Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Gazziero Marco
Matricola 4912996
marco.gazziero01@icatt.it
Paper
“Il Medio Oriente tra la Prima e Seconda Guerra Mondiale”
1
Indice
Introduzione
Nel seguente trattato si parteciperà all’analisi del Medio Oriente nel periodo
compreso tra i due conflitti mondiali, approfondendo l’inizio e l’evoluzione del
processo indipendentistico solcato dalle varie entità stati dell’area oggetto di studio.
In tal modo, consci delle dinamiche operanti, sarà possibile comprendere come
l’oppressione dell’Occidente e la sua volontà di soffocare le aspirazioni medio-orientali
abbia, contestualmente, generato e favorito la nascita di movimenti indipendentistici di
stampo rivoluzionario.
2
Esame dei contenuti: “Medio Oriente, succulenta preda della vorace
Europa”
Ma la conseguenza più grave a scapito del Medio Oriente derivò dalla sconfitta
dell’impero Ottomano e la sua conseguente disgregazione che alimentò l’appetito
coloniale dei paesi europei tentati e decisi a ottenere i territori lasciati privi di
organizzazione dall’ormai inesistente Impero Ottomano.
I paesi alleati, Francia, Gran Bretagna e Russia, già nel 1915 avevano tracciato
la spartizione dei territori ottomani in aree di influenza attraverso l’accordo di
Costantinopoli1.
Questi due accordi, fondamentali per il futuro del Medio Oriente, furono
stipulati sulla falsa riga di quello di Costantinopoli e dunque aridi, privi di un reale
1
L'accordo di Costantinopoli, noto come Accordo degli Stretti, fu una corrispondenza segreta tra i
membri della Triplice Alleanza riguardo alla futura spartizione dell'Impero Ottomano, il quale concedeva
il “nord”, Anatolia e Asia centrale alla Russia oltre l’annessione di Istanbul e il controllo degli stretti,
all’Ancien Règime spettava “il centro” quindi la Siria e Mesopotamia e alla Corona inglese il “sud”
garantendogli il golfo Persico e parte dell’oceano Indiano.
3
interessamento alle necessità e ambizioni delle popolazioni locali e completamente
assuefatti dai meri interessi coloniali, economici e di potere delle potenze coloniali.
L’accordo Sykes-Picot
2
Fu emiro hashimita della Mecca dal 1908, nel 1917 si proclamò re dello Hijaz e nel 1924, dopo la fine
del califfato ottomano, califfo.
3
Il Califfato degli Omayyadi fu il secondo dei quattro califfati principali istituiti dopo la morte di
Maometto, mentre quello degli Abbasidi furono una dinastia califfale, il loro califfato era uno dei più
vasti di sempre, il secondo della storia islamica dopo quello degli omayyadi.
4
Tale ipotesi si avverò inseguito allo scoppio della rivolta araba che portò, grazie
all’aiuto delle truppe di “Lawrence d’Arabia” 4, alla conquista della città di Damasco, la
quale spettava al figlio di Husayn, Faysal ma gli europei nuovamente rimescolarono le
carte in tavola sottraendosi così alle promesse fatte.
La prospettiva di uno Stato arabo unificato nel cuore del Medio Oriente non era
vista con favore dalle potenze europee, anche perché le richieste del principe hascemita
si opponevano radicalmente agli accordi presi dalle due potenze.
5
Per Faysal quella soluzione corrispondeva a una mezza vittoria: egli poteva
ritornare in patria con l’allettante promessa dell’imminente arrivo di una Commissione
incaricata di verificare la situazione politico-economica del Paese.
La Commissione lavorò per sei settimane e nelle sue conclusioni avallò senza
riserve le indicazioni ricevute dal “manifesto” presentato dal Congresso di Damasco.
La Gran Bretagna dichiarò che a partire dal novembre del 1919 avrebbe ritirato
le sue truppe dalla Siria e dal Libano, lasciando quindi in quelle regioni campo libero
alle truppe francesi.
6
Documento realizzato dal Congresso di Damasco per omogeneizzare le idee della popolazione su degli
stessi obiettivi quali la creazione di uno stato unitario e indiviso al cui vertice vi era il principe Faysal e
suggeriva che, nel caso si decidesse di sottoporre il Paese al controllo di una potenza, dovevano essere
preferiti Usa o la Gran Bretagna, ma non la Francia.
