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Riassunto tecnomagia

Scienze della Formazione Primaria (Università degli Studi Mediterranea di Reggio


Calabria)

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TECNOMAGIA

SUSCA è un sociologo dell'immaginario-> prodotto multimediale in cui c'è dentro molta della nostra cultura
attuale. Alcune immagini condivise su determinate tematiche: simboli, icone e immagini che ci servono a
rappresentarci la realtà (oggi). E’ un mediologo cioè studia i media. La parola tecnomagia fa riferimento a 3
termini: tecnologia=composta da tecnica e logos ovvero, un discorso sulla tecnica, tecnica e
magia=rappresenta la parola tecnomagia e può riferirsi alla parola immagine. Abbiamo il passaggio da
tecnologia a tecnomagia, quindi dall'uomo post-autonomo dell'illuminismo all'uomo contemporaneo. Lei
immagini veicolano il nostro modo di vedere il mondo da qui nasce l'immaginario. Il termine introdotto da
Susca fa riferimento a due dimensioni:

-le forme di spettacolarizzazione della realtà;

-aspetto religioso composto da riti e cerimonie.

In passato vi era la credenza che la morte fosse dovuta a delle stregonerie qui entra in gioco la religione.
Importante in tale contesto e il totem->fiducia nell'uomo in qualcosa che lo può collegare con la dimensione
dell'aldilà. Oggi sono i media, il cellulare è un totem. Si assiste al passaggio da un paradigma rinascimentale
in cui al centro c'era la ragione ad un techno magico in cui manca la ricerca dell'autonomia ma c'è il
desiderio dell'uomo di stare in comunità, di sentirsi parte integrante dell'apparato tecnologico. Come
facciamo ad essere attratti dalla magia della tecnologia? Con la pandemia siamo stati uniti solo grazie alla
tecnologia, in questo contesto noi tendiamo a replicare il linguaggio dei mass media: spettacolarizzare la
nostra vita.

Tecnocrazia e mutazioni

Il libro spiega la logica della dipendenza oltre l'autonomia del Rinascimento, fondata
sull'autodeterminazione dell'individuo autonomo e razionale; legami senza fili che non possiamo e non
vogliamo più distruggere. I piaceri, sorrisi e le vibrazioni strappate da un contesto tanto tetro segnalano la
presenza e vitalità nel cuore della tragedia di persone e gruppi che in una sorta di tecnocrazia riescono a
danzare in estasi tra le catene, provando piacere e libertà anche nelle prigioni dell'intrattenimento come
Netflix, fortnite, onlyfans ecc… esempio durante la pandemia. Con il post-umanesimo si va oltre l'utopia
verso la distopia, ovvero si va oltre la dimensione umana e si connette con la dimensione tecnologica. Siamo
dipendenti dagli altri e ciò si differenzia da quello che era il pensiero di Baumann. Alla luce di un discorso
ottimistico in questa nuova situazione ci sono occasioni per creare di nuovo delle relazioni forti e durature
attraverso i media. Il nuovo rapporto che abbiamo con le tecnologie va a creare immagini techno magici ,
insorgono pratiche e immaginari tecnologici che nel mentre decentrano l'essere umano rispetto agli oggetti
e alle macchine, alle reti, alla biosfera, e stanno prefigurando la nuova carne a venire= carne elettronica,
forma elementare del post- umanesimo. Descrive il passaggio del corpo umano dalla fisicità all'elettricità si
va oltre la concezione tradizionale del corpo umano. Più che strumento utile alla soluzione razionale dei
problemi che affliggono l'umanità e l'ecosistema in cui vive la tecnica sembra essere diventata il mondo che
abitiamo fine a sé stesso, dove le cose, gli algoritmi, le macchine e i sistemi informatici per meano e
dominano i nostri corpi fino a renderli una parte integrante del regno delle merci, degli spettacoli e
dell'informazione. In questi tempi segnati da inedite forme di sorveglianza e da paure, tra gli interstizi del
quotidiano nella sua forma digitale l'umanità sembra danzare in estesi tra le catene, cercando il piacere e la
libertà sui social e sulle piattaforme dell'intrattenimento, un'umanità divenuta l'oggetto più che il soggetto
di una metamorfosi; ove la tecnologia smette di essere il dispositivo del logos nel senso filosofico della
ragione o del pensiero divenendo tecnomagia sistema di nuovi e vecchi totem, riti e miti attorno ai quali il
soggetto si perde e si confonde. Pare di trovarsi di fronte ha una sorta di danza macabra contemporanea in
cui, sostiene l'autore l'essere umano pare sempre più posseduto e agito dagli oggetti divenendo l'oggetto e
non il soggetto di una trasformazione che opera ben al di là delle sue qualità razionali, biologiche e sociale.
L'essere umano si fa cosa, informazione, spettacolo, merce, opera d'arte e artista; spogliandosi della propria

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identità per dissolversi nelle l'alterità e ritrovarsi come sotto l'effetto di sostanze psicotrope, altro da se.
Nell'analizzare le trasformazioni culturali, sociali e antropologiche che segnano la contemporaneità, Susca si
concentra sull'immaginario, sulle forme di comunione, comunità e comunicrazia che sfruttano nuove forme
di esistenza e di relazione.

