Per letteratura per l’infanzia si intende quel campo eccitante e trasversale di studio che vanta di una libertà storica rispetto ad altri approcci intellettuali e culturali precostituiti. Tale campo di studio si incontrano competenze e metodologie di ricerca. Settore vitale e sperimentale nelle arti ma anche luogo di sfruttamento commerciale. E’ costituita da differenti mezzi ma è una disciplina recente in ambito scientifico. Il suo compito è quello di studiare quei libri che sollecitano ed esplorano il riconoscimento di contesti e oggetti familiari e favoriscono lo sviluppo e l’incremento di segni e significati durante l’arco dell’infanzia e non solo. 2. Il nonsense in particolare il maggiore esponente Per nonsense si intende quella branca della letteratura per l’infanzia, all’interno della poesia, che si occupa di tutte quelle poesie che sono popolari e che quindi vengono trasmesse oralmente. Grande esponente è Toti Scialoja, segnalato da Calvino. I poeti del nonsense propongono una forma poetica che si basi sulla rima, suo suono e sul ritmo, costruendo così una poesia che esponga determinati temi tramite l’utilizzo di riso e ironia. Molto gettonato è l’utilizzo dell’animale, che impersonifica protagonisti all’interno della poesia. (poesia di Toti: scarse serpi, amato topino caro…) 3. Mammalingua e riferimento a Tognolini Raccolta di 21 poesia per neonati, Tognolini va a definire queste poesie come la base del linguaggio dei neonati stessi. Mammalingua, infatti, sta ad indicare l’iniziale linguaggio con cui il bambino entra a contatto e che successivamente farà suo, utilizzando all’ìinterno di discorsi, ma anche incrementando il bagaglio identificativo del bambino stesso. Le parole che vanno a costruire questa iniziale impalcatura sono dette ‘parole di latte’, destinate a diventare nutrimento per lo sviluppo dell’EMERGENT LITERACY, cioè quelle competenze che avvicinano il bambino verso il successo scolastico, permettendogli di dare vita a discorsi accompagnati da espressioni buffe o serie, modificando anche il tono della voce, a seconda dell’argomento intrapreso. Il tutto sarà possibile con la presenza dell’adulto, che tramite il superpotere di saper leggere, darà il via ad un percorso di crescita e costruzione del nuovo lettore. 4. Fasi della lettura nella prima infanzia Nei primi 1000 giorni, il contatto con il libro è fondamentale, come lo è la figura dell’adulto. Quest’ultimo, infatti, deve creare un momento ‘magico’ in cui il bambino potrà innamorarsi della lettura. Il primo contatto non è soltanto con la storia in sé, ma anche con l’oggetto concreto, le sue immagini e la sua struttura. in un secondo periodo, infatti, il bambino sarà capace di riconoscere gli oggetti presenti nel libro, anche nella realtà. Dai 2 ai 3 anni, la storia diviene quasi autobiografica. Il bambino cerca di mettersi totalmente in contatto con il protagonista, cercando di comprendere sensazioni ed emozioni che lui stesso vive. Le parole che lui ascolta apre mondi magici, nuovi, che il bambino desidera conoscere ed immaginare, per poi trasferirli nella realtà anche attraverso giochi e immaginazione. In questo periodo, gli adulti che svolgono il lavoro di narratore e lettore, deve creare un rapporto anche con soggetti esterni alla famiglia. Nel nido, infatti, è bene creare e costruire un vero e proprio luogo che sia dedicato al laboratorio di lettura di gruppo. Qui il bambino inizia a studiare il libro nella sua completezza. Grazie a competenze acquisite dagli educatori, il bambino è portato ad immergersi nella storia non soltanto ascoltandola, ma anche creando un rapporto con il protagonista tramite le sue stesse esperienze. Il bambino, infatti, cerca di trasportare le esperienze del protagonista. Proprio per questo, possedere delle competenze è fondamentale, poiché sta all’adulto scegliere libri che siano alla portata del bambino ma che comunque risulti sfidanti rispetto alla sua confort zone, ovviamente attraverso domande e riflessioni, per comprendere e captare.
5. Rapporto tra infanzia e cinema, Miyazaki
