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L’incontro e lo scambio
L’esperienza letteraria costituisce un incontro, uno scambio che non avviene attraverso l’atto di
comunicazione, ma che si realizza nel momento in cui il linguaggio si trasforma in intrecci di
vissuti durativi. L’oggetto di questo scambio non è soltanto l’autore che crea il testo ma
anche i lettori. Entrambi si impegnano in questa attività, alla quale si accompagna una certa
fatica.
“La lettura esige tempo, implica sforzo… si tratta di un lavoro…”, Spinazzola
Infatti, quando leggiamo eseguiamo delle operazioni cognitive:
➔ Elaboriamo ipotesi
➔ Organizziamo connessioni di fatti
➔ Memorizziamo gli eventi nel tempo
Facciamo questo lavoro perché ci aspettiamo come remunerazione una capacità più
energica e coltivata.
Fantasticheria
La fantasticheria può solo appagarci per qualche momento. Non possiamo comunicarla
perché ce ne vergogniamo. Osserva Freud:
“A differenza del bambino che gioca, l’adulto si vergogna delle sue fantasie e le
nasconde coltivandole come cose private e intime: in genere preferisce confessare le
proprie colpe piuttosto che comunicare le proprie fantasie.”
Inoltre, i prodotti dell’immaginazione sono inaffidabili, evanescenti. Se noi li
strutturiamo dedicando loro tempo e costanza, saremo inghiottiti e perderemo il contatto
con la realtà.
Atteggiamento estetico
● L’esteticità diffusa che ci circonda e attrae la nostra attenzione sugli oggetti del mondo
non può occupare il primo piano della nostra vita. Se stiamo guidando ci è preclusa
la possibilità di contemplare il riverbero del sole sull'asfalto o a porre a confronto i diversi
spessori dei rami degli alberi.
L’atteggiamento estetico, come l’immaginazione, ha dunque bisogno di cornici. Cornici
istituzionali o rituali, al cui interno siamo protetti e possiamo piangere, ridere,
assumere diverse identità, vivere cronotopi diversi da quello in cui ci troviamo.
Dentro la cornice, vi è il territorio dell’arte quale campo di esplorazione inesauribile,
dove i sensi si spalancano e i nessi si moltiplicano senza pericolo.
Interesse
● “Interesse, interessante: questi sono i termini chiave per indicare le reazioni del lettore di
fronte al testo.” Spinazzola
Osserviamo l’area semantica del termine interesse che rinvia al dominio dell’economia
per confermare il fatto che “per chi legge… il testo deve avere un valore di scambio
adeguato” in quanto il lettore si dedica alla lettura e si prefigge di trarne una
remunerazione adeguata.
Immaginazione
● È la spinta immaginativa che costituisce il motivo principale della decisione di leggere.
L’esperienza letteraria è dunque un incontro di immaginazioni: senza la mia
immaginazione, quella dell’autore si ridurrebbe ad una serie d’inchiostro; viceversa, la
mia immaginazione non può proseguire se non con la guida dell’immaginazione
dell’autore. Si tratta di un’attiva passività e di una passiva attività.
CAPITOLO V
Personaggio a tutto tondo: in diretto contrasto ad un personaggio piatto, uno a tutto tondo (o
“tridimensionale”) è realistico e subisce un efficace arco di trasformazione. Ha un conflitto
interiore, subisce un significativo sviluppo del personaggio, vive cambiamenti mentali o
emotivi e ha una personalità sfaccettata.
Nomi propri
I racconti e i romanzi possono iniziare con l’introduzione del protagonista, di un altro
personaggio, mediante il suo nome proprio. Il nome avvisa il lettore dell’esistenza di un
personaggio, ovvero di un individuo inteso nella sua singolarità e che nel seguito potrà essere
caratterizzato mediante l’attributo di proprietà. L’uso iniziale del nome proprio sarà vuoto poiché
non attribuisce proprietà.
Un testo narrativo, in sintesi, dice innanzitutto che ci sono numeri di individui che hanno
certe proprietà e che stanno in certe relazioni gli uni con gli altri.
Un personaggio può essere introdotto anche con una combinazione di nome proprio e
descrizione definita, come il principe Andrej in Guerra e Pace di Tolstoj. Il nome proprio può
essere affiancato da una definizione o da un soprannome per fornire una prima definizione. In
seguito, attraverso il contenuto, il personaggio si costruisce.
Esempio: Rosso Malpelo: Malpelo è un soprannome che deriva da un’espressione
descrittiva e che quindi presenta il personaggio nella luce di quella descrizione
Un testo narrativo può essere definito come un testo sulla scorta del quale ci
rappresentiamo un insieme di personaggi e altre entità particolari, con certe proprietà e
in certe relazioni.
Caratterizzazione
Definizione: costruzione progressiva della fisionomia del personaggio.