Lo scenario

Lo scenario del libro consiste in una socialità digitale come esperienza mistica e sacra che trasfigura la vita
ordinaria attraverso il dominio del profano. Vige la cultura della connessione verso un paradigma
tecnologico. I media diventano i nuovi totem dell'essere insieme, simulacri della nostra fede in qualcosa. Il
pubblico è soggetto e oggetto, insieme di un processo di estetizzazione e sacralizzazione. La fede non è più
orientata verso il futuro ma diventa esperienza radicata nel qui e ora (dimensione temporale del presente)
della vita quotidiana e della realtà virtuale (intrisa nella dimensione onrica e fantastica). Nell'illuminismo
domina la ragione, l'uomo è al centro e diventa autonomo grazie all'uso della ragione della tecnica. Invece
oggi si passa tutto ciò che ha un effetto scioccante, sorprendente, che dà piacere; in questo senso si parla di
estasi sensazione forte a livello emotivo. Al centro non vi è più il cervello ma il cuore e le nuove tecnologie
che hanno favorito questa situazione. Le tecnologie ci hanno fatto diventare protagonista di questo
spettacolo, rendendoci però anche succubi e dipendenti dalle relazioni che creamo negli ambienti digitali.
Attraverso la tecnocrazia diventiamo protagonista e produttori di uno spettacolo e ci viene dato il dono
dell'ubiquità, con gli smartphone possiamo essere ovunque, rimanendo a casa nostra. Siamo in una
dimensione pos-tumana poiché i media entrano a far parte del nostro corpo e senza di essi ci sentiamo in
deficit, il cellulare è un prolungamento della nostra mano per questo si parla di carne elettronica.

La potenza dell'immaginario

Il potere politico sostiene Susca, ha saputo elaborare strategie per accordare e rendere funzionale la
razionalità del proprio dominio a equilibrate adeguate dosi di non-razionalità, di passioni e piaceri al fine di
canalizzare, in modo innocuo la catena dei bisogni sociali, improntati sul disimpegno-> facendoli scorrere
attraverso le porte istituzionali senza che essi potessero rivelare l’istinto distruttivo insito nel proprio Eros.
Le logiche del consumo e dello spettacolo assicurano e coordinano gli impulsi festivi e distruttivi della
massa, l'eterno intreccio tra distrazioni e distruzione nell'ambito dell'ordine produttivo, non più attraverso
la retorica del progresso la qualità delle strutture razional- legali e le ragioni delle ideologie storiche ma a
cominciare dalla seduzione della merce e degli show del godimento procurato tramite loro contemplazione
dapprima e dissipazione in seguito. Il disallineamento sempre più evidente tra elite e corpo sociale secondo
lo studioso è da ricercare nell’obsolescenza del mito del lavoro e del progresso, appannaggio di nuovo
adesioni magiche con tanto di riti iniziativi, totem ed estasi nei confronti della terra madre, della rete in
tutte le sue declinazioni, del sistema degli oggetti di tutto ciò che rinvia al corpo al quotidiano. Sorgono
delle utopie sociali delle grandi verità universali e della morale istituita, altrettante etiche ed estetiche che
oscillanti tra il mainstream e l'underground, forgiano strati di socialità improntate su affinità connettive al di
là del tempo, spazio e appartenenze culturali classiche: fan, gamer, influencer, tiktoker… tali figure
sostanziano nuove mitologie solo in parte riconducibili ai criteri e logiche delle narrazioni su cui si reggono
le società contemporanee. Quest'ultimi appaiono svuotate di legittimità, incapacità di saldarsi al corpo
sociale e nutrire ancora in modo fecondo l'immaginario collettivo. Molto importante è la demagogia
comunicativa su cui sono costruite queste figure che oscillano tra il carnevalesco e il trash, contribuiscono a
dissacrare le strutture simboliche del potere moderno. Il passo cruciale è stato compiuto ben prima
dell'avvento del tele-populismo dalla società dello spettacolo a liberare i sogni, affetti, passioni in grado di
attaccare il cuore del potere burocratico.

Excursus sugli eccessi

L'uso dei media è un'arma a doppio taglio. La relazione che si crea in rete è un nuovo tipo di relazione ma
essendo protagonista dello spettacolo mediatico mettiamo a nudo i nostri dati sensibili e siamo sorvegliati

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in ogni momento. La sociologia usa la mitanalisi-> analisi attraverso il mito. Susca nel libro fa riferimento a
tre divinità:

-Prometeo-> rappresenta la morale, il mito del progresso, la tecnologia, la ragione astratta e il futuro. La
dimensione temporale è quella del futuro che esprime fede nella tecnica perché avvenga quel progresso
che rende il futuro migliore per la società. Sappiamo che egli aveva rubato il fuoco per portarlo alla società
in modo che essa potesse farne uso. Oggi avviene la mitizzazione di personaggi quali Zuckerberg e Jobs che
incarnano l'immagine del progresso, quindi l'archetipo di prometeo.

-Dioniso-> ha una dimensione temporale proiettata nel presente, nel provare piacere in questo momento:
eccessi, etica del tempo libero, disordine creativo, ozio, ricerca del piacere, orgia. Il mito di Dioniso è quello
più operante nel mondo contemporaneo, in particolare nella pandemia attraverso la ricerca di una felicità
istantanea, ma sempre con intento economico di essere i protagonisti dello spettacolo. Il mito è collegato al
vino, ubriacarsi, divertirsi ecc… Ad esempio su twitch il gamer diventa protagonista, a guadagnarci non è lui
ma il sito web. Il gioco si è fatto mondo vero ma non è più un gioco infatti consiste nel veder giocare gli altri
nel mentre si chiacchiera, si scambiano e si tendono legami. Sulla rete nascono comunità fatte da persone
che condividono il loro disinteresse verso tutto ciò che già è istituzionalizzato e si creano una loro verità per
esempio i terrapiattisti.

