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Il Mulino - Rivisteweb

Elena Ierardi, Simona Gazzotti, Alessandro Albizzati, Cristina Riva


Crugnola
Disponibilità emotiva e attaccamento materno in
diadi con madri adolescenti e diadi con madri
adulte nelle interazioni a 3 mesi
(doi: 10.1449/89587)

Psicologia clinica dello sviluppo (ISSN 1824-078X)


Fascicolo 1, aprile 2018

Ente di afferenza:
Universit Firenze (unifi)

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R I C E R C H E

Disponibilità emotiva
e attaccamento
materno in diadi
con madri adolescenti
e diadi con madri
adulte nelle interazioni
a 3 mesi
Elena Ierardi  (Università degli Studi di Milano-Bicocca, ASST Santi Paolo e Carlo  –  Presidio
Ospedale San Paolo di Milano)
Simona Gazzotti  (Università degli Studi di Milano-Bicocca, ASST Santi Paolo e Carlo – Presidio
Ospedale San Paolo di Milano)
Alessandro Albizzati  (ASST Santi Paolo e Carlo – Presidio Ospedale San Paolo di Milano)
Cristina Riva Crugnola  (Università degli Studi di Milano-Bicocca)

Lo studio ha valutato l’effetto della maternità in adolescenza sulla disponibilità emotiva nelle
interazioni madre-bambino, considerando la qualità dei Modelli Operativi Interni di attaccamento
della madre. Hanno preso parte alla ricerca 50 diadi con madri adolescenti-bambino (età della ma-
dre = 15-21 anni) e 50 diadi con madri adulte-bambino (età della madre = 25-40 anni). A 3 mesi
di vita del bambino, le interazioni diadiche sono state videoregistrate e codificate con l’Emotional
Availability Scales e l’Adult Attachment Interview è stata somministrata alle madri. Le analisi hanno
mostrato che le madri adolescenti erano meno sensibili, più intrusive e ostili e avevano una minore
capacità di strutturazione dell’attività di gioco del bambino rispetto alle madri adulte. I bambini di
madri adolescenti erano meno coinvolti e responsivi nelle interazioni con le loro madri rispetto ai
bambini di madri adulte. Non è stato trovato un effetto di interazione tra l’età e l’attaccamento ma-
terno rispetto alla disponibilità emotiva di madre e bambino. I risultati indicano che la maternità in
età precoce è un importante fattore di rischio per la qualità della disponibilità emotiva di madre e
bambino a 3 mesi, evidenziando rispetto ad altri studi come anche lo scarso coinvolgimento e la
bassa responsività del bambino appaiono correlate precocemente alla giovane età materna.

Ringraziamo il prof. Carlo Lenti, ex primario dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile




dell’A.O. San Paolo di Milano e la prof.ssa Maria Paola Canevini, primario dell’Unità Operativa
di Neuropsichiatria Infantile dell’ASST Santi Paolo e Carlo, che hanno reso possibile questo
progetto. Un ringraziamento anche alle persone che ci hanno aiutato con la raccolta dei dati
e hanno partecipato al progetto: Margherita Moioli, Laura Boati, Lorena Caiati, Elisabetta
Costantino, Laura Morè e Angela Silvano. Lo studio è stato parzialmente finanziato dall’Uni-
versità degli Studi di Milano-Bicocca, dall’A.O. San Paolo di Milano, dalla Fondazione Ambro-
siana per la Vita e da Fondazione Cariplo (Finanziamento 2011-2013).

Psicologia clinica dello sviluppo / a. XXII, n. 1, aprile 2018 93


E. Ierardi, S. Gazzotti, A. Albizzati, C. Riva Crugnola

1. Introduzione

1.1.  Fattori di rischio della maternità in adolescenza

La maternità in adolescenza (14-19 anni) e in giovane età adulta (19-


21 anni) è considerata un significativo fattore di rischio per lo sviluppo
emotivo e cognitivo del bambino e per le successive traiettorie evolutive
della madre. Rispetto alle conseguenze negative per il bambino, molte-
plici ricerche, infatti, hanno evidenziato che nella prima infanzia e in età
scolare, i bambini figli di madri adolescenti rispetto ai bambini di madri
adulte, hanno maggiori probabilità di strutturare con la madre un legame
di attaccamento insicuro (Evitante o Ambivalente) e/o Disorganizzato/Di-
sorientato (Broussard, 1995; van IJzendoorn, Schuengel, e Bakermans-
Kranenburg, 1999), di essere esposti a condizioni di maltrattamento
(Valentino, Nuttall, Comas, Borkowski e Akai, 2012), e successivamente
alla prima infanzia, di mostrare disturbi della condotta, basso rendimento
scolastico e ritardo nello sviluppo cognitivo e linguistico (Whitman, Bor-
kowski, Keogh e Weed, 2001), se confrontati con bambini di pari età, figli
di madri adulte. Diventati adolescenti, questi bambini hanno, a loro volta,
un elevato rischio di diventare loro stessi genitori in adolescenza oltre
che di non raggiungere elevati livelli di istruzione, manifestare problema-
tiche psicopatologiche e comportamenti antisociali (Hoffman e Maynard,
2008; Meade, Kershaw e Ickovics, 2008). Oltre ai rischi per lo sviluppo
del bambino, la maternità precoce limita le opportunità di vita delle gio-
vani madri (Jaffee, Caspi e Moffitt, 2001), portandole in età adulta a una
maggiore probabilità di disoccupazione, di relazioni affettive instabili e
manifestazioni psicopatologiche, quali episodi depressivi (Boden, Fergus-
son e Horwood, 2008). Il doppio rischio, per la madre e per il bambino,
insito nella maternità in epoca adolescenziale, sembra riconducibile al
fatto che le madri adolescenti si trovano a fronteggiare contemporane-
amente compiti evolutivi tra loro in conflitto: la transizione verso l’età
adulta, che implica i processi di separazione e individuazione rispetto alle
figure genitoriali, e quello verso l’assunzione del ruolo genitoriale, impli-
cante l’accudimento del bambino e la cura rispetto ai suoi bisogni fisici
ed emotivi (Aiello e Lancaster, 2007). Al contempo lo sviluppo cognitivo e
neurofisiologico nelle madri adolescenti e giovani adulte è ancora in fase
di completamento (Giedd, 2004). Tale immaturità, in particolare relativa
allo sviluppo della corteccia prefrontale che presiede alle funzioni cogni-
tive più complesse come quelle implicate nello svolgimento delle compe-
tenze genitoriali, può rappresentare un ostacolo per la giovane mamma
rispetto alle scelte relative alle modalità di cura da adottare nei confronti
del proprio bambino, implicando in alcuni casi una visione poco realistica

