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Mario Barenghi

Cosa possiamo fare con il fuoco ?

Capitolo Primo

Cosa possiamo fare con il fuoco ? Un 'ipotesi sulle origini della


letteratura

Barenghi dà una nuova visione dell' origine della letteratura e parte


proprio dal mito di Prometeo colui che rubò il fuoco agli dei per
donarlo agli uomini , al di là del concetto di dono in sè si
sottolinea la sfida la ribellione ma soprattutto l'essenza del fuoco,
che infatti illumina l'esistenza degli uomini sia fisica sia mentale e il
suo calore e la sua luce richiamano la luce dell' intelligenza grazie
alla quale l'uomo è diventato uomo cioè soggetto pensante Ė una
visione interessante perchè il mito sfruttando l'immaginazione ci fa
vedere qualcosa in una visione diversa che diventa plausibile . A
questo punto Barenghi ci parla di letteratura , dando un significato
molto ampio e includendo in essa anche la tradizione orale il teatro
e tutte le forme d'arte dicendo che la letteratura ci serve per
sopravvivere . L'uso del termine sopravvivenza va chiarito perchè si
vuole intendere che la letteratura ci aiuta ad evadere , a
dimenticare per un periodo limitato i problemi della vita, è come il
sonno che però ha una valenza biologica mentre i lettori decidono
di evadere lasciandosi andare all' immaginario . Barenghi parla di
letteratura anche durante la preistoria con gli uomini primitivi .
Raccontarsi storie attorno al fuoco, Barenghi parla inoltre di Paul
Hernadì che si domanda perchè la letteratura collocandola altresì
nel contesto dell' evoluzione umana. La letteratura è uno stimolo
che ci permette costantemente di stare in esercizio raccontando
storie di vicende personali altrui oppure del tutto inventati, la
letteratura è uno strumento di condivisione e di cooperazione . Il
vantaggio che la letteratura dà all' evoluzione umana è proprio
l'idea di gruppo, non solo si creano rapporti ma soprattutto confronti.
Leggendo il lettore si distacca da sè e si identifica con una
condizione diversa dalla propria ,lettore e attore fingono di essere
altri per un determinato periodo. La letteratura intende far fare
gruppo . Barenghi segnala come letteratura anche la voce materna
che racconta al bambino e poi ritorna a parlare del fuoco come
elemento biologico evoluzionistico letterario. L'attività principale era
ed è sfamarsi , un individuo con lo stomaco vuoto non riesce a
produrre a immaginare, il fuoco serviva e serve per cuocere i cibi
per renderli gustosi e digeribili. Con lo stomaco appagato l'essere
umano lavora meglio e si può anche lasciare andare nel mondo
immaginario delle innumerevoli storie .

Capitolo Secondo

Come una rete da pesca Preliminari su letteratura e comunicazione

Come avviene la comunicazione tra autore e lettore , il libro è un


ponte che istaura un dialogo , dialogo particolare perchè i due
individui non sono uno di fronte all' altro , è una comunicazione
divisa a più fasi tra tempo e spazio , l'efficace dei testi non si limita
ad uno spazio e a un tempo specifico ma è possibile allargarlo a
tutte le generazione e a particolari situazioni che il lettore
designerà come adatte , per questo si può generalizzare in questo
caso la definizione di classico data da Italo Calvino un libro si
chiama classico quando non finisce mai le cose da dire, i libri non
smettono mai di raccontare e di aiutarci in determinate situazioni . I
significati delle opere sono molteplici esattamente come le
interpretazioni . La molteplicità si collega con l'ambiguità e quando
Barthes ci parla di morte dell' autore è perchè si mette al centro
la ricezione del messaggio che l'autore vuole dare al lettore ma è il
lettore ad interpretarlo come vuole e quindi diventa lui il vero
produttore di significati dell' opera. La morte dell' autore serve
soprattutto per definire in qualche modo che il significato di un
opera non può dirsi concluso con l'autore , perchè un 'opera appunto
ha più significati . Il rapporto autore - lettore è di cooperazione, i due
cooperano nel dare un senso all' opera perchè la lettura non è
riscoperta dei significati dati dall' autore , il lettore ne trova di suoi ,
bisogna poi sapersi rapportare con il dialogo tra autore e lettore e
trovare un senso a tutto questo. Il rapporto tra autore e lettore
può essere talvolta conflittuale . Tra autore e lettore non c'è una
vera e propria cooperazione ma un compromesso , un adattamento.
Per quanto riguarda la comunicazione essa non è l'obiettivo
principale se l'intesa tra autore e lettore avviene in più campi
meglio ancora ma un autore è ben capito dal lettore se il lettore
va oltre il significato, è vero però che ci possono essere
interpretazioni erranti , qui errare non è inteso come sbagliato ma
come viaggio , il viaggiare , il vagare è la base della letteratura .
L'obiettivo principale è interessare il lettore fare in modo che entri in
questo mondo immaginario , che si senta partecipe e pronto a
provare qualsiasi tipo di emozione ma non basta , se il lettore
accetta di entrare nel mondo dell' opera anche l'opera deve entrare
nel mondo del lettore, il lettore deve farla sua , interiorizzarla per
trasformarla in esperienza . Il testo può essere rappresentato da tre
immagini miniera , magnete , rete , la rete è il significato predilige
con il significato arcaico del termine e non informatico.
Capitolo Terzo