6
Le truppe del sovrano hascemita tentarono di bloccare l’avanzata francese nei
pressi di Khan Maysalun.
7
La nascita della Giordania e Iraq
Giordania
L’emirato venne così proclamato nel 1923 ma solamente nel 1946 divenne un
regno effettivo con la sostituzione del nome in Giordania.
Iraq
8
clausole interne all'accordo indipendentistico che vincolavano la politica interna,
economica, militare ed estera alla volontà inglese.
Elemento fondamentale che gioco sul regno di Faysal e sul futuro dello stesso
Iraq fu la compresenza nello stesso territorio di etnie e gruppi religiosi diversi e a volte
aggressivi tra loro quali gli arabi sciiti a sud, gli arabi sunniti al centro e al nord i curdi
sunniti.
Il regno di Faysal terminò con la sua morte nel settembre 1933, al quale successe
il figlio Ghazi I.
Nel 1936 il generale curdo Bark Sidqi, comandante in capo dell'esercito, realizzò
un golpe nel tentativo di deporre il Primo Ministro Yasin al-Hashimi.
Si trattò di un colpo di stato che terminò con successo e dal quale Sidqi ottenne
il governo del paese fino al 1937.
Nel 1939 l'Iraq prese parte alla conferenza della tavola rotonda di Londra in cui
la Gran Bretagna riuniva, oltre l'Iraq, altre entità statali del Medio Oriente per cercare di
mediare e risolvere la questione palestinese.
La conferenza non portò a risultati se non fare emergere, da parte degli esponenti
del Medio Oriente, la volontà di riunificare la “Grande Nazione Araba” e ottenerne il
relativo riconoscimento.
7
Con questa espressione fu chiamato un gruppo di quattro generali favorevoli alle Potenze dell’Asse che
fu promotore di un colpo di Stato in Iraq nel 1941 per rovesciare il dominio britannico.
9
panarabo con la Corona inglese e di conseguenza avrebbe impedito che potesse
congiungersi alla Germania.
10
La costituzione della Siria e del Libano
Nei territori ancora sotto il suo controllo coloniale, la Francia interpretò il suo
mandato in senso nettamente imperialistico, infatti una mossa in questa direzione è
rappresentata dalla separazione della Grande Siria nella Siria e nel Libano,
rispettivamente nel 1924 e nel 1926 anche se, di fatto, questi organismi statuali non
godevano di una effettiva autonomia.
Staccare il Libano dalla Siria consentiva alla Francia una più agevole
governabilità sul territorio grazie alla presenza dei maroniti libanesi, i quali erano
doppiamente legati alla Francia, dando vita a un enclave cristiano distinto da una Siria
musulmana, oltre a frenare le spinte nazionaliste impedendo che si diffondessero in altre
aree.
Il Libano
11
alle diverse sfere di religione, ostilità che si aggiunse a quella percepita dai cristiani
maroniti per la vicinanza ai francesi da parte delle fedi islamiche.
La Siria
Per quanto concerne la nascita della Siria il suo percorso risulta più accidentato e
sempre disciplinato dai francesi attraverso il principio del “divide et impera”, tramite il
quale la Siria venne sventrata in quattro zone distinte 8, anche se il progetto venne
abortito a causa dei costi di gestione e delle spinte nazionaliste che portarono a una
riunificazione.
Alle successive elezioni politiche del 1932 emerse un’élite di notabili graditi alla
Francia, i quali si opposero ai movimenti nazionalisti frustando le aspirazioni siriani
anticoloniali, le quali vennero ulteriormente ridimensionate dal governo francese di
Léon Blum.
8
Venne suddivisa in quattro zone: lo stato di Damasco, Aleppo, Alauita e il Gebel Druso.
12
La dichiarazione Balfour e la questione della Palestina
La volontà da parte degli ebrei di tornare presso la “terra dei padri” si percepì
energicamente già nel 1897, periodo nel quale il Congresso sionista di Basilea,
presieduto da Theodor Hertzl insieme all’appoggio di Chaim Weizam9, operò
duramente per conseguire questo progetto.
9
Fu un politico e attivo propagandista, primo presidente dello Stato di Israele.
13
Altro fattore che alimentò l’ostilità araba nei confronti degli ebrei è stata la loro
rapida organizzazione territoriale in ottica politica attraverso la fondazione del Mapai 10,
a livello socio-economico l’Histadrut 11 e infine sul piano militare con l’istituzione
dell’Hagana12.
