nuotarono:
avesti cacciato :
sbuccerò:
avevate pitturato:
impastava:
hai tremato:
stampiamo:
RISPOSTE:
1) Io recitavo una poesia per il mio papà. / Io avevo recitato una poesia per il mio
papà.
2) Tu camminavi lentamente in giardino. / Tu avevi camminato lentamente in
giardino.
3) Damiano parava un tiro fortissimo. / Damiano aveva parato un tiro fortissimo.
4) Noi mangiavamo il pollo con le patate. / Noi avevamo mangiato il pollo con le
patate.
5) Voi ballavate in terrazza. / Voi avevate ballato in terrazza.
6) Greta e Pietro scartavano le loro uova di cioccolato. / Greta e Pietro avevano
scartato le loro uova di cioccolato.
1. Rita e Marcello Hanno guardato (guardare) un bel film al cinema ieri sera.
2. Ancora (io) non Ho comprato (comprare) l’ultimo libro di Umberto Eco.
3. Bambini, avete finito (finire) di fare i compiti?
4. Lo scorso fine settimana gli studenti sono usciti (uscire) tutte le sere.
5. Rita, quanto hai pagato (pagare) per questo bel cappello?
6. Marco ha ordinato (ordinare) una cena squisita.
7. Maria e Letizia sono arrivate (arrivare) in ritardo alla lezione.
8. Io e Riccardo abbiamo ballato (ballare) tutta la sera in discoteca.
9. Giovanni, hai incontrato (incontrare) i tuoi amici ieri sera?
10. Lorenzo e Maria sono partiti. (partire) per le vacanze.
Le preposizioni
passato
IO presente imperfetto trapassato
prossimo
Amare Amo Ho amato Amavo Avevo amato
Cucinare Cucino Ho cucinato Cucinavo Avevo cucinato
Crescere Cresco Ho cresciuto Crescevo Avevo cresciuto
Dormire Dormo Ho dormito Dormivo Avevo dormito
Partire Parto Sono partito Partivo Ero partito
Parlare Parlo Ho parlato Parlavo Avevo parlato
Studiare Studio Ho studiato Studiavo Avevo studiato
Volere Voglio Ho voluto Volevo Avevo voluto
Vivere Vivo Ho vissuto Vivevo Avevo vissuto
1. Arrossire – arrossamento
2. Allegro – felicità
3. Camminare – spostamento
4. Facile – semplicione
5. Possedere – Proprietario
6. Secco – disidratato
7. Nuotare – bagnato
8. Bravo – competente
9. Vincere – conquista
10.Povero – Umile
Oggi parliamo di alcuni verbi un po’ particolari. Si tratta dei verbi sovrabbondanti
ovvero verbi che possono essere declinati in due coniugazioni, la prima e la terza
oppure la seconda e la terza. In pratica sono verbi che hanno una doppia
coniugazione.
Avverbi semplici: sono formati da una sola parola, non derivano da altri
termini: ieri, oggi, lontano, vicino, qui, lì, qua, là, forse tardi, presto, bene,
male ecc.…
Avverbi composti: sono il risultato di due o più parole in una sola. Per
esempio: soprattutto (sopra + tutto) talora (tale + ora), talvolta (tale + volta),
lassù (la + su), inoltre (in + oltre) …
Avverbi derivati: si formano aggiungendo un suffisso alla parola da cui
derivano. In questo caso dobbiamo notare che gli avverbi i quali derivano da
un aggettivo hanno il suffisso in -mente. Velocemente, praticamente,
dolcemente …
Il significato dell’avverbio
1. chiaro – chiaramente
2. sereno – Serenamente
3. giusto – Giustamente
4. facile – Facilmente
5. debole – Debolmente
6. semplice –Semplicemente
7. certo – Certamente
8. sicuro – Sicuramente
9. carino – Carinamente
10. affettuoso – affettuosamente
Esercizio 2. Sottolinea le locuzioni avverbiali presenti nelle seguenti
frasi.
Oggi parliamo della forma attiva e della forma passiva dei verbi italiani. Quando in
un’azione abbiamo il soggetto che fa (compie) l’azione, si dice che il verbo è in
forma attiva. Quando, invece, il soggetto non fa l’azione ma la subisce si dice che il
verbo è in forma passiva.
