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c) Presente histórico, ou seja, um passado em forma de presente, usado para dar maior
realidade à narração de fatos/acontecimento.
Ex.: Luigi Pirandello nasce a Agrigento... (Luigi Pirandello nasce em Agrigento...)
• Il passato prossimo, invece, si riferisce ad azioni ed eventi circoscritti nel tempo, con un
inizio ed una fine determinati: Ieri ho incontrato Claudia per il corso.
• Può trattarsi anche di una serie di azioni consecutive, di cui si conosce sempre il
momento o la durata: Stamattina mi sono alzato, ho fatto colazione e sono andato al
lavoro.
• Un’azione che può essere avvenuta nel passato una o più volte, l’importante è che si
sappia il momento preciso (che può essere specificato o sottinteso): Da piccolo una
volta ho guardato un film horror che mi ha sconvolto (una volta sola, non sempre come
nell’esempio con l’imperfetto, in cui guardavo sempre i cartoni animati).
• Può seguire l’imperfetto nel caso in cui ci sono due azioni contemporanee, di cui la
prima è duratura mentre la seconda è momentanea: Mentre passeggiavo, ho incontrato un
caro amico (probabilmente l’ho solo salutato e poi ho continuato la mia passeggiata).
• Può invece seguire un altro passato prossimo nel caso in cui ci siano due azioni
contemporanee ma entrambe momentanee: Quando giorgio è arrivato, lo abbiamo
accolto calorosamente.
• Il passato prossimo infine si usa con i verbi modali quando si sottintende che l’azione è
andata a buon fine: Ho dovuto prendere il treno per andare a trovarlo.
• Descrive un’azione cogliendone gli aspetti più dinamici e degni di essere raccontati
(imperfetto narrativo o storico o cronistico)
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All’improvviso prendeva la pistola e apriva il fuoco
In questo caso, l’imperfetto ha lo stesso valore del ➔passato remoto, dato che descrive
un’azione puntuale conclusa, senza legami con il presente.
• Nella protasi e/o nella apodosi del ➔periodo ipotetico dell’irrealtà (III tipo), esprime un
fatto che non è successo (imperfetto irreale o ipotetico o controfattuale)
Se me lo dicevi, non sarei venuto
Se me lo avessi detto, non venivo
Se me lo dicevi, non venivo
Si tratta (specie nell’ultimo caso) di usi propri del parlato e dello scritto informale,
sconsigliabili quando la situazione comunicativa richiede un uso sorvegliato della lingua.
Abbiamo visto che il trapassato prossimo si usa per esprimere un’azione anteriore rispetto a
un’altra passata, ma quando l’azione passata è sottintesa, cioè non e espressa, si può
usare anche da solo.
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→ Bello questo film! Non l’avevo ancora visto!
→ Non ero mai stato a Firenze prima d’ora.
Spesso il trapassato prossimo è accompagnato da avverbi di tempo come: mai, prima,
ancora, sempre, ecc.
Cantare (cantar) Potere (poder) Aprire (abrir)
io avevo cantato io avevo potuto io avevo aperto
tu avevi cantato tu avevi potuto tu avevi aperto
lui/lei aveva cantato lui/lei aveva potuto lui/lei aveva aperto
noi avevamo cantato noi avevamo potuto noi avevamo aperto
voi avevate cantato voi avevate potuto voi avevate aperto
loro avevano cantato loro avevano potuto loro avevano aperto
PASSATO REMOTO
Un fatto avvenuto nel passato, concluso e senza legami di nessun tipo con il presente;
la lontananza è di carattere sia cronologico, sia psicologico.
Alice trattenne il fiato mentre si sfilava la canottiera e non poté fare a meno di strizzare gli
occhi per un momento
8 - Hipótese ou aproximação.
Ex.: Per questa macchina Carlo pagherà almeno dieci mila euro.
(Por este carro Carlos pagará pelo menos dez mil euros.)
la settimana prossima,
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il mese prossimo,
l’anno prossimo,
tra un’ora.
Pode indicar:
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Ex.: Domani avrei fatto un salto alla festa, ma non posso.
(Amanhã daria um pulo na festa, mas não posso.)