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Disponibilità emotiva e attaccamento materno

e idealizzata della genitorialità (Olivari, Ionio, Bonanomi e Confalonieri,


2015).
L’età adolescenziale risulta inoltre spesso associata ad altri fattori di
rischio per la genitorialità e per le modalità di parenting, quali il basso
livello socio-economico e di istruzione (Osofsky, Hann, e Peebles, 1993;
Ruedinger e Cox, 2012) ed esperienze infantili avverse (Hillis et al.,
2004). Tuttavia è interessante notare che in alcuni studi, anche quando
è controllato l’effetto dei fattori di rischio associati alla maternità precoce
come il livello socio-economico e il livello di istruzione (SES), l’età adole-
scenziale rimane di per sé un fattore di rischio elevato per le capacità di
accudimento della madre (Bornstein, Putnick, Suwalsky e Gini, 2006; Raf-
ferty, Griffin e Lodise, 2011). Un ulteriore fattore di rischio rilevante che
accompagna la maternità in età precoce è la maggiore probabilità delle
giovani madri di sviluppare Modelli Operativi Interni di attaccamento insi-
curi rispetto alle madri adulte (Madigan, Moran e Pederson, 2006; Riva
Crugnola, Ierardi, Gazzotti e Albizzati, 2014). A tale proposito, è impor-
tante notare che i Modelli Operativi Interni di attaccamento insicuri della
madre sono considerati come un fattore di rischio per lo sviluppo di un
legame di attaccamento insicuro da parte del bambino (Steele, Steele e
Fonagy, 1996), oltre che per lo sviluppo di interazioni non adeguate tra
madre e bambino (Haft e Slade, 1989; Riva Crugnola et al., 2013a).
Numerosi studi hanno dimostrato che la maternità precoce può
avere un impatto negativo anche sulle capacità di caregiving delle madri
adolescenti (Whitman et al., 2001), le quali appaiono meno responsive
e più ritirate (Berlin, Brady-Smith e Brooks-Gunn, 2002) o più ostili con
i loro bambini (Lee e Guterman, 2010) rispetto alle madri adulte. Esse
mostrano anche una minore capacità di svolgere una funzione di scaf-
folding nei confronti dell’attività di gioco del bambino (Stevenson Barratt
e Roach, 1995) e stimolano meno l’espressione verbale di quest’ultimo
(Pomerleau, Scuccimarri e Malcuit, 2003).
La maggior parte degli studi ha analizzato principalmente gli stili di
interazione e la responsività emotiva delle giovani madri; poche invece
sono le ricerche che hanno focalizzato l’attenzione sul contributo del
bambino all’interazione. Una di queste è la ricerca di Osofsky (Osofsky,
Eberhart-Wright, Ware e Hann, 1992) che ha mostrato come le madri
adolescenti esprimano maggiormente emozioni negative verso i bam-
bini rispetto alle madri adulte e, al contempo, come i loro i bambini mo-
strino, a 6 mesi, una minore capacità di comunicazione affettiva rispetto
ai bambini figli di madri adulte. Un altro studio (Stevenson Barratt e Ro-
ach, 1994) ha messo in luce come, a 4 mesi, i bambini di madri adole-
scenti esibiscano minori manifestazioni di sorrisi e vocalizzazioni quando
interagiscono con le loro madri rispetto ai bambini di madri adulte. Po-

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merleau (Pomerleau et al. 2003), invece, confrontando diadi con madri


adolescenti e diadi con madri adulte a livello di vocalizzazioni e scambi
di sguardi nelle interazioni tra 1 e 6 mesi del bambino, ha riscontrato
differenze significative rispetto al comportamento della madre e non a
quello del bambino, in particolare le madri adolescenti esprimono meno
vocalizzazioni e hanno meno scambi di sguardi condivisi con il bambino
rispetto alle madri adulte. Un altro studio (Riva Crugnola et al., 2014) ha
dimostrato che le interazioni madri adolescenti-bambini a 3 mesi sono ca-
ratterizzate da maggiori stati di coordinazione negativa rispetto alle inte-
razioni tra madri adulte-bambini.

1.2. La Disponibilità Emotiva come costrutto per valutare la qualità


dell’interazione tra madre adolescente e bambino

Gli studi presentati nel precedente paragrafo hanno valutato le inte-


razioni madre-bambino basandosi sul costrutto della sensibilità e respon-
sività materna. Ad esempio lo studio di Osofsky e colleghi (1992) ha valu-
tato la capacità e il tono emotivo della comunicazione facciale di madre e
bambino; la ricerca di Pomerleau e colleghi (2003) si è concentrata sulla
comunicazione faccia-a-faccia diadica e quella di Riva Crugnola e colleghi
(2014) sulla coordinazione emotiva individuale e diadica a livello microa-
nalitico. Pochi studi relativi alle interazioni tra madri adolescenti e bambini
hanno utilizzato invece il costrutto della disponibilità emotiva (Bornstein et
al., 2006; Easterbrooks, Chaudhuri e Gestsdottir, 2005). A questo propo-
sito è utile evidenziare come il costrutto di disponibilità emotiva si è rive-
lato particolarmente adatto perché permette di valutare la comunicazione
emotiva tra madre e bambino, tenendone presente vari aspetti relativi sia
alla sensibilità, che alla non ostilità e alla non intrusività materne e alla
capacità di strutturazione della madre riferita all’attività del bambino; con-
temporaneamente considera anche il contributo all’interazione e il coin-
volgimento affettivo del bambino verso la madre (Biringen et al., 2000).
Emde (1983), uno dei primi autori che ha descritto la disponibilità emo-
tiva, l’ha definita come la capacità dell’adulto di adottare una «presenza
ricettiva» rispetto ai segnali emotivi del bambino, mostrandosi (Emde e
Easterbrooks, 1985) capace di leggere e rispondere appropriatamente
ai segnali comunicativi di quest’ultimo, sintonizzandosi con l’intero range
delle sue emozioni positive e negative. Altri aspetti della disponibilità
emotiva della madre nei confronti del bambino riguardano la capacità del
caregiver di fungere da scaffolding alla sua attività di gioco (ovvero for-
nire un sostegno per strutturare l’attività di gioco con il bambino), lascian-
dosi guidare da quest’ultimo senza invadere o limitare i suoi tentativi di

