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Mezzi di comunicazione e modernit

John B. Tomphson
Capitolo I
Comunicazione e contesto sociale
Gli esseri umani si sono sempre impegnati nella produzione e nello scambio di contenuti
simbolici, in tutte le societ.
Con lo sviluppo di alcune particolari istituzioni della comunicazione, partire dal
quindicesimo secolo, i processi di produzione, stoccaggio e trasmissione dei contenuti
simbolici si sono modificati e
1) le forme simboliche sono state prodotte e riprodotte in misura sempre pi ampia;
2) hanno acquisito un valore economco e sono diventate merci che si acquistano e si
vendono;
3) si sono progressivamente staccate dalla dimensione del tempo e dello spazio,
diventando accessibili a individui lontani spazialmente e temporalmente.
I mezzi di comunicazione hanno un valore simbolico, in quanto non solo soltanto mezzi
tecnici, ma consentono la produzione, limmagazzinamento e la diffusione di un certo tipo
di contenuti simbolici che non sarebbe possibili senza quel mezzo. Lo sviluppo dei mezzi
di comunicazione non pu essere staccato dal contesto sociale in cui avviene, in quanto
costituisce una rielaborazione di modi e forme in cui questi contenuti vengono scambiati.
La comunicazione mediata un processo che appartiene ai contesti sociali, che li
influenza e dai quali influenzata. E una componente integrante dei contesti della vita
sociale.
1.1. Azione, potere e comunicazione
Sulla base di quanto sostenuto da Austin che pronunciare una frase significa compiere
unazione, possiamo sostenere che comunicare unazione e non un semplice riferire di
cose.
I fenomeni sociali possono essere definiti come azioni intenzionali svolte in contesti sociali
strutturati.
La vita sociale costituita da individui che perseguono obiettivi di vario tipo, svolgendo
diverse azioni.
Per fare questo gli individui agiscono nellambito di circostanze date che li dotano di
particolari strumenti.
Tali circostanze vengono definite campi di interazione (Pierre Bordieu).
In questi campi di interazione gli individui occupano posizioni diverse che gli danno risorse
diverse.
In alcuni casi tali posizioni diventano particolarmente stabili grazie ad un processo di
istituzionalizzazione, cio di determinazione di alcune regole.
Le istituzioni possono dare una forma determinata a campi di interazione preesistenti
oppure creare al loro interno nuovi percorsi e nuove posizioni.

La posizione degli individui nei campi di interazione strettamente legata al potere che
essi hanno. Per potere di intende la capacit, attraverso diversi strumenti, di perseguire i
propri obiettivi e di intervenire sul corso degli eventi.
Le istituzioni sono basi importanti per lacquisizione e lesercizio del potere.
Ci sono diverse forme di potere. Seguendo Michael Mann se ne possono individuare
quattro: il potere economico, il potere politico, il potere coercitivo, il potere simbolico.
Spesso, queste forme di potere si sovrappongono. Alcune istituzioni sono particolarmente
propizie allaccumulazione e allesercizio di una forma di potere, sebbene ne coinvolgano
anche altri, in un mix complesso. Queste si chiamano istituzioni paradigmatiche.
Il potere economico deriva dallattivit produttiva, ossia da quellattivit in grado di
individuare e creare i mezzi per la sussistenza degli individui, estraendo materie prime e
trasformandole in beni commerciabili subito o successivamente. Queste attivit riguardan
la ricerca e la creazione di risorse di vario tipo, che possono essere create sia da individui
che da organizzazioni. Le istituzioni paradigmatiche in questo caso sono le imprese.
Il potere politico riguarda la coordinazione degli individui e la regolamentazione dei
modelli di interazione. Quasi tutte le organizzazioni hanno qualche livello di coordinazione
e di regolamentazione. Ma alcune fanno di queste attivit la loro funzione essenziale, che
svolgono in maniera centralizzata in un territorio determinato. Queste istituzioni prendono
il nome di stato e rappresentano listituzione paradigmatica del potere politico. Ci sono
varie forme di stato, comunque ognuno ha una forma di autorit che si esplicita nella
creazione di regole, codificate in leggi, che permettono agli individui di comportarsi in un
modo piuttosto che in un altro.
Lautorit dello stato dipende anche da altre due forme di potere: quello coercitivo e quello
simbolico.
Il potere coercitivo consiste nellesercizio della forza fisica per sottomettere o conquistare
un avversario. Dal punto di vista storico le istituzioni paradigmatiche del potere coercitivo
sono quelle militari e lespressione pi evidente del potere coercitivo il potere militare.
Tradizionalmente il potere militare stato utilizzato sia per difendersi e attaccare il nemico
esterno che per garantire lordine e il processo di pace interno. Attualmente c una
distinzione pi netta fra istituzioni militari e paramilitari.
Il potere simbolico deriva dallattivit di produrre, trasmettere e ricevere forme simboliche
dotate di significato.
Le persone si scambiano continuamente forme simboliche dotate di significato e per far
questo utilizzano diverse risorse, che consentono loro, cos, di produrre forme simboliche
e intervenire sul corso degli eventi:
1. mezzi tecnici;
2. capacit e competenze (quelle che Bordieu chiama il capitale culturale);
3. riconoscimento e prestigio (quello che Bordieu chiama il capitale simbolico).
Il potere simbolico riguarda il potere di intervenire negli eventi attraverso queste risorse. Vi
sono istituzioni che nel corso dei secoli hanno avuto maggiori capacit di accumulare

questo tipo di risorse: sono le Istituzioni religiosi, le istituzioni educative e le istituzioni della
comunicazione.
1.2.

Luso dei mezzi di comunicazione

La comunicazione un genere di attivit che riguarda la produzione, la trasmissione e la


ricezione di forme simboliche.
Nel produrre e trasmettere forme simboliche gli individui utilizzano un mezzo tecnico, che
rappresenta il sostrato, lelemento fisico che consente tale attivit.
Luso dei mezzi tecnici riguarda:
1.

la fissazione, pi o meno duratura nel tempo, delle forme simboliche; la durevolezza


nel tempo della fissazione riguarda anche la possibilit di modificare il contenuto di tali
forme simboliche. La fissazione delle forme simboliche ne consente anche
limmagazzinamento per un uso futuro. Molto spesso questa capacit di fissare e
immagazzinare i contenuti simbolici diventa una risorsa indispensabile per lesercizio
del potere di alcune istituzioni.

2.

la riproduzione, in pi copie di una forma simbolica. Questa capacit dei mezzi


tecnici ha avuto, ovviamente, un forte impulso, a partire dallo sviluppo della stampa.
La riproducibilit, garantita dai mezzi tecnici, strettamente legata allo sfruttamento
commerciale delle forme simboliche. La possibilit di fare affari anche legata alla
capacit delle organizzazioni di esercitare sulla riproducibilit dellopera qualche
forma di controllo. La protezione del diritto dautore o del diritto di riproduzione ha
unimportanza fondamentale nellindustria dei media, molto pi a tutela degli editori,
che non degli autori.
Mentre in passato, soprattutto, per quanto riguarda le opere darte, era importante
loriginalit e lunicit dellopera, nellindustria dei media la ricchezza sta nella capacit
di riproduzione in numerose copie e il controllo su tale riproduzione.

3.

4.

la distanziazione spazio-temporale delle attivit di produzione, trasmissione e


ricezione delle forme simboliche. Luso dei mezzi tecnici assicura agli individui nuovi
modi di organizzare e controllare tempo e spazi e di utilizzarli per i propri scopi.

5.

luso di competenze, capacit e forme di conoscenza che gli individui devono


conoscere per produrre e interpretare un messaggio. Ovviamente si tratta di
competenze diverse a seconda che si debba codificare o decodificare un messaggio.
Gli individui, quando codificano e decodificano un messaggio non utilizzano soltanto
le competenze relative al mezzo tecnico ma anche le competenze culturali necessari
per comprenderne il contenuto.

1.3.

Alcune caratteristiche della comunicazione di massa

Quando si parla di mezzi di comunicazione non ci si riferisce soltanto ai mezzi tecnici


necessari alla comunicazione, ma a tutte quelle istituzioni e prodotti che vengono fatti
ricadere sotto la definizione di comunicazione di massa.
La definizione comunicazione di massa infelice, in quanto massa fa pensare che
raggiunga sempre un vasto numero di individui. In realt sarebbe pi corretto pensare non
3

che raggiunga ma che potrebbe potenzialmente raggiungere un numero illimitato di


persone. Inoltre, massa fa pensare ad una marea passiva di persone che riceve i
messaggi. Dobbiamo abbandonare lidea che gli individui ricevano in maniera passiva e
acritica i messaggi diffusi attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Anche il termine comunicazione abbastanza ingannevole, in quanto nella comunicazione
di massa, la trasmissione di messaggi diversa da quella della conversazione ordinaria,
nella quale avviene in uninterazione faccia a faccia che presuppone uno scambio. Nella
comunicazione di massa la trasmissione perlopi unidirezionale.
Nella comunicazione di massa meglio parlare, quindi, di trasmissione e diffusione dei
messaggi, pi che di comunicazione in senso stretto. Anche, se, anche in questo caso i
destinatari hanno, in qualche modo la possibilit di interagire e dire la loro.
Unaltra ragione che rende inappropriata la definizione di comunicazione di massa anche
il passaggio dalla comunicazione su base analogica a quella su base digitale, che rende
possibili delle forme di comunicazione pi flessibili che, forse, non adeguato, definire di
massa.
Per questo si preferisce parlare di comunicazione mediata.
Per comunicazione di massa Thompson intende invece linsieme di sviluppi storici che
hanno fatto nascere determinati fenomeni comunicativi ad essi legati.
Per Thompson la definizione comunicazione di massa indica la produzione
istituzionalizzata e la diffusione di merci simboliche, attraverso la fissazione e la
trasmissione di contenuti simbolici.
La comunicazione di massa ha alcune sue caratteristiche, non esclusive, ma tipiche:
1. i mezzi tecnici e istituzionali di produzione e trasmissione. Ci significa che la
comunicazione mediale strettamente legata alla nascita dellindustria mediale e
allattivit di quelle organizzazioni che, dal Medioevo, hanno controllato lo
sfruttamento commerciale delle innovazioni tecniche che consentivano e consentono
la produzione e trasmissione di contenuti simbolici;
2. la mercificazione delle forme simboliche, che strettamente collegata allo
sfruttamento commerciale delle innovazioni tecniche, nonch alla riproducibilit, gi
affrontata, delle stesse. La mercificazione un particolare tipo di valorizzazione, cio
di attribuzione di un valore alle forme simboliche. Le forme simboliche possono avere
due tipi di valorizzazione: la valorizzazione simbolica, per cui si vedono attribuito un
valore simbolico che il valore che esse hanno in quanto tenute in considerazione dagli
uomini; e la valorizzazione economica, per cui le forme simboliche si vedono
attribuito un valore economico, che il valore per cui vengono scambiate sul mercato
e diventano merci. La comunicazione di massa prevede la mercificazione delle forme
simboliche. Le nuove tecnologie hanno consentito nuove forme di valorizzazione
economica. La comunicazione di massa non lunica forma di comunicazione che
prevede una valorizzazione economica, ma certamente quella che ne prevede una
maggiore evidenza;
3. la separazione strutturale fra produzione e ricezione. La produzione dei messaggi
avviene in un luogo e la loro ricezione in contesti situati in posizione distante nel
tempo e nello spazio. Inoltre il fluire dei messaggi un flusso strutturato per lo pi
unilaterale, in cui chi produce e trasmette i messaggi, vive una particolare forma di
4

4.

