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LEZIONI TEORICHE – PRIMO TEST.

Lezione 1.
Che cos’è un medium? = termine latino che attualmente indica un qualunque mezzo di comunicazione.
(in inglese, al singolare è il medium, al plurale sono i media).
I mezzi di comunicazione sono sempre esistiti; l’uomo ha creato degli artefatti, degli oggetti, dei codici
per comunicare e questo è uno dei fattori principali della comunicazione. Sebbene l’uomo abbia sempre
avuto a che fare con la comunicazione, la riflessione teorica sui media è stata sporadica nel corso del
tempo, non che non sia esistita (anche di teorizzazione scritta).
Una vera e propria teoria dei media nasce durante gli anni ‘50/’60 del secolo scorso.
La comunicazione umana è passata attraverso quattro grandi epoche, che sono le fasi della
comunicazione umana:
1. Comunicazione orale = linguaggio prevalentemente orale e gestuale, tipo di comunicazione in
presenza;
2. Comunicazione scritta = con la scrittura si ristruttura radicalmente il pensiero, si affida la parola
ad uno spazio fisso;
3. Era elettrica = nuove tecnologie e cultura multimediale, velocità della comunicazione;
4. Era digitale = necessita a sua volta della tecnologia elettrica, va a modificare radicalmente la
vita umana e lo stile di vita.
Differenze tra discorso orale e discorso scritto:
Discorso orale:
- Sistema aperto;
- Interattivo;
- Spontaneo;
- Immediato, senza programmazione preveniva;
- Indirizzato ad un individuo reale, vivente;
- Soggetto a fenomeni di prosodia;
- Risente fortemente del contesto in cui viene pronunciato.
Discorso scritto:
- Attività solipsistica;
- Immutabile;
- Soggetto a programmazione, pianificazione;
- Selezione ragionata dei pensieri;
- Introspezione più articolata, riflessione su quanto si vuole dire;
- Destinatario immaginato.
Culture a oralità primaria e culture letterarie.
- Le culture a oralità primaria sia avvalgono di conoscenze trasmette attraverso la parola
parlata, il suono;
- Le culture letterarie hanno un sistema di trasmissione delle conoscenze che si avvale di testi
scritti; dunque, racchiusi in uno spazio e percepiti dalla vista;
In questa società si può dire che la scrittura, e ancora di più la stampa successivamente, ha introdotto
nella logica dei rapporti sociali il concetto di INDIVIDUO.
Lezione 2.
L’invenzione della stampa = il mondo della scrittura subisce radicali cambiamenti con l’avvento della
stampa e il declino del manoscritto. In particolare, a metà del ‘400, Johann Gutenberg sconvolge il
mondo della tipografia con l’invenzione del torchio a stampa a caratteri mobili consentendo per la prima
volta di riprodurre in serie innumerevoli copie identiche di un testo. Questa nuova tecnologia ha
determinato l’avvio dell’industria della stampa, di cui Venezia fu a lungo la capitale indiscussa.
La stampa si presenta come prima industria moderna, come l’industria tessile, che determinano in un
primo tempo la fortuna di Firenze, Venezia e di altre città italiane. Venezia rimarrà abbastanza
autonoma dalle pretese della Chiesa, quindi avrà uno spazio laico tra il ‘500 e il ‘700.
La stampa come genesi della modernità = con l’avvento della stampa si pongono le basi per:
- La scienza moderna;
- Le istituzioni moderne (Chiesa, scuola, …);
- Le istituzioni politiche statuali;
- Le lingue nazionali (si prendono come riferimento Dante, Petrarca e Boccaccio).
L’era elettrica e il concetto di metropoli/metropolitano (‘800-‘900):
- La rivoluzione elettrica contribuisce a introdurre numerose migliorie nell’industria della
stampa, infatti, si abbandonano le tecnologie meccaniche in favore di quelle elettriche più
veloci e pratiche;
- Si registrano dei cambiamenti che interessano direttamente gli agglomerati urbani = migliaia di
persone abbandonano le campagne in favore delle città e quest’ultime perdono i loro tratti
caratteristici e si trasformano in metropoli.
(la metropoli determina un vero e proprio rimescolamento).
Arriva anche la fotografia che viene stampata e inizia ad apparire su vari giornali e libri.
Città vs Metropoli:
- Città = struttura chiusa dai confini ben delimitati, caratterizzata da corporazioni mercantili e
artigiane, da una forte rigidità divisoria tra i ceti sociali e da un diffuso senso di appartenenza
ad una comunità;
- Metropoli = struttura aperta e in continua espansione, caratterizzata da grossi centri industriali,
mobilità sociale, forti i fenomeni di emarginazione.
È nella metropoli che l’immagine inizia ad avere una funzione spettacolare:
- Nelle nuove metropoli si assiste ben presto ad un fenomeno nuovo, ad una
“spettacolarizzazione” degli spazi, delle attività commerciali, della comunicazione;
- Compaiono i primi manifesti ai lati del teatro, delle carrozze;
- I giornali si caricano di immagini;
- Le vetrine dei negozi vengono allestite con esposizioni accattivanti.
Oggetto-paradigma di questo nuovo modo di vivere il tempo e gli spazi diviene “il quotidiano” che per
velocità di lettura si va sostituendo al libro. Il giornale quotidiano è leggero, facile da portare in giro.
Altre innovazioni = la rivoluzione tecnologica a cavallo tra ‘800 e ‘900 si configura prima di tutto come
rivoluzione mediale. Si pensi alla nascita del:
- Telegrafo;
- Fonografo;
- Cinema muto e poi sonoro;
- Industria culturale.
LA TEORIA DELLA COMUNICAZIONE.
Comunicazione come trasmissione di messaggi = chi trasmette codifica – e chi riceve decodifica – un
messaggio (mediale) trasmesso attraverso un medium, secondo uno scopo.
Un’azione di attori sociali che comporta:
- Una strategia razionale = obiettivi, conoscenza del destinatario, conoscenza del codice,
eventuale attesa degli effetti;
- Una motivazione (interesse e coinvolgimento) dell’emittente e del ricevente;
- Il rispetto di regole più o meno esplicite relative alla situazione.
La razionalità è limitata dagli altri fattori e dalla capacità tecnica, e si riferisce all’utilità, ai fini simbolici
o agli usi rituali funzionali ad altra comunicazione.
L’azione si realizza attraverso la scelta dei codici, in funzione della strategia e del contesto.
Comunicazione analogica e comunicazione “numerica” = il messaggio può essere strutturato mediante
rappresentazioni o immagini (es. la gestualità nella comunicazione orale diretta, il teatro, il cinema,
ecc.), oppure attraverso un codice simbolico formalizzato (es. la lingua, i numeri, l’e-mail, ecc.). in ogni
situazione comunicativa utilizziamo il mix più adeguato dei due sistemi, veicolando il contenuto per
via numerica e i segnali di relazione per via analogica. La mente del ricevente si catalizza volta a volta
su un piano o sull’altro.
L’agire comunicativo = è sempre situato e interattivo; i due soggetti assumono una relazione
simmetrica, o una relazione complementare e differenziata one-up/one-down, e negoziale. L’analisi
transnazionale individua tre diversi ruoli negoziali di Genitore, Adulto, Bambino. Il modello
“drammaturgico” postula da parte del soggetto una continua rappresentazione della “facciata”, con
mezzi verbali (contenuto esplicito) e non verbali (contenuto “lasciato trasparire”).
LA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO DUE PROSPETTIVE.
1) Comunicazione come informazione = è la trasmissione di un messaggio (mediale), codificato
dall’emittente e decodificato dal ricevente, attraverso un medium.
- Semio-psico-sociologia della comunicazione = il ricevente interpreta il messaggio (negozia
significati con la struttura segnica del messaggio, ma anche con altre aree di senso, culturali-
sociali e individuali);
- Sociologia della comunicazione (di massa): i produttori, il pubblico, i generi, i diversi media,
gli effetti (forti o deboli).