Le proprietà attribuite ai personaggi e alle altre entità del mondo narrativo non consentono solo
di identificare gli uni e le altre e di stabilire quali relazioni intercorrono tra loro.
Il personaggio può essere caratterizzato attraverso la percezione di alti personaggi, oppure il
personaggio narratore può attribuirsi dei tratti psicologici e morali. La narrazione può fornire
anche tratti fisici, ideologici, psicologici e sociologici.
La caratterizzazione non è data da una volta per tutte, ma procede con il racconto (il testo
narrativo), anche in quanto i personaggi possono cambiare. La caratterizzazione serve anche
per capire l'appartenenza del testo ad un genere letterario o ad una data epoca.
Prospettive
Ci sono diverse prospettive attraverso le quali un personaggio viene presentato.
Esempi:
● Bartleby viene presentato dal narratore che è all’interno della storia, che è anche
un personaggio. Di conseguenza, è probabile che sia un narratore inaffidabile
perché tutto ciò che viene presentato è filtrato attraverso il punto di vista del
narratore (che potrebbe essere un punto di vista soggettiva).
● Akakij, invece, viene presentato da un narratore onnisciente che è all’esterno
della storia. A volte, l'assunzione del punto di vista del personaggio è radicale, di
conseguenza è difficile distinguere il narratore dal personaggio.
1. La caratterizzazione del personaggio può avvenire da parte del personaggio stesso, che
è anche il narratore del racconto.
2. La caratterizzazione di un personaggio da parte di un altro personaggio.
Il lettore e la caratterizzazione
Il lettore tende ad applicare un principio di salienza, cioè i lettori tendono a sviluppare la
caratterizzazione in direzioni che sembrano rilevanti. Stabilire se i capelli di Lady Macbeth
siano in numero pari o dispari, per esempio, non sembra troppo rilevante per un’interpretazione
della storia.
I lettori sembrano applicare anche un principio di realtà, cioè il lettore assumerà che per i
personaggi e il mondo narrativo valga ciò che vale per le persone e il mondo reale. Il principio
della realtà fa valere un’istanza di verosimiglianza.
Esempio: i lettori odierni non credono ai fantasmi, ma lo stesso magari non valeva per gli
uomini dell’epoca di Shakespeare. Quando Macbeth vede il fantasma di Banquo, i lettori invece
di limitarsi a pensare che i fantasmi non esistono, potranno applicare un principio di mutua
credenza e considerare le credenze dell’epoca di Shakespeare.
L’istanza di verosimiglianza del principio della realtà è modulata secondo un’istanza di
storicizzazione.
Secondo Walton, spesso il lettore integrerà le informazioni esplicite secondo la propria
conoscenza del genere a cui l’opera sembra appartenere, dei codici e delle tradizioni letterarie.
Alcuni generi narrativi, come la fantascienza e il fantasy, esulano ampiamente dai limiti del
verosimile.
Interpretazione
L’interpretazione non inizia mai da una tabula rasa perché abbiamo già una piccola
conoscenza di quello che può essere presente nella storia e poi, leggendo, ci facciamo
un’idea di come sono i personaggi, e sono i cosiddetti pregiudizi.
L’interpretazione è una forma della comprensione o un suo sviluppo, e la comprensione
inizia da una precomprensione che precede l’inizio della lettura. Leggiamo cioè sulla base di
una conoscenza pregressa del genere al quale pensiamo che l’opera appartenga, di un’idea del
suo tema, che avremo maturato tramite altre opere, la cultura o la nostra esperienza di vita.
Identità e relazioni
La caratterizzazione dei personaggi può essere mediata da soggetti diversi in momenti diversi.
Questa molteplicità di mediazione o prospettive suggerisce che la fisionomia dei
personaggi, o la loro identità, si definisca in una dimensione relazione e che essa sia
molteplice anche per la molteplicità delle relazioni in cui ogni personaggio, si trova impegnato.
Dialogismo
Le parole servono anche per caratterizzare un personaggio. Il personaggio si definisce
dialogicamente quando la sua coscienza è onnicomprensiva ma è anche circondata dalle
diverse coscienze degli altri personaggi.
Mimesi
Nelle riflessioni di Aristotele e di Bachtin, il personaggio ci è apparso come analogo, o mimesi,
della persona e come individuo non solo agente ma anche dotato di un carattere o di
un’identità. Il personaggio unisce alla sua componente mimetica una componente sintetica e
una tematica: non è solo mimesi di chi abita il mondo reale, ma anche artefatto testuale che
deve essere compreso in relazione a codici e tradizioni.
