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Domande esame

Riconoscere la focalizzazione del seguente testo: focalizzazione zero

"Un trapezista, come si sa quest'arte che si pratica in alto nelle cupole dei grandi palcoscenici di varietà è una delle
più difficili tra tutte quelle in cui gli uomini possono cimentarsi, all'inizio soltanto per la ricerca della perfezione,
in seguito anche per abitudine, divenuta tirannica, aveva regolato la sua vita in modo da restare giorno e notte sul
trapezio, per tutto il tempo in cui restava in una stessa compagnia. Si faceva fronte a tutte le sue necessità, invero
molto modeste, con l'ausilio di inservienti che si alternavano, vigilando in basso e mandando su e giù tutto quello
che serviva in alto, in appositi contenitori." Kafka, 1924

1. Analizzare le seguenti pubblicità secondo le categorie di Floch.

Quattro tipologie di valorizzazione:

• Pratica: riguarda i valori d'uso, i valori utilitari di un prodotto (comfort, maneggevolezza, affidabilità,
robustezza).
• Utopica: riguarda i valori esistenziali, non i bisogni materiali ma quelli relativi alla sfera personale (vita,
amore, morte, avventura).
• Ludica: esalta le qualità estetiche di un prodotto, come la bellezza, non i valori d'uso o utilitari.
• Critica: riguarda il rapporto qualità prezzo, costo innovazione, di un prodotto e non i valori esistenziali.

Quattro tipologie di pubblicità:

• Referenziale: riguarda la praticità e l'utilità di un prodotto, è un tipo di pubblicità realistica con foto e
immagini reali, non fa uso di disegni.
• Mitica: riguarda il prodotto come portatore di valori, crea un'atmosfera di sogno, finzionale e non
realistica.
• Sostanziale: esalta le qualità materiali ed estetiche di un prodotto (piacevolezza, gusto nel caso di prodotti
alimentari).
• Obliqua: si rivolge ad un pubblico di nicchia, richiede l'interpretazione e la codifica del destinatario,
utilizza le tecniche del paradosso, dell'ironia, le citazioni e i giochi metalinguistici.

Pubblicità Volkswagen: valorizzazione pratica, pubblicità obliqua, iperbole.

Pubblicità Pringles: valorizzazione ludica, pubblicità sostanziale, iperbole.

Pubblicità Heineken: valorizzazione utopica, pubblicità obliqua, riferimenti intertestuali / metafora.

Pubblicità Barilla: valorizzazione ludica, pubblicità sostanziale, metalessi.

2. In che modo la lettura agisce sul corpo?

La lettura, in particolare la lettura di fiction e di narrazioni finzionali, è divenuta uno strumento terapeutico, un
attrattore neurocognitivo e, grazie all'indice edonico, anche una grande fonte di piacere. Nelle finzioni infatti,
l'uomo può sperimentare situazioni ed eventi che possono sussistere anche nella vita quotidiana, in maniera
sicura, al riparo da conseguenze nocive. Le fiction, oltre a comportare la simulazione di esperienze, favoriscono
l'empatia, migliorano le abilità di mind reading e stimolano le capacità di problem solving del lettore. Durante la
lettura, il corpo inizia a mettere in circolo l'ossitocina, la molecola responsabile dell'empatia e della
socializzazione. Una narrazione inoltre per influire sul corpo deve conformarsi al cosiddetto flusso PECMA, che
consiste in un insieme di percezioni, emozioni, cognizioni e azioni motorie che inducono il corpo a reagire/ad
una reazione.

3. Perchè la saga produce forte empatia nel lettore?

La saga ha il compito di fungere da coagulante sociale attraverso aspetti quali la consanguineità, il vincolo di
parentela, la faida, il concubinaggio, la vendetta e l'ereditarietà. La saga è un forte attrattore empatico perchè
durante la sua lettura, si innesca un processo di empatia che consente ai lettori di sentirsi parte integrante della
comunità dello storyworld, inoltre migliora il senso di appartenenza di gruppo.
Esempi di saghe che hanno portato il lettore ad immedesimarsi efficacemente nei personaggi e quindi provare
empatia per loro, sono Harry Potter e Games of Thrones. Esse infatti sono in grado di far immergere il
lettore/spettatore nella storia e di permettergli di capire sentimenti, emozioni e intenzioni dei personaggi che la
popolano, attraverso l'empatia e il mind reading.

