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Pedagogia della letteratura giovanile

Capitolo primo
Le ragioni dell' approccio Psico Pedagogico

1. La letteratura giovanile, disciplina di confine


La “letteratura per l'infanzia”: termine nei cui confronti sono emerse già molte
insoddisfazioni, infatti si è preferito adottare l'espressione “letteratura giovanile”, come ad
indicare la necessità di un approccio di più discipline.

2. Quale pedagogia
Pedagogia come orientamento generale su aspetti cruciali dell'educazione: una pedagogia
quindi che orienta, asseconda, suggerisce, accompagna ma non impone orizzonti di senso.
Urge quindi sviluppare capacità riflessive, analitiche e sintetiche, contro l'odierna cultura
della dispersione, della provvisorietà, dell'effimero e del frammento.

3. Pedagogia e letteratura giovanile


L'approccio pedagogico analizza le potenzialità positive come negative, del libro per ragazzi,
valutando anche i suoi eventuali rischi di condizionamento psichico nei confronti di un lettore
ancora incompiuto, sprovvisto di adeguati strumenti di difesa critica.
Necessitano quindi libri che forniscano orientamenti valoriali sicuri, di ordine etico e civico,
sostituendosi alla frequente odierna latitanza della famiglia.

4. L'ostilità al “pedagogico”
Senza il processo educativo il piccolo dell'uomo si troverebbe costretto a ripercorrere
interamente il cammino dell'umanità. Necessita quindi di una logica che prescinde dall'
attenzione all'età cronologica (e mentale) del destinatario della comunicazione letteraria, è
aperto la strada alle crescenti tesi o proposte di una letteratura senza aggettivi (vale a dire
senza più le specificazioni di “per l'infanzia” - “giovanile”).
La nuova tendenza vuole che i “piccoli adulti” vogliono leggere i libri dei piccoli: porta ad
un'assenza di guida da parte dei genitori che non sanno distinguere le varie offerte narrative.

5. Un mostro sacro: Il piacere del testo


Oggi, si avverte l'esigenza di un riequilibrio, una composizione - armonizzazione delle
legittime esigenze del mero intrattenimento e divertimento con quelle educative - formative.
Tendiamo ad accontentare i bambini e per farlo abbiamo abdicato a tutto. Ci siamo nascosti
dietro il “piacere della lettura”. Bisognerebbe far presente che la letteratura è anche fatica, è
anche solitudine e non solo intrattenimento spicciolo.
Dobbiamo scegliere di proporre e non di imporre, libri diversi da quelli continuamente
reclamizzati, abbiamo un ruolo educativo e dobbiamo esercitarlo.

Non dobbiamo quindi:


1 togliere al bambino il diritto di scelta
2 rimpiangere un rapporto educativo autoritario e repressivo
3 iper-proteggere il bambino assumendo un atteggiamento di ostilità verso l' oscuro,
l'inquietante.
Occorre invece, accanto ad una approfondita conoscenza del mondo dell'editoria, attrezzarsi
di un bagaglio di conoscenze e competenze Inter e multidisciplinari.

7. Puntualizzazioni, impegni e auspici


L'impegno e l'auspicio è quello di una sapiente e non facile armonizzazione tra l'istanza
estetico letteraria è quella pedagogica, piacere del testo e più ampie finalità formative,
avendo comunque sempre presente il bambino lettore, i suoi diritti e le sue esigenze.

Capitolo secondo
Incidenza delle letture sulla personalità

1. tra consapevolezza e negazione


Questa pedagogia si esalta anche alla luce della incidenza delle letture sulla personalità.
Storicamente Il libro è stato spesso utilizzato come un potente mezzo e strumento di
indottrinamento, di conformazione, di adeguamento modelli di desiderabilità sociale. Tramite
il libro, intenzionalmente o no, sì forniscono insegnamenti e modelli che vengono
interiorizzati attraverso processi di immedesimazione e di identificazione. Un po' di ciascuno
di noi è anche frutto ed esito delle letture che abbiamo effettuato e dei racconti che abbiamo
ascoltato, dei personaggi che abbiamo amato e nei quali ci siamo immedesimati.

2. Gli esiti di alcune ricerche psicologiche


Varie ricerche psicologiche confermano l'incidenza delle letture sulla personalità del minore,
sui suoi comportamenti e atteggiamenti. Esempio: La lettura di libri a tematica interculturale
produce un miglioramento negli atteggiamenti intergruppi, una riduzione del processo di
stereotipizzazione e il desiderio di intraprendere contatti futuri.
Molti altri testi presentano invece “modelli pericolosi” che hanno un impatto forte nei
confronti di ragazzi in fase di crescita. Leggere contenuti aggressivi porta ad un analogo
comportamento, che si esplica sia sul piano fisico, che sul piano verbale e relazionale.
Classica teoria di bandura del “modellamento” e dell'imitazione differita a seguito di processi
di identificazione.

4. Sulla pretesa neutralità dei contenuti narrativi.


Un qualche messaggio o insegnamento o orientamento per la vita, positivo come negativo, è
sempre coglibile. E quando non esplicitato, si ricava dai comportamenti dei personaggi, dalle
loro parole e commenti, dallo svolgersi della vicenda e dalla sua conclusione, collocazione
dei buoni in un campo piuttosto che in un altro.

5. Il libro, possibile fonte di pregiudizi e stereotipi


Il libro può essere fonte di pregiudizi e di stereotipi ma al tempo stesso rivelarsi preziosa
risorsa per il loro superamento o riduzione.
Apprezzata quindi, all'interno della scrittura per ragazzi, libri di impegno interculturali volti ad
abbattere pregiudizi e stereotipi, di accoglienza e di empatica solidarietà verso qualsiasi tipo
di “diversità”.

Capitolo terzo
Scelta e valutazione del libro per l'età evolutiva
Essenziale è quindi una vigile azione di cernita, di filtro e di orientamento dell'adulto -
educatore.

2. Aiuti e orientamenti esterni


Non ci si può sempre affidare a: recensioni e alle schede critiche che compaiono sulle riviste
del settore e su internet. Quanto ai premi, sono certamente orientativi, ma non sono sempre
indice di qualità.

Solitamente, nel migliore dei casi e delle eventualità, si guarda al testo, alle sue qualità
estetiche e letterarie, ai suoi caratteri innovativi, alla capacità di coinvolgere emotivamente il
lettore. Più affidabili i premi conferiti da giuria di ragazzi. D'altro canto però non tutto ciò che
piace i ragazzi è conveniente per loro, per cui non è inopportuno un minimo di attenzione e
di filtro.

3. Indicazioni di massima
Il libro, deve prima di tutto affascinare, e al tempo stesso aiutare il lettore nel suo processo di
crescita psicologica, umana e sociale, di conoscenza critica della realtà.
Sempre graditi sono i libri che parlano di “vecchie verità universali” nelle quali sono da
riconoscersi e emozioni e i grandi sentimenti che appartengono all'uomo di tutti i tempi e di
tutte le latitudini.
● È noto il gradimento per vicende ambientate nel mondo in cui vive, che abbiano per
protagonisti coetanei nei quali possa riconoscersi, che abbiano le sue medesime
problematiche.
● Il giovane lettore ama Inoltre i racconti che si liberino sulle libere ali della Fantasia
dell'avventura, con ambientazioni anche in mondi remoti,che assecondino il suo
desiderio di evasione.
● Indispensabile poi che la narrazione adotti uno stile fittamente dialogato, contenga un
numero limitato di personaggi, dai nomi facilmente riconoscibili e memorizzabili.
● Il classico lieto fine non deve essere artificioso né banali o forzato. Comunque una
conclusione positiva non esclude la sua tragicità, grazie ad un gesto eroico, o un
sacrificio sublime o a una rinuncia. (i finali zuccherosi anestetizzano le coscienze).
● Auspicabili i libri - denuncia, che informino e sensibilizzino il giovane lettore, che si
svolgono in ogni parte del mondo, su questioni cruciali che riguardano il pianeta,
accanto a sentimenti di riprovazione per l'ingiustizia, la discriminazione, la violenza e
la guerra.