-Orfeo-> rappresenta la dimensione del futuro, il sogno, la morte ciò che non possiamo controllare e che
non conosciamo qualcosa che temiamo ma che suscita anche la nostra curiosità.

Secondo Maffesoli l'eccesso-> è rivelatore di uno stato latente dello spirito che vede nella rivolta
parossistica l'unica alternativa a un'esistenza asettica (morte teatralizzata dove la certezza di non morire si è
trasformata nella certezza di morire di noia). Ogni eccesso corrisponde ad un focolaio collettivo causa ed
effetto di riti, in uno scenario dove non contano più le categorie classiche della storia, politica o religione ma
le mitologie pulsanti nel hic et nunc attuale alle passioni, stile ed emozioni comuni. Bataille dice: la parte
maledetta del corpo sociale è ciò che dipende dal sensibile, dall’emozionale e dell'immaginario, non è
proiettata sulla produzione; dunque, ciò che è legato alle emozioni senza freno è la parte emozionale.
Analizzando un episodio di “The Black Mirror”, Susca vede l'aspetto negativo del metterci in mostra
attraverso i media rispetto al controllo dell'occulto. Il sistema controlla anche la vita quotidiana
regolamentando i momenti di lavoro e tempo libero che è confermano la presenza di questo controllo, una
danza tra le catene. I media sono soltanto degli oggetti che ci danno l'illusione di vivere mentre potremmo
assistere alla vita reale vivendola pienamente, ma la fama non ha prezzo. Da tale episodio 15 milioni di
celebrità vengono evidenziati vari aspetti:

-troviamo persone che non devono fare altro che pedalare le bici per aumentare produttività, in questo
modo guadagnano i soldi, che possono essere spesi per mangiare;

-il vestiario: tutti sono vestiti in maniera uguale tranne l'avatar (con gioielli, abiti..);

-non possono rifiutare quello che vedono devo pagare per non vedere;

-viene spettacolarizzato il corpo;

-tutti dicono di voler diventare come Selaman, quindi come dice Susca qualcosa da seguire.

Tutte le puntate sono negative, le uniche in cui si vede una possibile via d'uscita sono quelle il cui tema
centrale è l'amore che trionfa e sconfigge l'illusionismo tecnologico.

L'atmosfera festiva

L'immaginario del consumo e dello spettacolo è attraversato da tensioni e scambi simbolici tra la morale
istituita e l'etica del quotidiano, ovvero le élite e il corpo sociale. L'arcipelago del web è caratterizzato dalla

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presenza di multiple aree semantiche ognuna retta da patti, affetti, valori; perciò, risulta ormai da tempo
forzato ripristinare categorie binarie come il mainstream. Ciò che proviene dalle élite tende ad essere
oggetto di sospetto nell'atmosfera contemporanea, mentre sono investiti di attenzioni tutti gli immaginari
periferici, subalterni e minoritari. Questo cambio segnala la saturazione dei valori che hanno un lungo
plasmato la nostra cultura e il lampeggiare di iconologie, passioni e sentimenti finora trascurati. Il
disvelamento dei saperi locali è il primo passo per rivestire di senso forme estetiche e comunicative. Ciò che
emerge è il passaggio dalla politica di spettacolo alla politicizzazione dello spettacolo, laddove i media non
sono una cassa di risonanza dei poteri tradizionali ma la forma di potere per eccellenza del nostro tempo. La
teatralizzazione dell'esistenza e la spettacolarizzazione della vita ordinaria rappresentino i segnali di una
turbolenza che investe il corpo sociale conferendogli uno stato di effervescenza. Ci sono persone che
resistono alle seduzioni del marketing e ne derivano i vagabondaggi (i trip, gli oltraggi alla morale pubblica).
La festa è organizzata dall'alto, il corpo sociale riserva sempre sorprese, eccessive scene, violenza inutile.
L'obiettivo è rafforzare il senso di comunità, garantire distruzione-distrazione. La festa distrugge ogni regola,
affronta l'uomo in universo senza cultura, senza norme. Le fasi in cui irrompono tali manifestazioni sono
scandite da cambiamenti. La tecnomagia ordita da youtuber e influencer, fashion blogger, Netflix… aliena,
costringe e vampirizza ma al contempo assembla i corpi, risveglia passione arcaiche. Tuttavia, lo scambio
simbolico ed emotivo che ha luogo nel campo della comunicazione, nei consumi, vetrine, innesca una serie
sterminata di figure sociali che non si accontentano di ciò che è offerto loro perché bramano di essere in
scena. Infatti, l'influencer è una persona digitale che crede di agire per sé ma in realtà è al servizio dei suoi
follower-> esempio Chiara Ferragni che promuove prodotti e servizi. La tecnomagia dello storytelling->
azzera l'intervallo tra la scena mediatica il quotidiano dell'influencer, fabbricando manichini viventi e
interattivi.

