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LETTERATURA PER L’INFANZIA = un ossimoro difficilmente definibile ad un primo sguardo, la coniugazione semantica fra i due termini, letteratura,

comunemente riconducibile a una delle più evolute conquiste del pensiero umano ed infanzia, assimilabile solitamente alla dimensione dell’immaturità e alla
conseguente maturazione da conquistare, sembra apparire ontologicamente inconciliabile.
Dagli albori sei-settecenteschi improntati su una funzione moralizzante, istruttivo-didascalica, la letteratura per l’infanzia ha saputo via via svincolarsi dalle catene del «racconto
morale», e navigando tempestosamente fra le successive fasi storico-letterarie del Romanticismo e del Risorgimento, che ponevano al centro l’istanza formativa del «racconto-
che-conforma, che esalta valori comuni, che vincola a ideali sociali», è finalmente approdata, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, a una narrazione libera, divergente,
ludica, utopica, convinta sostenitrice di un modello di infanzia autonomo, indipendente, ribelle, inquieto, critico per diventare uno spazio paradossale, un territorio marginale =
status che gli consente di sfuggire al radar della censura, una sorta di carnevale in cui i rapporti di potere vengono messi in discussione, ribaltati.

COSA INTENDIAMO PER RUOLO EDUCATIVO CHE ASSEGNIAMO ALLA LETTERATURA PER L’INFANZIA?
Infanzia = “età mancante”, condizione imperfetta da cui emanciparsi, bambino = “puer diabolicus” , con una naturale tendenza verso la devianza, dunque immagine di un infante
da punire, circoscritto nella sua energia vitale. L’infanzia, in quest’ottica, viene intesa come un’ insieme di possibilità che trovano poi una sistemazione nell’adulto (cultura
adultocentrica).
-problematizzazione del concetto di maturità = no meta esterna da raggiungere; messa in discussione del concetto di compiutezza adulta
l’infanzia e l’età adulta non sono due fasi diametralmente opposte ma che ragionano in modo dialettico; intercettazione di una capacità di sguardo alternativa intrinseca del
bambino che porta ad un’interpretazione della realtà libera da preconcetti.