Ex.: Avrei studiato per l'esame, ma ero stanco. (Teria estudado para o exame, mas estava
cansado.)
c) Uma ação que representa um futuro no passado, ou seja, uma segunda ação no
passado sucessiva a uma primeira ação no passado.
“Non so davvero come tu possa preferire i film ai libri di Harry Potter“; “Mi auguro che tu
abbia ordinato la tua libreria, era un disastro!”.
b) Con il lei di cortesia per esprimere comandi, ordini, o richieste: “Per favore, mi faccia
saltare la fila, voglio assolutamente l’autografo del mio scrittore preferito!”
c) Con congiunzioni subordinanti come: sebbene (embora), qualora (se), affinché (de
modo que), benché (embora), a meno che, nel caso che, prima che, senza che…:
“Sebbene debba lavorare tutto il giorno, non rinuncerò a leggere questa notte”
d) Con espressioni impersonali come: è necessario che, bisogna che, è probabile che,
è bene che…: “È necessario che tu legga al più presto I fratelli Karamazov. Come hai
potuto vivere fino a questo momento senza averlo fatto?”
Il congiuntivo si usa per esprimere un’azione che indica un evento non sicuro, ipotetico o
irreale a differenza del condizionale che esprime un’azione incerta ma che accadrà molto
probabilmente in presenza di una determinata condizione.
Il condizionale indica fatti azioni, modi di essere in cui prevale l’aspetto dell’eventualità,
subordinata a una condizione.
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Spero che lei possa arrivare in tempo: è una situazione possibile ma non certa.
Con 100 euro comprerei un cellulare: condizione possibile perché con il complemento “con
100 euro” mi assicura l’acquisto futuro del cellulare.
b) Exclamação ou admiração.
Ex.: Vedessi che bella città! (Se visses que bela cidade!)
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c) Possibilidade ou condição relativa ao passado, depois de "che", "a meno che", "nel
caso che", "a condizione che", "purché"´(conquanto que), "benché".
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PRONOMINALI
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Prima classe: verbi in –la
– PIANTARLA
Se stai pensando che questo verbo significhi “collocare un seme o una pianta nella terra”… ti
stai confondendo con il verbo “piantare” (esempio: Io pianto i tulipani ogni anno).
“PIANTARLA”, invece, significa “smettere di fare o di dire qualcosa”.
Per esempio:
Spero che il nostro vicino la pianti con questa musica! Devo studiare!
N.B. Molto spesso gli italiani lo usano come imperativo per far smettere a qualcuno di dare
fastidio: “Piantala!”
– FINIRLA / SMETTERLA
“Smettere di fare qualcosa, specialmente qualcosa di fastidioso“.
Per esempio:
Finiscila / Smettila con le tue lamentele!
– FARLA
“Avere la meglio su qualcuno, generalmente con l’inganno e l’astuzia“.
Per esempio:
Marco sa mentire davvero bene! Me l’ha fatta anche questa volta!
– SPUNTARLA
“Riuscire a ottenere ciò che si vuole superando ostacoli e difficoltà“.
Per esempio:
Nella riunione Marco era l’unico contrario ma alla fine, non so come, l’ha spuntata!
– FARLA FRANCA
“Riuscire a evitare le conseguenze di un errore o di una cattiva azione; non essere scoperti“.
Per esempio:
Dopo aver rapinato la banca, i ladri sono riusciti a farla franca fuggendo con un motorino.
– ENTRARCI
Usato di solito in formule come “non c’entra niente” (C’entrare o centrare? Guarda il nostro
video!)
– METTERCI e VOLERCI
Usati – e confusi – di solito in senso temporale (Ci vuole o ci mette?)
– ESSERCI e STARCI
Non perderti, a questo proposito, il nostro divertente video ESSERE vs STARE!
Ma ci sono anche:
– ANDARCI
“Essere appropriato; stare bene.” o “Adattarsi, starci, entrarci“.
Per esempio:
In questa cucina ci andrebbe un bel tappeto rosso!
Non serve continuare a provare: la valigia là non ci va!
– ARRIVARCI
“Capire“.
Per esempio:
La bottiglia dell’acqua vuota deve andare nel contenitore della plastica, non in quello della
carta! Ma proprio non ci arrivi?