5.

1.4.

indeterminazione, per la quale non conosce immediatamente la reazione del proprio


pubblico, nonostante alcune forme di verifica e monitoraggio; chi riceve il messaggio
invece si trova in una posizione squilibrata per la quale pu intervenire in maniera
piuttosto limitata nel processo di scambio di forme simboliche;
laccessibilit vasta nel tempo e nello spazio dei prodotti dei media. Questa
caratteristica una conseguenza di quella precedente. Lampia accessibilit ha
conseguenze di grande portata ed una caratteristica che si da sempre pi per
scontata;
la circolazione pubblica di forme simboliche mediate la conseguenza dellampia
accessibilit dei messaggi, che, teoricamente sono accessibili a chiunque possegga
mezzi e risorse per accedervi. Questa accessibilit rende quindi i prodotti dei media
beni intrinsecamente pubblici e aperti.
La riorganizzazione di spazio e tempo

Lestensione nello spazio della comunicazione stata resa possibile dallavvento delle
telecomunicazioni, a partire dalla seconda met del diciannovesimo secolo. Prima era
necessario trasportare i messaggi. Le telecomunicazioni (telefono e telegrafo) hanno
consentito lo sganciamento di spazio e tempo, aumentando lo spazio della comunicazione
e diminuendone il tempo.
Si scoperta la simultaneit despazializzata, che non presuppone pi un qui ed ora e ha
reso, grazie alla tecnologia, globale la simultaneit.
Le trasformazioni nellorganizzazione dello spazio e del tempo dovute a mezzi di
comunicazione e mezzi di trasporto e la necessit di coordinarle a livello internazionale
hanno portato, nella conferenza internazionale sui meridiani, che si tenne a Washington
nel 1884, a definire che la terra fosse divisa in 24 fusi orari e che il passaggio di data
avvenisse al 180 meridiano equivalentemente distante ad est e ad ovest da Greenwich.
Prima dello sviluppo dei mezzi di comunicazione, il senso del passato ci derivava dal
rapporto faccia a faccia e dal racconto. La crescente disponibilit di forme simboliche
mediate ha modificato lacquisizione del senso del passato, nel quale il racconto orale ha
mantenuto un senso, che stato per integrato dai media, necessari quanto pi lontani
sono i fatti di cui si apprende notizia. Si parla quindi di storicit mediata.
Oltre che la storia i mezzi di comunicazione sono in grado di farci derivare una
conoscenza del mondo che prescinde dal fatto che noi viaggiamo. Quindi oltre che di
storicit mediata si pu parlare anche di mondo mediato.
Modificando la percezione della storia e dello spazio, i media modificano anche la
percezione del senso di appartenenza. Si affronter successivamente il concetto di
socialit mediata.
Il nostro senso del tempo e dello spazio molto legato al nostro senso della distanza.
Senso legato a sua volta ai tempi di trasporto e ai tempi della comunicazione. Questi tempi
si sono in qualche maniera scollegati e si sono contratti, anche se in misura diversa,
mentre sono aumentati gli spazi percorribili.
Questa trasformazione della distanza definita contrazione spazio-temporale, per la quale
i tempi di trasporto si sono ridotti, mentre i tempi di comunicazione si sono annullati.

Nella percezione degli uomini del fluire del tempo influiscono sicuramente i mezzi di
comunicazione, cos come hanno una grande rilevanza anche i tempi scanditi dalla
societ, come ad esempio la settimana lavorativa.
1.5.

Comunicazione, appropriazione e vita quotidiana

Thompson sente lesigenza di legare la riflessione sui mezzi di comunicazione con il


contesto sociale di riferimento e di non seguire quindi la tendenza di valutare soltanto i
testi, cio soltanto le forme culturali dotate di significato in maniera avulsa da chi le
produce e chi le riceve.
La tradizione di ricerca empirica ha studiato diverse forme di analisi sui destinatari dei
messaggi dei media, concentrandosi particolarmente sullanalisi dei numeri e
sottovalutando una caratteristica peculiare della ricezione di forme simboliche mediate: la
quotidianit e la normalit di questa attivit.
Le ricerche hanno dimostrato che i destinatari non sono ricettori passivi ma partecipano
creativamente al processo di appropriazione del messaggio che molto legato al contesto
in cui questo avviene e in maniera molto variabile a seconda dei destinatari.
1. La ricezione quindi da definire unattivit, non qualcosa di passivo ma un tipo di
pratica nel quale gli individui recepiscono il messaggio, se ne appropriano e lo
elaborano in maniera creativa e sganciata, spesso, dal significato dato dalla
produzione nel momento in cui ha fissato il messaggio sul sostrato materiale.
2. La ricezione inoltre unattivit collocata in un contesto sociale e storico preciso,
nel quale si pu svolgere lattivit di ricezione a seconda delle proprie risorse e
nellambito di equilibrio di potere.
3. La ricezione unattivit di routine, che si intreccia con le diverse attivit della vita
quotidiana. Spesso la ricezione delle forme simboliche mediate scandisce le attivit
della vita quotidiana. Anche se la tecnologia, tipo i videoregistratori, offre
unopportunit chiamata timeshift.
4. La ricezione dei prodotti dei media una funzione esperta, che richiede una serie di
competenze di diversa natura.
5. La ricezione dei prodotti di media inoltre un processo ermeneutico, nel quale, cio,
ci si impegna nellinterpretare il messaggio e attribuirgli un significato. Questo,
ovviamente, non avviene nel momento dellacquisto del prodotto, ma nel momento in
cui si decide di interpretarne il significato. Secondo Gadamer, linterpretazione
unattivit nella quale si applicano al messaggio una serie di aspettative e di
assunzioni. Come per tutte le forme simboliche, il significato di un messaggio non
statico, uguale per sempre e per tutti.
6. Un messaggio non pu assumere qualsiasi significato e, per interpretarlo, il
destinatario deve possedere qualche conoscenza delle regole e convenzioni in base
alle quali il messaggio stato prodotto. Quindi linterpretazione pu variare molto da
individuo a individuo.

Nellattribuire significato al messaggio, gli individui se ne appropriano, lo assimilano e lo


rendono parte dei propri pensieri. Questo processo continua anche oltre il momento
dellappropriazione, perch il messaggio viene condiviso con altri individui, anche che non
hanno partecipato alla fase di ricezione originaria, ed entra in un processo di narrazione
che ne arriva a trasformare i contenuti.
Nellappropriarci dei messaggi, compiamo anche un processo di autocomprensione e di
autoformazione, un processo lento di costruzione della propria identit, in un continuo
allargare le proprie conoscenze e curiosit.
I media non sono i soli mezzi per la formazione del proprio s, anche la famiglia e la
scuola e altre agenzie di socializzazione contribuiscono, ma i media stanno diventando
assumendo, in questo processo, un ruolo sempre pi importante.
Capitolo II
2.1. I media e lo sviluppo delle societ moderne
Alcune caratteristiche peculiari del mondo moderno trovano originare in una progressiva
trasformazione che ha cominciato a cambiare il volto dellEuropa, nel Medioevo e nella
prima modernit.
In primo luogo, lemergere delle societ moderne ha avviato una serie di cambiamenti
economici, grazie ai quali il feudalismo europeo si trasformato in un nuovo sistema
basato sulla produzione capitalistica e sullo scambio.
In secondo luogo, lEuropa stata anche interessata da un processo di trasformazione
politica per il quale le numerose unit politiche si sono ridotte di numero e trasformate in
stati-nazione indipendenti, amministrati in maniera centralizzata.
In terzo luogo sembra abbiano avuto un ruolo centrale in questo processo, sia la guerra,
sia la predisposizione a combattere.
Resta incerto, nonostante se ne siano in piccola parte interessati pensatovi come Marx o
Weber, se lo sviluppo delle societ moderne abbia innescato o meno uno specifico
processo di trasformazione culturale.
Secondo Thompson questa incertezza deriva dal fatto che i sociologi hanno cercato nel
posto sbagliato, collegando questa trasformazione alla mentalit, alle tradizioni, ai valori
degli individui. Per Thompson, se non concentriamo lattenzione sui valori e le tradizioni,
ma sulla produzione e la circolazione di forme simboliche, avvenuta a partire dal
quindicesimo secolo, ci rendiamo conto di come queste e le innovazioni tecniche che le
hanno consentito abbiano attivato e influenzato il processo di trasformazione culturale,
attraverso quella che si pu definire mediatizzazione della cultura.
2.2.

Alcune caratteristiche istituzionali delle societ moderne

Numerose sono le trasformazioni che hanno interessato lEuropa fin dal Medioevo.
Leconomia, nel Medioevo, era prevalentemente agricola e svolta in piccoli borghi o feudi. I
contadini erano legati alla terra ma non la possedevano. La lavoravano lasciando parte dei
7

raccolti al feudatario. Era uneconomia, per lo pi di sussistenza, anche se a partire


dallundicesimo secolo, iniziarono a diffondersi anche i commerci, prima nelle citt e poi
nelle campagne. Nel 1450 era emerso in Europa un sistema di produzione e di scambio
che, rapidamente si estese sia in termini di quantit che di spazio, tanto che alla fine del
quindicesimo secolo erano nate imprese capitalistiche in tutti i pi importanti centri europei
e che, a cavallo fra il 1500 e il 1600 estesero molto la loro attivit.
Alcune citt, come Amsterdam o Londra, diventarono centri di accumulazione del potere
economico, grazie allo svilupparsi delle imprese capitalistiche.
La rivoluzione industriale, a cavallo fra il 1700 e il 1800 avvenne allinterno di un sistema
economico che in Europa esisteva gi da diversi secoli, anche se, solo nel 1900, con la
Russia e la Cina, lindustria manifatturiera raggiunse una dimensione su larga scala.
Gli Stati Nazione che costituiscono lattuale struttura politica dellEuropa sono il frutto di un
lungo processo. Nel 1490, lEuropa era divisa in circa cinquecento unit politiche, che, in
cinque secoli si sono ridotte a venticinque. Secondo Charles Tilly ci sono due fattori
chiave:
a) la capacit degli stati di esercitare il potere coercitivo, verso lesterno e verso
linterno;
b) la capacit di trovare risorse di uomini e capitali nella stessa popolazione attraverso
la tassazione, il servizio militare, ecc.
Cos gli stati si sono dati unamministrazione centralizzata, hanno delimitato
territorialmente il proprio potere, hanno iniziato a possedere i mezzi per difendere le
proprie prerogative.
Gli stati europei pi potenti sono stati capaci di estendere il proprio stato di influenza,
oltreconfine, nelle colonie, importanti fonti di risorse, in molti casi fino alla met del secolo
scorso.
Lorganizzazione politica degli Stati emergenti mutata molto nel corso del tempo e da
regione a regione: la Spagna, la Francia, la Prussica, lAustria, erano governate da un
regime di tipo assolutistica o da una monarchia assoluta in cui tutto il potere era
concentrato nelle mani di una persona. Altri, come, il Regno Unito, vedevano il potere del
re stemperarsi in un sistema democratico e non hanno mai avuto uno stato veramente
assolutista.
Il consolidarsi della forma di formazione di stati unitari, ha preceduto il formarsi di un
sentimento di identit nazionale, in quanto spesso si trattava di stati uniti con la forza. Lo
sviluppo dei mezzi di comunicazione ha contribuito alla creazione di questo senso di
identit, di questo nazionalismo, inteso come senso di appartenenza ad un territorio, a dei
diritti, a delle tradizioni.
In che modo mutata lorganizzazione sociale del potere simbolico con lavvento delle
societ moderne, nel medioevo e nella prima modernit? NellEuropa medievale la chiesa
unistituzione centrale del potere simbolico. Con il crollo dellImpero Romano essa aveva
dato allEuropa un quadro normativo di riferimento. Con il passare del tempo e anche
grazie allavvento del protestantesimo, per il potere temporale della chiesa andato
diminuendo, anche per il suo sfaldarsi in diverse sette.