Il 1987 è l’anno di novità nel mondo della letteratura e della trasposizione nel cinema. Dal 1987 al 1997, finalmente le parole vengono tramutate in immagini e si passa dal libro allo schermo, modificando per sempre la narrativa per bambini e non. - 1984, esce ‘La storia Infinita’, diretta dal regista Paterson. In questa storia, il bambino entra in totale contatto con l’esperienza del protagonista, divenendo attivo all’interno della storia. - 1989, viene pubblicato il volume di Dahl ‘Matilde’, divenendo un volume notevolmente importante per l’infanzia di molti bambini. Nel 2007 esce il film ispirato ‘Matilda sei mitica’. - 1988 viene pubblicato in Italia il romanzo ‘Charlie and Chocolate Factory’. Nel 2005, Tim Burton lo trasporta nel mondo del cinema, aggiungendo tocchi personali, come il personaggio di Willy Wonka. I bambini, nello specifico, sono l’incarnazione dei vizi più comuni nell’infanzia. - Il GGG di Dahl verrà riportato nel cinema grazie al regista Spielger. Romanzo autobiografico, poiché nella realtà l’autore è molto alto e non riesce a trovare piena accettazione nella società. Il gigante, infatti, avrà disagi sia nel mondo dei giganti, perché troppo basso, ma anche nel mondo di sofia, perché troppo grande. Sofia è la figlia dell’autore, venuta a mancare. Dal 1997 al 2007 In questo periodo divengono notevoli due grandi saghe fantasy che hanno fatto innamorare miliardi di ragazzi e bambini: - Il signore degli anelli, dell’autore Tolkien, viene portato sugli schermi tra il 2001 al 2003. Riprende numerosi concetti legati al fantasy come il viaggio dell’autore, l’oggetto magico (che però andrà distrutto) e personaggi nuovi ed insoliti. Nonostante la magia, il protagonista è catapultato in dubbi e perplessità. - Harry Potter, saga di 7 film, dalla mano di J.H. Rowling, è divenuto un vero e proprio mast per numerosissimi lettori giovani ed adulti, toccando numerosi temi, anche distanti dall’infanzia. Dal 2007 al 2017 - Nel 2010, dalla penna di Lewis Caroll, vengono riportati sul grande schermo due film a lei ispirati: 2010, Tim Burton riporta il romanzo nelle sale, con i personaggi e gli eventi annessi. Nel 2016, James Bobin porta il continuo del romanzo (quindi non esistente come romanzo) ‘Alice attraverso lo specchio’ Miyazaki è un regista giapponese di notevole fama non solo per i suoi film, ma anche per essere stato definito come l’iniziatore dell’era delle donne - Kiki, consegne a domicilio, proveniente dall’autrice Kodoni. Giovane strega che si trova nel periodo di allontanamento dall’infanzia. Allontanandosi dalla sua cittadina, lascia una parte di sé per trovare la sua identità - 2005, Il castello Errante di Howl, tratto dall’omonimo romanzo di Diana Jones. Howl è un dongiovanni che si diverte a spezzare i cuori alle sue amanti e il castello si comporta come il suo padrone.
6. La fiaba e la visione cinema-fiaba
Secondo Zipes, il mondo delle fiabe proviene dalle narrazioni orali di popolazioni che volevano dare voce ai desideri della comunità stessa. Si è poi passato dalla trasmissione orale a quella scritta. La fiaba è quindi risposta ai desideri, come bisogno di meravigliarsi, bisogno di dire l’indicibile tramite storie impossibili che però sono accettate. Esse permettono a chi le legge e a chi le ascolta, di vivere storie e vite diverse, con avventure che permettono di mettersi nei panni di protagonisti nuovi ma impossibili. Rodari, nella rivista ‘Giornale dei genitori’, sostiene che in un mondo dettato dal consumismo e dal profitto, dove alla base della vita di un individuo ci sono solo discipline scientifiche, quelle umanistiche come l’arte, la filosofia e la letteratura siano fondamentali per dar vita ad un cittadino. Zipes, per quanto riguarda il concetto di fiaba e cinema, si ritrova totalmente contrario. Esso sostiene infatti che portando le fiabe nelle sale esse vengano mercificate e commercializzate, son un solo scopo di profitto. Questo, inoltre, rischia di allontanare le fiabe dai bambini e avvicinarle solo ad un pubblico giovane-adulto. 