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DIRITTO PENALE

Il Pubblico Ministero è un giudice appartenente alla magistratura che svolge il ruolo di pubblica accusa per
lo stato, la procura ha l’obbligo di attivarsi nel caso di un reato senza la necessità di denuncia del soggetto
leso. Questo perché la legislatura considera un reato come un’azione nociva e offensiva per tutta la
comunità.

Diritto penale = insieme di leggi con cui lo stato reprime determinati comportamenti, puniti con una pena
detentiva

- Organi repressivi = magistratura + forze dell’ordine (subordinate alla magistratura attraverso un


mandato firmato dal PM)

- La pena detentiva può essere erogata soltanto alla fine di un processo e per volere di un giudice
 Tranne le misure cautelari (custodia cautelare, arresti domiciliari, obbligo di firma, divieto di
dimora) queste vengono applicate per i reati che suscitano maggiore allarme sociale (reati
di associazione per delinquere, reati sessuali, terrorismo) o in presenza di 3 specifiche
condizioni, quali sono pericolo di fuga, pericolo di reiterazione del reato, pericolo di
inquinamento delle prove

Quando un soggetto è indagato al soggetto in questione viene mandato un avviso di garanzia

Ogni legge è formata da due parti

- Precetto (il divieto di compiere una certa azione)


- Sanzione (la conseguenza giuridica derivante dall’inosservanza del precetto)

In un processo le figure sono:

- Imputato
- Avvocato di difesa
- PM

Codice penale rocco (scritto dal ministro della giustizia nel 1930 in pieno regime fascista), si suddivide in tre
libri

1. Norme in applicazione a tutte le tipologie di reato


2. Elenca e descrive i singoli delitti
3. Contravvenzioni = reati lievi per le quali non è possibile applicare una pena detentiva ma solo pene
pecuniarie

Principio di legalità

È l’articolo 1 del Codice penale e il numero 15 della costituzione, “un fatto può considerarsi reato solo
quando una legge lo qualifichi espressamente come tale, collegando la suo compimento l’erogazione di una
precisa sanzione” il principio di legalità elimina l’arbitrarietà del regime penale.

Principio della riserva di legge

Un determinato fatto non può essere punito se non in forza di una legge che lo considera come reato
- Decreti legge = strumenti normativi con la stessa forza della legge ordinaria ma emanati
direttamente dal governo (con il limite di durata di 60gg prima dell’approvazione del parlamento o
la caduta)

- Decreti legislativi = uguale al decreto legge ma su mandato diretto del parlamento, riferiti a materie
tecniche sulle quali il parlamento non ha le competenze necessarie per legiferare, perciò si richiede
l’aiuto dei tecnici del governo

Principio di tassatività

“Si impone al legislatore il dovere di procedere ad una chiara e precisa determinazione del fatto punibile, in
modo che risulti inequivocabile ciò che rientra nella sfera del penalmente illecito e di conseguenza, ciò che è
lecito.” Perciò la colpevolezza va dimostrata al di là di ogni irragionevole dubbio, poiché ogni soggetto è
innocente fino a prova contraria

Principio di irretroattività

Le norme penali valgono solo per i reati posteriori alla pubblicazione della norma, l’unica eccezione è
prevista per le norme penali più favorevoli al reo (condannato), cioè se la pena viene diminuita e il soggetto
a cui è stata precedentemente applicata la pena ha già scontato la durata della detenzione, viene rilasciato
(se la pena viene diminuita a 2 anni e il soggetto ne ha già scontati 5 viene rilasciato e risarcito)

LA STRUTTURA DEL REATO

Soggetti del reato

- Soggetto attivo = colui che tiene il comportamento contrario alle norme incriminatrici, viene preso
in considerazione il principio di tassatività
 Reati comuni = reati che possono essere commessi da chiunque senza che il soggetto che
agisce abbia delle qualifiche specifiche
 Reati propri = possono essere realizzati soltanto da soggetti con determinate qualifiche
- Soggetto passivo = è il titolare del bene tutelato dalla norma incriminatrice e che è stato leso dal
comportamento del soggetto attivo (non sempre corrisponde con il soggetto leso)