4. Che cos'è l'immersività e quali effetti produce?

L'immersività è quel processo che consente al lettore di immedesimarsi nella narrazione e nei personaggi che la
popolano, il termine immersività significa letteralmente "immergersi nelle storie". Uno degli aspetti fondamentali
per favorire maggiormente l'immersività del lettore è il fatto che la storia debba essere il più possibile credibile e
verosimile. Inoltre l'autore deve saper catturare l'attenzione del lettore in modo tale da farlo affezionare ai
personaggi dello storyworld e a far sì che egli si preoccupi riguardo alla loro sorte e agli eventi che si susseguono
nella storia.

5. Che cos'è il grouping? Fai riferimento a degli esempi.

Il grouping consiste nel raggruppamento di tutto ciò che il lettore/spettatore percepisce, in quanto il cervello
riconfigura inconsapevolmente ciò che è stato percepito e lo riconduce a ciò che è depositato nella memoria
sensoriale. L'attività neuronale del grouping ci permette di nominare, categorizzare, determinare e conferire
un'etichetta a ciò che vediamo. Un esempio di grouping efficace è ritrovabile nella saga Games of Thrones di
George Martin.

6. Che cos'è il peak shift? Fai riferimento a degli esempi.

Il peak shift, ossia spostamento del picco o dell'apice, consiste nell'amplificazione o ridimensionamento dei tratti
distintivi di un personaggio. Si tratta di un meccanismo automatico e inconscio di riconoscimento che determina
i tratti tipici di una figura, un oggetto o un'ambientazione. Anch'esso è efficacemente ritrovabile nella saga
Games of Thrones di George Martin.

7. Che relazione esiste tra lettura e neuroni specchio?

I neuroni specchio svolgono un ruolo fondamentale nell’imitazione, codificando l’azione osservata e rendendone
possibile una replica. Questo significa che il cervello umano sa fare e simula tutto ciò che vede fare agli altri. La
lettura è un ottimo campo per sperimentare l'imitazione di azioni e la simulazione di eventi e situazioni
possibilmente verificabili anche nella vita quotidiana. Di conseguenza, si può affermare che la lettura sia un
metodo efficace per fare esperienza e per permettere ai neuroni specchio di allenarsi in vista di eventuali
situazioni reali.

8. Che cos'è il mind reading?

Il mind reading, detto anche Teoria della Mente, è la capacità di leggere, codificare e interpretare le intenzioni di
un individuo, riconoscendone anche espressioni, emozioni e stati mentali. Consiste nella capacità di fare
previsioni riguardo gli stati interiori di un individuo, cioè stati che non sono esternamente osservabili.
Inoltre possiede l'abilità di organizzare e comunicare l'esperienza in forma narrativa. Il mind reading si sviluppa
già a partire dalla primissima infanzia e la lettura è un ottimo metodo per svilupparlo e migliorarlo anche in età
adulta.

9. Che cosa sono il frame e lo script?

Il frame, o schema, corrisponde alla cornice. È l'operazione fondamentale che il cervello compie per definire
astrattamente una cosa che vediamo concretamente.
Il frame è quindi l'operazione di incorniciamento o di etichettatura astratta di una situazione. Si basa sulla
convinzione che ogni esperienza umana venga compresa sulla base di un confronto con un modello stereotipico,
derivato da esperienze simili registrate nella memoria semantica. Si tratta di un apprendimento inconsapevole ed
implicito, che si sviluppa a partire dall'età di 3 anni.
Lo script corrisponde alla microsceneggiatura. È la capacità del nostro cervello di aprire tutte le possibili
situazioni che riguardano un evento, che sono già state registrate ed immagazzinate nella memoria semantica
attraverso il frame.
Infatti, una volta etichettata astrattamente un'informazione attraverso il framing,
lo scripting ne elabora una serie di situazioni possibili. Gli script inoltre possono essere situazionali, personali o
strumentali.

10. Che cos'è la focalizzazione interna, esterna e zero?

La focalizzazione è la percezione visiva, l'immaginazione e la conoscenza di qualcuno o qualcosa, solitamente


un personaggio, che si potrebbe anche rivelare inattendibile. Inoltre essa può variare all'interno del racconto.

La focalizzazione può essere interna, esterna o zero:

Nella focalizzazione zero o racconto non focalizzato, vi è un narratore onnisciente che conosce tutto della storia
e che sa più dei personaggi che descrive, egli vede dall'alto anche in luoghi lontani rispetto a quelli in cui si svolge
l'azione. In questo tipo di focalizzazione il narratore palesa la propria presenza nel testo attraverso commenti,
giudizi e appelli al lettore (es. Manzoni nei Promessi Sposi).