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Disponibilità emotiva e attaccamento materno

esplorazione e la sua autonomia e senza, al contempo, mettere in atto


atteggiamenti ostili e intrusivi nei suoi confronti. La disponibilità emotiva,
d’altra parte, riguarda anche il bambino ed è concepita come la sua abi-
lità di interagire con la madre ed essere responsivo rispetto ai suoi se-
gnali comunicativi (Biringen, Derscheid, Vliegen, Closson e Easterbrooks,
2014). Secondo il costrutto della disponibilità emotiva il bambino infatti
svolge un ruolo attivo nei confronti del caregiver, sia avviando interazioni
con quest’ultimo sia fornendogli dei feedback su come egli percepisce il
suo modo di prendersi cura e di interagire con lui (Biringen et al., 2014).
Biringen (Biringen, Robinson e Emde 1998) ha operazionalizzato il
costrutto della disponibilità emotiva tramite l’Emotional Availability Scales
(EAS; Biringen, 2008) che permette di valutare le diverse dimensioni della
disponibilità emotiva di madre e bambino secondo le variabili definite e
descritte dalle Scale (e.g., Sensibilità, Strutturazione, Non-Intrusività,
Non-Ostilità della madre e Responsività e Coinvolgimento del bambino).
Le ricerche che hanno utilizzato le scale EA per valutare la relazione ma-
dre-bambino hanno evidenziato come una buona disponibilità emotiva tra
madre e bambino valutata nel primo anno di vita è connessa ai Modelli
Operativi Interni di attaccamento sicuri della madre (Biringen et al., 2000)
ed è inoltre predittiva della qualità del legame di attaccamento sicuro del
bambino sia a 12 mesi (Easterbrooks, Biesecker e Lyons-Ruth, 2000) sia
nella media infanzia (Easterbrooks, Burreau e Lyons-Ruth, 2012). Inoltre,
i Modelli Operativi Interni di attaccamento insicuro materni sono risultati
un fattore di rischio per la disponibilità emotiva delle madri e dei bam-
bini. Per esempio, Oyen e colleghi (2000) hanno trovato che le madri
con attaccamento Preoccupato hanno punteggi più bassi nella scala EA
della Sensibilità materna rispetto alle madri Sicure; Cassibba e colleghi
(Cassibba, van IJzendoorn e Coppola, 2012) hanno evidenziato che, in un
campione normativo, l’insicurezza materna è associata a più bassi pun-
teggi di disponibilità emotiva materna.
Uno dei pochi studi che ha utilizzato le scale EA per analizzare la
disponibilità emotiva delle madri adolescenti verso i loro bambini è quello
di Easterbrooks e colleghi (2005) che hanno individuato in un campione
di madri adolescenti e di giovane età differenti modalità di disponibilità
emotiva in base alla fascia di età. In particolare le mamme adolescenti
(< 19 anni) mostrano punteggi più bassi in tutte le scale dell’EA rispetto
alle giovani madri (> 19 a 21 anni). In un altro studio, Driscoll ed Ea-
sterbrooks (2007) hanno trovato che le giovani madri con fattori di ri-
schio contestuali mostrano modalità di parenting meno ottimali rispetto
alle giovani madri senza fattori di rischio. Gli studi citati tuttavia non
hanno confrontato diadi composte da giovani madri e i loro bambini con
diadi composte da madri adulte e bambini. A nostra conoscenza, solo

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uno studio di Bornstein e colleghi (2006) ha messo a confronto diadi ma-


dri adolescenti-bambini con diadi madri adulte-bambini a 5 mesi di vita del
bambino rispetto alla disponibilità emotiva, mostrando che all’aumentare
dell’età materna, incrementa la sensibilità e la capacità di strutturazione
di gioco delle madri. In tale ricerca, le variabili socio-demografiche sono
state controllate, confermando che l’età materna, di per sé, è un impor-
tante fattore di rischio per la sensibilità materna. È da rilevare tuttavia
come lo studio non abbia tenuto in considerazione le altre scale materne
dell’EA, Non-Intrusività e Non-Ostilità, e quelle del bambino.
Alla luce di tali considerazioni, di particolare interesse si delinea la
necessità di confrontare la disponibilità emotiva nelle interazioni tra diadi
composte tra madri adolescenti e bambini e diadi composte da madri
adulte e bambini a 3 mesi di vita del bambino. Infatti, solo pochi studi
hanno analizzato le interazioni tra madri adolescenti e bambini nei primi
mesi di vita, considerando anche il contributo del bambino; nessuno di
questi inoltre ha utilizzato le scale EA anche in riferimento al bambino.
Il primo obiettivo del nostro studio è stato quindi di analizzare se la
disponibilità emotiva variasse tra le diadi con madri adolescenti-bambini
e le diadi con madri adulte-bambini nelle interazioni a 3 mesi, conside-
rando sia il contributo del bambino sia quello della madre. Abbiamo ipo-
tizzato a questo riguardo che: a) le madri adolescenti rispetto alle madri
adulte avessero punteggi inferiori in tutte le scale EA che riguardano la
valutazione delle caratteristiche interattive della madre (Sensibilità, Strut-
turazione, Non-Intrusività e Non-Ostilità); b) i bambini delle madri adole-
scenti rispetto ai bambini delle madri adulte avessero punteggi inferiori
nelle scale EA della Responsività e del Coinvolgimento, che riguardano il
contributo del bambino nell’interazione con il caregiver.
Il secondo obiettivo del nostro lavoro è stato quello di indagare se
il Modello Operativo Interno di Attaccamento insicuro della madre, consi-
derato un fattore di rischio per la disponibilità emotiva di madre e bam-
bino (Biringen et al. 2000), insieme al fattore di rischio rappresentato
dalla maternità in adolescenza (Aiello e Lancaster, 2007), potesse avere
un effetto di interazione sulla disponibilità emotiva di madre e bambino.
Abbiamo quindi esaminato il ruolo ricoperto dalla qualità dell’attacca-
mento materno in relazione alla disponibilità emotiva di diadi con madri
adolescenti e adulte, dopo aver valutato la distribuzione dei Modelli Ope-
rativi Interni di attaccamento della madre nei due gruppi. In particolare, ci
siamo proposti di valutare se la qualità dell’attaccamento materno fosse
un fattore di rischio sia per le diadi con madri adolescenti sia per le diadi
con madri adulte e se la condizione di doppio rischio (attaccamento ma-
terno insicuro ed età materna adolescenziale) per la genitorialità influisse
maggiormente in modo negativo sulla qualità della disponibilità emotiva,