Alla frammentazione dellautorit della chiesa e alla diminuzione della sua influenza sul
potere politico si affiancata, nel corso del sedicesimo secolo, una secolarizzazione
dellistruzione ed unapertura alla scienza. Ovviamente, nella prima modernit, listruzione
riguardava soltanto delle lite e solo nel diciannovesimo secolo hanno iniziato ad essere
introdotti sistemi di istruzione unificati.
Oltre a questi due aspetti, il potere della chiesa prima e il processo di secolarizzazione e di
allargamento dellistruzione, poi, si aggiunto, anche lavvento della stampa ha contributo
ad influenzare lorganizzazione sociale del potere simbolico.
2.3.

Comunicazione, mercificazione e la nascita della stampa

Lindustria dei media pu essere fatta risalire alla fine del quindicesimo secolo, dopo che
Gutenberg aveva inventato la stampa. La nascita delle tipografie ha certamente contribuito
allo sviluppo economico di quel periodo, cos come allorganizzazione sociale del potere
simbolico, consentendo la nascita di nuovi centri per la sua organizzazione fuori dal
controllo dello stato e della chiesa, ma che, comunque, lo stato e la chiesa hanno cercato
di sfruttare e, qualche volta, anche di sopprimere.
Le innovazioni che hanno reso possibile la nascita dellindustria dei media sono la carta e
la stampa.
I primi di tipi di carta e le prime tecniche di stampa si sono sviluppati in Cina. Qui, gi nel
terzo secolo si produceva la carta. Furono i mercanti a portare anche in Europa tale
produzione, ma si dovette attendere il tredicesimo secolo. La prima cartiera nacque a
Fabriano fra il 1268 e il 1276. Anche le tecniche tipografiche nacquero in Cina, dove gi
dal 700 si utilizzavano le tecniche con clich. Intorno al 1000, Pi Sheng introdusse i
caratteri mobili in argilla. Nel tredicesimo secolo la Corea introdusse i caratteri mobili in
metallo.
Lintensificarsi dei rapporti commerciali fra Oriente e Occidente, port allintroduzione,
anche in Europa, della stampa con clich. Il primo libro stampato con questa tecnica usc
nel 1409.
Gi a partire dal 1440, Johann Gutenberg, a Magonza, inizi a sperimentare nuove
tecniche di stampa, che si basavano su caratteri mobili e non ideogrammi in metallo e
sullutilizzo del torchio che consentiva di chiudere in unico clich pi caratteri e stampare
cos molte pagine. Nel 1450 Gutenberg aveva raffinato le proprie tecniche, tanto da
poterle sfruttare commercialmente e nel 1455 operavano a Magonza diverse tipografie.
Nel 1480 erano nate tipografie in tutta Europa. La maggior parte dei libri, 15-20 milioni di
copie alla fine del 1400, erano in latino e a carattere religioso, ma presto si iniziarono
anche a pubblicare libri di filosofia, scienza, ecc Producendo tali libri le tipografie non
facevano che consolidare un mercato nato gi prima della scoperta della stampa, con gli
amanuensi. E allinizio venivano venduti libri realizzati con entrambe le tecniche.
Le tipografie erano organizzate come vere imprese commerciali e avevano bisogno di
capitali per comprare le macchine e di un luogo. Solo in pochi avevano queste risorse
finanziarie e diventarono quindi editori, altri rimasero tipografi che stampavano per editori
privati, che sceglievano che cosa pubblicare, oppure per la chiesa e per lo stato.

Le imprese tipografiche nate in Europa nella prima modernit non erano solo imprese
economiche, ma anche imprese commerciali. La nascita dellindustria editoriale aveva
infatti creato nuovi centri di potere simbolico, che si fondavano sulla produzione di merci e
restavano, quindi, indipendenti dal potere simbolico esercitato dallo stato e dalla chiesa.
Questi cercarono di sfruttarli e, poi di controllare le tipografie, come avevano fatto con gli
amanuensi. Ma le case editrici erano troppe e con capacit produttive troppo grandi per
poterle controllare adeguatamente. La chiesa e gli stati, comunque, ci provarono a pi
riprese, cercando di distruggere le opere di cui non si voleva consentire la diffusione e
ponendo la censura. Ma editori e librai trovarono infiniti modi per sfuggire alla censura,
stimolando un fiorente mercato clandestino.
Le nuove tecniche di stampa, consentirono la diffusione, nel 1517 delle tesi protestanti di
Martin Lutero. La chiesa e le autorit cercarono in ogni modo di distruggere in molte citt e
in molte regioni le opere protestanti, ordinando che fossero bruciate, ma senza ottenere
nessun successo.
In Francia, per esempio, fu emesso un editto che prevedeva che non potessero essere
stampate opere che non avessero lautorizzazione dellUniversit di Parigi. Ma anche
questi editti non sortirono nessun effetto, nonostante la morte sul rogo di molti editori e di
molti librai.
Oltre a contribuire alla frammentazione dellautorit della chiesa e alla diffusione del
cristianesimo, la stampa e la nascita dellindustria editoriale ebbero altri influssi sulla vita
sociale e politica europea di quel tempo. Oltre a testi religiosi si iniziarono a stampare
anche i classici che permisero la diffusione in tutta Europa dellUmanesimo. inoltre si
iniziarono a stampare anche manuali e galatei che consentivano la diffusione di dati.
Ma chi leggeva i libri prodotti nelle prime tipografie? Certamente le lite urbane composte
dal clero, dai membri delle autorit politiche, dalla nascente classe dei commercianti e
dagli studiosi.
Molto probabilmente, anche una vasta classe di artigiani, anche se, gli inventari dei beni in
possesso di molta parte di questa classe di popolazione al momento della morta, nel corso
del sedicesimo secolo, mostra che nessuno di loro possedeva dei libri; probabilmente,
perch li prendevano in prestito, o forse, perch li rivendevano dopo averli letti.
Certamente il tasso di alfabetizzazione era basso, sia nelle citt che nelle campagne, fra
donne, bambini, operai, contadini.
Ci nonostante, non detto che essi non fossero raggiunti dai prodotti della stampa, che
magari veniva letti ad alta voce nelle famiglie, nelle chiese, ecc.
Nel corso del sedicesimo secolo aument notevolmente anche il numero di pubblicazioni
in lingua volgare, al posto del latino. Molti editori e librai, iniziarono a stampare in inglese,
francese, tedesco e, al fine di unificare il linguaggio cominciarono a nascere i dizionari.
Sempre meno latino e sempre pi lingue volgari; ma poich la chiesa cattolica continu a
considerare il latino la propria lingua, aument considerevolmente la distanza fra chiesa e
societ laica. Lo stesso Lutero, contribu ad incrementare questa distanza, diffondendo
pubblicazioni in lingua tedesca.
Lutilizzo delle lingue volgari andato certamente ad intrecciarsi con la formazione degli
stati nazioni, e con il senso di appartenenza ad uno stato territorialmente delimitato.

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Le potenze che avevano esteso il loro potere oltreoceano avevano esportato anche la
lingua, tanto che in molti casi questa rimasta la lingua ufficiale delle colonie anche dopo
li processo di decolonizzazione.
Utilizzando le lingue volgari stampatori ed editori, avrebbero contribuito a creare un senso
di appartenenza ad una comunit di lettori e a valori condivisi anche con persone con cui
non era possibile avere un contatto diretto.
Secondo Anderson questa comunit di lettori si sarebbe trasformata, poi, nella comunit
degli stati nazione. Anche se questa tesi non chiarissima, visto che dalla diffusione delle
lingue volgari, nel sedicesimo secolo, alla nascita degli stati nazione, nel diciannovesimo
sono passati ben tre secoli. Ci nonostante Anderson riconosce che il capitalismo della
stampa era condizione necessaria ma non sufficiente per creare una coscienza
nazionalistica.
2.4.

La nascita del commercio delle notizie

Lo sviluppo della stampa ha modificato i modelli di comunicazione in Europa anche in un


altro senso, attraverso la stampa di periodici.
Prima esistevano quattro tipi di reti di comunicazione, in grado di far circolare le notizie:
quella ecclesiastica, quella politica fra stati, quella commerciale e quella dei saltimbanco.
Poi nel corso del quindicesimo, sedicesimo e diciassettesimo secolo, si istituirono un
servizio postale ordinario, che, inizialmente era molto lento e che inizi a velocizzarsi nel
diciannovesimo secolo con lo sviluppo delle ferrovie.
Nello sviluppo delle reti di comunicazione dellEuropa incise molto lutilizzo della stampa
per la diffusione delle notizie. Inizialmente si trattava di volantini, pubblicati in maniera
irregolare da quegli individui che avessero qualche notizia da comunicare.
Le pubblicazioni di periodici per la diffusione delle notizie iniziarono nella seconda met
del 1500, ma soltanto allinizio del 1600 si ebbe lavvento di quella che si pu
propriamente chiamare stampa periodica.
Nel 1609 si pubblicavano in diverse citt tedesco dei periodici settimanali, che si
chiamavano corantos che veniva prodotti soprattutto da quelle citt che si trovavano
sulle rotte commerciali. Le notizie venivano fornite dai funzionari delle poste.
Nel 1620 Amsterdam era diventato un importante centro di diffusione di notizie. Un forte
impulso alla nascente industria delle notizie fu dato dalla guerra dei trentanni.
La maggior parte delle pubblicazioni periodiche si occupava infatti essenzialmente di
notizie che riguardavano lestero e rappresentarono, pertanto, un modo per far conoscere
alle persone quello che succedeva nel mondo, anche se si trattava di un mondo
relativamente vicino.
La tiratura di questi periodici non superava inizialmente le 400 copie anche se veniva letto
da un numero molto pi alto di persone.

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Se vero che molti corantos si interessavano soprattutto di notizie riguardanti lestero, ben
presto i giornali iniziarono a diffondere anche notizie riguardanti la politica interna. E
quanto avvenne in Inghilterra nel 1640, quando inizi ad incrinarsi il sistema di censura
imposto dalla Corona. Per un ventennio, si ebbe in Inghilterra un fiorire di periodici e un
periodo di attivit editoriale sostanzialmente libera. LInghilterra ebbe un secondo periodo
fiorente di stampa libera alla fine del seicento quando venne sospesa la censura che era
stata reintrodotta da Carlo II nel 1660. Iniziarono cos a diffondersi anche una serie di
periodici specializzati. Nel 1750 si pubblicavano in Inghilterra ben cinque quotidiani e una
serie di periodici, per un totale di 100.000 copie alla settimana che erano lette da un
numero molto pi elevato di persone.
Le autorit politiche cercarono si esercitare una forma di controllo sulle attivit di stampa,
attraverso le tasse che si dovevano pagare per ogni pagina stampata e per ogni
inserzione pubblicitaria. Tasse che a partire dal 1830 andarono a diminuire fino a sparire
completamente intorno al 1860.
La stampa periodica negli altri Stati stata controllata con livelli diversi di durezza. In
Italia, il controllo variava da stato a stato, con un margine di libert soltanto con le notizie
provenienti dallestero.
Le lotte per una stampa indipendente hanno giocato un ruolo chiave nello sviluppo dello
stato costituzionale moderno.
Vinta la guerra di indipendenza contro la Corona inglese gli americani hanno inserito la
libert di stampa nel Primo emendamento. Le costituzioni francesi dopo la rivoluzione
prevedevano la libert di espressione che poi fu abolita da Napoleone.
Alla fine del 1800 la libert di stampa era garantita da molte Costituzioni di Paesi
occidentali.
2.5.