Nella focalizzazione interna il punto di vista è quello di un personaggio del racconto, quindi il
narratore/personaggio dice solo ciò che vede e conosce. Può essere fissa, variabile o multipla a seconda dei
personaggi che si alternano come narratori.
La focalizzazione interna è fissa quando vi è un unico personaggio a raccontare la storia, è variabile quando ve ne
sono più di uno, è multipla quando uno stesso evento viene narrato da diversi personaggi.

Nella focalizzazione esterna il punto di vista è quello di un narratore esterno, nascosto, che sa meno dei
personaggi descritti, i quali agiscono davanti al lettore senza che egli conosca i loro pensieri e sentimenti. In
questo tipo di focalizzazione vengono presentate solo le parole e le azioni dei personaggi, non i loro pensieri e
sentimenti, a differenza della focalizzazione interna.

11. Che cosa sono ellissi, sommario, pausa, scena ed estensione?

Il termine ellissi significa mancanza, è una strategia retorica che consiste nell'omissione di una o più parole e che
comporta una forte dose di ambiguità, poichè il destinatario del messaggio deve tentare di ricostruire il
significato dell'enunciato o attendere che esso sia chiarito dal seguito del discorso. L'ellissi può
essere temporale, implicita o esplicita.

Il sommario, detto anche panorama o riassunto, si ha quando un tempo narrato relativamente lungo corrisponde
e viene espresso in un testo narrativo relativamente breve, che racconta quindi solo gli aspetti principali e
selezionati di un evento.

La scena si verifica quando un segmento di un racconto (un testo narrativo) equivale al tempo narrato che esso
rappresenta, come avviene nel dialogo.
La scena appartiene all'ambito dello showing, mentre il sommario all'ambito del telling. La scena inoltre è un
procedimento stilistico tipico dei film.

L'estensione si ha quando il tempo del racconto (tempo del discorso) è più lungo del tempo della storia,
procedimento creato spesso tramite la ripetizione di parole. Nei film l'estensione viene resa tramite lo slow
motion.

La pausa si verifica quando una parte del tempo del discorso corrisponde ad un arresto del tempo della storia, in
questo caso si può dire che il racconto si fermi.
Si può trovare nelle descrizioni, dove infatti l'azione non è presente.

12. Qual è la differenza tra tempo della storia e tempo del discorso?

Il tempo della storia è il tempo reale in cui si sono svolti i fatti, mentre il tempo del discorso è il tempo impiegato
a raccontare i fatti all'interno della narrazione.
Il plot è l'insieme di eventi e azioni nell'ordine in cui sono presenti nel racconto, mentre la fabula è l'insieme di
eventi e azioni accaduti in ordine cronologico.
La fabula corrisponde al tempo della storia, mentre il plot al tempo del discorso.

13. Qual è la differenza tra round characters e flat characters?

I flat characters sono personaggi piatti o a due dimensioni, poco approfonditi dal punto di vista morale e
psicologico. Il lettore li riconosce non appena entrano in scena e una volta terminata la lettura, se li ricorda
perchè sono largamente prevedibili, inoltre possono essere riassunti con una frase o con un epiteto.
Esempi di flat characters sono gli eroi delle fiabe e i personaggi di Charles Dickens.

I round characters sono personaggi a tutto tondo, si tratta di individui più articolati e caratterizzati, che proprio
per la loro complessità risultano maggiormente credibili. Esempi di round characters sono i personaggi di Fedor
Dostojevskij e di Jane Austen.

14. Che cos'è l'intertestualità?

Gerard Genette distingue 5 tipologie di transtestualità, ossia la relazione, manifesta o segreta, di un testo con
altri testi. Una di queste tipologie è l'intertestualità, che consiste nella presenza effettiva di un testo in un altro
testo. Si manifesta in vari modi, tra i quali la citazione, l'allusione, la parodia, il pastiche, i clichè, gli stereotipi, il
plagio, la riscrittura, la trasposizione e molti altri procedimenti.

La citazione è la forma più semplice di intertestualità, utilizza la ripetizione e si verifica quando un testo è inserito
dichiaratamente in un altro testo.

L'allusione consiste nel riferirsi ad un testo senza tuttavia nominato esplicitamente, lasciando quindi al
destinatario il compito di decodificare l'enunciato.

