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Katherine Aguirre

Modo indicativo (3)


Esercizi sui verbi della prima coniugazione
Riscrivi le frasi trasformando i verbi sottolineati dal tempo presente al tempo passato
prossimo.
Es : Io saluto cordialmente → Io ho salutato cordialmente
1) Io studio la storia dei Romani.
2) Tu accompagni la mamma al supermercato.
3) Denise mangia la pasta con il pomodoro.
4) Noi cantiamo le canzoni di Emma.
5) Voi saltate per la gioia.
6) Lucia e Sara disegnano le farfalle sul diario.
Riscrivi le frasi trasformando i verbi sottolineati dal tempo imperfetto al tempo
trapassato prossimo.
1) Io recitavo una poesia per il mio papà.
2) Tu camminavi lentamente in giardino.
3) Damiano parava un tiro fortissimo.
4) Noi mangiavamo il pollo con le patate.
5) Voi ballavate in terrazza.
6) Greta e Pietro scartavano le loro uova di cioccolato.
Riscrivi le frasi trasformando i verbi sottolineati dal tempo passato remoto al tempo
futuro semplice.
1) Io raccontai la fiaba di Cappuccetto Rosso al mio fratellino.
2) Tu parlasti con il tuo amico Alex
3) Nicolò arrivò qui a Granarolo dalla Germania.
4) Noi completammo la tabella dei verbi.
5) Voi fotografaste le montagne innevate.
6) Tommaso e la sua famiglia visitarono l’acquario di Genova.
Esegui l’analisi grammaticale dei verbi seguendo questo ordine:
voce del verbo coniugazione modo tempo
Guarda l’esempio:
abbiamo consegnato: voce del verbo consegnare, 1° coniugazione modo indicativo
tempo passato prossimo.

Ora analizza tu:

nuotarono:
avesti cacciato :
sbuccerò:
avevate pitturato:
impastava:
hai tremato:
stampiamo:

RISPOSTE:

a) Presente/ passato prossimo

1) Io studio la storia dei Romani. / Io ho studiato la storia dei Romani.


2) Tu accompagni la mamma al supermercato. / Tu hai accompagnato la mamma al
supermercato.
3) Denise mangia la pasta con il pomodoro. / Denise ha mangiato la pasta con il
pomodoro.
4) Noi cantiamo le canzoni di Emma. / Noi abbiamo cantato le canzoni di Emma.
5) Voi saltate per la gioia. / Voi avete saltato per la gioia.
6) Lucia e Sara disegnano le farfalle sul diario. / Lucia e Sara hanno disegnato le
farfalle sul diario.

b) Imperfetto / Trapassato prossimo

1) Io recitavo una poesia per il mio papà. / Io avevo recitato una poesia per il mio
papà.
2) Tu camminavi lentamente in giardino. / Tu avevi camminato lentamente in
giardino.
3) Damiano parava un tiro fortissimo. / Damiano aveva parato un tiro fortissimo.
4) Noi mangiavamo il pollo con le patate. / Noi avevamo mangiato il pollo con le
patate.
5) Voi ballavate in terrazza. / Voi avevate ballato in terrazza.
6) Greta e Pietro scartavano le loro uova di cioccolato. / Greta e Pietro avevano
scartato le loro uova di cioccolato.

c) Passato Remoto / Futuro semplice

1) Io raccontai la fiaba di Cappuccetto Rosso al mio fratellino. / Io racconterò la


fiaba di cappuccetto Rosso al mio fratellino.
2) Tu parlasti con il tuo amico Alex. / Tu parlerai con il tuo amico Alex
3) Nicolò arrivò qui a Granarolo dalla Germania. / Nicolò arriverà qui a Granarolo
dalla Germania.
4) Noi completammo la tabella dei verbi. / Noi completeremo la tabella dei verbi.
5) Voi fotografaste le montagne innevate. / Voi fotograferete le montagne innevate.
6) Tommaso e la sua famiglia visitarono l’acquario di Genova. / Tommaso e la sua
famiglia visiteranno l’acquario di Genova.
2) voce del verbo coniugazione modo tempo

Nuotarono: Voce del verbo nuotare – 1° coniugazione – modo indicativo – tempo


passato remoto.
avesti cacciato: voce del verbo cacciare - 1° coniugazione – modo indicativo –
tempo trapassato remoto.
sbuccerò: Voce del verbo sbucciare – 1° coniugazione – modo indicativo – tempo
futuro semplice.
avevate pitturato: Voce del verbo pitturare – 1° coniugazione – modo indicativo –
tempo trapassato prossimo.
impastava: Voce del verbo impastare – 1° coniugazione – modo indicativo –
imperfetto.
hai tremato: Voce del verbo tremare – 1° coniugazione – modo indicativo – tempo
passato prossimo.
stampiamo: Voce del verbo stampare – 1° coniugazione – modo indicativo –
tempo presente.

1. Coniuga i verbi tra parentesi al passato prossimo.

1. Rita e Marcello Hanno guardato (guardare) un bel film al cinema ieri sera.
2. Ancora (io) non Ho comprato (comprare) l’ultimo libro di Umberto Eco.
3. Bambini, avete finito (finire) di fare i compiti?
4. Lo scorso fine settimana gli studenti sono usciti (uscire) tutte le sere.
5. Rita, quanto hai pagato (pagare) per questo bel cappello?
6. Marco ha ordinato (ordinare) una cena squisita.
7. Maria e Letizia sono arrivate (arrivare) in ritardo alla lezione.
8. Io e Riccardo abbiamo ballato (ballare) tutta la sera in discoteca.
9. Giovanni, hai incontrato (incontrare) i tuoi amici ieri sera?
10. Lorenzo e Maria sono partiti. (partire) per le vacanze.

Completa con il participio passato irregolare.

1. Riccardo, dove sei stato (stare) tutta la sera?


2. Marta ha letto (leggere) il giornale di ieri.
3. I signori Rossini hanno vissuto (vivere) a Roma tutta la loro vita.
4. Marta, ieri non ti ho detto (dire) tutta la verità.
5. Valentina mi ha offerto (offrire) una cena squisita.
6. Ieri pomeriggio ho preso (prendere) il treno delle 9:30.
7. Roberta e Maria hanno fatto (fare) una lunga passeggiata nel parco.
8. Marco, sono rimasto. (rimanere) due ore ad aspettarti!
9. Anna, perché sei venuta (venire) qui?
10. Luca e Marcella hanno chiesto (chiedere) al cameriere le specialità del giorno.
11. Rita ha vinto (vincere) una medaglia nella gara.
12. Martino, hai messo (mettere) tutti i libri dentro lo zaino?

 Le preposizioni

Inserisci la preposizione giusta:

1. Ieri ho provato a chiamarti più volte.


2. Il Prof. ci ha parlato del nuovo programma.
3. Anche tu abiti nel quartiere di Porta a Lucca?
4. Carlo ha deciso di cambiare lavoro.
5. Non ho ancora finito di svuotare gli armadi.
6. Alcuni degli studenti nuovi sono stranieri.
7. Alle ragazze non interessa questa trasmissione.
8. L’appuntamento è direttamente negli studi televisivi.
9. Ho saputo poco di lui.
10.Abbiamo parlato solo del più e del meno.

 Verbi Completa le seguenti coniugazioni:

Crescere Mettere Nascere Vivere


Io crebbi Io misi Io nacqui Io vissi
Tu crescesti Tu mettesti Tu nascesti Tu vivesti
Lei/lui crebbe Lei/lui mise L/l nacque Lei/lui visse
Noi crescemmo Noi mettemmo Noi nascemmo Noi vivemmo
Voi cresceste Voi metteste Voi nasceste Voi viveste
Loro crebbero Loro misero___ Loro nacquero_ Loro vissero

 Completa la tabella coniugando i verbi all’indicativo.

passato
IO presente imperfetto trapassato
prossimo
Amare Amo Ho amato Amavo Avevo amato
Cucinare Cucino Ho cucinato Cucinavo Avevo cucinato
Crescere Cresco Ho cresciuto Crescevo Avevo cresciuto
Dormire Dormo Ho dormito Dormivo Avevo dormito
Partire Parto Sono partito Partivo Ero partito
Parlare Parlo Ho parlato Parlavo Avevo parlato
Studiare Studio Ho studiato Studiavo Avevo studiato
Volere Voglio Ho voluto Volevo Avevo voluto
Vivere Vivo Ho vissuto Vivevo Avevo vissuto

 Trasforma gli aggettivi e i verbi in sostantivi come nell’esempio.

1. Arrossire – arrossamento
2. Allegro – felicità
3. Camminare – spostamento
4. Facile – semplicione
5. Possedere – Proprietario
6. Secco – disidratato
7. Nuotare – bagnato
8. Bravo – competente
9. Vincere – conquista
10.Povero – Umile

Ci sono verbi che seguono due coniugazioni diverse.

Oggi parliamo di alcuni verbi un po’ particolari. Si tratta dei verbi sovrabbondanti
ovvero verbi che possono essere declinati in due coniugazioni, la prima e la terza
oppure la seconda e la terza. In pratica sono verbi che hanno una doppia
coniugazione.

Dobbiamo fare una distinzione tra i verbi sovrabbondanti e i falsi verbi


sovrabbondanti. Si possono dividere, infatti, in due gruppi.

Gruppo 1. I verbi che mantengono lo stesso di significato nelle due coniugazioni


come:

adempiere/adempire che significa eseguire, effetuare

ammansare/ammansire che significa calmare

colorare/colorire che significa dare colore

compiere/compire che significa svolgere, fare

dimagrare/dimagrire che significa perdere peso

intorbidare/intorbidire che significa rendere scuro

riempiere/riempire che significa colmare

starnutare/starnutire che significa fare starnuti


Gruppo 2. Quei verbi che cambiando di coniugazione cambiano anche di significato.
Sono anche detti falsi verbi sovrabbondanti.

abbrunare (prendere il lutto) – abbrunire (diventare bruni)

arrossare (far diventare rosso) – arrossire (diventare rossi)

assordare (far diventare sordi) – assordire (diventare sordi)

imbiancare (pitturare di bianco) – imbianchire (diventare bianchi)

imboscare (nascondere) – imboschire (rendere boscoso)

impazzare (manifestarsi follemente) – impazzire (diventare passo)

scolorare (togliere colore) – scolorire (perdere colore)

sfiorare (toccare lievemente). sfiorire (appassire)

Esercizio: Scegli la forma adatta tra quelle date.