I libri non devono essere inquinati da scopi di propaganda ideologica di qualsiasi segno
colore e tanto meno asserviti a scopi commerciali.

4. Contenuti
4.1. Anticipazioni tematiche?
La fiaba e l'avventura rimangono terreni narrativi per eccellenza e per vocazione.
Analizzeremo un tema importante: La legittimità della presenza di tematiche adultistiche nel
libro per ragazzi.
Sono però legittimati quando:
La narrazione sia condotta con garbo, gusto e misura, non si soffermi su particolari scabrosi,
in minute descrizioni orrorifiche, ma sia finalizzata al processo di crescita e di maturazione.
Già Lombardo Radice diceva: “Il bambino è spettatore di tutta la vita, anzi forse è più
curioso della vita degli adulti che di quella dei bambini. Nel piccolo dell'uomo c'è l'ansia di
crescere, il desiderio di imitare e emulare”.

Il discorso si fa più delicato quando si introducono argomenti “forti” come le violenze


sessuali, gli abusi in famiglia, la droga, la prostituzione minorile in libri rivolti all'infanzia, sia
pure con modi e linguaggi appropriati.
La materia è controversa, e ancora una volta condizionata dalle convinzioni di ciascuno.

5. Linguaggio
La qualità del linguaggio e lo stile narrativo e giocano un ruolo rilevante nell'appartamento
del libro nella sua funzione formativa.
Da evitare quindi:
● Libri mal scritti, dozzinali, trascurati e sciatti nell'espressione, imbevuti di inglesismi e
di espressioni gergali giovanili.
● Anche il titolo non deve essere ambiguo né sviante. I bambini non hanno bisogno di
modelli linguistici negativi, anche se offerti per scherzo o funzionali alla narrazione.
● I libri non devono contenere espressioni linguistiche troppo impegnative e
inaccessibili ai loro destinatari. Da ripudiare quindi, libri dal linguaggio Iper
semplificato lezioso e con abbondanza di diminutivi.

6. Apparato iconografico
6.1. Funzioni dell'illustrazione
Spesso in un albo illustrato l'immagine svolge una funzione di guida narrativa. Negli Albi
figurati per i più piccoli, senza il supporto dell'immagine, la storia rimane carente di qualche
momento o di qualche passaggio non esplicitato dal testo scritto.

6.2. Requisiti in rapporto alle varie fasi dell'età evolutiva


Vanno evitate le illustrazioni chiassose sgargianti e di cattivo gusto, le tinte forti e
aggressive, le caricature troppo marcate, i disegni fitti e disordinati, le scene e i quadri di
ambiente caotici o Iper affollati di oggetti e di personaggi.
Quanto ai colori, da sottolineare che col variare del segno cromatico muta anche il
coinvolgimento emotivo: evitare di sommergere il piccolo con colori sfavillanti.Da evitare le
illustrazioni fosche e cupe, che rischiano di accrescere gli effetti paurosi e angoscianti.

Da prediligere comunque le immagini nitide, le composizioni delicate e raffinate, i disegni a


tutto tondo e le illustrazioni umoristiche.

In riferimento a possibili situazioni di handicap intellettivo, occorre operare ingrandimenti di


illustrazione, rimpicciolimenti, al fine di consentire al bambino con ritardo cognitivo la lettura
delle immagini in sequenza.

6.5. Falsi storici e scientifici


Gli illustratori e editori dovrebbero avere l'avvertenza di non diffondere erronee informazioni
scientifiche, come nel caso in cui si rappresentano un cammello con una sola gobba, ragni
con 4 o 6 zampe, pinguini pulcini e anatroccoli che volano, indù neri come il carbone.
6.6. Il problema della fedeltà dell'immagine al testo.
Congruenza tra testo scritto e immagine: occorre distinguere a seconda della differente
tipologia di libro e dell'età dei destinatari.
Nei testi a carattere descrittivo o divulgativo il disegno ha una funzione dimostrativa e quindi
l'obbligo di mantenersi fedele all'oggetto rappresentato: è preferibile il materiale fotografico.

La fedeltà al testo è importantissima: I bambini sono pignoli e assetati di coerenza.


Rimangono sconcertati se il personaggio che le parole definiscono anche una sola volta e di
sfuggita “grosso e biondo” nell'immagine appare magro e Bruno. Insomma è necessario che
l'immagine non contraddica smaccatamente il testo.

7. Formato e grafica
Aspetti fisici del libro rivestono un'importanza maggiore per i bambini che non per gli adulti.
Per il bambino nelle primissime fasi dell'età evolutiva sono preferibili cartonati con sopra
protezione in plastica, con angoli arrotondati e smussati e di dimensioni non troppo ridotte
ne eccessive. L'utilizzo dei caratteri, la loro forma e dimensione possono facilitare o rendere
ostica la lettura.

In libreria, nel settore dei libri per l'infanzia, ci si imbatte in molti Albi Figurati che affidano la
loro pretesa carica innovativa a un uso esasperato del “lettering”, ad una grafica astrusa è
confusa, impaginazione disordinata e caotica.

8. Esigenza di individualizzazione: Ruolo dell'educatore


La ricca letteratura contemporanea dedicata all'infanzia non è conosciuta né dai suoi
destinatari né da chi la dovrebbe suggerire, si denuncia quindi il rischio di proporre un libro
troppo facile o troppo difficile. Queste attenzioni non può certo assumerle l'editore ma
piuttosto una figura adulta di riferimento.

Spetta quindi all'adulto assicurare al bambino letture ricche e variate; compete all'educatore
individuare il momento in cui in quel determinato soggetto, può essere soddisfatto con
specifiche letture, oltre che con opportune conversazioni.
Spesso però l'intervento dell'adulto si limita i primi anni di vita del bambino per poi farsi
latitante.

Gli adulti a loro volta sembrano spesso appagati di aver ridotto il loro ruolo a quello di
semplici “amici” e compagni di avventura dei rispettivi figli o figlie o allievi. Emblematici il “tu”
tra maestri e alunni, è persino tra professori e studenti, ben oltre la scuola dell'infanzia, è
l'abitudine del bambino di chiamare confidenzialmente per nome il proprio docente; così
come molte genitrici si vantano di non essere madri ma sorelle per le loro figlie.

Capitolo quarto
Alcune questioni cruciali

1. Comprensione
La comprensione chiama in causa la maturità linguistica, cognitiva ed esperienziale del
ricevente: molti termini ed espressioni risulteranno ostici se non incomprensibili al bambino:
Il giovane lettore potrà smarrirsi nel mare di un linguaggio, espressioni, metafore a lui non
accessibili, con il rischio di demotivarsi alla lettura.
Non dobbiamo però essere pedanti: In alcuni casi si può godere un testo anche quando non
lo si comprende fino in fondo. Anzi, il termine sconosciuto può suscitare interesse e curiosità
per il suo autentico significato.

1.1. Comprensione linguistico - lessicale

Difficoltà:
● particolarmente impegnativa la comprensione del linguaggio metaforico: Il
giovanissimo tende a rimanere ancorato al loro significato letterale con inevitabile
compromissione del significato.
● Esiti disorientanti può sortire la tecnica del “ Flashback” non infrequente nello stesso
“Fantasy”, lettura piuttosto ostica per un bambino che non sia ancora uscito dall'età
della fanciullezza.

