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Centre for Classical Studies at the Institute of Philosophy of the Czech Academy of

Sciences

SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA NEL "DE EXILIO" DI FAVORINO (COL. VII,44–46):
NUOVO FRAMMENTO DELL'"ANDROMEDA" DI EURIPIDE?
Author(s): EUGENIO AMATO
Source: Listy filologické / Folia philologica, Vol. 134, No. 3/4 (2011), pp. 265-284
Published by: Centre for Classical Studies at the Institute of Philosophy of the Czech
Academy of Sciences
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/23468754
Accessed: 12-01-2017 10:31 UTC

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Listy filologické CXXXIV, 2011, 3-4, pp. 265-284

SU UNA DISCUSSA
CITAZIONE POETICA NEL DE EXILIO
Dl FAVORINO (COL. VII,44-46): NUOVO
FRAMMENTO DELL'ANDROMEDA
Dl EURIPIDE?*

EUGENIO AMATO (Nantes)

A dimostrazione deH'onnipresenza-onniveggenza di Zeus Ammone,


Favorino cita, nel suo scritto SulVesilio (col. VII,44-46), i seguenti versi
di provenienza ignota:1

φοιτά ·γάρ έττ' οίδμά τε ττό[ντο]ν y&v τε και λειΙ45μώνας εϋφύλλσυς


διά ττ1δα[κας] olov ϋδωρ I Ζεύς ό ττάντ' έττοιττε-ύων.

2-3 διαπειδα[...]ριον Ρ ex quo διά ττίδα[κας] olov Tepedino Guerra


quae antea διά ττίδα[κος] olov quoque prop. διαττε..α[....]οιον lege
runt Norsa-Vitelli unde διαττεισα[...]οιον susp. Maas διατΓείρατ[ο]ν
οίον vel αιον ([[ατον]] per dittogr.) dub. Barigazzi ex quo διαττερά.ι
[,.].αιον prop. Kannicht-Snell

Attribuiti dubbiosamente a Pindaro dai primi editoři del papiro favori


niano, i quali, pero, non si avventurarono in alcun tentativo di analisi

* Ringrazio Leofranc Holford-Strevens (Oxford) per le utili osservazioni, che ha


voluto cortesemente fornirmi in via privata.
1 Riproduco il těsto, secondo la recente edizione di Adele Tepedino Guerra,
Favorino di Arelate. L'esilio (Pap. Vat. Gr. 11 verso), Roma 2007. Sui limiti di tale
edizione, si vedano le recensioni di Michele Bandini, in: Gnomon 82, 2010, pp.
106-109, e di Eugenio Amato, in: Gottinger Fórum fiir Altertumswissenschaft 13,
2010, pp. 1239-1256 = In margine alla piú recente edizione del de exilio di Favorino,
in: Athenaeum 99, 2011, pp. 193-206.

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266 EUGENIO AMATO

colometrica né portarono alcun ar


tiva suggestione,2 essi vengono pr
Inno ad Ammone del poeta teban
exilio; qui, tra imprecisioni varie
duzione seguenti:4

φοιτά yáQ έττ' οίδμά τε πό[ντο]υ - D - pros5


y&v τε και λειμώνας εϋφϋλ- Ε - 2epitrlr
Χους δια ττίδα[κας] οίον ΰδωβ D26 а1стлл
Ζεΰς ό ττάντ' έποτττεύων e u e lecyth

"Infatti va verso 1'onda del maře,


la terra e i prati verdeg
gianti, come acqua che sgorga da fonti,
Zeus che tutto sorveglia".

In precedenza, il Barigazzi, seguendo una suggestione d


piťt articolata ipotesi del Cazzaniga,8 pur se dubbiosam
a favore di uiťattribuzione al Tereo di Sofocle, cosi ricostruendo il
passo:9

2 Vedi Medea Norsa - Girolamo Vitelli, II Papiro Vaticano Greco 11 (1. Φα


βωρίνον περί φυγής; 2. Registrifondiari della Marmarica), Cittá del Vaticano 1931,
p. 20 (ad loc.).
3 Di tale perduto inno, la cui esistenza ě testimoniata, tra gli altri, da Pausania
(.Descriptio Graeciae, IX,16,1), rimane un solo frammento certo (Pindaro, fr. 36
Snell-Maehler).
4 Vedi Adele Tepedino Guerra, Favorino di Arelate (η. 1), pp. 151-152, in cui
vengono riprese e sintetizzate le conclusioni di un precedente articolo della stessa
studiosa: Un nuovo frammento pindarico dell'Inno ad Ammone? Pap. Vat. Gr. 11,
col. VII 44-46 (Favorino, SulVesilio), in: Revue des Études Grecques 110, 1997, pp.
353-361.
5 Si tratta, in realtá, di un enoplio di schéma cosiddetto "erasmonideo" (en"): cf.
Bruno Gentili - Liana Lomiento, Metrica e ritmica. Storia delle formě poetiche nella
Grecia antica, Milano 2003, p. 198 en. 15.
6 Vedi Martin L. West, Greek Metre, Oxford 1982, p. 70.
7 Vedi Paul Maas, in: Deutsche Literaturzeitung 52,1931, coll. 1210-1213: 1211,
il quale riconduce genericamente i versi a Sofocle.
8 Ignazio Cazzaniga, Frammenti del Tereo di Sofocle nel papiro di Favorino, in:
Rendiconti della classe di lettere e scienze morali e storiche deiristituto Lombardo

67, 1934, pp. 293-298.


9 Vedi Adelmo Barigazzi, Favorino di Arelate. Opere, introduzione, těsto critico
e commento, Firenze 1966, p. 438.

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 267

φοιτά γαρ έττ' οίδμά τε ιτό[ντο]υ - D -


yav τε χαΐ λειμώνας εύ- Ε -10
φύλλους δι' άττειρατ[ο]ν οίον ύδωρ D -11
Ζευς ό ττάντ' έττοτττεΰων cu oppure e u e12

Favorevoli ad una probabile assegnazione al Tereo sofocleo si sono


dichiarati nel tempo anche il Buchwald13 ed il Page, il quale ultimo, in
particolare, pur senza fornirne un'analisi metrica, ma classificando
comunque 1'attribuzione a Pindaro dei primi editoři favoriniani come
"without much probability",14 stampa e traduce:

φοιτά 7CtQ έττ' οίδμά τε πόντου


■yáv τε και λειμώνας εύφΰλλους
διαιτε..α[....]οιον ϋδωρ
Ζεύς ό ττάντ' έττοπτενων

"Не roams on the swell of the sea,


and the land and the leaves in the meadow
water,
Zeus, who keeps watch over the world".

