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GRAMSCI non può essere considerato come un pedagogista, ma alla base delle sue ossrvazioni educative vi sia
un motivo pedagogico-politico “educare l'uomo nuovo nella prospettiva Marxista”, un nesso fra pedagogia e
politica,questo affiora nella corrispondenza anche se in termini famigliari. La proposta che ha in mente è di tipo
pedagogico-politico. In egli sono presenti due funzioni pedagogiche: la funzione auto-formativa e riflessiva,
l'intenzione attraverso la scrittura di educare gli altri.
Paternità vivente
Gramsci cerca di rimanere sempre aggiornato sulla situazione famigliare nonostante i problemi di salute e
mentali della moglie Giulia (dperessione). Un dediderio di paternità che da un lato si pone come sostegno nei
confronti della moglie che cresce con difficoltà i figli, dall'altro lato è consapevole che per conoscere i bambini e
partecipare alla formazione la moglie deve ricoprire un ruolo decisivo. Conoscere e partecipare quindi sono
declinazioni attravrso le quali intende l'esercizio di paternità assente: si deve impossessare dei dettagli e del
quotidiano che non può vedere con i suoi occhi, ma solo attraverso le lettere.
La doppia esperienza
L'intenzione di esserci e restare padre non deriva solo da un dovere o da un'intenzione ma è un prodotto della
sua stessa educazione. Egli infatti ha vissuto una situazione analoga a quella vissuta dai suoi figli: anche suo
padre era stato in carcere. In un determinato momento Gramsci scrive al figlo senza ottenere risposta; egli non
sapeba che il padre fosse stato incarcerato e avendolo scoperto da dei suoi compagni aveva pensato non fosse
vero. Questa situazione, a detta di Gramsci poteva risultare in una sfiducia negli adulti, cioè il morbo di Pott.
Questa situazione rapparesenta un tentativo di riabilitazione paterna., un motivo di riflessione educativa che ha
valenza pedagogica. Tre ragioni pedagogiche evidenziabili in questo passaggio:
1.i bambini devo meritare di essere trattati come essseri dotati di ragione, con loro si può parlare di
tutto trovando il giusto metodo.
2.l'adulto si dimentica spesso di essere stato bambino e sottovaluta i piccoli gesti che per un
bambino sono fondamentali: permettono loro di essere riconosciuti nella loro unicità e serietà. Se
manca questo viene a mancare la fiducia., l'elemento decisivo in una relazione educativa.
3.Gramsci è convinto della propria posizione:bisogna essere sinceri con i bambini cosi che non
pensino di essere stati dimenticati, ne che venga taciuta la loro condizione perchè considerati
piccoli, inoltre non va contro la posizione di Giulia ma lavora con lei per spiegarle le ragioni della
franchezza.
Questa convinzione ha due osservazioni:
1.la questione educativa richiede strategia comune fra genitori o chi si occupa di educazione.
2.il ruolo educativo dell'adulto è fondamentale, in modo che sia un azione intenzionale:un impegno attivo
nell'educatore nel gestire le impressioni dei minori nell'esistenza e nel loro mondo.
Sul fatto di tacere o meno della carcerazione possiamo vedere due punti di vista contrapposti:
1.Giulia ritiene che i bambini siano protetti dalla notizia, sopratutto per Delio che è un bimbo sensibile
2.Antonio invece sostiene che i figli debbano sapere, e individua l'irrequietezza di Delio attribuito al non-sapere
L'infanzia è questione seria
Nella prima lettera che Antonio scrive a Delio si riconosce uno sforzo di entrare nella sua quotidianità, valorizza
anche il figlio essendo il maggiore fra i due (lui e Giuliano). Lo scopo di Antonio è sentirsi parte in modo attivo
nella formazione dei bambini. Un padre che sostiene anche la formazione culturale e umana, incoraggiano i figli
durante le azioni quotidiane. Egli rifletteva insieme ai figli le difficoltà scolastiche, tentava di capire se ci fossero
degli agenti esterni che gli impedissero in qualche modo la concentrazione per lo studio. Nella corrisponenza con
i figli egli propone un'affermazione e chiede di esprimere un'opinione.