– CASCARCI
“Cascare”, nella sua forma base, significa “cadere” (esempio: Paola è cascata dalle scale
mentre portava le buste)…
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Tuttavia, il verbo pronominale “CASCARCI” ha il significato di “farsi ingannare; cadere in un
tranello, uno scherzo”.
Per esempio:
Nonostante fosse una fake news, tutti ci sono cascati.
– PERDERCI
“Subire un danno, soprattutto economico” o “Perdere di bellezza, di pregio“.
Per esempio:
Se compri le azioni di quella compagnia, ci perdi! Io ti ho avvisato…
– RIMETTERCI
“Perdere“.
Per esempio:
Con questo freddo non puoi uscire in pantaloncini! Non vorrai mica rimetterci la salute?!
Cosa significa la parola “mica“? Scoprilo con noi!
– SCAPPARCI
“Essere possibile, attuabile” o “Verificarsi malauguratamente, per un caso avverso“.
Per esempio:
Se le cose tra loro continuano così, è probabile che prima o poi ci scappi un morto!
Comportati bene con il capo, così magari ci scappa l’aumento!
– SENTIRCI
“Avere il senso dell’udito in buone condizioni“.
Per esempio:
Nonostante mia nonna abbia 90 anni, ci sente ancora benissimo!
– VEDERCI
“Avere il senso della vista in buone condizioni” (con valore rafforzativo).
Per esempio:
Sto diventando vecchio: ormai ci vedo solo con gli occhiali!
– PROVARCI
“Tentare un approccio sessuale con qualcuno“.
Per esempio:
Paolo è un dongiovanni: ci prova con tutte le ragazze che incontra! Non si stanca mai!
Terza classe: verbi in –si
I verbi in -si di solito cambiano il pronome riflessivo in base al soggetto.
Tra questi possiamo ricordare:
– PARLARE e PARLARSI
Per esempio:
Paolo parla con sua madre (Paolo parla e la madre ascolta) MA Paolo e Carla si
parlano (esprime reciprocità: entrambi dicono qualcosa all’altro)
Quarta classe: verbi in –ne
– ANDARNE
Tutti sanno il significato del verbo “andare” (ANDARE vs VENIRE), ma “ANDARNE” ha un
significato totalmente diverso: “essere in gioco, essere in ballo, essere in pericolo”.
Per esempio:
Non andate mai in moto senza casco! Ne va della vostra vita!
– PRENDERSELA
Sappiamo tutti cosa significa “prendere”, ossia “afferrare, stringere con la mano qualcosa”…
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“PRENDERSELA”, invece, significa “offendersi o arrabbiarsi con qualcuno per qualcosa”.
Per esempio:
Sono un po’ permalosa: me la prendo quando qualcuno mi offende o mi fa uno scherzo.
– CAVARSELA
“Uscire in modo fortunato da una situazione di pericolo” o “Superare le difficoltà con astuzia”
o “Riuscire abbastanza bene in qualcosa“
Per esempio:
Dopo l’incidente in moto, Luca se l’è cavata per miracolo!
Non avevo studiato niente per l’esame, ma ho inventato tutto e me la sono cavata.
Sono un disastro con il tedesco! Con l’inglese, invece, me la cavo.
– CERCARSELA
“Comportarsi in maniera tale da causarsi qualcosa di spiacevole o dannoso, che invece si
sarebbe potuto prevedere e evitare“.
Per esempio:
La moglie di Paolo lo ha lasciato e ora lui è triste. Però se l’è cercata: la tradiva praticamente
ogni mese con una donna diversa!
– DARSELA / FILARSELA
“Scappare, sparire, soprattutto per evitare una situazione difficile, scomoda, fastidiosa“.
Per esempio:
Quando ha capito che stava per essere scoperto, se l’è data / se l’è filata e nessuno ha più
saputo nulla di lui per mesi.
– PASSARSELA
“Condurre un’esistenza; vivere“.
Per esempio:
Da quando ha vinto la lotteria, Piero se la passa proprio bene! Ha anche comprato una casa
con la piscina!
– SBRIGARSELA
“Risolvere una situazione complicata in poco tempo“.