Per cercare di rendere un po’ più semplice il discorso facciamo due esempi. Nella
prima frase il verbo è in forma attiva mentre nella seconda il verbo è in forma
passiva. Leggi con attenzione:
Una piccola lampada illumina tutta la stanza. Illumina è un verbo in forma attiva.
Come puoi vedere le due frasi hanno lo stesso significato, descrivono lo stesso fatto.
L’azione è espressa dal verbo illuminare e l’azione è svolta dalla lampada. E’ la
lampada che illumina la stanza.
Eppure le due frasi non sono scritte nello stesso modo perché nella prima frase il
soggetto compie l’azione: la lampada illumina la stanza mentre nella seconda frase il
soggetto (la stanza) subisce l’azione: la stanza è illuminata.
Altri esempi:
Tutti i documenti sono stati controllati da Mario. Frase con verbo in forma passiva:
sono stati controllati
Un ospite speciale aprirà il Gran Gala della Musica. In questa frase il verbo è attivo:
aprirà.
Il Gran Gala della musica sarà aperto da un ospite speciale. In questa frase è
passivo: sarà aperto.
Come puoi notare la forma passiva di un verbo è sempre costituita da una voce
dell’ausiliare essere + participio passato: è illuminata, sono stati controllati, sarà
aperto, fu annunciata.
d) In questo momento i computer sono utilizzati dai bambini delle scuole primarie.
Per saperne di più e fare ancora più pratica leggi anche l’articolo: La forma passiva in
italiano. Se hai qualche domanda non esitare a scriverci così come non peritarti a
darci qualche suggerimento o a richiedere un argomento specifico.
Mediamente una famiglia italiana (spendere) (4) | spende | 100 euro alla settimana
per le attività ricreative dei figli. Queste spese (comprendere) (5) | comprendono |
anche altre cose come il cinema, la pizza, le uscite con gli amici. Insomma, tutte le
attività che i ragazzi (amare) (6) | amano | fare nel tempo libero.
Nel 2005 Mario (lavorare) 1. | Lavorava | come impiegato presso gli uffici del
comune. Tutte le mattine (alzarsi) 2. | si alzava | alle 6:00, (prendere) 3. | prendeva
| il treno alle 7:00 e (arrivare) 4. | arrivava | sul luogo del lavoro alle 7.40. Dalle
8:00 alle 13 (lavorare) 5. | lavorava | e poi (avere) 6. | aveva | un’ora e mezzo per
la pausa pranzo. Alle 17.30 (smettere) 7. | smetteva |di lavorare e (tornare) 8.
| tornava | a casa. Il mercoledì e il venerdì sera (andare) 9. | andava | sempre in
palestra perché (volere) 10. | voleva |tenersi in forma.
Quando io (essere) ero piccolo la persona della famiglia che (amare) amavo di più
(essere) 3. Era/ è stato mio nonno. Lui era (essere) una persona molto solare,
(amare) amava stare in compagnia e raccontare vecchie storie. Noi (parlare)
parlavamo molto, soprattutto la domenica mattina quando tutti (dormire) dormivano
un po’ di più ed io e lui (trovarsi) ci trovavamo in cortile insieme. Spesso (ricordare)
ricordava della sua gioventù e un giorno mi (raccontare) racconto di quando nel
1944 lui e la sua famiglia (scappare) 11. | sono scappati | sui monti durante la
Seconda guerra mondiale. Quei tempi (essere) erano molto duri. Oggigiorno noi
giovani (avere) Abbiamo molte cose che lui non (potere) poteva avere. Adesso lui
non (esserci) c’è più ma (ricordare) ricordo ancora quello che mi (dire) diceva
sempre “Pensa con la tua testa e (trovare) trova la tua strada altrimenti la vita non
(avere) avrà senso e non (essere) sarai mai felice”.
Il pronome CI sostituisce:
Il nome di un luogo
menzionato in
precedenza:
Posso contare sul tuo aiuto? Certo che ci puoi contare! (contare sul mio aiuto)
Pensi ancora alla tua ex ragazza? Sì, ogni tanto ci penso! (pensare a)
Il pronome CI si usa anche in alcune espressioni con i verbi: mettere, volere, vedere,
sentire.
Il pronome ne:
Ha una funzione partitiva, indica una quantità o meglio una parte del tutto.
Sostituisce una parola o una frase introdotta dalle preposizioni “di” o “da”.
9) Hai voglia di andare a teatro stasera? No, non ne ho voglia, sono stanco.
