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DEI SEMICOLTI
VINCENZO RABITO E
L’INCIPIT DI «TERRA
MATTA»
È una varietà di italiano utilizzata sia nel
COS’È parlato sia anche nello scritto da una
categoria particolare di parlanti con un
«L’ITALIANO basso grado di istruzione
DEI
SEMICOLTI»?
L’italiano dei semicolti è soprattutto di
parlanti dialettofoni, che hanno cioè per
(BRUNI 1984;
D’ACHILLE 1994) madrelingua il dialetto, e che si servono
dell’italiano, appreso nei pochi anni in cui
si è frequentata la scuola
TOTÒ, PEPPINO
E LA...
MALAFEMMINA
(1956)
La scena
memorabile della
«lettera» di Totò e
Peppino De
Filippo
«VENIAMO CON QUESTA MIA ADDIRVI»:
TRATTI DI ITALIANO DEI SEMICOLTI
La vita di trincea nella prima guerra mondiale, tra la paura dell’epidemia di spagnola e la vista di Bassano
bombardata;
La medaglia al valore militare durante la sanguinosa battaglia di Vittorio Veneto;
Il trasferimento di Rabito in Etiopia e poi, durante la seconda guerra mondiale, a Dusseldorf come operaio;
Il ritorno in Sicilia, ormai teatro di guerra tra Alleati e Nazisti e l’insorgere del brigantaggio;
La nuova vita dopo la guerra: i tre figli di Rabito e la mutazione del paese italiano
L’INCIPIT DI «TERRA MATTA» - RABITO SI PRESENTA
«Terramatta» è un
documentario del
2012 ispirato
all’opera biografica
«Terra matta», diretto
da Costanza
Quatriglio e Chiara
Ottaviano (chiudi il video a 2:40)
«questa è la bella vita che o fatto il sotto scritto rabito
vincenzo, nato in via corsica a chiaramonte qulfe, d’allora
SECONDA PARTE una pormenita, per non antare arrobare e per volere
camminare onestamente. ma il patreterno, quelle che
voglino vivere onestamente, in vece di aiutarle li fa
morire».
IL TESTO DI RABITO
PRESENTA DIVERSI
ERRORI GRAMMATICALI
Osserviamo in particolare:
Le caratteristiche
grafiche
La morfologia
La sintassi
Il lessico
L’omissione di qualsiasi segno paragrafematico, sia esso accento o
apostrofo: «piu», «cosi», «perche», «proprieta», «mentalita»;
Nota bene: il dialetto siciliano forma il plurale dei nomi maschili e femminili in –i. Volendo
distanziarsi dal dialetto, Rabito si serve della marca –e per i plurali sia maschili sia femminili,
commettendo però degli strafalcioni: «figlie» per figli, «tempe», «parente», «operaie» per operai
ASPETTI MORFOLOGICI
ASPETTI L’interferenza del dialetto si presenta con
regolarità in alcune terminazioni verbali:
MORFOLOGICI Prima persona singolare dell’imperfetto
indicativo in –ava (o –eva) invece che in –
avo (o –evo): «portava», «voleva», «era»,
«faceva»;
Terza persona plurale dell’imperfetto
indicativo in –avino (o –evino) invece che
in –avano o –evano: «avevino»,
«arrestavino», «prentevino» per prendevano
FATTI SINTATTICI
La sintassi della frase ricalca moduli del parlato: «ma ciovanni di questa nomirosa famiglia non
ni voleva sentire per niente»; «ma il patreterno quelle che voglino vivere o nestamente in vece
diautarle li famorire»
L’uso della preposizione «a» nella costruzione dell’oggetto diretto (accusativo preposizionale):
«come tante famiglie che fanno tutte le porcarieie per potere sfamare ai suoi figlie»;
La congiunzione «che» ricorre spesso con particolare insistenza: «il se conto di questa nomerosa
famiglia era io e dera io cincenzo che credeva ammia madre che, che cosi picolo, sapeva che mia
madre aveva molto bisogna dai figlie perche era senza marito»
Una generale povertà lessicale che si manifesta nella
ripetizione delle stesse parole;
La presenza di «malapropismi», ovvero la
sostituzione di una parola con un'altra, di significato
completamente diverso ma di suono simile:
IL LESSICO
«pormenita» per polmonite
Presenza massiccia di termini dialettali, nonostante
il tentativo di italianizzarli: «maschele» per maschi,
«racina» per uva, «cascare malato» al posto di
ammalarsi
PICCOLA CURIOSITÀ: L’USO DELLA
PUNTEGGIATURA
Finora, abbiamo utilizzato il testo dell’edizione Einaudi 2007. La pubblicazione è stata curata
da Luca Ricci e Evelina Santangelo, che, al fine di rendere più scorrevole la lettura, hanno
operato diversi interventi nella punteggiatura;
Il dattiloscritto originale di Vincenzo Rabito si presenta, infatti, in tutt’altra maniera. Un
esempio dal primo rigo:
«questa; e; la bella; vita; che; ho; fatto; il sotto; scritto;rabito vincenzo»
Si noti soltanto la presenza della punteggiatura quasi dopo tutte le parole. Inoltre, è smodato
l’uso del «punto e virgola» - agli occhi di Rabito, quel punto e virgola rappresentava,
probabilmente, un modo per avvicinarsi alla bella scrittura
«cosi, il seconto di questa nomerosa famiglia era io. ed era io,
vincenzo, che cosi picolo sapeva che mia madre aveva molto
bisogna dai figlie, perche era senza marito»
- “L’Italiano Contemporaneo” di Paolo D’Achille, Il Mulino, 2010 – “L’italiano dei semicolti” (pp. 238-41)
- L’articolo di Giuliana Fiorentino per la Treccani “
«Veniamo con questa mia addirvi». Totò, Peppino e la sociolinguistica”, 2020
- “Terra Matta” di Vincenzo Rabito a cura di Evelina Santangelo e Luca Ricci, Einaudi, 2007
- “Questa è la bella vita. L’incipit di Terra Matta” di Thomas Mazzucco, 2019
- “Un esempio di scrittura di semicolti: analisi di “Fontanazza” di Vincenzo Rabito” di Luisa Amenta, Rivista Italiana
di Dialettologia. Lingue dialetti società, CLUEB Bologna, 2004