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VESCICA NEUROLOGICA

La vescica neurologica è una disfunzione vescicale (flaccida o spastica) causata da un danno


neurologico. I sintomi possono includere incontinenza da sovrariempimento, frequenza, urgenza,
incontinenza da urgenza e ritenzione, il rischio di gravi complicanze (infezioni ricorrenti ecc.)
Le cause possono coinvolgere il SNC (ictus, lesioni spinali), nervi periferici (diabete, ernia del disco)
entrambi (parkinson, sclerosi).
Nella vescica neurologica flaccida (ipotonica), il volume è grande la pressione è scarsa e le
contrazioni sono assenti. Può derivare da una sofferenza dei nervi periferici o da una lesione del
midollo spinale a livello di S2,S4. Dopo la lesione midollare acuta, la flaccidità può essere seguita
da flaccidità o spasticità a lungo termine o la funzionalità vescicale può migliorare dopo giorni,
settimane, mesi. Nella vescica spastica, il volume è tipicamente normale o ridotto e sono presenti
contrazioni involontarie. In genere è il risultato di una lesione cerebrale o del midollo spinale sopra
a T12. I sintomi precisi variano a seconda della sede e della gravità della lesione. La contrazione ed
il rilasciamento dello sfintere urinario esterno sono in genere non coordinati. (Dissinergia
detrusore-sfintere).
L’incontinenza da sovradistensione è il sintomo primario in pazienti con vescica flaccida. I pz
trattengono le urine e hanno perdite costanti goccia a goccia. In genere gli uomini presentano in
associazione, disfunzione erettile. I pz con vescica spastica possono avere frequenza, nicturia, e
paralisi spastica con deficit sensoriali ; la maggior parte ha contrazioni vescicali intermittenti che
provocano perdite di urina e, se non hanno perdita di sensibilità, urgenza.
Nei pz con dissinergia detrusore-sfintere, lo spasmo dello sfintere durante la minzione può
impedire il completo svuotamento della vescica. Complicanze frequenti comprendono infezioni
delle vie urinare ricorrenti e calcoli urinari. L’idronefrosi con reflusso vescico-ureterale può
verificarsi perché il grande volume urinario genera una pressione a livello della giunzione
vescicoureterale che provoca una disfunzione con reflusso e, nei casi gravi, nefropatia.

La diagnosi è sospettata clinicamente. Di solito si misura il volume residuo post-minzionale, si


esegue un’ecografia renale per rilevare eventuale idronefrosi e si quantifica la creatinina sierica
per valutare la funzione renale. Nei pz con nefropatia o idronefrosi che non sono gravemente
debilitati, cistografia, cistoscopia, e cistometrografia in associazione a test urodinamico sono
raccomandati e possono guidare la terapia successiva. Il trattemento specifico si basa sul
cateterismo o sulle misure per stimolare la minzione. Il cateterismo intermittente è preferito al
continuo quando possibile. Il trattamento generale prevede il monitoraggio della funzione renale,
il controllo delle IVU, l’assunzione di grandi quantità di liquidi per ridurre il rischio di IVU e di
calcoli urinari.
Uno sfintere artificiale controllato meccanicamente, inserito chirurgicamente, è un’opzione per i
pz che hanno adeguata capacità vescicale, adeguato svuotamento vescicale e capacità motorie
degli arti superiori e che sono in grado di seguire istruzioni per l’uso del dispositivo.

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