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CLAUDIA RAINVILLE
COLLANA «BEN-ESSERE»
www.amrita-edizioni.com
Metamedicina
Ogni sintomo è un messaggio
La guarigione a portata di mano
Edizioni
PRESSO LE EDIZIONI AMRITA:
RINGRAZIAMENTI
RINGRAZIAMENTI
Un grazie
Un grazie speciale
speciale aa Daniela
Daniela ee Dario
Dario Bartolini
Bartolini per
per aver
aver messo
messo aa
disposizione il
disposizione il loro
loro archivio
archivio fotografico, consentendo così
fotografico, consentendo così la
la creazione
creazione
della copertina.
Gli editori
Gli editori
INDICE
INDICE
Prologo...
Prologo 11
Metamedicina?..........11
Che cos'è la Metamedicina?
Come può intervenire la Metamedicina in un processo
guarigione?33
di guarigione?
Qual è il ruolo dell'operatore nella Metamedicina?
Metamedicina? ..........55
Come ho sviluppato l'approccio della Metamedicina
Metamedicina . .....66
Seconda parte
Seconda parte -- LeLe chiavi
chiavi dell'autoguarigione
dell'autoguarigione
Cap. VI - Il disagio di vivere liberarsene.............................97
vivere e come liberarsene 97
Cos'è il
Cos'è il disagio
disagio di
di vivere?97
vìvere? 97
Comeliberarsi
Come del disagio
liberarsi del disagio di
di vivere..................................
vivere 110
110
liberarsene... 115
Cap. VII - Il senso di colpa e le sue ripercussioni: come liberarsene.. 115
Da dove
Da dove viene il senso
viene il senso di
di colpa?
colpa?.................115 115
I quattro sensi di colpa principali da cui derivano tutti
altri...121
gli altri 121
I nostri sensi di colpa danno luogo a una una grande varietà
varietà
manifestazioni...129
di manifestazioni 129
Comeliberarsi
Come colpa?.................130
liberarsi dei sensi dì colpa? 130
Cap. Vili liberarsene.........143
Vili - Le paure e le loro ripercussioni: come liberarsene 143
Comeliberarsi
Come dalle paure
liberarsi dalle paure ee dalle
dalle fobie.............................
fobie 154
154
Comeliberarsi
Come liberarsi dell'ansia, dell'angoscia e delle fobie. fobie ......157 157
Cap. IX
Cap. IX -- La collera ee come
La collera come superarla
superarla.....................163 163
Come nasce
Come nasce un'emozione?............
un'emozione? 163
163
Come gestire
Come gestire un'emozione
un'emozione di di collera
collera ...............................166
166
Cap. X
X - La
La vergogna
vergogna e le sue manifestazioni: come superarla ......175 175
Provi
Provi unun senso di vergogna?................
vergogna? 175
175
Comeliberarsi
Come dal senso
liberarsi dal senso di
di vergogna?..............................
vergogna? 179
179
Comericostruire
Cap. XI - Come ricostruire la storia del proprio disagio o della
propria malattia
propria malattia...185 185
Prima tappa: che cosa rappresenta l'organo o la
colpita?...................185
parte del corpo colpita? 185
Seconda tappa: qual è il significato della tua malattia? ....185 185
Terza tappa: l'affezione.............................188
tappa: localizza l'affezione 188
Quarta tappa:
Quarta rintracciare la
tappa: rintracciare la comparsa
comparsa dei dei primi sintomi
primi sintomi
tenendo
tenendo conto del contesto in cui ti trovavi trovavi ......................189189
Quinta tappa: verifica se il disturbo in questione può
essere in risonanza con un evento analogo, vissuto in
Passato...
passato 189
189
Sesta tappa: quali sono i vantaggi
vantaggi che ti ti derivano dal tuo tuo
disturb0?.............191
disturbo? 191
Settima tappa: questo disturbo, questa malattia, cosa cosa titi
impediscono di fare?...............
fare? 191
191
Ottava tappa:
tappa: a quale atteggiamento mentale può può assimi-
malattia?.................192
larsi il tuo disturbo o la malattia? 192
Nonatappa:
Nona tappa: questo disturbo, questa malattia, cosa
vogliono
vogliono fartifarti capire?
capire?......................192 192
Decima tappa: una volta portata alla luce la causa del tuo
disturbo o della tua malattia, quale azione, quale decisio-
ne può esserti favorevole?...................
favorevole? 192
192
Undicesima tappa:
Undicesima tappa: quali
quali sono
sono lele osservazioni
osservazioni o o ilil miglio-
miglio-
ramento che hai notato dopo questa azione o soluzione? .... 193 193
Dodicesima tappa: che lezione puoi trarre da
malattia?193
questa malattia? 193
«Ciò che
«Ciò che chiamiamo
chiamiamo malattia
malattia èè la
lafase terminale di
fase terminale di un
un distur-
distur-
bo molto
bo molto più
più profondo
profondo ee perché
perché unun trattamento
trattamento possa avere
possa avere
davvero successo
davvero successo èè evidente
evidente che
che non basterà curare
non basterà curare la
la sola
sola
conseguenza senza
conseguenza senza risalire alla causa
risalire alla causa fondamentale
fondamentale che che
andrà eliminata».
andrà eliminata».
Dottor
Dottor Edward
Edward Bach
Bach
CHE COS'È
CHE COS'È LA
LA METAMEDICINA®*?
METAMEDICINA®*?
Il termine "Metamedicina" è formato
formato dal prefisso
prefisso greco meta, che
significa "al di là" e dal sostantivo "medicina", che significa "l'insieme
dei mezzi messi in atto per prevenire,
prevenire, guarire e alleviare le malattie".
La Metamedicina va al di là della semplice cancellazione del dolo-
re o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del fattore
responsabile dei disturbi.
In Metamedicina,
Metamedicina, il dolore, il malessere o l'affezione sono conside-
rati segni precursori
precursori dell'incrinarsi dell'armonia in unauna parte
parte dell'orga-
nismo, e far far scomparire questi segnali senza ricercare l'informazione di
cui sono forieri sarebbe come disinserire l'allarme antifumo dopo che
ha rilevato un focolaio
focolaio d'incendio. Ignorando l'allarme, rischiamo di
trovarci nel bel mezzo delle fiamme, ed è precisamente quanto fanno
coloro che inghiottono una medicina senza cercare di capire quale sia
l'origine del
l'origine del segnale.
segnale. Questo
Questo non
non implica
implica automaticamente
automaticamente che che sia
sia
necessario rifiutare una medicina che potrebbe darci sollievo: significa
invece non limitarsi a voler cancellare il dolore o a voler far scomparire
ii sintomi,
sintomi, ma ma voler eliminare anche
voler eliminare anche ciò
ciò che
che ha
ha potuto originarli.
potuto originarli.
A titolo
titolo d'esempio vi vi racconto un'esperienza
un'esperienza personale, vissuta
vissuta
all'età di undici anni: avevo un orzaiolo dopo l'altro e una una compagna
di classe
di classe mimi suggerì
suggerì di
di rivolgermi
rivolgermi aa una
una sua
sua zia
zia guaritrice,
guaritrice, che
che avrebbe
avrebbe
liberarmene. Andai a trovarla,
potuto liberarmene. trovarla, e la donna si limitò ad appoggia-
** Metamedicina©
Metamedicina© èè un marchio registrato.
un marchio registrato. Non
Non ne
ne èè consentito
consentito l'uso
l'uso se
se non
non per
perdiretta
diretta
autorizzazione dell'autrice
autorizzazione dell'autrice di
di questo
questo libro.
libro.
re il suo anello d'oro nel punto in cui stava spuntando un un nuovo forun-
colo dolorosissimo;
colo dolorosissimo; mi mi disse:
disse: «Vai
«Vai ee non
non ringraziarmi»,
ringraziarmi», cosacosa che
che ioio
feci. Da
feci. Da quel
quel giorno,
giorno, non
non ho
ho mai
mai avuto
avuto un altro orzaiolo.
un altro orzaiolo.
Mi aveva guarita? L'interrogativo è tutto tutto qui.
Far
Far scomparire un un sintomo, un dolore o una manifestazione non
significa necessariamente
significa necessariamente guarigione
guarigione perché
perché la la causa
causa che
che gli
gli haha dato
dato
origine può ripresentarsi dopo un un certo tempo,
tempo, in modo più più ampio
oppure sotto una nuova forma. Fu proprio ciò che accadde a me: la mia
fiducia nelle qualità terapeutiche della donna era stata sufficiente per
annullare del tutto quel "segnale" del mio organismo, ma la causa che
l'aveva originato non era stata eliminata sicché, in seguito, ebbi cbbi una
tonsillite dietro l'altra. Questa volta volta mi rivolsi al medico di famigliafamiglia
che mi prescrisse
prescrisse in un primo tempo
tempo delle compresse di iodio, che mi
diedero benben poco
poco sollievo. Poi passò
passò agli antibiotici, i cui risultati furo-
no piuttosto effimeri; la soluzione definitiva era di farmi operare di ton- ton-
sille. L'intervento chirurgico ebbe luogo, ma la causa del problema era
ancoralì
ancora lì sicché, in seguito, si manifestarono faringiti e laringiti.
Le
Lecartelle
cartelle cliniche sono piene di storie di questo genere; per esempio,
c'è il caso di una donna a cui trovano un piccolo nodulo al seno, durante
un esame
esamedi di routine: il medico le raccomanda di fare una mammografia,
poi una biopsia; diagnosi: fibroadenoma, ossia un piccolo tumore di natu-
ra benigna.
benigna. La paziente si sente rassicurata.
Qualche anno dopo la stessa donna scopre un'altra protuberanza
sul seno: non si preoccupa, pensando che si tratti probabilmente di un
altro piccolo
altro piccolo tumore
tumore benigno ma, questa
benigno ma, questa volta, il seno
volta, il seno le
le fa male; inol-
fa male; inol-
tre compaiono gangli ascellari, il che la spinge a recarsi nuovamente
dal medico. Dopo Dopo gli esami adeguati, la diagnosi è: cancro.
A eliminandoil
A questo punto, interviene il chirurgo eliminando il tessuto anoma-
lo dal seno. La La paziente
paziente viene
viene sottoposta per per un
un anno a trattamenti
trattamenti di
radioterapia e chemioterapia, dopo di che sembra si possa possa cantar vitto-
vitto-
ria. La paziente conduce una vita vita normale. Poi compaiono dolori alle
anche. e si scopre che si tratta di un
anche, un cancro alle ossa: pochi anni più
tardi, la donna muore per un un cancro generalizzato.
