Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Attività 2
Definisci quali frasi sono di aspetto perfettivo e quali di aspetto imperfettivo, i rispettivi
valori; quali frasi sono agrammaticali (indicare con un *) e in base a quale test.
Attività 3
Sottolineare i predicati e definire scrivendo a penna modi e tempi verbali, ecc. (v. es.)
Il significato dei tempi verbali viene determinato attraverso le categorie del tempo,
dell'aspetto e dell'azione del verbo. L'azione è collegata al significato lessicale del verbo (v.
durativi/non durativi).
Tempo e aspetto sono categorie funzionali che si manifestano attraverso le forme del verbo e
le perifrasi verbali.
8.3.1.1. Il tempo
- Il tempo situa l'evento sull'asse temporale. L'evento può essere anteriore, simultaneo o
posteriore al momento dell'enunciazione (ME) - il tempo ha valore deittico: Ieri ho
guardato un bel film. Adesso guardo un bel film. Domani guarderò un bel film.
Ma l'evento può anche essere situato rispetto a un momento di riferimento diverso dal
ME: Alle cinque (MR) Piero avrà finito i compiti o Alle cinque aveva già finito i compiti.
http://www.treccani.it/enciclopedia/deittici_(Enciclopedia-dell%27Italiano)/
Il termine deittici indica un insieme eterogeneo di forme linguistiche – avverbi, pronomi, verbi – per interpretare
le quali occorre necessariamente fare riferimento ad alcune componenti della situazione in cui sono prodotti. I
deittici coinvolgono dunque due realtà diverse: una realtà linguistica, interna alle frasi, e una extralinguistica,
esterna alle frasi (cfr. Lyons 1977; Vanelli 1992; Vanelli & Renzi 1995).
NOTA BENE - L’opposizione tra perfettivo e imperfettivo può essere espressa con mezzi differenti. In italiano
viene codificata mediante la scelta dei tempi verbali, non dunque con un insieme di affissi specializzati come
avviene, invece, in alcune lingue slave.
Sono generalmente associati all’aspetto imperfettivo la perifrasi progressiva e l’imperfetto; invece, il passato
prossimo e il passato remoto all’aspetto perfettivo, ma il contesto gioca un ruolo fondamentale
nell’interpretazione delle forme verbali. Il presente è un esempio emblematico, ha valore prevalentemente
imperfettivo.
8.3.1.2. L'aspetto
Con aspetto verbale si intende la modalità con la quale lo svolgimento di un evento viene
presentato.
1. ASPETTO IMPERFETTIVO (l'evento viene colto nel suo svolgersi, l'evento non è
concluso)
L'aspetto imperfettivo è incompatibile con tutti quei complementi che fanno allusione alla fine
del processo: in X tempo: *Quando sono entrato, Piero dormiva in due ore.
per X tempo: *Quando sono entrato, Piero dormiva per due ore.
fino a X tempo: *Quando sono entrato, Piero dormiva fino alle 5.
da/tra X a Y: *Quando sono entrato, Piero dormiva dalle 2 alle 5 / tra
le 2 e le 5.
L'aspetto imperfettivo è compatibile con da X tempo che fa riferimento all'inizio e non alla
fine dell'evento: Quando sono entrato Piero dormiva da due ore.
L'aspetto perfettivo è compatibile con: in X tempo, per X tempo, fino a X tempo, da X a Y ,
tra X e Y
da X tempo è compatibile con l'aspetto perfettivo compiuto (Maria era arrivata da due ore),
ma non con quello aoristico (*Maria arrivò da due ore).
(NOTA BENE - L'aspetto perfettivo presenta anche il valore ingressivo che è un’accezione particolare dei
tempi con valore aoristico, in specifiche e limitate condizioni. Esso coglie la fase iniziale di un processo: la sua
identificazione può avvenire tramite un test sostituendolo con le perifrasi iniziare a + infinito o cominciare a +
infinito: Proprio in quel momento, la terra tremò / cominciò a tremare.)
-Test valore aoristico – (in X tempo, per X tempo, fino a X tempo, da X a Y , tra X e Y ) (*Maria studiò da
due ore)
Esercizio
1. Maria camminava quando si ricordò delle chiavi. I Progr. Test stare + gerundio
2. Maria studiava ogni pomeriggio. I Abit.
3. Gli antichi greci erano grandi navigatori. I Abit.
4. Maria mentre studiava ascoltava la radio. I Cont.
5. Maria telefonò alla nonna. P Aor.
6. Maria aveva preso il treno da mezz'ora. P Comp. Test da x tempo (ha preso da x
tempo)
7. Maria proprio in quel momento si ricordò. P Ingr. Test iniziò a ricordarsi
8. Propriò all'età di 7 anni Maria rivelò talento per il violino. P Ingr. Test cominciò a
rivelare talento
9. Maria studiò la lezione *da due ore. P Aor. Test non ammette da x tempo (studiava)
10. Maria ha capito la lezione che non *capì mai P Comp. (che non capiva mai/ che non
aveva mai capito)
11. Maria ha imparato la lezione. P Comp. Test con già Ha già imparato
12. Maria studia. I Progr. Test sta studiando Presente Ind.
13. Vedo Maria che studia e prende appunti. I Progr. sta studiando e sta prendendo
appunti Presente Ind.
14. Quando Maria frequentava il liceo, studiava spesso in bliblioteca. I Abit. Test spesso
e Test essere solito + infinito, era solita studiare /soleva studiare...