La teoria della sfera pubblica: una valutazione preliminare

In Storia e critica delopinione pubblica (1962) Habermas sostiene che lo sviluppo del
capitalismo mercantile del sedicesimo secolo e il mutare delle forme istituzionali del potere
politico avessero contribuito alla creazione di una nuova sfera pubblica. Intanto cambiava
il concetto di autorit pubblica che non significava pi vita di corte ma sistema statale
caratterizzato dalla separazione dei poteri. Inoltre andava emergendo una societ civile
caratterizzata dalle relazioni personali e dalle relazioni economiche degli stessi.
Fra queste due categorie, nasceva secondo Habermas una nuova sfera pubblica
borghese, nella quale non si esercit lautorit pubblica ma si discutevano in maniera
aperta e libera i modi per esercitarla e si mettevano in discussione le attivit del governo.
Secondo Habermas, la diffusione della stampa periodica e la nascita dei nuovi centri di
socializzazione salotti e caff, destinati allincontro delle lite colte avrebbero
consentito lo sviluppo di questa nuova classe sociale.
Secondo Habermas il luogo ideale per lo sviluppo della sfera pubblica borghese fu
lInghilterra del diciottesimo secolo, dove la censura era meno rigida e dove fiorivano i
caff.

12

Habermas sostiene che la discussione stimolata dai periodi nella sfera pubblica borghese
ha contribuito alla nascita dei nuovi modelli di stato occidentale. Per esempio, obbligando
il Parlamento inglese a confrontarsi con questa nuova classe e con la stampa. Habermas
sostiene quindi che la sfera pubblica borghese, nata grazie alla stampa e allo sviluppo dei
commerci, abbia influito molto sulla sfera politica.
Per Thompson lanalisi di Habermas presenta dei grossi limiti:
1) Habermas nellanalizzare linfluenza della sfera pubblica borghese sulla politica del
diciassettesimo e diciottesimo secolo, sottovaluta limportanza di movimenti
popolari e sociali che certamente non sono nati al suo interno, n secondo le sue
regole, ma anzi sulla base di un forte conflitto con questa sfera. Si deve ricordare
che, trentanni pi tardi, Haberamas ha riconosciuto di aver sottovalutato
limportanza di tali movimenti popolari.
2) Habermas cita alcuni periodici (Review ed Examiner) come i periodici che avevano
influenzato maggiormente la discussione della sfera pubblica borghese,
dimenticando che altri periodici li avevano preceduti, oltre che altre forme di
pubblicazione. La scelta di non prenderli in considerazione senza dubbio legata al
fatto che Habermas facesse riferimento ad una classe colta e intellettuale.
3) Nonostante Habermas sostenesse una possibilit di accesso universale, evidente
che la sfera a cui egli fa riferimento riguardasse soltanto le classi pi abbienti e
colte, ma soprattutto una classe prettamente maschile. Il fatto che la sfera pubblica
borghese fosse composta esclusivamente di uomini non era contingente, ma anzi
era una scelta strutturale, in quanto si riteneva che questa fosse la sfera della
ragione, pertanto indicata solo al mondo maschile, mentre a quello femminile era
destinato il pi frivolo mondo della vita familiare.
4) Dal punto di vista storico, la tesi di Habermas debole soprattutto per gli argomenti
che riguardano la scomparsa e non la nascita della sfera pubblica borghese. Egli
sostiene che dal momento che gli stati iniziarono ad intervenire, prendendosi cura
del benessere dei cittadini, quello spazio che si era creato contribuendo alla nascita
della sfera pubblica borghese si richiuse. I caff perdono di importanza e la stampa
periodica diventa una componente di un insieme di istituzioni mediali sempre pi
organizzate per una commercializzazione su larga scala e sempre pi finalizzate
alla comunicazione da parte dellautorit pubblica. Una sorta di rifeudalizzazione
della sfera pubblica. Ma plausibile questa visione? Certamente limportanza dei
media per assumere il consenso del proprio popolo un tema centrale e attuale,
ma lanalisi di Habermas ha due seri punti deboli. Innanzitutto prevede una
passivit da parte dei destinatari che sicuramente deve essere rivista nellottica di
un appropriazione del messaggio con un approccio ermeneutico. Inoltre il concetto
di rifedaulizzazione, prevede uno scenario politico medievale, che non tiene conto,
invece dei molti modi di interazione sviluppati proprio grazie allo sviluppo della
stampa.
2.6.

Lo sviluppo dellindustria dei media: uno sguardo dinsieme

Lo sviluppo dellindustria dei media, nel corso del diciannovesimo secolo riguarda
particolarmente tre ambiti:
a) la trasformazione delle istituzioni mediali in imprese commerciali di grandi
dimensioni;
b) la globalizzazione della comunicazione
13

c) lo sviluppo di forme di comunicazione mediate elettronicamente


a) La trasformazione delle istituzioni mediali in imprese commerciali di grandi
dimensioni un processo cominciato allinizio del diciannovesimo secolo. Questo
non era un processo nuovo, iniziato fin dalla commercializzazione delle forme
simboliche dalle tipografie nel sedicesimo secolo, ma le innovazioni tecniche e la
trasformazione delle basi finanziare e della valorizzazione economica dei
prodotti mediali hanno notevolmente incrementato la capacit produttiva
dellindustria mediale. Lindustrializzazione del settore editoriale e lespandersi del
mercato hanno contribuito a modificare anche la base finanziaria della stampa. I
giornali del diciassettesimo e diciottesimo secolo si rivolgevano ad un pubblico
elitario, mentre quelli dei due secoli successivi si rivolgevano ad un pubblico pi
vasto. La riduzione dei prezzi dovuta ad una riduzione delle tasse e ladozione di un
linguaggio pi accattivante, fecero aumentare il pubblico e, di conseguenza, il peso
della pubblicit come risorsa finanziaria, trasformando i giornali in imprese
commerciali su vasta scala per la cui nascita e sopravvivenza divenivano sempre
pi importanti i capitali. Questo processo ha portato le piccole imprese ad essere
sostituite dalla grandi aziende, portando un numero sempre minore di aziende a
controllare un ambito sempre pi vasto del mercato, aumentando progressivamente
anche il carattere multimediale di tale controllo. Laffermarsi delle grandi industrie
mediali non ha tuttavia impedito totalmente la nascita e la sopravvivenza di piccole
imprese specializzate che spesso lavorano in subappalto per le grandi aziende.
Pochi gruppi, controllano tuttavia la produzione e la diffusione di notizie su scala
globale.
b) Il processo di globalizzazione delle informazioni si pu far risalire alla met
dellottocento, anche se la diffusione delle informazioni oltre i confini nazionali era
certamente precedente. La nascita delle prime agenzie di stampa internazionale e
della comunicazione fra le regioni periferiche degli imperi e i loro centri in Europa ha
certamente contribuito alla creazione di reti di comunicazione sempre pi
complesse.
c) Luso dellenergia elettrica nella comunicazione stata una delle pi grandi
scoperte del diciannovesimo secolo. Il telegrafo, negli Stati Uniti, intorno al 1830, il
telefono, negli anni 60, la ricerca di Marconi, sulle onde elettromagnetiche, alla fine
del 800, la nascita della radiodiffusione, intorno al 1920, e della televisione intorno
al 1940, sono invenzioni, il cui sviluppo e sfruttamento strettamente intrecciato
con il potere economico, politico e coercitivo, in modo molto complesso. Tutti gli
sviluppi sono stati favoriti dai governi stessi e procedono in un compromesso
continuo fra gli interessi dellindustria mediale e la volont delle autorit politiche di
regolamentare, coltivare e controllare i nuovi mezzi di comunicazione.
E lo sviluppo mediale lasciatoci in eredit nel diciannovesimo secolo ancora in
mutamento.
Capitolo III
3.1. La nascita dellinterazione mediata
Per buona parte della loro storia gli uomini hanno interagito soltanto in rapporti faccia a
faccia, che si svolgevano in luoghi fisici condivisi. Le tradizioni erano orali e vivevano
pertanto del loro continuo essere raccontato. Tuttavia, poich la loro trasmissione

14

prevedeva lo spostamento fisico delle persone, la loro capacit di penetrazione era


abbastanza debole.
In che modo lo sviluppo dei media attivato dalla stampa nel quindicesimo secolo ha
contribuito a modificare queste forme di interazione? In realt lo sviluppo dei media ha
fatto nascere nuove forme di interazione sociale, svincolandole, in qualche modo, dal
tempo e dallo spazio che sono stati costretti ad una riorganizzazione sociale.
Analizziamo adesso tre forme di interazione, valutandone attentamente le caratteristiche.
3.2.

Tre tipi di interazione

Interazione faccia a faccia: questa forma di interazione prevede una compresenza delle
persone coinvolte, in un determinato tempo e in un determinato spazio, uninterazione
dialogica, in cui il destinatario del messaggio ne pu diventare mittente, una molteplicit
di indizi simbolici che consentono di interpretare il messaggio, tanto che, talvolta, la loro
non rispondenza pu creare dubbi nellinterpretazione.
Interazione mediata: questa forma di interazione si pu dire totalmente opposta a quella
faccia a faccia, in quanto prevede uno svolgimento in contesti distanti per tempo e/o
spazio, inoltre prevede un mezzo tecnico (carta, telefono ecc.) con un minor numero di
indizi simbolici e una maggiore indeterminatezza che induce a fare maggiormente
ricorso alle proprie risorse per interpretare il messaggio.
Quasi interazione mediata: questa forma viene definita di quasi interazione, perch
presenta delle caratteristiche diverse dalle altre due. Ha in comune con quella mediata il
fatto che serve un mezzo tecnico, che consente la separazione spazio temporale
dellinterazione e che presenta una contrazione dei significati simbolici. E diversa da
entrambe le due precedenti perch non ha un interlocutore particolare ma un vasto
pubblico indeterminato e poi perch non dialogica, ma per lo pi unidirezionale.
Queste forme di interazione a volte sono combinate fra loro e, soprattutto, non sono le
uniche possibili. Altre ne potrebbero nascere soprattutto con lo sviluppo dei nuovi media.
Lo sviluppo delleditoria nel quindicesimo e sedicesimo secolo sono stati importanti per la
nascita dellinterazione e della quasi interazione mediata. Prima linterazione era quasi
esclusivamente faccia a faccia. Il suddetto sviluppo editoriale e lo sviluppo dei media
elettronici del diciannovesimo e ventesimo secolo, tuttavia, non sempre hanno soppiantato
linterazione faccia a faccia ma in molti casi lhanno stimolata. Oggi, tuttavia, la ricezione di
contenuti simbolici attraverso i media sempre pi frequente, anche nel racconto e nella
trasmissione delle tradizioni.
3.3.

