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2' Lezione
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Sono tante le innovazioni che si affermano nella seconda metà dell’800, si cercherà di
sottolineare aspetti di grande attualità, cioè il tema della natura e il modo con cui questo si
riflette nella produzione artistica, sia nella pittura che nelle arti decorative.
Quadro di Monet
Si tratta di una veduta en plein air, il fatto di
avere dei colori a tubetto permette
l’esecuzione delle opere non in un luogo
deputato-preciso quale era l’atelier, la retorica
della pittura impressionista ci racconta di una
pittura rapida, veloce. Al giorno d’oggi però
stanno emergendo tanti dei disegni
preparatori che in realtà i pittori impressionisti
facevano.
è vero che ciò che si cerca è l'immediatezza
di un mondo naturale. Il ponte che vediamo in
basso è il ponte che attraversa la Senna ad Argenteuil, ed è quel ponte che si vede sullo
sfondo in alto.
Rispetto alla scena precedente, è sicuramente una scena meno convenzionale: nell’altro
dipinto l’elemento più tradizionale era la chiesa, un più evidente riferimento a ciò che le
fanciulle stavano facendo, qui le proporzioni non sono rispettate, ci sono tante figure e in più
il terreno appare piatto, come se le persone galleggiassero su uno sfondo e su un prato
verde che evoca il prato e il contesto naturalistica ma non lo rappresenta in maniera
realistica. L’introduzione del mezzo fotografico permette agli artisti di non dover più per forza
di cose presentare delle scene realistiche ma permette loro di rappresentare dell’altro, cioè
la fotografia riprende il reale, io posso dedicarmi ad altro. Quindi anziché essere verosimile,
l’arte diventa fortemente evocativa. Questo progressivo processo di evocazione condurrà poi
all’inizio del 900 alla realizzazione delle opere astratte in cui addirittura il soggetto è del tutto
ininfluente.
Un elemento significativo della pittura di Bernard è il modo con cui le figure vengono
realizzate, cioè sottolineando il profilo delle figure con dei tratti neri e scuri. È una tecnica
che viene chiamata CLOISONISM, da Cloisons, cioè recinto, che è un tipo di tecnica che
viene mediata dalle arti decorative. Si tratta di un reticolo dorato che viene fatto e riempito di
pasta vitrea smaltata.
L’opera di Bernard allora diventa importante perché avvia una strada: è un’opera di rottura
poiché è talmente importante che nel vederla Van Gogh decide di farne una copia con uno
sfondo sulle tonalità dell’ocra. Quest’opera grafica è esposta alla Villa Reale a Milano.
Van Gogh non è il solo a prendere questo modello come proprio riferimento: quello che ne
farà un uso smodato è Paul Gauguin.
Lo stesso colore non è più naturalistico ma evocativo di un
mondo altro che è un mondo di visione. Gauguin a questo
punto della sua vita ha iniziato un processo che si avvia verso una strada di autonomia
verso i riferimenti contemporanei.
Gauguin ha tutta una serie di dipinti che guardano all’impressionismo, al puntillismo, che
imitano altri stili, ma poi trova la sua strada e Pont Aven diventa il luogo in cui riesce a
mettere a fuoco la sua strada.
Proprio perché sente che Pont Aven è il suo primitivo, c’è l’altro, c’è la natura. Di Bernard
Gauguin riprende l’impostazione del dipinto, riprende il cloisonism, ma è anche capace di
sintetizzare all’interno di quest’opera anche altre suggestioni. Non si limita a Bernard di dare
uno sfondo piatto e uniforme ma guarda anche ad altri modelli, alcuni di questi sono
tradizionalissimi, come DELACROIX, che all’interno della chiesa di Saint Sulpice,
rappresenta un episodio della visione che hanno le donne che viene immaginato all’estremo
angolo in alto del dipinto. Delacroix viene ripreso per la composizione delle figure, ma anche
nell’idea di inscrivere all’interno dello stesso dipinto due scene che sembrano non avere
relazione tra di loro, la scena di combattimento, con l’angelo e un corteo sulla destra che
sembra del tutto non contestualizzato.
Vedi pag 19-20 del libro
Si tratta della stessa scena che Gauguin utilizza nel dipinto: da un parte le donne che
escono dalla chiesa e che chiacchierano tra di loro e un mondo che fa parte di una vera e
propria visione che hanno.
Il modo con cui la scena viene realizzata è proprio perché le stampe giapponesi hanno una
potente influenza su questo dipinto oltre che su tutti i pittori e gli artisti dell’epoca.
Importanti sono le esposizioni come luogo in cui passano cose, oggetti, fotografie. Una delle
figure più influenti nel ruolo di promotore/diffusore dell’arte giapponese è Samuel Bing.