1. Ieri mi faceva male il dente, impazzavo/impazzivo dal dolore.


2. Quando qualcuno gli fa i complimenti Lorenzo arrossa/arrossisce sempre.
3. Dobbiamo imbiancare/imbianchire le pareti della cucina.
4. E’ necessario imboschire/imboscare la collina, altrimenti c’è il rischio di frane.
5. Voglio scolorare/scolorire questa maglia perché così non mi piace.
6. L’orchidea continua a sfiorire/sfiorare nonostante tutte le mie cure.
7. Giulia si è mangiata tutta la marmellata e dopo ha imboscato/ha imboschito il
barattolo.
8. Ieri sono imbiancata/imbianchita dallo spavento quando ho sentito quel
rumore di notte.
9. Quando ero innamorata il cuore mi batteva forte ogni volta che lui mi
sfioriva/sfiorava la mano.
10.Giulio è impazzito/impazzato dalla gioia quando ha saputo che sua moglie era
incinta.

Oggi torniamo a parlare della forma e del significato dell’avverbio. Iniziamo a


guardare da vicino la forma degli avverbi, Si parla di:

 Avverbi semplici: sono formati da una sola parola, non derivano da altri
termini: ieri, oggi, lontano, vicino, qui, lì, qua, là, forse tardi, presto, bene,
male ecc.…
 Avverbi composti: sono il risultato di due o più parole in una sola. Per
esempio: soprattutto (sopra + tutto) talora (tale + ora), talvolta (tale + volta),
lassù (la + su), inoltre (in + oltre) …
 Avverbi derivati: si formano aggiungendo un suffisso alla parola da cui
derivano. In questo caso dobbiamo notare che gli avverbi i quali derivano da
un aggettivo hanno il suffisso in -mente. Velocemente, praticamente,
dolcemente …

Le locuzioni avverbiali sono espressioni composte da due o più parole collegate in


una formula fissa, come per esempio: a poco a poco, di male in peggio, zitto zitto, di
rado, per lo più, per lo meno …

Il significato dell’avverbio

Gli avverbi si classificano in diversi gruppi in base al significato che


attribuiscono alla parola che accompagnano.

Avverbi di modo: bene, giustamente, concretamente …

Avverbi di luogo: fuori, lassù, laggiù …

Avverbi di tempo: ieri, domani, spesso …

Avverbi di quantità: molto, poco, parecchio …

Avverbi di valutazione: sì, certo, no …

Avverbi interrogativi; Dove? Perché? Come ? …

Avverbi esclamativi: Quanto! Come! Davvero!

Avverbi presentativi: Ecco! Eccoti! Eccoci!

Esercizio 1. Scrivi l’avverbio derivante dai seguenti aggettivi:

1. chiaro – chiaramente
2. sereno – Serenamente
3. giusto – Giustamente
4. facile – Facilmente
5. debole – Debolmente
6. semplice –Semplicemente
7. certo – Certamente
8. sicuro – Sicuramente
9. carino – Carinamente
10. affettuoso – affettuosamente
Esercizio 2. Sottolinea le locuzioni avverbiali presenti nelle seguenti
frasi.

1. Abbiamo lavorato fin troppo su questo progetto.


2. Lucia e Salvo si stimano a vicenda.
3. Vedrai che a poco a poco ti ci abituerai.
4. Il bambino aveva deciso di rimanere zitto zitto in camera sua.
5. Sbrigati! Cerca di scrivere e consegnare per lo meno una pagina del
compito.
6. Io al ristorante ci vado solo di rado.
7. Stamattina ho incontrato per caso Nicola.
8. Mi piace molto la letteratura italiana, in particolare gli scrittori del
secondo novecento.
9. Mi piacerebbe parlarti a quattr’occhi del nostro nuovo progetto.
10. Quando il cane vide il bambino gli andò incontro di corsa.
I verbi italiani possono essere in forma attiva e in forma passiva.

Oggi parliamo della forma attiva e della forma passiva dei verbi italiani. Quando in
un’azione abbiamo il soggetto che fa (compie) l’azione, si dice che il verbo è in
forma attiva. Quando, invece, il soggetto non fa l’azione ma la subisce si dice che il
verbo è in forma passiva.

Per cercare di rendere un po’ più semplice il discorso facciamo due esempi. Nella
prima frase il verbo è in forma attiva mentre nella seconda il verbo è in forma
passiva. Leggi con attenzione:

Una piccola lampada illumina tutta la stanza. Illumina è un verbo in forma attiva.

Tutta la stanza è illuminata da una piccola lampada. E’ illuminata è un verbo in


forma passiva.

Come puoi vedere le due frasi hanno lo stesso significato, descrivono lo stesso fatto.
L’azione è espressa dal verbo illuminare e l’azione è svolta dalla lampada. E’ la
lampada che illumina la stanza.

Eppure le due frasi non sono scritte nello stesso modo perché nella prima frase il
soggetto compie l’azione: la lampada illumina la stanza mentre nella seconda frase il
soggetto (la stanza) subisce l’azione: la stanza è illuminata.

Altri esempi:

Le nostre valigie occupano tutto lo spazio.


Tutto lo spazio è occupato dalle nostre valigie.

Mario ha controllato tutti i documenti. Frase con verbo in forma attiva: ha


controllato

Tutti i documenti sono stati controllati da Mario. Frase con verbo in forma passiva:
sono stati controllati

Un ospite speciale aprirà il Gran Gala della Musica. In questa frase il verbo è attivo:
aprirà.

Il Gran Gala della musica sarà aperto da un ospite speciale. In questa frase è
passivo: sarà aperto.

Il generale annunciò che la nuova battaglia. Verbo attivo al passato remoto:


annunciò.

La nuova battaglia fu annunciata dal generale. Verbo in forma passiva al trapassato


remoto.

Come puoi notare la forma passiva di un verbo è sempre costituita da una voce
dell’ausiliare essere + participio passato: è illuminata, sono stati controllati, sarà
aperto, fu annunciata.

Esercizio 1: Riscrivi le seguenti frasi in forma passiva.

a) Lo Stretto della Manica separa la Francia dall’Inghilterra.

La Francia è separata dall’Inghilterra attraverso lo stretto della Manica

b) I ragazzi hanno preparato quel dolce per te.

Quel dolce è stato preparato per te dai ragazzi.

c) Oggi i negozianti venderanno tutti gli articoli.

Tutti gli articoli saranno venduti oggi dai negozianti.

d) Gianna ha ritrovato il libro di Niccolò.

Il libro di Niccolò è stato ritrovato da Gianna.

e) La catena delle Alpi circonda l’Italia del Nord.

L’Italia del Nord è circondata dalla catena delle Alpi.


f) I nostri amici hanno preparato una festa a sorpresa bellissima.

Una festa sorpresa bellissima fu preparata dai nostri amici.

Esercizio 2: Riscrivi le seguenti frasi in forma attiva.

a) La torta è stata finita in cinque minuti dagli ospiti.

Gli ospiti hanno finito la torta in cinque minuti.

b) La sua casa è stata arredata con mobili bellissimi da sua sorella.

Sua sorella ha arredato la casa con mobili bellissimi.

c) Il lavoro sarà completato domani mattina dal direttore.

Il direttore completerà il lavoro domani mattina.

d) In questo momento i computer sono utilizzati dai bambini delle scuole primarie.

I bambini delle scuole primarie utilizzano i computer in questo momento.

e) Il ladro è stato riconosciuto dai vicini di casa grazie all’identikit.

Grazie all’identikit i vicini di casa hanno riconosciuto il ladro.

f) Quel quadro fu dipinto dal pittore pochi giorni prima di morire.

Pochi giorni prima di morire il pittore dipinse quel quadro.

Per saperne di più e fare ancora più pratica leggi anche l’articolo: La forma passiva in
italiano. Se hai qualche domanda non esitare a scriverci così come non peritarti a
darci qualche suggerimento o a richiedere un argomento specifico.

Esercizio 1. Scrivi il participio presente e passato di questi verbi:

brillare: brillante – brillato.

conoscere: conoscente – conosciuto.

divertire: divertente – divertito.

eccitare: eccitante – eccitato.

nascere: nascente – nato.

sognare: sognante – sognato.


uscire: uscente- uscito.

vivere: vivente – vissuto.

Declina i verbi tra parentesi al presente indicativo.

Attribuisci 1 punto per ogni risposta esatta.

Molti ragazzi italiani (praticare) (1) | praticano | lo sport regolarmente. Il calcio


(essere) (2) | è | lo sport più amato dai maschi mentre le femmine (preferire) (3)
| preferiscono | la pallavolo.

Mediamente una famiglia italiana (spendere) (4) |  spende   | 100 euro alla settimana
per le attività ricreative dei figli. Queste spese (comprendere) (5) | comprendono  |
anche altre cose come il cinema, la pizza, le uscite con gli amici. Insomma, tutte le
attività che i ragazzi (amare) (6) | amano | fare nel tempo libero.

Declina i verbi tra parentesi all’imperfetto.

Nel 2005 Mario (lavorare) 1. | Lavorava | come impiegato presso gli uffici del
comune. Tutte le mattine (alzarsi) 2. | si alzava | alle 6:00, (prendere) 3. |  prendeva  
| il treno alle 7:00 e (arrivare) 4. | arrivava    | sul luogo del lavoro alle 7.40. Dalle
8:00 alle 13 (lavorare) 5. | lavorava    | e poi (avere) 6. |  aveva   | un’ora e mezzo per
la pausa pranzo. Alle 17.30 (smettere) 7. |  smetteva   |di lavorare e (tornare) 8.
|  tornava   | a casa. Il mercoledì e il venerdì sera (andare) 9. | andava  | sempre in
palestra perché (volere) 10. | voleva |tenersi in forma.

Declina i verbi tra parentesi (possono essere al presente, passato prossimo,


imperfetto o futuro).

Quando io (essere) ero piccolo la persona della famiglia che (amare) amavo di più
(essere) 3. Era/ è stato mio nonno. Lui era (essere) una persona molto solare,
(amare) amava stare in compagnia e raccontare vecchie storie. Noi (parlare)
parlavamo molto, soprattutto la domenica mattina quando tutti (dormire) dormivano
un po’ di più ed io e lui (trovarsi) ci trovavamo in cortile insieme. Spesso (ricordare)
ricordava della sua gioventù e un giorno mi (raccontare) racconto di quando nel
1944 lui e la sua famiglia (scappare) 11. | sono scappati | sui monti durante la
Seconda guerra mondiale. Quei tempi (essere) erano molto duri. Oggigiorno noi
giovani (avere) Abbiamo molte cose che lui non (potere) poteva avere.  Adesso lui
non (esserci) c’è più ma (ricordare) ricordo ancora quello che mi (dire) diceva
sempre “Pensa con la tua testa e (trovare) trova la tua strada altrimenti la vita non
(avere) avrà senso e non (essere) sarai mai felice”.