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Disponibilità emotiva e attaccamento materno

analizzando il possibile effetto di interazione tra insicurezza/sicurezza


materna ed età della madre. A tale proposito, abbiamo ipotizzato che
ci fosse un effetto di interazione tra le due variabili considerate e che
quindi le diadi con madri adolescenti con attaccamento materno insicuro
rispetto sia alle diadi con madri adolescenti sicure sia alle diadi con ma-
dri adulte sicure e insicure fossero il gruppo più a rischio con una minore
disponibilità emotiva di madre e bambino, ottenendo quindi punteggi infe-
riori nelle scale EA materne e infantili.

2. Metodo

2.1. Partecipanti

Hanno preso parte alla ricerca 50 diadi con madri adolescenti di età
compresa tra i 15 e i 21 anni (età media delle madri = 18.40; DS = 1.71)
e 50 diadi con madri adulte con età tra i 25 e i 40 anni (età media delle
madri = 32.98; DS = 3.67). Le madri adolescenti hanno una media di
9.28 di anni di istruzione con un range tra gli 8 e 13 anni e le madri
adulte hanno una media di 14 di anni istruzione con un range tra gli 8 e
18 anni. Per entrambi i gruppi è stato calcolato il SES con la versione ita-
liana modificata dell’Index of Social Position (Hollingshead, 1975; Rossi,
1994) che considera il livello di istruzione e quello di occupazione. Le
caratteristiche socio-demografiche dei due gruppi sono presentate nel
dettaglio nella tabella 1.
Il gruppo di diadi madri adolescenti-bambini è stato reclutato presso
il Servizio di Accompagnamento alla genitorialità in adolescenza dell’A.O.
San Paolo di Milano. Il gruppo di diadi con madri adulte è stato reclutato
presso il Servizio di accompagnamento alla crescita dell’A.O. San Paolo
di Milano.
Lo studio è stato approvato dal comitato etico dell’A.O. San Paolo
di Milano (n. 126/2009) e tutti i soggetti hanno firmato il consenso infor-
mato.

2.2. Procedura

A 3 mesi di vita del bambino, (età media del bambino = 3.72;


DS = .60) le coppie madre-bambino sono state osservate e videoregi-
strate in un laboratorio presso l’A.O. San Paolo di Milano. Il laboratorio
era una stanza in cui erano presenti un materassino, dove madre e bam-
bino potevano sedersi o sdraiarsi, e numerosi oggetti adeguati all’età

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Tab. 1. Caratteristiche socio-demografiche


Diadi con madri adolescenti Diadi con madri adulte
(N = 50) (N = 50)
Madri
Età Media (DS; range) 18.40 (1.71; 15-21) 32.98 (3.67; 25-40)
Stato civile
 Single 12 (24%) 1 (2%)
 Conviventi 25 (50%) 9 (18%)
  Sposate 13 (26%) 40 (80%)
Livello socio-economico
 Basso 45 (90%) 0
 Medio 5 (10%) 11 (21%)
  Alto 0 39 (79%)
Livello di Istruzione
 Elementare 1 (2%) 0
  Licenza Media 41 (82%) 4 (8%)
 Diploma 8 (16%) 29 (58%)
 Laurea 0 17 (34%)
Primipare 50 (100%) 44 (88%)
SES Media (DS) 20.23 (4.32) 35.76 (11.10)
Bambino
Genere
 Femmina 28 (56%) 25 (50%)
 Maschio 22 (44%) 25 (50%)
Nota:  Numero di soggetti (N), deviazione standard (DS).

del bambino, che potevano essere utilizzati come giochi per ricreare un
clima di familiarità. La videocamera era collocata all’interno della stanza
in modo da osservare i comportamenti e l’espressione del volto della
madre e del bambino. Alla madre veniva chiesto di interagire come fa-
ceva abitualmente a casa. La durata media delle osservazioni è stata di
5 minuti (M = 5.92; DS = 2.03) e durante questo tempo la diade madre-
bambino veniva lasciata da sola nella stanza.
Inoltre, a 3 mesi di vita del bambino alle madri è stata somministrata
l’Adult Attachment Interview (AAI; George, Kaplan e Main, 1985) e una
scheda socio-anagrafica creata ad hoc per la raccolta delle informazioni
sulla gravidanza, sulla condizione socio-economica e lavorativa e sul li-
vello di istruzione.

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Disponibilità emotiva e attaccamento materno

2.3. Strumenti

2.3.1.  Adult Attachment Interview (AAI)

L’Adult Attachment Interview (George et al., 1985) è un’intervista


semistrutturata che valuta lo stato della mente dell’adulto in riferimento
all’attaccamento e all’esperienza infantile vissuta con le principali figure
di attaccamento attraverso domande sui ricordi dell’infanzia per valu-
tare come il soggetto li ha rielaborati e riorganizzati. La classificazione
dell’intervista, registrata e trascritta, avviene attraverso un’analisi conte-
nutistica e conversazionale degli «stati della mente» circa l’attaccamento
espressi dagli intervistati a partire da una codifica effettuata tramite delle
scale con punteggi da 1 a 9 che valutano, da una parte l’esperienza in-
fantile narrata, dall’altra lo stato attuale della mente relativo alle figure
di attaccamento dell’infanzia e, più ampiamente, all’attaccamento (Main,
Goldwyn e Hesse, 2002). Sulla base dell’analisi effettuata attraverso
i punteggi continui delle diverse scale della mente, ogni soggetto viene
classificato in una delle cinque categorie previste: Sicuro/Autonomo (F),
i soggetti valorizzano le relazioni di attaccamento, descrivendo in modo
coerente le esperienze passate; Distanziante (Ds), i soggetti idealizzano
uno o entrambi i genitori, mostrando difficoltà a ricordare specifici epi-
sodi dell’infanzia, e/o mostrano svalutazione delle figure di attaccamento;
Preoccupato (E), caratterizzati da relazioni ancora invischiate con le fi-
gure di attaccamento nell’infanzia e con stati mentali interni presenti di
rabbia, paura o passività; Non risolto/disorganizzato (U) con lutti o/e
traumi non risolti, indicati da confusione e disorientamento nel discorso;
e Non classificabile (CC), quando sono presenti nel soggetto stati men-
tali contraddittori relativi alle rappresentazioni dei caregiver oppure è im-
possibile attribuire una categoria prevalente di insicurezza. Nel caso di
assegnazione di un soggetto alla categoria U, si attribuisce anche una
seconda categoria (F, Ds, E). Le interviste sono state codificate da due
giudici in maniera indipendente, il grado di accordo tra i due codificatori
è stato calcolato tramite l’indice K di Cohen (Cohen, 1960) sul 20% delle
interviste ed è risultata K = .76 per la classificazione a 4 vie e K = 1.00
per la classificazione a 2 vie (sicuro/insicuro).

