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Introduzione

Questo lavoro si occupa di iscrivere lettere indagando le valenze pedagogiche


Per la nostra epoca è un azzardo sostenere che la lettera possa essere uno strumento educativo. Dai più
comprensivi viene etichettato come un approccio nostalgico, ai detrattori risulta inutile. La lettera è definita come
una conversazione a metà, colloquio fra assenti. La corrispondenza epistolare è un esercizio auto.formativo di chi
scrive perché per poter essere compresi dal proprio interlocutore bisogna far chiarezza dentro di sé. (Scrivere per
educarsi) lo scrivere costituisce un gesto educativo volto alla crescita dell’altro.(scrivere per gli altri.)
CAP.1
Scrivere leggere non sono nuove per l’orizzonte pedagogico. In passato esse hanno rappresentato la formazione
di base fornita dai percorsi scolastici. La pluralità della lettura,collettiva o personale, è condizione di poter
scrivere la propria vita. Lettura e scrittura costituiscano 2 fulcri dell’educazione informale che durante l’età adulta
consentono di formarsi e crescere.il possesso della parola è l’elemento che fa la differenza fra il lasciar correre la
propria esistenza e esserne il timoniere.Mentre scriviamo e leggiamo, si palesa il fatto che mentre ne discutiamo
ne facciamo utilizzo. L'azione di scrivere un testo e di fruirne presuppone l’utilizzo di una letto
scrittura.Spieghiamo le immagini a parole ma mentre spieghiamo, utilizziamo altre parole per spiegare le parole.
Autore e lettore nutrono interesse per il tema.
Esiste una relazione fra “tecnologie della parola” (strumenti per comunicare) e il modo in cui elaboriamo le
informazioni cosicché cambiare linguaggio significa modificare la visione del mondo, di cui ciascuno è portatore e
con cui attribuisce significato alle cose.
Il rapporto fra pensiero e linguaggio ha un rapporto complesso che si può esprimere con una metafora: i pensiero
sarebbero nudi se svestiti di parole. Esse sono la pelle dei vestiti.
L’ipotesi del modificarsi della prassi e dei supporti del discorso verrebbe a modificarsi anche il modo di
elaborazione del pensiero è tesi avvalorata che ha guidato l’affermazione di MCLUHAN: “Il medium è il
messaggio” , gli strumenti utilizzati hanno a che fare con l’organizzazione del nostro pensiero sulle cose.
DE SAUSSURE: “il pensiero è nebulosa se non intervengononle parole a delimitare il concetto per organizzare il
ragionamento “
Si può quindi sostenere che nel rapporto pensiero\linguaggio occorre prendere in esame il ruoli del linguaggio
quale strumento del comunicare. Infatti il linguaggio non si limita a trasmettere, esso crea conoscenza e realtà.
Gli studi di Lurija
Studio realizzato nella prima metà del secolo scorso presso le popolazioni dell’Uzbekistan. Egli sottopose ai
partecipanti delle immagini che rappresentavano 4 oggetti di lavoro, chiedendo di raggrupparli.un contadino
disse che avrebbe fatto a meno dell’acetta perché era meno rilevante. Egli rispose che poteva raggrupparli in
attrezzi da lavoro ma il contadino ribadì la sua dedizione sostenendo che senza il ceppo gli attrezzi sarebbero stati
inutili. Egli quindi aveva una categorizzazione pratica e non astratta. Un altro giovane che aveva studiato aveva
optato per la scelta categoriale. Ciò sottolinea la differenza fra chi non sa leggere e scrivere e chi è alfabetizzato.
LA LETTURA DEL MONDO DI FREIRE PAULO
Costruisce il pensiero pedagogico dal rapporto pensiero\linguaggio e dal suo ruolo nei processi di
discriminazione. Essi seguono i binari del possesso o meno dell’alfabeto, dai lontani scribi a chi oggi non è in
grado di seguire l’evoluzione degli strumenti telematici. Egli affermava: “chi cerca corsi di alfabetizzazione vuole
alfabetizzarsi, però passa attraverso la lettura del mondo.insegnare a leggere e scrivere quando manca l’esercizio,
è esercizio traballante.” Secondo freire,su questo piano si colloca la tensione fra “lettura della
parola”(alfabetizzazione) e “lettura del mondo” (pensiero e interpretazione della realtà)
Secondo questo, egli afferma che l’azione educativa prende spunto dal sapere fatto di esperienza, dalla lettura
del mondo, proponendosi di supetarla.
Il rapporto fra linguaggio pensiero e mondo è un rapporto dialettico, processuale e contraddittorio.
Egli affermava anche che la lettura del mondo precede la lettura della parola.il fatto di esistere presuppone
l’assunzione di una posizione nei confronti della realtà.
PENSIERO E LUNGUAGGIO SCRITTO
Lo scrivere può essere analizzato traendo le mosse dalle sue potenzialità di espressione del pensiero ma anche
dalla strutturazione del pensiero stesso.
Infatti la padronanza della comunicazione facilita la presa di coscienza di se stessi e della propria condizione.
FOUCAULT analizza la scrittura tramite gli HYPOMNEMATA, supporti per i ricordi utilizzati nell’antica Grecia. Essi
hanno qualcosa di nascosto che deve essere messo in luce.rappresentano il tentativo di conquistare il già detto.
Tecnicamente erano quaderni di appunti che servivano a costituire una guida di vita. Una memoria materiale di
cui il soggetto aveva letto,ascoltato,visto. Erano la fonte sulla quale dovevano esercitarsi e dovevano essere
tenuti a mano di tutti per orientare l’azione concreta nella vita di ogni giorno.non si capiscono gli hypomnemata
se non in relazione al contesto storico e culturale. Questa tecnologia della parola scritta compare in un periodo in
cui a tradizione e autorità viene attribuito un valore profondo.
Questa raccolta di idee è utile alla formazione di sé: fondo la mia azione su qualcosa che ho raccolto da qualcun
altro.
SENECA invece sosteneva che la cura di se implica la lettura perché il soccorso degli altri è necessario. Bisogna
coltivare lettura e scrittura per esercitare il pensiero. La scrittura crea un passato solido al quale è possibile
attingere per evitare il disorientamento.
P.HADOT attribuisce agli scritti di Marco Aurelio il carattere di hypomnemata, con i quali teneva vivi i precetti
storici sui quali intendeva strutturare la propria esistenza. La parola quindi è anche pensiero di azione e
trasformazione dei comportamenti.
Non è semplice avere a che fare con il cambiamento. La figura di Platone ne è testimone.
Egli utilizza lo strumento della scrittura per confutare il valore della stessa. In Fedro dice che gli uomini diventano
portatori di opinioni anziché sapienti.
Platone sosteneva che scrivere rinsecchisce la memoria e fa credere di essere sapienti.la parola scritta
interrogata resta muta.anche se la scrittura si rivolge a un pubblico vasto, essa non sa difendersi da sola.
Fra oralità e scrittura sembrerebbe esserci un solco. Egli era contro la scrittura, infatti il suo bersaglio erano le
scuole dei sofisti, che mettevano in circolazione testi scritti, dei modelli di discorso che gli studenti potevano
studiare a memoria.essi copiano e non sono sapienti.