Oggetto giuridico

Il bene, ossia l’interesse, tutelato dalla norma penale. Ogni reato ne ha uno ed è essenziale riconoscerlo.
L’offesa prodotta dal reato al bene tutelato può assumere due forme:

- Lesione
- Messa in pericolo

I reati che colpiscono più beni giuridici sono definiti plurioffensivi , il più comune è la rapina (≠ da furto
poiché la rapine include la violenza). L’oggetto giuridico non deve essere confuso con l’oggetto materiale
della condotta (oggetto giuridico=patrimonio, oggetto materiale=portafoglio)
Elementi oggettivi del reato

- La condotta = comportamento che implica il reato, che deve essere perfettamente corrispondente a
quello descritto dalla norma. la condotta può consistere anche nell’omissione che si realizza per
inerzia, ossia nel mancato compimento di un’azione che il soggetto aveva l’obbligo giuridico di
compiere.
 Reati omissivi propri = reati che alla fine della loro realizzazione è sufficiente il mancato
compimento dell’azione dovuta (es. reato d’omissione atti d’ufficio)
 Reati omissivi impropri = a causa della mia inerzia si è verificato un evento dannoso (es. il
casellante che dimentica di abbassare le sbarre)

- Evento = risultato della condotta umana (es. evento nel reato di omicidio=morte), offesa al bene
protetto dalla norma incriminatrice
 Reati istantanei = reati in cui l’evento si realizza in un lasso di tempo ridotto (es. furto,
omicidio)
 Reati permanenti = reati in cui l’evento si protrae nel tempo, dove tale continuità dipende
solo dalla volontà del soggetto stesso (es. associazioni per delinquere, sequestro di persona,
detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, stalking, violenza domestica etc..)

- Rapporto di casualità = è il nesso che deve necessariamente esistere tra il reo e il reato, questo è
escluso solo quando l’evento dannoso sia riconducibile ad eventi del tutto indipendenti rispetto alla
condotta dell’agente, che sono da soli sufficienti a causare l’evento.

Elementi soggettivi del reato

Si tratta di tre elementi, i quali l’uno esclude l’altro:

- Dolo = coscienza e volontà da parte del soggetto agente di provocare l’evento doloso
 Dolo d’impeto = Improvvisa e tempestiva alterazione dello stato psicologico ed emotivo del
soggetto
 Dolo premeditato = pianificazione e premeditazione in modo da realizzare al meglio il dolo
(massima carica criminogena)

- Colpa = non c’è coscienza e volontà da parte del soggetto di provocare l’evento dannoso
 Negligenza = comportamento passivo rispetto a doveri e obblighi giuridici (es. reati omissivi)
 Imprudenza = adozione di un comportamento contrario a regole sociali/giuridiche di
accortezza e prudenza
 Imperizia = il mancato rispetto di regole tecniche per incapacità/inattitudine professionale

- Preterintenzione = c’è coscienza e volontà di commettere un evento dannoso ma le conseguenze


sono più gravi di quello voluto dall’agente

LE CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE

Sono dette anche scriminanti, sono certe situazioni in presenza delle quali un fatto normalmente vietato in
quanto considerato reato è, invece, ritenuto lecito. Ciò, in quanto una norma dell’ordinamento lo impone o
autorizza. L’esistenza di una causa di giustificazione esclude l’antigiuridicità, ossia il contrasto tra il fatto
posto in essere e un precetto dell’ordinamento giuridico. Le scriminanti previste dall’ordinamento sono:
- Consenso dell’avente diritto = “non è punibile chi lede o mette in pericolo un diritto con il consenso
della persona che può validamente disporne” qualcuno autorizza un terzo a ledere la sua propria
sfera giuridica, questo può essere esercitato solo in relazione ai diritti disponibili (=diritti
patrimoniali) il consenso deve essere scritto ed inequivocabile. Questo non vale per i diritti
inequivocabili (es. diritto alla vita)
- Esercizio di un diritto
- Adempimento di un dovere
- Uso legittimo delle armi
- Legittima difesa

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