2.3.2.  Emotional Availability Scales (EAS)

Per la valutazione del livello di disponibilità emotiva nelle interazioni


della coppia madre-bambino è stata usata l’ultima versione dell’Emotional
Availability Scales (EAS; Biringen, 2008). Le EAS permettono di valutare

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E. Ierardi, S. Gazzotti, A. Albizzati, C. Riva Crugnola

la disponibilità emotiva diadica attraverso 6 differenti scale di cui 4 di-


mensioni si riferiscono alla valutazione del grado di disponibilità emotiva
del genitore verso il bambino (Sensibilità, Strutturazione, Non-Intrusività
e Non-Ostilità) e 2 alla disponibilità emotiva del bambino verso il genitore
(Responsività e Coinvolgimento).
Ogni scala valuta un aspetto del costrutto di disponibilità emotiva del
genitore e/o del bambino, definito su una scala Likert a 7 punti (range
1-7), dove 1 rappresenta il livello basso o assente, mentre 7 descrive il
livello massimo. In particolare, le scale dell’adulto sono le seguenti:
– scala della Sensibilità, misura la capacità del caregiver di porsi in
sintonia con il bambino e di rispondere ai suoi segnali emotivi con un af-
fetto positivo adeguato;
–  scala della Strutturazione, misura la capacità del caregiver di strut-
turare la relazione in modo comprensibile per il bambino, rendendogli
l’ambiente circostante «fruibile» in modo da favorirne l’esplorazione; la
comprensibilità e il timing della strutturazione sono gli aspetti principali di
questa scala;
– scala della Non-Intrusività, misura la capacità del caregiver di la-
sciarsi guidare dal bambino senza limitare i suoi tentativi di esplorazione
e la sua autonomia; tale scala è formulata in senso negativo per garantire
la coerenza dei punteggi rispetto alla valutazione finale della disponibilità
emotiva;
– scala della Non-Ostilità, misura la capacità del caregiver di non
esprimere rifiuto, rabbia e ostilità nei confronti del bambino e, in senso
più generale, l’affettività negativa; analogamente alla scala precedente è
formulata in senso negativo, come non ostilità, per coerenza con il co-
strutto finale di disponibilità emotiva.
Le scale del bambino sono le seguenti:
– scala della Responsività, misura la propensione infantile a rispon-
dere ai comportamenti della madre associata all’espressione di una qua-
lità positiva dell’affetto che accompagna l’interazione;
–  scala del Coinvolgimento, misura l’abilità del bambino di invitare e
coinvolgere il genitore nell’attività ludica.
I filmati sono stati codificati da due osservatori indipendenti che
erano all’oscuro della classificazione delle AAI relativa all’attaccamento
materno. L’accordo tra due osservatori è stato calcolato sul 20% delle
osservazioni delle interazioni madre-bambino attraverso il calcolo del
coef­ficiente di correlazione intraclasse (ICC) che è risultato ICC = .84.

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Disponibilità emotiva e attaccamento materno

3. Risultati

3.1. Analisi preliminari

3.1.1.  Distribuzione del modello di attaccamento materno con l’AAI

Sono stati valutati i Modelli Operativi Interni di attaccamento della


madre e la loro distribuzione nei due gruppi. 18 madri adolescenti sono
state classificate con un modello di attaccamento sicuro/autonomo (36%)
e 32 con un modello di attaccamento insicuro (64%): tra queste 8 pre-
sentano un modello di attaccamento preoccupato (16%), 13 un modello
distanziante (26%), 9 un modello non risolto/disorganizzato (18%) e 2
sono risultate non classificabili (4%). La distribuzione dell’attaccamento
materno a 4 vie nel gruppo delle madri adolescenti è risultata simile a
livello qualitativo alla distribuzione dei campioni a rischio e delle madri
depresse statunitensi (Bakermans-Kranenburg e van Ijzendoorn, 2009) e
dei campioni italiani di madri a rischio (Cassibba, Sette, Bakermans-Kra-
nenburg e van IJzendoorn, 2013).
Nel gruppo di madri adulte, 33 madri sono state classificate con un
modello di attaccamento sicuro/autonomo (66%) e 17 con un modello di
attaccamento insicuro (34%): tra queste 6 presentano un modello preoc­
cupato (12%), 6 un modello distanziante (12%) e 5 un modello non ri-
solto/disorganizzato (10%). Tale distribuzione a 4 vie dei modelli opera-
tivi interni delle madri adulte non si differenzia qualitativamente rispetto
a quella dei campioni non clinici statunitensi ed europei (van IJzendoorn e
Bakermans-Kranenburg, 2009) e dei campioni non clinici italiani (Cassibba
et al., 2013).
Data la bassa numerosità dei gruppi nella distribuzione a 4 vie e a 3
vie, si è deciso di considerare nelle analisi successive la variabile attacca-
mento in maniera dicotomizzata, ovvero attaccamento materno sicuro vs.
attaccamento materno insicuro. È stata quindi effettuata un’analisi utiliz-
zando il test del Chi-quadro per esaminare le differenze nella distribuzione
dei modelli operativi interni di attaccamento tra madri adolescenti e madri
adulte. I risultati indicano che è presente una differenza significativa nella
distribuzione dell’attaccamento a due vie (sicuro vs. insicuro) tra madri
adolescenti e madri adulte, |² (1, N = 98) = 9.00, p = .003: le madri
adolescenti hanno una maggior percentuale di attaccamento insicuro ri-
spetto alle madri adulte che invece hanno una maggiore percentuale di
attaccamento sicuro.

