Sei sulla pagina 1di 5

OVIDIO E MENANDRO Author(s): Luigi Alfonsi Reviewed work(s): Source: Aegyptus, Anno 40, No.

1/2 (GENNAIO-GIUGNO 1960), pp. 73-76 Published by: Vita e Penseiro Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41215715 . Accessed: 17/04/2012 05:52
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.

Vita e Penseiro Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aegyptus.

http://www.jstor.org

OVIDIO E MENANDRO
ben noto che Ovidio - come del restoanche Properzio- ha a Menandro ed alle caratteriavuto modo di citare, meglioriferirsi stiche della sua commedia,mostrandone una conoscenzatutaltro che superficiale, in linea per ci con la tradizioneromana (si veda V. De Falco, Menandri, edidit...,Napoli 1945, p. 54 Epitrepontes, e ss.; e per quantoci riguarda greco, Napoli p. 62; Id., Studisul teatro IntroduR. L'arbitrato, 19582, Cantarella, in Menandro, pp. 186; e commento..., Corno1945, p. 31; E. Malcovati, zione,traduzione il giudie la poesia,Pavia 1943,pp. 79-80).Infattisi ricordi Cicerone zio properziano 21, 25-8): (III, Illic vel studiisanimumemendarePlatonis docte Epicure,tuis; incipiamaut hortis, arma, persequaraut studiumlinguae,Demosthenis sales tuos,docteMenandre, librorumque in Humanitas(1949), (su cui ancora L. Alfonsi, Note properziane, De Falco, Studisul teatro greco, op. cit.,pp. 205-8). pp. 9-11estratto; Ed ancorpi interessa lo stessoelegiacoIV, 5, 43-4: sed potius mundiThais pretiosaMenandri cum ferit astutoscomicamoechaGetas che ricordalo schiavo Geta, divenutoquasi un tipo fisso (si veda Teil, pp. 267-8 M. Rothstein, Die Elegiendes SextusPropertius, bekannt von demsonstnichts . 43 cheparla di Inhaltdes Stckes... menandree testimonianze in sulle dell'elegia ist; inoltre generale latina A. A. Day, The Originsof Latin Love - Elegy,Oxford1938, tuttoil capitolopp. 85-101). ma interessa pp. 85-6 specialmente, Am. Passando ad Ovidio dunque si riportaper comunemente 17-18 I, 15,

74

LUIGI ALFONSI

dum fallaxservus,duruspater,improbalena viventet meretrix erit (1). blanda, Menandros Dopo questa lode altissima (De Falco, Studi,op. cit.,p. 186) c' pureun altropasso, moltointeressante, in . II, 369-70; fabula iucundinulla est sine amore Menandri, et solet hic puerisvirginibusque legi (e si cfr.anche Ausonio,Centonupt. p. 276 Jasinski:quid ipsum Menandrum? Quid cmicosomnes? Quibus severa vita est et laeta e SidonioApollinare, similis materia, ep. IV, 12, 1 : ipse etiamfabulam id est in manibus habebanu Menandri, argumenti, Epitrepontem studioed apLegebamuspariterecc). Ma pi ancora pu meritare meno viene il profondimento, quanto per lo pi citato, luogo di Ars Am. Ill, 332 dove in un catalogo di poeti d'amore - semprela - , dopo Saffo, solita posizionedi Ovidio nei confronti di Menandro si dice: cuive pater vafriluditurarte Getae Di chi si trattaqui? Certo- comerisulta dal confronto con Pro- la figura di Geta comeschiavofurbo, in rapporto a Menandro, perzio era un po' quasi proverbiale meglioconvenzionale; ma qui l'indicazioneparrebbe anche al : si tratta di un padre pi concreta, singolare in dall'arte dell'astuto ingannato, giocato,preso giro,sbeffeggiato (2) Geta . Non potrebbe di un'eco del Dyskolos menandreo, trattarsi dove appuntoCnemone, lo scorbutico padre della futura sposa di Sostrato, presoin giroda Geta, servo di Callippide,padre appunto
libritres, erklrt von P. Brandt, (1) Si veda . vidi Nasonis, Amorm durchseine sehr Leipzig 1911,p. 86 a n. 17 osserva: Das Distichontrifft bezeichnenden seht geschickt die Haupttypen der neueren Komdie Epitheta e rimandaad Ara 332 e TriatiaII, 369. Ed anche in . , Comicorum Atticorum vol. Ill, Lipsiae 1888,p. 244 a fr. 946 si rimandaad Fragmenta, OvidioAmorea I, 15, 17: il fr.sar poi citatoancorada noi. di ludo = sbeffeggiare ancheForcelle (2) Si veda per il significato sicuro Furlanetto, De Vit, Lexicon,s. v. ludo,t. Ill, pp. 810-11:e se fosse anchequestodato rimarrebbe unicoed originale di questacitazione ovidiana, non riducibile a convenzione e topica letteraria.