15. Durante la prima giovinezza, Leopardi scopriva la passione per lo studio. I Cont. Test
andava scoprendo
16. Durante il liceo, Maria studiava anche violino. I Cont. Test continuava a studiare ...
Attività 2
Definire quali frasi sono di aspetto perfettivo e quali di aspetto imperfettivo e il rispettivo
valore; indicare con un * quali usi sono agrammaticali; usare i test di verifica.
Il carretto passava
E quell'uomo gridava "Gelati".
Al 21 del mese I nostri soldi
Erano già finiti.
Io pensavo a mia madre
E rivedevo I suoi vestiti,
Il più bello era nero
Coi fiori non ancora appassiti.
All'uscita di scuola
I ragazzi vendevano I libri,
Io restavo a guardarli
Cercando il coraggio per imitarli
Poi sconfitto tornavo a giocar
Con la mente e I suoi tarli,
E la sera al telefono
Tu mi chiedevi
"Perché non parli".
Che anno è
Che giorno è
Questo è il tempo
Di vivere con te.
Le mie mani
Come vedi
Non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima
Cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora
Ancora amore
Amor per te.
Fiumi azzurri
E colline
E praterie
Dove corrono dolcissime
Le mie malinconie.
L'universo
Trova spazio Dentro me,
Ma il coraggio di vivere,
Quello, ancora non c'è…
USO DEI MODI E TEMPI VERBALI NELLA FIABA
ATTIVITÀ 3
Sottolineare i predicati e scrivere a penna solo il tempo verbale per l’indicativo, il modo e il tempo
per il congiuntivo e il condizionale, i verbi fraseologici, i modali (servili), ecc. Osservare:
l’alternanza di passato remoto narrativo e imperfetto; l’uso del presente nei discorsi diretti;
l’imperativo; il congiuntivo imperfetto e il condizionale presente e passato.
C’era una volta un Re che aveva tre figli in età da prender moglie. Perché non
sorgessero rivalità sulla scelta delle tre spose, disse: – Tirate con la fionda più
lontano che potete: dove cadrà la pietra là prenderete moglie. I tre figli presero le
fionde e tirarono. Il più grande tirò e la pietra arrivo sul tetto di un Forno ed egli
ebbe la fornaia.Il secondo tirò e la pietra arrivò alla casa di una tessitrice. Al più
alla fidanzata.
Il più grande trovò una giovinotta bella soffice come una focaccia, il mezzano
una pallidina, fina come un filo, e il più piccino, guarda guarda in quel fosso, non ci
trovò che una rana. Tornarono dal Re a dire delle loro fidanzate.- Ora – disse il Re –
della canapa perché gliela riportassero di lì a tre giorni filata dalle fidanzate, per
vedere chi filava meglio.I figli andarono dalle fidanzate e si raccomandarono che
filassero a puntino; e il più piccolo tutto mortificato, con quella canapa in mano, se
– Rana, rana!
– Chi mi chiama?
E la rana saltò fuori dall’acqua su una foglia. Il figlio del Re le diede la canapa e disse
che sarebbe ripassato a prenderla filata dopo tre giorni. Dopo tre giorni i fratelli
maggiori corsero tutti ansiosi dalla fornaia e dalla tessitrice a ritirare la canapa. La
fornaia aveva fatto un bel lavoro, ma la tessitrice – era il suo mestiere – l’aveva filata
– Rana, rana!
– Chi mi chiama?
Saltò su una foglia e aveva in bocca una noce. Lui si vergognava un po’ di andare dal
padre con una noce mentre i fratelli avevano portato la canapa filata; ma si fece
coraggio e andò. Il Re che aveva già guardato per dritto e per traverso il lavoro della
fornaia e della tessitrice, aperse la noce del più piccino, e intanto i fratelli
sghignazzavano. Aperta la noce ne venne fuori una tela così fina che pareva tela di
ragno, e tira tira, spiega spiega, non finiva mai, e tutta la sala del trono ne era invasa.
“Ma questa tela non finisce mai!” disse il Re, e appena dette queste parole la
tela finì. Il padre, a quest’idea che una rana diventasse regina, non voleva
rassegnarsi. Erano nati tre cuccioli alla sua cagna da caccia preferita, e li diede ai tre
figli: – Portateli alle vostre fidanzate e tornerete a prenderli tra un mese: chi l’avrà
Dopo un mese si vide che il cane della fornaia era diventato un molosso
grande e grosso, perché il pane non gli era mancato; quella della tessitrice, tenuto
barboncino infiocchettato, pettinato, profumato, che stava ritto sulle zampe di dietro
e sapeva fare gli esercizi militari e far di conto. E il Re disse: – Non c’è dubbio; sarà re
Furono stabilite le nozze, tutti e tre i fratelli lo stesso giorno. I fratelli maggiori
rana l’aspettava in una carrozza fatta d’una foglia di fico tirata da quattro lumache.
Presero ad andare: lui andava avanti, e le lumache lo seguivano tirando la foglia con
svegliò, gli s’era fermata davanti una carrozza d’oro, imbottita di velluto, con due
cavalli bianchi e dentro c’era una ragazza bella come il sole con un abito verde
smeraldo. – Chi siete? – disse il figlio minore – Sono la rana -, e siccome lui non ci
voleva credere, la ragazza aperse uno scrigno dove c’era la foglia di fico, la pelle della
sposarmi senza sapere che ero bella avrei ripreso la forma umana Il Re fu tutto
contento e ai figli maggiori che si rodevano d’invidia disse che chi non era neanche