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LA COLPEVOLEZZA

l'insieme dei requisiti per l'imputazione soggettiva del fatto all'agente.


nel diritto vigente tali requisiti possono così individuarsi:
1. dolo
2. colpa
3. dolo misto a colpa
4. assenza di scusanti
5. conoscenza-conoscibilità norma violata
6. capacità di intendere e volere
Il ruolo centrale della colpevolezza nel sistema penale italiano è confermato dall'articolo
27 della Costituzione, che sancisce il principio della personalità della responsabilità penale.
Secondo l'articolo 27 comma 1 della Costituzione, “La responsabilità penale è personale.”

Nessuno può invocare a propria scusa


Secondo quanto enuncia l’art 5 cost,
l'ignoranza della legge penale.
ratio: La norma in esame riprende il principio romanistico “”, non tanto per
affermare in capo ai consociati una generale presunzione di conoscenza della
legge, che sarebbe in quanto tale utopica, stante la vastità e variabilità della
produzione legislativa, quanto per rimarcarne l'incondizionata prevalenza. Da
qui ne deriva per tutti un generale dovere di conoscenza della legge,
necessariamente strumentale rispetto al dovere primario di osservanza della
legge stessa.
Va sottolineato che la responsabilità personale è responsabilità per il fatto
commesso: tutti i criteri su cui si fonda la colpevolezza dell’agente vanno
collegati al singolo fatto antigiuridico da lui commesso.
IL DOLO
La definizione del dolo si ricava dall': "Il delitto è ... doloso, o secondo l'intenzione,
quando l'evento dannoso o pericoloso, che è il risultato della azione o omissione e da
cui la legge fa dipendere l'esistenza del delitto, è dall'agente preveduto e voluto come
conseguenza della propria azione od omissione"

Il dolo è la forma più grave di colpevolezza , nel senso che il reato doloso è quello
punito con la pena più grave e consiste nella volontà di cagionare l'evento che
costituisce il reato.
Il reato doloso costituisce quindi il modello fondamentale di illecito penale. In
pratica qualunque reato o contravvenzione che sia, previsto dal codice è sempre
punito a titolo di dolo; gli altri criteri di imputazione, cioè la colpa e la
preterintenzione, operano solo nei casi previsti espressamente dalla legge; ad
esempio il danneggiamento è un reato punito solo a titolo di dolo, perché la forma
colposa non è prevista dal codice.

Lo dice espressamente l'articolo 42 comma 2: "Nessuno può essere punito per un


fatto preveduto dalla legge come delitto, se non l'ha commesso con dolo, salvo i casi di
delitto preterintenzionale o colposo espressamente previsti dalla legge".

In termini naturalistici il dolo, in quanto elemento psicologico e soggettivo, fa


parte della volontà del soggetto.

l'elemento del dolo è alternativamente indicato con l'espressione "secondo


l'intenzione"; ciò significa che il dolo implica la conformità del fatto a quanto
voluto dall'agente.

Dopodiché possono individuarsi le componenti su cui occorre puntare


l'attenzione:

1. anzitutto l'intenzione, che è l'essenza del dolo. E poi le due componenti


nelle quali può manifestarsi l'intenzione:
2. come previsione ("preveduto") e
3. come volontà ("voluto") dell'evento.

La rappresentazione (o previsione)

La rappresentazione (cioè la conoscenza, o la previsione, secondo le parole del


codice) deve avere ad oggetto il fatto nel suo insieme, cioè il soggetto deve
conoscere tutti gli elementi essenziali del fatto tipico.
Non è necessario però che la conoscenza sia di tipo tecnico-giuridico – per dirla
come Mantovani -; ad esempio se io rubo un pollo non è necessario che sappia
che il pollo rientra nel concetto di "cosa" previsto dal codice penale per il reato di
furto. E’ sufficiente, piuttosto, una comprensione del fatto in senso atecnico o
profano.
La rappresentazione sussiste anche in caso di dubbio, cioè quando, ad esempio, io
sono incerto sul punto se la cosa sia mia o no; nel momento in cui la sottraggo
sono comunque colpevole di furto, perché ho preso in considerazione il fatto di
portare via la cosa di un altro, e quindi può senz'altro dirsi che l'evento sia
rappresentato e voluto. D’altronde, come vedremo il dubbio sussiste in tutti i casi
di dolo eventuale

Occorre poi la volontà dell'evento. Il soggetto deve, cioè, volere il fatto tipico che
ha realizzato e non un altro.

Si considerano voluti anche i risultati sperati, o solo desiderati.

La volontà deve essere presente al momento in cui il fatto è commesso.

Non ha rilievo il cosiddetto dolo susseguente, né il dolo antecedente.

Il dolo susseguente si ha quando la volontà nasce dopo; ad esempio, Tizio viene


aggredito da Caio con un coltello per essere ucciso, ma è lui che lo uccide a sua
volta; se poi si accorge che per avventura ha ucciso proprio Caio, il quale era
l'amante di sua moglie, ed è contento di averlo fatto fuori, non per questo è
responsabile del reato di omicidio.