1.2. Comprensione concettuale


Alcuni riferimenti culturali possono risultare estranei al bambino, in quanto al di fuori della
sua sfera di conoscenza e di esperienza.
Il dovere dello scrittore di conoscere e tenerti aggiornato sui cambiamenti normativi che
interessano la scuola ai suoi programmi di insegnamento è importante.

1.3. Ruolo dell'illustrazione nei processi di comprensione


L'illustrazione chiarisce il significato di simboli e parole ora natura di oggetti ignoti: per cui il
Piccolo lettore, anche qualora ignorasse il significato del vocabolo, lo potrà immediatamente
associare all'illustrazione.

2. Paure infantili di Fonte narrativa


2.1. I termini del problema
La paura è emozione costitutiva della natura umana che non va né negata, evitata o rimossa
ma progressivamente controllata e padroneggiata.

Le differenti reazioni dipendono dalla labilità e dalla impressionabilità del bambino, dal suo
vissuto, dalle dinamiche familiari nei quali è immerso, ma anche dalle circostanze in cui si
verifica l'incontro col testo verbale o con l'immagine potenzialmente angosciante.

Alcune figure o motivi narrativi generano nei bambini più piccoli angosce: tra l'altro i bambini
oggi sembrerebbero emotivamente più indifesi rispetto ai coetanei delle passate
generazioni. Tanto più questo, quando queste storie si concludono con un finale aperto e
ambiguo, allorché il male, il pericolo indeterminato, l'incubo, che semina serialmente morte
distruzione non è definitivamente sconfitto, ma è minacciosamente pronto a risorgere.

3. La rappresentazione della famiglia


Oggi la realtà familiare presenta una grande eterogeneità di modelli è una pluralità di forme
e di configurazioni: La scrittura per ragazzi a seguito la complessità del cambiamento.

È vero che molte di queste realtà e dinamiche riflettono parzialmente Il volto della società e
della famiglia odierna, ma non è condivisibile sommergere il ragazzo con narrazioni
familiarmente cupe, pessimistiche e angoscianti, chiuse alla speranza, che rischiano di
minare la sua fiducia nelle figure di attaccamento e negli affetti domestici.

Il giovane lettore è travolto dalla rappresentazione anche di famiglie “speciali”: Arcobaleno,


omosessuali, omogenitoriali... Generalmente presentate come più armoniche, funzionali e
desiderabili. Ancora una volta aspetterà all'educatore dosare questo insieme di pubblicazioni

4. Libri sulla sessualità


4.1. Presenza del tema nel libro per ragazzi
Spetterà agli scrittori trattarli con gusto, garbo e misura, in relazione ai loro destinatari al fine
di non soffocare sommergere il bambino con questo tipo di letture come frequentemente
avviene. Sono da evitare i libri sessuofobi, sia i libri che incoraggiano un uso disordinato e il
responsabile della sessualità.

4.2. Omosessualità
Il tema dell'omosessualità è crescentemente presente in molti libri: Il tema fa la sua
apparizione fin dalla fine degli anni settanta del secolo scorso: anche se le amicizie
“particolari” sono presenti già nei grandi poemi dell'antichità (Achille e Patroclo, Eurialo e
Niso).
Progressivamente le rappresentazioni dell'omosessualità si sono inserite in una più
civilmente matura logica di comprensione e di accettazione, fino ad un capovolgimento di
prospettive, in cui la famiglia omosessuale, viene presentata come più felice,
armonicamente coesa è desiderabile rispetto a quella eterosessuale.

Importante ricordare però che la buona letteratura non può mettersi al servizio di una tesi o
propagandare un'idea.

6. Deontologia.
6.1. Responsabilità dello scrittore per ragazzi
Quello dello scrittore per ragazzi è un compito arduo e missione impegnativa: a seconda
dell'età cui si rivolge, lo scrittore darà al giovane lettore una risposta non deludente al suo
bisogno di conoscenza, alle sue curiosità, ai suoi bisogni profondi di natura emotiva e
affettiva, o ai suoi interrogativi e magari alla sua ricerca di identità.
Si richiede allo scrittore anche di essere colto, informato è aggiornato sulle materie di suo
più stretto interesse professionale.
Abbiamo bisogno di buoni scrittori, che si sentono investiti, di una sorta di missione: far
innamorare i bambini e i ragazzi alla narrativa, concorrendo al tempo stesso la loro crescita
umana e civile.

Capitolo quinto
Intramontabilità della fiaba

1. Un genere trasmigrante
La fiaba parla ancora oggi un linguaggio perenne universale a bambini e adulti.
Questi antichissimi racconti, continuano a popolare l'immaginario collettivo, implementandosi
sia dell'apporto di fiabe di altre etnie e culture, sia di fiabe moderne, ambientate in un
contesto urbano e tecnologico.
Oggi la fiaba si presenta camaleonticamente mimetizzata all'interno di una pluralità di
formati e di prodotti di intrattenimento e non soltanto cartacei e non esclusivamente
alfabetici: Libro, fumetto, cartoon, film, videogiochi eccetera...
Crossmedialità e transmedialità operano quindi una miscela contestuale di differenti formati
e linguaggi per raccontare, integrare, arricchire, interagire con una medesima storia.... anche
se queste caratteristiche sono più adatti a un pubblico adolescenziale e adulto che non ad
uno infantile.

2. Fiaba infanzia
Le fiabe sono presto diventate geloso patrimonio dell'infanzia, equilibrio di elementi e
ingredienti: La dimensione del meraviglioso, dell’eroico, l'eterno conflitto, estremamente
semplificato, tra il bene e il male, il trionfo della verità e della giustizia nell’immancabile festa
del lieto fine, la possibilità di trepidante partecipazione, attraverso meccanismi di
immedesimazione e di identificazione.

Non sorprende che, pur nella civiltà tecnologica e nella società digitalica, la fiaba non cessi
di affascinare un'infanzia sommersa da una miriade di opportunità di ricreazione e di svago.
Il bambino ha bisogno di sognare, di guardare con ottimistica fiducia alla vita, al futuro, e al
tempo stesso di evadere dalla quotidianità, da una condizione di minorità e di
incompiutezza, per librarsi in un mondo di fantasia e di sogno.

La fiaba è quindi essenziale per lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino.

3. Insegnamenti impliciti nella fiaba (+)


La fiaba è ricca di insegnamenti e si accredita come una vera e propria Introduzione alla
vita. Sentimenti come l'esaltazione dell'amore e dei sentimenti più puri, il rispetto per gli
anziani, il non giudicare dalle apparenze, il non adagiarsi sul giudizio comune ne fanno dei
punti cardine.
Positiva la figura di un Dio non inavvicinabile ne spietato, ma presenza benevola. Anche il
Diavolo non è creatura spaventosa, la morte è inflessibile ma equa.

Sono trasmessi discretamente norme di comportamento e valori universali tutt'ora validi in


una società civile.

4. La critica al meraviglioso fiabesco: Avvertenze i riserve (-)


● In alcune fiabe come quella di Pollicino trionfa l'astuzia e l'inganno: esempio di un
mondo contadino povero e oppresso, che esaltava queste qualità. La lezione
conclusiva è comunque inaccettabile e deve essere filtrata dall'adulto.
● In alcune fiabe il colore nero viene visto come negativo e stigmatizzante, equiparato
alla bruttezza e alla malvagità.
● In alcune fiabe potenzialmente traumatico e l'abbandono fisico affettivo dei genitori
da parte del figlio: questi sentimenti portano a sospetti di non accettazione.
● Da proporre con cautela le fiabe centrate sulla persecuzione della matrigna nei
confronti della figliastra: temi potenzialmente più pericolosi vista la frequente
disgregazione del nucleo familiare con ricomposizioni di nuove famiglie.
● Da evitare il pregiudizio misogino degli irrefrenabile della curiosità femminile:
stereotipo rinvenuto in molte fiabe. Si ritrovano a volte doppi sensi e maliziosi
allusioni.
6. Le odierne riscritture di fiabe classiche
Da sempre la fiaba è oggetto di manipolazioni, rielaborazioni, riduzioni, aggiunte, tagli e
censure: interventi non giustificabili né sotto il profilo estetico letterario né sotto quello psico -
pedagogico, restituendoci a volte una fiaba irriconoscibile.