Se non sapessimo che tutto ciò è stato detto da platone, si potrebbe paragonare ciò ai testi odierni.il sapere del
web è apparenza? Non si tratta di schierarsi a favore di una posizione: ma di cogliere le ragioni delle posizioni ed
intravedere spunti di riflessione capaci di interrogare ciò che è inevitabile.
il linguaggio e la scrittura hanno rappresentato un'invenzione che ha facilitato per l’umano abitare il mondo.
le prime forme di scrittura compaiono con la civiltà sumerica, solo attorno al 6.000 a.C. Ricordiamo l‘esplosione
evolutiva’ (Paleolitico superiore, circa 40.000 annifa), quando si registra la comparsa di utensili di forme
artistiche. Con l'incremento di questi artefatti ha stimolato la comunicazione dal gestuale al verbale.
Le mani libere possono infatti essere impiegate in altre attività. La possibilità di fare qualcosa e al tempo stesso
spiegarla apre a riflessioni pedagogiche. Una trasmormazione lenta che amplia la possibilità di comunicazione.
Da qui il concetto di kant:
“Il linguaggio è un custode del concetto. Uno strumento percepibile che segue il pensiero, non percepibile per
riprodurre le idee del pensiero con suoni da udire, e segni da toccare.”
La presenza di un supporto materiale, ha permesso alla scrittura di estendersi nello spazio e nel tempo.
A questa transizione ricordiamo lo studio di Ong w. Che colse la “generalizzazione sulla psicodinamica delle
culture orali.” culture a oralità primaria nella quale la parola è intesa come suono. Esso è fugace, una parola cessa
di esistere quando viene pronunciata, per questo acquisisce l'importanza della memoria e si comprende lo stile
formulario, cioè le frasi fatte che sono presenti nei poemi. L'obiettivo della struttura orale è quello di ricordare a
chi narra il succedersi degli eventi ma anche di portare l'attenzione degli ascoltatori all'azione dei prot.
La poesia assumeva valenza etica e pedagogica. Anche nella traduzione giudaico-cristiana, il dio non si vede ma si
sente. Grazie alle richerche di Ong abbiamo dei tratti caratteristici del pensiero e della cultura ad oralità primaria:
predominanzadello stile paratattico, fondato sulla presenza di proposizioni principali coordinate tra loro
esposizione aggregativa: gruppi di termini in cui scompaiono le differenze ed evocano pahtos nell'ascoltatore.
Presenza di ridondanze: si ripete più volte il filo del discorso per dare chiarezza al racconto
intento tradizionalista: ogni esibizione è unica e conservatrice.
Vicinanza dell'esperienza umana: l'oralità presenta carattere operativo
tono agonistico: stile vivace
partecipazione empatica: identificazione empatica con i protagonisti delle vicende.
Equilibrio omeostatico: si attribuisce all'oralità primaria si attribuisce nome e significato.
Ong invita a essere prudenti nello stabilire relazioni fra invenzioni tecniche e cambiamenti culturali.propone di
consi derare una correlazione, una compresenza fra scrittura e oralità. Ci si trova di fronte a un processo
dialettico e di integrazione. Adottare quindi una prospettiva integrativa.
IL RITORNO DELL'ORALITA'
dobbiamo giungere a delineare il posto ed il ruolo della scrittura nel mondo.l'ipotesi del ritorno all'oralità tende a
dimostrare la perdita dell'importanza della scrittura. Essa ha si contribuito a rendere vantaggiosi alcuni tratti del
sapere ma evoca un pericolo di un sapere rigido e immutabile.
Il passaggio dalla trazione orale a quella scritta è interessante per: esso ci ha permesso di prendere in esame le
caratteristiche della cultura orale e il confronto fra scrittura e oralità ci ha permesso di evidenziare i tratti della
rivoluzione apportata alla scrittura.
Per la prospettiva Occidentale attraverso gli occhi è possibile accedere a una visione molteplice unitaria. Avere
una visione d'insieme presuppone la presenza di un osservatore.
Centralità della visione, distanziamento, pensiero astratto, Separazione tra soggetto costituiscono alcune delle
caratteristiche del pensiero che stanno alla basedella scrittura.
SCRITTURA ORALE
L’impossibilità della comunicazione gestuale carica di responsabilità le parole scritte, poiché nelle comunicazioni
legate alla vita prevale la “scrittura orale”, vengono utilizzati gli scambi verbali in presenza, col vantaggio di avere
tempo per scrivere ciò che si intende dire. Oggi dalla scrittura a tratto fisso siamo traghettati a modalità di
scrittura fluida e rapida come il parlare. 2 aspetti caratteristici dell'età contemporanea: il postmoderno le ha
attribuito un trionfo. Inoltre la scrittura oggi è uno strumento per registrare-ricordare nel tempo e nello spazio un
messaggio: questo mantenere presente ricorda anche un atto di comunicazione. Da un lato la scrittura è
espeienza che trattiene e dall'altro la si lascia andare oltrr sé stessa.L'impersonalità dei rapporti durante la
comunicazione scritta si stempera nelle conversazioni di corrispondenza, nella quale vi sono relazioni mantenute
a distanza tramite uno strumento di freddeza, il calore della vicinanza viene a perdersi.
Le modalità di scrittura non è l'attività del grammatico o del filosofo ma assume valore (secondo Seneca) in due
aspetti: “verità locale della sentenza” e “il suo valore d'uso circostanziale”. L'importante è che quanto scritto sia
vero per quello che afferma. La scrittura è un'arte della verità disparata, cioè un modo di utilizzare l'autorità della
tradizione con la singolarità della verità che si afferma. La sintesi viene poi compiuta accostando parti lette e
scritte, essa è persona dello scrittore stesso.
FOUCAULT individua due accezioni: da una parte vi è un dirigere a un processo di unificazione come
soggetivazione grazie alla scrittura personale. Loscrittore costruisce la propria identità attraverso la
rielaborazione delle cose, costruendo la propria anima su quello che scrive.
CONCLUSIONI
la scrittura non elimina la comunicazione fra esseri umani. Sia nella scrittura come nell'oralità si può non essere
capiti perchè si può dire molto più o meno di quello che si intende dire. Siamo sempre interpretati da chi ci legge
o ci ascolta, ed esso potrebbe capire quello che vuole. Scrivere o parlare non è sempre garanza di comunicazione
perfetta.

DELLE LETTERE: CORRISPONDERE SCRIVENDO


scomparsa della corrispondenza?
Epistola e corrispondenza sembrano esssre stati dimenticati nella memoria. A meno che non si tratti di un suo
ritrovamento casuale , che ci porta sentimenti di nostalgia e sorpresa perchè quel messaggio arriva dal passato.
Lettere di un amico o famigliare riguardanti la nostra vita. Ci si può imbattere nelle lettere d'amore che ci
trasmettono sentimenti d'imbarazzo. Questo tipo di format viene ancora utiizzato per scrivere bigiettini e
dediche nelle occasioni dei copleanni ecc.