Perchè si legge ? La funzione educativa della letteratura

Barenghi cerca di analizzare quando la letteratura può avere una


funzione educativa e dice che ce l'ha proprio quando non ha come
obiettivo principale educare. Perchè si legge ? Si legge per tanti
motivi per evasione per scelta e per ragionamento sulle scelte infatti
leggere ci permette di aprire gli occhi sulla vita e sulle scelte
applicate su un altro che non siamo noi ma che potremmo esserlo.
Non bisogna mai dimenticare che leggere è un divertimento , uno
svago un modo per distrarsi , insomma qualsiasi verbo si usi è
comunque un guardare altrove, un distaccamento dalla realtà . Si
deve tuttavia stare attenti a fantasticare perchè non bisogna
offuscare o perdere il contatto con la realtà. Leggere significa anche
saper recuperare la propria identità confrontando la propria
esperienza con gli esempi dati dalla letteratura . Barenghi ritorna
ancora sul concetto di sonno come evasione biologica e quella della
lettura come evasione voluta e determinante . Ripercorre il rapporto
autore lettore e poi si sofferma sull' insegnamento scolastico dove
molto spesso all' alunno non è richiesta l'indagine individuale e
soggettiva dell' opera ma di riuscire a trovare ciò che altri prima di
lui hanno già trovato . Barenghi si dimostra contrario alle unità
didattiche previste di domande precostituite che dal singolo testo
portano inevitabilmente a una sola via che molto spesso non
permette interpretazioni individuali dell' alunno che a questo punto
studia solo per prendere un voto .
Capitolo Quinto

Silenzio in aula Riflessione sul mestiere dell' insegnante

Nonostante il flusso di tecnologia e il cambio generazionale il ruolo


dell' insegnante ha un punto fermo cioè deve essere credibile cioè
l'alunno deve vedere l'insegnante come qualcuno che può avere
qualcosa d' interessante da dirgli , l'insegnante altresì deve ricordarsi
che chi insegna è come se fosse su un palcoscenico , sta recitando
un ruolo , indossa una maschera ma non una maschera di finzione
ma di comunicazione , infatti quando si insegna non si comunica
solo con le parole. Sono importantissimi infatti anche i silenzi ,è nel
silenzio che si cerca un colloquio con la classe , all' inizio può essere
un esperimento fallito ma con il passare del tempo è qualcosa che
dà i suoi frutti , frutti che vengono uccisi dalle antologie libri
pomposi pieni di esercizi, guide o altro che mettono in risalto
qualcosa di negativo la paura di insegnare , ciò può bloccare il vero
successo educativo . Insegnare vuol dire imparare , imparare anche
dai giovani ,un dare e ricevere. Lo studio umanistico non è come la
scienza non si evolve ma si trasforma è come un albero che cresce
fino quando ha vita , è come una staffetta continua , l'insegnante
lascia il sapere a qualcuno che inevitabilmente lo continuerà.
Capitolo Sesto

La scuola nell' immaginario letterario

Lo scrittore britannico Forster propone un 'interessante analisi sul


personaggio dei romanzi , un confronto tra realtà e finzione, i
personaggi sono sempre meno preoccupati degli uomini di soddisfare
i loro bisogni, spesso i personaggi non avendo preoccupazioni
esistenziali hanno più relazioni . Da sempre in letteratura l'insegnante
è anche un personaggio letterario, nella letteratura classica la figura
del pedagogo è maggiormente usata nelle commedie , con un
risultato divertente . Le cose cambiano con il romanzo dove i
protagonisti sono veramente dei soggetti pensanti con ideali e
speranze e l'immagine della scuola nei romanzi è quasi sempre
negativa perchè si vede come istituzione inglobata nella realtà
sociale , una realtà sociale che è in conflitto col protagonista e non
fa altro che frustrare le aspettative facendo arrivare alla
rassegnazione. Nella letteratura si evince già che gli insegnanti sono
sottopagati e sempre più spesso nei romanzi gli insegnanti sono
figure poco presenti proprio per ribadire quanto detto prima . Ad un
certo punto della narrativa è entrata in vigore l'immagine della scuola
come collegio quindi un mondo chiuso , un'istituzione simile ad un
carcere, un luogo dove si impara ad essere sorvegliati e puniti , un
esempio è David Copperfield , un esempio di narrativa italiana dove
è presente il collegio è Il giornalino di Gian Burrasca perchè il
protagonista a causa delle sue marachelle è costretto a frequentare
il collegio Pierpaolo Pierpaoli per imparare la rigida educazione ma
la rigidità scolastica e sociale viene ulteriormente beffata dal
protagonista . Un grande esempio italiano di insegnante con i giusti
canoni scolastici è il maestro Perboni di Cuore che rappresenta per
i suoi ragazzi una vera guida, i valori imparati a scuola i personaggi
devono attuarli nei rapporti interpersonali e nella quotidianità .
Edmondo De Amicis si è occupato moltissimo dell' ambiente
scolastico tanto da scrivere oltre a Cuore anche tanti altri romanzi
su questo mondo, tra i più importanti si ricorda Il romanzo di un
maestro che non mette in luce l'aspetto educativo bensì quello
realistico che vede la scuola un 'istituzione in crisi inadeguata ai
compiti che gli sono assegnati , il maestro risulta incapace di
trasmettere valori proprio perchè si vuole sottolineare la crisi
sociale , dove non c'è nessun risarcimento morale che può
compensare la scarsa situazione economica .

Capitolo Settimo

Verticale del 1821 Appunti su lingua e dialetto

C'è chi dice che bisogna difendere i dialetti , c'è chi invece è per la
difesa dell' italiano. Barenghi invece pensa che sia più giusto avere la
consapevolezza della varietà di usi linguistici , della loro ragione
d'esistere , della loro pertinenza ,sfruttandole su ampia scala .

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