Esercizio 1: Completa gli aggettivi con le corrette desinenze


1. libri antichi 2. amiche simpatiche 3. fiori rossi e prati verdi 4. rose gialle e fiori
bianchi 5. animali domestici 6. amici antipatici 7. grigie giornate autunnali 8.
capelli lunghi.

Esercizio 2. Metti al plurale le seguenti coppie formate da un


nome e un aggettivo:
1. lungo viaggio = lunghi viaggi
2. camicia grigia = camicie grigie
3. cugina simpatica = cugine simpatiche
4. uomo serio = uomini seri
5. cantante celebre = cantanti celebri
6. colore scuro = colori scuri
7. banco comodo = banchi comodi
8. bell’uomo = begli uomini
9. grande idea = grandi idee
10.nave carica = navi cariche

Esercizio: Nelle seguenti frasi inserisci gli articoli


determinativi, indeterminativi e partitivi dove mancano, come
nell’esempio.
1. Amo film d’avventura = Amo i film d’avventura.
2. Ho trovato buona idea per tuo progetto. Vuoi sentirla? = Ho trovato una
buona idea per il tuo progetto.
3. Vorrei latte, per favore. = Vorrei del latte, per favore.
4. In giardino ci sono piante appassite. = In giardino ci sono delle piante
appassite.
5. Nostri bambini amano tutti animali. = I nostri bambini amano tutti gli
animali.
6. Hai pane per caso? Io l’ho finito. = Hai del pane per caso? Io l’ho finito.
7. Carlotta è davvero ragazza molto simpatica. = Carlotta è davvero una
ragazza molto simpatica.
8. Ti va caffè? = Ti va un caffè?
9. Hai visto che bel regalo mi hanno fatto miei amici? Sono persone fantastiche!
Hai visto che bel regalo mi hanno fatto i miei amici? Sono delle persone
fantastiche!

Che cosa sostituiscono i pronomi ci e ne?


Oggi torniamo a vedere due pronomi speciali: ci e ne. Tanto lo sappiamo bene tutti
che gli esercizi sui pronomi non bastano mai. Dobbiamo sempre esercitarsi ad usarli
per cercare di parlare come gli italiani, i quali li usano sempre, li usano troppo.
Anche oggi ti proponiamo un esercizio che puoi svolgere in completa autonomia e
continuare così ad esercitarti per migliorare il tuo italiano. Prima però ripetiamo la
spiegazione dell’uso di queste due piccole particelle e andiamo a completare quanto
già è stato scritto sull’argomento, ci e ne, in questo Blog. Segue il podcast,
ascoltando il quale puoi controllare le soluzioni dell’esercizio.

Il pronome CI sostituisce:

 Il nome di un luogo
menzionato in
precedenza:

Bellissima l’isola d’Elba, ci


siamo stati quest’estate!

Quando vado in piscina, ci


incontro spesso tua sorella.

 Una parola o una frase


introdotte da “a”, “su”,
“in”, “con” e ha valore
dimostrativo:

Cosa pensi di farci con


queste uova? Ci facciamo una bella crostata! (con le uova)

Posso contare sul tuo aiuto? Certo che ci puoi contare! (contare sul mio aiuto)

Pensi ancora alla tua ex ragazza? Sì, ogni tanto ci penso! (pensare a)

Credi nell’amicizia? Certo che ci credo! (credere in)

Il pronome CI si usa anche in alcune espressioni con i verbi: mettere, volere, vedere,
sentire.

Quanto ci vuole per andare a Roma da qui? Ci vogliono 3 ore.

Quanto ci metti se vai in treno? Ci metti un po’ di più!

Non ci vedo più dalla fame!

Però ci sento benissimo!

Il pronome ne:
 Ha una funzione partitiva, indica una quantità o meglio una parte del tutto.

Quante ciliegie hai mangiato? Ne ho mangiate solo 3!

 Sostituisce un luogo già menzionato con il significato di moto da luogo.

Mirko è entrato in piscina un’ora fa e non ne è ancora uscito.

 Sostituisce una parola o una frase introdotta dalle preposizioni “di” o “da”.

Hai sentito del nuovo scandalo? I media ne parlano da giorni.

Esercizio. Completa le frasi con i pronomi ne o ci.

1) Mi presteresti la tua penna, per favore? Mi dispiace ma ne ho una sola.

2) Da Firenze a Roma ci sono circa 300 Km.

3) Quando vai in vacanza? ci vado tra un mese.

4) Se Lorenzo ti ha promesso qualcosa, non crederci!

5) Vuoi assaggiare questi cioccolatini? Volentieri, ne prendo uno.

6) In frigorifero c’è del gelato al limone, ne vuoi un po’?

7) Cosa metti nel caffè? Io ci metto sempre un po’ di latte.

8) Avete degli spiccioli? Sì, ne abbiamo qualcuno.

9) Hai voglia di andare a teatro stasera? No, non ne ho voglia, sono stanco.

10) E’ una bellissima idea! Non ci avevo pensato.

11) A casa loro non ci vado più!

12) Hai molti amici in questa città? No, ne ho pochi.

Ascolta il podcast e controlla se hai svolto l’esercizio correttamente:

Tabaccaio prende il biglietto vincente di un’anziana signora e scappa.

Un fatto di cronaca, con protagonisti un tabaccaio di 57 anni e un’anziana signora,


che ha dell’incredibile e di cui si parla molto nelle ultime ore.
Leggi il testo e completa scegliendo la parola più adatta tra quelle date:

E’ successo a Napoli, un’anziana signora compra un biglietto del Gratta e Vinci per
1. Sfidare, (catturare, vedere, avvisare, sfidare) la sorte. Non crede ai suoi occhi
quando legge l’ammontare della vincita: 500 mila euro! Si rivolge allora a una
persona che in quella Tabaccheria ci lavora e chiede: “Giovanotto, ma davvero ho
vinto?” Vuole essere sicura che il biglietto che ha tra le mani sia proprio quello che
come 2. Premio, (prezzo, premio, vittoria, stipendio) ha mezzo milione di euro.

Lo ha appena comprato quel tagliando ma non crede ai suoi occhi per questo
domanda a un dipendente il quale, per ulteriore 3. riscontro (notizia, riscontro,
validità, vista), consegna il tagliando al titolare della Tabaccheria.

Quest’ultimo guarda con attenzione il tagliando, capisce l’entità della vincita e


scappa con il biglietto a 4. bordo (sella, carico, mezzo, bordo) del suo scooter.

La signora va immediatamente dai carabinieri e denuncia il furto. I carabinieri si


mettono alla ricerca del 5. fuggitivo (fuggente, fuggitivo, corridore, scippatore). Il
titolare ha usato il proprio telefonino per verificare la validità del biglietto è, quindi,
possibile risalire al cellulare e ai suoi movimenti per rintracciarlo.

Lo hanno fermato ieri mentre stava cercando di prendere un aereo per


Fuerteventura, nelle Canarie.

Quando gli agenti gli hanno chiesto di consegnare il biglietto vincente c’è stato un
altro 6. colpo (teatro, pezzo, colpo, atto) di scena. Il tabaccaio, che si chiama Gaetano
Scutellaro, ha risposto che è lui la vera vittima del furto e che quindi desidera
denunciare la donna che lo ha denunciato.

Nel frattempo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha annullato la validità


dell’intero lotto di Gratta e Vinci al quale appartiene quello sparito, la vincita non
può essere ritirata. Sospesa anche la 7 licenza (patente, certificazione, licenza,
cassa) alla Tabaccheria.

Come spesso accade quando avviene un fatto eclatante come questo, a Napoli scatta
la corsa al Lotto: i numeri in questione sono il 22, il 46 ed il 71 (il pazzo, i soldi e
l’uomo di niente). C’è, però, chi consiglia di aggiungere anche l’89 (la vecchietta).
Una bella quaterna per una vincita che potrebbe cambiare la 8. Vita ( strada, fortuna,
rendita, vita) a qualcuno.

Questi complementi ci indicano chi (o cosa) fa l’azione.


Il complemento d’agente e di causa efficiente indica chi compie l’azione in una frase
di forma passiva. Se l’azione la compie una persona o un animale (entità animate) si
ha il complemento d’agente, se la compie un essere inanimato (un oggetto, un fatto
o un’entità astratta) si ha il complemento di causa efficiente.

La squadra è guidata da un bravo allenatore. (Da chi?) – complemento d’agente.

Il raccolto è stato distrutto dalla tempesta. (Da che cosa?) – complemento di causa
efficiente.

Sono introdotti dalla preposizione DA, semplice o articolata, da locuzioni prepositive


di analogo valore: da parte di, per opera di …

Il bambino è stato viziato dai nonni.

Quest’edificio è stato restaurato per opera della famiglia Bianchi.

E’ stata offerta una cena da parte della Compagnia.

E’ stato spedito un regalo a tutti i dipendenti da parte della Direzione.

Il complemento d’agente e il complemento di causa efficiente si trovano sempre in


frasi con un verbo passivo o in dipendenza da un participio passato.

I ragazzi hanno cominciato a scrivere dopo aver ricevuto (participio passato) il titolo
del tema dall’insegnante.

Tutti e due i complementi possono essere sostituiti dalla particella pronominale NE.

Sono rimasta stupita dal suo comportamento = Ne sono rimasta stupita.

Esercizio: Completa le seguenti frasi con un complemento d’agente o di causa


efficiente, come nell’esempio.

1. Il professore viene sempre interrotto dagli studenti.


2. Il cane è stato rincorso dal bambino
3. I ladri sono stati catturati dai poliziotti
4. Quel programma è stato trasmesso da tutte le stazioni
5. Il film è interpretato da un bravo attore.
6. Questa casa è stata costruita da un eccellente architetto.
7. Il giardino è stato curato dal giardiniere.
8. L’aquilone è spinto dal vento.
9. Siamo stati invitati a cena da Benedetta.
10.La nostra squadra di calcio è stata sconfitta da parti degli avversari.
Essere o avere? Completa le frasi inserendo l’ausiliare adatto e l’ultima lettera
del participio.