Per esempio:
Ho detto al mio avvocato del nostro problema con l’affitto: ha detto che se la sbriga lui!
– SPASSARSELA
“Passare il tempo allegramente; fare la bella vita; divertirsi molto“.
Per esempio:
Dal momento che Luigi è milionario, i suoi figli se la spassano senza dargli una mano.
– SVIGNARSELA
“Andare via senza che gli altri se ne accorgano“.
Per esempio:
Che noia questa riunione! Appena posso me la svigno!
– TIRARSELA
“Darsi arie; attribuirsi importanza; assumere un atteggiamento di superiorità“.
Per esempio:
La fidanzata di Stefano è davvero antipatica! Non parla con nessuno e se la tira un sacco!
Sesta classe: verbi in –cela
– FARCELA
“Avere successo, riuscire, portare a termine qualcosa“. N.B. Qui “ce” è invariabile.
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Per esempio:
Gianni ce l’ha fatta! Ha passato finalmente il test di guida!
N.B. Molto utilizzata è l’espressione “Non ce la faccio più!” per indicare che una situazione
è diventata insopportabile.
– AVERCELA
“Essere offesi, arrabbiati con qualcuno“.
Per esempio:
Perché non rispondi ai messaggi di Sara? Ce l’hai ancora con lei per quella vecchia storia?
ATTENZIONE!
Bisogna tenere a mente che tutti i verbi che contengono il pronome “-la”, nei tempi composti,
devono concordare con “-la” in genere e numero!
Per questo, non diremo:
“Il nostro vicino l’ha piantato di sentire musica ad alto volume” MA “Il nostro vicino l’ha
piantata di sentire musica ad alto volume“
Settima classe: verbi in –sene
– FREGARSENE
La forma base di questo verbo, ossia “fregare” significa “rubare qualcosa” o “ingannare
qualcuno”.
Mentre “FREGARSENE” significa “non preoccuparsi, provare indifferenza per qualcosa”.
Entrambi sono usati solo nel linguaggio colloquiale e informale.
Per esempio:
Loro ci hanno detto che siamo brutti, ma noi ce ne siamo fregati.
Classica espressione con questo verbo è “Chi se ne frega!” per mostrare totale disinteresse
per qualcosa.
– ANDARSENE
“Lasciare il luogo in cui si è; allontanarsi; partire per un posto sconosciuto“.
Per esempio:
Dopo che abbiamo litigato, Luigi se n’è andato e non l’ho visto per mesi.
– INTENDERSENE
“Avere una profonda competenza o esperienza in un determinato settore“.
Per esempio:
Si è rotto il computer, quindi ho chiamato Sergio per aiutarmi. Lui se ne intende di
informatica.
– INFISCHIARSENE
“Non preoccuparsi di qualcosa o qualcuno“.
Per esempio:
Oggi me ne infischio della dieta! Mangio le patatine fritte!
Ottava classe: verbi in –cene
– VOLERCENE
Tutti sappiamo cosa significa “volere”, su “volerci” abbiamo fatto un video, ma
“VOLERCENE”? Cosa significa?
Questo verbo è di solito usato in espressioni esclamative con il significato di “essere
necessario molto tempo o molto impegno”.
Per esempio:
Luigi è molto testardo: ce ne vuole per convincerlo!
Abbiamo finito quel progetto… ma ce n’è voluto!
– CORRERCENE
“Intercorrere una notevole differenza“.
Per esempio:
Si sa: tra il libro e il film ce ne corre! In due ore non si può racchiudere tutto il significato di un
intero libro!
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SI PASSIVANTE
Nella forma attiva il soggetto compie l’azione espressa
dal verbo (soggetto e agente coincidono).
Esempio:
Maria compra il gelato (→ Maria è il soggetto e compie l’azione di comprare)
Nella forma passiva il soggetto subisce l’azione espressa dal verbo, che è invece compiuta
da qualcos’altro o qualcun altro (soggetto e agente sono diversi).
Esempio:
Il gelato è comprato da Maria.