Estasi e alterazioni

Le immagini con l'avvento della società dello spettacolo esibiscono corpi senza vergogna e sensi di colpa.
Oggi c'è il ritorno del corpo-> un'incessante sfilata governata dall'immaginario collettivo. Finita l'epoca
dell'individuo identico a sé è stanziale, oggi vige la confusione, l'eccitazione e disperazione. Il culto del
corpo è caratterizzato in ogni articolazione del quotidiano allettando gli individui invitandoli a divenire sé
stessi tramite l'alterazione (esempio avatar o nickname che cambiano a piacimento) ho la chirurgia estetica
che ci smembrana, denuda. Essa rappresenta il nuovo, l'individuo accoglie sostanze aliene per corrispondere
allo spirito del tempo fuori di sé. Il soggetto in estasi finisce per ritrovarsi altro da sé. L'industria culturale
non forse il corpo sociale ma lo culla inducendolo a divertirsi invece di costringere seduce, di convincere
emoziona, di educare intrattiene. Si effettua una sorta di sacralizzazione del corpo diventato l'opera
principale del nostro tempo anche laddove la sua gloria coincida col sacrificio. Il volto oscuro della
tecnomagia induce l'estasi e alterazione psicosensoriale con droghe che nel mentre né esaudisce le brame
riconduce l'individuo all'ordine della matrice, il mercato di droga non vende il suo prodotto al consumatore
ma vende il consumatore al suo prodotto.

L'incantesimo magico dell'inferiorità

Nei tempi moderni l'industria dello spettacolo estende il tempo e lo spazio della festa con l'invenzione del
tempo libero e il dispiegamento ogni dove di mondi del sogno. L'occidente ha sviluppato, nel solco
dell'ideologia neoliberale, strategie e tattiche inedite. Incoraggiare l'edonismo fino a trasformarlo in
automatismo sociale per poi moltiplicare gli Stati di agitazione causati dal terrorismo, della crisi economica,
pandemia e guerra. Le nuove élite non esigono più il contegno sociale ma promuovono forme di vita
adagiate sulla realizzazione del sé senza preoccupazione per il lungo termine. Il potere contemporaneo si
basa sulla tele-empatia e sensazionalismo con il linguaggio dei brividi, stabilendo un rapporto intimo tra
leader e pubblico. La tecnomagia è mossa dal decentramento estetico dell'essere umano, costretto a
dipendere da sé, incatenato in lacci senza fili nel brivido del divenire. Benjamin afferma che le droghe hanno
la caratteristica in comune di accrescere il piacere (travolgente comunione dello spirito pagano atta a

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congiungere l'individuo quando soddisfa il soggetto) che si trae dalla presenza di compagni di vizio, tra i
quali non è raro che una sorta di misantropia (e la persona che sparisce una separazione radicale tra sèe il
suo mondo abituale) si verifichi.

L'alba dell'essere umano

La tecnologia possiede la risonanza magica di un'inquietante meraviglia. Le sue svolte sono accompagnate
dallo spauracchio dell'obsolescenza per l'essere umano -come se la magnificenza dell'innovazione tecno-
scientifica provocasse una ferita sulla sua pelle e costituisce una minaccia per l'immaginario collettivo-.
Mentre il corpo sociale metabolizza le impronte nelle trame della vita quotidiana, il mistico, l'estetica e il
sensuale permeano ogni tecnica relativizzandone la dimensione logica e funzionale. Kubrick ha saputo
cristallizzare l'ontologia e la genealogia della tecnica con la straordinaria sequenza del suo 2001 “Odissea
dello spazio”. I nostri antenati si risvegliano abbagliati dall'apparizione di un mondito, inizialmente sono
spaventati e stregati poi finiranno per danzare febbrilmente intorno al nuovo totem; quindi, si stringevano
in una comunione generando una comunità a partire da un artificio tecnico e densità simbolica. Questa è
l'alba dell'essere umano. Dotato di superpoteri è in grado di percepire che un osso non è un semplice osso
ma divento un'arma, che lo distingue dai suoi simili e lo conduce a dominarli fino a conquistare il loro
spazio. L'uomo non si accontenta di uccidere la preda per nutrirsi ma si scaglia contro di essa con violenza.
L'osso-arma alla fine del viaggio si trasforma in una penna fluttuando dalle mani del primato in estasi al
taschino di un individuo dormiente per mezzo del tocco di una hostess danzante a sugellare le stratificazioni
della scrittura, della tecno-scienza e di tutta la nostra civilizzazione. La macchina filmica di Kubrick
smaschera la natura profonda del progresso rivelandone l'origine ambigua tra Eros e Thanatos innervata da
una duplice pulsione di vita e di morte. Le sue immagini ribadiscono che l'innovazione tecnologica è accolta
nello stupore come una magia con il potere di incastrare il mondo. Assistiamo all'avvento di una logica
diversa da quella che ha sollevato verso magnifiche e progressive sorti la modernità occidentale. L'universo
tecnico sembra dotato di poteri e potenze esorbitanti che ormai trascendono la razionalità e volontà degli
esseri, umani ponendoli in secondo piano. Un cambio di scena affonda le radici nei traumi della prima metà
del ventunesimo secolo con le guerre mondiali, campi di concentramento, bombe atomiche. Quindi
abbiamo percepito sulla nostra pelle le potenzialità fatali di uno sviluppo tecno-scientifico avulso della vita
umana e del pianeta, da allora un'ombra fatale gravida nel rapporto tra esseri umani, tecnica e mondo. La
sensazione generalizzata di una catastrofe punteggia la processione delle macchine, reti, videogiochi, app e
oggetti. Le novità dell'Ottocento con la messa in scena di merci scoperte tecno-scientifiche celebravano il
grande sogno del progresso ma le novità che pullano oggi sono novità senza progresso.