Particolarmente utilizzata la tecnica del ribaltamento dei ruoli: Biancaneve è una ribelle dalla
pelle nera, il Bello Addormentato è un principe viziato, Pollicino affronta sparizione di
bambini… ne manca una Biancaneve ambientate in un mondo tecnologico.
I personaggi delle nuove fiabe rivisitate or iscritte ex novo rifiutano ruoli stereotipati.

7. Le fiabe femministe.
Si sprecano le principesse che non vogliono né innamorarsi né sposarsi, che si ribellano
consuetudine, tradizioni e convenzioni. Principesse che incarnano ruoli tradizionalmente
assegnati al maschio. C'è da chiedersi se le nuove riscritture fiabesche conservano un
fascino pari a quelle originali.

Capitolo Sesto
Rivisitazione pedagogica di alcuni classici

1. La lezione dei classici


Sinonimo di eccellente, sublime, e rimanda ad una dimensione di lunga durata, anzi di
intramontabilità e di perennità.

È un libro contemporaneo a tutte le epoche, che non ha mai finito di dire quel che ha da dire,
ha la capacità di parlare un linguaggio universale di tutti i tempi e di tutte le latitudini, incarna
e interpreta sapientemente sentimenti, ideali, emozioni, sogni, aspirazioni comuni a tutta
l'umanità, mettendo in scena l'eterno conflitto tra bene e male. Sono quei libri da riscoprire
ad ogni rilettura e a differenti livelli di età. Oggi però ci sono dubbi sul fascino e l'interesse
che i grandi classici eserciterebbe lo sui giovani lettori.

Il problema non dovrebbe porsi nel caso del linguaggio che comunque può essere snellito
sia dal punto di vista lessicale che strutturale.

2. Charles Dickens e I lettori del nostro tempo


2.1. Le ragioni di un successo
Scrittore dal lieve umorismo, introspezione acuta, profonda sensibilità.
Si rende portavoce di vicende e situazioni immutabili nel tempo e nella storia umana.
Dickens ha saputo modellare al contempo elementi spettrali ed elementi soprannaturali.

Le avventure di Oliver Twist è un racconto sociale a tendenza filantropica. Contesta ogni


forma di versazione tirannia ed agisce contro tutto ciò che ritiene dannoso per il benessere
dell'uomo nella società: I diritti inalienabili dell'uomo.

2.2 sul valore artistico e psicopedagogico dell'opera


I contenuti delle opere dickensiane spaziano dalla storia all'umorismo, dal thriller al racconto,
fino ai bozzetti di persone e paesaggi londinesi. La lettura della sua produzione impone,
ovviamente, uno intelligente mediazione da parte degli adulti per la relativa eliminazione
delle pagine troppo angoscianti e deprimenti, le quali racchiudono messaggi simbolici e
significati allegorici troppo complessi.

2.3. Influenza e attualità di Dickens.


Dickens offre al lettore gli strumenti per poter comprendere che la realtà, per essere ritenuta
valida e buona, non debba essere perfetta è priva di criticità.
Importante per l'autore che ciascun lettore possa pervenire alla personalizzazione della
conoscenza, ma, soprattutto, passare dalla fase di acquisizione delle informazioni a quella di
acculturazione vera e propria.

Il testo narrativo di dickens resta un prezioso strumento di educazione alla lettura, dalla
indiscussa risonanza emotiva affettiva, dov'è la componente psicopedagogica si presta alle
esigenze di una letteratura sempre più aperta nuovi orizzonti.

3. Louisa May Alcott


3.1. Louisa May Alcott e letteratura destinata ai ragazzi e alle ragazze
I romanzi dell'autrice trasmettono fattori dinamici di cultura, di responsabilità morale, civile e
lavorativa: Le sue opere sono le più amate per la fascia di età compresa tra i 13 e i 15 anni.

● Linguaggio molto semplice presenta problemi e situazioni di una società che è in


continua evoluzione.
● Nelle opere alcottiane confluiscono principalmente due elementi: L'artistico e
l'educativo.
● La scrittura risulta estremamente scorrevole e piacevole e tinge di un autentico
realismo.

3.2. I caratteri dominanti delle opere


In Piccole Donne l'elemento educativo si rivela palesemente dai consigli materni, il metodo
educativo materno porta ad una prudente attività di discernimento tra ciò che è giusto e ciò
che non lo è, il tutto ispirato dall'amore. Ogni forma di miglioramento viene delineata
dall’autrice come una vera e propria conquista personale: Il tema portante dell'opera però è
il rispetto della libertà dei soggetti dove resta centrale il concetto di educazione.
In piccoli uomini ogni protagonista è ispirato sempre i principi universali di carità,
riconoscenza ed amorevolezza.

Le opere alcottiane continuano a conservare delle note di attualità perenne, che aiutano a
far riflettere i giovani di ogni epoca. I suoi racconti lasciano intravedere sempre un barlume
di speranza, una forma, seppur faticosa, di liberazione dal male

3.3. Valore dell'opera nel mondo attuale


Con la crescita dei personaggi delle opere cresce anche il giovane lettore, il quale partecipa
direttamente alle vicende del protagonista, con il quale condivide piaceri e dispiaceri della
quotidianità.

Non mancano pagine di costume, di mentalità e di consuetudini che servono a spiegare il


modello educativo di altri paesi, anche al fine di agevolare eventuali collegamenti
interdisciplinari ai rispettivi modelli di istruzione. Grazie a queste opere il lettore riesce a
comprendere l'uomo comune, a prendere coscienza del “buon senso”, impara a guidarsi, a
correggersi, a camminare da sé nella vita, con la piena responsabilità delle loro azioni.

La scrittrice rappresenta un mondo, indubbiamente vario e complesso, avente come


protagonisti piccoli uomini e Piccole donne.

4. Emilio Salgari, il cavaliere dell'avventura


4.1. Letteratura di evasione
La sua è una tipica letteratura di evasione che risponde al bisogno dell'adolescente di
sognare, di riconoscersi in un personaggio senza macchia e senza paura, di lottare per un
nobile ideale è per una giusta causa.

4.2. Salgari narratore


L'autore trascina con sé il giovane lettore in un mondo di fantasia e di sogno, avventuroso e
lontano.
● Il fascino della sua scrittura si fonda sul meccanismo dell'attesa, del come andrà a
finire, capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. Il lieto fine
non è banale è scontato, ma spesso è provvisorio è aperto, fungendo da pretesto e
da giustificazione per le successive narrazioni. Il ritmo e incalzante, serrato,
stringente, quasi cinematografico.
● Frequenti sono le descrizioni della flora e della fauna di lontani paesi: se gli schemi
narrativi cadono talvolta nella ripetitività, sono pur sempre ricchi di fascino per il
lettore che viene immerso in magiche atmosfere, in ambientazioni sempre varie.
● Attraverso la lettura del romanzo salgariano, il ragazzo ha la possibilità di ricostruire
scenari, situazioni, costumi e abbigliamenti, di dare volto e una fisionomia ai
personaggi che vi appaiono sulla scena

4.3. Valori positivi dell'opera salgariana


Quello dello scrittore è un mondo di chiaroscuri, con un meno rigido dualismo tra bene e
male: Anche i personaggi negativi, hanno una qualche ragione per odiare e uccidere.
I suoi personaggi positivi combattono per una giusta causa ed uccidono per necessità,
senza odio.