Beninteso,
Ben inteso, non tutte le storie vanno così: non è che tutti quelli che
hanno gli orzaioli finiscono necessariamente per per avere in seguito tonsilliti
tonsilliti
o laringiti, e chi ha un un piccolo tumore
tumore benigno
benigno al seno non necessaria-
mente svilupperà un cancro.
cancro. L'evoluzione della manifestazione è deter-
minata dalla causa stessa che può essere temporanea o prolungata: sono le
cause di grande intensità o che vengono alimentate a dar luogo a una serie
di manifestazioni o a malattie gravi come comeilil cancro, la sclerosi, eccetera.
Fintantoché si interviene sull'effetto o sulle manifestazioni che,
sempre nel caso del nostro esempio, sono l'estrazione del fibroadeno-
ma, Fasportazione
F asportazione del seno, i trattamenti di radioterapia ec chemiotera-
pia,
pia, la causa continua a lavorare ec a propagarsi
propagarsi proprio
proprio come un'er-
baccia che viene
baccia che tagliata senza
viene tagliata senza estirparne
estirparne le
le radici.
radici.
Teniamo aa mente
Teniamo mente che
che non
non vivi èè alcuna
alcuna manifestazione
manifestazione (dolore,
(dolore,
indurimento, sanguinamento,
indurimento, sanguinamento, eccetera)
eccetera) priva
priva di
di causa;
causa; ogni
ogni causa
causa pro-
pro-
duce effetti che a loro voltavolta generano nuove cause e ancora più nume-
rosi effetti.
rosi effetti.
Cosa avrebbe potutopotuto fare quella guaritrice che avevo consultato
quando avevo undici anni per per condurmi verso
verso una vera
vera guarigione?
Avrebbe
Avrebbepotuto
potuto certamente usare
usare l'anello d'oro che aveva posato
posato sul mio
orzaiolo ma, in seguito, avrebbe dovuto farmi delle domande, aiutarmi a
eliminareil
scoprire e poi a eliminare il fattore responsabile di questi orzaioli.
Queste ultime due tappe corrispondono all'approccio tipico della
Metamedicina, che può essere usato da medici, infermieri, terapeuti,
guaritori, pranoterapeuti e così via per guidare la persona che si è
rivolta a loro nel processo di recupero della salute. Volutamente uso il
verbo ''guidare",
"guidare", perché l'unica guarigione vera è Tautoguarigione.
Non si può guarire nessuno contro la sua volontà, e soltanto la
volontà sincera di guarire può motivare una persona a operare i muta-
menti necessari nei suoi atteggiamenti, nel suo sentire e nelle emozio-
ni responsabili della sua sofferenza.
COME PUÒ
COME INTERVENIRE LA
PUÒ INTERVENIRE LA METAMEDICINA
METAMEDICINA IN
IN UN
UN PROCESSO
PROCESSO
DI GUARIGIONE?
DI GUARIGIONE?
La Metamedicina aiuta a ricostruire la storia di un disturbo, di una
malattia o di un mal-essere profondo risalendo per quanto possibile alla
comparsa dei primi sintomi; a questo scopo si usano le chiavi che orienta-
no il "colloquio pertinente", necessario per scoprire la o le cause del male.
Quale "colloquio pertinente"
pertinente" avrebbe potuto
potuto mettere in atto la gua-
ritrice se fosse
fosse stata al corrente della Metamedicina? Servendosi della
simbologia del corpo e delle sue manifestazioni, avrebbe saputo che,
giacché il disturbo mi colpiva gli occhi, la causa aveva a che fare fare con
qualcosa che
qualcosa che vedevo; inoltre avevo
vedevo; inoltre avevo continue
continue infezioni,
infezioni, di
di conseguenza
conseguenza
mi avrebbe chiesto se c'era qualcosa che vedevo
vedevo e che mi mandava in
collera, o mi addolorava o mi faceva provare
provare vergogna.
vergogna. Era proprio
questo il mio caso: verso l'età di undici anni, assistevo continuamente
a scene di violenza in famiglia, e quando vedevo mia sorella con il
sangue al naso per ore perché era stata picchiata, provavo una collera
furibonda
furibonda nei confronti di mio fratello
fratello che esprimeva la propria soffe-
renza attraverso la violenza.
violenza. E tuttavia avevo troppa paura di lui per
parola: la collera nel vedere quelle scene si
osare dire anche solo una parola:
manifestava dunque attraverso gli orzaioli, ec la mia impotenza nel-
l'esprimerla si
l'esprimerla si traduceva
traduceva in in tonsilliti, faringiti, laringiti.
tonsilliti, faringiti, laringiti. Non appena
Non appena
quel fratello si allontanò dalla famiglia, quando avevo quindici anni,
tutto cessò.
In un
In un primo tempo, la
primo tempo, la guaritrice
guaritrice avrebbe
avrebbe potuto
potuto dunque
dunque farmi
farmi pren-
pren-
dere coscienza di questa collera che ribolliva in me e, in una una seconda
fase, avrebbe potuto
potuto aiutarmi a liberarmene facendomi facendomi capire quale
fosse la ragione del comportamento aggressivo di mio fratello: non era
forse stato picchiato
picchiato anche lui? Non Non portava
portava forse in sé una una grande sof-
ferenza, che esprimeva attraverso la violenza violenza perché
perché si sentiva incapace
di liberare le lacrime? In tal modo, invece di giudicare mio fratello,
avrei potuto comprenderlo... Chissà?! Chissà?! Se si fosse sentito compreso e
amato, forse
forse questo l'avrebbe aiutato, ec avrebbe aiutato anche noi...
E notevole come l'aiuto che si può dare a una persona tramite la
Metamedicina spesso finisca per avere ricadute positive sulle persone
circondano. Non
che la circondano. Non bisogna
bisogna però credere che la Metamedicina
Metamedicina sia
un
un approccio semplicistico, anzi: non si limita a una una causa che produ-
ce un effetto, perché un sintomo, un dolore o una malattia possono
risultare da
risultare da unun insieme
insiemedi di fattori riuniti.
fattori riuniti.
Era
Era il caso dei miei orzaioli: c'era una seconda causa che scoprii
continuando le mie ricerche, ed cd era connessa ad un senso di vergogna.
Infatti, nel
Infatti, nel periodo degli orzaioli
periodo degli orzaioli (mi(mi erano
erano venuti
venuti tra gli undici
tra gli undici ee ii
quattordici anni) avevo una gran difficoltà nell'ortografia, ece i professo-
ri sbandieravano in classe i miei mici errori di francese o mi rimproverava-
no davanti
no davanti aa tutti. Va detto
tutti. Va detto che
che storie
storie simili
simili possono
possono produrre
produrre manife-
manife-
stazioni molto diverse a seconda delle persone: ad esempio, lo stress
emotivo dovuto alla perdita di un figlio in un incidente può, per una
madre, dar luogo a un cancro al seno e, per un'altra, un'altra. provocare un
fibroma uterino;
fibroma uterino; per
per un'altra ancora, interverrà
un'altra ancora, interverrà una depressione nervo-
una depressione nervo-
sa. Nel primo
primodi di questi casi, la madre può essersi sentita responsabile o0
addirittura colpevole dell'incidente occorso al figlio: figlio; nel secondo caso
può essersi
può essersi sentita
sentita impotente
impotente di di fronte alla sofferenza
fronte alla sofferenza del
del figlio
figlio ee aver
aver
tenuto dentro un profondo dolore; infine, nel terzo caso, forse quel
figlio era la
figlio era la sua
sua ragione
ragione di
di vita
vita ee la
la morte
morte del
del bambino
bambino può averle tolto
può averle tolto
il gusto di vivere, depressione.
vivere, da cui è derivata la depressione.
Una stessa malattia può a sua volta avere cause molto diverse; ad
esempio l'asma può
può esprimere, in una persona,
persona, un senso di oppressione
perché
perché si sente limitata nel suo spazio; questo spazio può riguardare
tanto un bisognodi
bisogno di libertà quanto il bisogno di essere riconosciuto, o di
avere un posto tutto per sé. In un'altra persona, può essere collegata a
un senso di colpa profondorelativo
profondo relativo alla propria nascita (se questa per-
per-
sona per esempio si è creduta responsabile della sofferenza di sua
madre): a causa di questo senso di colpa, la persona
persona si vieta
vieta di vivere
vivere
appieno, e lo fa impedendosi di respirare bene. bene. In un
un altro caso, potrà
trattarsi del
trattarsi del bisogno
bisogno didi ottenere
ottenere attenzione
attenzione o
o di
di un mezzo per
un mezzo per porre
porre fine
fine
ad un conflitto fra
fra i genitori; in un
un altro caso ancora tale
tale disturbo potrà
essere legato alla paura di perdere
perdere una
una persona
persona affettivamente indispen-
sabile. Per
Per questo ci serviremo della simbologia del corpo e delle sue
manifestazioni per
manifestazioni per orientare
orientare il
il colloquio,
colloquio, che
che èè l'unico
l'unico aa consentirci
consentirci di
di
ricostruire la storia personale per scoprire la causa inerente.
Quando si
Quando si vuole
vuole sfuggire ad una
sfuggire ad una situazione che comporta
situazione che comporta una
una
lezione importante
lezione importante per la nostra
per la nostra evoluzione,
evoluzione, la
la malattia
malattia può
può
obbligarci ad
obbligarci ad affrontarla.
affrontarla.
QUAL È
QUAL È IL
IL RUOLO
RUOLO DELL'OPERATORE
DELL'OPERATORE NELLA
NELLA METAMEDICINA?
METAMEDICINA?
Consiste nell'accompagnare la persona
persona nel suo cammino,
— aiutandola a cercare il fattore che ha causato lo spezzarsi dell'armo-
nia del suo organismo e ha generato la sofferenza morale o fisica;
— conducendola a prendere
prendere coscienza dell'atteggiamento mentale
responsabile:
responsabile;
— aiutandola a liberare l'emozione o il sentimento collegato a quel-
l'atteggiamento, per esempio una preoccupazione repressa, una
paura alimentata, un segreto mai rivelato, un rancore non liberato,
un senso di
un senso di ingiustizia,
ingiustizia, un senso di
un senso di colpa,
colpa, eccetera;
eccetera;
— guidandola nel processo di trasformazione
trasformazione di una convinzione che
non le è di aiuto, della dolorosa chiave di lettura di un evento pas-
sato;
sato;
— incoraggiandola
— incoraggiandola aa prendere
prendere una decisione che
una decisione che le
le sia
sia favorevole,
favorevole, oo aa
fare un'azione precisa
fare un'azione che comporterà
precisa che comporterà ilil ristabilirsi
ristabilirsi dell'armonia
dell'armonia e,
e,
di conseguenza, il ritorno della pace interiore che si manifesterà
con uno stato di benessere.
benessere.
