Quando viene a mancare l'ADH si determina una condizione clinica che si definisce diabete
insipido. Nel diabete insipido c'è un'incapacità, a causa della mancanza dell'ADH, di concentrare
le urine con conseguente perdita di un'abbondante quantità di acqua e quindi poliuria. Questa,
come nel diabete mellito, comporta una riduzione del volume plasmatico ed aumento
dell'osmolarità plasmatica che porterà ad un movimento di liquidi dalle cellule al plasma stesso,
con disidratazione cellulare. La disidratazione degli osmocettori localizzati nel centro della sete
ipotalamico stimola la sete con conseguente polidipsia. In tal caso non c'è glucosio nelle urine,
perchè non c'è iperglicemia (come invece nel diabete mellito). Inoltre sempre diversamente dal
diabete mellito, in questa forma le urine sono a bassa osmolarità. Si distingue una forma
centrale in cui il problema è a livello ipotalamo-ipofisario e vi è un deficit nella produzione
dell'ADH. Esistono anche delle forme estremamente rare di diabete insipido non centrale, dette
nefrogeniche, in cui si ha un'insufficiente azione dell'ormone ADH: l'ADH quindi è prodotto in
quantità fisiologiche, ma nel punto dove deve agire, cioè soprattutto a livello del rene, non
funziona perché ci sono delle mutazioni in geni specifici per l'azione dell'ormone. Il più delle
volte però il diabete insipido origina dall'ipofisi, cioè è centrale, ed è legato a varie cause fra cui
potrebbe esserci il taglio del peduncolo ipofisario, quindi un'impossibilità per l'ormone di
arrivare alla neuroipofisi e passare in circolo. L'eziologia del centrale è varia:
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1) esistono forme familiari, legate a difetti genetici, decisamente rare, delle quali la più
frequente è una forma autosomico dominante con mutazione del gene codificante per l'ADH,
che quindi non viene secreto ma si accumula nel reticolo endoplasmatico e questo accumulo
causa neurotossicità con morte dei neuroni ipotalamici deputati alla sua sintesi. Poi c'è una
forma autosomico recessiva, la sindrome di Wolfram, legata alla mutazione del gene per una
glicoproteina, la Wolframina, che si caratterizza per l'associazione del diabete con cecità o
sordità.
2) nella maggior parte dei casi però è una condizione acquisita, mediamente in età giovane, tra
i 10 e i 30 anni d'età. Tra le forme acquisite ci sono quelle:
• idiopatiche, forse legate ad un processo autoimmune, ma non si hanno riscontri perchè non
c'è una associazione preferenziale coi polimorfismi dell'HLA, non ci sono autoanticorpi circolanti
misurabili, non è possibile vedere se c'è un infiltrato linfoinfiammatorio perchè l'ipofisi non è
accessibile con biopsia, non ci sono modelli animali di diabete insipido autoimmune
spontaneo...(sul libro non c'è sta cosa)
Per quanto riguarda la forma nefrogena, in tal caso abbiamo una normale produzione dell'ADH,
con deficit nell'azione. Si può distinguere una forma genetica legata alla mutazione
1) del gene codificante per il recettore V2 dell'ADH, che normalmente è localizzato sul versante
basolaterale delle cellule del dotto collettore ed in seguito al legame dell'ADH permette
l'inserimento dell'acquaporina 2 (AQP2) sul versante luminale delle stesse, che a sua volta
promuove il riassorbimento dell'acqua
1) patologie renali croniche che colpiscono il dotto collettore (sito d'azione dell'ADH)
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3) farmaci come il litio e la colchicina (usata per la gotta) che riducono la sensibilità del dotto
collettore all'ADH.
Clinica
• poliuria persistente: che la persona beva o non beva continua a urinare; nell'adulto si
perdono più di 40 ml/kg di urine al giorno, mentre nel bambino più di 100ml/kg. Un'altra
condizione che può dare poliuria, ma solitamente non a questi livelli, è l'abuso di diuretici,
soprattutto tiazidici, che a un certo punto può indurre anche una minore sensibilità del tubulo
renale all'azione dell'ADH;
• polidipsia, secondaria alla disidratazione; esiste una condizione che può simulare il diabete
insipido ed è la polidipsia psicogena o potomania, un disturbo di tipo psichico in cui una
persona continua a bere; ciò comporta una riduzione dell'osmolarità plasmatica e soppressione
della produzione dell'ADH. Anche in tal caso le urine saranno iposmotiche.
