La metropoli è caratterizzata da un mutamento: dal momento che gli individui hanno a che fare con
altri soggetti, non si relazionano soltanto attraverso il canale uditivo, ma anche attraverso il canale
visivo (come nel caso dei contatti con estranei nei mezzi di trasporto pubblici).
Amore e comunicazione
Il terreno sul quale si rende evidente la natura disseminativa dell’amore è l’atteggiamento della
flirtation, con la simultaneità dell’attrarre e del respingere che comporta. La pratica del flirtare
contempla l’insieme delle disposizioni psichiche e dei tratti comportamentali che qualificano il
corteggiamento, i cui protagonisti si mantengono sospesi tra il darsi e il non darsi, tra l’abbandonarsi
alla passione e il ritegno del pudore. Simmel si interessa al gioco della flirtation in quanto espressione
tipica della fenomenologia della vita metropolitana. Come gli individui che abitano nella metropoli
hanno bisogno di crearsi una forma di barriera rispetto alle sollecitazioni esterne, allo stesso modo
uomini e donne della civiltà metropolitana si trovano ad avere molti più contatti, e si trovano
continuamente a far fronte a situazioni seduttive e ad attrazioni fatali. L’amore, per Simmel, è il regno
incondizionato e sovrano dell’autonomia. L’identità di chi ama prende forma nel momento in cui ama,
e il soggetto destinatario dell’amore non si trova ad essere amato in virtù delle sue personali qualità,
ma viene investito di una nuova identità nel momento in cui è amato. Chi ama pone se stesso e colui
che ama come totalità in divenire. L’amore dissemina, cioè sparge semi. Emblematica è la distinzione
di Simmel tra amore come più-vita, ossia come espressione di un impulso naturale alla perpetuazione
biologica, e amore come più che vita, ossia l’esperienza che trascende ogni fine naturale e dissemina il
sentire e l’agire umano su orizzonti incondizionati. Quando è più-vita, l’amore è al servizio della
sopravvivenza della specie. Ciò che attira individui di sesso diverso è la volontà di vivere nell’intera
specie, che pur di autoriprodursi piega ai suoi fini la volontà degli individui. L’amore può essere la
fortezza dove ci si difende dalla soggettività individuale, che cerca di anteporre i propri diritti alle
necessità della specie: è in questo senso che l’amore diventa più che vita.
mette in condizione di padroneggiare il senso e il fine del proprio agire nel mondo. La dilatazione dei
mercati ha provocato una crisi di controllo tra produttori e consumatori di merci: gli industriali
producevano beni di consumo destinati a mercati senza conoscere e senza avere contatti con i
consumatori; l’intero processo era regolato dai distributori. Poi, con il lancio di campagne
pubblicitarie, l’azienda produttrice cominciò a recuperare il contatto diretto con i propri consumatori
scavalcando la mediazione dei distributori. La pubblicità ha cominciato ad avvalersi di un linguaggio
estetico, emotivo e immaginario, tutto il contrario di una forma di comunicazione razionale: si tratta di
una forma di controllo razionale realizzata attraverso il reincanto della società dell’immagine.
L’altro nel Sé
Non c’è un io che fa esperienze del mondo esterno, l’io consiste nell’insieme delle esperienze che fa e
delle persone che incontra. Per Mead ogni significato si forma attraverso l’azione combinata di 2
fattori: da una parte le esperienze sensoriali che ogni soggetto riceve dalle stimolazioni derivanti dai
gesti altrui; dall’altra le immagini che il soggetto si fa delle risposte con cui gli altri reagiscono alle sue
azioni. Per dimostrare la formazione della coscienza soggettiva facciamo riferimento al concetto di
“strano anello” tematizzato da Hofstadter. Lo strano anello si arricchisce e si sviluppa di contenuti di
crescente complessità simbolica nella misura in cui incorpora riflessivamente anche le immagini degli
strani anelli che percepisce intorno a sé, ovvero delle coscienze altrui: la coscienza di ogni soggetto si
distribuisce anche presso gli altri soggetti che ne hanno avuto esperienza e in cui ha lasciato impronte
significative. Per Mead, l’individuo si forma assumendo sotto forma di Me l’immagine che l’insieme
degli altri gli rimanda di se stesso. In questa fase l’Io coincide con il Me, ovvero con l’immagine del
Sé. Solo quando riesce a smarcarsi dal Me, l’Io si costituisce come una singolarità dotata di
autonomia: l’Io emerge come capacità di dire no e di affermarsi come differenza rispetto al Me.