I. Maria non ha mangiato abbastanza stasera.

2. Sandro, ha già cominciato a lavorare in quella famosa ditta.

3. I ragazzi sono partiti tre ore fa.

4. Il treno non è ancora arrivato.

5. Sai perché Sandra non è venuta alla festa?

6. Ieri sera ho finito di leggere il libro che mi ha regalato tuo fratello.

7. Hai visto i miei orecchini? No, non li ho visto.

8. Hai ordinato la pizza per stasera? Certo! Ne ho ordinato due.

Imperfetto o passato prossimo? Completa le frasi coniugando il verbo al tempo


giusto.

1. (Sapere) (NOI)Abbiamo saputo che l’anno prossimo vi sposate.


Congratulazioni!
2. Un tempo non (esserci) c’era tutto questo traffico.
3. L’anno scorso (trovare) ho trovato un albergo davvero carino proprio nel
centro di Roma.
4. Sai dove (abitare) abitava Maria quando era una studentessa?
5. Scusate il ritardo ma (IO) (perdersi) mi sono perso
6. Quando studiavo a Venezia (perdersi) mi perdevo sempre anch’io.

Esercizi di italiano: Rispondi alle seguenti domande (come nell’esempio):

1. Dove vai quando ti fa male la testa? Vado dal dottore oppure vado in
farmacia.
2. Dove vai quando vuoi fare sport? Vado dall’istruttore oppure vado in
palestra.
3. Dove vai a vedere una mostra? Vado al museo o alla galleria.
4. Dove vai a mangiare una pizza? Vado al ristorante o in pizzeria.
5. Dove vai a comprare una maglietta? Vado in negozio o vado al mercato.
6. Dove vai a comprare un gelato? Vado in gelateria o vado al supermercato.

Scrivi l’aggettivo giusto (come nell’esempio)

Mario ha offerto da bere a tutti è un ragazzo generoso


Sara ha viaggiato in Cambogia da sola; è una ragazza Independente.

Giulia ride sempre; è una persona molto allegra.

Niccolò fa sempre tutto quello che vuole; è una persona molto caparbia.

Io sono una persona pessimista, mio marito invece è ottimista.

Parliamo del tempo: Mi sono divertito ieri o tutte le sere?

In italiano il complemento di tempo indica le diverse circostanze di tempo


dell’azione espressa da verbo. Sono complimenti di tempo: Oggi, ieri, nel 1999,
sempre, per sempre, tutto il giorno, fino a sera, l’anno scorso ecc…

Ma fra di essi ci sono delle differenze. E infatti si suddividono in complimenti di


tempo determinato e complementi di tempo continuato.

I complementi di tempo determinato, indicano il momento in cui si verifica


l’azione. Rispondono alle domande: Quando? Per quando? A quando? In quale
momento o periodo?

Il treno è arrivato alle quattro in punto.

Ci vediamo stasera?

Ci siamo stati domenica.

L’ho conosciuto durante l’Università.

Il complemento di tempo determinato può essere retto dalle preposizioni e locuzioni


preposizionali in, a, di, per, su, con, tra, durante, al tempo di, prima di, ecc.

Ma spesso si trova anche senza preposizione:

Ho lavorato sei ore.

Il complemento di tempo determinato può essere espresso anche da un avverbio


(ieri, oggi, mai ecc.) o da una locuzione avverbiale (una volta, di quando in quando,
un tempo ecc.) per cui si ha un complemento avverbiale di tempo:

Un tempo eravamo buoni amici.

I complimenti di tempo continuato indicano per quanto tempo dura l’azione.


Rispondono alle domande: Quanto? Per quanto tempo? In quanto tempo? Da quanto
tempo?
Vivo qui da molti anni.

Ha piovuto tutto il giorno.

Lavoro fino alle dieci.

Finisco in pochi minuti.

Il complemento di tempo continuato può essere espresso anche da un avverbio


(lungamente, sempre ecc.) o da una locuzione avverbiale (per sempre, a lungo ecc.)
per cui si ha un complemento avverbiale di tempo:

Ti ricorderò per sempre.

Esercizio: Nelle frasi che seguono inserisci il complemento di tempo più adatto.

prima di cena – questa mattina – nel 2005 – da 20 anni – subito – per quasi un minuto
– tra due giorni – tra 10 minuti.

1. Questa mattina mi sono vestito bene e sono andato al mio primo colloquio di
lavoro.
2. Faccio questo lavoro da 20 anni e ancora mi diverto.
3. Giulia e Manuele si sono sposati nel 2005.
4. I ragazzi hanno resistito sott’acqua per quasi un minuto.
5. Io gli ho fatto la proposta e lui ha accettato subito.
6. Sono arrivato a casa prima di cena ma ero stanco e non ho mangiato.
7. Muoviamoci! Il treno parte tra 10 minuti.
8. Questa mozzarella va mangiata, scade tra due giorni.

Un testo e delle frasi idiomatiche con il verbo dormire.

Quanto si deve dormire? Voi riuscite a dormire bene anche con questo caldo? E se
non dormite almeno 6/7 ore per notte come vi sentite il giorno dopo?

Oggi leggiamo un testo che ci spiega quanto sia importante riuscire a riposare bene.
Leggete il brano con attenzione e completate scegliendo la parola giusta tra quelle
proposte.

Quanto è bene rimanere a letto?

Secondo i neurologi la quantità di sonno necessaria per stare bene è 1. importante


(individuale, obiettiva, soggettiva, importante). Ci sono persone a cui basta riposare
tre o quattro ore per notte e la mattina si risvegliano 2. riposate (restaurate,
ristrutturate, riposate, ringiovanite).
Altre persone, invece, si sentono a pezzi anche dopo aver dormito 8 ore di seguito. Si
tratta di due eccessi tra i quali c’è una media: il fabbisogno di sonno di un adulto si 3.
risale (comporta, risale, aggiorna, aggira) intorno alle 7 ore per notte.

C’è chi non ce la fa; ci sono persone che hanno un sonno particolarmente 4.
insufficiente (cattivo, insufficiente, male, nervoso), disturbato, o comunque non
abbastanza riposante, indipendentemente dal numero di ore. In questo caso si parla di
insonnia che ha pesanti conseguenze sulla vita quotidiana e le 5. abituali (qualsiasi,
generali, abituali, vivaci) azioni che dobbiamo svolgere durante la giornata.

Per superare questi problemi è importante 6. seguire (dedicarsi, interessarsi, fare,


seguire) delle semplici regole di “igiene del sonno”:

 Andare a letto e svegliarsi sempre alla solita ora, anche nel fine settimana.
 Non rimanere a letto se non si riesce a prendere sonno ma alzarsi e 7. dedicarsi
(dedicarsi, farsi, crearsi, seguire) a qualche attività rilassante.
 Non mangiare né guardare la TV prima di andare a letto.
 8. evitare (fuggire, preferire, evitare, scappare) caffeina e nicotina nel
pomeriggio.

Modi di dire con il verbo dormire e il sostantivo sonno

Dormire come un sasso = dormire profondamente

Cascare dal sonno = essere molto stanchi

Dormire il sonno del giusto = avere la coscienza pulita

Dormire a occhi aperti = essere distratti, sognanti

La vita di Giacomo Puccini e un esercizio sul passato remoto. B2.


Gen 29, 2020 Giacomo Puccini, Opera e italiano,
Turandot

La vita di Giacomo Puccini


assomiglia molto alle sue opere.
Il compositore lucchese che visse
tra l’800 e il ‘900 scrisse Opere
indimenticabili. Era un uomo
passionale, moderno, sempre alla
ricerca di qualcosa che gli
mancava profondamente.

Leggi. Nota che nel brano si usa il


passato remoto.

Esercizio: Inserisci i verbi che


mancano coniugati al passato
remoto.

Giacomo Puccini nacque a Lucca nel 1858 in una famiglia dove la musica era di casa.
Suo padre, come prima di lui suo nonno, era maestro di cappella nel Duomo della
città.

La prematura morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva solo 5 anni, 1. lasciò
la famiglia in difficoltà economiche. Puccini fu mandato a studiare pianoforte presso
lo zio materno che però non lo riteneva un musicista dotato. Solo alle scuole superiori
cominciò a farsi notare e già a 14 anni guadagnava i primi soldi suonando l’organo.

Tutti davano per scontato che avrebbe seguito le orme paterne per diventare anche lui
un maestro di cappella. Una sera, però, si recò a Pisa insieme alla madre per assistere
a una rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi. Ne fu così impressionato che
decise di volersi dedicare all’Opera, al teatro.

Fu la madre a trovare i soldi per mandarlo a studiare al Conservatorio di Milano. Per


questo scrisse addirittura una lettera alla Regina Margherita che accolse la richiesta
di Albina Puccini.

Giacomo 2. studiò a Milano nel 1880 e al Conservatorio strinse amicizia con Pietro
Mascagni con il quale condivideva l’ammirazione per Richard Wagner. Una volta
diplomatosi partecipò a un concorso dove la sua Opera Le villi non fu neppure
menzionata. Il musicista non si arrese e con l’aiuto dell’editore Giulio Ricordi, riuscì
a farla rappresentare in teatro dove ottenne un certo successo.

Nel frattempo, si era innamorato di Elvira, una donna lucchese già sposata. Era uno
scandalo per quei tempi e così i due per sfuggire alle chiacchiere e alle maldicenze
presero casa a Monza e 3. portarono con sé la figlia di lei.
Puccini, però, non amava particolarmente la vita in città. Rimaneva a Milano solo per
lavoro ma aveva una grande nostalgia dei luoghi della sua infanzia. Amava andare a
caccia e parlare con le persone semplici: i cacciatori e gli agricoltori che frequentava
con la stessa disinvoltura con cui frequentava gli artisti dell’epoca.

Il grande successo di Manon Lescaut gli permise di realizzare il suo desiderio e con i
guadagni ottenuti 4. comprò una villa a Torre del Lago, in Versilia. Un posto a lui
molto caro che sarà un punto di riferimento per tutta la sua vita. Scriveva:

“Abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo, con macchie splendide fino al mare,
popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, merli, fringuelli e
passere. Padule immenso. Tramonti lussuriosi e straordinari. Aria maccherona
d’estate, splendida di primavera e di autunno. Vento dominante, di estate il
maestrale, d’inverno il grecale o il libeccio”.

Iniziò il suo periodo più prolifico artisticamente, compose la Bohème, la Tosca e


Madama Butterfly tutti e tre i capolavori scritti con i librettisti Illica e Giacosa.
Collaborazione che si concluse nel 1906 quando Giacosa morì.

Nel 1908 scoppiò uno scandalo che determinò una grande crisi personale e artistica.
Elvira, ormai moglie ufficiale di Puccini, si era convinta che il marito avesse una
relazione con la loro cameriera: Doria Manfredi. La giovanissima ragazza 5. lasciò il
lavoro e si suicidò. Ne seguì un processo.