CAPITOLO VI
Tra lettore reale e lettore ideale
Intendiamo per studio della ricezione quella parte che indaga i modi di interazione tra
testo e lettore e gli effetti che i testi letterari esercitano sui lettori. L’interazione tra testo e
lettore va intesa da due punti di vista:
1. Il modo in cui i lettori reali interagiscono con i testi letterari in una prospettiva
storica e sociologica, esaminando le varie tendenze editoriali e la storia della lettura e
della ricezione di un’opera.
2. L’atto estetico della lettura, cioè l’atto che interessa testo e lettore nel processo
dell’interpretazione dell’opera letteraria. Il lettore analizzato in questa seconda
interazione è un lettore non individuale, bensì ideale o astratto.
Essenziale alla teoria di Jauss è la nozione di orizzonte d’attesa, che indica le aspettative
del lettore rispetto al testo prima della lettura:
“L’opera appena pubblicata non si presenta come una novità in uno spazio vuoto, bensì
essa risveglia ricordi di cose già lette e già dall’inizio alimenta attese per ciò che segue e la sua
conclusione, suggerisce al lettore un preciso atteggiamento emozionale e fornisce un orizzonte
generale per la sua comprensione”
La ricezione del testo è pertanto influenzata da vari fattori, incluse le aspettative del lettore e
l’epoca storica e la collocazione geografica in cui avviene la ricezione del testo. La
risposta del singolo lettore al testo è data dalla convergenza dell’orizzonte delle attese del
lettore stesso e dalle conferme di queste attese. Secondo lui, gli orizzonti di attesa non
stabiliscono il significato finale di un’opera e, di conseguenza, nessuna opera può
considerarsi universale, nel senso che esercita lo stesso effetto o impatto sui lettori. Ogni
singola interpretazione di un’opera deriva da un continuo dialogo tra passato e presente che
dà luogo a una fusione di orizzonti.
Vittorio Spinazzola invitava a considerare l’opera letteraria come completa solo nel suo
socializzarsi e cioè solo quando essa si trasforma da fatto privato a fenomeno pubblico,
interagendo così con i vari gusti presenti in una società diversificata. In questo senso,
Spinazzola portava l’attenzione sui rapporti che coinvolgono autori e pubblici in quando
invitava a considerare il successo di un’opera in base a lettori con diversi livelli di competenza.
1. Sul versante dell'ermeneutica troviamo la teoria di Hirsch, convinto che vi sia una sola
valida interpretazione di un’opera e che stia al lettore conoscerla passivamente.
2. Diversi studi hanno invece posto l’attenzione all’esterno del testo letterario. Per questi
approcci il testo è sempre il punto di partenza del processo di interpretazione ma
essi tendono a considerare il testo come una struttura aperta e il lettore in quanto
figura sociale, guidata da fattori sociali come la condizione di esistenza stessa
dell’opera.
3. Ci sono poi gli approcci che considerano il processo di interpretazione come prettamente
individuale e soggettivo. Secondo tali prospettive, il processo di lettura conduce a una
varietà di interpretazioni. Si tratta, per esempio, delle teorie di Norman Hollande e
David Bleich, per il quale non vi è alcuna interazione, o dialogo, tra testo e lettore
dal momento che l’opera scaturisce da una sintesi tutta personale operata dal lettore
soltanto. Troviamo anche la posizione di Stanley Fish, per il quale il processo di
lettura non produce il significato dell’opera, bensì coincide con esso. Per Fish, il
lettore non è un soggetto individuale ma un membro della comunità interpretativa,
guidata nell’interpretazione da una serie di strategie interpretative condivise.
4. Ci sono poi gli studiosi che vedono il processo della lettura come un labirinto, come
un atto che non arriva mai a una soluzione definitiva ed efficace, ma che bensì
prende la forma di un flusso di significati che conducono a una mislettura
(misreading) piuttosto che a una interpretazione effettiva del testo.
5. Ci sono, inoltre, le ricerche che si occupano di studiare come per il lettore il processo
della lettura comporti anche un coinvolgimento fisico ed esperienziale oltre che
estetico e cognitivo.
L’oggetto letterario
L’estetica della ricezione considera l’atto della lettura come incontro di due soggetti a
distanza, con la mediazione, da un lato, dello scritto dell’autore, e dall’altro,
dell’esperienza del lettore. A consentire al lettore di interagire con il testo è la struttura del
testo letterario. Secondo tale approccio, l’oggetto letterario può essere definito in
contrapposizione agli oggetti reali e agli altri oggetti di rappresentazione in virtù della
nozione di indeterminatezza letteraria, che il filosofo polacco Roman Ingarden ha sviluppato a
partire dal concetto di intenzionalità di Edmund Husserl.