Il diabolico digitale
La vita globale e la vita online ci sollecitano a confrontarci con un addensarsi di eventi, flussi culturali
e forme di vita così vasti, disorientanti da sfuggirci di mano. Come spiega McLuhan, i media sono
concepibili come metafore delle mani, capaci di estendere e trasferire la portata dell’uomo oltre la loro
presa. Come le mani, anche i media afferrano e lasciano la realtà. Grazie alla facoltà di lasciare e
riafferrare il mondo, le mani hanno istituito l’orizzonte del simbolico, ovvero di ciò che è suscettibile
Scaricato da Danila Mancino (danilamancino@hotmail.com)
lOMoARcPSD|4135149
di essere tenuto insieme, nella duplice accezione di essere compreso e fatto oggetto di condivisione
umana. Il disagio che sperimentiamo di fronte alla globalizzazione e alla digitalizzazione della vita,
può essere descritto come l’effetto di una sorta di sindrome del mondo che ci sfugge di mano.
Se il mondo è opera di Dio, il mondo globalizzato è opera del diavolo.
La sola tentazione contro cui è necessario resistere è quella di tornare a mettere le mani sulla
globalizzazione e sulla vita online vanificando l’occasione storica che con essa ci viene data per
transitare oltre l’umano.
La tattica è quell’azione che determina l’assenza di un luogo proprio. La strategia è appropriarsi di uno
spazio proprio. In questo scenario, dove c’è l’esigenza di socializzare il potere e di potenziare la
società e il quotidiano, si sviluppa una forma di comunicazione “ventriloquia”, capace di mimetizzarsi
nei discorsi altrui (attraverso le tattiche) e che attinge la sua materia direttamente dalle sostanze più
profonde del corpo (dal e con il ventre). Il fatto che le tattiche abbiano un carattere trasgressivo, non
vuol dire che non siano legate a delle regole: il consumatore di televisione, per esempio, fruisce i
contenuti in modo attivo, ma è una figura diversa dal produttore; egli inventa, solo attraverso i testi,
cose diverse dalla loro intuizione iniziale. L’individuo però, attraverso la sua mediazione tra testo e
contesto di vita, non riusciva a produrre creazioni proprie.
sociale nasca dalla naturale produzione di una differenza tra sistema e ambiente esterno.
Si definiscono, quindi, mezzi di comunicazione tutti quei mezzi che trasformano l’improbabile in
probabile. L’unità di misura dell’indefinibilità è la complessità. La complessità è l’informazione che
manca al sistema, ma è propria del mondo digitale che ci rende partecipi di una virtualità reale; è un
eccesso di informazioni rispetto alle capacità del singolo.
Il nostro secolo, si sta caratterizzando per la presenza 3 sistemi astratti dominanti:
1. MST (Macro Sistema Tecnico) stabilisce i criteri di selezione e integrazione dell’innovazione
prodotta, e risponde alla necessità di includere una pluralità di piani e di rendere compatibili codici e
tecnologie differenti;
2. SIF (Sistema Istituzionali Funzionalizzate) garantisce la disponibilità di codici astratti che
permettono di realizzare scambi al di là della diversità culturale, etnica, religiosa;
3. SED (Spazio Estetico Deterritorializzato) l’insieme delle risorse simboliche diffuse e riprodotte
attraverso il sistema della comunicazione mediale, che assicura la spazializzazione plurima dei segni
e dei simboli.
Il pensiero fondamentale di Luhmann è: la costante consapevolezza che, accanto al mondo concreto
della realtà sociale, vi è il mondo invisibile e immaginario del possibile.
La realtà non ha come suo opposto il mondo dell’irrealtà, dell’illusione, dell’inganno, ma è
contrapposta ad una realtà diversa, non attuale, ma possibile, con la quale intrattiene un continuo
scambio attraverso la creazione e il mutamento dei processi di selezione.