Puccini amò molte donne nella sua vita e tradì Elvira spesso, ma non con la giovane
Doria. Nonostante, in seguito, si sia scoperta l’infondatezza delle accuse della moglie,
il compositore si sentiva in colpa e rimase molto provato da tutta la vicenda. Scrisse:

“Non posso lavorare più! Sono così scoraggiato! Le mie notti sono orribili […] ho
sempre davanti agli occhi la visione di quella povera vittima, non posso levarmela
dalla mente – è un tormento continuo.”

Compose altre opere cercando sempre di non ripetere quanto aveva già fatto.
L’inquietudine e la malinconia facevano parte del suo carattere così come l’amore per
la passione e per gli eccessi. Dell’Opera “Il trittico” l’aria più popolare è Gianni
Schicchi “Oh mio babbino caro”.

In quegli anni, siamo nel 1919, si ammalò. La grande quantità di sigarette che aveva
fumato per tutta la vita gli avevano procurato un cancro alla gola. Tossiva sempre.

Per la prima volta desiderava raccontare la vita di una principessa: la Turandot


un’opera teatrale del ‘700 ispirata al nome dell’eroina di una novella persiana.
Attirato dal carattere freddo e sanguinario di questa nobile, molto diversa dalle donne
cantate fino ad allora: innamorate gelose, spesso deluse ma sempre passionali che
aveva saputo descrivere con grande sensibilità.
In fondo le sue indimenticabili eroine non erano molto distanti da lui. Puccini, la
musica e le donne: un legame che resterà per sempre.

La malattia gli 6. impedì di terminare La Turandot che completò Franco Alfano


sotto la supervisione di Arturo Toscanini. Ma la sera della prima rappresentazione lo
stesso Toscanini interruppe l’esecuzione sull’ultima nota della partitura pucciniana,
ossia dopo il corteo funebre che segue la morte di Liù.

Giacomo Puccini morì il 29 novembre del 1924. La sua tomba si trova presso la villa
di Torre del Lago dove successivamente fu posta anche quella della moglie Elvira.

Rispondi alle domande:

Quando Puccini decide di dedicare la vita all’Opera?

Fu quando insieme alla madre assisterono a una rappresentazione dell’Aida di


Giuseppe Verdi.

Come trova i soldi per andare a studiare a Milano?

La madre lo aiutò a trovare i soldi.

Qual è il suo primo grande successo?

la sua Opera Le villi

Dove abita per la maggior parte dei suoi anni?

Abitò in una villa a Torre del Lago, in Versilia

Quale scandalo travolge la sua vita personale e professionale?

Quando la moglie di Puccini, si era convinta che il marito avesse una relazione
con la loro cameriera.

Come si intitola la sua ultima opera?

Fu La Turandot.

Raffaello morì nel 1520 a soli 37 anni. Tante le celebrazioni in questo anno a lui
dedicato. Anche in Toscana.

Quest’anno è dedicato a lui. Tante sono le mostre e le iniziative che celebrano questo
grande artista nato a Urbino nel 1483 e morto troppo giovane. Oggi vediamo le
tracce di Raffaello in Toscana.
La Libreria Piccolomini è un ambiente monumentale che fa parte della Cattedrale di
Siena. Alla bellezza dei suoi affreschi partecipò anche Raffaello chiamato
direttamente da Pinturicchio.

Dopo Siena, Raffaello allora ventenne, si spostò a Firenze perché desideroso di


conoscere i grandi Leonardo e Michelangelo attratto dalla loro fama e dalla loro
rivalità.

Continua a leggere declinando i verbi tra parentesi al tempo adatto.

Per darvi un’idea dell’ambiente dell’epoca pensate che nel 1504, Leonardo (lavorare)
1.lavorò al cartone della Battaglia di Anghiari, mentre nella stessa estate il David di
Michelangelo (venire) 2.Venne posto davanti al Palazzo della Signoria. Insomma, il
giovane artista (essere) fu circondato dai grandi maestri della storia.

Nel capoluogo fiorentino Raffaello (dedicarsi) 4. si è dedicato alla realizzazione di


quadri destinati ai ricchi signori della città toscana, raffiguranti perlopiù Sacre
Famiglie o ritratti. Alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti sono custoditi capolavori
come La Gravida e La Madama del Granduca.

Negli anni successivi (dipingere) 5. Dipinse “La


Velata”, probabilmente un ritratto della sua
amante, il suo grande amore, detta la “Fornarina”
(il ritratto omonimo è conservato a Roma).

La “Fornarina” era Margherita Luti, una giovane


di origine senese, figlia di Francesco Luti che
(fare) 6. fece il fornaio a Roma (da qui il
soprannome della donna). La perla che è presente
sia nel dipinto di Roma “La Fornarina” sia in
quello di Firenze “La Velata” e rimanderebbe al
nome della sua amata.

Il nome Margherita, infatti, deriva dal greco


margaritès che significa “gemma, perla”.

Per concludere: sono molte le opere di Raffaello che si possono visitare in Toscana.
E precisamente:

A Pisa, al Museo di Palazzo Reale, si trova Nicola da Tolentino e Gli impiccati.


A Firenze, agli Uffizi, si possono ammirare il Ritratto di Elisabetta Gonzaga, il
celebre Autoritratto, la Madonna del Cardellino e il Ritratto di Leone X con i
cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi.

Alla Galleria Palatina, come abbiamo detto, sono custoditi i capolavori


de La Madonna del Granduca, La Gravida e il Ritratto di Agnolo Doni.

Buon viaggio!

La parola pronome deriva dal latino pronomen “che sta al posto (pro) di un un
nome (nomen)”. Dunque i nomi dovrebbero sostituire un nome.

Nei pronomi personali non è sempre così. Se prendiamo io sono, tu sei, per esempio,
io e tu non sono sostituibili con nessun altro nome mentre lui è o lei è, sì. Lui
potrebbe sostituire il nome Mario e lei il nome Maria vale a dire che alla terza
persona i pronomi personali indicano il nome di colui (o colei) del quale si parla.

Per essere più precisi dovremmo dire che i pronomi personali possono avere due
funzioni: 1) funzione deittica (o indicativa) vale a dire si limitano a indicare una
cosa o una persona presenti nell’atto della comunicazione ma non la sostituiscono. 2)
funzione anaforica quando si riferiscono a una cosa o una persona precedentemente
menzionate con l’intento di sostituirle.

I pronomi personali di prima e seconda persona: io e tu possono avere solo funzione


deittica:

Vieni tu ad aiutami?

Come risulta chiaramente da quest’esempio tu è un “indicatore” non rimanda ad altre


parole presenti nella frase ma viene chiarito solo attraverso un rimando alla
situazione. A spiegarlo può essere necessario anche, per esempio, un cenno o un
gesto di chi sta comunicando.

I pronomi personali soggetto

singolare plurale
1° persona io noi
2° persona tu voi
egli, lui, esso loro, essi
3° persona
ella, lei, essa loro, esse

Il pronome di terza persona dispone di una certa varietà di forme: egli-ella, lei-lui,
esso-essa e per il plurale la coppia essi-esse e loro che ha valore sia maschile e
femminile.
Egli-lui e ella-lei si usano con riferimento alle persone (lui e lei specialmente nella
lingua parlata, si riferiscono anche a animali e cose); esso e essa è usato per indicare
animali e cose.

Nell’uso quotidiano, ma sempre più anche nello scritto, lei lui e loro si sono
ampiamente affermati sui rispettivi egli, ella, esso e essa il cui uso rimane
caratteristico di certi usi letterari e lo stile formale e burocratico.

Esercizio. Inserisci il pronome personale solo dove ritieni che sia necessario.

1. Se tu vuoi, puoi farcela.


2. sono andata a casa tua, ma tu non c’eri.
3. E’ stato lui a cominciare la lite. Noi eravamo tranquilli.
4. sono dispiaciuto quanto te, ma non possiamo fare niente.
5. Era lei che gridava, non tu!
6. penso che lui abbia torto!
7. Neppure sapevamo niente di quello che è accaduto.
8. credo che lei non abbia detto la verità.
9. Quest’anno dove passare le vacanze lo decidiamo noi !
10.Tu vai pure, io preferisco non venire.

Torniamo a parlare di pronomi diretti e indiretti.

Pronomi diretti Pronomi indiretti


mi mi
ti ti
lo/la gli/le
ci ci
vi vi
gli/loro (dopo il
li/le
verbo)

Ricorda che i pronomi diretti si usano generalmente con verbi transitivi mentre i
pronomi indiretti sostituiscono un complemento oggetto introdotto dalla
preposizione a (quindi indiretto).

Mangi la pizza? (che cosa mangi? la pizza – complemento diretto).

Vedi quel ragazzo? (chi vedi? – diretto)

Scrivi a Maria? (a chi scrivi? A chi? – indiretto)


Di seguito ti proponiamo un esercizio. Fatti le domande giuste: il pronome è diretto o
indiretto? E’ femminile o maschile? Singolare o plurale? Dopo esserti fatt° tutte
queste domande scegli la risposta giusta.

Esercizio. Scegli la risposta giusta.

1. Hai visto Sandra?

 No, non la ho visto.


 No, non l’ho vista.
 No, non le ho vista.

2. Cosa hai regalato a Sandro?

 Le ho regalato un libro.


 Gli ho regalato un libro.
 L’ho regalato un libro.

3. Vuoi tutte le informazioni necessarie adesso?

 Sì, li voglio adesso.


 Sì, gli voglio adesso.
 Sì, le voglio adesso.

4. Hai già telefonato ai Rossi?

 Sì, li ho telefonati poco fa.


 Sì, gli ho telefonato poco fa.
 Sì, l’ho telefonato poco fa.

5. Sai dove organizza la festa Maria?

 Sì, la so.
 Sì, lo so.
 Sì, la sa.

6. Dove le hai messe le chiavi?

 Li ho messi dentro il cassetto.


 Gli ho messi dentro il cassetto.
 Le ho messe dentro il cassetto.

7. Hai preso tutto il necessario?

 Certo che lo preso.


 Certo che gli ho preso.
 Certo che l’ho preso.

8. A tua sorella interesserebbe partecipare al torneo di calcetto?

 No, non la interesserebbe.


 No, non le interesserebbe.
 No, non gli interesserebbe.

9. Ai tuoi amici piace andare al cinema?

 Sì, le piace molto.