4.4. Pregiudizi e stereotipi


La visione salgariana di alcuni popoli e continenti risente della mentalità e dei pregiudizi del
tempo e spesso finisce per giustificare e legittimare l'avventura colonialista (la prospettiva è
eurocentrica).
I n**** sono spesso di statura gigantesca ma di corta intelligenza: sono inetti e superstiziosi,
sanguinari e dediti all'alcol e a pratiche orribili, che prevedono sacrifici umani.

4.5. Figure femminili


Nell'opera salgariana non ritroviamo la stereotipata rappresentazione della donna fragile ma
si rinviene una pluralità di caratteri e di destini femminili: donne gelose e vendicative, ma allo
stesso tempo capaci di sentimenti profondi e di gesti di generosità.
Tuttavia sono spesso idealizzate e stereotipate nella descrizione fisica
Capitolo settimo
Autori di svolta al vaglio della critica

1. Astrid Lindgren, scrittrice di confine


1.1. Rapporto con l'infanzia e modello educativo
I suoi racconti sono ambientati in differenti contesti come per evidenziare le contraddizioni
presenti nel l'idea di modello educativo novecentesco.
Pippi Calzelunghe ad esempio, è un racconto ambientato in una Svezia dove tutti vivono
secondo i dettami della cultura borghese, mentre Pippi è una piccola ribelle.

Nelle sue opere ritroviamo una doppia chiave di lettura, opera di rottura con il mondo reale,
ma anche narrazione dalla quale prendere le distanze in termini comportamentali

1.2. Narrativa Lindgreniana


Promuove una narrativa di confine che introduce temi vecchi e nuovi, contenenti
problematiche sociali, familiari, ecologiche, individuali e psicologiche.

Spicca il tema della violenza (fisica o psicologica): l'autrice vuole comunicare la facilità degli
adulti nel giudicare o condannare e allo stesso tempo la difficoltà degli stessi nel
comprendere il significato delle azioni dei bambini. In ogni caso la risposta alla violenza
assume le vesti del fantastico, guidato dall'amore. La violenza degli adulti è inspiegabile
razionalmente e ingiustificabile, ma superabile.

1.3. Elementi fascinatori nel mondo lindgrenano


Pippi Calzelunghe è valutato spesso come testo sacro per l'infanzia, del resto vi si trovano
tutte le caratterizzazioni gradite da questo tipo di lettore:
1. Trasgressività del protagonista
2. Disobbedienza
3. Ricerca del sogno
4. Desacralizzazione con lo strumento del ridicolo
5. Possibilità di immedesimazione nei comportamenti dei protagonisti.

2. Gianni Rodari: Fantasia gioco e creatività per il cambiamento


2.1. Rivoluzionario sin dall'esordio
Inedite sono le tematiche affrontate sin da queste prime prove contraddistinte da un forte
impegno sociale e politico che guarda le differenze di classe, allo sfruttamento del lavoro,
alla solidarietà per coloro che non sono i primi, per gli oppressi, per i lavoratori.

Uso sapiente di uno stile che sa rivolgersi ai bambini e non rinuncia alla leggerezza e
godibilità, al sorriso infantile. Innovativo quindi anche lo stile di linguistico dove si evidenzia
la musicalità della parola ritmata e per i giochi linguistici che diventano unici e originali modi
espressivi.
● Il romanzo di Cipollino 1951: Contenuti rivoluzionari, la lotta contro i prepotenti e la
libertà di un intero Popolo. Tutto il testo è coperto da una piacevolissima ironia spinta
fin quasi alla satira, una satira pulita.
Tuttavia Rodari non è esente da quei limiti che gli stesso evidenzia in una certa letteratura,
ossia i condizionamenti di un accento moraleggiante, la volontà di fare della letteratura uno
strumento educativo. Si tratta di un limite ancorato ad un determinato contesto storico
politico sociale e virgola che comunque non inficia la carica innovativa della scrittura
rodariana.

2.2. Una grande innovazione


Nel 1960 esce la prima edizione di “filastrocche in cielo e in terra”, manifesto di rottura con
un “primo Rodari”. Nel 1972 uscirà la seconda è definitiva versione a favore di una maggiore
ironia e una maggiore leggerezza.

Il principio guida dell'autore e animare, come fanno i bambini, ciò che animato non è: Così il
delirio di onnipotenza di un punto dittatore o la riflessione sul sé di un congiuntivo,
divengono occasioni per divertire i bambini e adulti, un divertimento che tende alla
formazione del lettore.

Tra un gioco linguistico, una rima, una battuta, un sorriso si snoda in dialogo tra la sfera
fantastica e immaginifica e quella logico-razionale, non tra loro In opposizione bensì
complementari nell'offrire possibilità di interpretazione della realtà.

La fiaba lega l'adulto al bambino: ecco quindi le famose “Favole al telefono” del 1962: storie
brevi quanto intense dove la fantasia è soluzione di tutto.

Con “Grammatica della Fantasia” del 1973 gli educatori, sia insegnanti che genitori, possono
entrare nel laboratorio di Rodari ed accedere alla sua modalità di costruire storia,
condividere la sua idea di creatività e la sua idea di immaginazione del bambino.

2.3. L'istanza pedagogica: Una grande idea di infanzia


La rivoluzione tematica e stilistico-espressiva di Rodari scaturisce e ruota attorno ad una
precisa idea di bambino. Considera il bambino come un potente trasformatore sociale, a lui
affida la possibilità di un futuro più giusto, ma per essere tale deve essere fornito di
strumenti adeguati. C'è quindi la necessità di mettere le giovani generazioni nella condizione
di comprendere il mondo. Il bambino è un essere dai bisogni spirituali e sociali unici che
necessitano di sviluppo libero.

Le opere rodariane hanno ancora molto da dire: va quindi recuperata una letteratura al
servizio del bambino, l'idea di un libro per l'infanzia non inteso come oggetto di consumo ma
come strumento morale informazioni umana.

3. Roald Dahl: Streghe orchi e magiche pozioni per amare la letteratura


3.1. Squarci di normalità, bambini reali, processi ludici è alta leggibilità.
Con una scrittura lieve, ma sarcastica e provocante quanto basta, l'autore descrive cattiverie
e dolori del mondo all'interno di perfetti meccanismi narrativi. Il punto di partenza è uno
squarcio di normale quotidianità, quadri di vita comune.
Improvvisamente, nel giro di poche righe, si verifica il grande capovolgimento, prende corpo
l'inatteso, l'impensabile. Così anche i rapporti solitamente più tranquilli vengono sviscerati,
osservati con una lente di ingrandimento che ne svela gli aspetti meno positivi. Nel mondo di
roald Dahl, il bambino è un po' diffidente ma pronto a riconoscere i legami veri, profondi e
amorevoli.
3.2. In merito al valore educativo
Il valore educativo di queste opere sta nella crescere il piacere della narrazione, il piacere
della storia e quindi il piacere di leggere. Proprio quel linguaggio creativo, originale che
ammalia e affascina, suscita nel lettore curiosità.
Si possono trovare anche piccoli contenuti morali, ma trattati con estrema delicatezza,
evitando le forme di imposizione precettistica.

4. Bianca pitzorno: dalla parte delle bambine


4.1. Grandi temi per storia e godibili.
L'autrice porta avanti con delicatezza le ipocrite dichiarazioni di uguaglianza, la narrativa
contro gli stereotipi di genere.