Dal totemismo al web

Tecnica, magia e religione in principio erano legate. Il totemismo (pratica di religione tribale), consente a un
gruppo di unirsi in una fruizione estetica con il divino, gli animali e la natura che lo circonda ottenendo la
protezione. Con l'invenzione della prospettiva (punto di distanza) ha esperito una netta separazione
simbolica e fisica rispetto a tutta la sua alterità, tutto ciò che si allontana dalla bolla individuale diventa
estraneo. La modernità e tecnologia che caratterizzano la stampa hanno implementato un processo di
separazione tra parole e cose, corpo e mente, soggetti e oggetti; portando una razionalizzazione
dell'esistenza che ha condotto al disincanto del mondo. La religione è stata istituzionalizzata, con la Bibbia e
stato inaugurato il processo di astrazione del mondo e individualizzazione. Cambiamento oggi avviene per la
magia relegata negli inferi del quotidiano e stigmatizzata come religione delle masse. La tecnologia è stata
presentata come mezzo di dominio dell'essere umano sulla natura, uno strumento capace di risolvere
problemi. Il ventunesimo secolo è caratterizzato da uno spartiacque tra la realizzazione di un lungo ciclo e la
sua crisi. Il trionfo della tecnoscienza coincide con quel periodo che Anders definisce obsolescenza
dell'uomo. Lo spettacolo del progresso delle guerre va in onda al cinematografico e in radiodiffusione

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attraendo un pubblico di massa eccitato, spaventato di fronte all'esplosione della realtà e alle derive
dell'umanità. La manipolazione sociale dell'innovazione tecnologica è la principale scintilla che causa una
catena di effetti perversi in quella che è la società dello spettacolo. Basta soffermarsi sulla parabola di
Internet, trasformata in uno spazio di collaborazione, conversazione socialità, formato da intrecci di affinità
connettive fino a generare vero e proprie comunicrazie. Il web, sotto forma di reti sociali, scambi affettivi,
simbolici è diventato portatore di immaginari e pratiche. Il cosiddetto web 3.0 costituisce l'ultima tappa,
l'assalto del capitale contro lo spirito originario della cultura digitale. È caratterizzato dalla criptomoneta, dal
gioco e dal collezionismo. Tutto è nel cloud, nell’ infrastruttura di qualcun altro, abbiamo il bisogno di
rendere tutto pubblico (i fatti banali o straordinari che ci riguardano) perché solo lo sguardo altrui li fa
esistere. Avviene una sorta di mutazione antropologica (modifichiamo ciò che è dato, ci distraiamo,
ricostruiamo, intratteniamo, cambiamo l'ordine delle cose e ci divertiamo). Ci troviamo di fronte ad una
mutazione volontaria e inconscia del corpo sociale, siamo liberi ma senza libertà.

L'emozione pubblica

La tecnologia cessa di essere l'arte del logos, strumento che Heidegger Definisce pensiero calcolatore per
diventare tecnomagia, totem. I legami intessuti non poggiano su un contratto razionale e astratto ma su
patti di carne (elettronica) in cui passioni, emozioni e simboli sono i nuovi assi dell'essere insieme.
L'esperienza della cultura digitale implica dapprima una resa dell'individuo, travaglio di inquietudine,
attuazioni e repulsioni. Infine, raggiungimento di una sorta di tecnocrazia-> alleggerimento dell'essere al
venire meno dell'io. Il cervello di ogni individuo:

-è un punto di passaggio di informazioni preceduto è superato da una matrice distica che comprende
immense database (intelligenze artificiali);

-tende a dimenticare persino sé stesso;

-tesse dei legami che gli permettono di rimanere in relazione con l'altro oltre lo spazio e il tempo;

-donne e uomini si esonerano dalla responsabilità di pensare affidandosi a dispositivi tecnologici (esempio
usare il GPS per raggiungere una destinazione);

-deleghiamo alle macchine il nostro senso del luogo fino a credere più alle mappe digitali che non a ciò che
vediamo con i nostri occhi.

La rete vive a spese del reale. Ciò implica la perdita dell'individuo razionale, autonomo è separato concepito
dall'umanesimo. Gli individui contemporanei sono annichiliti e resi obsoleti, violati nella loro privacy, nelle
morbide temaglie di uno spettacolo diffuso ovunque sotto forma di giochi, socialità, festa e funzioni.
Avviene uno slittamento dell’opinione pubblica verso l'emozione pubblica dove l'intelligenza si fa sensibile e
integra nel cervello personale e collettivo. Da qualche anno nelle reti sociali invece di riflettere e scrivere si
reagisce con cuori ed emoticon, adesivi. Piuttosto che procedere tramite l'astrazione e il ragionamento
navighiamo sulla scia della tele-empatia. Per queste ragioni siamo portati a scegliere e pensare con i sensi
prima di farlo per mezzo del pensiero logico.

Risonanze

L'atmosfera emozionale che avvolge il nostro tempo sorge dalla fonte della vita quotidiana e inonda ogni
rivolo dello spazio pubblico. Questa è la dimensione matriciale della società elettronica che eleva la vita
ordinaria del web. Emozionarsi, commuoversi ecc… non è una scelta soggettiva ma un'ingiunzione
oggettiva. Dopo una lunga separazione religione e tecnica ritrovano il loro legame principale nel momento
in cui i sensi sviluppo non pensiero raffinato, ciò che è Abruzzese definisce intelligenza del mondo. I sensi
delle macchine e quelli degli esseri umani volteggiano all'unisono e si contaminano reciprocamente in una
danza sia voluttuosa che macraba. Ogni rete plasma il comportamento dell'individuo articolando la

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condotta secondo modelli elaborati in comune, in nome di affinità connettive. Così, viene aggiornata la
forza dello spirito tecnomagico, la legge dell'imitazione (lama di fondo dello spirito collettivo) considerata
da Tarde. Desiderio ardente di legarsi all'altro attraverso forme estetiche molli, magmatiche e sensuali
leggeri ma vincolanti. La connessione è una formula tecnomagica con la quale si manifesta la vocazione di
ogni persona a scivolare verso una o più comunità attraverso una comunicazione. Il nostro corpo si
trasforma in carne elettronica pronto a diventare multiplo identificato in tutte le figure pregnanti del
paesaggio mediatico. Il lutto e terrore hanno contagiato l'immaginario collettivo rendendo gli utenti del web
psicologicamente ed emotivamente partecipi alle tragedie in corso. Il vero problema emerge dalle trame e
flussi digitali che ci dislocano altrove rispetto a dove siamo fisicamente strappandoci dal contesto fisico e
sociale in cui ci troviamo. Avviene una crisi della presenza-> non siamo mai completamente né qui né
laggiù.

