sono detti EcoRI (pronunciato “eco-
erre-i”), mentre quelli che effettuano un taglio netto, lasciando estremità piatte sono detti Pvull.

Questo modo di operare e studiare le sequenze genetiche ha innumerevoli applicazioni a livello scientifico,
ma soprattutto medico. Lo si può impiegare per individuare eventuali mutazioni genetiche, patologie,
fattori di malattia e anche per scoprire se l’individuo in esame è portatore sano di un determinato gene e se
è predisposto a determinati tumori o degenerazioni cellulari.

La maggior parte di questi accertamenti si effettua compiendo un “taglia e cuci” e dopo una serie di
traduzioni spontanee delle informazioni genetiche del paziente confrontando il gene inizialmente clonato
con quello presente nel DNA.

Se questi due differiscono, vuol dire che il gene è stato mutato rispetto alla condizione di partenza.

Potrebbero piacerti anche