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LA GUERRA DEI TRENT’ANNI

Tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento, i due imperi asburgici nati dalla
divisione dei possedimenti di Carlo V iniziarono a mostrare i segni di una profonda
crisi.
La Spagna, minata da una situazione di grosse difficoltà economiche, fu costretta a
concludere le guerre che aveva in corso con l’Impero ottomano, Francia e
Inghilterra, mentre nel 1609 stipulò una tregua di dodici anni con le Provincie Unite
riconoscendone definitivamente l’indipendenza.

L’impero germanico era frammentato in tanti stati, anche molto piccoli, tra i quali si
imponevano i possedimenti degli Asburgo, che detenevano anche il titolo
imperiale. Dal punto di vista religioso, dopo una fase di tolleranza in cui aveva preso
piede la Riforma protestante, la Controriforma aveva riportato il cattolicesimo in
molte zone della Germania meridionale e nei domini asburgici (soprattutto in
Austria, più che in Ungheria o in Boemia dove veniva professato il calvinismo). La
convivenza religiosa divenne sempre più difficile: da una parte si formò una Lega
protestante, promossa dal principe del Palatinato renano, mentre dall’altra il duca
Massimiliano di Baviera costituì un’alleanza fra stati cattolici
Nel 1618 l'Imperatore tedesco sceglie per la Boemia, una regione a maggioranza
calvinista, un principe cattolico che, tra i primi provvedimenti, tolse ai cittadini la
libertà religiosa.
Questa cosa non piacque alla parte protestante (calvinista) della popolazione e ne
seguirono tensioni che culminarono nella defenestrazione di Praga: due funzionari
dell'imperatore vennero buttati giù da una finestra del palazzo reale. I ribelli non
riconobbero come imperatore Ferdinando II d’Asburgo e offrirono la corona del
paese al duca del Palatinato Federico V, aprendo di fatto la prima fase della guerra
dei Trent’anni.(In tutto saranno quattro)

Nel 1620 l’imperatore Ferdinando II, che aveva ricevuto l’appoggio della Spagna e
dell’unione dei principi cattolici, sconfisse la Boemia nella battaglia della Montagna
bianca, procedendo poi a un’opera di cattolicizzazione forzata del paese e
dell’intera Germania.
Una guerra europea, una guerra totale

Il disegno egemonico asburgico, ispirato all’ideale del primato cattolico, incontrò


l’opposizione delle forze protestanti (Danimarca, Svezia e principati tedeschi) e il
conflitto assunse una portata europea. Nelle fasi danese e svedese della guerra, le
truppe imperiali sembrano avere la meglio, anche se dovettero fare i conti con la
potenza militare svedese in ascesa. Dopo il 1635, l’intervento diretto della Francia,
che fino a quel momento aveva solo finanziato lo schieramento protestante in
funzione antiasburgica, capovolse la situazione portando alla sconfitta degli
Asburgo di Spagna e d’Austria. Con l'ingresso della Francia la Guerra dei 30 anni
passa dall'essere uno scontro di tipo religioso ad uno di tipo politico
I TRATTATI DI PACE DI WESTFALIA
Le trattative in vista della pace iniziarono nel 1643, ma solo cinque anni più tardi
nel 1648 si firmarono in Westfalia i due trattati più significativi (Munster e
Osnabruck), ponendo fine alle guerre di religione.
• Il congresso di pace disegnò un nuovo equilibrio europeo, assegnando
consistenti guadagni territoriali agli avversari degli Asburgo: la Francia vide
consolidarsi i confini orientali ottenendo l’Alsazia, Lorena, Metz, Toul e Verdun; la
Svezia e la Danimarca accrebbero i rispettivi territori e ottennero di partecipare
alla Dieta imperiale; il Brandeburgo emerse fra i principati tedeschi; alle Province
Unite fu riconosciuta l’indipendenza, accettata dalla Spagna.
• L’imperatore Ferdinando III d’Asburgo dovette rinunciare a ogni progetto di
trasformare l’Impero in uno stato unitario e cattolico. I principi e le città imperiali
videro rafforzata la propria autonomia in nome delle antiche libertà tedesche.
L’Impero appariva come una sorta di confederazione di stati, basata
sull’equilibrio tra l’imperatore e la Dieta.
• Il conflitto tra Francia e Spagna andò avanti per altri 11 anni, quando fu siglata la
pace dei Pirenei (1659), con cui la Francia ottenne ulteriori acquisizioni
territoriali che ne rafforzarono l’immagine di nuova potenza in Europa.

Per quanto riguarda l’ordinamento religioso, venne confermata la pace di


Augusta e riconosciuta la libertà di culto compresa la religione calvinista. I
sovrani dovettero rispettare le minoranze religiose e i beni ecclesiastici in
possesso dei protestanti fino al 1624 non dovettero essere restituiti alla Chiesa
cattolica.
La Guerra dei Trent’anni costò la vita a quasi 5 milioni di persone.
Di fatto la popolazione del Sacro Romano Impero, principale teatro del conflitto,
non ritornò a livelli paragonabili a quelli prebellici per almeno 60 anni dopo la fine
delle ostilità: con una combinazione di epidemie, carestie e violenza, la guerra gettò
nella più dura sofferenza gli abitanti di vaste aree dell’Europa centrale.
I casi di atrocità perpetrate in quegli anni non si contano, ma il più emblematico è
senz’altro il Sacco della città protestante di Magdeburgo, nell’attuale Nord-Est della
Germania che ebbe luogo il 20 maggio 1631: un bagno di sangue che concluse un
assedio di 7 settimane a opera delle forze cattoliche.
Quando infine le truppe cattoliche riuscirono a violare le mura, la vendetta fu
terrificante: alla fine della giornata solo 200 dei 1.900 edifici della città erano
rimasti senza danni e i caduti si contavano nell’ordine dei 25mila, circa quattro
quinti dell’intera popolazione.
Molti morirono soffocati nelle cantine in cui si erano rifugiati per tentare di evitare
i cannoneggiamenti, i saccheggi e gli scontri nelle strade, ma molti altri vennero
massacrati dai vincitori.

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