E’ successo a Napoli, un’anziana signora compra un biglietto del Gratta e Vinci per
1. Sfidare, (catturare, vedere, avvisare, sfidare) la sorte. Non crede ai suoi occhi
quando legge l’ammontare della vincita: 500 mila euro! Si rivolge allora a una
persona che in quella Tabaccheria ci lavora e chiede: “Giovanotto, ma davvero ho
vinto?” Vuole essere sicura che il biglietto che ha tra le mani sia proprio quello che
come 2. Premio, (prezzo, premio, vittoria, stipendio) ha mezzo milione di euro.
Lo ha appena comprato quel tagliando ma non crede ai suoi occhi per questo
domanda a un dipendente il quale, per ulteriore 3. riscontro (notizia, riscontro,
validità, vista), consegna il tagliando al titolare della Tabaccheria.
Quando gli agenti gli hanno chiesto di consegnare il biglietto vincente c’è stato un
altro 6. colpo (teatro, pezzo, colpo, atto) di scena. Il tabaccaio, che si chiama Gaetano
Scutellaro, ha risposto che è lui la vera vittima del furto e che quindi desidera
denunciare la donna che lo ha denunciato.
Come spesso accade quando avviene un fatto eclatante come questo, a Napoli scatta
la corsa al Lotto: i numeri in questione sono il 22, il 46 ed il 71 (il pazzo, i soldi e
l’uomo di niente). C’è, però, chi consiglia di aggiungere anche l’89 (la vecchietta).
Una bella quaterna per una vincita che potrebbe cambiare la 8. Vita ( strada, fortuna,
rendita, vita) a qualcuno.
Il raccolto è stato distrutto dalla tempesta. (Da che cosa?) – complemento di causa
efficiente.
I ragazzi hanno cominciato a scrivere dopo aver ricevuto (participio passato) il titolo
del tema dall’insegnante.
Tutti e due i complementi possono essere sostituiti dalla particella pronominale NE.
1. Dove vai quando ti fa male la testa? Vado dal dottore oppure vado in
farmacia.
2. Dove vai quando vuoi fare sport? Vado dall’istruttore oppure vado in
palestra.
3. Dove vai a vedere una mostra? Vado al museo o alla galleria.
4. Dove vai a mangiare una pizza? Vado al ristorante o in pizzeria.
5. Dove vai a comprare una maglietta? Vado in negozio o vado al mercato.
6. Dove vai a comprare un gelato? Vado in gelateria o vado al supermercato.
Niccolò fa sempre tutto quello che vuole; è una persona molto caparbia.
Ci vediamo stasera?
Esercizio: Nelle frasi che seguono inserisci il complemento di tempo più adatto.
prima di cena – questa mattina – nel 2005 – da 20 anni – subito – per quasi un minuto
– tra due giorni – tra 10 minuti.
1. Questa mattina mi sono vestito bene e sono andato al mio primo colloquio di
lavoro.
2. Faccio questo lavoro da 20 anni e ancora mi diverto.
3. Giulia e Manuele si sono sposati nel 2005.
4. I ragazzi hanno resistito sott’acqua per quasi un minuto.
5. Io gli ho fatto la proposta e lui ha accettato subito.
6. Sono arrivato a casa prima di cena ma ero stanco e non ho mangiato.
7. Muoviamoci! Il treno parte tra 10 minuti.
8. Questa mozzarella va mangiata, scade tra due giorni.
Quanto si deve dormire? Voi riuscite a dormire bene anche con questo caldo? E se
non dormite almeno 6/7 ore per notte come vi sentite il giorno dopo?
Oggi leggiamo un testo che ci spiega quanto sia importante riuscire a riposare bene.
Leggete il brano con attenzione e completate scegliendo la parola giusta tra quelle
proposte.
C’è chi non ce la fa; ci sono persone che hanno un sonno particolarmente 4.
insufficiente (cattivo, insufficiente, male, nervoso), disturbato, o comunque non
abbastanza riposante, indipendentemente dal numero di ore. In questo caso si parla di
insonnia che ha pesanti conseguenze sulla vita quotidiana e le 5. abituali (qualsiasi,
generali, abituali, vivaci) azioni che dobbiamo svolgere durante la giornata.
Andare a letto e svegliarsi sempre alla solita ora, anche nel fine settimana.