 Sì, li piace molto.
 Sì, gli piace molto.

10. Chi prende il regalo per Mattia?

 Gli prendo io.


 Lo prendo io.
 Li prendo io.

Gli esercizi non bastano mai.

Siamo di nuovo qui a proporvi degli esercizi sui pronomi e le particelle. Ripassiamo
i pronomi diretti e indiretti e le particelle ci e ne.

I pronomi diretti in italiano  (mi, ti, lo, la, La, ci, vi, li, le) sostituiscono l’oggetto
diretto, cioè un nome collegato direttamente al verbo senza essere preceduto da una
preposizione.

Io mangio (che cosa?) la pasta.

La pasta è un oggetto diretto e lo possiamo, quindi, sostituire con un pronome


diretto che in questo caso sarà femminile e singolare come il nome che sostituisce la
pasta = la.

Ricorda che i pronomi diretti singolari LO e LA possono diventare L’ davanti a


parola che comincia per vocale.

Hai preso il caffè? Sì, l’ho preso.

I pronomi indiretti (mi, ti, gli, le, Le, ci, vi, gli), invece, sostituiscono un oggetto
indiretto preceduto dalla preposizione: a

Hai telefonato a papà? Si, gli ho telefonato. (gli =  a papà)


Cosa hai detto a Luisa ? Le ho detto di non fumare. (le = a Luisa)

 I pronomi indiretti si usano sopratutto:

con i verbi come DIRE, PARLARE, RACCONTARE, CHIEDERE, DOMANDARE,


RISPONDERE, SCRIVERE, TELEFONARE.

Con il verbo piacere.

Con i verbi come SERVIRE, BASTARE, SEMBRARE.

Adesso vediamo l’uso delle particelle CI e NE.

La particella ci ha un valore avverbiale e significa “in questo/quel luogo”

Sono stata a Roma e ci voglio ritornare presto.

La particella ci ha anche valore pronominale e significa ” a ciò”, “in ciò”, su ciò:

 Credi a quello che ha detto Luca? Sì, ci credo.

– La particella ne ha un valore di partitivo: 

Quante sigarette fumi al giorno? Ne fumo poche.

– La particella ne ha anche valore di complemento di specificazione (di chi? di che


cosa?) e sostituisce espressioni come “di lui/lei/loro”, “di questo, “di ciò” ecc.per
esempio: 

Che cosa pensi di questo libro? Che cosa ne pensi?

Esercizio 1. Scegli la risposta giusta.

1. Hai visto i ragazzi? Sì, li ho visti poco fa in giardino.

 gli
 l’
 li
 ne

Parliamo del nostro futuro.

Il futuro semplice, al modo indicativo, lo usiamo per parlare di qualcosa che non è
ancora avvenuto.
Luisa e Mauro si sposeranno la prossima estate.

Mio figlio si diplomerà nel 2022!

Ma lo usiamo anche per esprimere incertezza, dubbi e perplessità.

Luisa avrà, più o meno, 25 anni!

Chissà se domani pioverà!

Leggi il dialogo tra Luisa e Mauro e declina i verbi tra parentesi al futuro semplice.

Luisa: Per il nostro matrimonio abbiamo ancora un po’ di cose da preparare e, come
non bastasse, non tutti gli invitati hanno dato una risposta. Secondo te i miei cugini
Salvo e Valentina (venire) 1. verranno?

Mauro: Ma, certo che (venire)2. Verranno! Loro amano le feste e non (lasciarsi) 3.
lasceranno sfuggire una bella occasione per brindare e ballare fino a notte fonda con
noi.

Luisa: Mah, non sono così sicura. Valentina ultimamente è un po’ cambiata. Chissà
cosa (decidere) 4. deciderà! Comunque, i tuoi amici musicisti che ti hanno detto?
Loro (esserci) 5. Ci saranno?

Mauro: Sì, loro (esserci) 6. Ci saranno e (suonare) 7.Suoneranno per tutti noi. In
cambio chiedono solo cibo e alcol a volontà! Marcello (invitare) 8. inviterà sul palco
anche la sua ragazza: abbiamo scoperto, infatti, che è una cantante bravissima.

Luisa: Ah, benissimo. Direi allora che la maggior parte degli invitati (partecipare) 9.
parteciperanno. Ah, no aspetta, dimenticavo tuo zio Antonio. Lo hai chiamato,
vero? Cosa mi dici di lui? (Fare) 10.farà le fotografie agli ospiti come ci ha
promesso?

Mauro: Sì, lui (venire) 11. verrà e conferma di voler fare la foto ma per sicurezza ho
ingaggiato un fotografo professionista, mi sento più sicuro.

Luisa: Sono perfettamente d’accordo con te, amore mio. Non vorrei ritrovarmi senza
foto del giorno più bello della nostra vita!

Mauro: Se son rose…(fiorire) 12. Fioriranno!

Per ripassare i pronomi combinati (o composti).

Oggi vi proponiamo un quiz sui pronomi combinati. Così potete mettervi alla prova
anche se siete in pieno relax sulla spiaggia o in montagna. Continuare a fare esercizi,
a leggere o guardare video in italiano è importante per non dimenticare quanto avete
appreso fino ad ora.

I pronomi combinati si formano unendo i pronomi indiretti ai pronomi diretti nelle


loro forme atone (o deboli). Quando i due si uniscono la forma del pronome indiretto
cambia perché la -i finale si trasforma in -e.

Esempi: Mi dici cosa hai fatto? Mi + lo (cosa hai fatto) = me lo = Me lo dici?

Gli= glie

Hai scritto la ricetta a Luigi? Gli (a Luigi) + la (la ricetta) = Gliela hai scritta? =
Gliel’hai scritta?

Generalmente i pronomi combinati, come tutti i pronomi atoni, precedono il verbo


ma se quest’ultimo è all’infinito si possono mettere anche alla fine. Alla fine vanno
anche con gli imperativi e quando il verbo è al gerundio.

Voglio dare questa rosa a Matteo = Gliela voglio dare = Voglio dargliela

Diglielo = Di’ questo a lui/a lei

Dicendoglielo ti sentirai meglio = dicendo a lui (o lei) questo, ti sentirai meglio.

mi ti gli/le ci vi gli
lo me lo te lo glielo ce lo ve lo glielo
la me la te la gliela ce la ve la gliela
li me li te li glieli ce li ve li glieli
le me le te le gliele ce le ve le gliele
ne me ne te ne gliene ce ne ve ne gliene

Quiz sui pronomi combinati, scegli la proposta corretta:

1. Mi mandi una cartolina dalla tua città? ¡Va bene, te la mando!

 ce la
 te la

2. Quante email hai mandato al Prof? gliene ho mandate 3!

 te ne
 gliene

3. Ci spieghi il Teorema di Pitagora? Certo, ve lo spiego domani.


 ve lo
 ce lo

4. Mi potete fare un piacere? Certo, te lo facciamo volentieri.

 te lo
 ve lo

5. Chi vi ha dato il mio numero? Ce lo ha dato Sandro.

 me lo
 ce lo

6. Hai restituito i libri a Sara? Sì, glieli ho restituiti stamattina.

 leli
 glieli

7. Ma quanti regali mi hai portato? Te ne ho portati 3!

 te ne
 te li

8. Ho dimenticato i soldi. Puoi prestar me li ?

 meli
 me li

9. Quanto gelato hai dato alla bambina? gliene ho dato poco.

 gliel’
 gliene

10. Hai capito o devo ripetere? Ho capito tutto, non ripeter melo!

 melo
 te lo

Un quiz per ripassare l’uso del passato prossimo e l’imperfetto.

Torniamo a parlare dell’uso del passato prossimo e dell’imperfetto e lo facciamo


con un quiz. Un modo per tornare a ragionare sulle differenze tra i due tempi verbali
del modo indicativo. L’alternanza d’uso di passato prossimo e imperfetto è uno degli
aspetti forse più difficili, ma anche interessanti, del sistema verbale italiano.
Per gli studenti stranieri non è sempre intuitivo esprimere le azioni avvenute nel
passato considerando la prospettiva perfettiva contro quella imperfettiva. Per dirla
tutta, anche per un madrelingua tale distinzione può creare qualche problema.

Ci sono delle regole, però, e fare riferimento a loro può essere di aiuto.

L’imperfetto si usa:

 nelle azioni abituali e ripetitive: Prima mangiavo più dolci


 nelle descrizioni: Loro erano molto sportivi da giovani
 esprime un’azione passata ma non ancora terminata: Ieri sera, per il caldo, non
riuscivo ad addormentarmi
 in due azioni che si svolgono contemporaneamente: Mentre il Prof. spiegava,
Giulio dormiva – Se, però, le due azioni non sono contemporanee ma una
interrompe l’altra si alternano l’imperfetto e il passato prossimo; Mentre il
Prof spiegava il telefono di Giulia ha iniziato a squillare.

Il passato prossimo si usa

 quando un’azione è iniziata e si è conclusa nel passato: Ho mangiato davvero


bene!
 l’azione è avvenuta in un tempo preciso: Due settimane fa ho incontrato Nicola
per strada.

Quiz sul passato: Scegli la soluzione giusta

1. Ieri sera Marisa è tornata a casa molto tardi.

 tornava
 è tornata

2. Oggi è stata una giornata davvero importante!

 era
 è stata

3. Ho vissuto in Inghilterra per 2 anni.

 vivevo
 ho vissuto

4. In piazza non c’era nessuno.

 c’era
 c’è stato

5. Prima qui c’erano molti negozi.

 c’erano
 ci sono stati

6. Con lui abbiamo fatto molti viaggi interessanti.

 facevamo
 abbiamo fatto

7. Non ho capito bene, puoi ripetere?

 capivo
 ho capito

8. Non volevo offenderti, scusa!

 volevo
 ho voluto

9. Quando era piccola, le piaceva dipingere.

 era-piaceva
 era-è piaciuto

10. Non mi è piaciuto per niente quello che hai detto a tavola.

 piaceva-dicevi
 è piaciuto – hai detto

11. Mentre faceva la doccia, mio padre cantava sempre a voce alta.

 faceva-cantava
 faceva-ha cantato

12. Il Prof. È arrivato proprio mentre io copiavo i compiti.

 arrivava-copiavo
 è arrivato-copiavo

13. Carlo era molto bello e portava i capelli lunghi.

 era-portava
 è stato – ha portato
14. Mi fa male la testa, forse ho bevuto troppo!

 bevevo
 ho bevuto

15. Non sapevo che Maria fosse spagnola.

 sapevo
 ho saputo

Mettiti alla prova con un quiz sui pronomi

La differenza tra i pronomi diretti e indiretti non è sempre chiara, a volte ci si può
confondere. Ecco perché vi proponiamo un quiz da fare per mettervi alla prova ma
soprattutto per tenervi in allenamento.