Lorganizzazione sociale della quasi-interazione mediata

Secondo Goffman ogni azioni viene svolta allinterno di una cornice interattiva nella quale
gli individui intendono proiettare unimmagine di s. Questa cornice pu essere definita
ribalta. Le azioni svolte in questa cornice sono diverse da quelle che gli individui svolgono
quando sono in altri contesti, magari pi rilassati, che possono essere chiamati retroscena.
Il confine fra ribalta e retroscena non sempre netto e, pertanto, in alcuni casi viene
proprio creato fisicamente per esempio separando le cucine dalla sala del ristorante. Nel
caso di interazione mediata, si ha una cornice interattiva con due ribalte, talvolta distanti
15

nello spazio e nel tempo. In questo caso, per esempio nel caso di una conversazione
telefonica, si tende a cercare di non fare sentire i rumori dellambiente in cui si trova,
perch potrebbero essere presi come retroscena.
Nel caso della quasi interazione mediata la cornice interattiva diversa da quella
dellinterazione mediata. Le forme sono prodotte in un contesto cornice interattiva
della produzione e ricevute in una molteplicit di altri contesti cornici interattive
della ricezione -, ognuna con le proprie ribalte e i propri retroscena. Trattandosi di una
forma di interazione unidirezionale, la ribalta della cornice di produzione accessibile ai
riceventi, ma non viceversa.
La ribalta della cornice interattiva di ricezione pu essere inoltre ribalta di altre forme di
interazione mediata o faccia a faccia, collegate al contesto di ricezione oppure no.
Analizzando la forma di quasi interazione mediata proposta dalla televisione si assume
che:
la televisione rispetto ad altri mezzi tecnici offre un numero alto di indizi
simbolici, sia sonori che visivi, che resta tuttavia limitato rispetto a quello
dellinterazione faccia a faccia;
come le altre forme di interazione e quasi interazione mediata, la televisione
presuppone una separazione nel tempo e/o nello spazio del contesto di
produzione e del contesto di ricezione del messaggio.
Per comprendere meglio questo aspetto possiamo distinguere tre insiemi di coordinate
spazio-temporali:
quelle della produzione;
quelle del messaggio televisivo;
quelle della ricezione.
La quasi-interazione creata dalla televisione presuppone un processo continuo di
congiunzione di questi tre insiemi, che chiamiamo interpolazione spazio-temporale, che
presuppone una competenza dello spettatore, che vive cos unesperienza spaziotemporale discontinua.
Il successo della quasi-interazione mediata creata dalla televisione presuppone infatti la
capacit dello spettatore di varcare con successo le diverse strutture spazio-temporali in
gioco, per questo importante che riceva tutte le coordinate necessarie per comprendere
il luogo e il tempo in cui, per esempio, ha luogo un servizio del telegiornale.
Linterpolazione spazio temporale, nel caso dei notiziari, ovviamente diversa da quella
delle fiction, dove non si fa riferimento a tempi e a spazi reali. Lo spettatore deve avere
quindi la capacit di effettuare interpolazioni spazio-temporali sia reali che immaginarie.
Gli spettatori competenti hanno la capacit di passare da un programma ad un altro e
creare questo processo di interpolazione. In ogni caso il contesto spazio-temporale
ancorante quello della ricezione.
Un altro aspetto della televisione il suo essere unidirezionale.
I messaggi sono prodotti da un gruppo di partecipanti e trasmetti ad un gruppo
potenzialmente illimitato che non ha nessun potere di intervenire nel processo di
16

interazione, se non quello di decidere di accendere la tv, mantenerla accesa o seguire


quel programma.
Nel processo di quasi interazione mediata, chi realizza la produzione del messaggio
procedere liberamente, senza poter beneficiare del controllo riflessivo della reazione del
proprio destinatario, come avviene nellinterazione faccia a faccia.
Questo aspetto della quasi interazione mediata realizzata dalla televisione offre delle
libert e pone dei limiti. Le libert sono legate al fatto che non ci sono vincoli per chi
produce ad adeguarsi costantemente alla risposta di chi riceve e per chi riceve a dover
partecipare attentamente al processo di interazione. I limiti sono che chi produce non pu
adeguare costantemente la produzione e chi riceve non pu intervenire in questo
processo.
Nei processi di interazione si parla di partecipazione degli individui coinvolti, nel caso del
processo di quasi interazione mediata, si pu parlare di quasi partecipazione, in quanto
non vi sono vincoli reciproci.
La relazione sociale che si stabilisce nel processo di quasi interazione mediata
consentito dalla televisione consente: ai produttori di avere una televisibilit, una sorta di
presenza-assenza che consente loro di mostrarsi al contesto di ricezione senza entrare a
farvi parte. Gli stessi personaggi si definiscono allinterno della ribalta della sfera di
produzione, si possono amare e odiare, ma sono costruiti e lontani e vivono del contesto
distante della produzione. Per quanto riguarda i produttori, questi si rivolgono ad un
pubblico anonimo che non possono vedere e ascoltare, ma dai cui ascolto e visione
dipendono completamente.
Si pu parlare quindi di un rapporto di mutua dipendenza fra produzione e ricezione.
Infatti, se i destinatari dipendono totalmente dai produttori per il contenuto della
rappresentazione alla quale decidono di partecipare, i produttori dipendono totalmente
dalla disponibilit dei destinatari di vedere e ascoltare quella rappresentazione.
3.4.

Azione a distanza I: agire per altri lontani

Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha dato origine a nuovi tipi di azioni a distanza.
Qui ci soffermiamo sulle nuove forme di azione consentite dalla televisione. Per far questo
importante tenere presente il contesto di produzione, cio un contesto in cui non
possibile tenere presente la reazione dei destinatari, ma nella loro direzione che la
produzione viene effettuata.
Ci sono quattro forme di azione per altri lontani:
il messaggio al ricevente
lattivit quotidiana mediata
gli eventi mediati
le azioni di fantasia
Il messaggio al ricevente pu essere diretto o indiretto.
Il messaggio al ricevente diretto un monologo rivolto a un numero indefinito di persone.
Ne un esempio il notiziario. Recentemente questa forma di messaggio al ricevente
stata alleggerita dallinserimento di filmati, oppure dalla presenza di pi speaker, oppure
17

mostrando il retroscena, la redazione, attraverso linserimento di vetri di separazione, al


posto di immagini fisse. Il notiziario previsto in orari fissi e pu essere inserito allinterno
della propria attivit quotidiana.
Un altro esempio di messaggio diretto al ricevente, sono i messaggi alla nazione da
parte di alte cariche istituzionali: il presidente della repubblica, o il capo del governo,
che di natura straordinaria.
In questo caso, affinch il messaggio funzioni, i produttori si curano di creare un accurato
equilibrio fra solennit e familiarit, talvolta registrandolo proprio negli studi personali di
tale personalit, magari alla presenza di familiari, sicuramente con la presenza di simboli,
quali la bandiera nazionale.
Ci sono poi i messaggi al ricevente indiretti, i quali trasformano la ribalta della quasi
interazione mediata, in una cornice interattiva per uninterazione faccia a faccia. Non si ha
pi un monologo ma un dialogo, durante il quale si ha consapevolezza di parlare con chi si
ha di fronte, ma anche con il pubblico a casa.
Ne sono un esempio le interviste. In questo caso si ha un misto fra interazione faccia a
faccia e utilizzo della ribalta della quasi interazione mediata. Anche in questo caso, ci pu
essere il vantaggio, da parte dellintervistato, di poter attraverso lintervista, raggiungere il
pubblico a casa, con un tono pi familiare, interagendo con unaltra persona, ma c il
rischio dellinterazione faccia e faccia, che essendo dialogica, pu indurre in inciampi e
pu portare a fare affermazioni infelici.
Un'altra forma di messaggio al ricevente indiretto il talk show. In questo caso lambiente
ancora pi familiare e inoltre presente, il pi delle volte, un pubblico in sala, il quale, da
un lato, consente agli intervenuti di avere una reazione del pubblico e quindi di poter
addirizzare il tiro del discorso e, per il pubblico a casa avere unindicazione di reazione da
parte del pubblico presente.
Un altro tipo di azione per altri lontani lattivit quotidiana mediata, cio lattivit in cui
la ribalta di produzione costituita da una serie di azioni che appartengono alla vita
quotidiana degli attori che vi partecipano. In questo caso si deve tenere presente che il
fatto che sia ripresa e la consapevolezza di questo fatto, possono indurre i protagonisti a
modificare il proprio atteggiamento in proposito.
Si pu dividere lattivit quotidiana mediata in alcuni sottotipi:
lattivit quotidiana che viene ripresa senza che vi sia consapevolezza da parte
degli attori che quindi non hanno un comportamento verso riceventi non presenti
(esempio: una manifestazione di protesta);

lattivit quotidiana che incorpora in s un messaggio indiretto al ricevente, nel


quale cio gli attori sanno che sebbene la propria azioni sia rivolta ad un contesto
faccia a faccia, sar,o ci sono buone probabilit che lo sia, ripresa (esempio: G8,
congressi di partito, ecc.);

attivit quotidiana che incorpora un messaggio diretto al ricevente, nella quale il


messaggio rivolto al ricevente una parte costitutiva dellazione stessa (per
esempio, il rapimento di un ostaggio, ripreso e trasmesso sulle televisioni
internazionali);
18

attivit quotidiana simulata, cio quellattivit che viene simulata come vera, ma
che non reale, nella quale per gli attori devono suggerire che essa appartenga
alla realt e non sia simulata, rischiando altrimenti di fare cadere il suo scopo.

Unaltra forma di azione per altri lontani, sono gli eventi mediali. Si tratta di eventi
eccezionali, che sebbene non appartengano al contesto dei produttori dellindustria
mediale e sebbene vivano del loro contesto di riferimento, sono programmati in maniera
che siano ripresi e trasmessi, quindi rivolti ad un pubblico di spettatori: sono le cerimonie
di stati, gli eventi sportivi, i grandi eventi internazionali, nei quali i protagonisti sanno bene
che devono concentrarsi su ci che stanno facendo, ma sanno bene che il fatto che siano
ripresi li trasformer in fatti eccezionali di rilevanza generale.
Unultima forma di azioni per altri lontani sono le azioni di fantasia. Buona parte della
produzione della televisione a frutto dellimmaginazione: si tratta di storie interamente
preparate, nelle quali attori svolgono certe parti, come se fossero in teatro, che i
destinatari sanno essere oggetto di finzione. La differenza dalle azioni di fantasia in teatro
e in contesti di quasi interazioni mediata lassenza del pubblico che approvo meno
quanto trasmesso, nel secondo caso.
Il limite fra le azioni di fantasia e le azioni quotidiane mediate spesso sottile, perch
queste ultime, spesso vengono anche costruite per essere riprese. Oppure questo il
caso dei docudrama che raccontano di fatti realmente accaduti, interpretati per da degli
attori.
3.5.

Azione a distanza II: azione di risposta in contesti lontani

Oltre ad aver consentito lo sviluppo di azioni per altri lontani, lo sviluppo dei mezzi di
comunicazione ha consentito la sviluppo di azioni di risposta.
Le persone sono in grado di venire a conoscenza di azioni che accadono in luoghi lontani
e, anche, di reagire a tali eventi e a tali notizie. Tuttavia si deve notare che tale reazione
non ha le caratteristiche dialogiche dellinterazione faccia a faccia.
Le caratteristiche della quasi interazione mediata che contesto di produzione e contesto
di ricezione non coincidono e, inoltre, i contesti di ricezione sono numerosi, prevedendo il
messaggio un numero illimitato di destinatari.
Poich i destinatari non possono rispondere immediatamente ai produttori, in maniera
dialogica, quando questo avviene, nel contesto di ricezione, rivolto generalmente, ad altri
individui presenti nel contesto. Il messaggio diviene quindi parte di unelaborazione
discorsiva. Talvolta lelaborazione discorsiva pu coinvolgere anche persone che non
erano presenti nella ribalta della ricezione e pertanto i messaggi possono raggiungere
anche una serie di destinatari indiretti.
Talvolta i contenuti di tali messaggi possono essere ripresi nella produzione di ulteriori
messaggi, per esempio documentari, ecc. In questo caso si parla di mediatizzazione
estesa.

