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Gli interventi precisi nella prima infanzia (sia per quanto riguarda il sostegno alla
genitorialità, sia per quanto riguarda la promozione della salute del bambino) sono una
pratica ormai conosciuta e consolidata in molti paesi e costituiscono un modello di
prevenzione in situazioni di rischio psicologico e sociale, per tutelare i bambini e le loro
famiglie.
“Home Visiting” è un intervento domiciliare , che viene effettuato a partire dalle prime fasi
di gravidanza, permette di sostenere , accompagnare e potenziare la base sicura
genitoriale nei momenti che vanno dalla nascita fino al primo anno di vita del bambino.
In Italia esperienze simili sono numerose, ma purtroppo poco note.
L’obiettivo del volume è quello di descrivere le tappe principali del modello di intervento di
Home Visiting, che viene portato avanti in diverse aree territoriali da più di 10 anni, e
comprende il coinvolgimento di figure professionali diverse ( psicologi, ginecologi,
pediatri, psichiatri, ostetriche, assistenti sociali, medici di famiglia..) e strutture come le
università, aziende ospedaliere e i consultori familiari.
Dai dati emersi dopo anni di applicazione dell’intervento di Home Visiting, emerge che
questo modello sostiene una genitorialità più responsiva rispetto ai bisogni e alle esigenze
del piccolo e promuove la sicurezza dell’attaccamento attraverso il dialogo relazionale
dell’infanzia.
- Infant Research
Come gia detto, la corrente teorica che negli ultimi decenni si è focalizzata sull’analisi
microanalitica del flusso bidirezionale delle interazioni faccia a faccia tra madre e bambino
è stata l’Infant Research: questa prospettiva ha dimostrato come gli schemi di
autoregolazione e di regolazione interattiva siano basati su coniugazioni comportamentali
co-costruire dai due partner (attraverso il volto, la voce, il tatto, l’orientamento spaziale).
Quando i caregivers sono sensibili e responsabili ai segnali de bambino, rafforzano le
aspettative cognitive e affettive positive di questo, costruendo un rapporto di
corrispondenza e fiducia reciproca; viceversa quando non lo sono (per esempio a causa
di patologie come la depressione postpartum materna) il bambino attiva una risposta da
stress. Queste risposte da stress, nonostante siano per natura funzionali e protettivi, nel
momento in cui vengono attivati eccessivamente e in modo prolungato, producono dei
cambiamenti fisiologici che possono avere un effetto dannoso sul cervello del bambino in
Molti studi, si sono domandati se esista un periodo sensibile, subito dopo la nascita, in
cui il bambino possa apprendere meglio le caratteristiche della figura allevante e fare in
modo che si formi “la base sicura”.
Dal punto di vista evolutivo, si ritiene che nei mammiferi questo periodo sia determinante per
instaurare un collegamento tra madre e bambino; come dimostrano gli studi che hanno messo in
evidenza il ruolo dell’ossitocina, che aumenta dopo il travaglio e nel momento in cui il bambino
viene attaccato al seno materno, facendo in modo di predisporre la stessa madre al suo
accudimento.
L’allattamento è un momento importante di incontro, di scambio, di conoscenza tra madre e
bambino: i bambini che sono stati allattati esclusivamente al seno, nei primi tre mesi di vita hanno
ingerito un livello di vitamine e ormoni che riflettono il ritmo circadiano della madre (come ad
esempio il suo ritmo sonno-veglia nel corso delle 24 ore) e sembrano avere un sonno più efficace.
4. Vulnerabilità e rischio
I disturbi relazionali tra bambino e caregiver nelle fasi precoci dello sviluppo, possono portare a
conseguenze a lungo termine nella capacità di apprendimento del bambino, nella competenza
sociale con gli altri.
Un ambiente di cura caratterizzato da elementi di tossicità fisica e psicologica ( come condizioni
economiche svantaggiate, scarso supporto sociale, ansia e depressione in gravidanza, violenza e
maltrattamenti..) è considerato rischioso per lo sviluppo del bambino.