Tutto questo
Tutto questo può aver luogo
può aver luogo soltanto
soltanto inin un clima di
un clima di fiducia, di
fiducia, di
accoglienza, senza giudicare, in cui l'operatore può assumere il ruolo
di consigliere, confidente, ec a volte offrire la tenerezza di una madre,
senza mai oltrepassare i limiti del suo status di accompagnatore.
Tutto ciò richiede sia compassione che distacco: compassione per
comprendere la sofferenza dal più profondo del cuore, la sofferenza
che l'altro a volte
volte si rifiuta di sentire; il distacco per non approfittare
del proprio ruolo di accompagnatore per esercitare la nostra volontà al
chesi
posto della persona che si è rivolta a noi.
Non ci si improvvisa operatore di Metamedicina, lo si diventa gra-
dualmente con l'esperienza e con lo sviluppo del proprio sentire.
Questo avviene grazie all'amore e al desiderio sincero di contribuire a
un maggiore benessere delle persone che ci chiedono
chiedonoaiuto.
aiuto.
Una guida
Una guida non
non può condurre gli
può condurre gli altri
altri in
in territori
territori che
che non
non ha
ha prima
prima
esplorato lei stessa, ec un operatore di Metamedicina, di conseguenza,
dovrà aver imparato ad autointerrogarsi sull'origine dei suoi disturbi o
delle sue malattie assumendosi la responsabilità delle propria vita,
della propria salute e della propria felicità.
COME HO
COME HO SVILUPPATO
SVILUPPATO L'APPROCCIO
L'APPROCCIO DELLA
DELLA METAMEDICINA
METAMEDICINA
Sono nata in anticipo, con il cordone ombelicale intorno al collo, e ho
impiegato più di tre settimane per aprire gli occhi, tanto che mia madre mi
credeva cieca. Va precisato che la gestazione era avvenuta in circostanze
terribili: sposata con un alcolista violento che la picchiava, mia madre
vedeva ogni gravidanza come un vero e proprio incubo. incubo. Quando annun-
ciò a mio padre d'essere di nuovonuovoincinta,
incinta, lui le disse: «Questo vitello che
nascerà, l'ammazzerò
nascerà, l'ammazzerò sull'angolo
sull'angolo della
della casa».
casa». LaLa mamma
mammaera così infeli-
era così infeli-
ce che avrebbe voluto farla finita gettandosi nel fiume, ma la sua respon-
sabilità di madre le impediva di mettere in atto il progetto. Più si avvicina-
va il giorno della mia nascita, più aumentava la violenza di mio padre e
una notte il suo furore fu tale che mia madre dovette scappare, rifugiando-
natalì,
si dai suoi genitori. Sono nata lì, con questo pesante passato fetale.
All'età di sei
All'età di sei anni
anni mi
mi mandarono
mandaronoin collegio per
in collegio per cominciare
cominciare le le ele-
cle-
mentari. Fu
mentari. Fu un anno pieno
un anno pieno didi raffreddori,
raffreddori, polmoniti, compresa la
polmoniti, compresa la mia
mia
prima operazione per
prima operazione per togliermi
togliermi le le adenoidi.
adenoidi. Passai
Passai più
più della
della metà
metà di di
quel primo
quel primo anno
annodi scuola in
di scuola in infermeria,
infermeria, sicché
sicché dovetti
dovetti ripetere
ripetere l'anno.
l'anno.
La
La storia di questo mal-essere, o per per meglio dire di questo mal-di-
vivere,
vivere, si sarebbe manifestata in seguito attraverso molte altre affezioni,
quali foruncoli,
quali foruncoli, orzaioli,
orzaioli, tonsilliti, laringiti, psoriasi,
tonsilliti, laringiti, eczema, magrezza,
psoriasi, eczema, magrezza,
storte, ipotensione,
storte, ipotensione, anemia,
anemia, ipoglicemia,
ipoglicemia, allergie,
allergie, mal
mal di
di schiena,
schiena, litiasi
litiasi
biliare, cancro al collo dell'utero... e la lista non è completa!
completa!
Ciò che
Ciò che tuttavia non voglio
tuttavia non voglio passare sotto silenzio,
passare sotto silenzio, èè la
la sofferenza
sofferenza
inespressa che mi permeava e che si traduceva in depressioni fortissi-
me di cui le persone intorno a me non sospettavano nulla, ma nelle
quali, anno dopo anno, sprofondavo. Mi sentivo così turbata dentro da
pensare d'essere pazza.
Collezionavoii biglietti
Collezionavo da visita
biglietti da degli ospedali,
visita degli ospedali, nonché
nonché le le boccette
boccette
medicine: credevo nella medicina allopatica, giacché i miei studi
delle medicine;
avevanoorientato
mi avevano orientato in quel senso, fino a conseguire una specializza-
zione. Ma
zione. Ma più
più facevo uso di
facevo uso di quella
quella medicina
medicina ee più mi invischiavo
più mi invischiavo nella
nella
malattia e nella sofferenza che portavo in me.
II miei
mici tentativi di suicidio
tentativi di suicidio furono come ultime
furono come grida d'aiuto;
ultime grida d'aiuto: ee fufu
durante una
durante una morte
morte clinica
clinica che
che rinacqui.
rinacqui. NonNon furono
furono né né ilil lavaggio
lavaggio
gastrico né
gastrico né lele iniezioni
iniezioni aa ridarmi
ridarmi l'energia
l'energia ee la la voglia
voglia di di vivere,
vivere, mama
piuttosto la
piuttosto la voce dolce ee accogliente
voce dolce accogliente di di una
una giovane
giovane infermiera
infermiera che, che,
vedendomiinerte,
vedendomi inerte, attaccata a un respiratore, esclamò con grande com-
passione queste
passione queste semplici
semplici parole:
parole: «Ah!
«Ah! Dio
Dio mio,
mio, povera micina!»
povera micina!»
Fu dopo quell'evento
Fu dopo quell'evento che che intrapresi
intrapresi il
il processo
processo non non tanto
tanto didi liberar-
liberar-
mi di
mi di quel
quel "male
"male di
di vivere"
vivere" di di cui
cui ignoravo
ignoravo persino l'esistenza, quanto
persino l'esistenza, quanto
quello di comprendere cosa mi aveva condotta a tali depressioni.
Almenoall'inizio
Almeno all'inizio avanzai a tentoni, cercando di collegare i disturbi
e le malattie che avevo avuto: avevo a disposizione un libretto di Louise
Hay,
Hay, Guarisci il tuo corpo, che proponeva proponeva un approccio metafisico.
La mia mentalità cartesiana, influenzata dalla disciplina professio-
nale, mi imponeva d'essere un'osservatrice, di stare in guardia davanti
all'idea che si possa creare o sviluppare una malattia a causa delle pro-
prie
prie convinzioni o dei propri atteggiamenti mentali.
Ciò che fece cadere ogni mia resistenza e mi indusse ad approfon-
dire tale approccio, fu un mal di schiena per il quale ero in cura da due
anni da un fisioterapista: una radiografia della colonna vertebrale
aveva dato come esito una malformazione della quinta lombare il che,
secondo la
secondo la medicina,
medicina, eraera la
la causa
causa deidei miei
mici mal
mal didi schiena;
schiena; si si era
era parla-
parla-
to di intervento chirurgico, ma non mi sentivo abbastanza pronta per
accettare quella
accettare quella soluzione.
soluzione.
Grazie al
Grazie al libretto
libretto di
di Louise
Louise Hay, misi in
Hay, misi in rapporto
rapporto la la schiena
schiena ee l'idea
l'idea
"carico": di cosa mi facevo carico? Mi facevo carico dei problemi di
di "carico":
tutte
tutte lele persone
persone cheche mi
mi circondavano,
circondavano, di di mia
mia madre,
madre, delle delle mie
mie sorelle,
sorelle,
dei miei
dei miei amici...
amici... Perché?
Perché? Per diverse ragioni,
Per diverse ragioni, fra
fra cui
cui ilil desiderio
desiderio di di con-
con-
trobilanciare
trobilanciare l'impressione di essere stata cattiva. Occupandomi degli
altri, avevo l'impressione di essere buona. buona. C'era anche il bisogno bisogno di
essere amata, ed era cra persino una ragione per per vivere
vivere (questo, però, però,
l'avrei scoperto solo molti anni dopo).
Da quella presa
Da quella di coscienza
presa di coscienza in in poi,
poi, decisi
decisi di di lasciare
lasciare cheche gli
gli altri
altri
affrontassero ii loro
affrontassero loro problemi.
problemi. PrimaPrima ero
ero sempre
sempre io io aa trovar loro delle
trovar loro delle
soluzioni, e molto spesso diventavo io stessa la loro soluzione; soluzione: da allo-
ra, mi sarei accontentata di aiutarli ad aiutarsi, e solo se me l'avessero
richiesto. NeiNei giorni che seguirono, potei potei constatare la scomparsa del
mal di
mal di schiena;
schiena: smisi
smisi didi fare gli esercizi
fare gli esercizi ee ii trattamenti
trattamenti di di fisioterapia,
fisioterapia, ee
io che avevo bisogno
bisogno di prove
prove perper credere, fuifui servita di barbabarba ec capelli.
A
A questo punto incominciai a eliminare tutte tutte le mie malattie usando usando
questo approccio: più più procedevo nelle mie scoperte, più più ci guadagnavo
contempo. perdevo interesse nel mio lavoro di
in salute. Tuttavia, nel contempo,
microbiologa; mi dicevo: «Cosa ci faccio qui? Contribuisco a eliminare
solo gli
solo gli effetti,
effetti, mentre
mentre sarebbe
sarebbe molto
molto più
più importante
importante operare
operare per
per elimi-
elimi-
nare le
nare le cause».
cause».
Manon
Ma cera facile lasciare ciò che, per me, rappresentava la sicurez-
non era
za economica; in quel nuovo approccio, nessuno mi offriva uno stipen-
dio e avevo paura dell'ignoto. Fu Fu allora che incominciarono i dolori al
nervo sciatico; un dolore mi segava in due il muscolo della coscia, e
soffrivo anche di stitichezza accompagnata da gas intestinali; per coro-
cbbi un'infezione alle gengive con mal
nare il tutto, ebbi maldi di denti. Era abba-
stanza, bisognava che prendessi una decisione e affrontassi le mie
paure,
paure, la maggiore delle quali era la paura di sbagliare, e di non poter poter
indictro.
far marcia indietro.
