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I sintomi di una 

idronefrosi dipendono da diverse caratteristiche e, precisamente, variano in base a tre


parametri:

 Velocità con cui si blocca la via urinaria

 Grado di chiusura, parziale o totale

 Ostruzione unilaterale o bilaterale

Una chiusura totale delle vie urinarie, infatti, è assai più grave di una chiusura parziale; lo stesso discorso
vale per l'idronefrosi bilaterale: infatti, il coinvolgimento di entrambi i reni implica un malfunzionamento
renale superiore, rispetto a quando l'idronefrosi è unilaterale. A seconda di quanto rapidamente si chiude il
passaggio al flusso di urina, si possono avere due forme di idronefrosi diverse, per alcuni aspetti simili e per
altri differenti. Quando l'occlusione si forma rapidamente, si parla di idronefrosi acuta; quando, al
contrario, l'ostruzione si crea piano piano, si parla di idronefrosi cronica.

IDRONEFROSI ACUTA

L'idronefrosi acuta si deve, solitamente, ai calcoli renali e si sviluppa in pochissime ore (ecco perché viene
definita acuta).
Il sintomo principale di una idronefrosi acuta è il dolore severo, che insorge a livello lombare e a uno o a
entrambi i fianchi (tra costole e anca). Talvolta, la sensazione dolorosa può avvertirsi anche a livello
dei testicoli (nell'uomo) o della vagina (nella donna). Inoltre, tende ad andare e venire e a peggiorare
quando il paziente beve qualcosa.
Al dolore si aggiungono i seguenti sintomi e segni:

 Nausea e vomito

 Difficoltà a urinare

 Infezioni renali batteriche, dovute al ristagno di urina

 Febbre alta, superiore ai 38°C

 Brividi incontrollabili

 Sangue nelle urine (prova inconfutabile della presenza di una calcolosi renale)

 Gonfiore in corrispondenza dei reni, quando l'idronefrosi è grave

IDRONEFROSI CRONICA

La condizione di idronefrosi cronica s'instaura, invece, molto lentamente: sono richieste, infatti, settimane,
se non anche mesi. La spiegazione di questa gradualità è da collegarsi, quasi sicuramente, alle cause: per
esempio, un tumore agli organi riproduttivi, una gravidanza ecc., sono processi lenti, che richiedono tempo
per causare l'idronefrosi.
Sintomi e segni non si discostano poi molto da quelli descritti per l'idronefrosi acuta. Il dolore rappresenta
sempre la manifestazione principale del disturbo, con la sola differenza che, in alcuni casi, è più leggero.

Alcuni dei sintomi conseguenti a una compromessa funzione renale:

 Stanchezza

 Gonfiore alle caviglie e alle mani, a causa della ritenzione idrica

 Respiro corto
 Malessere

 Sangue nelle urine

I pericoli più grandi, che corrono i malati di idronefrosi, sono l'atrofia renale e l'insufficienza renale. Queste
due condizioni patologiche hanno maggiore probabilità di verificarsi quando l'idronefrosi è bilaterale,
perché nelle forme unilaterali il rene sano riesce a compensare quello malato.
Un altro pericolo da evitare, che può insorgere a seguito di una idronefrosi malcurata, è la sepsi. La sepsi si
ha quando l'infezione renale batterica, conseguente al ristagno d'urina, intacca anche il sangue.

Diagnosi

Come accade per molte patologie, una pre-diagnosi di idronefrosi viene stabilita dal medico grazie a un
attento esame obiettivo. Successivamente, per una diagnosi certa, occorrono un'ecografia e ulteriori esami,
sia clinici che strumentali, per identificare le cause e le eventuali patologie e complicazioni associate.