103
E. Ierardi, S. Gazzotti, A. Albizzati, C. Riva Crugnola

3.1.2.  Caratteristiche socio-demografiche

Prima di procedere a successive analisi sono state applicate alcune


analisi preliminari volte a verificare se le caratteristiche socio-demografi-
che all’interno dell’intero campione potessero avere un effetto sui Modelli
Operativi Interni di attaccamento della madre e sulle scale EA. In primo
luogo si è voluto verificare se il genere del bambino (maschio vs. fem-
mina) potesse costituire un fattore di variabilità rispetto alla qualità dell’in-
terazione madre-bambino valutata con le scale EA. A questo scopo è
stata applicata un’analisi del t-test per campioni indipendenti a due vie per
individuare eventuali differenze tra maschi e femmine rispetto alle scale
EA. I risultati hanno indicato che non sono presenti differenze significative
rispetto al genere del bambino, in quanto le diadi con bambini di sesso
maschile e le diadi con bambini di sesso femminile non hanno mostrato
differenze nei punteggi di tutte le scale della Sensibilità, t(98) = .51,
p = .61, della Strutturazione, t(98) = .29, p = .76, della Non-Intrusività,
t(98) = .52, p = .59, e della Non-Ostilità materna, t(98) = –.08, p = .98,
e delle scale Responsività, t(98) = .40, p = .68, e Coinvolgimento del
bambino, t(98) = .64, p = .52. Si è poi indagato se il genere del bam-
bino potesse essere associato ai Modelli Operativi Interni di attaccamento
della madre, considerati in maniera dicotomizzata in attaccamento sicuro
e insicuro. È stata applicata un’analisi del test del Chi-quadro che non ha
individuato differenze significative tra il gruppo di diadi con madri sicure
e il gruppo di diadi con madri insicure rispetto al genere del bambino, |²
(1, N = 98) = .05, p = .81. Pertanto la variabile genere non è stata presa
in considerazione nelle analisi successive.
In secondo luogo, sono state indagate eventuali differenze tra gruppi
e si è voluto verificare se il SES delle madri potesse costituire un fat-
tore di variabilità rispetto alla qualità dell’interazione madre-bambino valu-
tata con le EAS. A questo scopo è stata applicata un’analisi del t-test per
campioni indipendenti a due vie per individuare differenze tra diadi con
madri sicure e diadi con madri insicure per il SES. I risultati non hanno
indicato differenze significative tra il gruppo di diadi con madri sicure e
il gruppo di diadi con madri insicure rispetto ai punteggi della scala del
SES, t(98) = 1.98, p = .06. Sempre attraverso un’analisi del t-test si è
indagato se fossero presenti differenze significative tra diadi con madri
adolescenti e diadi con madri adulte rispetto al SES. È stata trovata una
differenza significativa tra i due gruppi, t(98) = 9.21, p = .000, le diadi
con madri adolescenti hanno punteggi inferiori sulla scala del SES ri-
spetto alle diadi con madri adulte.
Infine, si è voluto indagare se anche lo stato civile potesse essere un
fattore di variabilità rispetto alle scale EA e ai Modelli Operativi Interni di

104
Disponibilità emotiva e attaccamento materno

attaccamento della madre. È stata effettuata un’analisi con il Test esatto


di Fisher che ha indicato una differenza significativa tra il gruppo di diadi
con madre adulte e il gruppo di diadi con madri adolescenti rispetto allo
stato civile, Test esatto di Fisher (98) = 24.72, p = .003, e nessuna dif-
ferenza significativa tra il gruppo di diadi con madri sicure e il gruppo di
diadi con madri insicure, Test esatto di Fisher (98) = 2.47, p = .22.
Pertanto, per isolare l’effetto dell’età materna e dell’attaccamento
materno sicuro/insicuro, il SES e lo stato civile sono state usate come
covariate nelle analisi.
Inoltre, dato che nel gruppo di madri adolescenti c’era una notevole
differenza nella distribuzione dello stato civile rispetto al gruppo delle ma-
dri adulte, è stata usata la regressione lineare per analizzare se lo stato
civile delle madri adolescenti fosse predittivo della disponibilità emotiva
e della qualità del modello di attaccamento materno. Le analisi hanno in-
dicato che all’interno del gruppo di madri adolescenti lo stato civile non
influisce né sulle scale dell’EA (p > .05) né sul modello di attaccamento
(p > .05).

3.2. Disponibilità emotiva e attaccamento materno nelle diadi con madri


adolescenti e diadi con madri adulte

Sulla base delle precedenti ricerche che indicano un’associazione tra


le scale EA della madre e del bambino (Biringen et al., 2000, 2014), per
capire se e in che modo i punteggi delle scale materne erano correlate ai
punteggi di quelle del bambino sono state analizzate le correlazioni tra le
scale EA della madre e del bambino. Attraverso le correlazioni r di Pear-
son, sono state trovate delle correlazioni significative tra i punteggi delle
scale EA della madre e i punteggi delle scale del bambino (vedi tab. 2).
La scala Responsività del bambino è positivamente correlata con le scale
Sensibilità, Strutturazione, Non-Intrusività e Non-Ostilità della madre; la
scala Coinvolgimento del bambino è correlata positivamente con le scale
Sensibilità, Strutturazione, Non-Intrusività e Non-Ostilità della madre.
Per il secondo obiettivo, ovvero indagare se il Modello Operativo In-
terno di attaccamento della madre e l’età materna hanno un eventuale
effetto principale e/o di interazione sulla disponibilità emotiva di madre e
bambino, è stata usata un’analisi multivariata della covarianza a due vie
(MANCOVA) per determinare se la disponibilità emotiva si differenziava tra
i due gruppi, diadi con madri adolescenti e diadi con madri adulte (dato
che i punteggi delle scale della madre e del bambino erano fortemente
correlate tra di loro in entrambi i gruppi). I due fattori tra soggetti erano
(1) madri adolescenti/adulte (2) madri sicure/insicure e le covariate erano

105
E. Ierardi, S. Gazzotti, A. Albizzati, C. Riva Crugnola

Tab. 2. Correlazioni tra le scale della madre e le scale del bambino


Sensibilità Strutturazione Non-Intrusività Non-Ostilità
Responsività .85*** .87*** .72*** .70***
Coinvolgimento .84*** .87*** .70*** .69***
***  p < .001.