I pronomi sono una parte variabile del discorso che svolge diverse funzioni. La
principale senza dubbio è quella sostitutiva in quanto spesso sostituisce un nome ma a
volte anche un’intera frase.

La domanda da porsi è: qual è la differenza tra i pronomi diretti ((mi, ti, lo, la, La,
ci, vi, li, le)  e indiretti (mi, ti, gli, le, Le, ci, vi, gli)? La risposta è semplice: i primi
sostituiscono un complemento oggetto diretto, mentre i secondi sostituiscono un
complemento oggetto indiretto (si chiama indiretto perché è introdotto
da una preposizione).

I pronomi diretti quindi hanno il ruolo di complemento oggetto. Si usano, pertanto,


quando il verbo non è seguito da nessuna preposizione e rispondono alla domanda
“Chi? Che cosa?“.

Vedi quella casa? Sì, la vedo.

Hai preso le chiavi? Sì, le ho prese.

I pronomi indiretti svolgono la funzione di complemento indiretto. Si usano dunque


quando il verbo è seguito dalla preposizione “a” e rispondono alla domanda “A chi?
A che cosa?“.

Carlo ha telefonato a Lucia = Carlo le ha telefonato

Hai scritto al Prof.? Sì, gli ho scritto stamattina.


In questi casi, il pronome indiretto le sostituisce il complemento di termine: “a Lucia”
e gli “al Prof”.

La posizione dei pronomi

Le forme atone dei pronomi (quelle che trattiamo in questo articolo) vanno
generalmente posizionate prima del verbo tranne che con l’imperativo e i modi
indefiniti del verbo.

Passami l’acqua – imperativo

Guardandola con attenzione, l’ho riconosciuta – modo indefinito

Quiz sui pronomi diretti e indiretti

1. Hai visto i miei cd? Non li trovo più.

 gli
 li

2. Sandra non vuole venire al cinema, non le piacciono i film horror.

 gli
 le

3. Maria e Sandra non ci sono? Non le ho ancora viste!

 gli
 le

4. Ho litigato con Mario, gli ho detto che non siamo più amici!

 gli
 l’

5. Sai dove si trova la sua casa? No, non lo so.

 la
 lo

6. Dai, raccontatemi tutto quello che avete fatto!

 ti
 mi

7. Aspettiamo una tua telefonata, chiamaci appena arrivi a casa!


 ci
 ti

8. Quando vedi Mario, chiedigli questo favore.

 gli
 lo

9. Ascolta bene, devo darti una bella notizia!

 mi
 ti

10. Sandra si è fidanzata! lo sapevi?

 La
 Lo

11. Quando ho avuto dei problemi, Sandra mi ha sempre aiutato.

 mi
 gli

12. Hai già visto questo film? No, non l’ ho ancora visto.

 gli
 l’

Il modo, il tempo, la persona e il numero del verbo.

Il verbo! Oggi vi proponiamo qualche esercizio per aiutarvi a ripassare i modi


verbali (indicativo, condizionale, congiuntivo, imperativo, participio, infinito e
gerundio) e alcuni dei tanti tempi verbali che abbiamo visto fino qui.

Esercizio 1. Leggi il testo che segue e sottolinea i 12 verbi che vedi. Dopo
riscrivili nella tabella e indica il modo di ciascuno.

Ero sicuro che la porta chiusa a chiave doveva aver destato dei sospetti e che presto
avremmo avuto alle costole l’orrenda creatura. Solo chi l’avesse vista avrebbe potuto
capire quanto fossi felice di aver messo il catenaccio. Per fortuna mia madre pur
avendo una paura tremenda, mi disse: “Stai calmo!” da R.L Stevenson L’isola del
tesoro.

Verbi Modo
1. ero indicativo
2. chiusa Participio
3. doveva indicativo
4. aver destato infinito
5.avremmo avuto condizionale
6. l’avesse vista congiuntivo
7. avrebbe potuto Condizionale
8.capire Infinito
9.fossi congiuntivo
10.aver messo Infinito
11.disse Indicativo
12.calmo Indicativo

Esercizio 2. Di ciascuno dei seguenti verbi scrivi l’infinito e poi indica a quale delle
3 coniugazioni appartiene.

2°coniugazio 3°coniugazio
Infinito coniugazio
ne ne
ne
a crederai credere X
b sciando Sciare X
applaudire Applaudi
c X
mo re
d mangiaste Mangiare X
e fossero Essere X
f piaccia Piacere X
g sappiate Sapere X
h andarono andare X

Esercizio 3. Quale delle seguenti frasi contiene un “presente di consuetudine”, cioè


un tempo presente che indica un’azione che si ripete abitualmente.

1. Le bugie hanno le gambe corte.


2. Fra un’ora comincia la partita di pallacanestro.
3. Nel 31 a.C nella battaglia navale di Azio, Ottaviano ottiene una vittoria
schiacciante.
4. Ogni giorno vado a scuola.

Esercizio 4. Nella frase “concluso l’affare, si strinsero la mano”, il participio


passato concluso può essere sostituito con:

1. dopo che ebbero concluso


2. mentre concludevano
3. per concludere
4. poiché conclusero

Come era un tempo?

Vediamo l’uso dell’imperfetto quando si parla del passato. Come sai l’imperfetto si
usa per indicare un’azione che ha avuto una certa durata nel tempo, per azioni che si
ripetono nel passato, per descrivere un ambiente o una situazione.

Pensa a come sono cambiate le cose negli ultimi anni. Come era la vita quando eri
piccolo/a? Come era la città o il paese in cui sei nato/a quando erano giovani i tuoi
genitori? Prova a cercare delle foto e poi fai un confronto.

Prima c’erano più negozi oggi ci sono soprattutto supermercati.

Nota l’uso dell’imperfetto quando si descrive una situazione o un ambiente nel


passato: Prima era, un tempo c’era, la città aveva ecc…

Non solo l’ambiente è cambiato ma anche il modo di vivere e di muoversi. Ti sei mai
chiesto/a come si viaggiava un tempo? Riesci a immaginarti chi faceva i viaggi 300
anni fa? Pensi che tutti potevano muoversi con facilità?

Prova a scrivere chi, secondo te, viaggiava in Europa e come. Dopo leggi il testo
sotto e rispondi alle domande.

Come viaggiavano le persone nel Settecento?

Nel settecento il “turismo” come lo conosciamo oggi non (esistere) 1. | esisteva|.


Viaggiare era pericoloso perché i ladri (essere) 2. | erano | sempre presenti nelle
strade. Inoltre le carrozze facilmente (rompersi) 3. |si rompevano| per il cattivo stato
delle strade.

Per i viaggi all’estero c’era un altro problema: la lingua. Poche persone (sapere) 4. |
sapevano| una lingua straniera. Inoltre i viaggi erano lenti e lunghi e solo i più ricchi
avevano i soldi per partire. Infatti solo una piccola minoranza di persone (viaggiare)
5. |viaggiavano|: c’erano i commercianti che lo (fare) 6. |facevano| per necessità, poi
i pellegrini che (andare) 7. |andavano| a Roma per vedere il Papa e infine gli scrittori,
i pittori e gli architetti che (volere) 8. |volevano| imparare presso maestri stranieri o
(cercare) 9. |cercavano| ispirazioni artistiche. Il piccolo Mozart, per esempio,
(andare) 10. |andava| in giro per l’Europa (anche per l’Italia) per farsi conoscere.

Domande di comprensione:

1. Come si viaggiava nel ‘700? Si viaggiava con le carrozze.


2. Quali erano i pericoli più comuni? Erano i ladri anche lo stato delle strade in
quei tempi.
3. Chi viaggiava a quei tempi? Viaggiavano i commercianti, i pellegrini, gli
scrittori, i pittori e gli architetti.
4. Perché? Per necessità, per vedere il Papa e per trovare inspirazioni
artistiche.

Facciamo un riassunto di quanto abbiamo detto.

Vediamo oggi i tempi del passato indicativo. Come sai all’indicativo ci sono diversi
tempi per esprimere azioni nel passato. Alcuni li abbiamo già trattati
approfonditamente.

Oggi li vediamo tutti insieme per farci un quadro riassuntivo della situazione. Leggi
come si usano e osserva bene gli esempi.

I tempi del passato indicativo:

Imperfetto: indica un’azione durata o ripetuta per un certo tempo.

Un tempo andavo sempre al lavoro in bici.

Passato: prossimo: indica un’azione avvenuta in un momento preciso.

Ieri sono andata al lavoro in bici.

Passato remoto: indica un’azione avvenuta in un momento preciso di un passato


lontano.

Molti anni fa, una volta, andai al lavoro a cavallo.

Trapassato prossimo: indica un’azione precedente a un’altra azione avvenuta nel


passato.

Eravamo stanchi perché avevamo giocato tutto il giorno a pallavolo.

Trapassato remoto: indica un’azione precedente a un’altra azione avvenuta in un


passato lontano.

Quando ebbe finito di parlare gli feci la domanda più importante.

Esercizio 1. Scrivi il tempo di ciascun verbo.

1. I ragazzi hanno giocato a calcio tutto il pomeriggio. Passato prossimo


2. Il Re disse: – “Nessuno può uscire!”. Passato Remoto
3. Mia nonna era una donna molto simpatica. imperfetto
4. Alla fine dello spettacolo tutti applaudirono. Passato Remoto
5. Era già tutto finito quando sono arrivata. Imperfetto-P. prossimo - presente
6. Lui arrivò un minuto dopo che ce ne fummo andati. Passato Remoto –
Trapassato Remoto.
7. Era ingenuo e non aveva pensato alle conseguenze. Imperfetto – trapassato
prossimo.
8. Passava tutto il suo tempo a ripetere le stesse cose. imperfetto
9. Molti anni fa feci un viaggio indimenticabile. passato remoto
10.Sai, per caso, chi ha vinto la partita ieri sera? Passato prossimo

Esercizio 2. Scegli il tempo corretto.