Una delle rivolte più significative, che di fatto fece emerge nel resto del mondo
la questione palestinese, si registrò nel 1929 nella città di Hebron, dove folle di arabi
attaccarono gli ebrei in tutta la regione uccidendone circa 60.
I disordini si diffusero anche a Gerusalemme, dove alla fine delle violenze gli
ebrei di Hebron furono costretti a trasferirsi.
In una settimana di scontri 133 ebrei rimasero uccisi nonostante gli inglesi
tentarono di prevenire la strage, sparando e finendo per uccidere 80 manifestanti arabi.
10
È stato un partito politico di sinistra in Israele ed è stato la forza dominante nella politica israeliana.
11
Letteralmente La Federazione Generale dei Lavoratori in Terra d’Israele fu l'organizzazione
sindacale sionista dei lavoratori ebrei della Palestina mandataria.
12
Organizzazione militare ebraica in Palestina come sviluppo dei gruppi armati già esistenti per la difesa
degli ebrei dal terrorismo arabo.
14
Gli arabi pretendevano la fine dell’immigrazione ebraica, nonché la
cancellazione di qualsiasi promessa di Stato ebraico.
Gli inglesi usarono, nuovamente, la forza contro gli insorti e tentarono anche di
riesaminare l’intera struttura del Mandato sulla regione, fondando una speciale
commissione a tal proposito: la commissione Peel.
15
Dalle ceneri dell’Impero Ottomano alla risurrezione della “fenice” Turchia
L’obiettivo delle potenze europee era ben noto: scacciare dal suolo europeo la
presenza ottomana che si era dimostrata estranea alla civiltà occidentale, fine al quale si
sovrapponeva quello inglese che, come dichiarato esplicitamente da Ronald Graham,
era garantire pace e ordine nel Medio Oriente.
Nei colloqui successivi tra le potenze vincitrici, dai quali maturò il trattato di
Sèvres del 1920, riuscì a infiltrarsi anche la Grecia facendo valere le proprie pretese
territoriali.
Da quanto sancito dal documento, l’ex Impero Ottomano era stato troncato e
ridimensionato radicalmente e pari a un territorio arido economicamente e
politicamente.
13
L’armistizio di Mudros pose fine alle ostilità tra l’Impero Ottomano e gli Alleati nella Prima Guerra
mondiale.
16
Nonostante il compito a lui assegnato fosse esplicitamente quello di sedare i
rivoltosi, Kemal era assopito da uno spirito nazionalista e indipendentista e dunque si
pose a capo dei nazionalisti rivoluzionari nel tentativo di opporsi ai greci: da qui sfocerà
la guerra greco-turca che imperverserà da 1919 al 1922.
Nel marzo del 1920 Kemal annunciò che la nazione turca aveva istituito il suo
proprio Parlamento ad Ankara, sotto il nome di Grande Assemblea Nazionale, la quale
nell’aprile successivo, oltre assegnare ad Ankara il titolo di capitale, ribadì la gestione
del potere legislativo ed esecutivo e al sultano prefisse di riconoscergli un ruolo nel
prossimo stato turco.
Durante il conflitto, la Grecia non riceve alcun sostegno concreto esterno mentre
le truppe turche ricevono un'assistenza significativa dalla Russia sovietica.
Nel marzo 1921, tutti gli altri fronti sui quali combattono i Turchi sono liberati,
ciò consente a Kemal di ridisporre le risorse per contrastare le forze armate greche.
17
Dal giugno al luglio 1921 si tenne la battaglia di Afyonkarahisar-Eskisehir in cui
l'esercito greco ebbe la meglio sulle truppe turche, i greci erano prossimi alle porte
di Ankara.
L’Armistizio di Mudanya dell’ottobre 192214 segnò la fine delle ostilità tra greci
e turchi.
14
Secondo i termini dell'armistizio la Tracia, il fiume Evros e la città di Adrianopoli vennero ceduti
dalla Grecia alla Turchia e fu riconosciuta la sovranità turca su Istanbul e sullo Stretto dei Dardanelli.
18
L’indipendenza dell’Egitto
Poco prima dello scoppio della Prima Guerra mondiale, la Gran Bretagna
trasformò l'Egitto in un protettorato, inoltre i termini del protettorato indussero i
nazionalisti egiziani a credere che si trattasse di un accomodamento temporaneo, che
sarebbe finito dopo la guerra, grazie ad accordi bilaterali con la Gran Bretagna e da
quanto disposto dai Quattordici Punti che illusero le classi politiche egiziane a un loro
imminente governo.