Non rimanere a letto se non si riesce a prendere sonno ma alzarsi e 7. dedicarsi
(dedicarsi, farsi, crearsi, seguire) a qualche attività rilassante.
Non mangiare né guardare la TV prima di andare a letto.
8. evitare (fuggire, preferire, evitare, scappare) caffeina e nicotina nel
pomeriggio.
Giacomo Puccini nacque a Lucca nel 1858 in una famiglia dove la musica era di casa.
Suo padre, come prima di lui suo nonno, era maestro di cappella nel Duomo della
città.
La prematura morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva solo 5 anni, 1. lasciò
la famiglia in difficoltà economiche. Puccini fu mandato a studiare pianoforte presso
lo zio materno che però non lo riteneva un musicista dotato. Solo alle scuole superiori
cominciò a farsi notare e già a 14 anni guadagnava i primi soldi suonando l’organo.
Tutti davano per scontato che avrebbe seguito le orme paterne per diventare anche lui
un maestro di cappella. Una sera, però, si recò a Pisa insieme alla madre per assistere
a una rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi. Ne fu così impressionato che
decise di volersi dedicare all’Opera, al teatro.
Giacomo 2. studiò a Milano nel 1880 e al Conservatorio strinse amicizia con Pietro
Mascagni con il quale condivideva l’ammirazione per Richard Wagner. Una volta
diplomatosi partecipò a un concorso dove la sua Opera Le villi non fu neppure
menzionata. Il musicista non si arrese e con l’aiuto dell’editore Giulio Ricordi, riuscì
a farla rappresentare in teatro dove ottenne un certo successo.
Nel frattempo, si era innamorato di Elvira, una donna lucchese già sposata. Era uno
scandalo per quei tempi e così i due per sfuggire alle chiacchiere e alle maldicenze
presero casa a Monza e 3. portarono con sé la figlia di lei.
Puccini, però, non amava particolarmente la vita in città. Rimaneva a Milano solo per
lavoro ma aveva una grande nostalgia dei luoghi della sua infanzia. Amava andare a
caccia e parlare con le persone semplici: i cacciatori e gli agricoltori che frequentava
con la stessa disinvoltura con cui frequentava gli artisti dell’epoca.
Il grande successo di Manon Lescaut gli permise di realizzare il suo desiderio e con i
guadagni ottenuti 4. comprò una villa a Torre del Lago, in Versilia. Un posto a lui
molto caro che sarà un punto di riferimento per tutta la sua vita. Scriveva:
“Abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo, con macchie splendide fino al mare,
popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, merli, fringuelli e
passere. Padule immenso. Tramonti lussuriosi e straordinari. Aria maccherona
d’estate, splendida di primavera e di autunno. Vento dominante, di estate il
maestrale, d’inverno il grecale o il libeccio”.
Nel 1908 scoppiò uno scandalo che determinò una grande crisi personale e artistica.
Elvira, ormai moglie ufficiale di Puccini, si era convinta che il marito avesse una
relazione con la loro cameriera: Doria Manfredi. La giovanissima ragazza 5. lasciò il
lavoro e si suicidò. Ne seguì un processo.
Puccini amò molte donne nella sua vita e tradì Elvira spesso, ma non con la giovane
Doria. Nonostante, in seguito, si sia scoperta l’infondatezza delle accuse della moglie,
il compositore si sentiva in colpa e rimase molto provato da tutta la vicenda. Scrisse:
“Non posso lavorare più! Sono così scoraggiato! Le mie notti sono orribili […] ho
sempre davanti agli occhi la visione di quella povera vittima, non posso levarmela
dalla mente – è un tormento continuo.”
Compose altre opere cercando sempre di non ripetere quanto aveva già fatto.
L’inquietudine e la malinconia facevano parte del suo carattere così come l’amore per
la passione e per gli eccessi. Dell’Opera “Il trittico” l’aria più popolare è Gianni
Schicchi “Oh mio babbino caro”.
In quegli anni, siamo nel 1919, si ammalò. La grande quantità di sigarette che aveva
fumato per tutta la vita gli avevano procurato un cancro alla gola. Tossiva sempre.
Giacomo Puccini morì il 29 novembre del 1924. La sua tomba si trova presso la villa
di Torre del Lago dove successivamente fu posta anche quella della moglie Elvira.
Quando la moglie di Puccini, si era convinta che il marito avesse una relazione
con la loro cameriera.