L'attribuzione al genere tragico non ě messa in discussione neppure da


Richard Kannicht e Bruno Snell: costoro, includendolo tra gli adespo
ta tragici (Tragicorum Graecorum Fragmenta adesp. 167a Kannicht—
-Snell), ripropongono la medesima colometria ed il medesimo těsto del

10 Si tratta, in realtá, di un doppio epitrito con anceps interpositum lungo (E).


11 II verso, cosi ricostruito dal Barigazzi, corrisponderebbe in realtá allo schéma
maasiano - ďed2.
12 Adele Tepedino Guerra (Un nuovo frammento [n. 4], p. 361, n. 60) asserisce
che il Barigazzi darebbe come problematico l'abbreviamento in iato di ευ in έττο
τττεύων. Cosi non ě, come dimostra la scansione metrica (e и e) proposta dallo stesso
studioso in alternativa а e и .11 Barigazzi, in realtá, dava come problematica
unicamente la presenza di una breve come anceps interpositum nei kaťenoplion
epitriti (il che era da tempo dimostrato plausibile: vedi William S. Barrett, Dactylo
epitrites in Bacchylides, in: Hermes 84, 1956, pp. 248-253).
13 Wolfgang Buchwald, Studien zur Chronologie der attischen Tragedie 455 bis
431, Konigsberg 1939 (diss.), pp. 37 e 56.
14 Vedi Denis L. Page, Select Papyri, III: Greek Literary Papyri. Poetry, Cam
bridge (Mass.) - London 1942, pp. 149-151: "ed. pr. had suggested Pindar as the
author, without much probability". II Page si ě espresso in seguito a favore di una
probabile appartenenza del frammento in questione al genere tragico nei suoi Poetae
Meliči Graeci (Oxford 1962, p. 483).

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268 EUGENIO AMATO

Barigazzi, fatto salvo, in quesťult


tegrazione del Barigazzi (δι' άττ
tronde, su una lettura errata del p
temente -ψύλλους διαττε..α.[.].ο
limitandosi in apparato a tentare
due studiosi, inoltre, non escludon
verso, di sopprimere 1'articolo ό,
tipo - - u [u -] (= - Ε), o anche d
(o dubbiosamente dopo δια),16 l'in
ponimento.17
Scettici suirattribuzione dei versi menzionati da Favorino all'Inno ad
Ammone di Pindaro si sono mostrati in tempi piu recenti W. D. Furley e
J. M. Bremer: se pure dovesse ammettersi una paternita pindarica ("by
no means a certainty" ě 1'inciso dei due studiosi), nulla vieterebbe che la
citazione favoriniana provenga dali'Inno a Zeus (fr. 29-35 Snell-Maeh
ler) dei medesimo poeta,18 di cui un passaggio ě menzionato in col.
XXIII, 13.19 Per parte sua, Daniela Milo, nella sua recente edizione dei
frammenti del Tereo di Sofocle, sembra optare piuttosto per il genere
tragico, restando incerta, se essi non provengano proprio dal Tereo.20
Ebbene, prima di entrare nel merito della questione testuale di v. 3
(e di un'altra riguardante il v. 4) e dell'eventuale corretta colometria del
bráno, sia consentito anche a me di esprimere un parere circa la paternita
dello stesso, difficilmente riconducibile non solo a Pindaro, ma neppure
a Sofocle.

15 Vedi Richard Kannicht - Bruno Snell, Tragicorum Graecorum Fragmenta, II:


Fragmenta adespota, Góttingen 1981, p. 62 (ad loc.), dove, relativamente alla pro
posta del Barigazzi, si legge: "quod quo modo in una et eadem sententia cum 1 οί,δμα
■πόντου coniungi possit obscurum".
16 L'anastrofe della preposizione διά, benché гага, ě attestata, ad inizio di verso, in
Esiodo, Opera et dies, 3 ed. in Tirteo, fr. 5,2 West; in clausola, invece, in Eschilo,
Agememnon, 407, 424, 590; in entrambi i casi, comunque, essa mantiene il suo accen
to tonico, ragion per cui non sarebbe da scrivere δια, come supposto eventualmente
da Kannicht-Snell (vedi infra, n. 17).
17 Vedi Richard Kannicht - Bruno Snell, Tragicorum Graecorum Fragmenta
(n. 15), p. 62: "fortasse post εύφύλλους (vel post δια?) aliud carmen incipit".
18 Vedi William D. Furley - Jan Maarten Bremer, Greek Hymns. Selected Cult
Songs from the Archaic to the Hellenistic period, I: The Texts in Translation, Tii
bingen 2001, p. 196: "However, granted Pindaric authorship of the lineš (by no means
a certainty), one might consider Pindaťs Theban hymn to Zeus as a possible source".
19 Vedi infra.
20 Vedi Daniela Mílo, II Tereo di Sofocle, Napoli 2008, pp. 20 e 116-118.

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 269

Come, infatti, in quesťultimo caso, Tattribuzione al


avanzata per primo dal Cazzaniga francamente "sine ius
non bašta per la sua attribuzione a Pindaro il solo fat
stato I'autore di un perduto Inno ad Ammone, se si con
to Tampia diffusione che ebbe in Grecia il culto di Ze
al quale si inneggia, ad es., pure in Poetae Meliči G
Page.23
A sostegno delťuna o delťaltra ipotesi occorrerebbe quanto meno
portare alcuni validi ed incontrovertibili argomenti di ordine linguistico
e stilistico.
Ed invece nessuno dei vocaboli e/o delle espressioni esibiti nel nostro
frammento lirico possono in alcun modo definirsi come "distintivi"
della lingua di Pindaro o di Sofocle, tale da giustificare la paternita
dell'uno o dell'altro: ad es., per εύφυλλος, per il quale si rimanda a Pin
daro, Isthmica, 6,61, si confronti anche Euripide, Iphigenia in Tauris,
1246 ed Helena, 1331, oltre che Bacchilide, Dithyrambi, fr. 7,45 Irigoin;
per l'espressione έιτ' οΐδμα, per la quale si rinvia a Pindaro, fr. 221,3
Snell-Maehler, si veda - oltre Sofocle, fr. 476,3 Radt - nuovamente
Euripide, Hecuba, 446 e 633; Iphigenia in Tauris, 395 e 417; (Hypsi
piles) fr. 752g,4 Kannicht e, in particolare, Helena, 400 (έττ' οίδμα
ττόντιον) ed Orestes, 991 (dove, stando a Schol. in Hecuba, 580 ed alla