Gramsci agli altri educatori
Antonio è una figura paterna complessa: da una padre un padre scrupoloso e attendo alla quotidianità, dall'altra
esigente ripetto all'educazione dei figli. Questo fa da cornice alle dispute pedagogiche legate alla moglie. Per
Gramsci l'educazione non è un lasciar fiorire ma una coercizione, un intervento attivo da parte dell'educatore.
Il dilemma tra autorità e libertà pedagogica è aperta nel pesiero di Gramsci: lasciar fare alla natura o tirare su?
Non è tanto il rigetto di ogni tendenza naturale, ma il modo dell'adulto di gestirr queste inclinazioni.
Educare gli adulti che educano
Gramsci dice che un errore che si fa nel crescere i ragazzi è quello di non distinguere le due fasi della loro vita:
prima e dopo la pubertà. Prima, la personalità del ragazzo non si è ancora formata, ed è più facile guidare la sua
vita. Dopo ogni elemento estarneo diventa insopportabile.succede che i genitori sentono la responabilità in
questa seconda fase quando è tardi, così entra in scena la rigidità che da pochi frutti.
la cattiva gestione delle inclinazioni da parte dell'adulto, dice Gramsci è un errore rispetto a cosa significhi
educare,un errore nel quale sono incorsi gli audlti di casa. Egli dice di far attenzione ad affrettare conclusioni con
scarsi elementi,bisogna leggere con tendenza natuarle il comportamento casuale. Questa attenzione alle
tendenze individuali rischia di far perdere di vista il processo di crescita perchè ripiegata solo sul dettaglio.meglio
un'educazione ch estenda l'orizzonte delle possibilità. Giulia focalizzandosi sulle inclinazioni dei bambini rischia di
trasformarsi in una contemplazione per i figli, questo rischia di rendere il soggetto passivo in balia degli eventi
che accadono. Secondo Gramsci il compito educativo è “non lasciarsi schiacciare dall'ambiente”. Non seguire solo
le inclinazoni naturali ma nemmeno lasciarsi stordire dall'ambiente. Quindi la COERCIZIONE è un'azione di guida
e orientamento, usando l'autorità che viene dall'affetto, in modo affettuoso ma anche rigido. Un'autorità che non
mortifica la spontaneità infantile. Per questo il ruolo degli educatori è importante perchè risponde alla necessità
dei minori di poter contare su figure consapevoli e capaci di educare se stesse. Egli sosteneva anche che
l'educazione è anche incoraggiamento che riconosce fatica di chi si occupa di educazione.
Florenskiji: paternità come testimonianza
La sua corrispondenza è meno burrascosa di quell di Gramsci.
Aveva una personalità con ampio interesse scientifico. Coniuga esso con gli studi matematici, fisici-elettronici e
filosofici, teologici, artistici. Grazie a questa ampiezza scientifica, sviluppava temi argomentativi e agganciava
relazioni fra vari piani e livelli. Da un lato Florenskji esercita uno studio naturalistico volto a osservare lo studio
dei fenomeni naturalistico, esercitato nell'ambito delle “scienze dure” dall'altro, elabora una posiziione filosofica
e teologica volta alla ricerca della fede crisitiana ortodossa. Fra queste dimensioni non esiste contrasto, fra il
mondo finito della natura e quello infinito di Dio.
Una pedagogia fra pensiero e vita
Le osservazioni educative nelle sue lettere sono definite “pedagogia sul confine”, egli valorizzava l'esperienza
umana e al nesso fra pensiero e vita, quest'ultima era per lui di vitale importanza. In relazione all'educazione dei
figli, non si assiste mai alla svalutazione delle vicende quotidiane, ma diventano oggetto di confronto, per
cogliere la profondità del pensiero religioso. Nel suo testamento spirituale, egli mette in conto la sua morte e
vuole tenere informati di cio i parenti. Nelle parole scritte FlorENKSIJ promuove un atteggiamento di impegno
esistenziale, che non è improvvisasione ma che deve essere educato.
