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LITERATURA Y CULTURA EN LENGUA ITALIANA 1

Orario delle lezioni : MERCOLEDÌ E VENERDÌ dalle 15:00 alle 17:00,


aula S06 Facoltà di Filologia Traducció i Comunicació, UV
Prof. Giuliana Mitidieri
Un po’ di storia

 Per avere una maggiore libertà di manovra, Federico II fece eleggere sul trono di Germania, in qualità di
coreggente, il figlio Enrico e concesse ai principi tedeschi ampi poteri, per ottenere il loro appoggio per ricondurre
all’obbedienza le città dell’Italia centro-settentrionale, trasformando la penisola in un enorme campo di battaglia.
In base al gioco degli interessi locali, nelle varie città nacquero un partito filo-papale (o “guelfo”) e uno filo-
imperiale (o “ghibellino”). I primi si rifacevano ai conti di Baviera e di Sassonia, cioè ai discendenti di quel Guelfo
IV che, verso la metà del XII secolo, si era invano opposto all’incoronazione di Corrado III. I secondi sostenevano
invece la casata sveva degli Hohenstaufen, signori del castello di Weiblingen.

 Guelfi e ghibellini furono, dunque, etichette. Entrambe le fazioni traevano il proprio nome e legittimazione politica
dai due tradizionali schieramenti che, nell’Europa occidentale, contrapponevano i fautori del papa e i sostenitori
dell’imperatore. I gruppi contrapposti si professavano di parte guelfa o ghibellina con il solo scopo di ottenere
appoggi o favori da parte del Pontefice, o degli Angioini (Carlo d’Angiò venne chiamato direttamente in Italia da
Urbano IV nel 1262 per mettere fine al potere dello svevo Manfredi sull’Italia meridionale), oppure
dall’imperatore, dagli Svevi o dagli Aragonesi.

 La contrapposizione ideologica e le lotte intestine nelle città italiane furono profonde e viscerali, connotando ogni
atto, ogni minimo episodio della vita cittadina. La divisione fu particolarmente forte e significativa in Toscana che
portò a coalizioni di città contro città. Numerose furono anche le occasioni di guerra e battaglie campali. uando, nel
1237, l’esercito di Federico II sconfisse a Cortenuova le truppe della Lega lombarda, la vittoria sembrava alla
portata della fazione imperiale, ma alcuni errori politici e l’ostilità del papa (che arrivò alla scomunica di Federico
nel 1239, per poi dichiararlo deposto nel 1245, sciogliendo i suoi sudditi dal giuramento di fedeltà), ne decretarono
la sconfitta. Federico II non fece in tempo a preparare la sua riscossa: la morte lo colse, infatti, nel 1250, all’età di
cinquantasei anni. Dopo di lui il partito ghibellino conobbe una lenta ma progressiva sconfitta in tutta la penisola.
LA FIRENZE DI DANTE
LA FIRENZE DI DANTE

La Firenze di Dante è una città medievale: un intrico di vie strette, di case


di pietra e di legno addossate le une alle altre, un insieme disordinato di
abitazioni, fondaci, botteghe e magazzini intervallato qua e là da orti,
vigneti e giardini. Le chiese sono numerose, ma di piccole dimensioni; le
torri numerosissime e a volte di dimensioni notevoli. I grandi clan
familiari le costruiscono in parte per segnalare il loro potere, ma
soprattutto a difesa delle case e delle botteghe sottostanti e come
postazioni elevate dalle quali colpire in un vasto raggio intorno. Difendersi
e minacciare erano operazioni entrambe necessarie in una città nella quale
le rivalità tra privati e gli odi di parte degeneravano in violenze e scontri
quasi quotidiani. Insomma, a disegnare il profilo della città erano le torri e
i campanili, non architetture monumentali, civili o religiose.
LA FIRENZE DI DANTE

I COMUNI

DAI COMUNI ALLE SIGNORIE


LE ATTIVITÀ MERCANTILI E LE CORPORAZIONI

I MERCANTI MEDIEVALI

Un po’ di esercizi sul lessico della vita in città e in campagna

MARCO POLO

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