Fu allora che
Fu allora che incontrai
incontrai ilil dottor
dottor Herbert
Herbert Beierle
Beierle cheche teneva
teneva unun
seminario su "Essere padronipadroni della propria vita";vita"; gli parlai della mia
indecisione, ed egli mi disse:disse: «Nella vita non facciamo mai maierrori,
errori, fac-
ciamo solo esperienze. Cosa sei venuta venuta a fare
fare al mondo, se non a vive- vive-
re esperienze per la tua evoluzione?»
Fra precisamente
Era precisamente ciò che avevo bisogno bisogno di sentirmi dire. Presi Presi
dunque la decisione di lasciare il mio lavoro, e malgrado la mia fami- fami-
glia e i colleglli facessero tutto il possibile
possibile per dissuadermi, non tornai
sui miei passi:
passi: diedi le dimissioni dalle mie funzioni
funzioni in ambito ospeda-
mici malanni scomparvero. La
liero. Tutti i miei La partita,
partita, però, non era anco-
ra vinta:
ra ero appena
vinta: ero appenaall'inizio delle mie
all'inizio delle mie scoperte.
scoperte.
Frequentai
Frequentai un un centro
centro didi crescita
crescita interiore
interiore per
per continuare
continuare ii miei
mici
studi di metafisica, ec proseguii Restavanotuttavia
proseguii a fare collegamenti. Restavano tuttavia
ancora molti interrogativi senza risposta, ec molti dei disturbi che anco-
ra sentivo,
ra sentivo, ee che
che certo
certo non
non erano
erano ii benvenuti, non erano
benvenuti, non erano menzionati
menzionati nel
nel
libro di
libro di Louise Hay. Per
Louise Hay. Per scoprirne
scoprirne lala causa,
causa, dovetti
dovetti farne le spese.
farne le spese.
Poi feci
Poi feci lala conoscenza
conoscenza di di Alex
Alex Tanous,
Tanous, un un medium
medium che che teneva
teneva
seminari sulla crescita interiore, e costui mi fornì la comprensione del
collegamento fra il nostro presente e il passato. Grazie a lui scoprii
che molte delle difficoltà che incontriamo in età adulta sono in riso-
nanza con situazioni emotive irrisolte del nostro passato. passato.
Il centro di crescita personale in cui avevo lavorato per anni mi
aveva dato molto: la direttrice mi aveva condotta fin dove aveva potu-
to,
to, ma ormai era tempodi
tempo di continuare le ricerche con le mie gambe. Le
indirizzai sia verso
verso la terapia
terapia individuale che versoverso la terapia di grup-
po. Servendomiinizialmente
po. Servendomi delle conoscenze
inizialmente delle conoscenze che che avevo
avevo accumulato,
accumulato,
approfondivo mediante una una serie di domande la probabile causa del
problemaper
problema per il quale venivo consultata;
consultata: ad esempio Antonia si rivolse
a me con una leucemia acuta; i medici le avevano dato tre mesi di vita.
Non avevo alcuna idea di che cosa potesse aver causato una leuce-
mia acuta, ma sapevo, per aver studiato patologia, che si trattava di
una proliferazione di
una proliferazione di globuli
globuli bianchi immaturi. In
bianchi immaturi. In generale
generale ii globuli
globuli
bianchi
bianchi hanno unun ruolo di difesa, sicché orientai il mio interrogatorio
in quel senso. Forse che Antonia aveva avuto l'impressione di dover
abbastanza. di quella lotta in cui
combattere? Forse che ora ne aveva abbastanza,
si sentiva votata alla perdita? Era proprio così. Liberando questo senso
di scoraggiamento, individuando soluzioni che Antonia non aveva
preso in considerazione ma che poi si rivelarono molto favorevoli, la
donna guarì dalla leucemia e ritrovò la salute.
A volte mi chiedevo che cosa la persona dovesse subire a causa del
disturbo o della malattia che aveva; se, per per esempio, doveva smettere di
immobilizzata. o essere privata
lavorare, o rimanere immobilizzata, privata di qualcosa, non
era forse ciò che,che. inconsciamente, la persona desiderava? Ad esempio,
l'immobilità: forse
l'immobilità: forse che
che quella
quella persona aveva bisogno
persona aveva bisogno di di una
una pausa che
pausa che
non si concedeva? E la gente che veniva privata di un piacere, cercava
forse di autopunirsi? Le mie ricerche proseguivano in quel senso.
Quando mi chiedevano come si chiamasse questo approccio, non
avevo un un nome preciso
preciso da dare, e la cosa non aveva importanza: per per
me, contavano solo i risultati. Era ben ben diverso perper la mia segretaria,
che si sentiva imbarazzata non potendo rispondere a quella domanda.
Un giorno
Un giorno venni invitata in
venni invitata in una
una trasmissione televisiva che
trasmissione televisiva che sisi intitola-
intitola-
va
va Metamedicina,
Metamedicina, ee che che voleva dimostrare quanto
voleva dimostrare quanto fosse
fosse importante
importante
andare al di là dei mezzi proposti dalla medicina ufficiale:
ufficiale: era precisa-
mente ciò che facevo io, ec da quel momento chiamai con questo termi-
ne l'approccio che andavo sviluppando.
sci anni più tardi, dopo aver avuto in terapia più di tremila
Fu solo sei
persone e dopo essermi autoguarita, che mi decisi a scrivere; pensavo:
«Se ho potuto
potuto uscire da sola da questa sofferenza che mi tormentava
tormentava da
tanto tempo, possono farlo tutti».tutti». Avevo tante meravigliose scoperte
da condividere, ma il mio timore era di non esserne capace. Affrontai
questa paura
questa paura tuffandomi, malgrado l'inesperienza
tuffandomi, malgrado l'inesperienza inin questo
questo campo,
campo, nel nel
mondodella
mondo della scrittura; lasciai che il mio cuore e la mia memoria si rac-
contassero per mezzo della penna.
II risultati
risultati andarono
andarono ben oltre le
ben oltre le mie
mie speranze:
speranze: ilil mio
mio primo libro
primo libro
divenne un best-seller
best-seller in brevissimo
brevissimo tempo, e negli anni che seguirono
ricevetti una quantità di lettere provenienti da diversi paesi. In tutta
quella posta
quella posta cheche andava
andava dall'elogio
dall'elogio aa commenti
commenti meno meno lusinghieri,
lusinghieri,
esseri umani mi raccontavano come, con quel libro, avessero potuto
liberarsi di unun disturbo o di una malattia sui quali i medicinali non
avevano fatto
fatto effetto. Altri mi chiedevano un un consiglio o ulteriori
ulteriori
delucidazioni, e altri ancora volevano conoscere la causa di disturbi o
malattie non
malattie non menzionati
menzionati nel
nel libro.
libro.
Grazie aa tutte
Grazie tutte quelle
quelle lettere,
lettere, ma
ma anche
anche grazie
grazie ai
ai seminari
seminari ee alle
alle con-
con-
ferenze che continuavo a tenere, riuscii ad approfondire ulteriormente
ulteriormente
le mie conoscenze in Metamedicina; nel frattempo, però, mi accorsi
che ciò che a me sembrava tanto semplice, si rivelava estremamente
complesso per
complesso per il
il profano. Presi allora
profano. Presi allora coscienza
coscienza che
che ben
ben pochi sapeva-
pochi sapeva-
no come usare questo fantastico strumento di risveglio della coscienza
che conduceva
che conduceva all'autoguarigione,
all'autoguarigione, eded èè per questo che
per questo che il
il mio
mio libro
libro ha
ha
subito revisioni, correzioni, completamenti, affinché possa assumere
ancora più pienamente il ruolo al quale è destinato, quello di risveglia-
re le coscienze.
Tutte le storie che vi leggerete sono autentiche, ec molte di esse sono
il frutto delle consultazioni mie o di altri terapeuti del Carrefour tera-
peutico di Metamedicina; sono state tuttavia un poco modificate,
"camuffando" i personaggi
personaggi perper rispettare l'anonimato, ec le abbiamo
volontariamente presentate in modo sintetico per captare l'essenziale
per il nostro studio. Con questo, non vogliamo dire che la storia sia
stata semplice, o che avesse un'unica
un'unica causa: la Metamedicina
Metamedicina è con-
temporaneamente semplice e complessa. Semplice per le "chiavi" che
usa, complessa per tutte le probabilità che le sono offerte.
Le spiegazioni
Le spiegazioni fornite per le
fornite per le diverse
diverse patologie
patologie in
in que-
que-
sto libro vanno
vanno prese
prese unicamente
unicamente in un senso proba-
bilistico. L'approccio della Metamedicina è infatti
più induttivo
più induttivo che
che deduttivo.
deduttivo.
La causa
La causa di
di un
un disturbo
disturbo o
o di
di una
una malattia
malattia può
può essere
essere diversa
diversa da
da
quella proposta
quella proposta nelle
nelle pagine
pagine seguenti.
seguenti.
Solo un colloquio pertinente ci permetterà di rivolgere a noi stessi o
a chi ci consulta le domande giuste per smascherare la probabile causa
del disturbo o della malattia in questione.
Non bisogna neppur credere che la guarigione si presenti non appena
si conosce la causa; in alcuni casi la guarigione è effettivamente rapidis-
mainaltri
sima, ma in altri è il risultato di un
un processo di trasformazione
trasformazione graduale;
può infatti accadere che, pur avendo risolto un dato conflitto o liberata
una data emozione, il corpo abbia bisogno di un certo tempo per proce-
dere alla riparazione del tessuto o dell'organo colpito.
Questo libro non ha la pretesa di sostituirsi alle cure di un medico
curante o alla terapia di un operatore: mira invece a un'introspezione
personale e a una migliore collaborazione tra paziente e medico o fra
l'operatore e chi si è rivolto a lui per una consultazione.
Metamedicina. Ogni sintomo
Metamedicina. Ogni sintomo èè un
un messaggio
messaggio 11
11
Possa essere una guida preziosa lungo la via del tuo benessere,
della tua evoluzione, lungo la quale ti accompagno con tutto il mio
amore, con tutta la mia fiducia nel tuo potere di guarigione.
Claude
'
'
PRIMA PARTE
PRIMA PARTE
Svegliare la
Svegliare la propria
propria coscienza
coscienza
«La perfetta
«La perfetta salute
salute ee il
il pieno
pieno risveglio
risveglio
sono in realtà
sono in la stessa
realtà la stessa cosa».
cosa».
Tarthang Tulku
Tarthang Tulku
CAPITOLOII
CAPITOLO
Assumersi la
Assumersi la responsabilità
responsabilità
della propria
della salute ee della
propria salute della propria felicità
propria felicità
«La sofferenza
«La sofferenza èè un
un correttivo
correttivo che
che mette
mette in
in luce
luce la
la lezione
lezione che
che
non avremmo
non avremmo compreso
compreso con
con altri
altri mezzi,
mezzi, ee non
non può essere eli-
può essere eli-
minata fino
minata fino aa quando
quando quella
quella lezione
lezione non
non èè stata imparata».
stata imparata».