21 Cosi giustamente Richard Kannicht - Bruno Snell, Tragicorum Graecorum


Fragmenta (n. 15), p. 62: non ě, in effetti, un argomento bastevole il fatto che Fa
vorino in col. IX,22 citi un frammento (fr. 591,1-2 Radt = 11,1-2 Mílo) tirato senza
dubbio dalla perduta tragedia sofoclea.
22 Vedi al riguardo Carl-Joachim Classen, The Libyan God Ammon in Greece
before 331 B.C., in: Historia 8, 1959, pp. 349-355; Jean Leclant - Gisěle Clerc,
Ammon, in: Lexicon iconographixum mythologiae classicae, V\, Ziirich - Miinchen
1981, pp. 666-741: 666; Werner Реек, Ein Orakel des Ammon in Kyzikos, in: Phi
lologus 128, 1984, pp. 202-207; Marta Zorat, Atene e il santuario di Ammone. Per
una storia delle relazioni greco-libiche, in: Hesperia 1, 1990, pp. 89-123; André
Laronde, Zeus Ammon en Libye, in: Hommages a Jean Leclant, III, (édd.) Catherine
Berger - Gisele Clerc - Nicolas-Cristophe Grimal, Paris 1994, pp. 331-338: 332,
n. 11.
23 'Ά]μμωνο$ α[.]εθλ[..
..]έβα τηλωττόν ιδρυθεί?
ά[νύδ]ρου Λιβύας
άσττάσιος ττοσι λειμώ
νων τέρεν'άν[-θ]εα τείρας
σώμ 'άκαμάτου[

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270 EUGENIO AMATO

varia lectio del codice Laur. plut.,


per il nostro έττ' οίδμα πόντου);2
Pindaro, Threnoi, fr. 129, 3 Snell-
lettore sul giá citato Poetae Me
il vocabolo compare in un contest
(comunque sia, il termine λειμών
lirica e nella tragedia);26 per έττοι
pica, 7,11 per la Χάρις ζωθάλμι
rae, 985, dove, precisamente com
ό ττάντ' έττοτττεύων (il verbo ri
riferimento a divinitá, quali Apoll
volte, di cui due ηelVAgamemnon
[v. 224], ulteriori due nelle Coeph
gicorum Graecorum Fragmenta a
Latona] e Bacchilide, Epigrammat
φοιτώ (verbo del tutto assente in
unici luoghi poetici, in cui esso com
al nostro -, si trovano in Omero,
255 ed in Euripide, Hercules Furen

24 Piu propriamente la iunctura οιδμα π


unicamente nei tragici: vedi Sofocle, A
Iphigenia Aulidensis, 704; Tragicorum
nicht-Snell.
25 Cf. supra, n. 23.
26 Cf. Anacreonte, fr. 72,5 Page; Simonide, fr. 14,32,3 Page; Eschilo, Supplices,
540 e 559; Prometheus, 653; fr. 99,1 e 204c,2 Radt; Sofocle, Ajax, 144 e 655; Tra
chiniae, 188 e 200; Euripide, Cyclops, 171; Hippolytus, 74, 77 e 211; Supplices, 448;
Phoenissae, 24; Iphigenia Aulidensis, 24, 422, 1296 e 1463; fr. 740,5; 752f,29;
752h,21 e 754,2 Kannicht; Cheremone Tragico, fr. 10,3 Snell; Tragicorum Grae
corum Fragmenta adesp. 594a Kannicht-Snell.
27 Va rilevato, al contrario, che il verbo non compare mai in poesia in riferimento
a Zeus, bensi solo in prosa: si veda, in particolare, Imerio, Declamationes, 45,35
Colonna (ό ya-Q Ζεύς εποπτεύων έώρα πάντα), che potrebbe proprio alludere al
medesimo passo citato da Favorino, se non proprio allo stesso Favorino. In Musonio
Rufo, Dissertationes, 15,20 Lutz; Epitteto, 111,11,6; Eliano, De natura animalium,
XVII, 37 e Procopio di Gaza, Epistolae, 56,12 Garzya-Loenertz ricorre, invece,
1'aggettivo επόπτης, sostituito, in poesia, da πανόπτης/παντόπτης, che, Stando ad
Anecdota Graeca, I, p. 296,31 Bekker, rappresenta 1'equivalente preciso dell'espres
sione ό πάντα εποπτεύων: cf. Eschilo, Eumenides, 1045; Supplices, 139; Sofocle,
Oedipus Coloneus, 1085; Acheo Tragico, fr. 53(?) Snell; Tragicorum Graecorum
Fragmenta adesp. 43 Kannicht-Snell; Orphica, fr. 47,10 Kern. Varie, poi, sono le

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 271

Alla luce di tali paralleli, credo, dunque, anch'io che no


probabilita che il frammento citato da Favorino apparte
bensi piú verosimilmente ad uno dei tre tragici. Ε tra di ess
in base alla lingua, allo stile ed al contenuto, debba d
preferenza non giá a Sofocle, ma piú probabilmente ad E
Sotto il profilo linguistico-lessicale, sono, infatti, alq
ficativi i paralleli, per l'espressione έττ' οίδμα πόντου,
ed Orestes, 991 (senza dimenticare neppure Helena, 139
Aulidensis, 704), mentre, sotto il profilo sintattico (ma
so),28 quello, per la costruzione di φοιτώ + έττί con l'ac
Furens, 846.
Quanto allo stile della nostra citazione, vale la pena d
almeno il parallelo (dai Temenidi) di fr. 740 Kannicht:

...ήλθεν (sc. Ηρακλής)


