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ssa Di Matteo
Riassunto libro: La narrativa a scuola- Petter
Premessa:
Questo libro si divide in due parti:
PRIMA PARTE, di carattere generale, riguarda la posizione assai rilevante che la narrativa può occupare
nell’esperienza scolastica di un bambino e di un adolescente e le varie funzioni che può svolgere nel
processo di costruzione dei vari aspetti della personalità.
Queste funzioni sono:
- Promuovere lo sviluppo di un interesse stabile per la lettura;
- Favorire lo sviluppo linguistico
- Garantire una crescita equilibrata della razionalità e della fantasia;
- Favorire la formazione dell’ << idea di sé>>
Questi contributi della narrativa possono risultare più efficaci se si guidano gli allievi che stanno lavorando
un TESTO DI NARRATIVA a ‘’lavorare su di esso’’
SECONDA PARTE, è interamente dedicata a una di queste forme di ‘’lavoro sul testo’’: L’INCONTRO DEGLI
ALLIEVI CON L’AUTORE DEL LIBRO CHE HANNO LETTO.
SENTIR LEGGERE:
Anche l’esperienza del ‘’sentir leggere’’ è ricca di fascino, come la precedente, ma presenta degli aspetti
specifici:
1. L’adulto che legge una storia a un bambino on ha la possibilità di utilizzare solo delle parole ce presume
gli siano già note, poiché il testo può contenere parole che l’ascoltatore ancora non conosce.
Questo può rappresentare un aspetto positivo perché porta a un progressivo arricchimento del vocabolario
del bambino, se chi sta leggendo si preoccupa di spiegare il significato di ogni parola nuova.
Tale arricchimento, compiuto nel periodo che precede l’ingresso del bambino nella scuola primaria,
costituisce un prerequisito cognitivo di grande importanza per l’apprendimento della lettura.
E’ importante sviluppare in loro l’abitudine a chiedere tale significato a qualche adulto e, più tardi,
l’abitudine a consultare un vocabolario.
2. Il rapporto che l’adulto lettore ha con gli ascoltatori è meno continuo perché lo sguardo è una parte del
tempo, centrato sul libro. Questo problema può essere risolto, ad esempio, abituandosi a leggere
mentalmente e rapidamente una certa frase per poi alzare subito gli occhi e pronunciarle guardando gli
ascoltatori, attenendone il feedback.
3. La presenza del libro: un bambino di 3 o 4 anni, osservando un adulto che maneggia con cura un libro che
ha tra le mani e riesce a trarre da esso delle storie molto belle, finisce col considerare tale oggetto come
importante e prezioso.
FREUD: Considerava le fantasie come un’attività tipicamente infantile, denominata da lui ‘’pensiero
primario’’, la quale lascerebbe, poi, il posto alla razionalità, denominata ‘’pensiero secondario’’.
Il ‘’pensiero terziario’’ sarebbe una particolare combinazione di fantasia e razionalità, costituita da una
regolare alternarsi dei due processi, il primo dei quali crea una nuova struttura cognitiva e il secondo
intervenire in un momento successivo, per valutare la coerenza e l’originalità di tale nuova struttura.
EDUCARLE:
Entrambe queste forme fondamentali della nostra attività cognitiva possono essere educate, anche in modi
diversi.
La razionalità può essere educata attraverso interventi diretti, consistenti nell’insegnare ai bambini a
ragionare, ed organizzare in modo coerente le conoscenze ecc..
Un po' meno evidente è l’educabilità della fantasia, perché lo si è sempre considerata come una
manifestazione originale delle personalità, non suscettibile di essere guidata dall’esterno.
Qui l’intervento educativo può essere solo indiretto: predispone situazioni favorevoli per uno spontaneo
manifestarsi dell’attività fantastica.
SVILUPPO AFFETTIVO: infanzia, fanciullezza ed adolescenza sono periodi durante i quali in un individuo
stabilisce dei rapporti affettivi positivi con varie persone, ma anche con animali, oggetti o luoghi.
