Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
21
• LA PRETERINTENZIONE
• Per quanto riguarda il delitto preterintenzionale, ai sensi del II°comma
dell’art. 43 c.p.: “il delitto è preterintenzionale o oltre l’intenzione quando
dall’azione od omissione deriva un evento dannoso o pericoloso più grave
di quello voluto dall’agente”.
• Questa forma di colpevolezza, pur essendo prevista come criterio generale di
imputazione, trova applicazione soltanto in due casi:
• - nell’art. 584 c.p., omicidio preterintenzionale, che si ha quando con atti
diretti a percuotere o a produrre una lesione personale, si cagiona la morte
dell’offeso, come conseguenza non voluta;
• - nell’aborto preterintenzionale, introdotto dalla legge n°194/78, che si
configura quando con atti diretti a provocare lesioni ad una donna in stato di
gravidanza, si produce l’aborto.
25
• Il delitto preterintenzionale è, poi, caratterizzato:
• - dalla volontà di cagionare l’evento minore, ossia le lesioni o le percosse, per
il quale evento il soggetto risponderà a titolo di dolo;
• - dalla mancanza di volontà di cagionare l’evento più grave, ossia la morte,
per il quale evento il soggetto risponderà in quanto conseguenza della sua
condotta;
26
IL DELITTO TENTATO 27
• Il delitto tentato è contemplato dall'art. 56 cp che stabilisce
la punibilità di chi: "compie atti diretti in modo non
equivoco a commettere un delitto...se l'azione non si
compie o l'evento non si verifica".
28
• Il colpevole di delitto tentato è punito con la reclusione non
inferiore a dodici anni, se la pena stabilita è l’ergastolo; e, negli
altri casi, con la pena stabilita per il delitto, diminuita da un
terzo a due terzi.
• Sotto il profilo strutturale, il delitto tentato è
ipotizzabile soltanto con riferimento a quei
reati che implichino un processo consumativo
un iter criminis, cioè, caratterizzato, quanto
meno, da:
• una fase ideativa
• una fase esecutiva
30
• è, dunque, un fatto di reato diverso, per il quale è prevista una
pena, ai sensi del secondo comma, diminuita rispetto all'omologa
fattispecie delittuosa consumata (per la cornice edittale del delitto
tentato si tolgono 2/3 dal minimo della pena prevista per il delitto
consumato e 1/3 dal massimo).
31
• Analizzando l'elemento oggettivo del delitto
tentato, l'art. 56 cp prevede due requisiti che
devono connotare la condotta e, cioè,
• 1) l'univocità degli atti
• 2) idoneità a realizzare il delitto.
32
• Con riferimento a tale requisito, il punctum dolens è quello di
stabilire la soglia oltre la quale gli atti prodromici risultino
inequivocabilmene diretti alla commissione del delitto.
33
• Secondo una parte della dottrina, la verifica atterrebbe al
profilo psicologico dell'autore ed all'intenzione criminale quale
emergente dalla condotta delittuosa.
34
IL TRIBUNALE DI
SORVEGLIANZA
Compiti, funzioni, prospettive e ruoli delle figure giudiziarie
Di cosa ci
occuperemo
Le funzioni ed i compiti del Tribunale e del Magistrato di Sorveglianza. Le misure alternative alla
detenzione (anche in casi particolari): l’affidamento in prova al servizio sociale, la detenzione
domiciliare, la liberazione anticipata e gli altri istituti applicabili ai detenuti. La figura degli “
ESPERTI”.
IL TRIBUNALE ED IL
MAGISTRATO DI
SORVEGLIANZA
Il Tribunale ed il Magistrato di Sorveglianza si occupano dell’iter
giudiziario connesso all’esecuzione delle pene inflItte con Sentenze
divenute esecutive (la denominazione ricorda l’attività di colui che
“sorveglia” l’esecuzione delle pene).
Sono Organi che, in sostanza, decidono sulle richieste avanzate da
coloro che sono oggetto di una pena comminata nella fase di
merito del procedimento e che provvedono in merito alle
eventuali decisioni connesse allo svolgimento della pena (i
soggetti coinvolti nei predetti provvedimenti possono essere sia
ristretti che liberi).
Quali categoriE di
Magistrati ne fanno parte…
Il Magistrato e’ un giudice di primo grado o secondo grado.
LA COMPETENZA
TERRITORIALE
Tribunale e Magistrato competenti saranno solitamente quelli dell’ ubicazione (o
residenza se libero) del condannato.
COMPETENZA DEL
MAGISTRATO DI
SORVEGLIANZA
Il Magistrato di Sorveglianza è competente (nella fase dell’esecuzione
della pena) per:
• I ricoveri dei condannati in ospedali psichiatrici giudiziari;
• Le misure di sicurezza;
• Le pene detentive sostitutive (semidetenzione e libertà controllata);
• Il differimento e la sospensione (ma solo provvisoriamente prima che
intervenga il Tribunale di Sorveglianza) dell’esecuzione di pene detentive
anche se sostitutive.
IL TRIBUNALE DI
SORVEGLIANZA
Il Tribunale di Sorveglianza (composto di due giudici e due esperti è invece
competente per:
• La concessione e la revoca della liberazione condizionale;
• La riabilitazione;
• L’applicazione delle misure alternative ;
• Il rinvio obbligatorio o facoltativo dell’esecuzione della pena detentiva o
delle sanzioni sostitutive;
• Il parere sulle domande di grazia.
MISURE ALTERNATIVE
ALLA DETENZIONE
Particolare importanza rivestono le decisioni del Tribunale di sorveglianza in
merito alle misure alternative alla detenzione che possono definirsi
un’applicazione concreta della concezione della pena quale processo
teso alla rieducazione del reo.
LE MISURE ALTERNATIVE
In linea approssimativamente valida per l’intera categoria delle misure
alternative, si può affermare che le stesse partecipano della medesima
natura della pena detentiva poiché, pur non essendo mai totalmente
privative della libertà personale, implicano comunque un imprescindibile
coefficiente di afflittività per chi le subisce;
LE MISURE ALTERNATIVE
Allo stesso tempo, concedono al soggetto la possibilità di scontare la
pena (tutta o una parte di essa), godendo di un margine di libertà ed
autodeterminazione non previsti nella detenzione.
Lo scopo
Su di un piano generale, le misure alternative, in
quanto sanzioni, si prestano ad assolvere finalità di
prevenzione generale e di dissuasione mentre, in
quanto benefici accompagnati da forme di assistenza
tese a ripristinare o, almeno, a non peggiorare le
condizioni del reinserimento sociale del condannato,
svolgono, in linea teorica e di principio, una funzione
di prevenzione speciale (ovvero uno stimolo a che il
soggetto che le subisce non violi più la legge).
Le misure alternative alla detenzione sono:
1. Affidamento in prova al servizio sociale (anche nella
sua forma c.d. “speciale”);
2. La detenzione domiciliare (anche nella fattispecie
prevista per le madri con prole);
3. Semilibertà;
4. La liberazione anticipata.
1) L’affidamento in prova al servizio sociale.
Consiste nell’espiazione della pena in
stato di libertà con affidamento del
condannato all’assistenza ed al
controllo del servizio sociale (oggi
U.E.P.E. ovvero Ufficio Esecuzione
pene Esterne) per un periodo uguale a
quello della pena da scontare.
UFFICIO DI ESECUZIONE PENALE ESTERNA