Ciò che Bing fa è non limitarsi ad amare un mondo del lontano oriente ma cerca anche di
importare letteralmente usi, costumi e anche oggetti e di farne un business. Inizia ad
acquistare oggetti, portarli in Francia, dove ha la propria base oppure commissiona dei
manufatti ispirati ai modelli giapponesi e che hanno in questa rivista “Le Japone Artistiche”
uno dei propri modelli di riferimento.
Diventa il luogo in cui il giappone viene diffuso. Bing è una di quelle figure che guarda anche
Van Gogh perché trova presso di lui incisioni e modelli di riferimento.
Il motivo per cui questo modo di diffondere le arti giapponesi è importante perché importa
manufatti e fonda una struttura commerciale imprenditoriale che noi conosciamo come la
Maison de l’Art Nouveau. È una sede che viene costruita dall’archietto Bonnier nel 1895,
negli stessi anni in cui questo gusto giapponista si diffonde e che sarà importantissima
perché contribuisce alla diffusione di un nuovo gusto, che guarda al giappone e al modo con
cui la cultura giapponese viene importata, cioè all’accentuazione delle linee.
Natura che diventa un fortissimo spunto per la realizzazione di un arte nuova, che si chiama
Art Noveau. Si inizia a pensare che oltre ai riferimenti tradizionali ci possano essere anche
altri elementi di forte suggestione.
Bing all’interno della sua Art Noveau allestisce gli oggetti secondo alcuni ambienti:
Progetta gli arredi ma anche le suppellettili e gli
oggetti che devono essere inscritti all’interno di
questo ambiente. Lui è molto sensibile a un
approccio multidisciplinare perché inizia la propria
attività come pittore. Cerca sempre modi diversi di
dipingere. L’eseprienza a cui arriva nel 1891 non è
molto distante dalle esperienze di Gauguin e
Bernard, quindi dall’utilizzo di queste grandi
campiture piatte e da una sorta di progressiva
geometrizzazione delle figure. Questo si riflette
non solo in pittura ma anche nella progettazione e
ideazione delle arti decorative a cui poi aderirà totalmente.
Analogamente agli altri artisti, si pone in una composizione che va a individuare aree di
colore più o meno ampie e diversi che riflettano quella ricerca pittorica che altri artisti
avevano portato avanti. L’altro elemento è questo decorativismo delle piante, anche qui che
non vengono più restituite in maniera naturalistica ma ne vengono accentuati i tronchi e
diventano degli elementi curvilinei che sembrano assecondare come delle quinte teatrali da
una parte e dall’altra l’andamento della composizione in primo piano. Il luogo dove Van de
Velde esprime più di altri la sua creatività è la casa che lui si progetta nel 1895 nella
estrema periferia di Bruxelles. Questo episodio è interessante perché è libero, non ha vincoli
e quindi porta avanti il proprio pensiero e lo fa progettando tutta l’intera struttura, riflettendo
le sue posizioni sia nella architettura che nella decorazione all’interno, sia nelle suppellettili
che vanno a decorare l’edificio. La struttura è caratterizzata dall’uso delle linee, e l’obiettivo
è quello di arrivare a una semplificazione delle forme che poi lui esplica in alcuni oggetti
straordinari, come i candelabri, carte da pararti, nel packaging, negli abiti, che abbandonano
l’uso tradizionale del corsetto. L’abito verrà poi esposto nel 1900 all’interno di una
esposizione che si svolge a Krefeld che sarà dedicata agli abiti. Probabilmente è una delle
prime esposizioni di abiti che si svolge nella storia e che si svolgeva in un museo.
Il 1900 segna l’apice di diffusione dell’Art Nouveau. Questo avviene non solo grazie a tutta
una serie di strategie che abbiamo visto prima ma anche grazie all’esposizione universale
che si svolge a Parigi, dominata da questo gusto non solo i padiglioni ma anche la città in sé
si ammanta di questo gusto.
Guimard, ad esempio, viene chiamato a progettare le fermate della metropolitana, che ci
dicono già di un linguaggio nuovo, applicabile a diverse scale e livelli ma di grande efficacia
perché ci dà l’idea della modernità, novità.
Uno dei padiglioni più famosi è questo, il padiglione blu.
La struttura non assume solo un valore funzionale,
ma anche un forte valore decorativo, contribuendo
a definire l’immagine dell’edificio e dell’architettura.
All’interno di questa esposizione espone questo
Ping, un padiglione interno dedicato all’Art
nouveau.
Le figure sono figure realistiche femminili, nel modo in cui sono delineate. Quello che viene
messo in evidenza è il processo di trasformazione della figura umana all’interno del mondo
naturale. Gli elementi fitomorfi caratterizzano la produzione di Lalique.
Non solo per le forme strane e per l’abbandono della simmetria ma anche per l’uso di
materiali inconsueti, il corno, gli ori, gli smalti, le pietre preziose ecc.