Però la corrispondenza epistolare si è incamminata verso la via del non ritorno. Corrispondere attarverso un testo
scritto, letto e riletto, ha rappresentato per secoli una pratica per comunicare con le persone distanti. Oggi,
affermare di aver scritto si fa riferimento a corrispondere con qualcuno di non immediatamente presente, seppur
questa comunicazione è avventuta via e-mail. La lettera di un tempo è diventata un e-mail.Negli anni novanta,il
servizio di sms non disponeva di uno spazio di memoria i sufficiente, si lasciava spazio a nuovi messaggi
cancellando quelli già letti, quelli vecchi venivano scritti su quad. e diari. riscrivere una comunicazione via etere
offriva la sensazione di mantenerla attraverso il tempo rendendo materiale ciò che era virtuale.
A sancire il tramonto della lettera è stato il telefono.
Alcuni aspetti che delineano il ruolo della lettera come strumento di comunicazione:
-stretto rapporto fra scrittura e lettera->le lettere testimoniano il ruolo e il valore della scrittura nel permettere la
comunicazione a distanza.
- La lettera è punto di contatto tra oralità e scrittura. In relazione con l'oralità mantiene il carattere della
comunicazione e del dialogo ma i contenuti passano attraverso la scrittura e perdono aspetti della conversazione
in presenza.
IL CONTRATTO ESPISTOLARE.
La lettera ha funzione comunicativa perchè è inviata a qualcuno ma ha anche struttura comunicativa esterna
perchè trova un corrispettivo nell'organizzazione interna del discorso. Caratteristica delle lettere è quella di
enunciare, esporre il riferimento alla situazione di enunciazione. Questo da vita a quello che VIOLI chiama
contratto epistolare che istituisce relazione fra il mittente e chi riceve la lettera e li legittima in quanto soggetti
dello scambio distribuendo il diritto/dovere fra gli interlocutori.
Violi afferma: “la lettera dice se stessa e tesimonia il proprio essere in quanto lettera. La corrispondenza è il
valore dello scambio epistolare. Si puo analizzare la cornice che da vita alla corrispondenza epistolare:
attorializzazione: colui che scrive è ineliminabile e esplicita con la prima persona singolare il lettore di una
corrispondenza a volte si trova di fronte a situazioni che non comprende, conosciute dai corrispondenti ma
estranee a lui, anche nei modi di dire.
spazializzazione e temporalizzazione: le lettere presantano una collocazione nel tempo e nello spazio, vi è quasi
sempre la data e il luogo, grazie anche al timbro postale. Inoltre vi sono rifermimenti al tempo stesso nel quale lo
scrittore scrive. allo stesso modo,il luogo da cui si scrive è spesso esplicitato nella lettera .questi aspetti, riferiti
allo spazio e al tempo,riverberano sul destinatario che può da un lato avvertire una sensazione di presenza anche
se assente,dall’altro avere un'idea della situazione in cui il proprio interlocutore sta scrivendo, “effetto di
immediatezza”. produce anche un ‘effetto distanza’.la sua presenza è sempre legata ad un altrove. Il fascino della
lettera consiste nella sua vicinanza e distanza.essa evoca la prsenza dell'altro e la colloca in luogo irraggiungibile.
Anche se la lettera ricorre a una forma colloquiale e snella rispetto ad un saggio, richiede una fatica maggiori
rispetto all'intrattenere una conversazione orale.
l’utilizzo del ‘messaggio vocale’ confermana l’ineliminabile ‘fatica di scrivere’ che caratterizza l'azione per
comporre un messaggio. la forma si caratterizza per due aspetti: da un lato un filo rosso che collega la lettera alla
scrittura che gestisce l'assenza sul piano spazio-temporale, dall'altro il legame tra lettera scritta e conversazione,
perchè per quanto la lettera si avvicini al dialogo, restano delle differenza che non permettono a queste due si
essere sovrapponibili.
LETTERA E CONVERSAZIONE
la lettera ha l’aspettativa di una risposta: la mancata replica, acquista lo stesso valore del silenzio di una
interazione faccia a faccia. Ogni lettera esprime atti illocutivi che generano comunicazioni specifiche: come ad
esempio il post-scriptum.può avere una funzione metalinguistica: posto alla fine, può voler anche invitare il
lettore a rivedere tutta l’interpretazione del contenuto epistolare .Nella corrispondenza il presente della letto-
scrittura tende a scomparire nel senso che:scrivo ora, orientato al futuro (di quando uno leggerà), leggo ora
quello che però è stato scritto nel passato", il sogg. È reale solo attraverso la scrittura.
ASSENZA E DISTANZA EPISTOLARE
Essa è generalizzata come un dialogo a metà, come una conversazione dimezzata a casua della distanza fra i due
interlocutori. Un'occasione di scrivere ciò che si vorrebbe dire a voce. Il racconto del sé e degli accadimenti
rivelano l'anima di chi sta scrivendo. La lettera ha dunque valore spirituale.
BRUNETTO LATINI esprime:”la lettera è presente che uno manda all'altro nela quale la mente favella, che è udita
da colui che è lontano e non vi è timore di scrivere cose che a voce non si riesce a fare.” La missiva è un dono che
una persona dà ad un'altra. La lettera deve essere ponderata in tempi adeguati alla riflessione. Di questa
possibilità di parlare da lontano ne hanno aproffitato anche alcune donne.ì, raggiungendo consapevolezza di se
stesse e intraprendendo relazioni che per altre vie erano impossibli. Come ad esmepio le pagine che scrive
Costanza d'azeglio. L'assenza dunque può diventare anche distanza vitale, cioè occasione che permette di
liberarsi da un'imediatezza che rischia di intimorire. Lo scambio istantaneo dei messaggi sollecita una risposta
immediata. Così diventa una qualità la distanza che permette di ponderare risposte, cose che nella quotidianità
del verbale non accade perchè a volte non si sa li per li cosa rispondere. Il fatto che si scriva a persone noi vicine
(amici, parenti) richiama la necessità di “buon distanziamento” e sottolinea la capacità di abitare un confine. La
distanza permette di poter creare uno spazio per poter vivere il valore dello spazio in comune che condividiamo
ogni giorno. Qual'è però la soglia fra distanza buona e quella che isola? Essa significa anche protezione, ma
questa rischia di chiudere chi scrive in una fortezza.
L'INTRECCIO EPISTOLARE: occorrenze/circodtanze/occasioni/materiali e sociali
si trae una continuità di coerenza nel corso della storia. Armando petrucci si interroga sulla ragione per la quale
gli individui comunicavano. La pratica epistolare è connessa a questioni relative al potere: ci si rivolge infatti a
persone superiori per trarre benefici. In questo caso la lettera è collegata a disparità di posizione sociale. Riferirsi
alla storia epistolare signifca fare riferimento a una divisione fra alabetizzati e analfabeti e fra chi scrive per
professione e chi per hobby.
Come pratica di scrittura ci troviamo ci fronte a molteplici linguaggi e stili di scrittura come gli epistolari in lingue
greca a confronto con la lingue volgare, o con i mezzi diversi per scrivere lettere a seconda del periodo storico.
SCRIVERE MISSIVE COME PRATICA SOCIALE
gli struementi dell'ordine del discorso diventano rielaborati nell'uso del quotidiano.
La presenza femminile nella pratica epistolare è stata attiva e significativa.