Dottor
Dottor Edward
Edward Bach
Bach
carsi una malattia», «E davvero ingiusto. Mio figlio, che non ha fatto
male a nessuno, sarà handicappato tutta la vita, mentre ci sono dei deicri-
cri-
minali che
minali che stanno
stanno benissimo».
benissimo».
diceva: «C'è un'unica giustizia sulla terra, ed
Il mio secondo padre diceva:
èè la
la morte».
morte».
Tutte queste riflessioni traducono
traducono un'incomprensione
un'incomprensione della legge
fondamentale della responsabilità, molto spesso confusa con conil il senso di
colpa: è questa confusione a renderla difficile da accettare agli occhi di
molte persone,
persone, che la leggono così: «Se questa situazione o questa
malattia me la sono creata io, allora sarebbe colpa mia se sto male».
Questa chiave di lettura è sbagliata, ed è — — per
per molti di noi —
dovuta al tipo di educazione religiosa in cui siamo cresciuti. La cultura
giudaico-cristiana ci ha insegnato ad affidarci a un potere superiore,
Dio, e che se agiamo secondo secondoii suoi comandamenti e pratichiamo azio-
ni meritorie, veniamo
veniamo ricompensati in questa stessa vita vita o dopo la
morte; se invece non obbediamo ai suoi comandamenti o a quelli della
Chiesa ci attende una punizione! Su questa base,
una punizione! base, alla prima
prima difficoltà
inattesa e inspiegabile automaticamente ci viene da pensare: pensare: «Cos'ho
fatto di male perché debba capitare questo proprio a me?» Oppure cer-
chiamo un un responsabile estemo, ci dev'essere per per forza un un "colpevole".
Così, quando una unasituazione
situazione ci fa soffrire, abbiamo preso presol'abitudi-
l'abitudi-
‘credendo di essercela meritata) oppure ne accu-
ne di colpevolizzarci ^credendo
siamoaltri,
siamo altri, o addirittura Dio.
Dio.
Quando dico che essere responsabile della situazione significa che
mi riconosco quale creatore di ciò che vivo, non intendo insinuare che
ho creato deliberatamente una situazione gradevole o sgradevole, ma
che bisogna
bisogna accettare e riconoscere che i nostri pensieri, pensieri, il nostro sen-
tire, i nostri atteggiamenti o le lezioni che è necessario integrare nella
nostra evoluzione,
nostra evoluzione, hanno
hanno generato
generato le le situazioni
situazioni felici
felici o
o infelici
infelici cheche ora
ora
stiamo vivendo.
vivendo. La legge della responsabilità, di conseguenza, non ha
nulla aa che
nulla che fare
fare con
con il
il merito
merito oo la
la punizione,
punizione, con
con lala fortuna
fortuna oo la
la sfortu-
sfortu-
na, con la giustizia o l'ingiustizia, oppure con la colpa: riguarda solo il
concatenarsi delle cause e degli effetti.
Non siamo forse forse liberi di accettare una una convinzione o rifiutarla?
Di
Di scegliere le parole di cui ci serviamo? Di Di interpretare una parola
parola o
una situazione?
Non siamo
Non siamo forse liberi di amare o di odiare? Di
forse liberi Di accusare o com-
prendere? Di Di dire del male o del bene?bene?
siamo forse
Non siamo forse liberi di guardare la verità in faccia o di mentire
a noi stessi? Di reagire o di agire? Di alimentare la paura o di avere
fiducia?
Sì, siamo
Sì, siamo liberi
liberi di di pensare,
pensare, di di provare sentimenti, di
provare sentimenti, di avere
avere lele
nostre convinzioni,
nostre convinzioni, ii nostri
nostri atteggiamenti,
atteggiamenti, didi fare le nostre
fare le nostre scelte.
scelte.
Sebbene abbiamo, tutti quanti, questa libertà intera, non possiamo
sfuggire alle conseguenze di ciò che scegliamoscegliamodi di dire, fare, credere.
Forse sei pronto a riconoscere il peso delle tue scelte e delle loro
conseguenze, ma forse forse penserai: «Se una persona è al volantevolante e un'altra
la investe in pieno, non avrà mica scelto lei di avere un incidente?» No, No,
certamente. E tuttavia. che cosa è accaduto prima
E tuttavia, prima dell'incidente perché
personasi
questa persona si trovi
trovi in quel contesto?
Vediamo una situazione che è capitata a me, quando avevo undici
anni: un bel
bel giorno d'estate, mia sorella mi dice che va va a fare una
una gita
in bicicletta
bicicletta con un'amica un po' più più grande. Io vado
vado dalla mamma a
chiederle il permesso di poterle accompagnare, ec mia madre risponde:
«Non se ne parla
parla neppure, sei sci troppo
troppo piccola,
piccola, tu resti qui». PerPer me la
cosa non aveva alcun senso, dal momento che mia sorella aveva solo
un anno più di me.
Presi dunque la bicicletta
bicicletta all'insaputa di mia madre e le raggiunsi.
Tutto, all'andata, andò bene, bene, ma sulla viavia del ritorno cominciò a pio- pio-
vere. All'improvviso la
vere. All'improvviso la catena
catena della
della mia
mia bici
bici uscì fuori dalla
uscì fuori dalla ruota
ruota
dentata, ec l'amica di mia sorella, Luce, Luce, per non perder tempo
tempo mi passò
la sua bici
bici nuova di zecca,zecca. dicendomi: «Adesso aggiusto la catena
della tua
tua e poi vi
vi raggiungo».
Procedevamoin
Procedevamo in fila indiana lungo l'autostrada. Sull'asfalto viscido,
viscido,
una macchina uscì di strada ec mi investì. Feci un salto acrobatico di
alcuni metri ec atterrai sull'asfalto: ebbi una lieve commozione cerebrale,
una slogatura della caviglia sinistra ec mi feci uno strappo al muscolo
della natica. Ne ebbicbbi per una settimana abbondante di ospedale.
Perché quella macchina non aveva investito mia sorella o la nostra
amica Luce? Perché io? Perché furono colpiti questi organi, invece di
altri? Prendendo
Prendendo le distanze, oggi posso fare fare il collegamento fra fra il
senso di colpa di aver disobbedito a mia madre e l'incidente. Avevo
voluto fare di testa mia, e avevo avuto una commozione cerebrale; mi
ero sentita in colpa per
per essere andata in spiaggia sfidando l'autorità
materna, ec mi si era rotto il legamento della caviglia, eec inoltre temevo
le sculacciate di mio fratello. Mi diedi dunque la sculacciata da sola,
con il senso di colpa: da cui la lacerazione del muscolo della natica
sinistra.
Ci si può anche chiedere perché
perché la catena della bicicletta
bicicletta fosse
fosse
uscita dentata: era
uscita dalla ruota dentata: cera forse
forse una prima manifestazione del
senso di colpa, giacché mi impediva di avanzare?
In questo ordine di idee, perché
perché fu la bicicletta
bicicletta di Luce
Luce a essere
danneggiata, invece della mia? Forse che Luce si sentiva a sua volta
colpevole di andarsene in giro con una bicicletta costosa, nuova di
zecca, mentre le nostre erano vecchie?
vecchie? Sebbene oggi non possa
possa verifi-
verifi-
care la cosa, sono portata a crederlo.
COSA SONO
COSA SONO LE
LE FREQUENZE
FREQUENZE VIBRATORIE?
VIBRATORIE?
La frequenza può
La frequenza può essere
essere definita
definita come
comeil numerodicicli
il numero identici di
di cicli identici di
un
un fenomenoper
fenomeno perunità di tempo.
unità di tempo.
Ad esempio, la
Ad esempio, la frequenzarespiratoria
frequenza respiratoria si si riferisce
riferisce al
al numero
numerodicicli
di cicli
respiratori per
per minuto. Gli hertz, ad esempio, sono unità unità di frequenza
uguali a un ciclo per secondo;
secondo: spesso sentiamo le stazioni radio dirci
che trasmettono a 102,4102,4 megahertz: se una stazione radio trasmette a
frequenza 105,8 la voce
frequenza 105,8 voce del nostro cantante preferito,
preferito, bisognerà
bisognerà che ci
sintonizziamo su quella frequenza per riuscire a sentirlo; poco prima prima o
poco oltre, non sentiremo nulla. Così è per la salute o la malattia.
Ogni pensiero,
pensiero, ogni sentimento, ogni emozione che alimentiamo
vibra a una data frequenza che possiamo paragonare a una stazione
trasmittente; il cervello può essere paragonato invece a uno strumento
di ritrasmissione, come una radio che capta ciò che è trasmesso alla
stazione sulla quale ci siamo sintonizzati scegliendo la frequenza.
Immaginiamo che
Immaginiamo che una delle tue
una delle tue vicine
vicine venga
venga aa trovarti
trovarti ee ti dica:
ti dica:
«Tu si che seisci fortunato: ogni volta che vengo a casa tua sento delle
bellissime canzoni alla
bellissime canzoni alla radio,
radio, mentre
mentre dada me
me la la radio
radio trasmette solo
trasmette solo
pessime notizie che mi mettono in ansia, ec una una musica che mi fa fa
impazzire». Ti
impazzire». Ti sentiresti
sentiresti di
di risponderle
risponderle che
che sì,
sì, èè una questione di
una questione di fortu-
fortu-
na, e che lei proprio non ne ha? Certo che no, perché sai benissimo benissimo
che la fortuna
fortuna non c'entra; le diresti invece: «Hai solo da sintonizzarti
su un'altra
su un'altra frequenza».
frequenza».
Quando siamo ammalati, infelici, quando ci capitano situazioni sgra-
devoli, non è questione di sfortuna, di caso o di punizione divina: è solo
la risultante della frequenza su cui ci siamo sintonizzati. Si tratta di cam-
biare una frequenza negativa in una positiva per osservare la scomparsa
del disagio, del dolore o della malattia, il trasformarsi della situazione
difficile o
difficile o il
il miglioramento
miglioramento delledelle nostre
nostre relazioni
relazioni con
congli altri.
gli altri.