Ingarden distingue gli oggetti letterari (cioè opere ma non semplicemente i testi) dagli oggetti
reali e dagli oggetti ideali. Mentre i primi possono essere pienamente compresi e i secondi
possono essere pienamente costituiti dalla nostra comprensione, un oggetto letterario è
intenzionale e cioè può essere afferrato soltanto come struttura schematica. Le oggettività
così raffigurate derivano dalle proposizioni contenute nel testo che offrono una linea di guida al
lettore ma sono anche piene di punti di indeterminatezza.
I punti di indeterminatezza
Possono essere più o meno numerosi ma non possono mai essere rimossi completamente.
L’indeterminatezza può essere descritta come lo spazio lasciato al lettore per partecipare
alla comunicazione con il testo, la quale tende a una determinatezza che non può tuttavia
mai essere completamente raggiunta. La determinatezza appare solamente come controparte
dell’indeterminatezza, come l’obiettivo a cui sia il testo che il lettore tendono.
È possibile immaginare anche il testo come un’entità che comunica con il lettore attraverso
una serie di impulsi, che ricevuti dal lettore, devono essere rielaborati da questo stesso,
in un continuo feedback di informazioni.
Il repertorio
Il repertorio del lettore, tutto ciò con cui il lettore contribuisce alla costruzione del testo,
include le conoscenze socioculturali e letterarie del lettore, nonché le sue esperienze. Si tratta
di tutto ciò che nel testo è familiare per il lettore come, per esempio, riferimenti a opere
letterarie precedenti, norme sociali o storiche o in generale la cultura da cui il testo è
emerso.
L’attualizzazione dell’interpretazione
Secondo Eco, un testo è il risultato di due componenti:
1. Le informazioni fornite dall’autore nel testo
2. Le informazioni aggiunte dal lettore e che sono più o meno determinate dall’input
dell’autore
Varie interpretazioni sono possibili e in questo senso il testo letterario è di per sé polivoco e
aperto. Il fatto che il numero di interpretazioni di un testo sia potenzialmente illimitato non
significa però che tutte le interpretazioni vadano a buon fine. È ciò che accade quando il
lettore inferisce dal testo qualcosa che l’autore non potrebbe mai aver voluto significare
(sovrainterpretazione) oppure quando il lettore porta in superficie significati di cui l’autore
era consapevole.
La lettura incarnata
Esiste una prospettiva secondo la quale il lettore è un’entità incarnata (embodied) che
durante la lettura prova sensazioni ed emozioni e interagisce con il testo al di là della
mera costruzione di significato. Tale prospettiva tiene in considerazione anche il ruolo della
materialità del testo. È ciò che Karin Littau in Theories of Reading ha posto l’attenzione
sull’evoluzione del medium letterario nella modernità e nella contemporaneità e su come
questa evoluzione influenzi fisiologicamente e affettivamente la partecipazione del lettore
e l’impatto dell’atto della lettura su di esso.
Infine, il quarto modo di coinvolgimento è lo shock. Per shock, Felski intende il potere della
letteratura di turbare il lettore.
Inoltre, Zunshine suggerisce che uno dei principali motivi per i quali siamo attratti dalla lettura è
che ci offre l’opportunità gratificante di fare pratica con quelle che chiama
metrappresentazioni della realtà, poiché attraverso la lettura assistiamo alla simulazione di
vari livelli di intenzionalità messi in scena dai personaggi nei contesti delle storie di cui sono
protagonisti. Alla domanda perché leggiamo, Zunshine propone la semplice risposta: perché ci
piace comprendere le altre persone, inclusi personaggi di finzione.
Menti finzionali
Anche per Alan Palmer il motivo principale per cui leggiamo opere letterarie risiede nel fatto
che esse ci consentono di interagire con quelle che chiama menti finzionali. Infatti, per lui,
la caratteristica principale delle opere letterarie è quella di creare nei lettori l’illusione di
essere testimoni della mente e della coscienza di un personaggio. Inoltre, per lui, il modo in
cui interpretiamo le menti finzionali nella lettura non è sostanzialmente diverso dal modo in cui
interpretiamo la mente e le intenzioni delle persone reali.
I pensieri di un altro
George Poulet,
“Quando leggo, mi accade che i pensieri che fanno parte del libro che sto leggendo, che
sono le cogitazioni di un altro, diventino oggetto del mio proprio pensiero. Sono i pensieri di un
altro, eppure sono io il loro soggetto.”
Marco Caracciolo: Mentre leggiamo, non soltanto attribuiamo una coscienza ai personaggi di
finzione, ma la impersoniamo. È per questo che durante la lettura facciamo spesso
l’esperienza di una conoscenza profonda con i personaggi. Ciò avviene perché sebbene
possiamo immedesimarci nell’esperienza di un’altra persona anche nella vita reale, ciò non
accade spesso quanto nella lettura dei testi dal momento che questa speciale interazione con i
personaggi sembra caratterizzare l’esperienza della lettura.
KAFKA
Felice Bauer, Milena Jesenska, Dora Diamant