LA DIFFUSIONE DELLA LETTERA NELLA PRATICA EPISTOLARE DEL SECONDO 800
grazie alle innovazioni per la scrittura, verso la metà dell'800 la lettera è più diffusa, divenne un fenomeno socio-
culturale funzionale e strutturale. i grandi momenti della civiltà sono quelli in cui la comunicazione epistolare si
espande fortemente e acquista il ruolo di scrittura-guida. Si consolida anche l'utilizzo del volgare. Questo sviluppo
assegna alla lettera un ruolo nel mantenere vive le relazioni a distanza, offrend o uno scenario di natura sociale.
Inteso come pratica sociale,lo scambio epistolare è in grado di offrire una rappresentazione del se e del sociale.
In questo quadro scrivere lettere diviene attività che coglie la soggettività fra interlocutori e la dimensione sociale
nella quale sono immersi.
Due circostanze caratterizzano la letteranella seconda metà dell'800:flussi migratorie conflitti bellici. La lettera
diviene comunicazione anche per chi è immigrato. Nel caso bellico, di informazioni di resistenza o di rimanere in
vita. Così scrivendo si può rimanere nella memoria dei propri cari.
TRA PUBBLICO E PRIVATO
la lettera ha posto l'alternativa fra comunicazioni fra più scriventi e un utilizzo per la costruzione di una relazione
privata, quindi la segretezza del contenuto epistolare. L'etimolgia della parola epistola richiama l'azione
dell'inviare qualcosa. Per prima cosa è oggetto che il destinatario tocca con mano e che poi si può leggere. è
rievocato, in forma simbolica, il sospetto nei confronti della parola scritta. la parola scritta rappresenta un’istanza
che non ammette appello, confronto, discussione, bensì una condanna definitiva.
FUNZIONI PUBBLICHE DELLA LETTERA PRIVATA
La presenza di un destinatario riesce a riproporre in forma scritta una pratica di conversazione dialogica privata,
tuttavia i contenuti pongono il messaggio su un piano che oltre passa i due interlocutori, diverse dal nostro
concetto di privato e famigliare.
-SECONDO CICERONE
propone a livello informale una classificazione, divisa in 3:
-lettera per informare
-per gioco diletto come scambio amicale
-questioni politiche
egli afferma che vi sono dunque differenza di stile per scrivere una lettera. Alcune posso avere i tratti amicali o
famigliari. Ci sono alcune lettere che possono essere considerate segrete, altre invece sono rese pubbliche.
Cicerone era interessato a distinguere le lettere pubbliche fra quelle private.
CAP.3 CORRISPONDERE
cercheremo tra le pratiche di scrittura di chi non scrive per professione, ma di professione educa. scrivere,
costituisce una for-ma di comunicazione capace di sostenere il movimento del pensiero, ma anche di
accompagnare incontri e mantenere vive relazioni. la scrittura una volta padroneggiata, può diventare risorsa in
termini auto-educativi e come occasione perla formazione di altri; la forza della scrittura e le potenzialità
pedagogiche devono passare attraverso la pazienza dell’imparare (e insegnare)
la fatica di scrivere
nulla può eliminare la fatica o lo sforzo dell’impegno.proprio la consapevolezza del suo significato rende pesante,
perché carico di responsabilità, lo scrivere di questioni vere e importanti. si impara quando qualcuno si rende
disponibile ad insegnare quanto a propria volta appreso e anche qualcosa di più di quello che quello che ha
imparato di quel quotidiano per educarsi.
Scrivere di educazione
nell'immaginario collettivo, chi si occupa di educazione è uomo o donna che guida attività formative. La figura
dell'uomo è un sapere che si origina nell'esperienza, tuttavia è professionale nell'agire intenzionale e
progettuale. Se si scrive di questo processo di fromazione si rischia di fare sfoggio delle abilità, di intellettualismo.
Sembrerebbe che la vita o la si vive o la si scrive: invece si scrive a vita per mutarla.
Scritture professionali
quando è necessario stendere un progetto o relazione, valutare un'esperienza, sono esempi di un
insegnate/educatore/formatore che evidenziano un rapporto fra pratica educativa e scrittura.
Queste costituiscono le scritture professionali del lavoro educativo, scritture agite dal professionista
dell'educazione nello svolgimento del lavoro perchè richieste, realizzate come personale supporto e
informalmente utilizzate nel contesto lavorativo.
Scrivere per documentare e progettare
si assiste a un'esplosione della scrittura che concerne l'uso del quotidiano e descrive il rapporto fra educazione e
attenzione per la documentazione, rendere visibile e accessibile ciò che si fa. C'è l'invito a ricnoscore il passaggio
di intendere il lavoro come nascosto a renderlo pubblico. Saper scrivere un progetto è condizione necessaria per
la possibilità di concorrere a fondi pubblici o privati che garantiscono la sussistenza di realtà che si occupano di
educazione. Si esige un lavoro ricercato al progetto e anche l'attenzione che il testo risulti comprensibile a chi lo
legge. La scrittura progettuale richiede anche di essere comprensibili a chi leggerà la nostra proposta.l’atto dello
‘scrivere’ ha il pregio di trasformare la versione privata di un’intuizione, di un’idea o di un'azione nella versione
pubblica.il documento attesta un valore ‘sociale’ e riconosce, anche nel caso dei processi educativi, il legame tra
gli interventi formativi e il miglioramento sociale.
Scritturite
un’infiammazione da eccesso discrittura in educazione. ‘scrivere di educazione’ rischia di trasformarsi in una
pratica ripetitiva, abile nel cogliere il mainstream del momento per attirare fondi senza essere in grado di dare
seguito, ad un agire coerente con ciò che si dichiara scrivendo. Sta alla sensibilità pedagogica dell'autore
trasformare la scrittura in un processo di formazione, piuttosto a ridurlo a incombenza burocratica.
Controproduttività
l'aumento degli obblighi di scrittura (scritturite) che impegna chi si occupa di educazione, può non coincidere,
nella realtà, un effettivo miglioramento delle pratiche. una pratica che pur nascendo da ottime intenzioni,rischia
di sortire gli effetti opposti, tra il prodotto che si vende e il come si lavora.
Scrivere per educarsi
Il rapporto tra scrittura ed educazione si rivela complesso. È necessario imparare a scrivere, quindi riconoscere il
valore dell'esercizio, segue poi il dedicarvi tempo e energie. scrivere di educazione non significa ancora educare o
auto-educarsi. La relazione scrittura-educazione si gioca sul terreno dell’intenzionalità: lo scrivere può diventare
auto-educativo (per chi scrive) o educativo (per chi legge quelle parole) nella misura in cui se ne riconosce, un
‘fine in vista’ che, nel caso della scrittura, è caratterizzato dal sostenere ed incoraggiare un’azione di
interpretazionedi se stessi nel reale. La scrittura alfabetica diviene educativa quando offre la possibilità allo
scrittore di mettere in ordine la realtà, dal suo punto di vista. La distanza fra scrittura e realtà può essere vista
come una riesaminazione di quello che si sta facendo. La scrittura non dice la realtà ma il nostro modo di
interpretarla, scrivere diventa un'occasione per entrare in contatto con le cornici di significato attraverso le quali
diamo un senso alla realtà e all'esistenza. Possibilità per comprendere il nostro modo di dare senso e il tentativo
di mettere in ordine che la scrittura incoraggia, che può diventare occasione per modificare gli schemi di
significato.una possibilità per affinare al meglio il nostro stare al quotidiano.