Tab. 3.  Media e deviazione standard delle scale EA della madre e del bambino nelle diadi con ma-
dri adolescenti e diadi con madri adulte
Adolescenti (n = 50) Adulte (n = 50)
Sicure Insicure Sicure Insicure
(n = 18) (n = 32) (n = 33) (n = 17)
M DS M DS M DS M DS
Madre Sensibilità 3.80 1.12 3.50 1.11 5.57 .90 4.76 .85
Strutturazione 3.69 1.12 3.39 1.17 4.95 1.29 3.93 1.18
Non-Intrusività 3.86 1.05 3.59 1.09 5.43 .85 5.08 .71
Non-Ostilità 4.86 .90 4.68 1.21 6.19 .76 5.79 .77
Bambino Responsività 3.41 .87 3.20 1.04 4.56 1.09 4.00 .93
Coinvolgimento 3.13 .87 3.01 .87 4.33 1.04 3.88 .87
Nota:  Numero di soggetti (N), media (M), deviazione standard (DS).

il SES e lo stato civile. È stata calcolata l’asimmetria e curtosi di tutte


le variabili che sono state testate per la normalità attraverso il test di
Shapiro-Wilk. Le variabili si distribuivano normalmente.
I test multivariati hanno indicato un effetto generale significativo
dell’età materna (Traccia di Pillai F(6, 96) = 10.03, p = .000, h2 = .40).
I test univariati hanno indicato effetti significativi dell’età materna sulle
scale della disponibilità emotiva.
Le madri adolescenti rispetto alle madri adulte hanno punteggi infe-
riori nelle scale della Sensibilità, F(1, 96) = 50.17, p = .000, h2 = .34,
Strutturazione, F(1, 96) = 34.40, p = .000, h2 = .26, Non-Intrusività,
F(1, 96) = 42.79, p = .000, h2 = .31, e Non-Ostilità, F(1, 96) = 26.68,
p = .000, h2 = .22. In particolare, il punteggio medio della scala della
Sensibilità per le madri adolescenti è di 3.6, punteggio considerato dalla
Biringen (2008) come indicativo di una sensibilità materna non adeguata.
Invece, il punteggio medio nella scala della Sensibilità per le madri adulte
è di 5.1 che denota una sensibilità genitoriale «sufficientemente buona».
I bambini di madri adolescenti rispetto ai bambini di madri adulte hanno
punteggi più bassi nella scala della Responsività, F(1, 96) = 27.09,
p = .000, h2 = .22, e del Coinvolgimento, F(1, 96) = 34.51, p = .000,
h2 = .26 (vedi tab. 3).

106
Disponibilità emotiva e attaccamento materno

I test multivariati indicano che non è presente un effetto significativo


generale dell’attaccamento materno rispetto alle scale EA della madre e
del bambino (Traccia di Pillai F(6, 96) = 1.48, ns). Anche rispetto all’ef-
fetto di interazione tra età materna e attaccamento materno, non è stato
trovato un effetto generale significativo sulle scale EA della madre e del
bambino (Traccia di Pillai F(6, 96) = .53, ns).

4. Discussione e conclusioni

I risultati confermano le nostre ipotesi: la disponibilità emotiva nelle


diadi con madri adolescenti è risultata meno adeguata rispetto a quella
delle diadi con madri adulte, controllando nelle analisi le variabili relative
al SES e lo stato civile. In particolare, i risultati hanno mostrato come le
giovani madri fossero meno sensibili e meno affettivamente connesse con
i loro bambini rispetto alle madri adulte; parallelamente, i bambini delle ma-
dri adolescenti si sono rivelati meno in grado di interagire con le loro madri
rispetto a quelli delle madri adulte. Inoltre, le giovani madri hanno riportato
punteggi più bassi nelle scale della Non-Intrusività e della Non-Ostilità, mo-
strando quindi di adottare, rispetto alle madri adulte, più comportamenti
che interferivano con l’attività del bambino, come ad esempio invadere lo
spazio o manipolare il corpo del figlio in modo intrusivo. Questi dati sono in
linea con quelli di altri studi che hanno indicato come le madri adolescenti
esprimano più emozioni negative e siano più intrusive ed ostili nei confronti
dei figli rispetto alle madri adulte (Berlin et al., 2002; Lee, 2009).
Un altro risultato importante del nostro studio, non presente invece
nei precedenti studi, riguarda il fatto che le madri adolescenti a 3 mesi
di vita del bambino appaiono meno capaci di strutturare l’attenzione del
bambino verso gli oggetti rispetto alle madri adulte, mostrando poca ini-
ziativa nel proporre dei giochi e rimanendo in silenzio senza commentare
l’attività del bambino. Anche altri studi hanno indentificato una minore abi-
lità di strutturazione da parte delle madri adolescenti ma solo a 2 anni di
vita del bambino (Driscoll e Easterbrooks, 2007).
Per quanto riguarda il comportamento infantile, la nostra ricerca è
il primo studio che ha valutato la disponibilità emotiva dei bambini nei
confronti delle madri adolescenti usando le scale EA, evidenziando come
i bambini di madri adolescenti hanno punteggi più bassi sia nella scala
della Responsività sia del Coinvolgimento rispetto ai bambini di madri
adulte, esprimendo quindi poche emozioni e una scarsa abilità ad essere
coinvolti ed interagire in modo positivo con la madre.
Per quanto riguarda infine l’attaccamento materno, abbiamo trovato,
in linea con i precedenti studi (Madigan et al., 2006, 2012; Riva Crugnola