4.2. La rottura è il trasgressivo


La lettura deve rispondere alle esigenze e ai bisogni dei giovani lettori dando corpo ad una
letteratura capace di adattarsi alla loro psicologia, ai loro interessi, alle loro emozioni e alla
loro curiosità (il tutto senza rinunciare alla ironia, all'umorismo).

4.4. Linguisticamente
Il linguaggio è incisivo è chiaro e non ha timore di parole non capite, di termini nuovi, perché
vuole pungolare il lettore ad andare oltre, alla ricerca, all'elaborazione personale. La non
comprensione di qualche vocabolari non inficia il significato della lettura ma soprattutto non
inficia il piacere della lettura in sé, il piacere di perdersi nella pagina scritta.

Lo stile dell'autrice è costituito da frasi semplici, ma con un lessico ricco. Il ritmo del racconto
è avvincente, pieno di fatti narrati in modo vivace e interessante.

5. JK Rowling e la saga di Harry Potter


5.1. L'universo letterario della Rowling
La Rowling sviluppa una storia affascinante e misteriosa, nella quale prendono forma
personaggi dotati di capacità tali da superare gli stessi insegnanti nell'esercizio della magia.
L'autrice è conscia che il destinatario del suo testo non sia una “ tabula rasa” ma una
persona con conoscenze, esperienze, desideri e bisogni.
Ogni soggetto, infatti, ha necessità specifiche: sicurezza, autonomia, identità personale,
senso di appartenenza.

5.2. Alcuni aspetti della Saga


L'autrice riesce a rappresentare un parallelismo di mondi differenti, fornendo un'accurata
descrizione di luoghi verosimili.
La scuola rappresenta il luogo di separazione tra l'ambiente rassicurante della famiglia e le
incognite derivanti da un ambiente diverso. La scuola diviene quindi il primo luogo di
divisione, di tensione e fazioni.
Interessante e anche l'aspetto emotivo del racconto: Il male è visto come elemento privato,
frutto delle vicissitudini del singolo protagonista della storia narrata.
5.3. Influenza sulle lettore
Il successo della saga della Rowling ha ragioni varie e molteplici: non è l'originalità
dell'argomento o lo stile a renderlo un best seller, ma un giusto mix tra immaginario e reale,
richiesto da una generazione abituata a fondere il reale con il virtuale.
Inoltre, i racconti si evolvono secondo stadi di coscienza superiore, come se il lettore
crescesse con l'opera.
La saga della Rowling è concepita per tutte le età in quanto il relativo messaggio
psicologico, viaggia nella direzione voluta dal lettore. Le sue opere, sono apprezzate al
contempo da bambini e adulti.

Capitolo ottavo
Uno sguardo all'odierna produzione editoriale per l'infanzia e l'adolescenza

1. Tra originalità e serialità


La produzione editoriale per ragazzi è vasta ed eterogenea:
1. Copiosa è la produzione di Albi e libricini per la prima età
2. Il fenomeno dell'immigrazione da altri paesi e continenti alimenta un cospicuo filone
narrativo
3. Crescente attenzione dedicata alle persone di differente orientamento sessuale

● Il genere narrativo emergente è comunque il fantasy, che risponde al bisogno di


evasione della ragazzo.
● Altri romanzi in testa alle preferenze sono quelli che raccontano le vicende di ragazzi
problematici, fragili e Timidi, inadeguati rispetto alla società.
● Altra narrativa, è quella che riflette le ansie e le inquietudini del nostro tempo e la
sfiducia dei Giovani nel futuro.
● Ancora massicciamente proposti i classici della letteratura per la gioventù, con
rinnovato apparato iconografico.

2. Le tendenze e i caratteri salienti


Omogeneizzazione
I gusti e gli interessi di bambini appaiono fortemente eterodiretti dall'industria culturale:
troviamo quindi libri uniformi, spesso banali e ripetitivi nelle trame, nell'intreccio e nella
scontata conclusione, che non regalano grandi emozioni. Si tratta di una scelta pericolosa
da una editoria preoccupata dall'obiettivo delle vendite del fatturato.
Ibridazione
Contaminazione e sconfinamenti che si avvalgono di tutti i linguaggi e codici della
comunicazione. Il fenomeno è accentuato condizionato implementato dagli stili della
comunicazione massmediatica e specialmente cinematografica
Crossmedialità
Se in passato era ricorrente Il saccheggio dei testi letterari, tradotti in narrazione filmica, ora
sono più spesso i cartoon, i film e i fumetti che forniscono materia e spunto per narrazioni su
supporto cartaceo
Logica Crossover
Logica per cui un medesimo prodotto narrativo, spesso studiato a tavolino, si rivolge
contemporaneamente ad un pubblico indifferenziato, dai grandi ai piccoli. Con ciò si allarga
la fascia dei potenziali lettori e acquirenti, tendendo ad annullare le distinzioni tra le varie età
della vita.
Grammatica della fantasia
Nel libro si parla di alcuni modi di inventare storie per bambini e di aiutare i bambini ad
inventarti da solo le loro storie.

Il sasso nello stagno


Una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca
una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini,
analogie e ricordi, significati e sogni.
Una parola urta l'altra per inerzia, ma è difficile che ciò basti a far scoccare la scintilla.
Ci Interessa prendere atto di come una parola qualunque, scelta a caso, possa funzionare
come scintilla per la memoria esperienziale del bambino.
Il “tema fantastico” in questo tipo di ricerca che parte da una sola parola, nasce quando si
creano accostamenti strani, quando si fa luce una parentela imprevedibile tra parole che
appartengono a catene differenti.

Il binomio fantastico
La parola “agisce” solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a
uscire dai binari dell'abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare. Non c'è vita dove
non c'è lotta.
Ciò dipende dal fatto che l'immaginazione non è una qualche facoltà separata della mente: è
la mente stessa, applicata ad un'attività piuttosto che ad un'altra, che si serve sempre degli
stessi procedimenti. E la mente nasce nella lotta, non nella quiete.

Una storia può nascere solo da un “binomio fantastico”.


Occorre una certa distanza tra le due parole, occorre che l'una sia sufficientemente estranea
all'altra, e il loro accostamento insolito. Perciò è bene scegliere il binomio fantastico con
l'aiuto del caso. Così i bambini si trovano nelle condizioni migliori per generare una storia.
Si tratta di una tecnica che i bambini riescono benissimo ad applicare.

Che cosa succederebbe se....


Quella delle ipotesi fantastiche è una tecnica semplicissima. La sua forma è appunto quella
della domanda: “che cosa succederebbe se...”
Per formulare la domanda si scelgono a caso un soggetto è un predicato, la loro unione
fornirà l'ipotesi su cui lavorare.
Possiamo sceglierci un protagonista, per esempio un bambino, e far ruotare intorno a lui
l'avventura come una giostra di imprevisti.
Ho notato che i bambini di campagna, attribuiscono la prima scoperta della novità introdotta
nella storia al fornaio del paese: Perché è lui che si alza prima di tutti, anche prima del
Campanaro che deve suonare per la messa. In città è una guardia notturna compiere la
scoperta. I bambini di città sono quasi costretti a far agire personaggi sconosciuti. Più
fortunati invece sono i bambini di campagna che non sono costretti a pensare ad un
generico “fornaio” ma pensano subito al proprio fornaio e questo li aiuta immediatamente a
introdurre nella storia le persone che conoscono, i parenti e gli amici. Il gioco e subito più
divertente. Anche con i bambini accade che il divertimento maggiore si riveli nel formulare le
domande più buffe e sorprendenti.
Il prefisso arbitrario
Un modo di rendere produttive le parole, è quello di deformarle. Lo fanno i bambini per
gioco, perché li aiuta a esplorare le possibilità delle parole, a dominarle, portandole a
declinazioni inedite. Nello spirito di questo gioco e l'uso di un prefisso arbitrario.
Basta una lettera a trasformare un oggetto, pericoloso è offensivo, in un oggetto fantastico e
pacifista (“temperino” “stemperino”). Si usa anche il prefisso “bis”, “tri", "dis", "super",
"micro", "mini", "maxi".
Questi prefissi sono scelti per originare nuove immagini della parola.