[...]
κατ' εναυλ' όρέων άβατους έττί τε
λειμώνας ττοίμνιά τ' άλση

ed in particolare quello di Hippolytus, 148-150, che fuga, a mio avviso,


ogni dubbio sulla possibile paternita euripidea dei nostri versi:29

φοίτα t(sc. Δίκτυννα) yag και δια Λί


μνας χέρσον θ' ϋττερ πελάγους
δί,ναις έν νοτίαις άλμας

Anzi, va rilevato fin da subito come entrambi i luoghi potrebbero con


correre a sostenere 1'ipotesi di Kannicht-Snell di far dipendere, cioě, da
φοιτά di v. 1 due differenti costrutti e segnare, quindi, la fine di v. 2
dopo διά (in posizione antistrofica), se per introdurre un nuovo com
ponimento o meno non ě facile stabilire.

perifrasi nei tragici: cf. Sofocle, Antigone, 184 (ό τταντ' όρων); Electra, 174-175 (δς
έφορά -ττάντα); есс.
28 Vedi, al riguardo, infra.
29 Cf., inoltre, Euripide, Hippolytus, 447-448: φοιτά δ' άν αίθέρ', εστι δ' έν
■θαλασσίφ κλΰδωνι / Κϋττρυς. ττάντα δ' έκ ταύτης εφυ. Non vanno, tuttavia, sotta
ciuti neppure i paralleli di Sofocle, Oedipus Rex, 476-478 (φοιτά γάρ ύπ' άγρίαν /
ΰλαν άνά τ' άντρα και / ιτετραΐος ό ταύρος) ed Antigone, 785-786 (φοιτάς δ'
υπερπόντιος εν τ' / άγρονόμοις αύλαΐς), i quali lascerebbero aperta, almeno dal
punto di vista stilistico, 1'ipotesi di un'attribuzione sofoclea.

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272 EUGENIO AMATO

Ma, veniamo, per il momento, al


frammento potrebbe provenire.
Anzitutto, andrá rilevato 1'intere
di Zeus Ammone: egli, unico tra
cronologico, dopo Pindaro), fa m
duzione superstite e per ben tre v
116 si ricordano "le aride sedi d
νιάδας έδρας); un'altra nélYElect
definite ξηραί т' Άμμωνίδες εδ
λίστων όμβρων Διό·θεν στερείσα
dove con i seguenti versi era intr
Ammone: άνυδρα δ' ώκηκώς άνα
ττίζει τάδε.
Doveva trattarsi quasi certamente
re ďEtiopia, Cefeo, con la quale
devastazione della regione etiopic
Poseidone, sarebbe cessata solo co
figlia Andromeda.30 II framment
Andromeda di Euripide:31 in essa
importante nelF innesco della stes
ad incatenare la figlia alla rupe, d
da Perseo.32

30 Vedi [Apollodoro], Bibliotheca, 11,4


cf. anche Schol. adArato, 179, e Pseudo
31 Tale ě l'ipotesi di Thaddeus Zielinsk
1925, p. 237, ritenuta come probabilmen
Jouan - Η. V. L., Euripide, VIII: Fragm
1998, p. 187; possibilisti anche Frank Bu
p. 129; Rainer Klimek-Winter, Androm
Andronicus Ennius Accius, Stuttgart 19
Graecorum Fragmenta, V/l, Gottingen
Collard - Martin J. Cropp, Euripides. Se
p. 139. Ulrich von Wilamowitz-Moellen
p. 541, non escludeva il Busiride né il
volume di Vincenzo Pagano, L'Androme
mento dei frammenti, Alessandria 2010.
32 Per una ricostruzione della perduta tr
mitiche, vedi Frank Bubel, Euripides
Andromedatragodien (n. 31), pp. 1-21 e
pp. 147-167; John Gilbert, Euripides (n

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 273

Ebbene, come avviene, ad es., nello Ion (vv. 82-18


e l'oracolo di Delfi, perché non pensare che anche neW
cui ampia fama e diffusione in etá imperiále ě confer
monianza solidale di Luciano, Ateneo ed Eunapio,33 Eu
un inno di Zeus Ammone e dell'oasi sede del suo culto libico?34
Come che sia, lingua, stile e contesto concorrono, mi sembra, ad
attribuire la citazione lirica di Favorino molto piů verisimilmente ad
Euripide che non a Sofocle o peggio a Pindaro.
Ulteriori elementi a favore di tale ipotesi possono venire da un'attenta
analisi dei vv. 3-4 del frammento, su quali varrá, dunque, la pena di
soffermarsi, per discutere, da un lato, la proposta ďintegrazione (δια
7τίδα[κας]), che l'ultima editrice ha avanzato sulla base di una nuova e
migliore lettura del papiro favoriniano, dall'altro, la lezione ιτάντ'
έττοιττεύων.
In quesťultimo caso, infatti, andrá sottolineato che ιτάντ' έττοτττεύ
ων ě correzione operata e silentio dai primi editoři del De exilio - alla
luce senz'altro delle "normě" della scriptio plena dei papiri - in luogo di
πάντα έττοτττεύων del papiro. Conservando, in effetti, la lezione del
papiro, vale a dire tollerando 1'iato terminále e supponendo la riso
luzione dell'anceps interpositum mediante due brevi,35 si avrebbe un
doppio epitrito (E) con anceps bisillabico di schéma e uu e (= 2írA)36
e non piú con anceps monosillabico di schéma e и e (= lecyth).

33 Cf. Luciano, Quomodo historia conscribenda sit, 1; Ateneo, XII,537D; Eu


napio, Historia, fr. 54 Dindorf (48 Blockley).
34 Sugli inni in Euripide, vedi in generále William D. Furley, Hymns in Euri
pidean Tragédy, in: Euripides and Tragic Theater in the Late Fifth Century, (eds.)
Martin J. Cropp - Kevin H. Lee - David Šansone, Champaign 2000 (= Illinois Clas
sical Studies 24-25, 2000), pp. 183-197; William D. Furley - Jan Maarten Bremer,
Greek Hymns (n. 18), pp. 311-336; in particolare, per 1'inno di Ione, oltre le pagine
ad esso consacrate dal Furley, vedi Reginald P. Winnington-Ingram, The Delphic
Temple in Greek Tragédy, in: Miscellanea Tragica in hon. J. C. Kamerbeek, (eds.)
Jan Maarten Bremer - Stefan L. Radt - Cornelis J. Ruijgh, Amsterdam 1976, pp.
483-500: 491-500; Ian C. Rutherford, Apollo in Ivy: the Tragic Paean, in: Arion 3,
1995, pp. 112-135: 129-131; Sabině Vogt, Delphi in der attischen Tragodie, in:
Antike und Abendland 44, 1998, pp. 30-48; cf. anche Kevin H. Lee, Euripides. Ion,
Warminster 1997, pp. 171-172.
35 Su entrambi i fenomeni, vedi Bruno Gentili - Liana Lomiento, Metrica e rit
mica (n. 5), pp. 21, 30 e 205.
36 Vari gli esempi, nella poesia lirica e nella tragedia, di dimetri trocaici catalettici
con secondo piede dattilico, per la soluzione dell'άλογος, da non confondere con