2) Comunicazione come produzione di senso = è lo scambio che “mette in comune” modelli


mentali e sensoriali, conoscenze e immaginari, producendone altri; i media come estensione
(comunicante) dei sensi e della mente.
- Etno-socio-antropologia (funzionalista) della comunicazione = le pratiche e il senso della
comunicazione della comunità;
- Mediologia = l’evoluzione mediale, le strutture mentali e dell’immaginario. I media vengono
usati come estensione della mente, all’interno di ambienti appositi.
Lezione 3.
LA TEORIA DELLA COMUNICAZIONE.
La “communication research” = nasce negli anni ’30.
(non ci capisce cosa c***o sia, poi cerchiamo a parte).
UNDERSTANGING MEDIA.
Secondo McLuhan, ogni media è l’estensione di uno dei nostri sensi:
- Estensione di un solo senso nello spazio = esplosione;
- Estensione del sistema nervoso nel tempo/spazio = implosione.
Marshall McLuhan = sociologo; interpretò in modo innovativo gli effetti prodotti dalla comunicazione
sia sulla società nel suo complesso sia sui comportamenti dei singoli. Scrive due libri principali: “La
Galassia Gutenberg” e “Gli strumenti del comunicare”.
Individuiamo delle affermazioni nei due libri di McLuhan:
- Il contenuto di un medium che è sempre un altro medium;
- Il significato di un messaggio è nel cambiamento di struttura che esso introduce nel rapporto
comunicativo;
- L’artista gioca con i mutamenti percettivi: anestetico, torre di controllo dello shock,
comprensione e anticipo del cambiamento.
Questi sono i fondamenti generali della teoria di McLuhan, cioè che i media siano fondamentalmente
delle nostre estensioni, sono nostri modi di provare a controllare il tempo e lo spazio.
MECCANICO VS ELETTRICO.
1) MECCANICO.
Estensione dei sensi nello spazio:
- Azione/reazione meccanica;
- Tempo lento, differito;
- Possibile non coinvolgimento;
- Sequenza;
- Punto di vista;
- De-tribalizzazione;
- Pensiero logico;
- Specializzazione mediale.
Caldo (radio e cinema) = un solo senso HiFi, spersonalizzazione.
2) ELETTRICO.
Estensione del sistema nervoso nel tempo/spazio:
- Simultaneità;
- Velocità;
- Coinvolgimento;
- Struttura, immagine;
- Introiezione;
- Tribalizzazione;
- Visione iconica di un processo complesso, mito;
- Sinergia mediale.
Freddo (telefono, televisione) = bassa definizione, alta partecipazione.

Lezione 4.
MECCANICO ELETTRICO
Città/lavoro Taylorismo Cultura Arte (post) Villaggio Arte e Commercio Tatto
Vs nazionale, Vs Metropoli globale (magia)
Campagna istituziona Commerci
le o

Esperienza di Spazialismo Spazio Tecnologia Automazion Cultura mitica, Contestualizzazione, Decentra


una sola e divisioni, continuo e Vs e immagine/suono ibridazione mento
cultura arresto della ripetibile Cultura
velocità

LA CENTRALITÀ TELEVISIVA.
- Il medium è più coinvolgente rispetto al giornale; si basa su opinioni dirette;
- Entertainment determinato dal consumatore che prevale su produttore;
- Selezione e ricostruzione dell’immagine da parte del ricevente, con scarse informazioni: freddo
e soft;
- Processi non completi, messaggi non esplicitati, icone (l’anticipo era stato nelle riviste);
- Adolescenze prolungata, negoziazione delle norme sessuali/intellettuali;
- La TV raffredda gli altri media, inglobandoli in sensazioni tattili (corpo e rock);
- Forma a mosaico non visiva, discontinua, non lineare, anti-alfabetica, anti tipologizzante;
- Commossi, non scossi.