La logica dell'incantesimo

McLuhan fu il primo a constatare ed esplorare le risonanze magiche e tribali del ventunesimo secolo. Egli
sostiene che nella nostra epoca elettronica indossiamo l'umanità intera come la nostra pelle. Il nostro corpo
sarebbe la forma che determina effetti psicoculturali folgoranti che spaziano dal campo della conoscenza ai
rapporti interpersonali. Senza essere consapevoli e stiamo diventando cyborg da una parte estendiamo il
nostro sistema nervoso oltre i confini del cervello (esempio nel cloud), dall'altra assorbiamo i dati che ci
piovono addosso in una sorta di reincarnazione grazie ai dispositivi portatili. La tecnomagia non è solo un
artificio del capitalismo neoliberale ma anche il moto che muove e commuove le pieghe, i rifugi dell'essere
insieme, laddove l'ordine sociale tradizionale fondato sullo stato, famiglia, partiti... si dissolve e sgretola in
aggregazioni comunitarie e reticolari. La tecnomagia emana vibrazioni e ritma danze. Ciò che emerge e una
logica dell'incantesimo-> siamo davanti ad uno schermo, accarezzando i tasti e come bambini iniziamo a
credere nella magia. Questa logica dell'incantesimo trasla gli strumenti di cui ci serviamo in tecnologie
dell'adorazione, quando abbiamo problemi con i nostri dispositivi ci appelliamo ai nuovi maghi del nostro
tempo i nerd-> depositari di una conoscenza oscura, padroni di un universo intelligibile alla maggior parte
degli individui, capaci di decifrare la metafisica del codice, sono associati alla figura degli sciamani o barbari
(portatori di una sensibilità aliena da quella stabilita dalle istituzioni moderne dal sapere del potere).

L’aura elettronica

Lo spazio attraversato dai flussi digitali e plasmato da codici informatici, reti cavi, macchine e individui, ha a
che vedere col sacro nella sua qualità di trascendere il territorio fisico attraverso simboli e riti atti a indurre
stadi di effervescenza sociale. Qualsiasi comunità virtuale emana un'aura elettronica dall'alto valore
iniziatico e mistico. L’aura elettronica:

-Costituisce l'ambiente profano per eccellenza è la forma più suprema del sacro dei nostri tempi;

-adagiata su di noi a ritmo di un incantesimo digitale e il segno della dislocazione del sacro;

-innesca una metamorfosi dell'essere umano confondendolo con la merce e gli show e le opere d'arte, orgia
digitale nella quale l'erotismo e la morte coincidono;

-tranne notifiche like, cuori, trash luccica e vibra accanto a noi.

Crediamo nella tecnomagia malafede in causa non è accesa da una tensione verso il futuro ma il frutto di un
pensiero sensibile, eccitato, allucinato che crede nei sogni e ascolta la carne. Il rinnovato bisogno del sacro
si manifesta in rete tramite l'elevazione spirituale di oggi, Che ha a che fare con l'immaginario sviluppato
dagli avatar, riguarda il lato sensibile e onirico del divino sociale. I giochi di ruolo nel loro funzionamento
assomigliano a riti cerimoniali magici o riti di passaggio, i giocatori si divertono, credono a questi mondi
secondari per interagire con loro mescolando dispositivi tecnici, emozioni e immaginazioni. Zizek nel suo
libro credere afferma che l'illuminazione testuale, Il conforto che proviamo quando fluttuiamo liberamente

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nel cyberspazio non è l'esperienza di essere immateriali ma quella di possedere un altro corpo angelico
(ricreato e manipolato artificialmente, che non ci appartiene più). Più le nostre vite si proiettano sugli
schermi più si alleggeriscono e recono in sé stanze delle alterità-> da un lato accarezziamo esperienze
mirabolanti (immaginazione), dall'altro avvertiamo il peso insopportabile della nostra condizione fisica tra la
vita mediatica e materiale (esempio quello che abbiamo sperimentato con il lockdown). La
dematerializzazione del mondo operata dai media induce all'indebolimento della realtà e alla confusione
tra visibile e invisibile. Il mondo visibile non è più una realtà, il mondo invisibile non è più un sogno.