7. Cosa diceva Propp per quanto riguarda la fiaba? La fiaba secondo Propp si articola come un cammino nello spazio e nel tempo, come un viaggio di formazione: conoscere il mondo e conoscere l’altro, per scoprire sé stessi. 8. Nella scuola, la letteratura per l’infanzia Nella scuola la letteratura per l’infanzia ha il compito di permettere ai bambini di compiere salti cognitivi cioè favorisce l’appropriazione da parte dei bambini di simboli, di simboli sempre più complessi. Grazie a questi simboli il bambino riesce a destreggiarsi nella narrazione e ritrovarsi in quello che legge. Sarà così capace di acquisire i codici di comunicazione visiva, a interpretare i testi e farli propri. Il tutto in un processo di gioco, creativo (Munari). Attraverso all’ambito ludico il bambino affronta il testo con curiosità, si pone domande e cerca risposte (coscienza critica). 9. C’era una volta il libro…i libri-game Con la nascita della tecnologia, ogni ambito e disciplina enlla vita dell’uomo è stato profondamento modificato, dalla medicina alle scienze, toccando persino la letteratura. In questo ambito, appunto, ritroviamo una importante innovazione sia per quanto riguarda il modo di leggere una storia sia nel modo in cui la si vive. I prodotti di questa influenza sono detto libri-game. La lettura, appunto, viene completamente decostruita. Non sono ancora i videogiochi che conosciamo adesso, ma la storia prende un piede diverso proprio perché il lettore ha la possibilità di muoversi all’interno del mondo virtuale sia prendere delle decisioni che vanno a modificare l’arco della storia. 10. Poesia del XX-XXI Gianni Rodari, nel secolo scorso ma anche in quello attuale, ha dato vita ad una visione della poesia che, come nel caso di Piumini, entra in contrasto con le sue visioni. Rodari, infatti, nel secolo scorso ha sempre sostenuto l’assenza di una poesia per bambini, poiché la poesia è una e una soltanto, e tra queste ci sono alcune che sono comprese anche dai bambini, perché al loro interno ci sono tematiche interessanti che suscita curiosità anche ai bambini. Per Rodari, la poesia può essere prodotta soltanto da un poeta, è lui che se ne deve occupare. Inoltre, sostiene l’importanza di una poesia accessibile a tutti e gratuita, compito che deve svolgere la scuola, non solo mettendola a disposizione, ma soprattutto attraverso una divulgazione interessante. Con Rodari, come già detto, aprono nuovi scenari di pensiero, proprio come quello di Piumini. Essi, in contrasto con Rodari, sostiene che la poesia non ha un mero scopo didattico (Rodari), ma la sua essenza deve basarsi sull’aspetto estetico della poesia stessa. Inoltre, il concetto di ‘dar parola ai bambini’ cambia nei due studiosi. Rodari sostiene che significa rendere attivi e partecipativi i bambini, mentre Piumini ha una visione legata alla parola come essenza dell’individuo. 11. Legame tra musica e letteratura Il 1987 può essere definito come un anno notevole per quanto riguarda le relazioni tra arti e discipline narrative. Brown ripubblica la sua opera (music and literature) che si occupa proprio di questa comparazione. Tale opera era stata già pubblicata nel 1984, senza però ottenere il successo che meritava, cosa che invece è avvenuta tre anni dopo. Il concetto di comparazione, come dice lo stesso autore, sta ad indicare un qualcosa che include la narrazione artistica. Negli ultimi capitoli, lui va proprio ad occuparsi della relazione diadica tra letteratura e musica. Di due prospettive che riguardano la musica e la sua relazione con la letteratura e l’infanzia, è sicuramente la seconda ad occuparsi di questa triade. Questa, infatti, di occupa di capire di come la musica e i suoni, siano così importanti durante la crescita dell’infante, poiché sembra costruire una identità e soprattutto sembra suscitare emozioni e sentimenti che molto spesso sono legati alla lettura: ascoltare una canzone suscita le stesse emozioni di leggere un libro. Esponenti importanti sono Micheal Imberty e soprattutto Tito Saffioti. Il primo si occupa per lo più di capire come il suono e le melodie suscitino emozioni e comprende che spesso, la musica, crea emozioni con valenza emotiva ed affettiva. Saffioti invece, sulle orme di Elisabeth Green, prende in studio le ninna nanne italiane e fa uno studio su due filoni, da una parte nel contesto mamma-bambino, dall’altro nell’ambito del sonno e dei sogni dell’infanzia. 