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LA GUERRA DEI TRENT'ANNI

Le strutture dei maggiori Stati europei (Francia, Impero, Spagna e Inghilterra) furono messe alla prova nel
corso di un lungo conflitto che, nato in Germania, sì estese in buona parte del continente per circa
trent’anni con una guerra che modificò i rapporti di forza in Europa.

La scintille partì dai paesi dell'Est europeo in particolar modo dalla zona boema che si ribellò a
Ferdinando d'Asburgo, cugino dell’imperatore Mattia il quale, malato e senza discendenti aveva
assegnato al parente la corona di Boemia. Questa regione comprendeva dottrine contrarie al
cattolicesimo; infatti erano assai diffuse le tesi del riformatore Hus morto sul rogo il 6 luglio 1415, e il
protestantesimo. Il sovrano invece era non solo fervente cristiano educato dai Gesuiti, ma capo, insieme
al duca di Baviera, della Lega cattolica tedesca. Allorché il re ordinò la chiusura e la distruzione di chiese
protestanti, la rivolta scoppiò nella capitale con la cosiddetta defenestrazione di Praga che vide due legati
imperiali buttati giù dalle finestre del palazzo reale. Ebbe inizio, così, un lungo conflitto che avrebbe
insanguinato 1’Europa e che può essere suddiviso in quattro fasi.

1. Periodo boemo-palatino (1618-1623)

I Boemi offrirono la corona a Federico V del Palatinato, ma le forze cattoliche riuscirono a prevalere. Il
nuovo imperatore Ferdinando II (già re di Boemia) con l’aiuto Spagnolo sconfisse i ribelli nella battaglia
della Montagna Bianca (1620), a cui seguirono confische e persecuzioni contro i Boemi. Buona parte del
Palatinato fu assegnata al duca di Baviera che aveva aiutato l’imperatore.

2. Periodo danese (1623-1629)

In questi anni entrò in guerra Cristiano iv di Danimar¬ca a fianco dei protestanti. Si combatté nel Nord
Euro¬pa, dove il re Cristiano fu sconfitto dai tedeschi guidati da Albrech von Wailenstein, generale
boemo, uno dei condottieri più famosi del tempo, che riuscì a occupare quasi tutta la Danimarca,
costringendo il re alla pace di Lubecca.

Le operazioni riguardarono anche l’italia settentrionale, poiché li si scontrarono Francia e Spagna nel
corsa delle due guerre del Monferrato. Il primo conflitto scoppiò per il dominio sulla Valtellina, luogo
strategicamente molto importante per gli Asburgo, dal momento che il suo possesso permetteva il
passaggio dal ducato di Milano (sotto gli Asburgo di Spagna) al Tirolo (sotto gi Asburgo d’Austria). La
Francia, in questa occasione, appoggiò Carlo Emanuele di Savoia e Venezia che noi gradivano un ulteriore
ingrandimento asburgico.

Il secondo scontro ebbe inizio alla morte di Vincenzo, Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrato, che
era senza eredi. Da una parte la Spagna, l’Impero e il duca di Savoia appoggiavano Ferrante di Guastalla;
la Francia sosteneva, invece, Carlo dì Nevers, il quale risultò vincitore dopo aspri combattimenti e dopo
catastrofi come la calata dei Lanzichenecchi (truppe mercenarie al soldo dell’imperatore). Il duca di
Savoia, Vittorio Amedeo I , figlio di Carlo Emanuele I, fu costretto a fir¬mare il. trattato di Cherasco
(16314,. in base al quale si impegnava a liberare il Monferrato (occupato nel corso della guerra) e a
cedere Pinerolo alla Francia.

3. Periodo svedese (1629-1635)

La guerra sì spostò nuovamente nel Nord Europa dove brillò il genio del più grande condottiero del
secolo Gustavo’Adolfo, re di Svezia, sceso in campo non solo per difendere i protestanti ma anche per
assicurarsi l'egemonia del baltico.descrizione della Guerra dei Trenta anniEgli attraversò la Germania
(Pomerania, Brandeburgo, Sassonia, Baviera, Palatinato) con il suo potentissimo esercito, in cui artiglieri,
cavalieri e fucilieri dotati di armi leggere e resistenti, cooperavano in combattimento a seconda delle
circo¬stanze. Questo geniale stratega si alleò con la Francia e ottenne numerosi successi fino alla
battaglia di Lutzen nella quale sbaragliò gli avversari, trovando, però, la morte sul campo. Soltanto la
sconfitta di Nordlingen (1634) fermò la Svezia che, assieme ai principi protestanti, dovette accettare la
pace di Praga e la momentanea sottomissione all’imperatore.

4.Periodo francese (1636-1648)

L’intervento diretto della Francia in chiara funzione antiasburgica fu provvidenziale per il fronte
protestante. Le azioni principali si spostarono sul Reno e, a Rocroi, le truppe francesi comandate dal
principe di Condé ottennero una grande vittoria nel 1643.

Gli Asburgo dì Spagna, intanto, sconvolti da oltre ventisei anni di ostilità, erano stati costretti a cedere il
Porto¬gallo, tornato sotto la dinastia di Braganza, e a domare varie rivolte indipendentistiche in
Catalogna. Per questo motivo anche l’imperatore, che ormai poco poteva con¬tare sull’alleato spagnolo,
si rese conto della impossibilità di una vittoria finale. Così fin dal 1642 si intavolarono trattative di pace in
due distinte cittadine della Westfalia, Mùnster (tra Impero e protestanti) e Osnabrùck (tra impero e
cattolici). Ci vollero quattro anni perché gli accordi segreti sfociassero nella pace di Westfalia (1648). La
Francia, uscita vincitrice dal conflitto, si sostituì alla Spagna quale potenza egemone in Europa,
ottenendo definitivamente le città di Metz, Toul e Verdun (già conquistate nel 1552), l’Alsazia, Pinerolo e
Casale Monferrato in Italia. La Svezia ebbe la Pomerania occidentale le dette il predominio sul Baltico;
inoltre il possesso dell'arcivescovato di Brema consentì alla Svezia di entrare a far parte della Dieta
imperiale. La Danimarca man¬tenne i ducati di Schleswig e Roistein; Federico Guglielmo dì Brandeburgo
ingrandì i suoi territori a spese della Pomerania orientale. La Germania non perse l’autonomia, frazionata
in una miriade dì piccoli Stati (circa 350) non poté da questo momento in poi incidere in modo
significativo sulla politica europea. Il titolo imperiale rimasto agli Asburgo d’Austria, non ebbe più alcun
valore, così che essi decisero di interessarsi dei loro territori ereditari. La Spagna, poi, perse per sempre
le Pro¬vince Unite e fu ridotta al rango di potenza di secondo piano. La pace di Westfalia riconobbe
l’esistenza di tre religioni: (cattolica, calvinista, protestante) e, quindi, determinò la conclusione delle
guerre di religione. Inoltre cominciò anche il processo di secolarizzazione, cioè il trasferimento di alcuni
beni e privilegi della Chiesa ai rappresentanti del potere secolare. Ora possiamo comprendere perché si
dice che qui nasce l'Europa moderna: vengono infatti sanciti dei principi tutt'ora alla base delle
costituzioni moderne come la laicità (decade infatti il principio del "cuius regio, eius religio"), la libertà di
culto, la libertà e sovranità di uno stato.

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