Scrittura come testimonianza di se e per gli altri
florenksij assume alla scrittura un ruolo formativo come cura di sé ma anche come gesto pedagogico rivolto ai
suoi cari. Egli ha molta attenzione a scrivere ai suoi cari e da qui evidenziamo il significato che egli attribuiva alla
scrittura: voleva lasciare testimonianza ia suoi cari. Con lo scritto le Memorie (composto tra il novembre del 1916
e il novembre del 1925) egli ricorda i dettagli della propria vita, con il quale segue un'intenzione pedagogica:non
essere dimenticato, ma mettere a disposizione dei figli le origini dalle quali essi possono partire per la
costruzione della propria opera. Offre loro una radice, un ancoraggio enon una direzione per costruire
l'esistenza.Lo scopo principale nelle sue lettere è quello di stimolare i propri interlocutori con spunti di riflessioni
semplici, come i dettagli climatici o i suoi spostamenti. (egli nelle lettere specificava i luoghi in cui era stato e
chiedeva alla moglie di far vedere ai figli sulla cartina geogr. Tal luogo e inseegnargli qualcosa per la loro
istruzione).
Fornire le radici famigliari e culturali
FloreNKSIJ professava ai figli nella lettere di non trascorrere nemmeno un istante della vita sensa senso e
contenuto. Egli cercava di ovviare la contingenza di soffocamento dell'inutilità di Pavel di non riuscire un aiuto
concreto ai figli. Anche nella corrispondenza con la madre di Pavel (Olga) egli richiama sempre alla sua infanzia.
Il valore dell'infanzia
Si avvicina al mondo dei figli (sopratutto alla bimba più piccola) con estrema sensibilità pedagogica. FlorenKSIJ
assume un attegiamento curioso riguardo al mondo della piccola. Secondo FloRENKSIJ i bambini sono in grado di
cogliere l'unità nella diversità, ciò in grado di sostare sul confine fra finito e infinito, incarnando la concezione
mistica del mondo: la percezione infantile è più estetica rispetto a quella adulta, la preminenza delle cose sullo
spazio rende il mondo più articolato di quanto lo sia per un adulto. La percezione infantile è una percezione
misitca del mondo, evita l'accumulazione, costruzione meccanica (in termini scientifici), è meglio la non
completezza che la compilazione forzata di materiali e idee. La corrispondenza con la moglie Anita è giocata su
due dimensioni: da un lato Pavel riconosce la fatica di Anna nel gestire la stuazione ducativa da sola, dall'altro la
incoraggia a mantenere un clima gioioso e sereno in modo che l'esperienza di educazione ricevuta in famiglia
possa conferire stupore e mistero che caratterizza l'infanzia.ì, e che quindi il clima famigliare sia in grado di
allargare gli orizzonti di significato per i bambini. Egli è consapevole che la sua assenza può essere riempita in
modo distorto dai figli, oppure che ci sia un rapporto di eccesiva fusione fra Olga e i figli. Lo scambio di lettere
con sua figlia Olga (un'adolescente) mette in scena l'ercizio di paternità in un moemnto cruciale nella vita di olga.
Egli la prende “per mano” per accompagnarla in questo passaggio esistenziale. A causa della mancanza della
figura paterna gli studi di Olga subiscono un rallentamento, e Pavel di conseguenza incoraggia la figlia. Egli
consiglia alla figlia di guardare il trascendente nel qui e ora, e non bramare solo quello che c'è o è lontano. Acuire
la capacità di guardarsi intorno imparando a sostare nei diversi moemnti dell'esistenza. (Olga era in “crisi” perchè
la maestra di musica non si esprimeva riguardo al suo futuro musicale, nonostante ella volesse sapere se poteva
avere un posto nel mondo, tipico comportamento adolescenziale.) Egli con la figlia Olga ricrea un compito di
sviluppo utile anche per la nostra epoca: arrivare a costruire un'immagine realistica di sé e della propria identità.