Per il bambino, la mamma ha assunto una valenza positiva stabile, ovvero, una forte capacità di attrazione:
il bambino desidera starle vicino, resta male quando la vede andar via… ma essa è diventata anche una
parte dell’io psicologico del bambino.
La psicologia ha messo in luce i due meccanismi grazie ai quali si stabilisce un rapporto affettivo positivo:
1. E’ quello dell’attaccamento, dapprima scoperto e studiato negli animali superiori e, più tardi, osservato
anche nel bambino. Un bambino tende a chiamare accanto a sé, con grida e pianti quelle persone che vede
con più frequenza muoversi dentro di sé.
Questo meccanismo opera però soltanto nei primi anni di ita
2. Processo che entra in gioco: un bambino stabilisce un rapporto affettivo positivo, nei confronti di quelle
persone che, giorno per giorno, lo aiutano a crescere.
Tali persone possono essere i genitori, i nonni gli insegnanti gli amici, cioè tutte quelle persone che
intervengono per soddisfare i suoi bisogni di crescita.
Il bambino però può stabilire forti rapporti anche con certi animali o determinati oggetti, o luoghi, oppure
con specifiche attività.
Anche in questi casi, il meccanismo che dà origine al rapporto affettivo è l’aiuto a crescere che le persone di
questi elementi gli forniscono: un animale o una bambola, gli fanno compagnia, gli rendono possibili certe
attività di gioco.
Anche la narrativa può costituire per il bambino un’esperienza che favorisce lo sviluppo di rapporti affettivi.
- Anzitutto, può stabilirsi, o rafforzarsi ulteriormente, il rapporto con l’adulto, che gli racconta o legge la
storia.
- Un rapporto affettivo, può stabilirsi perfino nei confronti di alcuni personaggi delle storie ascoltate e lette.
Questo accade, magari, quando un bambino ha modo di ascoltare molte volte una certa fiaba, così che il
protagonista gli diviene sempre più familiare.
Non solo ci si può affezionare a essi, ma si può anche soffrire per la loro perdita. È attraverso quel
personaggio che il lettore ha la possibilità di vivere, sia pure, in modo indiretto, tutta una serie di avventure,
esplorando anche luoghi nuovi, affrontando problemi e trovando soluzioni.
SVILUPPO EMOTIVO: La narrativa, inoltre, permette di vivere certi stati d’animo e certe emozioni, provate
dal protagonista di una storia: incertezza, impazienza, paura, dolore, gioia.
Il fatto di voler bene a un personaggio rende più facile condividerne le emozioni e anche il suo modo di
fronteggiarle: a questo favorisce lo sviluppo emotivo. Esso vi è anche quando si giunge progressivamente a
controllare le proprie emozioni, e evitare, cioè che esse si esprimono immediatamente in comportamenti
motori e verbali.
Per quanto riguarda la narrativa e lo sviluppo morale: SVILUPPO MORALE significa sviluppo si una tendenza
consapevole a ispirare i propri comportamenti a certi valori universalmente validi, soprattutto nelle
situazioni in cui un interesse personale risulta in conflitto con un interesse altrui.
Tra questi valori:
- Lealtà il GIOCO LEALE (il Fair Play) è quello che si svolge nel pieno rispetto delle regole;
- Onesta;
- Giustizia distributiva un lavoro faticoso, o un bene, vanno di solito suddivisi n parti uguali fra i vari
membri di un gruppo;
-Solidarietà;
Anche a questo riguardo, la narrativa offre frequenti riflessioni sia quando questi valori vengono rispettati,
sia quando vengono traditi,
ESEMPIO: Nella fiaba di Pinocchio, i burattini di Mangiafuoco manifestano un comportamento solidale
quando salvano Pinocchio, mentre il gatto e la volpe non si comportano in maniera leale ei suoi confronti,
quando lo persuadono a sotterrare gli zecchini d’oro nel campo dei miracoli.
NB: Soprattutto nelle memorie troviamo un contributo alla formazione morale. In essa, il mondo dei valori e
quello dei corrispondenti dilemmi morali, viene in primo piano per il carattere di realtà che hanno le
vicende narrate.