12. Dal linguistico al visuale (?) il cinema??? (se è quello che penso io) Durante lo sviluppo umano e quello della crescita dell’individuo, il mondo dell’immagine e i significati a lei collegati hanno fatto da semplice supporto alla parola, poiché si sostiene che sia essa l’essenza della comprensione di un testo e che soprattutto sia l’emblema di conoscenza e ricchezza culturale, mentre l’immagine viene definita come lo strumento usato dai meno abbienti, ma chi ha una acculturazione inferiore. Questo, però, è pratica innaturale, poiché vedere la parola come unico mezzo per acculturarsi, mette in crisi l’alfabetizzazione visiva e la sensibilità estetica che invece dovrebbe essere essenziale. Lo studioso Mitchell, quindi, conia il concetto di Picturial Turn, cioè l’interazione tra immagini, corpi e discorsi. Esso, infatti, è giunto alla conclusione che un individuo posto dinanzi ad una immagine e a tutte le variabili stilistiche si confronta con una alfabetizzazione visiva, che deve aver acquisito e che è altrettanto complessa quanto quella legata alle varie forme del leggere. Il picture turn non è quindi ‘moderno’ ma è sempre stato parte della storia dell’uomo, come per esempio con la nascita della fotografia. Le immagini suscitano emozioni, sensazioni, si nutrono di sguardi e ricorsi, portando alla luce esperienze che, non sempre il testo riesce a portar fuori. In assenza di alfabetizzazione visiva e quindi eliminando completamente il Picturial Turn, verrebbe meno anche il Visual literacy, cioè la capacità, davanti ad una immagine, si immergersi in essa, guardandola, studiandola e collegandone le esperienze vissute, dandone un significato. Se invece è il cinema, studiare direttamente il capitolo di riferimento. 13. La magia di ieri e di oggi La magia è sempre stata un elemento essenziale all’interno dei racconti popolari tramandati oralmente, come sottolineato anche dal capitolo delle fiabe, la magia è una modalità che permette di esternare i desideri di una comunità, attraverso i racconti. Come nelle fiabe e nei miti, essa è divenuta importantissima anche nei racconti fantasy contemporanei sia di oggi che in quelli del secolo scorso. Nel caso della magia nel secolo precedente, il suo uso è stato trattato con prudenza, quasi timore, poiché sembrava essere vista come qualcosa che andasse condannata. Un esempio recente è sicuramente il signore degli anelli, dove per lo più la magia veniva usata da personaggi malvagi e persino l’oggetto da eliminare, era incantato e, nello specifico, maledetto. Al giorno d’oggi, invece, la visione della magia è notevolmente cambiata. Anche qui, come esempio, riporto una delle saghe che più ha emozionato i lettori di tutto il mondo: Harry Potter. Il maghetto, infatti, insieme ai suoi amici, usa la magia sotto ogni suo aspetto e la rende parte integrante della sua vita. Anzi, la magia è il mezzo con cui riesce a fuggire dai soprusi della sua famiglia (gli zii) ed è anche l’unico mezzo che gli permetterà di sconfiggere il male. Mary Poppins può essere un altro esempio. 14. Cosa è il silent book? Esempi e autori I silent book sono quegli albi illustrati dove è la parola ad essere completamente assente. Essi, infatti, non hanno alcun testo ad accompagnare la lettura ma sono le immagini a veicolare l’intera storia. Così facendo, ogni individuo che entra a contatto con l’albo, può dare una propria interpretazione, a seconda non solo delle esperienze ma anche ndella capacità di visual literacy che un bambino ha avuto nell’arco della sua infanzia. I silent sono inclusivi, poiché non hanno simboli che possono non essere compresi, ma sono adatti a tutti (quasi). Essi si occupano anche di creare intrecci tra i bambini e l’ambiente. Esempio eclatante è sicuramente il silent book di Sanna, Fiume lento. Iela Mari, è colei a cui dobbiamo la scrittura del primo silent book. Il primo, scritto nel 1960, è il bruco e la farfalla. 