Fu La Turandot.
Raffaello morì nel 1520 a soli 37 anni. Tante le celebrazioni in questo anno a lui
dedicato. Anche in Toscana.
Quest’anno è dedicato a lui. Tante sono le mostre e le iniziative che celebrano questo
grande artista nato a Urbino nel 1483 e morto troppo giovane. Oggi vediamo le
tracce di Raffaello in Toscana.
La Libreria Piccolomini è un ambiente monumentale che fa parte della Cattedrale di
Siena. Alla bellezza dei suoi affreschi partecipò anche Raffaello chiamato
direttamente da Pinturicchio.
Per darvi un’idea dell’ambiente dell’epoca pensate che nel 1504, Leonardo (lavorare)
1.lavorò al cartone della Battaglia di Anghiari, mentre nella stessa estate il David di
Michelangelo (venire) 2.Venne posto davanti al Palazzo della Signoria. Insomma, il
giovane artista (essere) fu circondato dai grandi maestri della storia.
Per concludere: sono molte le opere di Raffaello che si possono visitare in Toscana.
E precisamente:
Buon viaggio!
La parola pronome deriva dal latino pronomen “che sta al posto (pro) di un un
nome (nomen)”. Dunque i nomi dovrebbero sostituire un nome.
Nei pronomi personali non è sempre così. Se prendiamo io sono, tu sei, per esempio,
io e tu non sono sostituibili con nessun altro nome mentre lui è o lei è, sì. Lui
potrebbe sostituire il nome Mario e lei il nome Maria vale a dire che alla terza
persona i pronomi personali indicano il nome di colui (o colei) del quale si parla.
Per essere più precisi dovremmo dire che i pronomi personali possono avere due
funzioni: 1) funzione deittica (o indicativa) vale a dire si limitano a indicare una
cosa o una persona presenti nell’atto della comunicazione ma non la sostituiscono. 2)
funzione anaforica quando si riferiscono a una cosa o una persona precedentemente
menzionate con l’intento di sostituirle.
Vieni tu ad aiutami?
singolare plurale
1° persona io noi
2° persona tu voi
egli, lui, esso loro, essi
3° persona
ella, lei, essa loro, esse
Il pronome di terza persona dispone di una certa varietà di forme: egli-ella, lei-lui,
esso-essa e per il plurale la coppia essi-esse e loro che ha valore sia maschile e
femminile.
Egli-lui e ella-lei si usano con riferimento alle persone (lui e lei specialmente nella
lingua parlata, si riferiscono anche a animali e cose); esso e essa è usato per indicare
animali e cose.
Nell’uso quotidiano, ma sempre più anche nello scritto, lei lui e loro si sono
ampiamente affermati sui rispettivi egli, ella, esso e essa il cui uso rimane
caratteristico di certi usi letterari e lo stile formale e burocratico.
Esercizio. Inserisci il pronome personale solo dove ritieni che sia necessario.
Ricorda che i pronomi diretti si usano generalmente con verbi transitivi mentre i
pronomi indiretti sostituiscono un complemento oggetto introdotto dalla
preposizione a (quindi indiretto).
Sì, la so.
Sì, lo so.
Sì, la sa.
Siamo di nuovo qui a proporvi degli esercizi sui pronomi e le particelle. Ripassiamo
i pronomi diretti e indiretti e le particelle ci e ne.
I pronomi diretti in italiano (mi, ti, lo, la, La, ci, vi, li, le) sostituiscono l’oggetto
diretto, cioè un nome collegato direttamente al verbo senza essere preceduto da una
preposizione.
I pronomi indiretti (mi, ti, gli, le, Le, ci, vi, gli), invece, sostituiscono un oggetto
indiretto preceduto dalla preposizione: a
gli
l’
li
ne
Il futuro semplice, al modo indicativo, lo usiamo per parlare di qualcosa che non è
ancora avvenuto.
Luisa e Mauro si sposeranno la prossima estate.
Leggi il dialogo tra Luisa e Mauro e declina i verbi tra parentesi al futuro semplice.
Luisa: Per il nostro matrimonio abbiamo ancora un po’ di cose da preparare e, come
non bastasse, non tutti gli invitati hanno dato una risposta. Secondo te i miei cugini
Salvo e Valentina (venire) 1. verranno?
