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The moving learner: object manipulation in

virtual reality improves vocabulary learning


di Orly Fuhrman e colleghi (2020)

Uno degli aspetti più impegnativi per l’apprendimento di una nuova lingua è il
lessico. Gli studiosi hanno confermato i benefici dell’accompagnare l’apprendimento
del lessico con azioni motorie congruenti a quel concetto. Raramente però, queste
tecniche possono essere sfruttate per problemi situazionali. In questo esperimento i
ricercatori hanno esplorato un nuovo paradigma di apprendimento attraverso la
realtà virtuale.
La realtà virtuale è un nuovo paradigma di apprendimento perché:
- offre un ambiente multimodale;
- permette di ottenere informazioni multimodali interamente computerizzate
su più canali di informazione virtuale (visivi, auditivi e tattili).
L’esperimento: i partecipanti sono 46 divisi a metà tra maschi e femmine, di età
compresa tra i 19 e i 41 anni. Sono tutti destrorsi, dotati di una buona vista (anche se
corretta con occhiali e lentine eventualmente) e di lingua ebraica. Ogni soggetto ha
dovuto imparare 14 parole in lingua finlandese, lingua uralica decisamente distante
dal punto di vista sintattico e fonologico dalla lingua ebraica e pochissimo diffusa in
Medio Oriente. Sono stati poi selezionati 40 sostantivi finnici, che si riferiscono ad
oggetti di uso quotidiano con una lunghezza sillabica tra 2 e 3 sillabe. Questi
sostantivi sono stati poi registrati da un nativo finlandese e prima dell’esperimento è
stato chiesto di associare un’azione, quella più comune, all’oggetto denominato
dalla parola finlandese - (Es. Palla - lanciare). Inoltre, i soggetti dovevano valutare la
familiarità di un oggetto (Es. Palla – molto familiare). Tra queste parole abbiamo
torta (“leivòs”) e cappello (“muussi”).
I partecipanti dovevano indossare un dispositivo HMD (Head Mount Device),
attraverso cui potersi catapultare nella realtà virtuale. La stanza della realtà virtuale
era simile a quella reale dove si svolgeva l’esperimento; la stanza era delimitata da
pareti che non potevano essere sorpassate; l’arredamento della stanza era uguale
per tutti, mentre gli oggetti da dovere imparare in finlandese cambiavano di
soggetto in soggetto. Con due controller da impugnare alle mani, i soggetti potevano
puntare e attivare gli oggetti con cui interagire. Gli oggetti non avevano proprietà
fisiche, perché potevano essere oltrepassati, ma non sovrapposti.
PRIMA FASE: tre condizioni di apprendimento
Dai 46 partecipanti sono stati formati tre gruppi che dovevano apprendere ciascuno
le parole finlandesi in una specifica modalità. Il primo gruppo doveva apprendere
queste parole attraverso la modalità “watch-only”: i partecipanti non potevano
muoversi; una volta che compariva una freccia vicina al cerchio che indicava un
oggetto in particolare; il soggetto si avvicinava all’oggetto e arrivato lì, poteva
ascoltare la pronunzia in finlandese della parola indicante l’oggetto. Il secondo
gruppo doveva invece apprendere a partire da un movimento irrilevante e non
manipolatorio (ovvero inutile in relazione all’oggetto), ad esempio un movimento in
diagonale che non è certo legato al concetto “torta”. Infine, il terzo gruppo avrebbe
appreso le parole a partire da un movimento rilevante e con manipolazione: il
soggetto si avvicina all’oggetto e vi interagisce, ad esempio indossando un cappello
per apprendere la parola finlandese.
SECONDA FASE: matching test immagine-parola
Dopo la prima fase pratica, i partecipanti dovevano sedere davanti a un computer ed
effettuare il matching test associando la parola ascoltata durante la prima fase
all’immagine corretta. Si presentavano 4 immagini: una corretta; un’altra vicina
fonologicamente; un’altra del suo stesso campo semantico; infine un’altra
corrispondente ad un altro oggetto presentato nella prima fase.
TERZA FASE: recall test una settimana dopo la prima sessione sperimentale
I partecipanti dovevano ripetere tutte le parole finlandesi che ricordavano, con la
corrispondente traduzione ebraica. Dovevano inoltre ripetere il matching test.
Ipotesi degli sperimentatori:
I ricercatori credevano che la condizione con movimenti rilevanti e manipolatori
avrebbe avuto risultati migliori. D’altra parte, la condizione con movimenti irrilevanti
e non manipolatori avrebbe avuto risultati migliori della condizione watch-only.
Infine, l’attivazione del nuovo vocabolario sarebbe stata più significativa nel recall
test svolto una settimana dopo.
Risultati:
Per quanto concerne l’accuratezza del matching test, il primo giorno
dell’esperimento sembrava prevalere invece la modalità watch-only che aveva poi
una grossa ricaduta 7 giorni dopo. Il fatto non si verificava con il movimento
manipolatorio, leggermente sotto al watch-only il primo giorno, ma con risultati più
stabili una settimana dopo. Invece, nel caso del movimento irrilevante si hanno
scarsi risultati. Per quanto riguarda i tempi di reazione, il movimento manipolatorio
risulta avere risultati migliori. Per quanto riguarda il recall-test, il movimento
manipolatorio ha avuto risultati migliori; al secondo posto il watch-only. Il
movimento irrilevante comportava un carico cognitivo importante, che non portava
poi a importanti benefici d’apprendimento.
In definitiva, gli sperimentatori sono rimasti un po’ delusi dall’esperimento, perché
in generale i soggetti hanno ricordato solo 1 parola su 14 la settimana dopo.
Dunque, la difficoltà dell’esperimento andrà rimodulata oppure si dovrà sottoporre i
soggetti ad un allenamento più intensivo.

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