Lezione 5.
I MEDIA E IL MODO DI SVILUPPO INFORMAZIONALE (anni ‘2000).
Maggiore teorico (anche se il suo pensiero non è profondo come quello di McLuhan) che riguarda
l’analisi delle reti media è Manuel Castells (studioso catalano), che inserisce le sue analisi in quattro
libri: “La nascita della società in rete”, “Il potere dell’identità”, “Fine del Millennio”, “Comunicazione
e potere”.
Alla base della società vi sono diversi modi di sviluppo:
- Agricolo (si ha prima un sistema basato sull’agricoltura, poi vengono rintracciati ulteriori
materiali, come il ferro e si passa alla fase successiva);
- Industriale (si basava sui motori a scoppio per poi divenire elettrici. L’era elettrica è la fase
apicale del modo di sviluppo industriale. Tra fase meccanica e fase elettrica. Non è più solo
lavoro umano, ma soprattutto artificiale. Questa fase industriale viene sostituita
dall’informazione);
- Informazionale (ad essere venduti non sono più cose materiali, ma delle informazioni, la
comunicazione. La condivisione di informazioni, di immaginario).
Castells distingue tre sfere:
1) Dal punto di vista della produzione ci troviamo nella sfera dell’economica;
2) Dal punto di vista dell’esperienza ci troviamo nella sfera della cultura;
3) Dal punto di vista del potere ci troviamo nella sfera politica.
Questi tre aspetti sono strettamente interconnessi.
LA SOCIETÀ IN RETE.
- Globalizzazione delle attività economiche e strategiche;
- Organizzazione a rete della produzione e del consumo;
- Flessibilità, instabilità, territorializzazione del lavoro;
- Cultura della “virtualità reale” costruita su un sistema dei media pervasivo, interconnesso e
diversificato;
- Trasformazione dello spazio e del tempo: lo spazio dei flussi e il tempo senza tempo;
- Dinamica economica e culturale dominante della trasformazione gestita da élites di potere e
controllo;
- In conflitto con la dinamica dominante, il processo di costruzione di identità fondato su
spazi/tempo diversi: locali, resistenti, progettuali.
LA GRANDE TRASFORMAZIONE DELLE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE.
- Origine a rete (università, militari, Sylicon Valley);
- Espansione della new economy;
- Informatizzazione e globalizzazione del capitale finanziario;
- Imprese internazionali a rete;
- Trasformazione del lavoro;
- Globalizzazione dei flussi del consumo;
- Connessione e sconnessione di zone;
- Espansione a segmenti e asimmetrica;
- Processi esplosivi, sia in senso positivo che negativo (crisi in East Asia, America Latina,
Giappone, Russia, Messico, Argentina, …).
IL PARADIGMA DELLE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE.
- La materia prima da trasformare è l’informazione;
- L’informazione si diffonde in tutti i processi;
- La logica non lineare della rete: complessità, imprevedibilità, connettibilità (?);
- La flessibilità dei processi, sempre disponibili a riorganizzazioni radicali;
- La convergenza di ogni processo in un sistema altamente integrato.
DAL PUBBLICO DI MASSA ALLE RETI INTERATTIVE.
XX secolo: I mass-media.
- La comunicazione audio/video sovrasta la mente alfabetica;
- La tv al centro della galassia;
- Facile nel reperimento di informazione, coinvolgente nel costruire l’immagine, a flusso
continuo;
- Conversazione occasionale e intrattenimento vs discorso sistematico.
XXI secolo: La rete multimediale.
- I diversi modi di comunicare si integrano in una rete interattiva in tempo reale, globale,
disponibile;
- (CMC) la comunicazione globale mediata da computer: internet;
- Scrittura, tatto, corpo, identità messi a repentaglio, e quindi portati ad emergere dallo sfondo;
- Stratificazione tra interagenti e interagiti;
- Integrazione di tutti i messaggi in uno schema cognitivo comune.
I mass media:
- Sono unidirezionali, la comunicazione reale è interattiva;
- Effetti limitati: il soggetto interpreta; la cultura dei media interagisce con altri strati culturali;
- Tuttavia, la tv crea il formati, inquadra tutti i processi culturali;