Mauro: Ma, certo che (venire)2. Verranno! Loro amano le feste e non (lasciarsi) 3.
lasceranno sfuggire una bella occasione per brindare e ballare fino a notte fonda con
noi.
Luisa: Mah, non sono così sicura. Valentina ultimamente è un po’ cambiata. Chissà
cosa (decidere) 4. deciderà! Comunque, i tuoi amici musicisti che ti hanno detto?
Loro (esserci) 5. Ci saranno?
Mauro: Sì, loro (esserci) 6. Ci saranno e (suonare) 7.Suoneranno per tutti noi. In
cambio chiedono solo cibo e alcol a volontà! Marcello (invitare) 8. inviterà sul palco
anche la sua ragazza: abbiamo scoperto, infatti, che è una cantante bravissima.
Luisa: Ah, benissimo. Direi allora che la maggior parte degli invitati (partecipare) 9.
parteciperanno. Ah, no aspetta, dimenticavo tuo zio Antonio. Lo hai chiamato,
vero? Cosa mi dici di lui? (Fare) 10.farà le fotografie agli ospiti come ci ha
promesso?
Mauro: Sì, lui (venire) 11. verrà e conferma di voler fare la foto ma per sicurezza ho
ingaggiato un fotografo professionista, mi sento più sicuro.
Luisa: Sono perfettamente d’accordo con te, amore mio. Non vorrei ritrovarmi senza
foto del giorno più bello della nostra vita!
Oggi vi proponiamo un quiz sui pronomi combinati. Così potete mettervi alla prova
anche se siete in pieno relax sulla spiaggia o in montagna. Continuare a fare esercizi,
a leggere o guardare video in italiano è importante per non dimenticare quanto avete
appreso fino ad ora.
Gli= glie
Hai scritto la ricetta a Luigi? Gli (a Luigi) + la (la ricetta) = Gliela hai scritta? =
Gliel’hai scritta?
Voglio dare questa rosa a Matteo = Gliela voglio dare = Voglio dargliela
mi ti gli/le ci vi gli
lo me lo te lo glielo ce lo ve lo glielo
la me la te la gliela ce la ve la gliela
li me li te li glieli ce li ve li glieli
le me le te le gliele ce le ve le gliele
ne me ne te ne gliene ce ne ve ne gliene
ce la
te la
te ne
gliene
te lo
ve lo
me lo
ce lo
leli
glieli
te ne
te li
meli
me li
gliel’
gliene
10. Hai capito o devo ripetere? Ho capito tutto, non ripeter melo!
melo
te lo
Ci sono delle regole, però, e fare riferimento a loro può essere di aiuto.
L’imperfetto si usa:
tornava
è tornata
era
è stata
vivevo
ho vissuto
c’era
c’è stato
c’erano
ci sono stati
facevamo
abbiamo fatto
capivo
ho capito
volevo
ho voluto
era-piaceva
era-è piaciuto
10. Non mi è piaciuto per niente quello che hai detto a tavola.
piaceva-dicevi
è piaciuto – hai detto
11. Mentre faceva la doccia, mio padre cantava sempre a voce alta.
faceva-cantava
faceva-ha cantato
arrivava-copiavo
è arrivato-copiavo
era-portava
è stato – ha portato
14. Mi fa male la testa, forse ho bevuto troppo!
bevevo
ho bevuto
sapevo
ho saputo
La differenza tra i pronomi diretti e indiretti non è sempre chiara, a volte ci si può
confondere. Ecco perché vi proponiamo un quiz da fare per mettervi alla prova ma
soprattutto per tenervi in allenamento.
I pronomi sono una parte variabile del discorso che svolge diverse funzioni. La
principale senza dubbio è quella sostitutiva in quanto spesso sostituisce un nome ma a
volte anche un’intera frase.
La domanda da porsi è: qual è la differenza tra i pronomi diretti ((mi, ti, lo, la, La,
ci, vi, li, le) e indiretti (mi, ti, gli, le, Le, ci, vi, gli)? La risposta è semplice: i primi
sostituiscono un complemento oggetto diretto, mentre i secondi sostituiscono un
complemento oggetto indiretto (si chiama indiretto perché è introdotto
da una preposizione).