107
E. Ierardi, S. Gazzotti, A. Albizzati, C. Riva Crugnola

et al., 2014), una differenza significativa nella distribuzione dei Modelli


Operativi Interni di attaccamento materno tra madri adolescenti e madri
adulte, con una più elevata percentuale di modelli di attaccamento insi-
curo per le madri adolescenti. Tale differenza potrebbe dipendere dal
fatto che le madri adolescenti hanno spesso avuto vissuto esperienze in-
fantili avverse e hanno un livello socio-economico basso, fattori che pos-
sono portare a sviluppare un modello di attaccamento insicuro (Diener,
Niever e Wirght, 2003; Madigan et al., 2006).
Da rilevare a questo proposito come questo sia il primo studio, a
nostra conoscenza, che confronta le diadi con madri adolescenti con le
diadi con madri adulte rispetto a tutte le dimensioni materne e infantili
implicate dal costrutto di disponibilità emotiva, tenendo in considerazione
anche i Modelli Operativi Interni di attaccamento materno. I risultati del
nostro studio indicano che la maternità precoce è un importante fattore
di rischio per la qualità della disponibilità emotiva nelle interazioni diadi-
che precoci delle diadi con madri adolescenti. Infatti, la giovane età ma-
terna di per sé, controllando SES e stato civile, influisce sia sulla qualità
della responsività materna sia sulla capacità dei bambini di coinvolgere
la madre. Lo studio non ha trovato inoltre un effetto generale dell’attac-
camento materno e un effetto di interazione tra attaccamento materno
ed età materna rispetto alla disponibilità emotiva di madre e bambino. La
giovane età materna sembra quindi essere il principale fattore di rischio
per la qualità della disponibilità emotiva nelle interazioni precoci madre-
bambino a 3 mesi.
Un altro importante risultato rispetto agli studi precedenti è che l’ina-
deguatezza di queste interazioni appare già a 3 mesi di vita del bambino.
Tale inadeguatezza rispetto alla disponibilità emotiva nelle diadi con madri
adolescenti potrebbe costituire un importante fattore di rischio per lo svi-
luppo socio-emotivo e per problematiche psicopatologiche del bambino
(Biringen et al., 2014). È noto infatti che una scarsa disponibilità emotiva
tra madre e bambino nel primo anno di vita è un predittore di un legame
di attaccamento insicuro del bambino (Easterbrooks et al., 2012). Allo
stesso modo l’intrusività materna verso il bambino, che anche l’EAS per-
mette di misurare, si è rilevata predittiva di problematiche esternalizzanti
nello sviluppo del bambino (Mäntymaa et al., 2004). In modo analogo, il
ritiro materno è un predittore di problematiche psicopatologiche in adole-
scenza (Lyons-Ruth et al., 2013). Allo stesso tempo, le precoci difficoltà
mostrate dalla madre nella strutturazione dell’attività di gioco del bambino
potrebbero essere un fattore di rischio per lo sviluppo cognitivo del figlio
(Garner, Rennie e Miner, 1996).
I risultati emersi forniscono rilevanti indicazioni per la pianificazione
di programmi di intervento preventivo per le madri adolescenti e i loro

108
Disponibilità emotiva e attaccamento materno

bambini. Alla luce dei dati esposti, sembra particolarmente importante


attuare interventi già a partire dai primi di vita del bambino con l’obiet-
tivo di supportare le madri adolescenti nell’essere emotivamente disponi-
bili verso i loro figli, aiutandole a regolare le loro emozioni, in particolare
quelle negative, e incrementare la loro capacità di mentalizzare il bam-
bino (Riva Crugnola, Ierardi, Gazzotti e Albizzati, 2013b; Riva Crugnola,
Ierardi, Albizzati e Downing, 2016; Slade et al., 2005). A questo propo-
sito nei programmi di intervento molto utile può essere la tecnica del
video-feedback (McDonough, 1993) che permette alle madri di rivedere
il filmato dell’interazione di gioco con il bambino e commentarlo insieme
allo psicologo al fine di individuare i punti di forza e di debolezza, soste-
nendo le strategie genitoriali efficaci ed eliminando quelle negative.
Lo studio presenta alcuni limiti. In primo luogo, la numerosità del
campione può limitare la possibilità di generalizzare i risultati; un numero
di partecipanti più ampio permetterebbe inoltre di dividere le diadi con
madri adolescenti in due gruppi sulla base dell’età materna al fine di in-
dagare le differenze nelle scale EA tra giovani madri tra i 15-18 anni e
madri tra i 19-21 anni. Potrebbe essere inoltre importante considerare
altri fattori di rischio, spesso associati alla maternità in adolescenza, che
potrebbero influenzare la disponibilità emotiva, come l’aver vissuto espe-
rienze di abuso fisico e/o sessuale, la presenza e il supporto di un part-
ner e la sintomatologia depressiva.

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[Ricevuto il 9 giugno 2016]


[Accettato il 13 febbraio 2017]

Emotional availability and maternal attachment in adolescent and adult mother-infant


dyads at three months

Summary. The study evaluated the effect of motherhood in adolescence on emotional avail-
ability in mother-infant interaction, considering maternal attachment Internal Working Models. Par-
ticipants were 50 adolescent mother-infant dyads (maternal age range = 15-21 years olds) and 50
adult mother-infant dyads (maternal age range = 25-40 years olds). At infant 3 months, mother-infant
interaction was video-recorded and coded with the Emotional Availability Scales and the Adult Attach-
ment Interview was administered to the mothers. Analysis showed that adolescent mothers were
less sensitive, more intrusive and hostile and less adequate in scaffolding their infant’s orientation to-
wards objects than adult mothers; infants of adolescent mothers were less involved and responsive
towards their mothers than infants of adult mothers. No interaction effect between maternal age
and maternal attachment on maternal and infant emotional availability was found. The results sug-
gest that early motherhood is an important risk factor for the quality of the emotional availability of
mother and infant at three months, showing with respect to other studies that the poor involvement
and the low responsiveness of the infant is also correlated to young maternal age in that period.

Keywords: Adolescent mother, emotional availability, mother-infant interaction, maternal at-


tachment, early motherhood.

Per corrispondenza: Elena Ierardi, Dipartimento di Psicologia, Università degli Stu-


di di Milano-Bicocca, Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1, 20126 Milano. E-mail: elena.
ierardi@unimib.it
Simona Gazzotti, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano-Bicoc-
ca, Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1, 20126 Milano. E-mail: simona.gazzotti@unimib.it
Alessandro Albizzati, ASST Santi Paolo e Carlo – Presidio San Paolo, Via A. di Ru-
dinì 8, 20142 Milano. E-mail: alessandro.albizzati@asst-santipaolocarlo.it
Cristina Riva Crugnola, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano-
Bicocca, Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, 20126 Milano. E-mail: cristina.riva-crugno-
la@unimib.it

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