Liturgie digitale

L'immagine del mondo è un processo che ha reso possibile smaterializzare corpi, luoghi ed esperienze
tramite foto, film, cartoline, videogiochi ecc… La diffusione capillare e gli usi della fotografia digitale
esprimono fino a che punto il medium fotografico non svolge il ruolo prefissato durante l’Ottocento
(testimone del reale), oggi infatti la fotografia serve per la conversazione, gioco e la fantasia. Essere
fotografati generalmente significa lambire l’inesistenza, solo dopo aver pubblicato la foto scattata abbiamo
l'impressione di aver vissuto l'esperienza. Ci ritroviamo in un vortice digitale che processa e rielabora le
nostre vite. Il poliamore, la diminuzione dei matrimoni, l'aumento dei divorzi sono segnali di una diaspora
da ciò che è fermo e immutabile. Con il COVID-19 abbiamo avvertito un isolamento, la vita è stata
circoscritta alla sola dimensione elettronica attraverso schermi interposti. Nel cyberspazio ci stiamo
estendendo in maschere che noi stessi abbiamo generato. Le nostre vite acquisiscono uno statuto
fantasmatico-> esempio il ghosting (sintomo che caratterizza la vita liquida dei nostri tempi, sparire nel
ghosting è un po’ come morire). L'attenzione alle cure del corpo, della carne, del cibo sono sempre più
sperate per compensare un'assenza, ovvero la nostra.

Danzare sulle rovine

Le forme più ostinate di resistenza alla violenza siano in sorte sotto l'impulso di danze convulse e suoni
dissonanti rispetto alle voci e ai movimenti del regime oppressori. La danza e:

-il più potente dispositivo di resistenza contro le strategie di mortificazione e di irreggimentazione della vita
collettiva;

-condensa e coordina la gioia di vivere;

-si vanno a sprigionare molteplici danze sulle rovine della modernità (rovine della politica, dell'arte, della
cultura, dell'identità, della nazione);

-sfiora il cielo rimanendo con i piedi per terra affondati nel fango come un free party, pagana fino in fondo a
viso aperto con la morte;

-le tante danze che invadono città, campagne, spiagge non sono mai contemplate indolore;

-nel corso di eventi del genere non andiamo più solo a divertirci, ma lasciarci schiacciare, fare a pezzi,
spaccarci fino a esplodere nel tutto, ciò può essere un concerto, uno stadio, sfilata ecc...

Importante ritorno della danza in particolare quella techno, indica il radicamento nel presente e nello spazio
tra le braccia di tutta l'alterità possibile e immaginabile. In questo momento danziamo sulle rovine, siamo
costretti a farlo mentre siamo illusi di essere liberi e di muoverci in un'illusoria libertà. Invece ci muoviamo
rispettando le caratteristiche di ogni determinato strumento tecnologico che è stato progettato in un
determinato modo e non permette di andare oltre.

Essere danzati

Party techno-> prima di partecipare ci si prepara in tanti modi, esempio assumendo sostanze atte ad
alleggerire il corpo ed incalzare i passi marziali in pista. Dopo lo sfinimento ha luogo l'epifania della nuova

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carne, la mutazione si attua nel venir meno dell'individuo moderno, per questo la danza techno corrisponde
all'essere danzati, ovvero essere avvolti e avviluppati. È finito il tempo in cui operai e masse aspiravano a
slegarsi dalle macchine per acquisire potere e autonomia, è l'ora di danzare tra le catene. In un paesaggio
scandito da accelerazioni, metamorfosi e choc, le forme della cultura elettronica privilegiano l'intensità della
pista, il trip di una notte infinita, i fuochi ecc… assecondando un modo di esperire la profondità a partire
dalle superfici tra i nodi della catena elettronica. Oggi il raggiungimento della sicurezza, l'ideale della
perfezione e l'impeto produttivo sono avvertiti con diffidenza in nome di un'altra vita, pronto a sfiorare la
morte, se non a morire, per non assaporare la noia. L'eccesso di stimoli a cui l'individuo è sottoposto induce
una relazione distratta e passiva-> sbloccata dall'ebbrezza nichilista nell'ambito di reti di inversione che
consistono nel digerire in comune le cattive sostanze dell'essere. La carne elettronica insorge nelle piaghe e
alle piaghe del capitalismo, tra le fabbriche, le campagne aperte e le reti digitali.

Il disagio agiato e la nuova carne

la storia ha dimostrato come quando una cultura si sfalda e dalle sue ceneri un'altra sorge, si generi spesso
una sorta di ebbrezza di massa da cui derivano comportamenti sbagliati. La condizione psicofisica che
accompagna passaggi e paesaggi del genere (dagli sprawi cyberspazio, Passando per i dance floor del
mondo intero) è ben altra rispetto alla buona salute promossa dalle istituzioni sociali. Il corpo mutante che
genere nel suo deliquio è contagiato, contaminato, alterato in corso di confusione e ibridazione con l'altro
da sé. Lo stare bene nell'ambito di una festa prevede cicatrici, fessure, aperture e pori adatti a favorire la
circolazione lo scambio delle sostanze tra soggetti, oggetti e ambienti, predisponendo l’individuo al piacere
e non al lavoro. I gemiti delle creature nascenti sul nostro pianeta scaturiscono da altrettante malattie
giacché l'esistenza, non vale più per ciò che il soggetto accumula e per come si conosceva in vista del
domani ma per il modo in cui si dissipa nell'estasi, in una sorta di disagio agiato. Come nelle tradizionali
cerimonie magiche, eccedendo i limiti si ridefiniscono spazio, tempo, corpo in linea con l'immaginario in
fermento nel ventre del vissuto collettivo. Tale performance sfocia in una condizione irresolubile, donde la
sua natura tragica in cui prende il benessere del dolore coincidono, laddove la vita avvenire e incubata in
abissi oscuri. Il regime del piacere contemporaneo è il corrispettivo di dolori, perdite, alienazioni, fatiche,
sofferenze. La danza elettronica e al contempo una performance e la prova antropologica, sociologica ed
estetica più lampante di un'inversione densa di risvolti per il nostro presente, il ritorno sotto nuove vesti, in
una condizione nella quale la vita risiede in ciò che si perde e non in ciò che si guadagna quindi nello spreco
e nell'accumulo, nelle lacerazioni e ferite. Susca si domanda se c'è crisi nell'aria? Ecco emergere dalle
viscere del quotidiano il gesso del puer aeternus: danzare sulle rovine, non a caso i grandi locali da ballo
dell'Ottocento oggi sono in crisi, incalzati da club e capannoni, masserie e spazi all’ aperto. Luogo non fatti
per comodità ma per essere disfatti e fatti, resta poco del divertimento e intrattenimento. Le danze del
disagio nel disagio prefigurano un passo oltre la decadenza, il disagio agiato avviene nel sincretismo
contemporaneo tra il lusso e degrado, il chiaro e l'oscuro dell'esistenza. Questo è il sì alla vita nella morte
stessa, ecco cos'è la tecnomagia: una danza sulle rovine, l'estasi nel cuore della distopia.