La parodia è una relazione ironico satirica tra un ipotesto serio e un ipertesto comico, per esempio si verifica
quando uno stile alto/elevato viene utilizzato per narrare eventi banali e quotidiani.

Il pastiche è una mescolanza di varie imitazioni, assume intenti critici e dissacratori, vuole sottolineare
l'inadeguatezza dello stile imitato. Nel pastiche l'imitazione è chiaramente riconoscibile ed esplicitamente
dichiarata. Inoltre il pastiche può essere di tipo satirico (e in questo caso viene definito caricatura) o di tipo
ludico.

La riscrittura postmoderna è la convinzione che tutto sia già stato detto o scritto e che quindi sia necessario
modificare dei testi già esistenti o riscriverli in forme nuove. La riscrittura può assumere le forme della
trasposizione, espansione (quando i testi vengono ampliati) o dislocazione (quando i testi vengono collocati in
un nuovo scenario o storyworld).

La metafinzionalità è la capacità dello storytelling di riflettere su se stesso, le narrazioni metafinzionali sono


costruite sull'opposizione tra l'illusione finzionale del testo e la sua messa a nudo.

La transfinzionalità avviene quando due o più testi condividono elementi quali personaggi, ambientazioni e
mondi finzionali, cela il legame con altri testi e non cita nè riconosce dichiaratamente le proprie fonti di
imitazione.

La narrazione controfattuale modifica un evento del passato creando un nuovo scenario narrativo, crea quindi
una storia alternativa.

La paratestualità consiste in tutte le relazioni che il testo letterario instaura con gli elementi che lo circondano,
come la quarta di copertina.

La metatestualità è la relazione critica in base alla quale un testo diventa oggetto di commento o di
interpretazione da parte di un secondo testo.
L'ipertestualità è la relazione che unisce un testo anteriore detto ipotesto, a un testo posteriore detto ipertesto, si
manifesta attraverso trasformazioni semplici (es. Odissea di Omero con Ulisse di James Joyce)
oppure attraverso l'imitazione (es. Odissea di Omero con Eneide di Virgilio).

L'architestualità è la relazione che un testo intrattiene con le diverse tipologie di generi discorsivi retorici e
stilistici.

15. Figure retoriche

Sineddoche: figura retorica che implica il trasferimento di una parola al posto di un'altra mediante l'ampliamento
o la restrizione di senso. La parte sta per il tutto, il singolare sta per il plurale (es. il mare è solcato da vele, in cui il
termine vele sta per imbarcazioni, esempio di parte per il tutto poichè la vela è una parte della barca).

Metalessi: figura retorica che ricorre ad una parola in entrambe le sue diverse accezioni (es. credenza intesa sia
come mobile, sia come opinione). La metalessi può essere ascendente (quando la finzione pervade la realtà,
inquinandola) oppure discendente (quando la realtà pervade la finzione, rendendola più realistica).

Aposiopesi: figura retorica che prevede l'interruzione improvvisa di un enunciato e la soppressione di una sua
parte o l'allusione diretta a qualcosa che viene taciuto, spesso si manifesta tramite l'uso dei 3 puntini di
sospensione (es. di Paolo non posso che parlare bene, di Gianni invece...).

Reversio/Regressio: strategia retorica che consiste nel dire una seconda volta ciò che è già stato detto ma in un
ordine inverso (es. la vita cambia, cambia vita).

Antifrasi: figura retorica che consiste nel dire esattamente il contrario di ciò che si pensa (discorso antifrastico).

Antitesi: strategia retorica che consiste nel considerare una cosa unitamente al suo opposto, simile all'antifrasi.

Preterizione: figura retorica che consiste nell'affermare che si sta omettendo qualcosa, si finge di non voler dire
ciò di cui in realtà si sta parlando a chiare lettere (es. del tuo comportamento offensivo, meglio tacere).

Metafora: figura retorica che consiste nella sostituzione di una parola con un'altra parola che abbia con la prima
un rapporto di similarità. Prevede la presenza di due campi semantici in reciproco riferimento similare (es. ci
vorrà un sacco di tempo, mi farà diventare matto, dove il termine "sacco" sta per "tanto tempo").

Catacresi: forma di metafora morta o assopita che entra a far parte del linguaggio comune e quindi perde
significato (es. le gambe del tavolo, ai piedi del monte).