15. Ruolo della poesia nella scuola. Autori di poesie per bambini (Piumini, Tognolini e Rodari) La scuola, secondo Rodari, dovrebbe essere il mezzo con cui il bambino continua il suo contatto con la poesia. Essa, infatti, dovrebbe permettere a tutti i bambini di accedere al mondo della poetica per bambini, il tutto rendendola interessante, attraverso temi vicini all’infanzia e all’adolescenza, per far si che i bambini possano trovarla vicina alle loro esperienze e non così astratta come invece la scuola tradizionale fa. 16. Gli altri media oltre il libro L’utilizzo di libri-game… (già spiegati), ma anche di applicazioni che possano racchiudere libri e riviste all’interno dello smarthphone, sotto forma di ebook. Altro media può essere il graphic-novel o il fumetto, che svolge sempre un lavoro di racconto di storie e avventure ma che viene accompagnato dalla presenza di un sessguirsi di immagini che permettono un pieno coinvolgimento da parte dell’individuo. Altro ancora abbiamo il cinema… 17. Cosa è il romanzo di formazione e esempi l romanzo di formazione o Bildungsroman (dal tedesco) è un genere letterario riguardante l'evoluzione del protagonista verso la maturazione e l'età adulta tramite prove, errori, viaggi e esperienze, nonché la sua origine storica. In passato lo scopo del romanzo di formazione era quello di promuovere l'integrazione sociale del protagonista, mentre oggi è quello di raccontarne emozioni, sentimenti, progetti, azioni, svelate nella loro genesi interiore. Esempi importanti a livello di letteratura per l’infanzia abbiamo Cuore di De Amicis, le avventure di pinocchio, di Collodi, Harry Potter. 18. Differenza tra fiaba e favola? Fiaba: la fiaba è molto spesso scritta per mano di un autore, è breve, semplice e con una morale spesso esplicitata. I suoi personaggi sono spesso animali, raramente esseri umano, ma gli animali stessi sono rappresentanti di vizi e virtù degli esseri umani stessi. Favola: proviene sempre da un tramando orale, viene trascritta successivamente. E’ alla base dei desideri umani, un modo per gli esseri umani, di allontanarsi dal mondo reale e entrare in vite e realtà fantastiche, magiche. Lo scopo principale è quello di divertire, far entrare in contatto con realtà magiche e irrealistiche ma ha anche la capacità di dire l’indicibile, attraverso temi ricorrenti come la morte o l’orfanezza. 19. Il ruolo della madre? Lo stimolo alla lettura Il ruolo della madre, soprattutto nei primi mesi di vita, diventa essenziale non solo per una questione di attaccamento, ma anche per quell’ambito che sta tanto a cuore alla letteratura per l’infanzia, cioè la formazione dell’identità del piccolo lettore. La voce della mamma è, infatti, uno dei primi suoni che il bambino sente durante la gestazione e la sua crescita nel grembo materno. E’ un suono costante, che si ripete spesso e crea, verso quel suono, una sicurezza importante per il bambino. Già nei primi 1000 giorni, il contatto con la lettura da parte del bambino è fondamentale e se è la madre che, durante l’arco della giornata a svolgere tale compito, la lettura diventa luogo sicuro. La lettura, per il bambino, diventa quindi luogo magico, che gli permette di entrare a contatto con un mondo diverso ma che può suscitare emozioni e creare così un interesse verso quel super potere che l’adulto, in questo caso la madre, ha. 20. Il romanzo Capitolo 14, il romanzo nasce in Inghilterra durante i primi anni del 700 ma prende completamente piede verso la metà dell’800. Si può definire romanzo tutto ciò che parla di altri romanzi, che è infinito, è in continuo mutamento poiché da sé nascono altri romanzi e altre idee. Il romanzo suscita emozioni, occupa spazi e realtà, pretende del tempo che viene tolto a obblighi morali. Il romanzo per ragazzi deve restare un romanzo, far parte di quella categoria, nonostante spesso i temi che vengono inclusi sono succubi di norme sociali molto restrittive. Tra i temi che maggiormente