Proprio per via della polidipsia generalmente il paziente non va incontro a disidratazione, cosa
che però può verificarsi nei bambini in cui il centro della sete può non essersi ancora ben
sviluppato. Abbiamo visto che in caso di trauma generalmente il diabete insipido si manifesta in
modo acuto (improvviso) ma transitorio. Talvolta però vi può essere una risposta trifasica:
1) una prima fase in cui il paziente manifesta in modo acuto poliuria e polidipsia, legata al
danno a carico del nucleo sopraottico indotto dal trauma
2) una seconda fase in cui si verifica una riduzione della diuresi presumibilmente legata al
rilascio in circolo di ADH preformato (prima della lesione)..può durare anche più di una
settimana ed è importante in questa fase sospendere la terapia antidiuretica per evitare
l'iponatriemia da emodiluizione
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3) una terza fase in cui raramente c'è un ritorno alla normalità, mentre più frequentemente
evolve nel diabete insipido conclamato e che dipende dall'estensione del danno
Diagnosi
Abbiamo visto come si procede per la diagnosi differenziale col diabete mellito. Caratteristiche
fondamentali ai fini della diagnosi sono:
• osmolarità del plasma, può essere normale o solo leggermente aumentata sia nel centrale che
nel nefrogeno, perché sebbene la perdita di acqua dovrebbe incrementarla per via della
disidratazione, questa viene bilanciata dall'abbondante assunzione di acqua. Questo aiuta nella
diagnosi differenziale con la potomania, in cui l'abbondante assunzione di liquidi è di natura
psicogena e quindi l'osmolarità sarà molto ridotta.
◆ ridotto nel paziente con diabete centrale, per il deficit nella secrezione
Molto utile sempre per la diagnosi differenziale fra potomania e diabete insipido è la prova
dell'assetamento: s'interrompe l'assunzione di liquidi per circa 8 ore e si fa un monitoraggio
ogni ora, soprattutto della diuresi e del peso specifico delle urine. È importante monitorare
anche il peso e la temperatura corporea, perché se il peso si riduce di più del 5% e la
temperatura aumenta bisogna sospendere la prova:
1) se si tratta di una polidipsia psicogena, nel momento in cui la persona smette di bere, la
diuresi immediatamente si contrae ed il peso specifico delle urine sale nel giro di 2-3 ore.
2) nel diabete insipido sia centrale che periferico pur arrestando l'apporto di liquidi la diuresi
continua ed il peso specifico delle urine ed osmolarità urinaria resteranno bassi.
Per la diagnosi differenziale fra forma centrale e forma nefrogena si usa, invece, la prova con
somministrazione di ADH:
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1) se il diabete insipido è secondario a un difetto di secrezione dell' ADH (centrale) il problema
del diabete insipido si risolve, quindi nell'arco di un'ora si osserverà un aumento del peso
specifico ed osmolarità delle urine (ed una riduzione della diuresi).
2) se il difetto è in sede renale, legato alla mutazione del recettore dell'ADH o altro (forma
nefrogena) non succede nulla ed il peso specifico ed osmolarità urinaria resteranno invariati.
Imaging
Se il paziente, perchè magari è portatore di pacemaker o di valvola cardiaca metallica, non può
fare la RMN si utilizza la TC, meno accurata ma comunque il più delle volte dà le stesse
informazioni.
Trattamento
Nella forma centrale si procede con la terapia sostitutiva per compensare il deficit dell'ormone,
con la desmopressina, un analogo dell'ADH. Per la forma cronica da qualche anno è disponibile
anche nella forma orale mentre fino a poco tempo fa si usava la forma endonasale, cioè c'era
uno spray nasale oppure un tubicino, si riempivano le tacche giuste, successivamente il
paziente soffiava nel tubicino, la soluzione andava nella fossa nasale e da li veniva riassorbita
(non ho capito un cazzo). L'adeguatezza della terapia la si verifica dalla diuresi: se due
somministrazioni al giorno sono sufficienti il paziente avrà una diuresi normale, se il paziente a
cui voi somministrate una certa dose di ADH alle 5 del mattino si alza ed inizia ad avere diuresi
profusa fino alle 8 bisognerà aumentare la dose. La desmopressina come già visto è la forma
sintetica dell'ADH; esistono anche altre terapie che si facevano quando l'ADH non era
disponibile come ormone (Clorpropamide, Carbamazepina e diuretici). Nella forma acuta la
desmopressina va data per via ev associata ad infusione di liquidi.
Nella forma nefrogena acquisita è importante trattare la malattia di base. Questi pazienti
trovano giovamento della terapia con diuretici tiazidici (soprattutto l'idroclorotiazide). Potrebbe
apparire un controsenso usare dei diuretici in pazienti con poliuria, tuttavia questi farmaci
hanno l'effetto di ridurre la volemia e quindi il filtrato glomerulare, quindi in ultima analisi
riducono la poliuria. Nel caso del diabete nefrogeno indotto da litio è assolutamente
controndicato l'uso di questi farmaci perché ne potenziano la tossicità. In questo caso è
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preferibile l'amiloride. Nella forma psicogena l'unica possibilità è il trattamento del disturbo
psichiatrico e la riduzione dell'assunzione dei liquidi.