Anfibologia: figura retorica che letteralmente significa "doppio senso" e consiste nello sdoppiare i significati
delle parole, sovrapponendo due campi semantici differenti. L'anfibologia rappresenta una forma di oscurità che
opera per sottrazione, in quanto il destinatario deve codificare e interpretare il significato dell'enunciato. Inoltre è
tendenzialmente ironica e rivolta ad un target prettamente giovanile. Esempi di anfibologia sono ritrovabili
nella pubblicità di Pepsi che cita "Fai come Maradona, abbandona la Coca", oppure nella pubblicità di
un'aspirapolvere che cita "Milano pulita è l'aspirazione di tutti".

Paronomasia: figura retorica che consiste nell'accostare due o più lessemi di significato diverso, ma simili alla vista
e all'udito. Si tratta quindi di due parole semanticamente diverse ma uguali per suono e per grafia (es.
stella/stalla).

Ipotiposi: figura retorica che esagera la descrizione della realtà mediante espressioni che la amplificano, per
eccesso o per difetto. Viene utilizzata per aumentare l'indice di visibilità di un oggetto rendendolo meglio
percepibile.
L'ipotiposi è simile all'iperbole perchè consiste in un esagerazione.

Iperbole: figura retorica che aumenta o diminuisce le dimensioni di ciò di cui si parla, è una forma di
esagerazione (es. sei leggero come una piuma, ci hai messo un secolo, quella casa è gigante).

Chiasmo: prima struttura AB, poi struttura BA (es. il libro è bello, è bello il libro).
Litote: figura retorica che consiste nell'enunciare la negazione del contrario di ciò che letteralmente si afferma.
Un esempio evidente di litote è rappresentato dalla pubblicità di sensibilizzazione a favore dei non vedenti che
cita "Il guaio dei non vedenti è quello di vivere in un mondo di ciechi", dove il termine non vedente significa
appunto cieco.

Anafora: figura retorica che consiste nel ripetere una o più parole all'inizio di frasi per sottolineare un concetto
(es. è tempo di fiducia, è tempo di fabia).

Epifora: figura retorica che consiste nel ripetere una o più parole alla fine di frasi per rafforzarne l'importanza.
(es. raffreddori grandi, fazzoletti grandi).

Epanadiplosi: l'inizio coincide con la fine.


Anadiplosi: la fine coincide con l'inizio.

Ossimoro: figura retorica che consiste nell'accostamento di due parole il cui significato sia opposto, nel senso di
contrario o contradditorio. Spesso si tratta di un nome unito ad un aggettivo (es. ghiaccio bollente, doloroso
piacere).

Ellissi: figura retorica che consiste nell'omissione pura e semplice di una sezione del contenuto, come avviene
nei proverbi (es. "oggi a me, domani a te" omette il termine "tocca" e sta a significare "oggi tocca a me, domani
tocca a te").

Epanalessi: figura retorica che consiste nella ripetizione consecutiva di una stessa parola o di uno stesso sintagma
allo scopo di accrescerne l'intensità semantica (es. il gelato è buono buono). Sostituisce in genere gli
aggettivi superlativi.

Metonimia: figura retorica che consiste nell'indicare oggetti attraverso parole che abbiano con i primi un
rapporto di contiguità logica e materiale. Si usa per indicare la parte per il tutto (es. legno per barca, corona per
monarchia, armi per guerra).

Personificazione: figura retorica che consiste nel dare a oggetti non viventi o astratti delle caratteristiche umane o
reali, concrete (es. il vento sta soffiando).

Onomatopea: figura retorica che consiste in segni che assomigliano o rinviano a dei suoni (es. din don per
indicare il suono del campanello).

16. Che cos'è il paratesto?

Il paratesto designa tutti quegli elementi che contornano e prolungano un testo per presentarlo o meglio
renderlo presente. Questi elementi sono il titolo, l'esergo, cioè un motto o una citazione presenti all'inizio del
testo, l'epilogo e la dedica.