- Essere in tv e immaginario collettivo, un flusso familiare a funzioni indistinte;
- I media specchio della cultura che è specchio dei media;
- Grandi concentrazioni, produzione globale, distribuzione locale, segmentazione del pubblico;
- Lavoro vs tempo libero.
La rete multimediale:
- I new media: segmentazione specializzata e locale, personalizzazione pervasiva e flessibile,
individualizzazione strutturale;
- Selettività del consumatore e produzione diretta, globalizzazione e perdita di controllo degli
Stati;
- Il messaggio dà forma al mezzo;
- “reti sociali” basate sia su comunità locali che su comunità online al posto delle “comunità”;
- Legame sociale debole e multiplo;
- Nuova diseguaglianza: reddito, istruzione, condizione agricola;
- Connessione/sconnessione di spazi;
- Estensione della commercializzazione digitale a tutti gli ambiti della vita;
- Ritardo dell’integrazione dei media da parte dei monopoli, verso l’entertainment (es. pay per
view);
- Espansione della produzione individuale;
- Pressione per l’infotainment vs domanda di competenze e qualità della vita.
LA CULTURA DELLA VIRTUALITÀ REALE.
- Un giga-ipertesto astorico, che cattura tutte le diversità culturali;
- Dal conoscere e comunicare la realità attraverso i simboli a un’esistenza immersa nella
virtualità delle immagini;
- Le diversità sono le ricchezze della rete, ma si richiede ai soggetti di adattarsi alla sua logica:
aperta ma vincolante;
- Indebolimento di tutti gli emittenti, a meno che non vi rientrino;
- Nello spazio dei flussi, dominato dai servizi avanzati, tende a determinare simultaneamente
dispersione e concentrazione: networking territoriale, sviluppo di iper-concentrazione e
disseminazione a rete, e sconnessione di intere aree; centralità della casa; modello edge city
americano, modello diversificato europeo.
- Ma lo spazio è la società stessa. Lo spazio è il supporto materiale del tempo, e la sua forma
simbolica.
LA CULTURA DELLA VIRTUALITÀ REALE: LO SPAZIO.
- Flussi (sequenze di interazioni finalizzate, ripetitive e programmabili): di informazioni,
tecnologie, interazione organizzativa, immagini, suoni e simboli, attraverso una rete digitale,
fatta di nodi e snodi;
- Una élite cosmopolita, che vive in comunità-microreti simbolicamente segregate, subalterni a
loro volta organizzati, in spazi frammentati; popolo locale.
- Architettura astorica, miscela postmoderna che teorizza la fine dei significati, la fuga delle
società radicate; approdo alla forma “pura”, che ha come messaggio il silenzio di fronte allo
spazio dei flussi;
- Schizofrenia strutturale tra logica dei luoghi e logica dei flussi, in relazione variabile, non
predeterminata;
- La rete: insieme di nodi interconnessi; inclusione/esclusione e architettura; struttura aperta
capace di integrazione senza limiti, dinamica, capace di innovazioni. Ma interruttori gestiti
dalle élites, dal capitalismo globale iper-flessibile (mentre il lavoro è prevalentemente locale).
Contraddizione tra élites globali e identità.
LA CULTURALE DELLA VIRTUALITÀ REALE: IL TEMPO.
- Il tempo è soggettivo e locale. Ma è negato dalla mente culturalmente dominante: un infinito
che si auto-consuma, casuale, incursivo (non più ricorsivo). Le IT (Tecnologie
dell’informazione) vengono usate per sfuggire ai contesti e per appropriarsi di qualsiasi oggetto:
il tempo senza tempo;
- Iper-accelerazione, flussi globali istantanei: scomparsa del tempo. Compressione (istantaneità)
e discontinuità casuale;
- Flessibilità del tempo di lavoro e di vita. Aritmia che occulta il tempo biologico, la morte, la
guerra.
- Simultaneità e atemporalità: il collage temporale della rete. Temporalità indifferenziata e non
sequenziale dell’eterno e dell’effimero. Potere di rappresentazione delle élites.
- In senso opposto: il tempo dei luoghi interagisce con quello dei flussi, con effetti di
stratificazione e segmentazione sociale;
- Le identità: di resistenza (tempo locale); e di progetto (tempo di lungo periodo, glaciale).