Il dolo antecedente, invece, si ha quando la volontà di commettere il reato è


antecedente al fatto ma questa viene meno in un momento successivo sicché
l'evento viene realizzato senza volontà; nell'esempio di prima, Tizio non sarà
responsabile di omicidio, qualora abbia meditato di uccidere Caio in un passato
ormai lontano.

intensità del dolo

Ai sensi dell' poi, il dolo è diversamente punito in ragione della sua intensità. Cioè,
se il dolo è volontà dell'evento, va detto che non ogni azione volontaria è voluta
con la stessa intensità. Un conto è cogliere sul fatto l'assassino della propria
moglie e ucciderlo in un impeto d'ira, e altro conto è uccidere una persona per
rubarle del denaro, premeditando il delitto da mesi.

Così, in relazione all'intensità, si distinguono i seguenti tipi di dolo:


• dolo d'impeto (quando la volontà nasce al momento del fatto e si traduce
subito in azione); è il caso dell'assassino, appena visto;
• dolo di proposito: caratterizzato da un ampio stacco temporale tra il
momento della decisione e quello dell'esecuzione; ad esempio uccidere
l'assassino dopo averlo rincorso a lungo;
• infine, abbiamo la premeditazione, consistente non solo in un ampio
stacco temporale, ma anche in una ostinazione criminosa particolarmente
riprovevole; si pensi ancora una volta all'omicidio, ma su commissione.

LE FORME DEL DOLO


DOLO GENERICO
l’oggetto della rappresentazione e volizione è solo il fatto concreto corrispondente
a quello descritto dalla norma incriminatrice;
DOLO SPECIFICO
l’ogg del dolo abbraccia un fatto concreto corrispondente a quello descritto da
norma incriminatrice e pure un risultato ulteriore che l’agente deve perseguire
come scopo ma la cui effettiva realizzazione è irrilevante ai fini della consumazione
del reato.

Dolo diretto di primo grado; dolo indiretto o diretto di secondo grado

Il dolo diretto o di primo grado, è l'ipotesi normale di dolo, che ricorre quando
l’evento realizzato è esattamente il fine ultimo che l’agente si propone di ottenere;
l'agente cioè vuole proprio quel determinato evento.

Il dolo indiretto, o diretto di secondo grado, si ha quando l'agente vuole l'evento,


ma non è quello il suo fine principale, bensì il mezzo per raggiungerne un altro. Ad
esempio, un terrorista che vuole rapire un uomo politico e uccide la scorta vuole
indubbiamente la morte della scorta, ma non la vuole come fine primo e
immediato della sua condotta, che è diretta solo a sequestrare il politico.

Dolo alternativo

Si ha quando il reo ha previsto due possibili eventi, accettandoli entrambi; ad


esempio Tizio colpisce Caio con un coltello, volendone indifferentemente la morte
o il ferimento.
Oppure quando il soggetto non si rappresenta nulla di preciso ma accetta tutto
quello che può succedere (ad esempio un rapinatore che fugge sparando
all’impazzata per coprirsi la fuga, oppure un soggetto che si getta in una mischia
picchiando selvaggiamente senza calcolare quello che può succedere).

Si tratta in realtà di una forma di dolo eventuale.

Dolo di danno e di pericolo

Nessun particolare rilievo ha la distinzione tra dolo di danno e dolo di pericolo,


che riflette la distinzione tra reati di danno e di pericolo.

Dolo eventuale

Nozione ed esempi

Il dolo eventuale è una forma di dolo piuttosto problematica, perché si pone ai


confini con la colpa e in particolare della colpa cosciente o con previsione; in
pratica il dolo eventuale sussiste quando l'evento è preso in considerazione solo
come eventualità, ma non come fine diretto. Il soggetto, cioè, accetta il rischio che
l'evento si verifichi, e quindi agisce anche a costo di cagionarlo, pur non avendolo
preso di mira.

Ad esempio:

• Tizio, per allontanare dei ragazzi che fanno una gran confusione, tira una
bottiglia dal balcone della sua casa e ferisce un ragazzo;

LA COLPA
la colpa penale sussiste quando un soggetto commette un fatto delittuoso agendo con
volontà, ma senza alcuna consapevolezza delle conseguenze della sua azione.