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274 EUGENIO AMATO

Ora, per quanto non siano assenti n


verso, essi sono limitati per lo piú a
dopo interiezioni, dopo l'interrog
ma del pronome enclitico ol, dopo
esclamative, ecc.)·37
Viene, pero, da chiedersi, se non
pesante intervento dello scrittore -
evitare 1'iato38 - su quella che do
ziale, al fine di adattarla al nuovo
tivo ě dato, nello stesso De exilio,
Snell-Maehler) di col. XXXIII, 13
corretto φορητά κυμάτεσσιν, Fav
venendo cosi non solo sulla metric
casi simili sono rinvenibili, del resto
Potrebbe andare in tal senso il para
generazione, Massimo di Tiro, ch
22,5 qualifica proprio Perseo - tra
dromeda euripidea - come -πάντα
Che Favorino, allora, abbia appos
έττοιττεύων ovvero la sola espress
della citazione poetica e che quest
citazione?

i gliconei: vedi Bruno Gentili - Liana Lomiento, Metrica e ritmica (n. 5), pp.
120-121. Per la possibilitá di rendere V anceps interpositum nei kaťenoplion-epitriti
bisillabicamente, vedi Bruno Gentili - Liana Lomiento, Metrica e ritmica (n. 5), pp.
29 e 205, n. 47.
37 Vedi, per la casistica e la bibliografia precedente, Maria Chiara Martinelli, Gli
strumenti del poeta. Elementi di metrica greca, Bologna 19972, p. 52, e Bruno
Gentili - Llana Lomiento, Metrica e ritmica (n. 5), pp. 20-21. Va segnalata, tuttavia,
la presenza in Euripide di iati terminali talora "gravi": cf. ad es., Hercules Furens,
1061 (εϋδει wtvov), e fr. 754,1 Kannicht (έτέρω αίρόμενος), sui cui vedi Enrico
Medda, Osservazioni su iato e brevis in longo nei docmi, in: Semináři Romani di
cultura greca 3/1, 2000, pp. 115-142: 127 e 129.
38 Vedi al riguardo Eugenio Amato, Favorinos ďArles. CEuvres, I, texte établi et
commenté par Eugenio Amato, traduit par Yvette Julien, Paris 2005, pp. 94-95.
39 Cf. Cor., 9; Fort., 9 e 16. Su di essi, vedi Eugenio Amato, Favorinos ďArles
(n. 38), pp. 303; 395, n. 35; 514, n. 73.
40 Cf., inoltre, Porfirio, Ad Odysseám, XII,374-375, col. 1,30-31 e col. 2,30
Schrader ed ancora Gregorio di Nissa, Ex communibus notionibus, p. 22, 5 Mueller.

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 275

Tale ě la mia ipotesi, suffragata anche ádlYusus auct


tuna, 8-9, a chiosa della citazione esiodea di Opera e
non compare esplicitamente menzionato il nome di Zeu
ě soggetto dei versi precedenti non riportati da Favor
appone di suo le parole τοϋτο άρα ήν ό Ζεύς:

φεΐα δ' άρίζηλ,ον μιννθει και άδηλον άέξει,


βεΐα δέ τ' ιθύνει σκολιόν και άγήνορα κάρφει.

Τοϋτο aga ήν ό Ζευς.

II parallelo, dunque, sarebbe perfettamente identico a q


tato per il De exilio, dove il nome del padre degli dei p
comparire come soggetto di versi precedenti non ripor
di qui la necessitá, come avviene pure nel De Fortuna, d
zi al suo pubblico chi sia il soggetto della citazione poe
Passando, poi, alFintegrazione διά ττίδα[κας| di v. 3
cosi сот'ё intesa dalla Tepedino Guerra - non sembr
esigenze espressive del passo,41 tant e che la stessa stud
nella resa in italiano, a rendere 1'espressione con "...c
sgorga cla fonti" (corsivo mio), finendo, dunque, con l'i
+ accusativo alla stregua di έκ + genitivo.42
Ě da condividere, in tal senso, il richiamo, da parte
restituire alla preposizione διά il valore ad essa proprio
verso".43
II problema vero ě che, accogliendo 1'integrazione διά πίδακας -
introducendo cosi, sia detto per inciso, un termine mai attestato in Pin
daro (né in Sofocle ma neppure in Eschilo), bensi solo in Euripide44 - si

41 Vedi William D. Furley - Jan Maarten Bremer, Greek Hymns (n. 18), p. 197,
n. 40: "Guerra's supplement of this line [...] does not seem happy, as it equates Zeus'
cosmic power with the (thin and not particularly impressive) flow of water from a
spring"; cf. anche Michele Bandini, rec. in: Gnomon (η. 1), p. 107.
42 Non si capisce bene, perché la Tepedino abbia trovato «preferibile» stampare
nella sua edizione δια πίδα[κας] invece di δια πΙδα[κος] da lei stessa in precedenza
proposto nel suo articolo Un nuovo frammento (n. 4). Come osserva L. Holford
Strevens, '"Like water from a spring' (if for a moment we allow that translation) is
surely better than 'like water from springs'. But indeed, however many springs the
water passes through, it must have come from somewhere else; where?".
43 Vedi Daniela Mílo, II Tereo (n. 20), р. 117, n. 3.
44 Vedi infra.