Facciamo un esempio: affido il trasloco del mio pianoforte laccato in
nero a degli specialisti nel trasporto di strumenti musicali; durante il tra-
gitto, una
gitto, manovra sbagliata
una manovra sbagliata fa sì che
fa sì che il
il piano ondeggi, ec si
piano ondeggi, si graffi
graffi su
su un
un
fianco. Vado
fianco. Vado su su tutte le furie,
tutte le furie, ilil sangue
sangue mi mi ribolle
ribolle nelle
nelle vene
vene ee me me lala
prendo concon ilil responsabile dell'azienda traslochi,
traslochi, gli chiedo i danni. Sono
contemporanceamente arrabbiata ec triste, perché è il pianoforte che mi ha
contemporaneamente
lasciato mio padre. Questa emozione mi ha svuotata di tutta tutta l'energia, ed
ecco che
ecco che ilil giorno
giorno seguente
seguente salta
salta fuori
fuori una di quelle
una di quelle "febbri"
"febbri" terribili
terribili sul
sul
labbro superiore, oltre a un'eruzione
un'eruzione di pustoline
pustoline sulle braccia.
braccia.
L'azienda traslochi
traslochi affida il piano
piano a un restauratore che me lo rimette
a nuovo. Non Non ho più più alcuna ragione per per essere in collera, eec apprezzo
anche il servizio che mi è stato fatto, fatto, accetto l'idea che queste cose pos- pos-
sano accadere. Scompaiono le pustole, guarisce la febbre e ritrovo tutta
la mia energia. Non Non sono piùpiù sintonizzata sulla frequenza della collera.
Le frequenze
frequenze vibratorie
vibratorie possono
possono essere alte o basse:
basse:
— le frequenze alte hanno come conseguenza il ben-essere, l'armo-
nia, la felicità
felicità e la salute;
— le frequenze basse hanno come conseguenza conseguenzail il mal-essere, la soffe-
renza ee la
renza la malattia.
malattia.
Sarebbe d'altronde
Sarebbe d'altronde più più giusto
giusto impiegare
impiegare il il termine
termine "armonia"
"armonia" per per
definire lo stato di salute eec "disarmonia" per esprimere l'assenza di
armonia tipica di ciò che chiamiamo disturbi o malattie. La guarigione
non èè nient'altro
non nient'altro che che un ritorno allo
un ritorno allo stato
stato di
di armonia.
armonia.
Ricordati che
Ricordati che sei
sei libero
libero didi sintonizzarti
sintonizzarti su su una frequenza o
una frequenza o su
su
un'altra.
un'altra.
Questo libro ha l'obiettivo di aiutarti a riconoscere le frequenze frequenze vibra-
vibra-
torie
torie basse,
basse, affinché tu tu le possa
possa elevare per per raggiungere la guarigione
vera,
vera, piuttosto
piuttosto che un sollievo temporaneo
temporaneooo la scomparsa di un un sintomo.
Se capiamo bene bene come funzionano le frequenze vibratorie, vibratorie, possia-
possia-
mo comprendere come, nel nostro mondo, diamo origine a un certo
disturbo o a una certa malattia. La La cosa vale
vale anche per i vari vari eventi
della vita.
della vita.
Chi non ha mai osservato che la persona che ha paura dei cani o
dei gatti li attira a sé?
I pensieri di paura hanno una frequenza vibratoria che dà luogo,
mondo, all'oggetto
nel nostro mondo, all'oggetto della nostra paura, giacché la paura ci fa
fare azioni che materializzeranno ciò che più più temiamo.
temiamo.
Mia madre mi mirifiutò
rifiutò il permesso di andare a fare quella passeggiata
in bici perché aveva paura che mi accadesse un incidente: non fu la sua
paura a provocare il mio incidente, ma il mio senso di colpa; cionono-
stante, dal punto
punto di vista
vista di mia madre, la sua paura matcrializzò.
paura si materializzò.
Quando temiamo di perdere un essere che amiamo, la paura ci
conduce ad adottare un atteggiamento di protezione eccessiva, che
restringe la libertà dell'altro; sentendosi soffocato, l'altro ci lascia per
poter respirare, ec ciò di cui avevamo davvero paura si materializza.
Ora siamo in grado di accettare il fatto che le frequenze vibratorie
sulle quali ci sintonizziamo determinano ciò che noi vivremo. vivremo. E E questo
èè vero
vero tanto sul piano
tanto sul della salute,
piano della salute, quanto
quanto sul
sul piano dei rapporti
piano dei rapporti con
con gli
gli
altri e su quello dei vari eventi che hanno luogo nella nostra vita. vita.
Pensiamo ora a un bambino che nasce con una malformazione
congenita, per esempio con con le
le cataratte agli occhi o il diabete: la teoria
delle frequenze vibratorie vale ancora? In un certo senso sì. Ma cer-
chiamo di capire perché
perché un bambino
bambino nasce malato o handicappato.
Se le frequenze vibratorie sono presenti nelle nostre vite, lo sono
in funzione di una una continuità: variano
variano da momento a momento, ma il
loro susseguirsi costituisce una certa concatenazione.
Ad esempio, la stessa stazione può trasmettere alle sette il giornale
radio, alle otto della musica ritmata, alle nove un'intervista, alle dieci
un
un altro giornale radio, alle dieci e trenta della musica distensiva, e così
via.
via. Per quella stazione, le attività si concatenano fintantoché è in grado
di trasmettere. Possiamo dunque parlare di continuità.
Forse che la nostra vita non è un concatenarsi di eventi gradevoli o
sgradevoli?
Forse che questa continuità si arresta nel momento della nostra
morte con la disintegrazione del nostro corpo fisico? No, continua, ma
su piani
su invisibili ai
piani invisibili ai nostri
nostri occhi
occhi fisici, esattamente come
fisici, esattamente come lala stazione
stazione
radio che continua a trasmettere anche se la nostra radio è spenta, o
non più
non in grado
più in grado didi captare
captare ciò
ciò che
che viene trasmesso.
viene trasmesso. .
V
COSA ACCADE
COSA ACCADE DUNQUE
DUNQUE AL MOMENTO DELLA
AL MOMENTO DELLA MORTE?
MORTE?
Proprio ciò che accade quando scivoliamo nel sonno, tranne per un
particolare: quando entriamo nel sonno rimaniamo agganciati al corpo
d'argento": questa "corda" fun-
fisico, legati dalla cosiddetta "corda d'argento";
comeil
ziona come il cordone ombelicale che unisceunisce madre e figlio, attraverso
il quale il piccolo
piccolo è nutrito e mantenuto in vita vita nel mondo uterino. La
corda d'argento,
corda d'argento, infatti,
infatti, serve
serve aa energizzare
energizzare o o animare
animare lala materia
materia che
che
componeil
compone il corpo fisico.
fisico. Se questa corda si rompe in parte,
parte, abbiamo lo
stato di
stato di coma;
coma; sese si
si rompe
rompe completamente,
completamente, il il corpo
corpo fisico
fisico non
non sarà
sarà più
più
alimentato dall'energia vitale,
vitale, ec la materia che lo compone, che veniva
veniva
mantenuta in
mantenuta in un
un insieme
insieme organizzato,
organizzato, sisi disorganizza.
disorganizza. Questo
Questo èè quanto
quanto
chiamiamo "morte", la rottura del cordone, la disorganizzazione che
corrisponde alla putrefazione del corpo. Ma non non per
per questo è morta la
vita, perché la vita è eterna e continua in un mondo mondovibratorio
vibratorio diverso.
Lavita
La vita è vita.
vita. La vita non muore mai.
mai.
Il nostro corpo fisico può essere paragonato a un giocattolo a pile: pile:
se la
se la batteria
batteria èè ben carica il
ben carica il giocattolo
giocattolo può funzionare appieno,
può funzionare appieno, ma ma
quandola
quando la pila si scarica il giocattolo funzionaal rallentatore: se la pila
funziona al rallentatore;
è scarica, diventa inerte.
Questo èè il
Questo il ruolo
ruolo del
del sonno:
sonno: èè ilil nostro
nostro periodo
periodo didi inerzia,
inerzia, in
in cui
cui si
si
ricaricherà la
ricaricherà la pila.
pila. Per questo il
Per questo il riposo
riposo èè importante.
importante. Quando
Quando si si dice
dice
che una persona "sta tirando troppo la corda", significa che non rispet-
ta i tempi di ricarica necessari, e finisce per consumare la batteria che
non funzionerà
non funzionerà più appieno.
più appieno.
I nostri cali di energia serali ci ricordano il bisogno bisogno di ricaricarci.
Allora dormiamo, ma dove andiamo quando il nostro corpo è disteso
sul letto? Usiamoil
Usiamo il veicolo astrale per viaggiare nel mondo mondo astrale.
astrale.
In funzione delle frequenze
frequenze vibratorie
vibratorie sulle quali ci sintonizziamo
nel momento del sonno, incontreremo elementi clementi astrali di pari frequenza.
Se ci
Se ci siamo
siamo addormentati
addormentati quieti
quieti ec felici, entreremoin
felici, entreremo stati corrisponden-
in stati corrisponden-
ti di pace e quiete;
quiete: ma se invece nutriamo paure, fobie o odio, potremo
sperimentare degli stati d'animo che si avvicinano a ciò che chiamiamo
incubi. Ci resteremo per un po', poi lasceremo questo mondo per pene-
trare nel mondo mentale. Se non abbiamo abbiamoil il veicolo
veicolo giusto, vivi soggior-
neremo allo stadio latente, ovvero "in attesa". Se invece abbiamo un
veicolo ben organizzato, in quello stato potremo lavorare, studiare,
intraprendere progetti,
progetti, ec tutto questo per per mezzo del pensiero.
Poi lasciamo
Poi lasciamo il il mondo
mondo mentale
mentale per per penetrare nel mondo
penetrare nel mondo causale:
causale:
qualsiasi esperienza che ci portiamo dietro dal mondo della materia,
dal mondo astrale o mentale, resta impressa nella sostanza causale
fino
fino a quando verrà verrà nuovamente riattivata: ecco perché si dice che il
nostro futuro viene programmato di notte o nel momento della nostra
morte, ossia poco prima di lasciare il mondo della materia.
Facciamo un esempio concreto per comprendere perché un bambi-
no può nascere malato, o con gravi problemi. problemi.
Maria
Maria si sente abbandonata dal padre. padre. Un
Un giorno, dal momento che
è molto malata, il papà rimane rimanein in casa per badare a lei, mentre di solito
è sempre assente. Maria comprende che, quando è malata, ci si prende
lci. In seguito sviluppa una
cura di lei. una malattia dietro l'altra per per attrarre
l'attenzione delle persone che ama; si spingerà fino a un'asma molto
tenace, che la condurrà in ospedale. Qui, sentendosi nuovamente
abbandonata, l'asma
abbandonata, l'asma evolverà
evolverà in in problemi respiratori gravi,
problemi respiratori gravi, ece Maria
Maria
"muore", ovvero entra nel mondo astrale, poi poi nel mondo mentale e
mondo causale.
infine nel mondo causale.