17. Che cos'è la Gestalt?

La Gestalt è una scuola tedesca di psicologia sviluppatasi a Berlino nel XIX secolo. Il termine Gestalt
letteralmente significa forma. Secondo gli studiosi della Gestalt, i sensi svolgono un ruolo attivo
nell'interpretazione della realtà. Essi sostengono che nei primi mesi di vita la percezione di un essere umano è
sinestetica, cioè uno stimolo può evocare immagini, gusti e odori allo stesso tempo. Gli psicologi della Gestalt
hanno formulato delle leggi che regolano la visione nei processi di lettura, esse sono: la legge della somiglianza
(tendenza a raggruppare elementi simili tra loro), la legge della vicinanza (tendenza a percepire gli oggetti vicini
tra loro come appartenenti ad un'unità), la legge del destino comune (tendenza a percepire gli elementi che si
muovono insieme, nello stesso tempo e nella stessa direzione, come appartenenti ad un'unità), la legge della
chiusura (tendenza a percepire gli elementi che creano figure chiuse, simmetriche e regolari, come appartenenti
ad un'unità, tendenza a chiudere i margini di una figura), e infine la legge della continuità di direzione
(tendenza a percepire gli elementi che presentano una continuità di direzione temporale e spaziale, come
appartenenti ad un'unità). L'apparire delle forme è inoltre regolato dal principio di pregnanza (le figure
maggiormente visibili sono quelle regolari, simmetriche, equilibrate e coese) e dal principio figura sfondo o
principio di contrasto (il cervello opera una scelta percettiva tra due immagini).

18. Quali sono i 3 tipi di suspense?

Direct suspense: quando il narratore/personaggio tiene il lettore all'oscuro su che cosa accadrà e sul momento
nel quale l'evento accadrà. Il lettore è in uno stato di vulnerabilità emotiva, prova paura per l'imprevedibilità del
testo. È caratteristica del genere horror, nel quale il destinatario prova terrore di fronte all'ignoto.

Shared suspense: quando vi è una distribuzione identica di informazioni tra il narratore e il destinatario. Il lettore
prova ansia ed empatia per il personaggio e scopre insieme a lui passo dopo passo gli eventi che accadranno.

Vicarious suspense: è la tipologia più diffusa di suspense, si verifica quando il destinatario è più e meglio
informato dei personaggi riguardo agli eventi che avverranno. Il lettore è quindi privilegiato nella conoscenza
degli accadimenti della storia, prova angoscia per la sorte del personaggio ma non nutre dubbi o incertezze.
Inoltre adotta gli stessi scopi e obiettivi del protagonista e assume un autocontrollo maggiore in quanto sa già
cosa succederà.

19. Che cos'è il camouflage e come viene utilizzato in pubblicità?

Il camouflage è un tipo di mimetismo, significa camuffarsi e nascondere la propria identità, sia esteriore che
interiore. I tre tipi di camouflage sono l'invisibilità, il travestimento e l'intimidazione. L'invisibilità è quando i
personaggio cerca di confondersi e mimetizzarsi con lo sfondo, il travestimento è quando un personaggio cerca
di vestirsi con i panni di altri per nascondere la propria identità, infine l'intimidazione consiste sia nel
travestimento sia nel mettere paura all'avversario.

20. Caratteristiche della suspense:

La suspense è alimentata dall'ellissi, è legata a quando vengono dati degli indizi su azioni che devono avvenire ma
le azioni non sono specificate creando ansia nel lettore, azione preannunciata ma che avviene dopo un lungo
periodo di tempo tenendo incollato il lettore/spettatore alla televisione/pagine del libro, è dipendente dal tempo,
la suspense è inversamente prooporzionale alle possibilità che un personaggio ha di sopravvivere, è maggiore
quando ad un personaggio si verificano eventi spiacevoli, è più alta quando interessa fenonemi di serializzazione
tipica delle fiction o delle serie televisive ad episodi, genera sospensione nel destinatario.

21. Caratteristiche della fiction:

Procura empatia nel lettore, i personaggi sono caratterizzati a livello psicologico, grazie alla fiction si verificano
sleeper effects cioè effetti assorbiti dal lettore o dallo spettatore, vengono assimilate con il tempo e quindi sono
durature, permettono di risolvere problemi quotidiani legati alla vita reale, è staccata dalla realtà e quindi il lettore
si estranea dal contesto in cui opera, si stacca dalla propria identità e di conseguenza si immedesima di più nei
personaggi.

Altre Domande

Perchè la suspense si afferma soprattutto a partire dalla modernità?

Che cosa sono i fenomeni di serializzazione?

Che cos'è un iconotesto?

Che cos'è una sospensione?

Differenza tra semiotica plastica e semiotica figurativa.

Differenza tra struttura esoforica e struttura endoforica di una saga.

Che cos'è l'isomorfismo?


Che cos'è un best seller?

Quali sono le categorie pubblicitarie di Jacobson?

Differenza tra aggettivi connotativi e aggettivi denotativi.

Differenza tra ipotesto e ipertesto.

Differenza tra figurante e figurato in una metafora.

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