1. Quando ero/sono stata piccola ogni domenica andavo/andai al parco.


2. Ieri per pranzo ho preparato/preparai la melanzana di parmigiana.
3. Non avevo capito/capivo che Marco era/è stato tuo cugino.
4. Quando ebbe visto/vide il nemico, il Re si era spaventato/si spaventò.
5. Non sapevo/ho saputo che Maria si sposava/si sposò oggi.
6. Il cavallo era/è stato stanco perché aveva galoppato/galoppò troppo.
7. Ieri sera abbiamo visto/vedevamo un film bellissimo.
8. Cosa hai pensato/pensavi quando hai visto/vedevi la scatola?
9. Garibaldi è nato/nacque a Nizza.
10.Avevamo finito/finivamo di mangiare quando è arrivato/arrivava lui.

Due letture per studenti d’italiano A2.

Oggi vi proponiamo due letture di livello A2 per studenti di italiano per stranieri.
Leggete i due brani e provate dargli un titolo.

Leggi il testo.

Tanto tempo fa c’era un mostro, chiamato la Sfinge, che viveva sulla cima di una
collina e proponeva un indovinello a tutti quelli che vedeva passare per la strada.

La Sfinge chiedeva: – Qual è l’animale che al mattino cammina con 4 gambe, a


mezzogiorno con 2 e la sera con 3? – La Sfinge uccideva chi non sapeva rispondere
e, con il passare del tempo, ha ucciso tanti sfortunati passanti perché non
riuscivano a trovare la soluzione dell’indovinello.

Un giorno da lì è passato Edipo e alla domanda della Sfinge ha risposto senza


esitazioni: – E’ l’uomo! E’ l’uomo che quando è piccolo, cioè al mattino della sua
vita, cammina a 4 gambe perché non sa ancora stare in piedi. Quando è giovane e
adulto cammina sicuro su due gambe. Quando è vecchio e si trova nella sera della
sua vita, cammina con 3 gambe perché ha poca forza e si aiuta con un bastone.
Dopo aver ascoltato la risposta di Edipo, la Sfinge, per il grande dolore, si è gettata
dalla collina ed è morta.

Rispondi alle domande:

Cosa chiedeva la Sfinge? Chiedeva una risposta ad un indovinello.

Chi le ha risposto? Edipo

Perché si uccide la Sfinge? Perché Edipo ha risposto quindi non lo poteva


uccidere.

Che titolo daresti a questa storia?


Risposta Suicida

2. Leggi il testo.

La necessità di curare la pulizia del proprio corpo è una cosa molto importante e
nota fin dall’antichità. Ai tempi degli antichi Sumeri solo i re avevano un bagno, ma
tutti andavano a lavarsi nei fiumi. Più tardi i Romani costruirono dei bagni pubblici,
chiamate Terme. Erano luoghi accoglienti, dove tutti potevano lavarsi e curare il
proprio corpo.

Prima dell’invenzione del sapone si lavavano con acqua mescolata a cenere, a erbe e
a farina di fagioli.

Il vero sapone è nato nel 1500 ed era un lusso riservato a pochi. Anche a quel tempo
non esistevano i bagni nelle case e quasi tutti andavano nei bagni pubblici. Per questa
ragione i più ricchi non facevano spesso il bagno, per non mischiarsi al popolo. I
nobili, quindi, erano costretti ad usare molti profumi per coprire lo sgradevole odore
che proveniva dal loro corpo.

Solo alla fine del 1800, grazie alla fabbricazione delle prime vasche da bagno, è stato
possibile lavarsi a casa comodamente.

Rispondi alle domande:

Dove si lavavano gli antichi? Si lavavano nei fiumi e dopo costruirono le terme.

Che cosa usavano per lavarsi? Si lavavano con acqua mescolata a cenere, a erbe e
a farina di fagioli.
Che titolo scegli per questo brano?
Nascita del sapone.

Il primo maggio dedichiamo un articolo al lavoro.

Oggi è il primo maggio, per questo vogliamo dedicare il nostro articolo alla parola:
lavoro. Lavoro deriva dal verbo lavorare. In effetti il sostantivo deriva dal verbo e
l’aggettivo dal nome. Il verbo era quasi identico anche nella lingua latina, quindi
l’etimologia è molto semplice: Lavorare: labōrare, der. di labor -oris
«fatica, lavoro».

Se andate a cercare sul dizionario il significato del verbo lavorare troverete, più o
meno questa definizione: Operare, impiegando le risorse fisiche o mentali,
nell’esercizio di un mestiere, di una professione, di un’arte.

Lavoro: sostantivo maschile significa: applicazione di una energia (umana, animale


o meccanica) al conseguimento di un fine determinato: il l. dell’uomo; il l. di una
macchina; un l. di pazienza, di concetto.

Anche lavoratore è un sostantivo (al femminile lavoratrice) che deriva dal verbo
lavorare e significa: In genere, chi lavora esercitando un mestiere o una professione.

Lavorativo/a invece è un aggettivo: di lavoro, relativo al lavoro, al lavorare, o a una


lavorazione: attività lavorativa, giorno lavorativo, giorno feriale, destinato al
lavoro; giornata lavorativa, ore lavorative., effettivamente impiegate nel lavoro, o in
una determinata produzione.

Vediamo alcuni modi di dire con la parola: lavoro (o lavorare).

Il lavoro nobilita l’uomo

Chi è svelto a mangiare, è svelto a lavorare.

Lavorare di buona voglia è il miglior mestiere.

II lavoro della notte si scopre il giorno dopo.

Voglia di lavorar saltami addosso, lavora tu per me che io non posso.

Nel paese della cuccagna chi meno lavora più magna.

Chi ben lavora, ben raccoglie.

Fai il lavoro che ami e non lavorerai per tutta la vita.

Affaticati per sapere e lavora per avere.


Un buon lavoratore val più di dieci pigri.

C’è qualche proverbio o modo di dire simile nella tua lingua?

Esercizio. Completa le frasi inserendo il sostantivo, il verbo o l’aggettivo adatto.

1. Il lavoro nobilita l’uomo.


2. Oggi in Italia è festa ciò significa che non è un giorno lavorativo
3. I lavoratori di Alitalia hanno fatto sciopero.
4. Oggi è la festa dei lavoratori
5. Mi piacerebbe lavorare in banca da grande.
6. Il mio lavoro è molto impegnativo ma bello.
7. Chi ama il proprio lavoro è una persona fortunata.
8. Non lavorare troppo. Fai una pausa!
9. I lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di indire una riunione.
10.Il lavoro del futuro sarà completamente diverso da quello di oggi.

Perché si dice in bocca al lupo?.

Vi siete mai chiesti perché si dice “In bocca al lupo” a una persona che sta per
affrontare una prova impegnativa? Ascoltate il podcast:

Trascrizione:
Ciao e benvenuti nel podcast di languageclassinitaly.com, io sono Marina Minetti e
oggi vi voglio parlare di lupi e di lupe. Di come essi possono essere considerati
animali selvaggi e pericolosi ma anche animali affettuosi e protettivi. Oggi, in sintesi,
parliamo di un’espressione molto usata: In bocca al lupo!

Sappiamo tutti che significa buona fortuna, auguri … e che usiamo quest’espressione
per augurare buona sorte a qualcuno che deve affrontare una situazione abbastanza
impegnativa.

Ma da dove nasce questo modo di dire? Quest’’espressione, come spesso accade,


non ha un’origine molto certa, ci sono infatti varie ipotesi al riguardo. Alcuni
sostengono che derivi dal mondo della caccia quando i cacciatori si auguravano di
non finire nella bocca del lupo durante le loro uscite.

Per questo si risponde crepi il lupo perché se lui muore, crepa, il cacciatore si salva.

Per essere un po’ tecnici dovremmo dire che in questo caso si tratta di una funzione
apotropaica cioè un’espressione che serve ad allontanare o ad annullare un influsso
magico maligno. Secondo questa ipotesi l’augurio, che testimonia la credenza nel
valore magico delle parole, si sarebbe esteso dal gergo dei cacciatori all’insieme di
tutte le situazioni difficili in cui una persona può capitare. Questa è generalmente
l’etimologia che viene riportata dai dizionari di lingua italiana.

D’altronde la visione del lupo come animale violento, selvaggio e vorace si può
facilmente ricollegare ad altre numerose espressioni che lo hanno per protagonista: Il
lupo perde il pelo ma non il vizio, Fame da lupi, Vivere in un mondo di lupi ecc…
Nella tradizione antica e medievale il lupo appare sempre come il pericolo: animale
crudele, falso e insaziabile nella sua voracità semina la morte e il terrore tra gli altri
animali e i pastori o i cacciatori. Con il passare del tempo è diventato l’eroe negativo
di molte favole (da Esopo e La Fontaine alle numerose versioni di Cappuccetto
Rosso) nonché di leggende e storie tramandate per generazioni attraverso tutta
l’Europa.

Ma un’altra spiegazione ci regala un’immagine molto diversa di quest’animale.


Alcuni sostengono infatti che l’espressione In bocca al lupo abbia origine
dall’abitudine della mamma lupa che sposta i propri cuccioli prendendoli in bocca. Li
sposta per salvarli, per farli stare più comodi, per assicurare loro le migliori
condizioni. Ecco perché molte persone quando voi gli dite “In bocca al lupo!” vi
rispondono “Viva il lupo!” Perché se sono nella bocca del lupo, o meglio della lupa
in questo caso, possono sentirsi protette e sicure quindi ringraziano a modo loro: Viva
il lupo!

Infine: come dimenticare che a una


lupa si deve niente meno che la
fondazione di Roma? Conoscete la
leggenda di Romolo e Remo, i
fondatori dell’antica Roma, allattati e
quindi salvati da una lupa?

Ecco di nuovo che l’augurio


rappresenterebbe l’amore della
madre-lupo che si prende cura non
solo dei propri cuccioli ma anche di quegli esseri umani finiti in situazioni difficili,
come appunto è successo a Romolo e Remo quando furono abbandonati dai genitori.

Dire in bocca al lupo quindi diventerebbe uno degli auguri più belli che si possa fare
ad una persona.

Ecco perché si sente sempre più spesso rispondere: Viva il lupo!

Questa risposta la sentirete in particolar modo dalle persone che amano gli animali
perché i lupi sono una specie a rischio di estinzione quindi meglio augurargli la vita
che la morte. No?
Adesso prova a rispondere a queste tre domande e mi raccomando: In bocca al
lupo!

1)      Come era visto e considerato nell’antichità e nel medioevo il lupo?

2)      Come sposta i propri cuccioli la lupa?

3)      Perché molte persone rispondono “Viva il lupo”?

Ecco le risposte giuste

1)      Anticamente il lupo era considerato un animale molto pericoloso; violento


e vorace.

2)      La lupa sposta i propri cuccioli prendendoli per il collo con la bocca.

3)      Perché è un modo per augurare lunga vita a quest’animale.

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