toccano il romanzo è sicuramente quello dell’orfanezza infantile, la morte di figure che inevitabilmente portano via al bambino la propria infanzia. I protagonisti di questi romanzi sono spesso vittime di guerre, abbondono e violenze. Sono personaggi fragili che però dimostrano coraggio davanti alle avversità (da qui si riprende spesso il romanzo di formazione). Questi romanzi e i loro autori, sono spesso vittime di norme sociali e censure, che attaccano ciò che l’autore scrive. Si pensa che il romanzo renda folli, pazzi, allontana dai propri compiti e obiettivi per entrare in mondi irrealizzabili e costruire esperienza magiche. Inoltre, il romanzo piace molto alle giovani, così facendo, però, esse diventano ribelli, emancipate, combattono per raggiungere i propri sogni. Il romanzo fa parte dell’inutile perché non da nozioni filosofiche o letterarie, ma apre la mente e così facendo crea educazione e didattica. Esempi: La guerra dei bottoni, romanzo vittima di restrizioni e censure poiché non è romanzo per bene. I bottoni che cadono lasciano nudi, denudano il proibito. L’età d’oro denuncia il mondo degli adulti visto dal mondo dei bambini. L’infanzia è età d’oro che è costretta a scomparire. I contesti sono diversi, eppure entrambi denunciano il mondo dell’adulto e soprattutto la dispersione dell’infanzia. Il romanzo, quindi, deve essere libero, non censurato ma parlare di temi vicini all’infanzia, non sempre conformi alle norme sociali. Antonio Fati definisce i romanzi censurati, che sono vittime di norme imposte, per essere accettati a scuola, ‘antiromanzi’. Nessun romanzo è puro, nessun libro è innocuo. 21. Cosa è il crossover? Per crossover si intende quel momento in cui un romanzo per ragazzi, viene letto anche da un pubblico adulto, (e viceversa) incrementando la sua stessa fama e raggiungendo un pubblico più vasto. Harry Potter esempio più eclatante oppure ‘lo strano caso di un cane ucciso a mezzanotte’- 22. Pensiero critico della Borruso sul manuale? La professoressa Borruso descrive il manuale rintracciando dei temi ricorrenti nella narrativa per ragazzi, dalla famiglia alla scuola tradizionale fino alle nuove forme di famiglia, di comunicazione ma anche il nuovo modo di essere scuola, educazione e relazione di cura. 23. Da cosa è composta la letteratura per l’infanzia? Filastrocche, fiabe, favole, ninna nanne, poesie, racconti, romanzi, fumetti, albi illustrati… 24. Definire albo illustrato, romanzo e fumetto - Albo illustrato può essere definito come un gioco, un oggetto di design o comunque un qualcosa che suscita curiosità. Esso, infatti mette a disposizione un numero variabile di forme, colori e storie, mettendo in relazione sia le immagini che le parole, dove non c’è una che predomina sull’altra, ma al contrario creano un senso di armonia che catapulta il bambino in una realtà diversa ma vicina a se e alle sue esperienze. Permette a chi lo legge di dare una propria interpretazione, di ritrovarsi nelle sue immagini grazie a ricordi e a esperienze. I bambini vogliono viverla a pieno questa avventura, rendendola autobiografica e immergendosi nelle avventure del protagonista. - Il romanzo è invece tutto ciò che è continuo di un altro romanzo. E’ infinito, si trova ovunque, occupa spazio, occupa la mente e il tempo, sottraendolo a quei compiti quotidiani di cui si è succubi. Rende pazzi, folli, allontana dalla realtà e fa vivere realtà inesistenti, mondi irrealistici. Ma permette alle fanciulle di ribellarsi, emanciparsi e di raggiungere quei sogni nascosti nei cassetti. - Il fumetto fa parte anch’esso della letteratura per l’infanzia, ma a differenza di quelli sovrastanti, il modo di sviluppare la storia cambia radicalmente, come è diverso anche a livello di storia. La storia che viene raccontata presenta meno dettagli a livello testuale, poiché tali dettagli vengono sostituite dalle immagini, di solito in bianco e nero. Esso ha la capacità, quindi, di immergere il bambino completamente nelle idee dell’autore, di come quest’ultimo ha immaginato la storia e le caratteristiche dei personaggi.