Ma ciò a cui si assistette nel 1919 fu solo un primo atto dei disordini che
sfociarono negli anni successivi, e di fronte alle accese rivolte e dure repressioni che
continuamente terminavano nel sangue, il governo britannico inviò in Egitto, nel
dicembre del 1919, una Commissione d'Inchiesta, la Commissione Milner, per appurare
le cause de tumulti e per determinare una proposta efficiente sul futuro dell'Egitto.
15
È stato uno dei più antichi partiti politici egiziani, l'origine del nome deriva dalla volontà dei circoli
politici egiziani più dinamici d'inviare una propria delegazione alla Conferenza di Parigi per avanzare la
causa dell'indipendenza dell’Egitto dalla Gran Bretagna.
19
Proprio a causa della convivenza, non sempre digerita, di troppi attori a capo
della gestione del paese, l’epoca liberale egiziana fu caratterizzata fin da subito
dall’onta del fallimento.
Innanzitutto, Fu’ad, grazie alla carta fondamentale da lui promulgata nel 1923,
godette di ampi poteri, tra i quali la possibilità di sciogliere il Parlamento a suo
piacimento oltre alla sospensione delle garanzie parlamentari.
Questo modo di fare la politica delinea, per l'appunto, una politica ancora acerba,
embrionale caratterizzata da lacune costituzionali e da evidenti limiti alla liberalità e
democraticità.
Esempio lampante di ciò è stata la chiamata al governo del reazionario Isma ‘il
Siddi, il quale depose la costituzione vigente sostituendola con un'altra che garantiva
illimitatezza dei suoi poteri.
Altro esempio, dal quale traspare una cattiva condotta politica dei governanti, lo
si osserva nella figura di Faruq, il quale cercò di governare al di fuori delle pareti
parlamentari tentando anche di reprimere l'attività del partito Wafd.
20
Oltre a ciò, tentò di perseguire la strada di evadere dal controllo inglese, infatti
tra il 1939 e il 1942 affidò il governo a un suo fedelissimo nel mentre coltivava simpatie
con l'asse italo-tedesco proprio al fine antibritannico.
La Gran Bretagna nel 1942 impose al governo una persona a lei vicina, un
membro del partito wafdista e Faruq si dovette piegare dinnanzi alla forza militare
inglese.
Dopo il 1945 l'Egitto sprofondò in una crisi profonda causata da una complicata
condizione economica, dalla quale scaturirono proteste sociali e l'emersione di forze
evasive interne che in diversi casi sfociarono in atti di terrorismo.
Gli Ufficiali Liberi organizzarono un colpo di Stato che terminò con successo
nel luglio del 1952, il sovrano fu costretto all'esilio e si riorganizzò un governo civile
assegnato, a causa dell'inesperienza dei rivoluzionari, a Neghib.
21
I movimenti nazionalistici nel Maghreb: l’Algeria
La sconfitta della Francia nella guerra del 1870- 1871 contro la Prussia, la
caduta di Napoleone III insieme alla precaria condizione economica e sociale, aggravata
da carestie ed epidemie, portarono l'esasperazione degli algerini nei confronti della
presenza francese ai massimi, la quale sfociò in una dura insurrezione guidata più da
principi e valori religiosi che di un nazionalismo proprio.
Negli anni Quaranta rendendosi conto che il progetto francese era irrealizzabile,
in seguito alla Fondazione della formazione Amici del Manifesto della Libertà, perseguì
l'obiettivo di creare una Repubblica algerina federata con la Francia.
16
Si tratta di una giustizia amministrativa che si applica soltanto alle persone definite giuridicamente
come indigénes, non rispetta i principi generali del diritto francese, in particolare perché autorizza
sanzioni a carattere collettivo, deportazioni di abitanti oltre che sanzioni che la legge ordinaria proibisce,
senza possibilità di appello né difesa.
17
L'Étoile Nord-Africaine o ENA è stata una delle prime, può essere considerato un precursore del Front
de Libèration Nationale
22
Quindi l'Algeria, grazie agli stimoli nazionalistici, era volenterosa di colloquiare
con la Francia ma proprio i francesi, in particolare i pieds noir 18, erano restii a concedere
una parificazione con la popolazione algerina.