L'errore creativo
Da un lapsus può nascere una storia, non è una novità.
L'errore ortografico può dar luogo a ogni sorta di storie comiche e distruttive.
Molti dei cosiddetti errori dei bambini, poi, sono altra cosa: sono creazioni autonome, di cui
si servono per assimilare una realtà sconosciuta. In ogni errore giace la possibilità di una
storia.

Tra l'altro, ridere degli errori è già un modo di distaccarsene. La parola giusta esiste solo In
opposizione alla parola sbagliata, e con questa opposizione torniamo al “binomio fantastico”.
Sbagliando si impara, è vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe dire che sbagliando si inventa.

Vecchi giochi
1. Uno di questi giochi consiste nel ritagliare i titoli dei giornali e mescolarli tra loro, per
ricavare notizie di avvenimenti assurdi, sensazionali o semplicemente divertenti. Si
possono comporre interi poemi, forse senza senso ma non senza fascino.
2. Un altro gioco diffuso in tutto il mondo, è quello dei bigliettini a domanda e risposta.
Si parte da una serie di domande: “chi era virgola dove si trovava, che cosa faceva,
che cosa ha detto, che cosa ha detto la gente, com'è andata a finire?”.
Il primo del gruppo risponde alla prima domanda e piega il foglio, perché nessuno
possa leggere la risposta. Il secondo risponde alla seconda domanda e torna a
piegare il foglio... Così di seguito fino ad esaurimento delle domande. Si leggono poi
le risposte come un racconto.
3. Un famoso gioco surrealista si fa componendo un disegno a più mani. Il primo del
gruppo disegna una figura, il secondo prescinde da quel significato e uso il segno del
primo come elemento di un'altra figura, di diverso significato.
Il prodotto finito importa meno del gioco, della lotta che si crea per dominare le forme
altrui e imporre le proprie, delle sorprese e delle scoperte che avvengono ad ogni
passo. Alla fine però, le figure possono contenere una storia: Il movimento è di nuovo
dal non senso al senso.

Utilità di Giosuè Carducci


È questa la tecnica del trattamento di un verso dato, per le esplorazioni di tutte le sue
possibilità lungo la catena sonora, alla ricerca di un tema fantastico.
Si prende un verso, e si cerca di riscriverlo ri-sillabando lo senza rispetto, come se si
trattasse di una qualunque accozzaglia di suoni in attesa di una nuova forma.

Costruzione di un indovinello
La costruzione di un indovinello è un esercizio di logica o di immaginazione? Alla base della
definizione aritmetica c'è un processo di “straniamento” dell'oggetto, che viene separato dal
suo significato e dal suo contesto abituale è descritto semplicemente come un oggetto
qualunque.
L'analisi ci offre dunque questa sequenza: “straniamento - associazione - metafora”. Sono i
tre passaggi obbligati per arrivare a formulare l'indovinello.
1. Prima operazione: Straniamento. Dobbiamo definire l'oggetto come se lo vedessimo
per la prima volta.
2. Seconda operazione: Associazione e comparazione. Dobbiamo sapere che cosa fa
questo oggetto, a cosa serve nella realtà.
3. Terza operazione: La metafora finale.
4. Quarta operazione: Si tratta di dare una certa forma attraente alla definizione
misteriosa.

Perché ai bambini piacciono tanto gli indovinelli? Perché rappresentano la forma


concentrata della loro esperienza di conquista della realtà. Per un bambino Il mondo è pieno
di oggetti misteriosi, di avvenimenti incomprensibili, di figure indecifrabili.
La conoscenza avviene, spesso, in forma di sorpresa.

Il falso indovinello
Falso Indovinello è quello che contiene già, in un modo o nell'altro, la sua risposta.
Non si tratta quindi di indovinare, ma di stare attenti ai suoni che si odono, per poterli
“ricombinare” in altro modo.

A sbagliare le storie
I bambini quanto a storie, sono abbastanza conservatori. Le vogliono riascoltare con le
stesse parole della prima volta, per il piacere di riconoscerle, di impararle da cima a fondo
nella giusta sequenza, di riprovare le emozioni del primo incontro, nello stesso ordine.
Può dunque darsi che sulle prime il gioco di sbagliare le storie li irriti, perché li fa sentire in
pericolo.
Comunque il gioco avrà una sua efficacia terapeutica: serve al bambino per sbloccarti da
certe fissazioni. Il gioco sdrammatizza il lupo, svillaneggia l'orco, ridicolizza la strega, delinea
un più netto confine tra il mondo delle cose vere e quello delle cose immaginarie.

Cappuccetto Rosso in elicottero


Si danno ai ragazzi alcune parole sulle quali dovranno inventare una storia. 5 parole che
suggeriscono una storia già conosciuta, mentre la sesta spezza la serie.
Gli insegnanti misurano con questo gioco-esercizio la capacità dei bambini di reagire a un
elemento nuovo e inatteso, di assorbire la parola data nella storia nota, di far reagire le
parole consuete al nuovo contesto in cui vengono a trovarsi.

Che cosa accade dopo


“E dopo?” Anche a fiaba finita, c'è sempre la possibilità di un dopo. I personaggi sono pronti
ad agire, conosciamo il loro comportamento, sappiamo in che rapporti stanno tra loro. La
semplice introduzione di un elemento nuovo rimette in moto l'intero meccanismo.
La nuova fiaba nasce dalla capacità di veder sorgere nel movimento incontrollato una
direzione, uno slancio costruttivo.
Insalata di favole
Una prima idea di questa “insalata di favole” si può notare in certi disegni infantili in cui
personaggi di fiabe diverse convivono Fantasticamente.
Il tipo di binomio fantastico che governa questo gioco si distingue perché è composto di due
nomi propri anziché, come si è visto, nomi comuni.
Come se dire Biancaneve e Pinocchio forse lo stesso che dire Alberto e Rosina.

Le carte di Propp (antropologo)


Sono 20 carte da gioco, ciascuna contrassegnata da una parola (il “titolo” generico della
funzione) e da un'illustrazione simbolica.
I bambini riescono facilmente a produrre una fiaba seguendo la traccia delle carte perché
ogni parola si presenta carica di significati favolosi e si presta a un gioco interminabile di
variazioni.
Chiunque può farsi da solo un mazzetto di carte di Propp.
Il gioco può ricordare la struttura del puzzle, o rompicapo, nel quale si ricevono 20, o mille,
frammenti di un unico disegno, con il compito di ricostruire a mosaico il disegno intero.

Analisi della Befana


Chiameremo “analisi fantastica” di un personaggio fiabesco la sua scomposizione in “fattori
primi” allo scopo di rintracciarvi gli elementi per la costruzione di nuovi binomi fantastici, cioè
per inventare altre storie intorno a quel personaggio. Prendiamo la befana e dividiamo la in
tre parti: La scopa, il sacco dei regali, le scarpe rotte.
Ciascuno dei tre fattori primi offrirà spunti creativi.
Lo scontro tra un elemento fiabesco e uno realistico ci offre quindi le opposizioni elementari
su cui l'immaginazione articola le sue storie.