Esperienza ed educazione
la scrittura offre di trasformare il quotidiano “far esperienza” a “avere esperienza”.si tratta di avere a disposizione
per il futuro l'insegnamento di un'esperienza che da senso e significato dalla riflessione che ne avrem fornito.
Non è tanto in sé l'esperienza ad essere educativa ma, il lavoro di riflessione che si attiva nel soggetto a fronte di
quello che accade per le future esperienze. Paulo FREIRE sosteneva che: “il momento dello scrivre diventa
momento di creazione e ricreazione delle nostre idee. Leggere quello che ho appena scritto mi da la possibilità di
migliorare quello che ho scritto, stimolandomi a qualcosa che non ho ancora scritto.” l'esortazione dell'imparare
a scrivere è presente anche nelle regole del litigare, nei conflitti in famiglia. Il rapporto fra scrittura e e ducazione
si carica di molti significati: occasione per chiarire il proprio pensiero, tentativo di trattenere qualcosa mentre la
vita scorre allo scopo di ripensarlo divenendo un esercizio di resistenza rispetto allo scorrere delle ore e dei
giorni. E' un tentativo di comprendere e imparare l'esperienza che la scrittura svela le potenzialità pedagogiche.
Questi elementi colgono nella scrittura la possibilità di cogliere maggoir consapevolezza rispetto all'esperienza
quotidiana. Per questo ad essa è assegnato un ruolo auto-formativo. Ciò che è pedagogico coinvolge la
razionalità pratica, dove la questione è collegata alla saggezza, alla luce di ciò che si propone come fine,
l'educatore deve prendere la strada migliore per raggiungerlo senza tralasciare la situazione che ha davanti. In
ambito educativo una situazione non è mai identica all'altra, e ciascuna deve essere affrontata attraverso una
circolarità di tecniche che valorizzino l'intenzionalità umana. Sostenere che il ruolo dell'educatore si gioca sul
terreno della saggezza ha due conseguenze: l'educatore non può avere solo sapere teorico e nemmeno che la
sua formazione sia di natura strumentale. L'educatore è tale quando padroneggia il sapere dell'esperienza: parte
dalla pratica, riflette e ritorna alla pratica con il sapere acquisito, agisce e torna a riflettere. La scrittura permette
di indagare le teorie che animano l'azione.
Corrispondere: scrivere di sé agli altri.
Il processo fra scrittura e educazione si rivela prezioso per l'auto-educazione. Può dare vita a un processo di ri-
significazione del passato e costituire un ordine progettuale rispetto al futuro. Una volta riconosciuto il ruolo
auto-formativo, è necessario riconoscerne anche un problema. Un rischio che può avvitarsi sul soggetto stesso:
scrivere su di sé e per sé.
Rischio di chiususra
In genere si scrive per essere letti da qualcuno. La scrittura però può trasformarsi in una pratica che protegge e
ritira. Le essa è pratica auto-formativa, la presenza di un educatore è fondamentale per riordianre le funzioni su
due fronti.
– in primo luogo perchè la scrittura deve diventare luogo di creatività fuggendo da tentazione auto ed
etero ingannevoli-
– è necessaria la figura dell'educatore per contenere lo “straripare autobiografico” di alcuni. Incoraggiando
chi tende a omettere l'incontro con la propria storia e le proprie emozioni, mostrando attenzione a chi
delega alla scrittura felicità, sogni e progetti.
FOUCAULT afferma: “scrivere di sé è complementare all'ANACORESI (ritirarsi in solitudine per dedicarsi alla vita
ascetica) perchè materializzare su carta i moti interiori assume la funzione di uno sguardo esterno.
Lostrumento della sctirrua diventa auto-formativo nella misura in cui “parte da sè”, ma è anche occasione di
confronto condiviso. Condividere le proprie esperienze ducative può rappresentare un confronto: può diventare
riflessione complessa e articolata, e poi, pur partendo da sé invita il singolo a rispensare alle proprie posizioni
rispetto ai punti di vista altrui.
Cum-re-spondere:il primato della relazione
si scrive sempre per qualcuno ma si scrive anche per se stessi. La corrispondenza incarna il “doppio” perchè
scrive di sé e anche per gli altri. Infatti il termine corrispondenza indica un “carteggio” di lettere fra persone, e fa
rifermineto al rapporto reciproco fra elementi diversi. Si tratta di uno scrivere misurato in quanto lascia aperta la
conversazione. La corrispondenza indica quindi una com-partecipazione fra due interlocutori. Un reciproco
“riscontrarsi.” la corrispondenza ha a che fare con una dimensione etica, una proposta che diviene garanzia e
intenzione di mantenere una promessa. Due aspetti della corrispondenza: condizioni fisiche e psicologiche dei
corrispondenti e l'attesa epistolare.
Come stai? Alias, ci sei?
Un aspetto che colpisce a chi legge un epistolario è la condizione psico-fisica degli interlocutori. Rassicurazioni
sulla propria salute certificano la disponibilità a stare dentro a una relazione. È una conferma della
preoccupazione dell'interlocutore. Quando si è in condizioni non buone per scrivere o non si scrive proprio,
perchè richiede impegno e concentrazione o si scrivono poche righe.
La corrispondenza epistolare si confronta anche con le imposizioni di un regime di restrizione che non consente
di scrivere liberamente,sia per quanto riguarda la quantità di lettere (centellinate), sia per quanto riguarda i
contenuti, dal momento che si è esposti alla censura del potere politico, o in reclusione.Nonostante la
debilitazione fisica e psicologica della reclusione che mette a dura prova la corrispondenza con i familiari,
entrambe queste figure emblematiche del Novecento (Florenskji e Gramsci) confideranno in questo scambio
come l’unico elemento capace di continuare a riannodare i fili della propria vita mantenendo allacciati quelli della
relazione con gli affetti lontani.
L'attesa epistolare
un'altro ruolo che caratterizza la corrispondenza rigurda l'attesa. Da un lato vi era il desiderio di ricevere una
lettera, dall'altro, per il ritardo della consegna la preoccupazione che la corrispondenza si sia interrotta.
Attendere corrispondenza suscita l'aspettativa di novità ela sensazione di un rito (la costanza della relazione).
Tutto questo ha ancora a che fare con lo scrivere per sé. FOUCAULT: due sono i modi per attribuire alla scrittura
l'esercizio del pensiero: una traiettoria lineare che parte dal lavoro di pensiero tradotto in lavoro di scirttura e poi
in lavoro sulla realtà e una forma circolare che parte dal pensiero e vi ritorna. La scrittura ha comunque valore di
rielaborazione dei dicorsi che vengono assimilati come principi d'azione razionale.
Seminare parole
Gli antichi autori di lettere aperte (Platone, Isocrate) si proponevano come guida morale alla comunità. Se la
lettera è una metà di dialogo, nel caso di una lettera a scopo formativo,la replica si rende meno necessaria.
L'intenzionalità mira a cambiamenti che si renderanno evidenti col trascorrere del tempo. Chi propone contenuti
educativi è consapevole che le parole vengono seminate. Il susseguirsi delle lettere rendono caldi i contenuti
formativi. L'oggetto della nostra indagine prende in esame alcuni epistolari e cerca di inscrivere in ciascuno di
essi il significato creato dall condizioni in cui si trovano interlocutore e interlocutori. L'intenzione di educare
l'altro da parte di chi scrive una lettera.
