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Articolo 613 bis Codice Penale

Tortura

Dispositivo

Dispositivo dell'art. 613 bis Codice Penale


Fonti » Codice Penale » LIBRO SECONDO - Dei delitti in particolare » Titolo XII - Dei delitti contro la persona (artt. 575-623 ter) » Capo III -
Dei delitti contro la libertà individuale » Sezione III - Dei delitti contro la libertà morale

Chiunque, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute
(1)

sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà
personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza,
ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione
da quattro a dieci anni se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se
comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona.
Se i fatti di cui al primo comma sono commessi da un pubblico ufficiale o da un
incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o in violazione dei doveri inerenti
alla funzione o al servizio, la pena è della reclusione da cinque a dodici anni.
Il comma precedente non si applica nel caso di sofferenze risultanti unicamente
dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti.
Se dai fatti di cui al primo comma deriva una lesione personale le pene di cui ai
commi precedenti sono aumentate; se ne deriva una lesione personale grave sono
aumentate di un terzo e se ne deriva una lesione personale gravissima sono aumentate
della metà.
Se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte quale conseguenza non voluta, la
pena è della reclusione di anni trenta. Se il colpevole cagiona volontariamente la morte,
la pena è dell’ergastolo.

Note
(1) Articolo inserito dall'art. 1 della Legge 14/07/2017, n. 110 con decorrenza dal 18/07/2017.

Ratio Legis
Con l'introduzione di tale norma il legislatore si è voluto adeguare al monito di origine
comunitaria, il quale ha imposto allo Stato italiano di disciplinare le condotte di tortura.

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Articolo 613 bis Codice Penale

Spiegazione

Spiegazione dell'articolo 613 bis Codice Penale


La norma in esame è posta a tutela dell'integrità fisica e psichica della persona offesa,
nonché della sua libertà personale e della sua libertà di autodeterminazione.

Trattasi alternativamente di reato abituale, in quanto è richiesta la reiterazione di più


condotte, oppure di reato di evento, qualora l'unica condotta comporti un trattamento
inumano e degradante per la dignità della persona.

Al contempo il delitto rappresenta una ipotesi di reato permanente, nel caso in cui la
condotta si esplichi in una privazione della libertà personale, assimilabile al reato di
sequestro di persona (art. 605). Anche qui, in alternativa alla privazione della libertà
personale, il reato può configurarsi anche nei confronti di chi, con violenze o minacce
gravi o agendo con crudeltà, cagioni un nocumento a persona affidata alla sua
custodia o a persona in condizioni di minorata difesa.

Per quanto riguarda il primo elemento costitutivo del reato, ovvero la violenza, essa va
suddivisa in propria ed impropria. Per quest'ultima va intesa quando si utilizza un
qualsiasi mezzo idoneo, esclusa la minaccia, a coartare la volontà del soggetto passivo,
annullandone la capacità di azione o determinazione. Per violenza propria, si intende
invece l'impiego di energia fisica sulle persone o sulle cose, esercitata direttamente o
per mezzo di uno strumento.

Per minaccia va invece intesa la prospettazione di un male ingiusto e notevole,


eventualmente proveniente dal soggetto minacciante.

La nozione di crudeltà può invece essere definita come quella condotta che si traduca
in comportamenti degradanti, posti in essere al sol fine di assoggettare la vittima alla
propria volontà, senza alcuno scopo ulteriore.

Il secondo comma prevede una circostanza aggravante specifica, qualora il fatto sia
commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, con abuso
dei poteri. L'aggravante in parola non trova invece applicazione nel caso di sofferenze
risultanti dall'esecuzione legittima di misure privative o limitative di diritti, e quindi
essenzialmente senza abuso dei poteri.

Ulteriore aggravante è quella di cui al comma quattro, se dal fatto deriva una lesione
personale lieve, grave o gravissima.

L'ultimo comma disciplina invece un'ipotesi di reato aggravato dall'evento, nel caso in
cui per via della tortura derivi la morte della vittima, quale conseguenza non voluta dal
reo.

Se invece la morte è conseguenza voluta, si applica la circostanza aggravante speciale


dell'ergastolo.

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