ESAME OBIETTIVO

Il medico interroga il paziente in merito ai sintomi avvertiti e cerca di individuare alcuni segni specifici
dell'idronefrosi. In base alla descrizione, è possibile anche farsi un'idea del tipo di idronefrosi e delle
relative cause; ad esempio, se la comparsa dei sintomi è stata improvvisa (forma acuta), probabilmente il
malato soffre anche di calcoli renali; viceversa, se i sintomi sono insorti in modo graduale, all'origine può
esserci un tumore o un ingrossamento benigno della prostata.

ECOGRAFIA

L'ecografia è l'esame strumentale che permette di stabilire se il paziente è affetto o meno da idronefrosi.
Attraverso le immagini ecografiche, infatti, il medico specialista è in grado di vedere il gonfiore renale,
dovuto all'accumulo di urina.

Trattamento

La scelta della cura più appropriata dipende dalle cause scatenati e dalla gravità dell'idronefrosi stessa.
Nella maggior parte dei casi, occorre intervenire chirurgicamente. Il primo passo consiste nel rimuovere
l'accumulo di urina nel rene, per evitare l'insorgenza di un'infezione; il secondo passo è quello di rimuovere
l'ostruzione del tratto urinario; il terzo definitivo passaggio è dedicato alla cura delle cause, come per
esempio i calcoli renali o un eventuale tumore agli organi riproduttivi.
Prima si interviene e migliori saranno i benefici che ne trarrà il paziente. Questa indicazione è valida tanto
per le idronefrosi unilaterali, quanto per quelle bilaterali.
Una idronefrosi non curata a dovere, come si è visto, può causare sepsi e gravi danni renali (atrofia e
insufficienza renale).

IDRONEFROSI IN GRAVIDANZA

Al termine della gravidanza, l'idronefrosi si risolve spontaneamente, pertanto non è necessario intervenire
in modo invasivo, se non praticando periodicamente il drenaggio dell'urina.

IDRONEFROSI FETALE

La maggior parte dei casi di idronefrosi fetale non richiede trattamenti specifici. Infatti, il disturbo renale si
risolve, quasi sempre, alla nascita o in breve tempo.
Se all'origine dell'idronefrosi c'è il cosiddetto reflusso vescico-ureterale primario, potrebbero essere
richieste due contromisure: gli antibiotici, contro eventuali infezioni renali, e l'iniezione di una sostanza
liquida particolare, per impedire il reflusso.
Raramente l'idronefrosi fetale richiede, per la sua risoluzione, l'intervento chirurgico; intervento chirurgico
che, quando diventa necessario, è del tutto simile a quello degli adulti.

Prognosi e prevenzione

La prognosi è variabile, in quanto dipende da numerosi fattori, quali:

 Cause dell'idronefrosi

 Interessamento di uno o entrambi i reni

 Gravità dell'ostruzione che blocca il tratto urinario

 Forma di idronefrosi, acuta o cronica

 Quando si è intervenuti con la cura appropriata

Per chiarire quanto appena detto, è utile fare qualche esempio.


Per un paziente con idronefrosi da calcoli renali, la prognosi è positiva, in quanto i calcoli renali, al giorno
d'oggi, si curano in modo efficace. Viceversa, per un individuo con idronefrosi da tumore maligno della
prostata, la prognosi sarà decisamente peggiore, nonostante esistano anche delle cure appropriate.
Sono fondamentali la tempestività e la rapidità d'azione: intervenire agli esordi del disturbo significare
anticipare e prevenire le complicanze (infezioni renali, sepsi, atrofia renale insufficienza renale ecc); al
contrario, ritardare la diagnosi e l'intervento terapeutico, significa ridurre l'efficienza della cura e
peggiorare, di conseguenza, la prognosi.

PREVENZIONE

Una dieta equilibrata previene i calcoli renali, di conseguenza anche i disturbi renali. Lo stesso discorso vale
per i tumori: uno stile di vita sano, in generale, allontana il rischio di neoplasie e delle loro eventuali
complicanze. Tutto ciò può servire a prevenire l'idronefrosi, con ottimi risultati.

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