CAPITOLO 4:Padri...per lettera
GRAMSCI e FLORENKSIJ in seguito a tutte le loro vicissitudini, erano tuttie due padri di famgilia e provavano le
medesime angosce/preoccupazioni. Entrambi usufruivano della corrispondenza epistolare per stare in conatatto
con la famiglia, per mantere viva la relazione, quindi una corrisp. Epist. Con finalità pedagogiche. U'intenzionalità
educativa precisa: educare i propri figli da lontano. Tale corrisp. Assume i connotati di un'educazione informale
fra adulti, un confronto che si sforza di individuare le strategie educative migliori o far intraprendere la strada più
adatta ai figli.
Casi limite
Essi rappresentano anche due casi limite: un corrispondere che era difficle a causa delle loro condizioni, senza
però togliere nulla all'intenzionalità pedagogica., anzi, ne diventano parte a tutti gli effetti.
Corrispondenza pedagogica
Essi sono un esempio della corrispondenza epistolare usata come strumento pedagogico: accettano di vivere la
responsabilità paterna verso i propri figli attraverso lo scambio epistolare.
DIFFERENZE FRA I DUE AUTORI:
1. la personalità: la figura di Gramsci è impadiva e risoluta, quell di Florenksji è calma e spirituale.
2. Florenskji ha 5 figli e ha un rapporto solido con la moglie, Gramsci invece peggiora di anno in anno il suo
rapporto con la moglie
3. La corrispondenza di Gramsci si rivolge agli adulti come occasione di educazione informale, quella di
florenskji è indirizzata ai figli ed è significativa per la loro crscita.

GRAMSCI non può essere considerato come un pedagogista, ma alla base delle sue ossrvazioni educative vi sia
un motivo pedagogico-politico “educare l'uomo nuovo nella prospettiva Marxista”, un nesso fra pedagogia e
politica,questo affiora nella corrispondenza anche se in termini famigliari. La proposta che ha in mente è di tipo
pedagogico-politico. In egli sono presenti due funzioni pedagogiche: la funzione auto-formativa e riflessiva,
l'intenzione attraverso la scrittura di educare gli altri.
Paternità vivente
Gramsci cerca di rimanere sempre aggiornato sulla situazione famigliare nonostante i problemi di salute e
mentali della moglie Giulia (dperessione). Un dediderio di paternità che da un lato si pone come sostegno nei
confronti della moglie che cresce con difficoltà i figli, dall'altro lato è consapevole che per conoscere i bambini e
partecipare alla formazione la moglie deve ricoprire un ruolo decisivo. Conoscere e partecipare quindi sono
declinazioni attravrso le quali intende l'esercizio di paternità assente: si deve impossessare dei dettagli e del
quotidiano che non può vedere con i suoi occhi, ma solo attraverso le lettere.
La doppia esperienza
L'intenzione di esserci e restare padre non deriva solo da un dovere o da un'intenzione ma è un prodotto della
sua stessa educazione. Egli infatti ha vissuto una situazione analoga a quella vissuta dai suoi figli: anche suo
padre era stato in carcere. In un determinato momento Gramsci scrive al figlo senza ottenere risposta; egli non
sapeba che il padre fosse stato incarcerato e avendolo scoperto da dei suoi compagni aveva pensato non fosse
vero. Questa situazione, a detta di Gramsci poteva risultare in una sfiducia negli adulti, cioè il morbo di Pott.
Questa situazione rapparesenta un tentativo di riabilitazione paterna., un motivo di riflessione educativa che ha
valenza pedagogica. Tre ragioni pedagogiche evidenziabili in questo passaggio:
1.i bambini devo meritare di essere trattati come essseri dotati di ragione, con loro si può parlare di
tutto trovando il giusto metodo.
2.l'adulto si dimentica spesso di essere stato bambino e sottovaluta i piccoli gesti che per un
bambino sono fondamentali: permettono loro di essere riconosciuti nella loro unicità e serietà. Se
manca questo viene a mancare la fiducia., l'elemento decisivo in una relazione educativa.
3.Gramsci è convinto della propria posizione:bisogna essere sinceri con i bambini cosi che non
pensino di essere stati dimenticati, ne che venga taciuta la loro condizione perchè considerati
piccoli, inoltre non va contro la posizione di Giulia ma lavora con lei per spiegarle le ragioni della
franchezza.
Questa convinzione ha due osservazioni:
1.la questione educativa richiede strategia comune fra genitori o chi si occupa di educazione.
2.il ruolo educativo dell'adulto è fondamentale, in modo che sia un azione intenzionale:un impegno attivo
nell'educatore nel gestire le impressioni dei minori nell'esistenza e nel loro mondo.
Sul fatto di tacere o meno della carcerazione possiamo vedere due punti di vista contrapposti:
1.Giulia ritiene che i bambini siano protetti dalla notizia, sopratutto per Delio che è un bimbo sensibile
2.Antonio invece sostiene che i figli debbano sapere, e individua l'irrequietezza di Delio attribuito al non-sapere
L'infanzia è questione seria
Nella prima lettera che Antonio scrive a Delio si riconosce uno sforzo di entrare nella sua quotidianità, valorizza
anche il figlio essendo il maggiore fra i due (lui e Giuliano). Lo scopo di Antonio è sentirsi parte in modo attivo
nella formazione dei bambini. Un padre che sostiene anche la formazione culturale e umana, incoraggiano i figli
durante le azioni quotidiane. Egli rifletteva insieme ai figli le difficoltà scolastiche, tentava di capire se ci fossero
degli agenti esterni che gli impedissero in qualche modo la concentrazione per lo studio. Nella corrisponenza con
i figli egli propone un'affermazione e chiede di esprimere un'opinione.
Gramsci agli altri educatori
Antonio è una figura paterna complessa: da una padre un padre scrupoloso e attendo alla quotidianità, dall'altra
esigente ripetto all'educazione dei figli. Questo fa da cornice alle dispute pedagogiche legate alla moglie. Per
Gramsci l'educazione non è un lasciar fiorire ma una coercizione, un intervento attivo da parte dell'educatore.
Il dilemma tra autorità e libertà pedagogica è aperta nel pesiero di Gramsci: lasciar fare alla natura o tirare su?
Non è tanto il rigetto di ogni tendenza naturale, ma il modo dell'adulto di gestirr queste inclinazioni.