Molti seguaci di Massili Hajj passarono dalla bandiera rossa a quella verde,
Fehrat Abbas maturò idee rivoluzionarie richiedenti l'uso della forza, lotta armata e
tramite l'associazione degli ‘ulama’ si garantì la continuità e l’efficacia dell'islamismo
che divenne elemento centrale nella patria.
18
Il termine Pieds-noir indica i francesi d’Algeria.
23
La lotta tunisina e marocchina all’occupazione straniera
Tunisia
Per quanto concerne la Tunisia è stato uno dei primi stati del mondo arabo a
conoscere esperienza nazionalista, infatti, i primi passi del nazionalismo tunisino si
mossero alla fine dell'Ottocento con la fondazione, da parte di Bashir Sfar, del giornale
Al Hadira.
Questa presa di posizione porta nel marzo del 1934 alla divisione del partito in
due rami, uno islamista che conserva il nome Dustur e l'altro modernista e secolare,
il Neo-Dustur, una formazione politica moderna, strutturata sui modelli del partito
socialista e comunista europeo e determinata non solo a conquistare l’indipendenza ma
anche a trasformare la società.
Nonostante l'azione del partito fosse stata fortemente limitata, i rivoluzionari non
cessarono di compiere atti nazionalisti e la stessa società tunisina si dimostrò mobile e
attiva politicamente e socialmente.
Esempio significativo del dinamismo dei tunisini è stata, nel corso della Seconda
Guerra mondiale la fondazione dell'Unione Generale Tunisina del Lavoro, un centro
24
sindacale che giunse a contare 100.000 membri e svolse un ruolo considerevole nel
movimento nazionale in quanto contribuì alla liberazione e la costruzione del nuovo
Stato.
Tenuti i colloqui con il governo francese, dopo la guerra, Robert Schuman evocò
nel 1950 l'indipendenza della Tunisia ma i problemi nazionalisti fecero precipitare nel
fallimento.
Di fronte a questa complicata situazione Pierre Mèndes, nel luglio del 1954,
riconobbe l'indipendenza interna della Tunisia placando così gli scontri.
Nel giugno del 1955 le convenzioni franco-algerine vennero firmate e nel marzo
dell'anno successivo la Francia riconobbe solennemente l'indipendenza della Tunisia.
Marocco
25
Alla fine delle ostilità del secondo conflitto mondiale, il partito Istiqlal chiese
l'appoggio agli Usa e Gran Bretagna per la causa indipendentista.
26
La rinascita della Libia post-fascismo
Successivamente alla salita al potere del fascismo in Italia nel 1922, Idris fu
costretto alla fuga presso Al Cairo dove strinse dei primi legami con gli inglesi per
riorganizzare la resistenza contro il tentativo fascista della “Riconquista” del territorio
libico.
L’intento italiano era chiaro: fare della Libia una colonia di popolamento.
Nel 1934 con l'unione della Tripolitania e della Cirenaica venne proclamata la
nascita della Libia italiana.
Nel trattato di pace di Parigi del 1947 si dispose che l'Italia dovesse abbandonare
ogni territorio coloniale precedentemente occupato compresa la Libia, nonostante il
tentativo italiano di mantenere il controllo sulla Tripolitania cedendo alla Gran Bretagna
la Cirenaica e alla Francia il Fezzan.
27
Quanto proposto dall'Italia non venne accolto e dunque portò all'assegnazione
della Tripolitania e Cirenaica sotto l'amministrazione inglese e il Fezzan sottoposto al
controllo francese.
Nel dicembre del 1951 venne proclamata l'indipendenza del paese, a regime
monarchico, offrendo a Idris la corona.
28
Una nuova entità statale: l’Arabia Saudita
A causa delle lotte dinastiche tra i figli di Faysal, la dinastia saudita soccombette
alla dinastia Al Rahid che incorporò l'emirato del Najd.
Nel 1902 conquistò Riyad scacciando i Rashidi di ha’il, a ciò seguì nel 1921
un'ulteriore guerra contro i Rashidi annientandoli definitivamente siglandosi nel titolo di
signore del Najd e nel 1932 sconfisse gli Husayn e gli Hashimiti di Mecca.
L'escalation di vittoria non era ancora giunta al termine, infatti nel 1933, vinse
una guerra contro i sovrani zayditi dello Yemen annettendolo al neonato stato arabo-
saudita.
Ciò che permise un tale successo ad Abd al-Aziz Ibn Sa’ud furono diversi
fattori, in primis l'ideologia wahhabita 19 che riuscì, tramite i suoi valori, ad amalgamare
in un'unica entità le diverse tribù beduine attorno a un progetto politico-religioso unico e
definito.