Questa "anima"
Questa "anima" si si era
era servita
servita della
della manipolazione
manipolazione per attirare
per attirare
l'attenzione, ec non aveva compreso che l'amore implica il rispetto
della libertà. Quando questo seme-anima sarà di nuovo nuovoriattivato,
riattivato, si
rivestirà di sostanza mentale, di sostanza causale e poi fisica (la mate-
ria), sostanze
ria), sostanze alle
alle quali
quali diamo
diamo ilil nome
nome di di embrione,
embrione, feto
feto ee neonato,
neonato, aa
secondadello
seconda dello stadio di sviluppo.
Questo neonato sarà la continuità di ciò che aveva vissuto Maria;
supponiamo che abbia di nuovo un veicolo femminile, al quale sarà
nomedi
stato dato il nome di Giulia. I genitori di Giulia litigano spesso, e Giulia
si sente messa da parte situazione. Sono talmente
parte in questa situazione. talmente presi
presi dalla
loro collera, dalla loro sofferenza, che Giulia ha l'impressione di non
esistere per
esistere per loro.
loro. Poi,
Poi, un giorno, Giulia
un giorno, Giulia ha
ha unacrisi di epilessia:
una crisi di cpilessia: allora
allora ii
suoi genitori, preoccupati,
preoccupati, sono tutti lei. Con questa epilessia può
tutti per lei.
ottenere contemporaneamente l'attenzione e far far cessare i litigi dei geni-
tori. Giulia continua su questa strada, prima con i genitori e poi con il
marito, che finisce
finisce con l'abbandonarla perché si sente impotente e non
regge più cpilettiche. La donna ripiega allora sui figli,
più le sue crisi epilettiche. figli, cer-
cando di manipolare anche loro con la malattia affinché si curino di dilei.
lei.
II figli sono ormai
figli sono ormai adulti,
adulti, si
si riuniscono
riuniscono ee decidono
decidono didi metterla
metterla inin un isti-
un isti-
tuto. La
La donna si sente di nuovo abbandonata, frustrata frustrata dalia vita,
vita, piena
piena
di collera verso
verso il marito e i figli.
figli. Muore
Muore con il cuore pienopieno di rabbia, ce
conla
l'ha con la vita e con tutti quelli che l'hanno abbandonata.
mondoastrale
Giulia penetra allora nel mondo astrale nella regione delle frequen-
ze più
più basse,
basse, a causa delle vibrazioni
vibrazioni di rabbia e di rivolta che ha
nutrito. Poi
Poi soggiorna nel corpo mentale e causale.
Il seme vieneriattivato,
viene riattivato, si riveste di materia mentale, astrale e fisica,
fìsica,
e il veicolo
veicolo di quest'"anima" è ora maschile: lo chiamano Gianpiero.
Gianpiero soffre di atassia congenita, che fin da piccolo lo costringe
sulla sedia a rotelle. Verrà subito messo in istituto. Qui potrà apprezzare
le persone che lo circondano, o diventare ribelle ec aggressivo. Il suo
comportamento sarà determinante rispetto al suo passaggio nella mate-
ria fisica
ria fisica quanto
quanto rispetto
rispetto alla
alla continuità.
continuità.
Se Gianpiero segue la via della ribellione nei confronti della situazio-
ne che vive, non trarrà niente di favorevole perla
per la sua evoluzione, e le sue
possibilità
possibilità si orienteranno sempre più verso
verso una situazione disastrata.
Se invece opta per la via della benevolenza, ec se malgrado i suoi
handicap si dedica agli altri, pensa a loro, li incoraggia, si dà da fare
per loro senza
per loro senza più
più ricorrere
ricorrere alla
alla manipolazione
manipolazione ma ma lasciando
lasciando loro
loro tutta
tutta
la libertà, la continuità che lo aspetta potrà essere quella di un neonato
in ottima salute, circondato da attenzioni.
Questo può farci
farci comprendere perché certi portatori
portatori di handicap sono
veri esempi di coraggio, e hanno una grande determinazione. Attenzione
però a non generalizzare, sostenendo che chiunque abbia l'epilessia o
l'atassia sia una persona che vuole l'attenzione altrui; infatti, quel che
può
può essere vero
vero per uno può
può rivelarsi del tutto sbagliato perper un
un altro.
Ricordiamo
Ricordiamo che la stessa malattia può avere cause molto diverse, proprio
proprio
come una
come stessa causa
una stessa causa può
può comportare
comportare diversissime
diversissime manifestazioni.
manifestazioni.
Di conseguenza la Metamedicina si interessa a qualcosa di più
della guarigione del corpo fisico, mirando invece all'integrazione
della lezione da parte della persona nella sua evoluzione.
Per questo non ci si può improvvisare operatori di Metamedicina:
questo richiede molta conoscenza, molta esperienza che solo il passare
degli anni, il tempo e l'amore dedicati a questa scienza possono integra-
re. Perché si può dire che è più una scienza dell'anima che del corpo.
Eccoci dunque con una discreta idea di quale sia la prima parte
della legge della responsabilità, che consiste nell'accettare il fatto che
nulla è frutto del caso. Ogni cosa ha la sua ragion d'essere e, a seconda
delle frequenze vibratorie generate dai nostri pensieri, dalle nostre con-
vinzioni,
vinzioni, dai nostri sentimenti e dalle nostre emozioni, nonché dalle
parole che pronunciamo
parole che pronunciamo ee dalle
dalle lezioni
lezioni che
che bisognerà integrare, incon-
bisognerà integrare, incon-
treremo nel nostro mondo
mondo gli
gli eventi o le circostanze corrispondenti.
Una volta che questa prima parte è stata ben assimilata, non possia-
mopiù
mo più fare le vittime dicendo: «Non è colpa mia», «non ho avuto fortu-
na» oppure atteggiarci a giudice in cerca di un colpevole da accusare:
V
Il cervello
Il cervello ee il
il suo
suo ruolo
ruolo
nelle manifestazioni
nelle manifestazioni di
di equilibrio
equilibrio ee squilibrio
squilibrio
LA NEOCORTECCIA
LA NEOCORTECCIA O
O MATERIA
MATERIA GRIGIA
GRIGIA
La neocorteccia o materia grigia è composta da più di quindici
miliardi di
miliardi di neuroni
neuroni (o (o cellule
cellule nervose)
nervose) ognuna
ognuna delle delle quali
quali èè dotata
dotata delle
delle
capacità di un vero e proprio computer. E grazie a queste straordinarie
possibilità che riusciamo a spostarci, a comunicare con l'ambiente cir-
costante, aa immagazzinare
costante, immagazzinare nella nella memoria
memoria migliaia
migliaia di di informazioni
informazioni che che
possiamo poi usare da un momento momentoall'altro
all'altro o da un giorno all'altro: all'altro:
numeri di
numeri di telefono, indirizzi, date,
telefono, indirizzi, date, lessico,
lessico, cifre,
cifre, il il sapore
sapore di
di certi
certi ali-
ali-
menti, ii rumori
menti, rumori più diversi, eccetera.
più diversi, eccetera.
La neocorteccia èè aa sua
La neocorteccia sua volta suddivisa nei
volta suddivisa nei due
due emisferi
emisferi cerebrali,
cerebrali,
sinistro. Si può dire che, in modo generale,
l'emisfero destro e il sinistro.
l'emisfero sinistro
l'emisfero sinistro governa
governa le le funzioni
funzioni didi tipo razionale, come
tipo razionale, comeleggere,
leggere,
parlare,
parlare, contare, riflettere, analizzare una una situazione, stabilire dei colle-
gamenti; è dunque connesso al pensiero logico. Corrisponde al nostro
lato emittente, maschile o0 yang yang e governa la parte destra del corpo.
L'emisfero destro provvede a gestire le informazioni affettive ed
emozionali: ci permette
emozionali; permette di riconoscere globalmente una situazione, \
IL CERVELLO
IL CERVELLO LIMBICO
LIMBICO
Il cervello
Il cervello limbico
limbico o o "mammifero"
"mammifero" (che (che viene detto anche
viene detto anche "cervel-
"cervel-
lo emozionale") è considerato il perno del cervello, in quanto luogo di
transizione tra la
transizione tra la neocorteccia
neocorteccia ee l'ipotalamo.
l'ipotalamo.
Il cervello limbico interviene a tutti i livelli dell'elaborazione del-
l'informazione: all'inizio,
l'informazione: all'inizio, all'entrata
all'entrata dell'informazione,
dell'informazione, esso esso filtra
filtra
quanto dev'essere
quanto dev'essere inoltrato
inoltrato direttamente
direttamente alla
alla materia
materia grigia,
grigia, oo ciò
ciò che
che
richiede un'azione
richiede immediata; nel
un'azione immediata; nel momento
momento di di agire,
agire, esso
esso fornisce
fornisce lala
motivazione per
motivazione l'azione poi
per l'azione messa in
poi messa in atto
atto dall'ipotalamo,
dall'ipotalamo, cheche sisi ser-
ser-
virà
virà del sistema neurovegetativo e del sistema endocrino per agire
sugli organi;
sugli organi: inin ultimo archivia nella
ultimo archivia nella cosiddetta
cosiddetta "memoria
"memoria emoziona-
emoziona-
le" la conclusione a cui è giunta la materia grigia e l'azione decretata;
questa conclusione verrà verrà memorizzata come gradevole, quindi ripeti-
bile, o come sgradevole, quindi da evitare.
Prendiamo l'espressione "can scottato dall'acqua calda, teme la
fredda": che significa questo proverbio? Perché mai il cane teme
l'acqua fredda?
fredda? In realtà teme semplicemente l'acqua. Immaginiamo
che un cane randagio s'imbatta in una persona che ha terrore dei cani e
che, per allontanarlo, lo innaffi d'acqua bollente.
bollente. Durante quella prima
esperienza Vinformazione ricevuta dal cervello limbico è inoltrata alla
neocorteccia per essere elaborata
claborata dai due emisferi, e la conclusione
che ne risulterà sarà "acqua = pericolo", quindi da evitare. Il cervello
limbico che riceve questa informazione motiva l'ipotalamo e, di con-
seguenza, il sistema neurovegetativo ed endocrino che agiscono sugli
organi del
organi del cane
cane fornendogli l'energia di
fornendogli l'energia di fuga,
fuga, adattando
adattando inin tal
tal modo
modoil il
suo organismo alla scottatura. L'adattamento è ciò che possiamo con-
comela
siderare come la fase di recupero o di guarigione dell'organismo.