“la maestria sta nel sapersi porre dei limiti,mentre all'illimitatezza tende solo il caos.” scrive in una delle ultime
lettere a Olga.
Conclusioni
Le lettere di Pavel qualificano un attegiamento pedagogico:attenzione all'unicità dei soggetti,fatica di educare fra
glli audulti,capacità di analizzare le origini del proprio approccio educativo. Il contenuto dello scambio epistolare
di FloreNKSIJ e Gramsci è una visione del mondo del loro perimetro esistenziale e impegno intellettuale. Essi
possono essere considerati degli educatori a tutti gli effetti anche se non sono pedagogisti. Questo loro pensare
pedagogicamente,è maturato grazie a un'attività intellettuale continua che ha educato i due autori stessi.
CAPITOLO 5 COMUNITA' EPISTOLARI
costruire comunità
Fra Gramsci e FlorENKSIJ e i loro figli,attraverso le lettere si crea una micro-comunità di senso, questa riemerge in
modo significativo quando è fra adulti. (Gramsci a sua moglie e florenksij ai suoi parenti). Questo tipo di
corrisponenza costituisce comunità virtuali come luogo di scambio di educazione e di comunicazione reciproca.
La corrispondenza epistolare mantiene vivo uno spazio comune di dialogo, consolidando una comunità.
Repubblica delle lettere
La corrispondenza della lettera non è sfuggita ai chierici e ai dotti europei, l'epistolarità diviene un mezzo di
propaganda di formazione e informazione.La repubblica delle lettere è una comunità virtuale, composta dai dotti
e degli eruditi europei che tessevano fra loro uno scambio per intracciare e migliorare saperi e conoscenze.
tale realtà deve essere considerata come una ‘comunità virtuale’, composta dall’insieme dei dotti e degli eruditi
europei che tessevano, tra loro, un fitto scambio intellettuale, con lo scopo di intrecciare saperi e conoscenze per
migliorali.
Educazione informale
in questo scambio c'è un'intenzionalità pedagogica che esprime un'attenzione verso l'altro e il rispetto della
reciprocità del legame tra mittente e destinanatrio. Gli attori dello scambio possono scambiarsi di ruolo a vicenda
e andare incontro a una trasformazione personale che trae origine dallo scambio epistolare. Lo strumento
epistolare diviene una funzione pedagogica rivolta a una comunità.
Paolo di Tarso: scrivere per educare una comunità
Vissuto nel primo secolo dopo Cristo è una figura emblematica dell'epistolografia crisitana.Paolo è riuscito a
fondare la concretezza delle situazioni delle comunità che intrnde formare con la cura pastorale,al fine di
sostenere le difficoltà agli inizi della fede. Nella prima lettera ai Tessalonicesi , egli propone consigli e regole di
vita approfondendo la questione della parusia (venuta di Gesù alla fine dei tempi, per instaurare il regno di
Dio):da una parte esprime attenzione alle comunità crisitiane e dell'altra non si sottrae al compito pastorale.
Lo stile
lo stile di adegua ogni volta a ciascuna comunità e alle sigenze a cui la lettera risponde.il suo stile convoglia
nell'obiettivo della predicazione. Le sue lettere non sono né trattati né private, ma nella asimmetria della
relazione educativa,vicino alla figura del padre e della madre.il suo epistolario si imparenta con la predicazione
orale con la necessità di trasmettere un messaggio. Le sue sono delle lettere rivolte a un gruppo di persone,che
servono a mantenere i rapporti con credenti di comunità lontane.Le lettere permettono di esprimere l'efficacia
della parola e acquisirono autonomia rispetto a generei teologici,con forma di enunciazione dei messaggi.
Gli obiettivi delle sue lettere
egli si trova acomunicare con interlocutori di distanza geografica e anche temporale.le sue lettere che possono
sembrare trattati teologici, hanno come obiettivo una forma di presenza in un contesto di assenza fisica e
lontananza.questa dimensione di presenza epistolare è comprensibile in un contesto come quello del primo
secolo in cui laccesso alla scrittura era minoritario e le lettere venivano lette ad alta voce come una predicazione.