Alla morte di Abd al-Aziz Ibn Sa’ud nel 1953 e il regno Saudita passò nelle
mani del figlio Sa’ud, il quale lo amministrò fino al 1964 tra lotte di potere all'interno
delle gerarchie familiari fino ad abdicare in favore del fratello Faysal.
19
Movimento riformista e scuola legale agli insegnamenti di Muhammad ibn ‛Abd al-Wahhab.
Propone, accanto al monoteismo assoluto, la purificazione dell’islam dalle innovazioni che lo
snaturerebbero, addebitate soprattutto al sufismo.
20
Furono una milizia religiosa islamica che costituì la parte preponderante delle forze armate di Ibn Sa’ud
e giocarono un ruolo determinante nel portarlo a governare sulla maggior parte della Penisola Arabica.
21
Corporazione religiosa che diede grande impulso dal punto di vista socio-spirituale, incaricata di
verificare e garantire il rispetto della Shari’ah e della legittimazione del Sovrano del Regno Saudita da
parte della popolazione.
29
Faysal a differenza del suo predecessore si dimostrò un capace governante,
difatti rinnovò e permise la rifioritura dell'Arabia Saudita, la quale da un arretrato
Regno beduino pose le basi per divenire uno stato moderno.
30
L’Iran dei Pahlavi
Questa situazione degenerò nel febbraio 1921 quando Rida Shah condusse e
portò a termine un colpo di Stato seguito, nel 1925, da un secondo con il quale si
abbatté la monarchia dei Qajar.
31
Rida Shah venne riconosciuto come nuovo scià di Persia.
L'intento del nuovo scià di Persia era quello di garantire la transizione della
società persiana a una secolare e più moderna, infatti, assunse il titolo di “Pahlavi” 22 e
cambiò il nome dello Stato in Iran.
Rida Shah perse il potere nel 1941 a causa della sua politica estera ambigua,
difatti nonostante la dichiarata neutralità dell'Iran nella Seconda Guerra mondiale, si
dimostrò incline alle idee della Germania accogliendo a Teheran personale tedesco.
22
Nome dinastico adottato da Rida Shah, il termine indica l’antico alfabeto con il quale sono scritti i libri
sacri dello zoroastrismo per alludere al carattere puramente iranico della nuova dinastia.
32
Il rinnovamento del Califfato e il neo-tradizionalismo
Accanto alla svolta indipendentistica e nazionalista maturate nelle varie aree del
Medio Oriente e al rinnovamento delle ancore premature entità statali, si pose la
questione riguardante la dissoluzione del califfato da parte di Ataturk dalla quale scaturì
un vivace dibattito.
Già nel 1922 Rashid Ridà, con la pubblicazione dell'opera “Le Califat dans la
doctrine de Rashid Ridà”, invocava una rinascita di questa istituzione.
Se Rashid Ridà si mostrò favorevole al ritorno del califfato, ‘Ali ‘Abd al-Raziq
voi prese una posizione opposta e nell'opera da lui pubblicata, “L’Islam et les
fondements du pouvoir”, sottolineò come la legge religiosa non abbia prescritto il
califfato, punto il quale si è sempre palesato come una istituzione tirannica e rovina
dell'Islam.
33
Un terzo studioso, ‘Abd al-Razzaq Ahmad al-Sanhuri, si inserì nel dibattito
tramite la pubblicazione dell’opera del 1926 “Le Califat et son evolution vers une
Sociètè des Nations orientale”.
I Fratelli Musulmani
23
È stato un politico, religioso, ideologo e uno delle più importanti figure nel mondo islamico.
34
Il successo esponenziale ottenuto lo si evince dalla sua volontà di promuovere
una politica di islamizzazione dal basso, a contatto con il popolo, una capacità mai
prima riscontrata che permise alla Fratellanza Musulmana, in campo politico, di
divenire il primordiale modello di partito di massa nella sfera dell’Islam.
35
Conclusione
36
Bibliografia e Sitografia
Storia del Medio Oriente contemporaneo, Massimo Campanini, Il Mulino
febbraio 2020, VI edizione.
Storia del Medio Oriente moderno, James L. Gelvin, Einaudi.
http://www.sesamoitalia.it/
www.ispionline.it
www.ilgiornale.it
www.limesonline.com
37