Inoltre la conclusione "acqua = pericolo" viene viene immagazzinata nella
memoria emozionale del cane fra fra le cose da evitare. Cosa accadrà, dun-
que, la prossima volta che sarà irrorato di poche e inoffensive goccioline
d'acqua? L'informazione "acqua" verrà ricevuta dal cervello limbico
che possiede in memoria l'equivalenza tra acqua e pericolo e, immedia-
tamente, il cervello limbico reagirà motivando di nuovo nuovol'azione
l'azione che era
stata messa in atto nella prima esperienza, quando il cane si era scottato;
ordinerà dunque
ordinerà dunque all'ipotalamo
all'ipotalamo un un surplus
surplus di
di energia
energia affinché
affinché l'animale
l'animale
possa fuggire
fuggire e proteggersi da un'eventuale ulteriore ulteriore bruciatura.
bruciatura.
Prendiamo
Prendiamo adesso l'esempio di un'esperienza, che ho vissuto vissuto
all'età di cinque anni. All'epoca mia madre lavorava fuori casa, e io
l'aspettavo seduta sugli scalini, scalini. dai nonni, sapendo che sarebbe rien-
trata
trata con l'autobus delle cinque di sera. La vedo vedo che si prepara a scen-
dere dall'autobus, le corro incontro sperando che mi prendain prenda in braccio.
Ma
Ma miamia madre
madre nonnon lolo sa.
sa. Per
Per farmi
farmi un un regalo,
regalo, tira
tira fuori
fuori dal
dal portafoglio
portafoglio
una monetina e me la dà. La prendo e corro dal negoziante all'angolo,
a comprarmi un sacchetto di patatine.
Che cosa accade nel mio cervello?
1. L'evento: sono entusiasta all'idea di rivedere mia madre; voglio
1. voglio
che mi prenda
prenda in braccio
braccio per per farmi
farmi sentire che mi vuol vuol bene,
bene, che
sono importante per per lei;
lei; lei arriva e mi dà una moneta.
L'esperienza è recepita dalla neocorteccia, poi è inoltrata al cervel-
lo limbico
lo limbico che,
che, non
non avendo
avendo in in archivio
archivio alcun
alcun dato
dato su
su questa
questa espe-
espe-
rienza, rimanda l'informazione alla neocorteccia affinché possa
aver luogo
aver luogo ilil confronto
confronto con con ii due
due emisferi.
emisferi.
Confronto: con l'emisfero destro percepisco la situazione nella sua
2. Confronto:
globalità, e ciò che sento in me è delusione: sono delusa. Con
l'emisfero sinistro analizzo la situazione e dico a me stessa: «Non
volevo i soldi, volevo che mi abbracciasse».
3. Conclusione: questa esperienza non è gradevole, quindi va evitata;
la conclusione che ne deriva è "soldi = non amore".
4. Azione:
4. Azione: la la motivazione
motivazione dell'azione
dell'azione da da mettere
mettere in in atto
atto deriva
deriva del
del
cervello limbico che, giacché sono delusa e triste, mi spinge ad
andare in cerca di una consolazione. Questa motivazione del cer-
vello limbico fa
vello limbico sì che
fa sì che entri
entri nel
nel negozio,
negozio, ec che
che usi la moneta
usi la moneta per
per
comprarmi le patatinepatatine che mi piacciono
piacciono moltissimo. A A questo
punto il cervello limbico manda in memoria l'equivalenza "soldi =
non amore".
non amore".
1. L'informazione "entro nel negozio a comprarmi le patatine" viene
1. viene
aa sua
sua volta inoltrata agli
volta inoltrata agli emisferi
emisferi neocorticali;
neocorticali;
2. ha luogo un unaltro
altro confronto:
— emisfero destro: mi sento grande perché posso andare nel nego-
zio da
zio da sola;
sola.
— emisfero
— emisfero sinistro:
sinistro: non
non mi mi accade
accade sovente
sovente di di poter
poter mangiare
mangiare lele
patatine;
3. la conclusione sarà: quest'esperienza è gradevole, quindi da rinnova-
re. L'equivalenza "patatine = consolazione" si somma ora a quella
precedentemente memorizzata, "soldi = non amore". amore".
4. Azione
Azione o motivazione: d'ora in poi, ogni volta volta che mi sentirò sola,
triste o lasciata a me stessa, il cervello limbico ordinerà automati-
camente all'ipotalamo un gusto di patatine per consolarmi.
In seguito, altri eventi simili mi faranno convertire l'equivalenza
"soldi = non amore" in "beni materiali = non amore": uno uno di quegli
eventi fu una festa di Natale in cui la mamma mi midiede
diede il regalo due
giorni prima, assente. Dal
prima, giacché sarebbe stata assente. Dal momento che ciò che
volevo davvero era la sua presenza, fui nuovamente delusa, e ne con-
clusi che "beni materiali = non amore".
Da adulta incontrai altre situazioni simili a quelle del passato. Ad
esempio, mio marito, per per farmi felice, mi offriva tutto ciò che deside-
ravo materialmente; per poterselo permettere lavorava tantissime ore,
sicché non
sicché non era
era molto
molto presente
presente inin casa.
casa. L'equivalenza
L'equivalenza "beni
"beni materiali
materiali ==
non amore"
non amore" si si amplificò
amplificò aa tal
tal punto che mi
punto che mi era
era impossibile
impossibile credere
credere che
che
quell'uomo mi
quell'uomo mi amasse.
amasse.
Ognuna delle esperienze emozionali vissute dallo stato fetale in
poi, ha dato luogo a una o più conclusioni tutte registrate nella memo-
ria emozionale del cervello limbico, e molto spesso ci fanno reagire in
modo inadeguato.
Prendiamol'esperienza
Prendiamo l'esperienza didi un
un parto in ospedale:
parto in ospedale: un neonato sta
un neonato sta per
per
nascere, ha passato
passato quasi nove mesi al calduccio del corpo materno.
Non appena sbuca fuori, mani abili ma che a volte mancano di dolcez-
za e tenerezza lo accolgono; poi poitutti
tutti gli si fanno attorno, lo sottopon-
gono a una quantità test, lo vestono e lo sistemano in una culla allinea-
ta con tante altre per ricevere le cure necessarie.
necessarie.
Questo tipo di nascita può rivelarsi traumatico per un neonato e avere
ripercussioni sulla vita del bambino e dell'adulto che sarà, perché la con-
clusione di quell'esperienza potrebbe essere: "separazione = sofferenza".
In seguito il bambino
bambino potrà
potrà mettersi a piangere
piangere ogni volta
volta che una
una persona
persona
tenterà di prenderlo dalle braccia di sua madre e, da adulto, potrà soffrire
dipendenzaaffettiva,
di dipendenza affettiva, motivata proprio dalla paura della separazione.
A volte è triste scoprire come
comeil il progresso ci abbia allontanati dalle
leggi naturali, dal solido buon senso: non sarebbe più sensato che il
neonato potesse godere del calore della madre per un periodo di adat-
tamento?
N
Inoltre ii lavori
Inoltre lavori degli
degli psicologi che si
psicologi che si sono
sono interessati
interessati al
al problema
problema
indicano che
indicano che èè Vinformazione
Vinformazione pervenuta
pervenuta all'emisfero
all'emisfero destro
destro aa essere
essere
determinante.
Accusare
Accusare l'altro di essere responsabile della nostra reazione, spera-
re che lui o lei cambi non è la soluzione: non appenaappenaci ci ritroveremo
davanti a una situazione simile (con quella persona o con un'altra),
reagiremo di
reagiremo di nuovo
nuovo allo
allo stesso
stesso modo,
modo, aa meno
meno che
che non
non trasformiamo
trasformiamoil il
limbico.
dato memorizzato nel cervello limbico.
La memoria emozionale
La memoria emozionale del
delcervello limbico contiene
cervello limbico contienela
la risposta
risposta
aamolte malessere,di
molte cause di malessere, di disturbi e di malattie.
malattie.
Emisfero
Emisfero sinistro: «E colpa mia, sono stata io a provocarlo».
Emisfero destro: Carola
Emisfero destro: Carola si
si vergogna.
vergogna.
Emisfero sinistro:
Emisfero sinistro: «Adesso
«Adesso nonnon sono
sono più
più vergine».
vergine».
Emisfero destro: Carola ne prova un profondo disgusto, si sente insoz-
zata.
Conclusione: questa esperienza è sgradevole, quindi da evitare.
"Bella = provochi
provochi l'altro, e lui ti ti violenta".
violenta". Questo è quanto verrà verrà
memorizzato.
contemporancamente il senso di colpa di
Per evitare di rivivere contemporaneamente
essere stata provocante e la violenza violenza da parte di colui che lei crede di
aver provocato,
provocato,il il cervello limbico farà sì che la ragazza non debba più
sentirsi dire:
sentirsi dire: «Sei
«Sei bella»,
bella», ee si
si fonderà
fonderà suisui dati
dati che,
che, in
in memoria,
memoria, corri-
corri-
spondono al concetto di "non bella". bella".
Dal
Dal momento che chel'immagine
l'immagine di bellezza
bellezza veicolata
veicolata dai mass-media
è la snellezza delle modelle, molte donne hanno imparato ad associare
bellezza
bellezza e snellezza; all'epoca del Rinascimento
Rinascimento una donna snella non
corrispondeva ai criteri di bellezza, sicché questa associazione è più
una questione di moda e di epoca che non nondichili.
di chili.
A questo punto, avendo associato l'eccesso ponderale alla bruttez-
za, il cervello limbico, per per proteggere
proteggere Carola, ordinerà all'ipotalamo
una ritenzione idrica ec di grasso.
Ogni volta
Ogni che qualcuno,
volta che qualcuno, malgrado
malgrado ii venticinque chili di
venticinque chili di troppo,
troppo, le
le
dice che è bella, il messaggio vienefiltrato
viene filtrato dal cervello limbico che auto-
maticamente ordina altro grasso al suo fedele esecutore, l'ipotalamo.
Questo spiega
Questo spiega perché
perché Carola
Carola nonnon riesce
riesce aa dimagrire,
dimagrire, malgrado
malgrado le le
molteplici diete a cui si è sottoposta. Basta che perda qualche chilo e
che qualcuno le dica che è bella perché immediatamente riprenda peso,
spesso con
spesso con gligli interessi.
interessi. Infatti
Infatti nella
nella sua
sua memoria
memoria emozionale
emozionale èè regi-
regi-
strata l'equivalenza "bella = pericolo di violenza + senso di colpa".
Il ruolo
Il ruolo principale
principale del del cervello
cervello limbico
limbico èè quello
quello di
di provvedere alla
provvedere alla
nostra sopravvivenza, evitando di farci rivivere esperienze giudicate