Educare gli adulti che educano
Gramsci dice che un errore che si fa nel crescere i ragazzi è quello di non distinguere le due fasi della loro vita:
prima e dopo la pubertà. Prima, la personalità del ragazzo non si è ancora formata, ed è più facile guidare la sua
vita. Dopo ogni elemento estarneo diventa insopportabile.succede che i genitori sentono la responabilità in
questa seconda fase quando è tardi, così entra in scena la rigidità che da pochi frutti.
la cattiva gestione delle inclinazioni da parte dell'adulto, dice Gramsci è un errore rispetto a cosa significhi
educare,un errore nel quale sono incorsi gli audlti di casa. Egli dice di far attenzione ad affrettare conclusioni con
scarsi elementi,bisogna leggere con tendenza natuarle il comportamento casuale. Questa attenzione alle
tendenze individuali rischia di far perdere di vista il processo di crescita perchè ripiegata solo sul dettaglio.meglio
un'educazione ch estenda l'orizzonte delle possibilità. Giulia focalizzandosi sulle inclinazioni dei bambini rischia di
trasformarsi in una contemplazione per i figli, questo rischia di rendere il soggetto passivo in balia degli eventi
che accadono. Secondo Gramsci il compito educativo è “non lasciarsi schiacciare dall'ambiente”. Non seguire solo
le inclinazoni naturali ma nemmeno lasciarsi stordire dall'ambiente. Quindi la COERCIZIONE è un'azione di guida
e orientamento, usando l'autorità che viene dall'affetto, in modo affettuoso ma anche rigido. Un'autorità che non
mortifica la spontaneità infantile. Per questo il ruolo degli educatori è importante perchè risponde alla necessità
dei minori di poter contare su figure consapevoli e capaci di educare se stesse. Egli sosteneva anche che
l'educazione è anche incoraggiamento che riconosce fatica di chi si occupa di educazione.
Florenskiji: paternità come testimonianza
La sua corrispondenza è meno burrascosa di quell di Gramsci.
Aveva una personalità con ampio interesse scientifico. Coniuga esso con gli studi matematici, fisici-elettronici e
filosofici, teologici, artistici. Grazie a questa ampiezza scientifica, sviluppava temi argomentativi e agganciava
relazioni fra vari piani e livelli. Da un lato Florenskji esercita uno studio naturalistico volto a osservare lo studio
dei fenomeni naturalistico, esercitato nell'ambito delle “scienze dure” dall'altro, elabora una posiziione filosofica
e teologica volta alla ricerca della fede crisitiana ortodossa. Fra queste dimensioni non esiste contrasto, fra il
mondo finito della natura e quello infinito di Dio.
Una pedagogia fra pensiero e vita
Le osservazioni educative nelle sue lettere sono definite “pedagogia sul confine”, egli valorizzava l'esperienza
umana e al nesso fra pensiero e vita, quest'ultima era per lui di vitale importanza. In relazione all'educazione dei
figli, non si assiste mai alla svalutazione delle vicende quotidiane, ma diventano oggetto di confronto, per
cogliere la profondità del pensiero religioso. Nel suo testamento spirituale, egli mette in conto la sua morte e
vuole tenere informati di cio i parenti. Nelle parole scritte FlorENKSIJ promuove un atteggiamento di impegno
esistenziale, che non è improvvisasione ma che deve essere educato.
Scrittura come testimonianza di se e per gli altri
florenksij assume alla scrittura un ruolo formativo come cura di sé ma anche come gesto pedagogico rivolto ai
suoi cari. Egli ha molta attenzione a scrivere ai suoi cari e da qui evidenziamo il significato che egli attribuiva alla
scrittura: voleva lasciare testimonianza ia suoi cari. Con lo scritto le Memorie (composto tra il novembre del 1916
e il novembre del 1925) egli ricorda i dettagli della propria vita, con il quale segue un'intenzione pedagogica:non
essere dimenticato, ma mettere a disposizione dei figli le origini dalle quali essi possono partire per la
costruzione della propria opera. Offre loro una radice, un ancoraggio enon una direzione per costruire
l'esistenza.Lo scopo principale nelle sue lettere è quello di stimolare i propri interlocutori con spunti di riflessioni
semplici, come i dettagli climatici o i suoi spostamenti. (egli nelle lettere specificava i luoghi in cui era stato e
chiedeva alla moglie di far vedere ai figli sulla cartina geogr. Tal luogo e inseegnargli qualcosa per la loro
istruzione).
Fornire le radici famigliari e culturali
FloreNKSIJ professava ai figli nella lettere di non trascorrere nemmeno un istante della vita sensa senso e
contenuto. Egli cercava di ovviare la contingenza di soffocamento dell'inutilità di Pavel di non riuscire un aiuto
concreto ai figli. Anche nella corrispondenza con la madre di Pavel (Olga) egli richiama sempre alla sua infanzia.
Il valore dell'infanzia
Si avvicina al mondo dei figli (sopratutto alla bimba più piccola) con estrema sensibilità pedagogica. FlorenKSIJ
assume un attegiamento curioso riguardo al mondo della piccola. Secondo FloRENKSIJ i bambini sono in grado di
cogliere l'unità nella diversità, ciò in grado di sostare sul confine fra finito e infinito, incarnando la concezione
mistica del mondo: la percezione infantile è più estetica rispetto a quella adulta, la preminenza delle cose sullo
spazio rende il mondo più articolato di quanto lo sia per un adulto. La percezione infantile è una percezione
misitca del mondo, evita l'accumulazione, costruzione meccanica (in termini scientifici), è meglio la non
completezza che la compilazione forzata di materiali e idee. La corrispondenza con la moglie Anita è giocata su
due dimensioni: da un lato Pavel riconosce la fatica di Anna nel gestire la stuazione ducativa da sola, dall'altro la
incoraggia a mantenere un clima gioioso e sereno in modo che l'esperienza di educazione ricevuta in famiglia
possa conferire stupore e mistero che caratterizza l'infanzia.ì, e che quindi il clima famigliare sia in grado di
allargare gli orizzonti di significato per i bambini. Egli è consapevole che la sua assenza può essere riempita in
modo distorto dai figli, oppure che ci sia un rapporto di eccesiva fusione fra Olga e i figli. Lo scambio di lettere
con sua figlia Olga (un'adolescente) mette in scena l'ercizio di paternità in un moemnto cruciale nella vita di olga.
Egli la prende “per mano” per accompagnarla in questo passaggio esistenziale. A causa della mancanza della
figura paterna gli studi di Olga subiscono un rallentamento, e Pavel di conseguenza incoraggia la figlia. Egli
consiglia alla figlia di guardare il trascendente nel qui e ora, e non bramare solo quello che c'è o è lontano. Acuire
la capacità di guardarsi intorno imparando a sostare nei diversi moemnti dell'esistenza. (Olga era in “crisi” perchè
la maestra di musica non si esprimeva riguardo al suo futuro musicale, nonostante ella volesse sapere se poteva
avere un posto nel mondo, tipico comportamento adolescenziale.) Egli con la figlia Olga ricrea un compito di
sviluppo utile anche per la nostra epoca: arrivare a costruire un'immagine realistica di sé e della propria identità.
“la maestria sta nel sapersi porre dei limiti,mentre all'illimitatezza tende solo il caos.” scrive in una delle ultime
lettere a Olga.
Conclusioni
Le lettere di Pavel qualificano un attegiamento pedagogico:attenzione all'unicità dei soggetti,fatica di educare fra
glli audulti,capacità di analizzare le origini del proprio approccio educativo. Il contenuto dello scambio epistolare
di FloreNKSIJ e Gramsci è una visione del mondo del loro perimetro esistenziale e impegno intellettuale. Essi
possono essere considerati degli educatori a tutti gli effetti anche se non sono pedagogisti. Questo loro pensare
pedagogicamente,è maturato grazie a un'attività intellettuale continua che ha educato i due autori stessi.