19

Quindi possiamo dire che il processo di ricezione del messaggio dei media pu estendersi
oltre lo spazio di ricezione centrale. Cio i destinatari possono appropriarsene e nel far
questo, gli individui fanno riferimento al proprio bagaglio di esperienze.
Per quanto i contesti di ricezione possano avere delle caratteristiche in comune, gli
individui portano in tali contesti attribuiti sociali differenti. Queste differenze non emergono
tanto nel processo di quasi interazione mediata, quando nellappropriazione del
messaggio, al quale ognuno si rapporta facendo riferimento al proprio bagaglio di
esperienze.
La ricezione e lappropriazione dei messaggi di media sono modi di agire in risposta ad
altri spazialmente e temporalmente lontani. Essi coinvolgono gli individui in attivit
stimolate da azioni compiute da altri lontani, dando origine ad azioni di risposta
concertate.
Ci troviamo di fronte ad azioni di risposta concertata ogni volta che gli individui reagiscono
in maniera simile ad eventi mediali, anche senza essersi messi in contatto gli uni con gli
altri.
Questa azione di risposta pu essere definita concertata ma non coordinata. In realt,
nelle reazioni c sempre un qualche grado di coordinazione, stimolato dallelaborazione
discorsiva e dalla mediatizzazione estesa.
Possiamo distinguere queste azioni, da quelle indotte da particolari meccanismi simbolici
concepiti proprio per coordinare le reazioni dei riceventi.
I produttori di messaggio non sono in grado di controllare le risposte dei riceventi, e
neppure i destinatari sono in grado di controllare le risposte degli altri destinatari. E
possibile tuttavia che i produttori utilizzino una serie di meccanismi simbolici con il solo
obiettivo di suscitare reazioni simili in tutti i destinatari, i meccanismi per la
coordinazione intenzionale delle risposte dei riceventi.
Luso di questo tipo di meccanismi non genera sempre risposte coordinate. Pu guidarle,
ma non controllarle.
C una terza forma di azione di risposta concertata, quella che si organizza allinterno
del contesto di ricezione. Ci troviamo di fronte ad azioni collettive stimolate dalle
immagini e dalle informazioni trasmesse dai media. In molti casi le azioni collettive
traggono forza da molte fonti e fra queste un grosso contributo arriva dai mezzi di
comunicazione. Numerose azioni non sarebbero avvenute o non sarebbero avvenute con
la stessa forza o rapidit senza i mezzi di comunicazione: il caso della reazione pacifista
alla guerra in Vietnam, primo guerra combattuta dagli Stati Uniti di cui la televisione ha
rappresentato la principale fonte di informazione oppure il caso delle rigide disposizioni
di Bush ai giornalisti, per far s che della guerra del Golfo si sapesse poco. Un secondo
esempio di azione collettiva suscitata dai mezzi di comunicazione, riguarda sicuramente
gli eventi dellEuropa orientale nell89, e la caduta il 09 novembre del Muro di Berlino, sia
per le immagini sul benessere occidentale che venivano trasmesse dalle televisione.
Tutti questi esempi dimostrano come la televisione e i mezzi di comunicazione, in
generale, possano stimolare e dare forza a forme di azione collettiva che potere
consolidato non sempre riesce a controllare.
20

Inoltre, i mezzi di comunicazione elettronici moderni consentono di trasmettere le


informazioni su grandi distanze in tempi molto contratti ed possibile che i media
provochino azioni e reazioni in tempi talmente rapidi e oltre i confini nazionali, al punto da
sfuggire rapidamente al controllo.
Il fenomeno delle risposta concertata dimostra come i media non si limito a raccontare
quanto accade, ma stimolando la risposta influenza gli stessi eventi, cos di cui gli attori
stessi sono consapevoli. Sanno che, controllando il flusso delle immagini e delle
informazioni si controlla il flusso stesso degli eventi.
Inoltre i produttori di messaggi sono spesso riceventi, quindi si tratta di un contesto
piuttosto complesso, e il campo dei media diventa un campo in cui linterazione mediata,
linterazione faccia a faccia e la quasi interazione mediata si intrecciano in maniera
complessa.
Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha contribuito a creare un mondo in cui i campi di
interazione mediata possono diventare globali e la velocit dei cambiamenti sociali,
mutare in funzione della rapidit dei flussi di informazione.
La nascita e la molteplicit di canali di informazione ha cos contribuito ad accrescere la
complessit di un mondo gi espressamente complesso.
Capitolo IV
La trasformazione della visibilit
Prima dello sviluppo dei media era difficile entrare in contatto con i personaggi pubblici di
potere. Essi stessi entravano in contatto, per lo pi, soltanto con la propria corte, con un
numero, quindi, limitato di individui. Oggi invece, i media, mettono in contatto la sfera
pubblica con quella privata, pertanto lattivit degli uomini pubblici sottoposta ad una
visibilit di grandi dimensioni, precedentemente impensabili.
Questa trasformazione non altro che il frutto del cambiamento della sfera pubblica.
4.1.

Pubblico e privato

La distinzione fra pubblico e privato ha una lunga storia e trova origine probabilmente nella
suddivisione del diritto romano, fra pubblico e privato.
Ma se concentriamo la nostra attenzione sullo sviluppo delle societ occidentali a partire
dal tardo medioevo possiamo trovare due interpretazioni della dicotomia fra pubblico e
privato.
Cos, a partire dalla met del sedicesimo secolo, con pubblico si inizi ad intendere
linsieme delle attivit legate allo stato e con privato le attivit e le sfere della vita che ne
erano escluse e quindi indipendenti. Distinzione che corrisponde a quella che veniva data
nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, fra stato e societ civile, intesa nellaccezione
di Hegel come la sfera regolata dal diritto civile e separata dallo stato, dei cittadini, delle
imprese e delle relazioni economiche. Quindi la sfera privata comprende la societ civile e
le relazioni personali.
21

A partire dalla fine del diciannovesimo secolo il confine fra pubblico e privato, che non era
mai stato netto, diventato ancora incerto.
Nelle societ occidentali del diciannovesimo e ventesimo secolo si pu dire che lambito
del privato comprende le imprese economiche private che operano in economia di
mercato e le relazioni personali e familiari. Lambito pubblico composto da una serie di
istituzioni statali o parastatali.
Fra le due sfere ce n una terza che non appartiene propriamente n alla sfera pubblica
n a quella privata.
C una seconda interpretazione della dicotomia pubblico-privato.
Pubblico significa aperto, accessibile, visibile, privato significa segreto, riservato, non
visibile.
Dal punto di vista storico il rapporto fra governo e visibilit sempre stato molto
complesso.
Nella Grecia antica, per esempio, lesercizio del potere era abbastanza visibile, molto
meno nelle monarchie dellEuropa medievale, dove lesercizio del potere era riservato ad
una stretta cerchia di persone che si mostravano soltanto per evidenziare il peso delle loro
scelte e non per illustrarne le motivazioni.
Lo sviluppo dello stato costituzionale moderno ha fatto progressivamente diminuire
linvisibilit del potere.
La dottrina dellarcana imperii stata trasformata nel concetto di segreto di stato
necessario soltanto per fatti di estrema delicatezza.
La battaglie contro linvisibilit del potere non lo hanno, tuttavia, ancora reso del tutto
visibile.
4.2.

Il pubblico senza luogo: la nascita della pubblicit mediata

Prima dello sviluppo dei media, la notoriet degli individui e degli eventi era legata alla
condivisione di un luogo comune e un avvenimento diventava pubblico quando aveva
luogo di fronte ad una pluralit di individui, secondo quella che si pu definire pubblicit
tradizionale della compresenza.
La pubblicit tradizionale della compresenza sfruttava gli indizi simbolici che caratterizza
linterazione faccia a faccia e, inoltre, era una forma di pubblicit dialogica.
Lo sviluppo dei media ha creato forme di pubblicit ben diverse, per cui possibile
rendere pubblico un evento semplicemente registrandolo e trasmettendolo ad altri. Lo
sviluppo dei media ha dato origine a nuove forme di pubblicit mediata che hanno
cominciato ad integrarsi dapprima con la pubblicit tradizionale della compresenza, per,
poi, arrivare a sostituirla.

22

Linvenzione della stampa, nel quindicesimo e sedicesimo secolo, ha creato una nuova
forma di pubblicit che permetteva di rendere pubblici alcuni fenomeni agli individui che
non avevano assistito al loro accadere: questi individui costituivano una comunit senza
luogo: il pubblico dei lettori.
Naturalmente alcuni componenti del pubblico dei lettori interagivano in luoghi condivisi,
come Habermas ha ricordato parlando della nuova sfera pubblica borghese che si
incontrava nei caff.
La pubblicit creata dalla stampa non era indipendente dalla condivisione di un luogo, ma
anche dal tipo di scambio dialogico previsto dallinterazione faccia a faccia.
Pubblicit tradizionale della compresenza e pubblicit mediata, nella prima modernit, si
sono sovrapposte in maniera complessa: i giornali infatti venivano letti ad alta voce, perci
la pubblicit creata dalla stampa si separata lentamente dallinterazione discorsiva.
Nei contesti di compresenza, gli individui non solo condividono lo stesso luogo e vivono un
tipo di rapporto dialogico, ma possono anche vedersi. Con la parola stampata il rapporto
fra pubblicit e visibilit si trasformato, perch non c visibilit fra gli attori coinvolti.
Come la stampa, anche la televisione separa la pubblicit dalla condivisione di un luogo
comune e dalla comunicazione dialogica del rapporto faccia a faccia.
Con la televisione, tuttavia, la visibilit degli eventi ritorna ad assumere una straordinaria
importanza e sembra di riavvicinarsi alla pubblicit tradizionale della compresenza.
In realt ci sono molte differenze con questa:
la televisione non si rivolge a pochi, ma ad un vastissimo numero di individui;
la televisione offre un campo visivo prestabilito ben diverso da quello che possono
avere le persone che partecipano direttamente ad un evento pubblico;
la visibilit non reciproca come nei contesti di compresenza, ma unidirezionale: il
ricevente pu vedere il produttore e non viceversa.
La televisione si distingue quindi sia dalla pubblicit tradizionale della compresenza che
dalla pubblicit mediata della parola scritta.
Habermas, con la sua tesi sulla formazione di una sfera pubblica borghese, sostiene che
lavvento della carta stampata ha creato una situazione comunicativa che tuttaltra cosa
dello scambio dialogico che aveva luogo precedentemente nei circoli e nei caff.
Con lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione la notoriet e la pubblicit si sono
separate dallidea di condivisione dialogica di un luogo. La pubblicit ha perso il suo
ancoraggio allo spazio legandosi in maniera sempre pi forte alla visibilit garantita dai
media.
Un altro storico Foucault analizza, in Punire e sorvegliare il rapporto fra organizzazione del
potere e visibilit, in relazione alla sua trasformazione nel tempo.
Per Foucault, nel mondo antico lesercizio del potere era legato alla sua ostentazione
pubblica. Ma, a partire dal sedicesimo secolo, lostentazione del potere aveva lasciato
spazio a forme di disciplina e sorveglianza che lesercizio del potere fosse legato alla
23

possibilit di pochi di osservare quello che facevano in molti. E questo lesempio del
Panopticon, il carcere ideale progettato da Jeremy Bentham, per cui una torre centrale
avrebbe controllato le celle dei carcerati, poste in una struttura ad anello.
E innegabile che alcune istituzioni della societ moderna basino il loro potere sulla
sorveglianza, ma limportanza che Foucault le attribuisce pare eccessiva.
Anche perch nel rapporto fra visibilit e mezzi di comunicazione, la situazione invertita.
Mentre nel penitenziario di Bentham molti individui sono visibili a pochi, lo sviluppo dei
mezzi di comunicazione offre uno scenario per cui pochi sono visibili a molti. Grazie ai
media chi esercita il potere assoggettato ad un certo tipo di visibilit e non viceversa.
4.3.