Storie in tavola
Storie per i piccolissimi si possono inventare animando gli oggetti che si trovano sulla tavola
o sul seggiolone quando devono mangiare: un esempio può essere il cucchiaio, il piattino, lo
zucchero.

Il giocattolo come personaggio.


L'atteggiamento del bambino verso il giocattolo: da un lato egli impara ad usarlo per il gioco
a cui è destinato, dall'altro lato egli lo usa come mezzo per esprimersi. Il giocattolo è il
mondo che egli vuole conquistare e con il quale si misura ma è anche una proiezione, un
prolungamento della sua persona.
Spesso, mentre gioca, il bambino monologa con te stesso, raccontandosi il gioco, animando
i giocattoli. Nasce così nel gioco un “teatrino” in cui agiscono gli oggetti, appaiono e
scompaiono personaggi fiabeschi.
Sia il bambino che l'adulto potrebbero annoiarsi, solo se il giocattolo viene costretto è
limitato al tuo ruolo tecnico, rapidamente esplorato, rapidamente esaurito. Sono necessari I
mutamenti di scena, i colpi di scena, i salti nell'assurdo che favoriscono le scoperte.

Marionette e burattini
Quali storie possiamo inventare per le marionette e burattini?
Le fiabe popolari offrono un repertorio praticamente inesauribile. Con una avvertenza:
Introduzione di un personaggio comico È quasi obbligatoria e si rivela sempre produttiva.
Due burattini scelti a caso sono un “binomio fantastico”.
Due esempi:
1. 1. Il primo consiste nello sfruttare i materiali offerti dalla televisione.
2. Il secondo consiste nell'attribuzione di ruoli nascosti a determinati personaggi.
Non c'è trasmissione televisiva che non possa essere usata per una
rappresentazione del teatrino: diventerà una contro-trasmissione dove marionette o
burattini avranno la capacità di riduzione dell'assurdo, di ridicolizzare il personaggio
del presentatore tronfio, del concorrente al telequiz.
Bisogna tener presente che le marionette si prestano a identificazioni permanenti: Il re è
fondamentalmente il padre, la regina e la madre, il principe é lui, il bambino. La fata è la
cosa bella, la magia buona, il soddisfacimento e il futuro. Il diavolo è tutte le paure, i mostri
in agguato, ogni possibile nemico.

Il bambino come protagonista.


Tutte le mamme usano raccontare al bambino storie di cui egli stesso è il protagonista. Ciò
corrisponde e soddisfa al tuo egocentrismo. Ma le mamme ne approfittano a scopo
didattico...
“carletto ero un bambino che rovesciava il sale... Che non voleva mangiare il latte... Che non
voleva addormentarsi...”
Se il Carletto reale ha paura del buio, il Carletto della fiaba non ne aveva nessuna, faceva
quello che nessuno aveva il coraggio di fare, andava dove nessuno aveva il coraggio di
andare.
Non si tratta di incoraggiare nel bambino vuote fantasticherie, ma di dargli una mano perché
possa immaginare il proprio destino.

Storie tabù.
È tabù tutte le cose di cui “non sta bene parlare”. Niente come il riso lo può aiutare a
sdrammatizzare, a equilibrare le sue relazioni con l'argomento grazie alle rime e alle canzoni
sull'argomento stesso.
“credo che solo dopo il 2000 avremo autori abbastanza coraggiosi per farlo...”
Dopo aver riso di queste storie fino ad avere il mal di pancia, nessuno ne farà più allusione.
La storia ha adempiuto alla sua funzione.

Storie per ridere.


Si parla di un “riso di superiorità”, giocato sull'opposizione tra uso corretto e uso errato di
qualcosa.
La più semplice possibilità di inventare storie comiche nasce dallo sfruttamento delle errori.
I “personaggi sbagliati” e la loro “disobbedienza” alla natura deve essere premiata. Il mondo,
sono i disobbedienti che lo mandano avanti.
1. Sono personaggi sbagliati quelli rappresentati da nomi buffi: nel linguaggio corrente
usiamo molte metafore che i bambini non capiscono. Se queste metafore vengono
prese alla lettera possono essere sviluppate in una storia.
2. Un meccanismo produttivo di storie comiche e quello dell'inserzione di un
personaggio banale in un contesto per lui straordinario.
3. Un altro meccanismo è quello del rovesciamento totale della norma, l’esorcizzazione
della paura avviene attraverso un “riso di aggressività ” e un “riso di crudeltà”.
Il bambino che ascolta le fiabe.
Prima di tutto la fiaba è per il bambino uno strumento ideale per trattenere con sé adulto. La
madre è sempre tanto occupata, il padre appare e scompare secondo un ritmo misterioso.
Ma con la fiaba è diverso, finché essa dura la mamma è lì tutta per il bambino.
Il bambino può finalmente goderti la madre a suo agio, punti particolari, studiarne gli occhi la
bocca e la pelle.
Inoltre tutto ciò che si dice sulle conseguenze negative che potrebbero avere sul bambino gli
orrori delle fiabe non mi sembra convincente. Dipende dalle condizioni in cui il bambino
incontra questi orrori. Se è la voce della mamma ad evocarlo il bambino può sfidarlo senza
paura, certo che ad allontanare gli orrori basterebbe la forza del babbo, basterebbe la
ciabatta della mamma.

Il bambino che legge i fumetti.


Il bambino ora ha 6 o 7 anni e sa leggere. Il fumetto è la sua prima lettura spontanea è
motivata: legge perché vuol sapere che cosa succede. Legge per se, non per altri, non per
fare bella figura.
1. Per prima cosa deve individuare e riconoscere i personaggi, mantenere salda la loro
identità
2. Ai personaggi deve attribuire una voce quando questi dialogano, e deve attribuire le
battute all'uno o all'altro, capire in che ordine vengono pronunciate.
3. Deve riconoscere e distinguere gli ambienti, interni ed esterni, registrare le loro
modificazioni.
4. Deve decifrare i suoni onomatopeici.

Immaginazione, creatività e scuola.


Bisogna che il bambino, per nutrire la sua immaginazione e applicarla a compiti adeguati,
possa crescere in un ambiente ricco di impulsi e di stimoli in ogni direzione.
La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni e le fiabe non sono tutto quello che serve al
bambino. La sua immaginazione invece, se stimolata, lo porterà ad applicare tutti gli
strumenti che ha nella vita reale.
Le fiabe allora servono proprio perché in apparenza, non servono a niente: come la poesia e
la musica, come il teatro o lo sport. Servono all'uomo completo: se la società ha bisogno di
uomini a metà, vuol dire che è una società fatta male e che bisogna cambiarla.
Per cambiarla, occorrono uomini creativi che sappiano usare la loro immaginazione.
La creatività è sinonimo di pensiero divergente, cioè capace di rompere continuamente gli
schemi dell'esperienza: è “ creativa” una mente che fa sempre domande, che scopre
problemi dove gli altri trovano risposte soddisfacenti, capace di giudizi autonomi e
indipendenti. Tutte queste qualità si manifestano nel processo creativo.

La creatività è al primo posto. Il maestro?


Il maestro si trasforma in un animatore, in un promotore di creatività.
Non è più quello che trasmette un sapere bello è confezionato, ma è un adulto che sta con i
ragazzi per esprimere il meglio di sé stesso, per promuovere attività alla pari della
produzione pittorica, plastica è drammatica, musicali e affettiva, morale e conoscitiva,
tecnico costruttiva e ludica.
In fondo tutto ciò una materia unica: la realtà, affrontata da tutti i punti di vista.
In una scuola del genere Il ragazzo non è più un “consumatore” di cultura e di valori, ma un
creatore e produttore di valori e di cultura.

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