Le forme atone dei pronomi (quelle che trattiamo in questo articolo) vanno
generalmente posizionate prima del verbo tranne che con l’imperativo e i modi
indefiniti del verbo.
gli
li
gli
le
gli
le
4. Ho litigato con Mario, gli ho detto che non siamo più amici!
gli
l’
la
lo
ti
mi
gli
lo
mi
ti
La
Lo
mi
gli
12. Hai già visto questo film? No, non l’ ho ancora visto.
gli
l’
Esercizio 1. Leggi il testo che segue e sottolinea i 12 verbi che vedi. Dopo
riscrivili nella tabella e indica il modo di ciascuno.
Ero sicuro che la porta chiusa a chiave doveva aver destato dei sospetti e che presto
avremmo avuto alle costole l’orrenda creatura. Solo chi l’avesse vista avrebbe potuto
capire quanto fossi felice di aver messo il catenaccio. Per fortuna mia madre pur
avendo una paura tremenda, mi disse: “Stai calmo!” da R.L Stevenson L’isola del
tesoro.
Verbi Modo
1. ero indicativo
2. chiusa Participio
3. doveva indicativo
4. aver destato infinito
5.avremmo avuto condizionale
6. l’avesse vista congiuntivo
7. avrebbe potuto Condizionale
8.capire Infinito
9.fossi congiuntivo
10.aver messo Infinito
11.disse Indicativo
12.calmo Indicativo
Esercizio 2. Di ciascuno dei seguenti verbi scrivi l’infinito e poi indica a quale delle
3 coniugazioni appartiene.
1°
2°coniugazio 3°coniugazio
Infinito coniugazio
ne ne
ne
a crederai credere X
b sciando Sciare X
applaudire Applaudi
c X
mo re
d mangiaste Mangiare X
e fossero Essere X
f piaccia Piacere X
g sappiate Sapere X
h andarono andare X
Vediamo l’uso dell’imperfetto quando si parla del passato. Come sai l’imperfetto si
usa per indicare un’azione che ha avuto una certa durata nel tempo, per azioni che si
ripetono nel passato, per descrivere un ambiente o una situazione.
Pensa a come sono cambiate le cose negli ultimi anni. Come era la vita quando eri
piccolo/a? Come era la città o il paese in cui sei nato/a quando erano giovani i tuoi
genitori? Prova a cercare delle foto e poi fai un confronto.
Non solo l’ambiente è cambiato ma anche il modo di vivere e di muoversi. Ti sei mai
chiesto/a come si viaggiava un tempo? Riesci a immaginarti chi faceva i viaggi 300
anni fa? Pensi che tutti potevano muoversi con facilità?
Prova a scrivere chi, secondo te, viaggiava in Europa e come. Dopo leggi il testo
sotto e rispondi alle domande.
Per i viaggi all’estero c’era un altro problema: la lingua. Poche persone (sapere) 4. |
sapevano| una lingua straniera. Inoltre i viaggi erano lenti e lunghi e solo i più ricchi
avevano i soldi per partire. Infatti solo una piccola minoranza di persone (viaggiare)
5. |viaggiavano|: c’erano i commercianti che lo (fare) 6. |facevano| per necessità, poi
i pellegrini che (andare) 7. |andavano| a Roma per vedere il Papa e infine gli scrittori,
i pittori e gli architetti che (volere) 8. |volevano| imparare presso maestri stranieri o
(cercare) 9. |cercavano| ispirazioni artistiche. Il piccolo Mozart, per esempio,
(andare) 10. |andava| in giro per l’Europa (anche per l’Italia) per farsi conoscere.
Domande di comprensione:
Vediamo oggi i tempi del passato indicativo. Come sai all’indicativo ci sono diversi
tempi per esprimere azioni nel passato. Alcuni li abbiamo già trattati
approfonditamente.
Oggi li vediamo tutti insieme per farci un quadro riassuntivo della situazione. Leggi
come si usano e osserva bene gli esempi.
Oggi vi proponiamo due letture di livello A2 per studenti di italiano per stranieri.
Leggete i due brani e provate dargli un titolo.
Leggi il testo.
Tanto tempo fa c’era un mostro, chiamato la Sfinge, che viveva sulla cima di una
collina e proponeva un indovinello a tutti quelli che vedeva passare per la strada.
2. Leggi il testo.
La necessità di curare la pulizia del proprio corpo è una cosa molto importante e
nota fin dall’antichità. Ai tempi degli antichi Sumeri solo i re avevano un bagno, ma
tutti andavano a lavarsi nei fiumi. Più tardi i Romani costruirono dei bagni pubblici,
chiamate Terme. Erano luoghi accoglienti, dove tutti potevano lavarsi e curare il
proprio corpo.