Il nuovo realismo tecnologico

Oltre tre secoli dopo nascita della metropoli moderna compie oggi la mediatizzazione della nostra
esistenza., condizione per la quale i media diventano il nostro linguaggio e paesaggio principale. Il rapporto
tra le persone e i telefoni ci sradicano e indulge spezzamento rispetto a dove siamo, con chi stiamo e cosa
facciamo per proiettarci nuvole digitali alla ricerca di affinità elettive e connettive. Attratti dalle risonanze
delle macchine e dei simulacri finiamo per servire ciò di cui prima servivamo in una sorta di danza tra le
catene. Siamo breve della paura di essere tagliati fuori. Pensiamo alla guerra Russia-Ucraina combattuta da
armi ipertecnologici, telefonini e carri armati. Questa vede per la prima volta coinvolta tutta la popolazione
mondiale. Zelensky incarna la natura mediatica dell'esistenza contemporanea, la sua carriera è un fatto
sociale totale, allevato dall'industria culturale come comico divenuto l'attore principale di una serial
televisiva da egli stesso ideata e scritta in cui interpreta i panni di un uomo qualunque.

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Contemporaneamente e guerriero, attore comico, influencer e blogger quindi presidente-attore e attore-


presidente. L'autore della celebre formula il medium è il messaggio fu Mcluhan, Egli afferma che
sottoponendoci alle tecnologie diventiamo dei servo meccanismi. Ecco perché dobbiamo servirli come degli
dèi e rispettarli come delle specie di religione, se vogliamo utilizzare questi oggetti. Il fatto di avere uno
smartphone in tasca significa avere il mondo in mano ma automaticamente anche essere nelle mani del
mondo. La navigazione nelle acque digitali è il seguito della circumnavigazione che è dal 1500 rese possibile
la scoperta e la conquista del mondo, ma in senso inverso siamo noi ora ad essere scoperti e conquistati.
Finiamo per essere posseduti da ciò di cui eravamo i padroni. Disagio nell'individuo può essere rilevato nella
psicopatologia del sovraccarico di informazioni (malattia che colpisce quando la velocità, qualità, quantità
dei dati di cui siamo i destinatari sono ingestibili creando disordini e caos). Il piacere rimanda a un altro
piacere lasciandoci inappagati e affamati. L'indebolimento del soggetto indotte sia un'apertura che una
lacerazione. Rispetto alla marcia del progresso inaugurata dalla cultura occidentale a partire dal XVIII secolo,
assistiamo a un dietro front-> passo indietro ma a passo di danza.

Elemento chiave del libro è la perdita della soggettività, i media sono strumenti in grado di
deresponsabilizzare l'individuo, rendendolo più passivo. Noi siamo agiti dalle tecnologie che indirizzano il
nostro percorso dentro la rete all'interno del nostro comfort sans. I media alimentano la nostra adesione a
ciò che abbiamo cercato in precedenza facendoci rimanere in un meccanismo di autoriproduzione delle
stesse cose, non dandoci la possibilità di evolverci. Viviamo in un tempo dell'uguale. In questa nuova
dimensione assistenziale non siamo più padroni di noi stessi infatti c'è una crisi del progresso e di ogni
concezione ottimistica sul futuro. Nell'assenza del futuro l'uomo si gode tutto ciò che la vita può offrire.
L'uomo è fatto di anima, non solo di corpo, quest'anima ha a che fare con la dimensione invisibile e
immodificabile, non può essere nutrita solo dall'ottimismo della ragione ma anche di tutto ciò che fa parte
della dimensione dionisiaca. Oggi nasce una nuova paura, per capire dove va parlare il mondo bisogna
seguire i soldi, follow the money. La vera esigenza, in questo momento, è affiancare una visione etica su
come usare l'intelligenza artificiale. Dunque, Susca ha una visione pessimistica della tecnologia, per quanto
possa amplificare il sentimento ludico, amplifica ancor di più le nostre paure; egli definisce la tecnologia
oscura e ci pone davanti alla domanda: cosa resta realmente dell'umano? Oggi la tecnologia si fa
tecnomagia nella misura in cui ci incanta, ci lega, ci incatena al di là della ragione. Mentre noi non ne siamo
perfettamente consapevoli ma ne siamo profondamente affascinati, per noi è un richiamo irresistibile. Non
è la società che controlla la tecnomagia, ma è la stessa tecnomagia che controlla noi. Godiamo nel sapere di
essere spiati, nell'essere guardati, nel condividere continuamente i nostri spazi, la nostra vita, le nostre
relazioni. Siamo portati a pensare che tutto ciò che non viene condiviso non esiste e questo il più grande
incantesimo riuscito dalla tecnomagia.

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