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276 EUGENIO AMATO

ě costretti giocoforza o a restituir


(cosa vorrá mai dire, infatti, che
stessa integrazione δια πίδακας
tempo, occorre interpretare φοιτώ
significato - ě quello che maggior
attestato in poesia.
II parallelo euripideo di Hercules
έττ' ανθρώπων φίλους [ě una del
me al locus classico di Erodoto, H
φρένεος φοιτώσα έττί τάς θύρα
όδυρέσκετο), dall'ultima editrice
per la sintassi, non lo ě affatto pe
(cosi come in quello Erodoto) il ve
ficato di "presentarsi", "andare a far
comunque, con uno scopo (espre
dimostrano molto chiaramente i
(Ilias, XV,685-686: ώς Αίας έττί τ
ed Esiodo (Opera et dies, 255: ττά
φύλακες] έττ' αίαν), 1'unico sign
espressione verbale ě quello, ricono
per", "percorrere qua e lá", "andar
Ne consegue la necessita, a mio a
integrazione della Tepedino Guerr
aderente al contesto, che illumin
poetico citato da Favorino.
Una prima ipotesi potrebbe esse
come suggerito da Kannicht-Snell
polytus, 148-150 e fr. 740 Kannic
μώνας εύφύλλους, chiudendo in
conseguirebbe, dunque, che φοιτά
poraneamente con έττί e διά, entr

45 Cf. anche William D. Furley - Jan


p. 196, che traducono: "Не wanders over
ows" (corsivo mio).
46 Ai paralleli riportati piu sopra in n.
mai interessante per il caso presente, d
proprio un esempio di διά in posizione di

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 277

potrebbe, quindi, integrare con ττιδά47 μέν,48 potendosi


tanto come sinonimo di ττιδύω,49 nel senso di "scatur
"zampillare", quanto in quello, attestato in Aristotele, d
sorgenti".50 A tal riguardo, anzi, va detto che Euripi
Pindaro, Sofocle ed anche Eschilo, a ricorrere, nella s
boli appartenenti alla medesima sféra linguistico-etimol
tratta di due luoghi dell'Andromacha, dove occorrono r
sostantivo ττΐδαξ (v. 285) e 1'aggettivo ττιδακόεις (v.
mo, guarda caso, all'interno di una similitudine che Euripi
il lento consumarsi del protagonista per il proprio dol
della fonte goccia a goccia dalla roccia (τάκομαι ώς
κόεσσα λιβάς).
Con tale ricostruzione non solo si restituirebbe al p
chiaramente intellegibile («"erra, infatti, su per 1'ond
la terra e attraverso i prati frondosi; sgorga come l'acq
tutto sorveglia» oppure "fa scaturire sorgenti come F
recupererebbe, dal punto di vista stilistico, anche un
asindeto",52 sottolineato, tra 1'altro, dal gioco assonan
senza considerare, poi, che, cosi ricostruito, il v. 3 potrebb
peculiaritá del luogo, in cui aveva sede 1'oracolo di Zeu

47 Per lo scambio ε l/l nei papiri, vedi Edwin Mayser, Grammati


Papyri aus der Ptolemáerzeit, I, Leipzig 19232, pp. 87-94, e
A Grammar of the Greek Papyri ofthe Roman and Byzantine Per
pp. 189-191.
48 Sul valore sintattico e semantico di μεν, quale qui si propone di integrare, vedi
infra, n. 52.
49 Vedi LSJ, s. v.
50 Cf. Aristotele, Meteorologica, 349b,34 (ταδώσης ... της γης) con il com
mento ad loc. di Olimpiodoro (p. 103,13-14 Stuve), per il quale 1'espressione aris
totelica varrebbe nel contesto per -πίδακας έπβάλλειν. Sulťetimologia del verbo,
vedi, comunque, Pierre Chantraine, Dictionnaire étymologique de la langue
grecque. Histoire des mots, Paris 1985, p. 899 (s. v. ττίδαξ), e Hjalmar Frisk,
Griechisches Etymologisches Worterbuch, Heidelberg 1960, p. 533 (s. v. ττίδαξ).
51 Ě, difatti, l'acqua, come spiega sempře Aristotele nei Meteorologica (349b,27
350a,9), che, raccogliendosi goccia a goccia sotto terra, dá origine a sorgenti (xQfj
ναι), che fuoriescono dalla terra, tanto nei pressi di montagne ed alture, quanto
(sebbene in minor numero) nelle zone pianeggianti.
52 Per tale funzione della particella μεν, vedi John D. Denniston, Lo stile della
prosa greca, trad. it., Bari 1993, pp. 170-172. Nulla vieta, tuttavia, di dare alla
particella μέν un valore enfatico ("certo", "proprio", "invero"), quale variamente

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278 EUGENIO AMATO

Ě notorio che a tutti i grandi orac


appunto, peculiaritá del luogo ch
suolo ed a suggerire la sua centr
la fonte dell'oracolo era localizzat
e delYaxis mundi centrále", e do
giante Tombelico del mondo;5
deserto libico, dove aveva luogo
come ricorda Diodoro Siculo,55
irrorata da abbondante acqua cor
soprattutto di frutta, era miraco
(Ιερά κρήνη), dove si purificavan
particolaritá di tale fonte aveva a
Aristotele (fr. 538,1 Gigon = Ly
Callimaco (fr. 407,58-62 Pfeiffer
Zeus, sgorgava allo spuntare del s
Διός άναβαίνοντος μεν ήλιου
ται). Mi sembra significativo il
saggio, per indicare lo sgorgare
δύω, sinonimico del nostro presunt
Nulla di strano, dunque, che, co
Apollo Delfico dello Ione, dove
della sua tragedia tesse un elogio
95-97 e 116-120), la fonte sacra d

attestato anche in Euripide (Medea, 67


ticles, Oxford 19662, p. 361. Nulla viet
poetico originario, μέν fosse correlata c
riportato da Favorino, nella cui opera ě
del passo, sopra riportato, di De Fortu
dies, 7-8, ě introdotta ex abrupto con la
quesťultima fosse in correlazione con
βριάοντα χαλέτττει).
53 Vedi Giovanni Ferraro, II libro dei
2001, p. 43, da cui ě tratta anche la cita
54 Cf. Pausania, Descriptio Graeciae,
55 Diodoro Siculo, Bibliotheca histo
basis, 111,4.
56 Cf. supra, n. 49. Sul passo aristoteli
fonte di Zeus citata da Aristotele co
Ottone, Libyka. Testimonianze e fra
129-130.

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 279

purificatrici, anche nell'Andromeda egli inserisse un


sorgente di Zeus Ammone.
Come che sia, la proposta ďintegrazione e la consegue
del bráno qui avanzate confermerebbero la natura di
triti dei versi riportati da Favorino secondo il seguente sc

- -и и - и и -

"φοιτά -γαρ έττ' οίδμά τε ττό[ν


- U

τε και λειμώνας εύφΰλλους


— u - и и -

ττιδά [μεν] οίον ύδωρ" - ed2 prosc2


Ζεύς ό πάντα έιτοιττεύων.

oppure, in alternativa e limitatamente al terzo verso, laddove si c


siderasse come ricadente nella citazione poetica anche il nome Ζεύς:5
- - и -υ и —

"ττιδά [μεν] olov ύδωρ Ζεύς " - ed2 - erí2


ό -πάντα έττοτττεύων.