Lezione 6 e 7.
L’ANALISI MEDIOLOGICA.
Frame/sistema mediale = entro e attraverso il quale il prodotto/testo (oggetto mediale) è comunicato,
definendosi come specifico medium composto.
Funzioni narrative:
- L’articolazione in sequenze;
- La fabula;
- L’intreccio;
- Il frame narrativo;
- La struttura di intreccio come funzione di un immaginario = i motivi dei personaggi e
dell’azione, l’ambiente spazio/temporale, il modello narrativo generale, commento.
Funzioni socio-simboliche:
- Il consumo = destinatari, intenzionalità dell’emittente riguardo agli effetti, selezione dei media,
caratteristiche dello sharing;
- Il ciclo produttivo = il funzionamento industriale e economico-aziendale del ciclo di
produzione-consumo;
- Le pratiche di funzione e di riuso e il valore della fruizione per la costruzione di relazioni e
linguaggi sociali;
- Il tipo di produzione nello schema di F. Colombo (grillo/corvo/topo/gatto);
- Le funzioni sociali della comunicazione dell’oggetto: per la comunità (know how, allarme); per
l’individuo (eticizzazione, status); per il medium (consolidamento, allargamento);
- Usi e gratificazioni del lettore (bisogni cognitivi, affettivo-estetici, di integrazione psicologica,
di integrazione sociale o negoziato sociale, si evasione o allentamento);
- Agenda setting;
- Simbolismi dell’immagine;
- Simbolismo del modello narrativo.
Funzioni semio-mediali:
- Ritmo del consumo;
- Archetipi/stereotipi;
- Mitologie;
- Tipo di semiosi: fra testualizzata (immagine) e logica/dialogica (saggio), con effetto, ecc.
- Sincretismo: dei media e degli archetipi/miti;
- Prevedibilità;
- Vettori pubblicitari: familiarità, straniamento, eros, iperbole, (con effetto…);
- Vettori del rischio: prevalenza strutturale di semi-catastrofe o di catastrofe;
- Livelli di sinestesia;
- Impatto emozionale;
- Livelli meta-estetici: la bellezza è…
- Metafore del corpo;
- Figure/sfondo;
- Figure del linguaggio e dello stile;
- Struttura mediale, a livello di segnali espressivi (le apparizioni e gli usi di altri media nel testo
e nella ricezione);
- Livelli di apertura e chiusura del senso;
- Diagnosi della deriva mediale/metafore della comunicazione.
CONSIGLIO LO STUDIO DEL LIBRO INSIEME ALLE LEZIONI.
IL PROFESSORE CHE REGISTRA NON LO CAPISCO NELLE ULTIME DUE LEZIONI E SONO
RIUSCITA A CAPIRE BEN POCO. SPERO CHE IL LIBRO NON FACCIA SCHIFO.

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