Prima dell’invenzione del sapone si lavavano con acqua mescolata a cenere, a erbe e
a farina di fagioli.
Il vero sapone è nato nel 1500 ed era un lusso riservato a pochi. Anche a quel tempo
non esistevano i bagni nelle case e quasi tutti andavano nei bagni pubblici. Per questa
ragione i più ricchi non facevano spesso il bagno, per non mischiarsi al popolo. I
nobili, quindi, erano costretti ad usare molti profumi per coprire lo sgradevole odore
che proveniva dal loro corpo.
Solo alla fine del 1800, grazie alla fabbricazione delle prime vasche da bagno, è stato
possibile lavarsi a casa comodamente.
Dove si lavavano gli antichi? Si lavavano nei fiumi e dopo costruirono le terme.
Che cosa usavano per lavarsi? Si lavavano con acqua mescolata a cenere, a erbe e
a farina di fagioli.
Che titolo scegli per questo brano?
Nascita del sapone.
Oggi è il primo maggio, per questo vogliamo dedicare il nostro articolo alla parola:
lavoro. Lavoro deriva dal verbo lavorare. In effetti il sostantivo deriva dal verbo e
l’aggettivo dal nome. Il verbo era quasi identico anche nella lingua latina, quindi
l’etimologia è molto semplice: Lavorare: labōrare, der. di labor -oris
«fatica, lavoro».
Se andate a cercare sul dizionario il significato del verbo lavorare troverete, più o
meno questa definizione: Operare, impiegando le risorse fisiche o mentali,
nell’esercizio di un mestiere, di una professione, di un’arte.
Anche lavoratore è un sostantivo (al femminile lavoratrice) che deriva dal verbo
lavorare e significa: In genere, chi lavora esercitando un mestiere o una professione.
Vi siete mai chiesti perché si dice “In bocca al lupo” a una persona che sta per
affrontare una prova impegnativa? Ascoltate il podcast:
Trascrizione:
Ciao e benvenuti nel podcast di languageclassinitaly.com, io sono Marina Minetti e
oggi vi voglio parlare di lupi e di lupe. Di come essi possono essere considerati
animali selvaggi e pericolosi ma anche animali affettuosi e protettivi. Oggi, in sintesi,
parliamo di un’espressione molto usata: In bocca al lupo!
Sappiamo tutti che significa buona fortuna, auguri … e che usiamo quest’espressione
per augurare buona sorte a qualcuno che deve affrontare una situazione abbastanza
impegnativa.
Per questo si risponde crepi il lupo perché se lui muore, crepa, il cacciatore si salva.
Per essere un po’ tecnici dovremmo dire che in questo caso si tratta di una funzione
apotropaica cioè un’espressione che serve ad allontanare o ad annullare un influsso
magico maligno. Secondo questa ipotesi l’augurio, che testimonia la credenza nel
valore magico delle parole, si sarebbe esteso dal gergo dei cacciatori all’insieme di
tutte le situazioni difficili in cui una persona può capitare. Questa è generalmente
l’etimologia che viene riportata dai dizionari di lingua italiana.
D’altronde la visione del lupo come animale violento, selvaggio e vorace si può
facilmente ricollegare ad altre numerose espressioni che lo hanno per protagonista: Il
lupo perde il pelo ma non il vizio, Fame da lupi, Vivere in un mondo di lupi ecc…
Nella tradizione antica e medievale il lupo appare sempre come il pericolo: animale
crudele, falso e insaziabile nella sua voracità semina la morte e il terrore tra gli altri
animali e i pastori o i cacciatori. Con il passare del tempo è diventato l’eroe negativo
di molte favole (da Esopo e La Fontaine alle numerose versioni di Cappuccetto
Rosso) nonché di leggende e storie tramandate per generazioni attraverso tutta
l’Europa.
Dire in bocca al lupo quindi diventerebbe uno degli auguri più belli che si possa fare
ad una persona.
Questa risposta la sentirete in particolar modo dalle persone che amano gli animali
perché i lupi sono una specie a rischio di estinzione quindi meglio augurargli la vita
che la morte. No?
Adesso prova a rispondere a queste tre domande e mi raccomando: In bocca al
lupo!
2) La lupa sposta i propri cuccioli prendendoli per il collo con la bocca.