ESEMPIO: Il tema del conflitto, in tempo di guerra, fra il dovere d’obbedienza a un ordine e il senso di
umanità e di giustizia.
LA NARRATIVA E LA FORMAZIONE DELL’IDEA DI SE’:
Abbiamo una differenza tra IDENTITA’ e SENSO DELL’IDENTITA’:
Per IDENTITA’ intendiamo ciò che una persona è a un momento dato: Il suo corpo, le varie caratteristiche,
capacità motorie, tecniche linguistiche che possiede. Essa muta col tempo ed è chiaro che uno dei compiti
fondamentali della scuola è quella di favorire lo sviluppo, fornendo nuove conoscenze, nuove capacità.
Per SENSO DELL’IDENTITA’ o comunque idea di sé, è invece, ciò che la persona pensa di essere. L’identità di
un individuo e le sue idea di sé possono non coincidere. Anche essa muta con il tempo, in seguito a nuove
acquisizioni, ad esempio. Qui, la scuola deve promuovere un’idea di sé realistica, dinamica e positiva.
Vi è poi una reciproca influenza tra identità e idea di sé: modifiche che avvengono nell’identità si riflettono
sull’idea di sé (la crescita fisica si riflette sull’idea che si ha del proprio corpo, ad es.)
IL LIBRO DI NARRATIVA: Presente nella scuola secondaria di 1° grado, come unico libro, che viene utilizzato
nel corso dell’intero anno, ma, talvolta i libri possono anche essere due o più di due.
Nella scuola primaria, la sua utilizzazione è facoltativa.
Nella scuola secondaria di 2° grado, la sua presenza dipende sempre da una decisione dell’insegnante ( ma
la situazione varia a seconda del tipo di scuola).
Innanzitutto, si pone il problema di criteri utilizzabili per individuare libri adatti e poi, adottarli.
Due modelli:
- I ragazzi della Via Paal
- Tom Sawyer
C’è però un elemento nuovo: si era avventurato nella narrativa destinata al mondo giovanile, avendo una
preparazione orientata alla psicologia dello sviluppo, in particolare ai temi della preadolescenza e
dell’adolescenza.
Una ‘’banda’’ è un microcosmo, sociale e culturale, che si forma generalmente, sulla base di una vicinanza
spaziale delle alterazioni dei suoi membri e può, dunque, comprendere ragazzi di estrazione sociale diversa,
con interessi, tratti dalla personalità anche molto diversi così che, facilmente accade che uno ne divenga il
leader, mentre altri no.
Perciò, nella descrizione di queste diverse personalità gli è stata d’aiuto sia la preparazione psicologica, sia
un certo interesse per l’osservazione della personalità dei vari soggetti incontrati.
Essendo psicologo dell’età evolutiva, il fatto di conoscere, anche sul piano scientifico le fasi di sviluppo del
pensiero, del linguaggio e degli interessi generali nella fanciullezza e nella preadolescenze lo hanno aiutato
ad affinare delle consapevolezze.
- IL PENSIERO
esso, intorno ai 6/7 anni diviene reversibile, ovvero capace di pensare più cose per volta e di metterle in
rapporto e giunge ad immaginare altre situazioni, puramente ipotetiche, solo a condizione di considerarle
uno alla volta.
Descrizioni e spiegazioni, qui devono essere lineari, semplici, fondate su dati facilmente intuibili.
diverso è nella preadolescenza, quando l’acquisizione del pensiero ipotetico-deduttivo rende possibili
descrizioni e spiegazioni più complesse.
- IL LINGUAGGIO: è diversa l’ampiezza del vocabolario e anche le qualità dei vocabolari utilizzati.
I lettori più giovani hanno maggiore difficoltà a comprendere frasi complesse con più subordinate, o certe
figure linguistiche (metafore, doppie negazione).