Allo scopo di formulare un criterio di rischio generalizzatile, il gruppo di lavoro “Home Visiting” ha
elaborato un’intervista di rischio in gravidanza e una scheda di rischio in gravidanza, nella quale
viene rilevata la storia psichiatrica della donna in gravidanza, la presenza di comportamenti
devianti , gli eventi stressanti della donna ( come ad esempio grave conflittualità con la famiglia di
origine, episodi di abuso e maltrattamento..
Altri comportamenti problematici possono essere manifestazione delle strategie di attaccamento
(es: lamentarsi, disobbedire o altre forme di ricerca di attenzione) , possono avere la funzione di
regolare e controllare la vicinanza dei genitori al bambino in condizioni di cura non ottimali.
Le esperienze precoci di accudimento giocano un ruolo importante nel determinare le modalità di
parenti del genitore, in base al principio della trasmissione generazionale dell’attaccamento.
-> Per questo che l’azione rivolta alla promozione della salute mentale del bambino, deve
necessariamente essere rivolta prima allo sviluppo di una sana competenza genitoriale.
La relazione diadica madre- bambino , indirizza il percorso di crescita del bambino verso esiti di :
- vulnerabilità (in questo modo ci sarà una disarmonia dello sviluppo);
- resilienza (in questo modo ci sarà un’armonia dello sviluppo).
[ slides da pag 7 (in basso) a pag 16]
Modalità di attuazione —> l’intervento di snoda lungo un periodo di 14/15 mesi e ha inizio
dal 7°/8° mese di gravidanza fino al 12°/13° mese di vita del bambino. Alla fine del
percorso di Home visiting, è importante verificare l’andamento del lavoro domiciliare
svolto attraverso una scheda di verifica che segnala l’evoluzione della relazione diadica
madre-bambino.
Fino al 7° mese del bambino, di solito gli incontri hanno una cadenza settimanale, mentre
dal 7° mese al 12° mese, la cadenza delle visite può essere anche ogni 15 giorni, in base
alla valutazione clinica condivisa con l’équipe di supervisione. Ogni visita domiciliare di
solito ha una durata di 60 fino ai 90 minuti.
Nelle situazioni di rischio maggiore, gli interventi posso avere anche una cadenza
plurisettimanale.
L’intervento si può considerare valido nel momento in cui ci siano delle evidenze
significative: come la promozione dell’allattamento al seno alla prevenzione del
maltrattamento, della depressione post-partum, passando per un miglioramento
dell’autostima materna e un miglior supporto sociale.
Strumenti di lavoro:
- Contratto con la coppia genitoriale: la relazione è vista come un’alleanza di lavoro, vi deve
essere chiarezza degli obiettivi condivisi e una ridefinizione continua durante il percorso in base
alle tappe evolutive;
- Relazione operatore domiciliare e madre (base sicura): è una funzione chiave per attivare il
cambiamento nella diede madre-bambino; la madre deve essere sostenuta, si deve sentire di
poter esprimere tutte le sue ansie, paure, dubbi e incertezze, in modo che riesca al meglio ad
esprimere sé stessa, presupposto essenziale per sviluppare le sue competenze genitoriali.
-> in questo modo la madre può sperimentale una relazione sicura con il terapeuta , e nel
momento in cui capisce che una relazione di questo tipo è possibile, inizia a vedere nello stesso
modo anche il bambino
- Supervisione con le altre figure professionali: avvengono delle consultazioni cliniche periodiche
sui singoli casi, vi è un sostegno e aiuto da parte dei membri dell’èquipe, soprattutto nei
momenti critici.
Family Home Visiting: focus applicativo
Il reclutamento delle donne che vengono segnalate per il programma Family Home Visiting
avviene in diversi momenti (consegna del libretto per la gravidanza, cosi di accompagnamento
alla nascita, visite, controlli ecografici, prima vaccinazione o bilancio di salute del bambino). In
ciascuna di queste occasioni, gli operatori offrono alla donna la possibilità di effettuare uno
screening psicologico: questo screening permette di individuare in maniera veloce e oggettiva la
fascia di popolazione destinataria dell’intervento, mediante degli indicatori specifici per fattori di
rischio psichico e psicosociale.