Il rendersi presente si lega al fatto che nelle comunità paoline vi erano dissidi e i credenti dovevano confrontarsi
con i “nemici di paolo” (giudeo-critiani e gnostici). Non è tanto la presenza corporea ma il suo messaggio e degli
effetti che deve avere nella vita dei credenti.
Assenza di Paolo e presenza del messaggio
L'assenza più grave, invece che quella fisica è la perdita della fede. Le lettere hanno come obiettivo di riportare
alla memoria una parola ascoltata che deve essere vivificata. Il vero messaggio è la parola. Paolo è un servo fra i
servi, un uomo che lascia trasparire in sé la presenza del divino.
Valore della distanza
Nelle lettere si perpetua un evento che non ha nell'apostolo il suo soggetto, perchè è un'intervento divino.esse
suscitano adesione al contenuto più che al soggeto di Paolo. La relazone che guarda Paolo è fra i credenti e Dio. Il
Maestro conduce il soggetto al proprio compimento e realizzazione che coincide con la fede in Gesù.
Don Lorenzo Milani: scrivere per continuare a educare
E' una figura ponte fra intenzionalità formativa propria dei sitemi formali e l'educazione informale che si attiva
tramite corrispondenza. Vi sono tre lettere importanti, che sono documenti: “lettera ai cappellani militari”,
“lettera ai giudici”,”lettera a una professoressa” il mittente è collettivo, ciòè i ragazzi della scuola di Don Milani.
Erano lettere genrative capaci di dar vita a generazioni di lettori e interlocutori.
Coerenza e opportunità
Don Lorenzo viveva il rapporto con i suoi ragazzi con ansie epreoccupazioni tipicamente paterne per partecipare
alla vita dei ragazzi, le lettere però fanno meglio capire gli obiettivi della sua educazione continua. Tutti i fatti
servono per insegnare, ad esempio un suo alunno venne chiamato al servizio militare e egli solleva il problema
della coerenza fra la non violenza e le conseguenze del ragazzo se le dovesse seguire come un ordine.
Asimmetria e autonomia
In una lettera scritta a Francuccio nella quale egli richiede consigli per un vaiggio in tunisia, Don lorenzo da un
lato rivendica la responsabilità di prendere lui delle decisioni per i ragazzi adeguate al loro sviluppo e formazione,
da un lato l'educatore comincia progressivamente a farsi da parte e invita i ragazzia prendere decisioni in modo
autonomo. In questo equilibro fra essere assente e presente, alcune lettere lasciano trasparire la difficoltà nel
lasciare andare i propri figli una volta grandi. (es. le lettere a Agostino, Francuccio, Mauro e Edoardo,Guido nelle
quali consiglia per la loro educazione e formazione)
Paternità adottiva
Don Lorenzo non dimentica mai di ritenersi non padre dei ragazzi, ma incoraggia loro a comunicare e scrivere con
i loro genitori e consiglia di contribuire al sostentamento delle proprie famiglie.piuttosto il suo ruolo educativo è
quello che sostiene i compiti di sviluppo e sostegno.
Difficoltà e sofferenza
A Don Lorenzo non mancavano moemnti di sconforto, poiché ad esmpio un suo ragazzo (Michele) in una lettera
esprime il suo disaccordo sulla sua educazione una volta adulto.Le lettere diventano uno strumento comunitario
perchè sono scritte insieme e le notizie che arrivano sono lette da chi è rimasto a Barbiana. Per motivi di salute
Don Lorenzo passa dallo scrivere lettere ad ognuno dei ragazzi a scriverle rivolte a tutti, quindi un passaggio di
corrispondenza uno ad uno a corrispondenza orale: più che chiedere notizie in queste lettere vengono mantenuti
i legami.Don Lorenzo afferma che per fare l'educatore bisoga fidarsi èerchè è obbligo morale verso i rgaazzi e
un'onestà davanti a Dio. E perchè un educatore ha sempre delle soddifazioni e sa vedere i segni di speranza e
onestà dove gli altri non vedono.