CAPITOLO 5 COMUNITA' EPISTOLARI
costruire comunità
Fra Gramsci e FlorENKSIJ e i loro figli,attraverso le lettere si crea una micro-comunità di senso, questa riemerge in
modo significativo quando è fra adulti. (Gramsci a sua moglie e florenksij ai suoi parenti). Questo tipo di
corrisponenza costituisce comunità virtuali come luogo di scambio di educazione e di comunicazione reciproca.
La corrispondenza epistolare mantiene vivo uno spazio comune di dialogo, consolidando una comunità.
Repubblica delle lettere
La corrispondenza della lettera non è sfuggita ai chierici e ai dotti europei, l'epistolarità diviene un mezzo di
propaganda di formazione e informazione.La repubblica delle lettere è una comunità virtuale, composta dai dotti
e degli eruditi europei che tessevano fra loro uno scambio per intracciare e migliorare saperi e conoscenze.
tale realtà deve essere considerata come una ‘comunità virtuale’, composta dall’insieme dei dotti e degli eruditi
europei che tessevano, tra loro, un fitto scambio intellettuale, con lo scopo di intrecciare saperi e conoscenze per
migliorali.
Educazione informale
in questo scambio c'è un'intenzionalità pedagogica che esprime un'attenzione verso l'altro e il rispetto della
reciprocità del legame tra mittente e destinanatrio. Gli attori dello scambio possono scambiarsi di ruolo a vicenda
e andare incontro a una trasformazione personale che trae origine dallo scambio epistolare. Lo strumento
epistolare diviene una funzione pedagogica rivolta a una comunità.
Paolo di Tarso: scrivere per educare una comunità
Vissuto nel primo secolo dopo Cristo è una figura emblematica dell'epistolografia crisitana.Paolo è riuscito a
fondare la concretezza delle situazioni delle comunità che intrnde formare con la cura pastorale,al fine di
sostenere le difficoltà agli inizi della fede. Nella prima lettera ai Tessalonicesi , egli propone consigli e regole di
vita approfondendo la questione della parusia (venuta di Gesù alla fine dei tempi, per instaurare il regno di
Dio):da una parte esprime attenzione alle comunità crisitiane e dell'altra non si sottrae al compito pastorale.
Lo stile
lo stile di adegua ogni volta a ciascuna comunità e alle sigenze a cui la lettera risponde.il suo stile convoglia
nell'obiettivo della predicazione. Le sue lettere non sono né trattati né private, ma nella asimmetria della
relazione educativa,vicino alla figura del padre e della madre.il suo epistolario si imparenta con la predicazione
orale con la necessità di trasmettere un messaggio. Le sue sono delle lettere rivolte a un gruppo di persone,che
servono a mantenere i rapporti con credenti di comunità lontane.Le lettere permettono di esprimere l'efficacia
della parola e acquisirono autonomia rispetto a generei teologici,con forma di enunciazione dei messaggi.
Gli obiettivi delle sue lettere
egli si trova acomunicare con interlocutori di distanza geografica e anche temporale.le sue lettere che possono
sembrare trattati teologici, hanno come obiettivo una forma di presenza in un contesto di assenza fisica e
lontananza.questa dimensione di presenza epistolare è comprensibile in un contesto come quello del primo
secolo in cui laccesso alla scrittura era minoritario e le lettere venivano lette ad alta voce come una predicazione.
Il rendersi presente si lega al fatto che nelle comunità paoline vi erano dissidi e i credenti dovevano confrontarsi
con i “nemici di paolo” (giudeo-critiani e gnostici). Non è tanto la presenza corporea ma il suo messaggio e degli
effetti che deve avere nella vita dei credenti.
Assenza di Paolo e presenza del messaggio
L'assenza più grave, invece che quella fisica è la perdita della fede. Le lettere hanno come obiettivo di riportare
alla memoria una parola ascoltata che deve essere vivificata. Il vero messaggio è la parola. Paolo è un servo fra i
servi, un uomo che lascia trasparire in sé la presenza del divino.
Valore della distanza
Nelle lettere si perpetua un evento che non ha nell'apostolo il suo soggetto, perchè è un'intervento divino.esse
suscitano adesione al contenuto più che al soggeto di Paolo. La relazone che guarda Paolo è fra i credenti e Dio. Il
Maestro conduce il soggetto al proprio compimento e realizzazione che coincide con la fede in Gesù.
Don Lorenzo Milani: scrivere per continuare a educare
E' una figura ponte fra intenzionalità formativa propria dei sitemi formali e l'educazione informale che si attiva
tramite corrispondenza. Vi sono tre lettere importanti, che sono documenti: “lettera ai cappellani militari”,
“lettera ai giudici”,”lettera a una professoressa” il mittente è collettivo, ciòè i ragazzi della scuola di Don Milani.
Erano lettere genrative capaci di dar vita a generazioni di lettori e interlocutori.
Coerenza e opportunità
Don Lorenzo viveva il rapporto con i suoi ragazzi con ansie epreoccupazioni tipicamente paterne per partecipare
alla vita dei ragazzi, le lettere però fanno meglio capire gli obiettivi della sua educazione continua. Tutti i fatti
servono per insegnare, ad esempio un suo alunno venne chiamato al servizio militare e egli solleva il problema
della coerenza fra la non violenza e le conseguenze del ragazzo se le dovesse seguire come un ordine.
Asimmetria e autonomia
In una lettera scritta a Francuccio nella quale egli richiede consigli per un vaiggio in tunisia, Don lorenzo da un
lato rivendica la responsabilità di prendere lui delle decisioni per i ragazzi adeguate al loro sviluppo e formazione,
da un lato l'educatore comincia progressivamente a farsi da parte e invita i ragazzia prendere decisioni in modo
autonomo. In questo equilibro fra essere assente e presente, alcune lettere lasciano trasparire la difficoltà nel
lasciare andare i propri figli una volta grandi. (es. le lettere a Agostino, Francuccio, Mauro e Edoardo,Guido nelle
quali consiglia per la loro educazione e formazione)
Paternità adottiva
Don Lorenzo non dimentica mai di ritenersi non padre dei ragazzi, ma incoraggia loro a comunicare e scrivere con
i loro genitori e consiglia di contribuire al sostentamento delle proprie famiglie.piuttosto il suo ruolo educativo è
quello che sostiene i compiti di sviluppo e sostegno.
Difficoltà e sofferenza
A Don Lorenzo non mancavano moemnti di sconforto, poiché ad esmpio un suo ragazzo (Michele) in una lettera
esprime il suo disaccordo sulla sua educazione una volta adulto.Le lettere diventano uno strumento comunitario
perchè sono scritte insieme e le notizie che arrivano sono lette da chi è rimasto a Barbiana. Per motivi di salute
Don Lorenzo passa dallo scrivere lettere ad ognuno dei ragazzi a scriverle rivolte a tutti, quindi un passaggio di
corrispondenza uno ad uno a corrispondenza orale: più che chiedere notizie in queste lettere vengono mantenuti
i legami.Don Lorenzo afferma che per fare l'educatore bisoga fidarsi èerchè è obbligo morale verso i rgaazzi e
un'onestà davanti a Dio. E perchè un educatore ha sempre delle soddifazioni e sa vedere i segni di speranza e
onestà dove gli altri non vedono.

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