Nel primo caso, ě da evidenziare al v. 3 la presenza di prosc2, che costi


tuisce verso in Euripide, Iphigenia Aulidensis, 756; Bacchae, 879 (=
899) e [Rhesus], 533.59
Eppure, accogliendo in parte la colometria proposta giá dal Page,
un'altra ipotesi ě ugualmente sostenibile:
--UU-UU

"φοιτά - D -έ-тг'
γαρ etf οιδμά τ
-U---U-- -

γάν τε Ε - - λειμώνας
και epitr" cr spw ε
uu — и - и и -

d2ed2 ion"', cr ionm\


διαττηδά [μεν] οίονϋδωρ"

Ζεύς ό ττάντα έττοτττεύων.

57 Vedi Martin L. West, Greek Metre (n. 6), p. 70.


58 Ζευς in clausola compare in Eschilo, Supplices, 594; Pr
focle, Trachiniae, 1278; Euripide, Bacchae, 95 e 523.
59 Vedi in proposito Giovanna Расе, Euripide. Reso. I canti, R
60 Cf. Stesicoro, fr. 192,2 Page = 192,2 Davies; Pindaro, Pyth

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280 EUGENIO AMATO

o piuttosto, per restare sempře al


uu— и -UU

διαττηδά [μέν] olov ΰδωρ


ό πάντα έιτοιττεύων.

Ě interessante rilevare come la sequena ionmi reiz ricorra in clausola in


Euripide, Bacchae, 385 (= 401) e 536 (= 555).61
II che vuol dire far dipendere λειμώνας εΰφύλλους da φοιτά ed
integrare la lacuna del papiro con διαιτηδά62 ([μέν]), nel senso assoluto
di "filtra", "penetra attraverso". Con tale significato, il verbo (ed il suo
derivato διαττήδησις) ricorre per lo piů in ambito medico in riferimento
al sangue;63 Oribasio, pero, che dice di derivare 1'informazione dal
medico Ateneo, ne attesta l'uso proprio in riferimento all'acqua: то
καθαρώτατον και άλυττότατον (sc. ΰδωρ) δια της -γης διαττηδών
(Collectio medica, V,5,2). Dalla διαττήδησις ("trasudazione") όμβρων
ή χιόνων si originano, inoltre, secondo Gregorio di Nissa, le fonti
(ττη^αί).64
Orbene, alla luce delle frequenti apertuře del těsto dei tre tragici al
sapere ed al linguaggio medico contemporaneo e preesistente,65 in parti
colare di Euripide, che non raramente riferisce in senso traslato termini
tecnici presenti nel Corpus Hippocraticum,66 non sarebbe da stupirsi se,
prendendolo appunto in prestito da uno scritto di Ippocrate, dove esso
era riferito al sangue o usato con valore differente,67 egli abbia riuti

61 Vedi inoltre Giovanna Расе, Euripide (n. 59), p. 31.


62 Per lo scambio ει/η nei papiri, vedi Edwin Mayser, Grammatik (n. 47), pp.
74-79, e Francis T. Gignac, Grammar (n. 47), pp. 239-242.
63 Cf. e.g. Galeno, De compositione medicamentorum secundum locos, XII,
p. 805,9 ΚϋΗΝ.
64 Cf. Gregorio di Nissa, Apologia in hexaemeron, in PG XLIV, col. 68,2-6.
65 Su tale aspetto della produzione tragica di etá classica mi limito a rinviare allo
stimolante volume di Alessia Guardasole, Tragedia e medicína nell'Atene del V
secolo a.C., Napoli 2000, donde ě possibile ricavare ulteriore bibliografia.
66 Cito l'esempio dell'aggettivo ττινώδης presente in Euripide, Orestes, 224: come
osservato da Vincenzo Di Benedetto (Euripidis Orestes, Firenze 1965, p. 49), esso,
attestato varie volte negli scritti del corpo ippocratico e sempře in rapporto alla lana
sucida, ritorna in Euripide applicato ai capelli.
67 In effetti, airinterno del Corpus Hippocraticum, il verbo διαττηδώ ("filtrare")
compare si in un contesto relativo alFacqua, ma con valore transitivo (cf. hum., 11:
ύδρήϊον νέον διαιτηδφ, τταλαιονιμενον στέκει, "un vaso nuovo filtra [l'acqua], uno
vecchio [la] trattiene"). Segnalo, inoltre, che in Aristotele (Meteorologica, 350a,8),

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 281

lizzato δηταττηδώ in riferimento all'acqua, adattandol


testo.68 Ě significativo, credo, il fatto che proprio Euripid
Bacchae, 705 un ulteriore composto di πηδώ,69 ossia έ
balzo fuori", "faccio una sortita", ecc.), utilizzandolo in
per indicare lo sgorgare della fresca acqua di fonte da
ραν, ό-θεν δροσώδης ύδατος έκττηδά νοτίς).
Cosi ripensato, il nostro frammento potrebbe ricondurci
■á\YAndromeda oppure in alternativa ad un dramma, con
di Perseo, quale puo essere Danae o Dictys.
Dando, infatti, al vocabolo ΰδωρ di v. 3 non giá il
acqua, bensi quello, generico, di liquido o l'altro, ampia
(anche in riferimento a Zeus), di pioggia,70 e cogliend
intimo-erotica che potrebbe nascondersi dietro 1'uso de
mal si resiste alla tentazione di interpretare 1'intero bráno
ai numerosi amori di Zeus, tanto quelli che lo videro
divinitá e fanciulle mortali della terraferma cosi come del
per ricordarne alcune, alle liaisons amorose con Europ
mene, Dione, Doride, Egina, Leda ed Asteria), quanto so
per Danae, cui Zeus si uni sotto forma di oro liquido o
dorata,72 si da passare attraverso il tetto della camer