-INTERESSI E MOTIVAZIONI:
a 7/8, è alto l’interesse per i racconti fiabeschi
si attenua , però, verso la fine della Scuola Primaria e nell’anno successivo, a favore di un interesse per
l’avventura, per i racconti polizieschi, a cui, poi, si affiancheranno l’interesse per racconti a sfondo
sentimentale e quello per la memoria.
Anche le motivazioni cambiano: dal desiderio di conoscere come si svolge una vicenda, come viene
affrontata una difficoltà o risolto un problema, si affianca a quello di conoscere gli altri, i loro sentimenti, le
loro convinzioni, le regioni che guidano le loro convinzioni.
CONDIZIONI DA CONCORDARE:
Parlando con l’insegnante, è importante concordare alcune condizioni, che sono essenziali per un buon
andamento dell’incontro.
1. È che il libro venga letto interamente e da tutti gli allievi;
2. È che, prima dell’incontro, l’insegnante e gli allievi abbiano già svolto un po' di lavoro sul libro letto
(discussione di gruppo o attraverso domande)
3. È che gli allievi presenti all’incontro siano in numero ragionevole (la situazione ideale sarebbe quella di
incontrare solo gli allievi di una classe).
Altre condizioni prevedono che:
- I ragazzi non siano già piuttosto stanchi
- L’incontro non abbia luogo a ridosso dell’intervallo
- L’autore disponga di alcuni strumenti (microfono e lavagna luminosa)
LE DOMANDE: se l’incontro è stato ben preparato, le domande vengono poste subito. È opportuno che
l’autore, già alla prima domanda, chiede di dire il suo nome all’allievo (cosa che gli permetterà di usarlo
nella risposta, dando al rapporto un tono più confidenziale).
Deve anche evitare di far parlare due o più volte uno stesso bambino.
DOMANDE DI VARIO TIPO:
- RELATIVE AL LIBRO: Ad esempio, possono riguardare il contenuto del libro.
Nella scuola primaria, i bambini tendono a dare del tu all’autore, soprattutto nelle classi terze.
Dalle quarte in avanti i bambini cominciano a usare il ‘’lei’’.
-RELATIVE ALL’AUTORE: Riguarda la persona dell’autore, considerata sia in rapporto con il libro letto, sia più
in generale, con riferimento ad altri aspetti della sua vita:
che cosa l’ha spinto a leggere questo libro?
che studi ha fatto?
- DI CARATTERE GENERALE: Le più frequenti riguardano il rapporto realtà-invenzione: ‘’quali tra i fatti
narrati, sono realmente accaduti?’’ tipiche dei ragazzi adolescenti.
Oppure riguardano l’attività dello scrivere libri:
‘’Come si scrive un libro? Esistono delle regole per scrivere un libro per ragazzi?
LE RISPOSTE DELL’AUTORE: vi sono due modalità di rispondere alle domande degli allievi:
1. Raccogliere, ogni volta, una ‘’rosa’’ di domande e rispondere, poi, ordinatamente a ciascuna delle
domande;
2. Risposta immediata a ciascuna domanda.
La prima modalità presenta degli inconvenienti: può accadere che, al momento della risposta, gli allievi non
abbiano più in mente le domande che è stata fatta da altri prima, così che l’autore si trova nella condizione
di doverla brevemente riassumere. Ciò non accade nel caso di risposta immediata.
Essa dovrebbe venir data con un linguaggio semplice, in modo lineare e accompagnata da qualche esempio
o metafora.
Esistono altri due momenti:
NB: Una domanda generalmente rivolta alle ragazze, un riferimento al libro ‘’Una banda senza nome’’ era
se a loro era piaciuto nonostante si parlasse solo di ragazzi, chiedendo poi loro di spiegare la risposta.
Le loro erano risposte positive e per 2 motivi:
Le vicende narrate erano da loro considerate coinvolgenti indipendentemente dal sesso dei protagonisti.
Occasione per conoscere da vicino il mondo dei maschi per ascoltarli parlare.
Altre domande erano relative alle parti del racconto che avrebbero desiderato fossero un po’ diverse e i
suggerimenti che gli alunni ritenevano rivolgere all’autore.