OVIDIO E MENANDRO

75

dell'innamorato? Si veda, a cominciare dal v. 890 otav s'xstv ol[z[at (ed. Gallavotti, Napoli 1959) - ed Geta precisamente 8b]aTpt7)v che parla; v. 900 tic y]Sovtq, ; ed ancora v. 909 vuv e v. 933 tcovtoc aversi. E tale astuzia di Geta xoctpf... ^ proprioben sottolineatada Sostrato: vv. 181 e ss.... i p' yc rcl Tv Fstocv tov tou '; vyjto>c uso^, " ' ()(^) Sircupov,<*^ 7.>
... ^TCSLp'scttlv tcocvtoSoctccov

E cos ancora nelle parole di Pirria a Sostrato (w. 216-7) XX' O7cspefxeXXec pTi, tov Fstocv Xacov ' e7rvY)x'xslvco 7rv 7[' s7r>v E per il rigido carattere di Cnemone ai vv. 333-4: ..... (su 'auTO ty)v xp7]v ^ 7toXX ) p.vY] ^cov

Ed al v. 553... opeo, | Tptfxoc per i rapporti tra Geta ed il suo padroncino . A rigorepotrebbe essere possibile anche una interpreal padre in generale, tazione pi ovvia e semplice,e cio un riferimento del servo che agiarti dalle che nella commedia spesso figuraingannato - crediamo rende : ma la specificazioneconcreta sce in favoredel figlio - plausibile anche la nostra interpretazione : tanto pi che proprio Geta l'ideatore della beffa,con cui lui e Sicone si prenderannola rivincita sul vecchio scorbutico (vv. 890 e ss.): e quindi si pu supporre che Ovidio per lo meno abbia pensato anche a questa commedia di Menandro. Una celebrit dovette averla, sia in quanto fu la prima premiata, la prima vittoria del poeta (2) (cfr. M. Gigante, Quo anno in La Parola del Passato 1959, p. 211), Menandri Dysholossit doctus, sia perch, come stato dimostrato, nel mondo latino gi qualche sua parte (come appunto il tresconedi servi) era ben nota (cfr.Papyrus Bodmer IV, Mnandre: Le Disholos, publi par V. Martin, Bibliodel Papiro di Menandro (Revisione (1) Si veda Gallavotti, Per il testo 1959,p. 247 e la nuova ediin Riv. di cult,class,e mediev. Bodmeriano), zionecuratadal Gallavotti (1959),p. 13. del poeta? Si veda ora Fr. Della Corte, la (2) primarappresentazione in Maia I960,pp. 83-88. e la morte di Focione, V attore Aristodemo Menandro,

76

LUIGI ALFONSI

theca Bodmeriana, 1958,p. 7 n. 1.; G. D'Anna, II Cologny-Genve del e in Riv, di culturaclasil teatro AYSKOAOS finale plautino, sica e medioevale1959,pp. 298-306;E. Paratore, II flautista nel ibid.pp. 310-325(1). AYSKOAOS e nelloPseudolus, Non quindida escludere che ad Ovidio fossenota magariindi tramite di scuola,la situazionefondamenrettamente, pertradizione tale anche di questa commediamenandrea,e che egli, alludendo a Menandro come a maestrod'amore,abbia pensato anche ad essa, tanto pi che l'innamorato di Sostrato(p&v nrik&zz&vv. 53) un po' il motore determinante che culminacon lo sbefdell'azione, di l'arte del Cnemone furbo Geta (2). E comunque feggiamento per Geta furbo, se non solamente, anche qui (3), per rappresentato al singolare, comepersonaggio, si direbbe, pi che come categoria coi suoi particolari connotatiquindi,che rispondono a quelli di lui nel mentre altrove si di solo servus propri Dyskolos: parla fallaxe di duruspatersenza specificazioni. Milano Luigi Alfonsi
(1) Ed ancora L. Strzelecki, De Dyskolo Plautina, in Giornaleit. di filol., 1959. pp. 305-8; . Questa, A propositodel Dyskolos di Plauto, in Riv. di Cult. Class, e Mediev., 1959, pp. 307-9. Per conoscenza e citazioni di Menandro da parte di Ovidio si veda H. Frnkel, Ovid, A Poet between two Worlds, pp. 263, 22, 205, n. 7, pp. 2, 180-1, 186, n. 51, Berkeleyand Los Angeles 1945; W. Kraus, s.v. Ovidius Naso, in P. Wissowa, Real-Enc. der cl. Alt., XVIII, 2, coll. 1931-36 per YArs in generale, e gi col. 1924; Schanz-Hosius, Geschichte der rmischen Literatur,Her Teil, Mnchen 19354,p. 227 per le fonti di Ovidio neVArs; L. P. Wilkinson, Ovid Recalled, pp. 19 ., 41, 80-1, 307, Cambridge, 1955. (2) Per la coerenza che regola tutta l'azione si veda G. Rambelli, La scenica e la tecnica drammaticadel Dyskolos menandreo, in M etopografia nandrea, pp. 35-44, Genova 1960. (3) Si ricordi che Geta compare anche nell' Heros , nella Perinthia, nel MiaopLevo di Menandro, e cos negli Adelphoeterenziani,non certo per con la caratteristica di servo astuto. Per nel fr.946 Kock ( = 837 Koerte, voi. II, si dei servi Geta e Daos che imbroglianoil padrone pi volte 254) p. parla (jjLoicDC Tote wr to MevvSpou toc xopicSa etoayoixevoic olxTai, Aoic Ttai xai ? oSv ^youjxvoi Yevva*ov ayiai 7re7rp"x&ai el 'lt Tpi ^ tv 8ea7rT7jv). Ma, anche se si pu supporreche pure in altre commediemenandree ci fossero varii esemp di Geta imbroglione, i testi comunque mancano : e poi il riferimentoal padre (che non detto sia solo il padrone) rende per lo meno utile la nostra menzione del passo ovidiano, tanto pi, ripetiamo,ammessa la possibilit di intendereludere come sbeffeggiare .

Potrebbero piacerti anche