Il controllo della visibilit

La trasformazione della natura della pubblicit, da quella tradizionale della compresenza a


quella mediata, ha trasformato le condizioni nelle quali il potere politico viene esercitato.
Governanti e leader hanno sempre curato la propria immagine e la rappresentazione di s,
ma lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ne ha trasformato le regole.
Prima dello sviluppo della stampa i momenti di visibilit pubblica dei governanti erano
limitati a poche situazioni caratterizzate dallinterazione faccia a faccia, il pi delle volte
con una corte ristretta. Tuttavia, nei casi in cui il pubblico fosse pi vasto veniva creata una
distanza fra sovrano e sudditi, affinch il suo potere fosse coperto da un manto di
sacralit.
Nelle societ antiche, tuttavia, gran parte della popolazione non vedeva mai il sovrano.
Con lo sviluppo della stampa le cose sono radicalmente cambiate: i detentori del potere
politico si sono dovuti occupare della rappresentazione di s rispetto ad un pubblico
fisicamente non presente.
Lo capirono bene Luigi XIV di Fancia, o Filippo IV di Spagna, che seppero utilizzare la
stampa per creare unimmagine accurata di s. Ma la stampa era un mezzo che fu
utilizzato anche da chi ai governanti era avverso e che usava questo mezzo per diffondere
unimmagine negativa dei governanti.
Nel corso del diciannovesimo e ventesimo secolo sono intervenute tre grandi differenze
rispetto a quella che era la diffusione dellimmagine dei governanti quando i mezzi erano
limitati alla carta stampata:
il numero di persone raggiunte dallimmagine trasmessa dai media pi vasto e
caratterizzato da una maggiore dispersione geografica;
la televisione ha reso importanza alla visibilit e quindi allimmagine intesa come
aspetto fisico;
la terza differenza ha a che fare con la trasformazione delle societ occidentali in
democrazie, per cui detiene il potere chi riesce a conquistare il maggior numero
di voti.

24

Per questo il controllo della visibilit attraverso i media molto importante per i leader
politici, sia durante la fase della campagna elettorale, sia durante le fasi di governo. I
leader politici seguono, in questo contesto, strategie diverse gli uni dagli altri.
I governi stessi devono stabilire che cosa rendere pubblico e in che modo. Lo avevano
ben chiaro i professionisti a cui Nixon e poi Reagan affidarono la propria immagine. Questi
cercavano di costruire unimmagine positiva del presidente, mantenendo il pi possibile
buoni rapporti con i media, tenendo il presidente lontano il pi possibile da contesti
complicati e dalla possibilit di fare gaffes e, allo stesso tempo, cercando di trasmettere il
pi possibile, attraverso la televisione, unimmagine positiva della sua persona.
4.4.

Il limite del controllo: gaffe, scandali e altre fonti di guai

La visibilit mediata unarma a doppio taglio: se da un lato consente di raggiungere con


la propria visibilit un vasto numero di persone, dallaltro presenta dei rischi imprevisti
legati alla maggiore apertura dellarena mediata e allimpossibilit di controllare
completamente i messaggi.
La visibilit mediata presenta quindi una fragilit che obbliga i leader politica a stare
sempre in guardia. Ci sono quattro situazioni che possono rappresentare delle fonti di
guai per i leader politici, le cui conseguenze possono sovrapporsi:
la gaffe e leccesso;
la partecipazione ad un programma dalleffetto negativo;
la fuga di notizie;
lo scandalo.
Le gaffe e gli eccessi rientrano fra le fonti di guai pi comuni.
Le gaffe sono comuni e sono sempre state fatte anche dai governanti. Ci che c di
nuovo che adesso le gaffe vengono riprese in diretta e trasmesse ad un vasto pubblico e
quindi possono avere conseguenze disastrose.
DIversamente dalle gaffe gli eccessi non sono molto comuni. Le prime accadono quando i
leader politici non dominano completamente la situazione. Gli eccessi, invece, quando i
leader non hanno un pieno controllo di se stessi.
Le gaffe non hanno sempre effetti disastrosi, perch molti leader riescono a contenerne gli
effetti, circondandosi di capaci collaboratori, come ha fatto Reagan.
Le ragioni per cui la partecipazione ad un programma pu rivelarsi negativa, legata al
fatto che il messaggio pu essere mal interpretato dal pubblico, con il quale non si ha un
rapporto di interazione faccia a faccia, con la conseguenza che non si ha la possibilit di
verificare il gradimento di quanto illustrato ed eventualmente, di raddrizzare il tiro.
La fuga di notizie e lo scandalo rappresentato entrambe un fallito tentativo di tenere
separate la ribalta e i retroscena. Le informazioni e le notizie vengono infatti,
inaspettatamente immesse in ambito pubblico e rese visibili ad un gran numero di
riceventi.
La fuga di notizie e lo scandalo sono generalmente accompagnate da azioni che cercano
di limitare i conseguenti danni.
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C una fuga di notizie ogni volta che notizie destinate a rimanere segrete vengono rese
pubbliche, da persone che, pur sapendo i rischi che corrono, decidono che importante
renderle pubbliche.
Talvolta le fughe di notizie provocano scandali, ma, in ogni caso, non ne sono la sola
fonte. Scoppiano scandali in tutte le sfere della vita, ma gli scandli pubblici sono spesso
legati allincapacit di gestire la visibilit attraverso i media.
Scoppia uno scandalo ogni volta che vengono rese note attivit segrete che potevano
essere svolte soltanto finch mantenute segrete. La segretezza e il fatto che essa sia
violata sono elementi essenziali dello scandalo. Inoltre, lo scandalo prevede che, in
segreto, siano state violate da chi lo ha compiuto, norme o aspettative.
In genere quando scoppia uno scandalo si mettono in atto tutte le azioni volte a limitare il
focolaio e i danni derivanti da tale scandalo.
Tutte queste fonti di guai dimostrano, come a prescindere dalla risorse investite, non sia
possibile controllare completamente la propria visibilit attraverso i media. Il motivo
legato alla grande proliferazione di mezzi che impedisce un controllo.
Lesercizio del potere politico ha luogo oggi in unarena aperta alla vista in misura sempre
maggiore. Dobbiamo ancora comprendere le conseguenze al lungo termine di questo
aspetto. Infatti se da un lato pu rendere pi trasparente le attivit di governo, da un lato
pu rendere fragili governi impegnati a tenere alto il controllo sulla visibilit, rischiando
peraltro aperto il terreno a situazioni demagogiche.
Inoltre, la visibilit mediata ha aperto le azioni dei governi ad una visibilit e ad un esame
globale, che consente ai riceventi di avere una visione piuttosto ampia di quanto accade
nel mondo intero e obbliga i governanti a muoversi tenendone di conto.
Capitolo V
La globalizzazione della comununicazione
Una delle pi importanti caratteristiche della comunicazione contemporanea la sua
diffusione su una scala che coinvolge lintero pianeta.
La riorganizzazione di spazio e tempo prodotta dai media un aspetto di un pi ampio
insieme di processi che ha trasformato il mondo moderno. Un insieme che viene
comunemente definito globalizzazione e che riguarda attivit a) le quali hanno luogo
allinterno di unarena planetaria; b) sono organizzate e pianificate su scala globale; c)
comportano un qualche grado di reciprocit e interdipendenza fra le attivit locali delle
diverse parti del mondo.
La globalizzazione un fenomeno recente, che per trova origine nello sviluppo dei
commerci del tardo medioevo e della prima modernit.
Per quanto le origini siano cos lontane, la globalizzazione si svilupp nel corso del
diciassettesimo, diciottesimo e diciannovesimo secolo con lo sviluppo delle colonia e

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dellindustria. Si importavano materie prime dalle colonie e si immettevano sul mercato i


prodotti dellindustria realizzati con tali materie prime.
Lorganizzazione delle attivit produttive e il potere economico hanno certamente
influenzato la globalizzazione, che per stata determinata da un intervento di tutti i
poteri: economico, politico, simbolico e coercitivo. Poteri che sono stati a loro volta
influenzati dalla globalizzazione stessa.
5.1.