“L’educazione é un bisogno sociale” = mira a formare un soggetto socializzato, pienamente integrato nel contesto sociale in cui si trova, coinvolge anche la dimensione morale
dell’individuo = creazione di un suo proprio sistema valoriale , dimensione spirituale intensa come capacità di riflettere sulla propria condizione e attribuire un significato alla
propria esistenza, c’é educazione quando vi é trasformazione, occasione di ampliare il proprio pensiero vs istruzione = mero transfert di conoscenze.
-educazione all’alterità = dimensione inter-soggettiva, bambino risulta essere l’essere umano più disponibile al meticciamento, al contatto con l’altro = apertura ad una mobilità
ontologica.
Rodari, nuova idea di infanzia = “é d’obbligo parlare loro del mondo, non di un mini-mondo di convenzione”, il fruitore diventa co-autore, interlocutore attivo, elabora una
“teoria dell’infanzia” sui generis, molto personale collegata all’ideologia gramsciana dell’emancipazione delle masse.
-fantasia = non si oppone alla realtà ma é uno strumento per conoscerla, condizione che determina l’apprendimento; potere eversivo dell’immaginazione capace di costruire
scenari alternativi, dunque vi é un passaggio dalla passiva accettazione del mondo alla capacità di metterne in discussione i punti critici fino ad arrivare alla lotta per trasformarlo.
• Controfattualità: capacità immaginativa, di esplorazione di mondi possibili, trasmutazione simbolica dei dati della realtà.
• Creatività = no evasione dal reale, ma segue processi complementari a quelli del pensiero logico secondo Munari; due facce della stessa medaglia = pensiero divergente e
convergente.
- Opera di Rodari = rilettura di John Duy, “Democrazia ed educazione” = educazione non ha un fine ma é il fine; senza false finalità e proiezioni adultistiche ma individualismo
= no forma di anarchia, valorizzazione delle sue prerogative.
-Saggio “Dalla parte del Bambino” inserito nel Giornale dei Genitori = anni di grandi trasformazione dell’istituzione scolastica; nel secondo dopoguerra eredità dell’attivismo
pedagogico = innovazione della didattica, rovesciamento dell’ approccio autoritaristico alla costruzione della conoscenza.
idea di una formazione continua, permanente “lifelong Learning”; importanza del gioco che permette di fare l’esperienza del mondo, occasione transizionale fondalmentale.
Rivoluzione copernicana = non è il bambino ad assecondare degli standard predefiniti, ma gli adulti che sono chiamati a mettersi in discussione ed a rinnovarsi per venire
incontro alle esigenze del bambino.
-letteratura scritta da un adulto per un bambino = comporta la delineazione di una serie di scelte tematiche, estetiche e linguistiche rivolte ad un target specifico, educatività di
questa tipologia letteraria non é slegata dalla tensione estetica, ma é una destinazione che non ne inficia la sperimentazione e la letterarietà.
-bambino-lettore che deve essere ascoltato, osservato, che deve essere rispettato e valorizzato, ob trasformare il lettore in narratore = produttore culturale, principio della CO-
AUTORIALITÀ = rapporto interrogativo con il libro da parte del pre-lettore.
-dimensione dell’intersoggettività dell’infanzia, dipendenza dall’altro = capacità assorbente che é strumento di crescita e di incremento di conoscenza, plasticità e adattabilità =
applicare la conoscenza a sfere diverse.
ALBO ILLUSTRATO = testualità complessa e spesso sottovalutata, fiducia nel visivo, nell’incisività dell’immagine che supera le barriere della lingua
ALBO SFIDANTE = vs libro prudente che spesso é redditizio sul mercato industriale, esso provoca automatismo immaginativo e compiacimento visivo vs attitudine dialogica,
desiderio di portare il lettore fuori dalla sua comfort zone e condurlo in quella zona di sviluppo potenziale di cui parla Vigoski, libro impegnato = che propone una riflessione
esplicita su alcuni temi, esso presenta un conflitto cognitivo = un dato che altera la realtà e pone un interrogativo.
“Piccolo Blu e Piccolo Giallo” (Lionni, 1959) copertina = anticipa, suggerisce, ob. di stimolare curiosità nel bambino, l’interpretazione dipende dall’esperienza soggettiva del
lettore, rapporto tra parola e immagini = sono complementari, non sono autosufficienti.
-libro per l’infanzia sempre leggibile a più livelli
The three pigs (David Wiesner ) = passaggio dalla finzione alla meta-finzione attraverso un gioco tra bidimensionalità e tridimensionalità, contatto visivo che implica
identificazione e complicità, fiaba = no schema rigido, fisso ma dispositivo ludico con il quale il lettore deve interagire.
-Riduzione a palestra didattica, testualità preparatoria, emancipazione dalla pregiudiziale crociana per riabilitare l’idea di una letteratura tout court;
-The case of Peter Pan o dell’impossibilità della letteratura per l’infanzia = concetto impossibile secondo la studiosa britannica Rose poiché essa non é che un bisogno adulto che
risponde ad un’esigenza di compensazione, infanzia ideale = intenzione colonialista, manipolatoria, modello di socializzazione letteraria volto a perpetuare il potere egemonico
della borghesia.
• Età pre-moderna in cui bambino = parvus homo,17 sec idea moderna dell’infanzia = borghesia che rivendica la “civilité aristocratica” ma che si interfaccia con il popolo per
creare un tessuto condiviso di valori, bambino = piccolo selvaggio da domare, processo di civilizzazione = CREAZIONE DI CANONI COMPORTAMENTALI
ARTEFATTI, necessità di presa di distanza dal mondo dell’impulsività infantile, ( controllo razionale delle proprie pulsioni ) porta ad un’alienazione da uno stato naturale ma
è un primo riconoscimento di un modello antropologico peculiare.
• Privatizzazione dell’infanzia nel contesto della famiglia nucleare, sottratta ai contesti di esperienza diretta = ovvero dimensione intersoggettiva che si basa sull’esperienza
dell’altro.
• Acquisizione automatizzata (attraverso premi e punizioni ) che poi diventa cosciente con il sorgere del super-Io freudiano, Cappuccetto rosso = racconto di ammonimento di
Perrault, esplicita connotazione sessuale, bambina che trasgredisce al patto materno, catena colpa-punizione sproporzionata-interiorizzazione della norma, versione dei Fratelli
Grimm, inizio ‘800= progressiva borghesizzazione della fiaba, bambina che si salva da sola poiché ha interiorizzato la lezione, ma comunque la figura del cacciatore = figura
autoritaria adulta.
• Il Giannetto = concetto del self-help, uomo che si forma da solo.
• esperienza della lettura é sinestesica in cui tutti i sensi sono mobilitati, “cura narrativa” = pratica di emancipazione dall’esistenza, dalla dimensione del qui ed ora (hic et nunc),
“realtà al congiuntivo” = nella sua dimensione ipotetica. Grazie a questo processo di uscita da sé, dallo spazio e dal tempo della sua singolare vicenda, il lettore o l’ascoltatore,
riesce a raggiungere una dimensione esistenziale ulteriore e qualitativamente diversa da quella in cui è di solito, ogni giorno, calato.
• "Spazio protetto della finzione” che ci abilita alla realtà, il potere della finzione ci prepara a navigare nei dilemmi dell’esistenza.
• Orecchio acerbo del bambino = disponibilità empatia ed all’ascolto
• Empatia non implica una fusione dei punti di vista ma decentramento, significa mettersi nei panni dell’altro mantenendo intatta la propria identità.
• Visione eudaimonistica = la sofferenza dell’altro mette in discussione la propria felicità
• sentimento di interdipendenza; compassione = emozione sociale
• Munari Vs idea del giocattolo commerciale ben definito nella sua funzione dunque che imbriglia l’immaginazione e che non permette dunque il dispiegamento della creatività
del bambino, tesi della “straordinarietà del quotidiano”.
• discorso di Macaulay = la mancanza di curiosità é il primo passo verso l’analfabetismo visivo, anni 50’ = ambiente decostruttivista,
• Adolescenza =età di transizione critica e spazio progettuale; in realtà poco conosciuta ed appiattita dallo stereotipo, linea di demarcazione istituita dalla società, maturazione
sessuale = significa sancire a livello culturale questa fase di passaggio biologica.

• adolescente = “neonato sociale” per mettere l’accento sulla condizione di grande ricettività e malleabilità, senza carapace = esposto agli giudizi esterni.
( Rousseau, libro IV dell’Emilio; parla di adolescenza nei termini di “seconda nascita”.)
-“tanatologia in atto” = poiché l’adolescente sperimenta la morte di sé stesso come bambino
“Poesie nelle tasche dei Jeans” = irruenza di un’età che non vuole etichette

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