Anche la colpa si può classificare in diversi modi, come avviene per il


dolo, vediamo insieme quali:
• Colpa specifica e colpa generica: la colpa si definisce
specifica quando è conseguenza dell’inosservanza di leggi,
regolamenti, ordini, discipline o in generale di norme che
impongono particolari cautele. Si definisce, invece, generica
quando è determinata da imprudenza, (ad esempio guidare ad
alta velocità), negligenza (agire con distrazione, ad esempio
dimenticare un colpo in un arma riposta in un armadio) o
imperizia (compiere una determinata azione senza avere le
cognizioni tecniche necessarie, ad esempio per un neopatentato
guidare un auto di grossa cilindrata).
• Colpa propria o impropria: la colpa si definisce propria nel
caso il cui soggetto non era intenzionato a creare l’evento
dannoso che è conseguito alla sua azione/omissione, ovvero nei
casi in cui manca la volontà dell’evento. La colpa impropria,
invece, è un’ipotesi eccezionale che si verifica quando il soggetto
risponde di reato colposo nonostante l’evento sia stato da lui
voluto (ad esempio per eccesso colposo nelle contravvenzioni,
per erronea supposizione della sussistenza di cause di
giustificazione e per errore di fatto).
• Colpa cosciente o incosciente: la colpa cosciente si verifica
quando il soggetto ha previsto l’evento illecito anche se non lo ha
voluto. In questo caso il confine tra la colpa e il dolo eventuale è
molto sottile e nella maggior parte dei casi il legislatore nel caso
di colpa cosciente stabilisce pene più severe. La colpa è invece
incosciente, quando il soggetto non ha previsto e voluto l’evento
cagionato con la sua condotta.
elementi strutturali che la compongono :

• Il dolo o la colpa;

• L’assenza di attenuanti;

• La conoscenza delle norme penali violate;

• La capacità di intendere e di volere.


DOLO MISTO A COLPA

L’elemento psicologico del delitto preterintenzionale deve essere ravvisato nel


dolo misto a colpa, riferito il primo al reato meno grave e la seconda all’evento più
grave in concreto realizzatosi ed ai fini dell’imputazione si deve verificare, di volta
in volta, la concreta prevedibilità ed evitabilità dell’evento maggiore.

DELITTO PRETERINTENZIONALE

Nozione

L'articolo 43 stabilisce che il delitto è preterintenzionale, o oltre l'intenzione,


quando dall'azione od omissione deriva un evento dannoso o pericoloso, più grave
di quello voluto dall'agente.

Di fatto gli unici casi di delitto preterintenzionale sono costituiti dall'omicidio


preterintenzionale (articolo 584) e dall'aborto preterintenzionale (articolo 18
L.194/1978).

Un esempio di omicidio preterintenzionale si ha quando Tizio, volendo far del male


a Caio lo picchia, ma questi, a causa dei colpi ricevuti, muore.

CAUSE DI ESCLUSIONE DELLA COLPEVOLEZZA (SCUSANTI)

escludono la punibilità in quanto escludono la colpevolezza a causa


dell’impossibilità di muovere un rimprovero al soggetto attivo della condotta
rispetto ad un fatto, che oggettivamente resta illecito. il presupposto che si pone
alla base è ravvisabile nel fatto che in determinate situazioni anomale il soggetto è
esposto ad una particolare pressione psichica che influisce sul processo
motivazionale da cui poi ha origine la condotta tipica. Si tratta in particolare di
circostanze anormali capaci di condizionare l’agente impedendogli di conformare
il proprio comportamento alla regola oggettiva di diligenza da osservare nel caso
concreto.
Si differenziano sia dalle scriminanti, che come noto fanno venire meno il reato
già sotto il profilo oggettivo, sia dalle esimenti che invece escludono la sola
punibilità. Nell’ambito di questa categoria si fanno rientrare una serie di ipotesi
caratterizzate dalla inesigibilità del comportamento conforme alla legge penale,
per l’impossibilità da parte del soggetto di conoscere il divieto o per l’impossibilità
di determinarsi secondo il divieto.

CAPACITA’ DI INTENDERE E VOLERE


IMPUTABILE CHI, AL MOMENTO DELLA COMMISSIONE DEL FATTO, SI
TROVA IN STATO DI CAPACITA’ DI INTENDERE E VOLERE ( INTENDERE:
COMPRENDERE IL SIGNIFICATO SOCIALE E LE CONSEGUENZE DEI PROPRI
ATTI; VOLERE: CAPACITà DI AUTODETERMINARSI.

QUANDO NON SUSSISTE TALE IMPUTABILITA’: (Cause che escludono o


incidono sull'imputabilità ()

1. VIZIO TOT DI MENTE : se il vizio è parziale resta imputabilità;


2. SORDOMUTISMO : determinante l’incapacità di intendere e di volere;
3. minore età degli anni 14 (art. 97);
4. immaturità del soggetto di età compresa tra i 14 e i 18 quando ha
determinato l’incapacità di intendere e di volere
5. ubriachezza e intossicazione da sostanze stupefacenti derivanti da caso
fortuito o da forza maggiore (art. 91);
6. cronica intossicazione da alcool o da sostanze stupefacenti (art. 95);

deroghe
1. stati emotivi e passionali: non escludono
2. stato preordinato di incapacità;
3. ubriachezza e uso di sostanze preopridnate;
4. abituale uso di stupefacenti;

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