Lemergere di reti di comunicazione globali

La pratica che consentiva di trasmettere i messaggi su larga scala non nuova, ma


soltanto il diciannovesimo secolo ha consentito lorganizzazione della comunicazione su
scala globale. Questo stato possibile grazie allo sviluppo di tecnologie che hanno
consentito di svincolare la trasmissione delle notizie dal loro trasporto fisico.
1) Il telegrafo stato il primo mezzo di comunicazione a sfruttare con successo i
vantaggi dellelettricit. I primi telegrafi furono realizzati intorno al 1830. Il linguaggio
che ebbe maggior successo fu quello di Morse, che stese la prima linea fra
Washington e Baltimora, nel 1843. Da quel momento lindustria telegrafica si
svilupp rapidamente, stimolata dalla domanda di ferrovie, stampa, e dei settori
commerciale e finanziario. Allinizio questa trasmissione riguardava territori limitati,
ma si misero presto a punto telegrafi sottomarini che permisero di allargarla. Nel
1865 furono completati i collegamenti fra India e Inghilterra. La maggioranza dei
cavi era stesa da compagnie private, spesso sostenuti dal governo. Londra era il
cuore di questa di rete di comunicazione e deteneva il 72% delle reti nel 1900. Le
prime reti erano utilizzate da imprese commerciali e finanziarie, sebbene vi fosse un
interesse anche politico e militare. Attraverso le reti sottomarine, il telegrafo
rappresentava quindi la prima rete globale, che negli anni intorno al 1870
permetteva di inviare un telegramma da Londra a Bombay in cinque ore.
2) Un ruolo importante nella creazione di una comunicazione globale stato svolto,
nel diciannovesimo secolo, dalla nascita delle prime agenzie di informazione
internazionale. La prima agenzia fu creata a Parigi, da Havas nel 1835. Questa
agenzia trasmetteva le notizie con carrozze e piccioni viaggiatori. Nel 1840
nacquero due rivali, la Reuter, di Londra, e la Wolff, di Berlino. Dopo un periodo di
competizione, nel 1869, con lAgency Alliance Treaty le agenzie suddivisero il
mondo in sfere di attivit esclusive, con campi di attivit che corrispondevano alle
sfere di influenza economica e politica delle principali potenze imperiali europee. Il
cartello ha dominato la raccolta e la diffusione delle notizie fino alla Prima Guerra
Mondiale, quando il cartello fu mandato in frantumi da due agenzie americane. La
Associated Press, nata nel 1848, e la United Press Association, nata nel 1907.
Dopo un iniziale accordo per cui si riservavano il territorio americano AP e UPA
estesero la loro attivit in tutto il mondo, arrivando a rompere il cartello delle tre
agenzie europee. Nel 1934 la Reuter firm un accordo sulla base del quale le
agenzie americane potevano esercitare la loro attivit in tutto il mondo. Nel 1940 la
Havas chiuse, sostituita dalla Agence France Press, AFP, e cos fu per la Wolff. La
quattro agenzie, AP, UPA, AFP e Reuter sono ancora le principali agenzie a livello
internazionale. Il dominio delle quattro agenzie ha indotto diversi settori
dellopinione pubblica a richiedere una nuova organizzazione della diffusione delle
informazioni. Negli anni 70-80 lUnesco ha dibattuto a lungo il Nwico (New World
Information e Communication Order) che era volto a stabilire un equilibrio
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internazionale del flusso e del contenuto delle notizie. Il progetto ha fallito, perch
nel 1984 e 85 Usa e GB si sono ritirati dallUnesco. Tuttavia il nwico ha posto al
centro del dibattito internazionale la consapevolezze dei problemi legati al dominio
delle informazioni da parte delle quattro agenzie e pi in particolare alle
disuguaglianze associate alla globalizzazione dellinformazione.
3) Il terzo elemento che ha giocato un ruolo determinante nella globalizzazione della
comunicazione legato alluso delle onde elettromagnetiche che ha permesso la
trasmissione delle informazioni su lunghe distanze senza la necessit di stendere
cavi. Ciascuno Stato ha sviluppato la propria cornice legislativa per la concessione
delle frequenze, allinizio riservandosi soltanto alcune frequenze per scopi militari,
poi visti gli sviluppi di carattere commerciale, intervenendo anche sulle concessioni
di carattere privato. Questa regolamentazione era legata alla scarsit delletere, ma
anche allimportanza del ruolo delle televisioni. Sul piano internazionale creare una
legislazione stato pi completato, e la chiave stata lInternationl Telegraph
Union, poi International Telecommunications Union, istituita nel 1865. Fin dallinizio
si preoccup della concessione delle bande elettromagnetiche. Al crescere delle
richieste ha suddiviso il mondo in tre regioni: Europa e Africa, America, Cina e Sud
Pacifico, dopo aver riservato alcune bande a determinati servizi. Adesso ci sono
pressioni anche da altri Paesi. Lo sviluppo di tecnologie capaci di trasmettere
messaggi attraverso onde elettromagnetiche ha segnato, insieme alla nascita di
organizzazioni internazionali interessate al controllo delletere, un passo avanti
decisivo nella globalizzazione della comunicazione. Tuttavia fino alla prima met del
1900 la maggior parte delle trasmissioni via etere rimasta limitata ad alcuni paesi
e si dovuto attendere gli anni 60 e il lancio dei primi satelliti perch questa forma
di comunicazione diventasse veramente globale.
5.2.

Lemergere di reti di comunicazione globali

Sebbene la globalizzazione della comunicazione trovi le sue origini nella seconda met
dellOttocento, questo un processo che si veramente sviluppato nel corso del
ventesimo secolo. E un processo che ha riguardato pi dimensioni ma che stato
caratterizzato soprattutto per il fatto che stato un processo molto squilibrato, del quale si
sono avvantaggiati in pochi, spesso a danno di molti.
a) A guidare il processo di globalizzazione della comunicazione sono stati i
conglomerati della comunicazione, gruppi editoriali che a partire
dallottocento, grazie alla disponibilit di risorse economiche e finanziarie
sono riusciti ad assumere un ruolo importante a livello sempre pi
internazionale nel settore della comunicazione, anche attraverso fusioni e
cartelli. I pi importanti sono la Time Warner, la News Corporation di
Murdoch, il gruppo Bertelsman tedesco. Questi gruppi hanno concentrato
cos, nelle loro mani il potere economico e simbolico. Questi gruppi hanno
sede negli Stati Uniti, nellEuropa Occidentale, in Austrialia, in Giappone. Mai
nel Terzo Mondo che rappresenta, comunque, un importante mercato dei
loro servizi.
b) Un ruolo rilevante nel processo di globalizzazione della comunicazione
stato svolto dallo sviluppo tecnologie. Tre sono le innovazioni che hanno
avuto maggiore rilevanze: la creazione di cavi sempre pi sofisticati e
potenti, lo sviluppo dei satelliti; la digitalizzazione che ha consentito la
convergenza di comunicazione e informazione. Per quanto riguarda i satelliti,
28

questi sono stati sviluppati intorno al 1970 e fin dallinizio hanno assunto un
ruolo importante nelle telecomunicazioni. Negli ultimi anni si sono utilizzati
sempre di pi nel settore radiotelevisivo, grazie alla possibilit di
trasmissione in diretta (Dbs). Il cono dombra dei satelliti non corrisponde a
confini nazionali e quindi i satelliti sono per loro natura strumenti
sopranazionali. Lo sviluppo dei satelliti e di altre tecnologie, quali i
videoregistratori ha consentito di estendere il mercato internazionale dei
prodotti mediali.
c) una conseguenza della globalizzazione che i prodotti mediali non vengono
pi prodotti soltanto per i mercati interni ma sono rivolti allarena globale.
Anche in questo caso, evidente unasimmetria: gli Stati Uniti sono il paese
che pi esporta. Anche Francia e in Inghilterra, ma questi sono anche grandi
importatori. Questa asimmetria motivata da ragioni sia storiche che
economiche. Per quanto riguarda le notizie, questa riflette la storia della
agenzie di stampa internazionali sorte a New York, Londra e Parigi. Per
quanto riguarda la produzione cinematografica il potere economico di
Holliwood ancora incontrastato. Certamente importare prodotti mediali
dallAmerica un modo per riempire i palinsesti a basso costo. Dobbiamo
capire come reagiranno i mercati ai pi recenti sviluppi tecnologici.
d) oltre ai contenuti un altro aspetto da tenere in considerazione lo squilibrio
delle possibilit di accesso ai materiali diffusi dalle reti globali, anche
questa molto squilibrata, sia fra i paesi, che allinterno delle classi sociali di
certi Paesi.
E non tutto perch oltre ad analizzare i modelli di accesso ai contenuti, andrebbe
analizzato anche come i materiali simbolici accessibili grazie alla globalizzazione della
comunicazione siano interpretati dagli individui a livello internazionale e in che modo essi
se ne approprino.
5.3.

La teoria dellimperialismo culturale: un riesame

Nel 1969 Herbert Schiller ha sviluppato una tesi, relativa al processo di globalizzazione e
alle sue conseguenze: la tesi dellimperialismo culturale, una tesi che anche stata molto
contestata. Schiller sostiene che il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale
stato caratterizzato dal crescente dominio degli Stati Uniti. Dominio legato alla forza
economica derivante dalle attivit delle imprese transnazionali di origine americana e il
know-how nel campo delle comunicazioni, che avrebbe permesso alle organizzazioni
commerciali e militari di assumere un ruolo di guida e controllo nei nuovi sistemi di
comunicazione elettronica. A questo si sarebbe aggiunta la domanda di produzione
mediale dei Paesi del Terzo Mondo e la loro mancanza di risorse economiche e finanziarie
che ha reso pi allettante utilizzare il modello americano che ha provocato, cos,
uninvasione elettronica che minaccerebbe di distruggere le tradizioni locali, a causa dei
valori consumistici di cui sarebbero intrisi questi programmi.
Nonostante i molti meriti, questa analisi ha anche molti limiti. La prima che Schiller,
partendo dal fatto che gli Stati Uniti erano certamente la potenza economica pi forte del
dopoguerra, ritiene che essa detenesse il dominio anche del potere politico, militare e
simbolico e sottovaluta il significato di altre credenze, capaci di mobilitare le persone,
come ad esempio, il comunismo.

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Inoltre, anche dal punto di vista economico, questa tesi poteva essere valida
nellimmediato dopoguerra. Nellultimo decennio, anche la posizione economica degli Stati
Uniti stata erosa da altre potenze: lEuropa, il Giappone, il Sud Est Asiatico. E anche
altre forme di potere sono cambiate. Per esempio sono emerse nuove forme di potere
simbolico legate, per esempio, alla religione. Basti pensare allIslam.
Anche la posizione di egemonia conquistata nella produzione di strumenti elettronici si
spostata. E per quanto Holliwood resti il primo centro di produzione cinematografica
internazionale, le imprese non sono pi di propriet esclusivamente americana.
Schiller stesso, riflettendo sul suo lavoro venticinque anni dopo, ha concordato che
troppo rigido. Gli Stati Uniti, secondo lui non hanno pi il dominio economico, ma soltanto
quello culturale, che secondo Schiller rimasto. Quello che lui chiama dominio culturale
di aziende transnazionali.
Invece altri sostengono che non permane pi nemmeno un dominio culturale dellAmerica.
Schiller sostiene inoltre che i Paesi del Terzo Mondo prima dellinvasione elettronica degli
Stati Uniti mantenessero intatte le loro tradizioni e trascura il fatto che linvasione
elettronica forse soltanto lultima.
Il terzo problema della tesi di Schiller che non tiene conto del processo di ermeneutica
che i riceventi applicano alla ricezione di un messaggio e da per scontato che il messaggio
consumistico americano venga assimilato cos com. Nel far questo sottovaluta, per
esempio, i risultati di una ricerca condotta su Dallas, che ha dimostrato come i valori
simbolici della soap fossero acquisiti in maniera diversa nei diversi Paesi. Schiller fa
propria la testi della fallacia dellinteriorizzazione che non tiene presente dei processi
di appropriazione dei messagi dei singoli gruppi.
La tesi di Schiller sullimperialismo culturale insoddisfacente perch superata,
empiricamente dubbia e basata su una concezione dei fenomeni culturali.
Ci nonostante la tesi di Schiller rappresenta un tentativo interessante di riflettere sulla
globalizzazione e sui suoi effetti.
5.4.

Diffusione globale e appropriazione locale: verso una teoria della


globalizzazione dei media.

Per comprendere la globalizzazione della comunicazione e delle sue conseguenze, si


deve tenere conto dei mutevoli modi in cui potere economico, simbolico, politico e
coercitivo si sono sovrapposti luno con laltro.
Inotre, nellanalizzare la globalizzazione e le sue conseguenze, si deve tenere conto, da
un lato della diffusione globale dei contenuti di tale comunicazione e dallaltro,
dellappropriazione locale degli stessi.
La globalizzazione non ha cancellato il carattere locale dellappropriazione dei messaggi e
nemmeno il processo ermeneutica che ne deriva.
Sul processo di appropriazione locale anche di messaggi globali possiamo portare
lattenzione su tre temi:

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1) il primo che il significato che gli individui attribuiscono ai messaggi strettamente


legato al processo locale di appropriazione. E, tanto pi i materiali simbolici
circolano su scala globale, tanto pi il processo di appropriazione locale.
2) la possibilit di accedere a contenuti simbolici globali, permette di prendere una
distanza simbolica dai contesti spazio-temporali della vita quotidiana, in quanto
questi messaggi sono una risorsa immaginaria per comprendere quello che
succede altrove;
3) lappropriazione localizzata di contenuti globali pu essere fonte di conflitti, proprio
per la possibilit che offre di venire a conoscenza di quello che accade altrove, se
non altro per il dubbio che innesca.
Fine.

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