con queste medesimo significato, ě attestato il verbo διαπιδώ


ττολλαχχΙ δέ διατηδώσι (se. οί ορεινοί καΐ ύψηλοί τόττοι) κα
ϋδωρ ("i luoghi montuosi ed elevati filtrano e raccolgono 1'acq
piccole quantitá")· Tuttavia, trattandosi, a quanto pare, della sola at
(assieme a quella registrata nel commentario ad loc. di Alessa
[p. 56, 24 Hayduck]), viene da chiedersi, se non possa trattarsi d
fonia per διαττηδώσι.
68 Del resto, non mancano neologismi nei tře tragici, come d
Favorino citando sempře nel De exilio un frammento tragico ad
Kannicht-Snell), ove ricorre Vhapax άξιοττάμων ("potente").
69 Tale verbo, del tutto assente in Pindaro e quanto mai raro
produzione di Sofocle (cf. Ajax, 30 e 1279; Oedipus Rex, 1300
frequenza straordinaria in Euripide: cf. Cyclops, 221; Hippolytus,
1139; Hecuba, 1172; Supplices, 1018 e 1039; Hercules Furens
e 1206; Ion, 717 e 1125; Helena, 1143; Orestes, 45 , 263 e 869;
294,2; 323,2; 506,1; 752,3 Kannicht; ecc.
70 Cf. LSJ, s. v. (1.2).
71 Cf. LSJ, s. v. (1.3).
72II termine όμβρος ricorre esplicitamente in Nonno, Dion
XVI,66; XXV,115; XLVII,518; ecc. Per ϋδωρ, vedi infra. Altrime
ricorre, per lo piů, a perifrasi coi verbi ρέω e χέω.

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282 EUGENIO AMATO

bronzo o di pietra73 (donde il nost


verso/filtra come pioggia/come li
stata imprigionata dal padre Ac
Perseo, che, abbandonato in maře
poi, scampo, per intervento di Ze
allevato fino alťetá adulta da Ditti,
seguito, si sarebbe allontanato, pe
taggio di Andromeda.
A sostengo di tale ipotesi, mi par
vocabolo ΰδωρ nel senso di piog
Menandro, in un piů ampio conte
zonato lo Zeus-pioggia dorata dell
presentato nella Danae di Euripide
Che, dunque, la citazione favorin
a Dictys, dove essa sarebbe ampiam
va esclusa la candidatura, piú sop
immagina, ad es., che, ad un cert
corresse episodi legati alla saga de
In tutti e tre i casi, ne conseguireb
ě menzione nel nostro bráno liric
Ammone e che, dunque, Favorino
tato agli scopi del suo scritto una
testo originario, genericamente al sovrano dellOlimpo. II che non
sarebbe affatto un unicum nella produzione favoriniana: valga 1'esempio
di Oratio Corinthiaca, 44, dove, per sottolineare la distanza tra corpo
(terra) ed anima (cielo), 1'Arleatino cita un verso di Omero (Ilias, 1,156),

73 Cf. Ferecide, fr. 43 Dolcf.tti = Fragmente der griechischen Historiker 3 F 10


Jacoby; [Apollodoro], Bibliotheca, 11,2,2; Pausania, Descriptio Graeciae, 11,23,7;
Igino, Fabulae, 63.
74 Cf. Arnold W. Gomme - Francis H. Sandbach, Menander. A Commentary,
Oxford 1973, p. 612 {ad v. 590).
75 Per una ricostruzione di tali tragedie, con edizione e commento dei frammenti
superstiti, si dispone ora del volume di Ioanna Karamanou, Euripides. Danae and
Dictys. Introduction, Text and Commentary, Miinchen - Leipzig 2006.
76 Secondo Theodore F. Brunner (P.Oxy. XXXII fr. 1: Eur. Andromeda, in: Zeit
schrift fíir Papyrologie und Epigraphik 88, 1991, pp. 165-166: 166), in P.Oxy.
32,2628, fr. 1,8 (sempře dalV Andromeda) potrebbe esservi un riferimento al luogo di
nascita di Perseo; contra, Paolo Carrara, Euripide, Andromeda, frr. 119 + 120 N2,
in: Zeitschrift fíir Papyrologie und Epigraphik 92, 1993, pp. 29-33: 30.

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SU UNA DISCUSSA CITAZIONE POETICA 283

in cui esso era pronunciato da Agamennone a proposi


tra Troia e la propria patria.77

In conclusione, alla luce dei paralleli prodotti e delle o


qui formulate, si puo senz'altro affermare che, se, per
Tattribuzione del bráno lirico citato da Favorino, ě da r
che non vi ё molta probabilita che esso provenga da P
tosto, in base alla lingua, allo stile ed al contesto, da u
(verisimilmente Euripide), per quanto riguarda 1'anal
1'estensione dello stesso, va condiviso in pieno il sens
Barigazzi,78 vale a dire che resta quanto mai difficile la
siffatti bráni poetici, soprattutto perché non si conosce f
abbia potuto mettere la propria mano I'autore che cita.

Addendum a: Zeitschrift fiir Papyrologie und Epigrap


pp. 45-47
(Su una discussa citazione di Alceo nel de exilio di Favorino)

Laddove Favorino in ex. col. IX,4 introduca realmente una citazione


poetica di Alceo (cosa che a me non pare), andrá stampata la forma
eolica ύττεδέξατο e non giá quella attica ύττεδέξατο, cosi come er
roneamente fatto dall'ultima editrice del De exilio (Adele Tepedino
Guerra).

77 Sul passo, vedi Eugenio Amato, Favorinos ďArles (n. 38), p. 465, n. 165.
78 Cf. Adelmo Barigazzi, Favorino di Arelate (n. 9), p. 438.

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284 EUGENIO AMATO

Summary

ON A DEBATED POETIC QUOTATION IN THE DE EXILIO


OF FAVORINUS (COL. VII,44-46): NEW FRAGMENT OF
THE EURIPIDES' ANDROMEDAl

The thorough analysis of the language, metrics and content of t


quotation in the Favorinus' De exilio (col. VII,44—46) suggest
bution to a Greek tragedian (perhaps Euripides - the Andro
tragedy in connection with the Perseus' myth, such as Danae
rather than to Pindar.

Kewords: Favorinus of Arles; Pindar; Euripides; Sophocles; at


Greek metric

EUGENIO AM ΑΤΟ, Universitě de Nantes, UFR Lettres et la


Département de lettres anciennes, Chemin de la Censive du T
81227, F-44312 Nantes Cedex 3, France,
Eugenio. Amato @ univ-nantes.fr.

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