1) Il complemento oggetto della frase attiva diventa il soggetto della frase passiva
2) Il verbo della frase passiva si forma con: verbo essere al tempo e modo del verbo della
frase attiva + participio passato
3) Il soggetto della frase attiva diventa l’agente della frase passiva (introdotto dalla
preposizione DA)
N.B. NON tutte le frasi attive possono essere trasformate in frasi passive!
Il presupposto necessario, infatti, è la presenza di un VERBO TRANSITIVO, cioè un verbo
che regge il complemento oggetto. (Senza complemento oggetto, infatti, non ci sarebbe il
soggetto per la frase passiva!)
Esempio:
Paolo passeggia in centro.
Il verbo essere nella frase passiva può essere sostituito dal verbo VENIRE, ma solo se
il tempo non è composto. Sono non composti i tempi costituiti da una sola parola (presente,
imperfetto, passato remoto, futuro semplice…).
Esempio:
Il gelato è comprato da Maria = Il gelato viene comprato da Maria
Il gelato è stato comprato da Maria MA Il gelato è venuto comprato da Maria
I PASSIVANTE
Qui si vende il pane.
In questa frase, SI non sta per «sé, se stesso», quindi non ha funzione riflessiva!
Ma ha una funzione passivante. Sarebbe come dire:
Qui è venduto il pane. / Qui viene venduto il pane.
Il SI passivante è usato solo con la 3 persona singolare e plurale
SI IMPERSONALE
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Il SI impersonale è usato per parlare in maniera distaccata di eventi o situazioni che
riguardano un soggetto indefinito e non specifico (tutte le persone) ed è impiegato tanto nel
linguaggio parlato quanto in quello scritto (ma di più in quest’ultimo caso).
A differenza del SI riflessivo, che si riferisce a una persona o un gruppo di persone
specifiche, il SI impersonale sostituisce “la gente”, “le persone”, “tutti” e si usa sempre e solo
alla terza persona, singolare o plurale, con l’ausiliare essere.
I impersonale e come farlo:
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termina con -i (o -e se si parla di sole donne)
“Se si è state lasciate, bisogna andare dal parrucchiere e farsi belle!” (Verbo passivo)
“Quest’estate si è andati in Portogallo” (Verbo intransitivo)
– Se il SI impersonale precede un verbo intransitivo che ha come ausiliare il verbo “avere”
(come ridere o camminare) o un verbo transitivo ma senza oggetto, allora il participio
passato termina sempre con -o
Esempi: “Era un film triste e non si è riso per niente!“
“Alla festa del direttore si è mangiato veramente bene!“
– Se il SI impersonale precede un verbo transitivo seguito da un oggetto diretto, allora il
participio passato va concordato con l’oggetto (quindi può finire in -o, -a, -i, -e). In questo
caso, se l’oggetto è plurale anche il verbo “essere” sarà plurale.
Esempi: “Non so lì ma qui non si è vista nemmeno una persona“
“Il colpevole non è stato catturato perché non si sono analizzate bene tutte le prove“
“Purtroppo per questa patologia non si sono ancora fatti dei progressi“.
*Anche in questi casi, si tratta di SI PASSIVANTE.
– Se il SI impersonale precede un verbo copulativo (uno verbo che non ha senso da solo,
ma che crea un legame tra il soggetto e un nome (o aggettivo), come “essere”, “sembrare”,
“diventare”, “nominare”…), allora il participio passato termina con -i (o -e se si parla di sole
donne)
Esempi: “Una volta che si è diventati ricchi, la vita diventa più facile“
“Se si è state amiche, si è andate almeno una volta a pranzo fuori insieme“
Se il verbo è intransitivo oppure transitivo ma non c’è il complemento oggetto, allora
il si assume una funzione impersonale, ma non passiva!
Il si impersonale è usato solo con il verbo alla 3 persona singolare e si riferisce a
«la gente» in generale!
Esempio:
In questo ristorante si mangia bene
→ verbo transitivo senza complemento oggetto: la gente in generale mangia bene in questo
posto (non è passivante!)
Ormai si viaggia sempre più spesso in aereo
→ verbo intransitivo: la gente in generale viaggia sempre più spesso in aereo (non è
passivante!)
Ora che conosci il passivo, non perderti la lezione sul discorso indiretto!
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