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Per cominciare (tratto da Matdid)

Non che l'imperativo serva solo a dare ordini: "stammi bene" sì può dire a un amico salutandolo.
E più che un ordine è un augurio. "Padre nostro, dacci oggi il nostro pane quotidiano" pregano i
cattolici... be', chi si permetterebbe mai di dare ordini al Padreterno? "Venghino signori
venghino!" urlavano, storpiando l'italiano, quelli che invitavano il pubblico al circo. E appunto,
più che di un ordine si tratta di un invito. "Entra, entra pure!" si dice a chi aspetta sulla porta: e
non è un ordine, ma piuttosto una concessione.

Insomma, la parola imperativo non è forse la più


precisa per indicare questa forma verbale che infatti
non è monopolio solo di imperatori e dittatori. Una
cosa però è certa: per i genitori l'imperativo è proprio
irrinunciabile.
Alcuni anni fa, la pubblicità della Merendina Ciocorì
reclamizzava questo prodotto per bambini elencando
tutte le cose che normalmente erano vietate dai genitori.

Questa pubblicità (della famosa "creativa" Annamaria Testa) recitava così:


Non toglierti il golfino che sei sudato,
di' buongiorno alla signora,
Cecilia, corri subito a lavarti le mani,
non metterti le dita nel naso,
non fare rumore che il papà è stanco, li
hai già fatti i compiti?
non mangiarti le unghie, non
attraversare la strada,
possibile che non sai stare fermo un minuto?
stai attento a non sporcarti,
non stare così vicino al televisore,
tieni i gomiti giù dalla tavola,
chi ti ha insegnato a dire le parolacce?
non bere l'aranciata gelata,
piantala di masticare la cicca americana,
non giocare con le barchette nella vasca da bagno,
perché sei sempre lì a leggere fumetti.

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E non sarebbe poi difficile allungare e aggiornare la lista con ordini altrettanto frequenti come:

Non fare il bagno che hai mangiato un'ora fa,

metti la maglietta di lana che fa freddo,

mettiti la mano davanti la bocca quando sbadigli,

spegni quel computer,

fa' passare prima le signore quando apri la porta,

questa casa non è un albergo,

metti in ordine la tua camera,

non ti alzi finché non hai finito di mangiare,

non rispondere con quel tono, capito?

lavati i denti prima di andare a letto,

e spegni quella luce che ci si vede benissimo,

non tornare più tardi delle nove, chiaro?

non lasciare un lago in bagno dopo la doccia,

abbassa il volume di quella musica!

E giocherellando con questi ordini in classi di studenti stranieri si scopre che alcuni di questi

sono "internazionali" (non stare così vicino al televisore!), altri molto italiani (mettiti la

maglietta di lana!) e altri ancora, non presenti in questa lista, fanno parte delle realtà culturali dei

vari paesi... Pensateci.

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FORMAZIONE DELL’IMPERATIVO REGOLARE

PARLARE SCRIVERE SENTIRE FINIRE (isc)

Parla scrivi senti finisci

Parlate scrivete sentite finite

L’imperativo negativo

Non parlare Non scrivere Non sentire Non finire

Non parlate Non scrivete Non sentite Non finite

L’IMPERATIVO REGOLARE

Andare va' vada andiamo andate vadano


Avere abbi abbia abbiamo abbiate abbiano
Dare da' dia diamo date diano
Dire di' dica diciamo dite dicano
Essere sii sia siamo siate siano
Fare fa' faccia facciamo fate facciano
Sapere sappi sappia - sappiate sappiano
Stare sta' stia stiamo state stiano
Volere - voglia - vogliate vogliano

Ps. Dallo schema è evidente l’uso del congiuntivo per esprimere un ordine o un’esortazione riferiti
alla terza persona (singolare e plurale: lui, lei /loro).

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USI DELL’IMPERATIVO

Distinguiamo le funzioni più frequenti:

1. Un vero e proprio "ordine":


Togli subito le dita dal naso!
Esci da questa casa!
Non dire più neanche una sola parola!

2. Un "ordine" molto attenuato, un invito, un consiglio:


Prendete carta e penna e scrivete.
Prova questo dolce: l'ho fatto io! Non fumare, che ti fa male!

3. Una concessione o un’esortazione:


Entra, entra pure!
Si accomodi! Faccia come fosse a casa sua!
Fa' come ti pare, che me ne importa?

4. Una preghiera o anche una supplica:


Ascoltami, ti prego!
Non lasciarmi, non posso vivere senza di te!
Padre Nostro, dacci oggi il nostro pane quotidiano.

Questi diversi gradi della forza dell'imperativo possono naturalmente essere resi più evidenti da
un opportuno tono di voce e da qualche "parolina" che chiarisce meglio se l'intenzione del parlante
è quella di ordinare, di esortare, di chiedere o di supplicare. In particolare, "dai" (dai, non farti
pregare!), "forza" (forza, cammina!), "un po’'" (dammi un po' quel libro), "su" (su, prova
ancora!) ecc.

Infine, vediamo quell'imperativo che d’imperativo non ha più niente, essendosi cristallizzato in
forme che hanno assunto ormai il valore di puri segnali discorsivi. Parliamo in particolare di
espressioni come:
guarda/guardate (o con forma di cortesia guardi) - Guarda, non ho mai pensato di cambiare
lavoro
vedi/vedete (o con forma di cortesia veda) - Vedi, la vita non è come pensi tu...
senti/sentite (o con forma di cortesia senta) - Sentite, adesso dobbiamo fare qualcosa eh?
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Scusa/scusate (o con forma di cortesia scusi) - Scusa, hai un momento?
Pensa/pensate (o con forma di cortesia pensi) - Pensate! Nell'antica Roma c'erano 12 acquedotti!

Sono poi numerosissime le formule esclamative delle "frasi fatte" alle quali ricorriamo
frequentemente dimenticando del tutto la funzione grammaticale dell'elemento verbale. Si tratta in
pratica di "formule" come:

Ma va'! Ma dai!
Abbi/abbiate pazienza!
Stammi / statemi bene
Senti senti!
Guarda guarda!
Figurati / figuratevi / si figuri

Di seguito ecco la coniugazione dell’imperativo alla seconda persona singolare (tu) e plurale
(voi):

ESERCIZIO 1: Completa con le forme dell'imperativo diretto regolare


Es. /tu devi parlare/ = Parla!

1. /Tu devi partire/ Parla con me!

2. /Tu non devi restare/ Resta a casa!

3. /Noi dobbiamo viaggiare/ viaggiamo insieme!

4. /Voi non dovete disturbare/ disturbate

5. /Tu non devi studiare/ Non studiare così tanto!

6. /Noi dobbiamo fare/ facciamo due chiacchiere!

interrompete
7. /Voi non dovete interrompere/ _______ !

8. /Tu devi prendere/ Prendi

un bicchiere di vino!

Intendi
9. /Tu devi intendere/ quello che dico!

10. /Noi dobbiamo sentire/ Sentiamo quella canzone!


11. /Voi non dovete intervenire/ Non intervenite !

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ESERCIZIO 2: Completa con le forme dell'imperativo diretto (verbi che sono
irregolari al presente indicativo).

1. /Tu devi tenere/ tieni la maglietta di lana, perché fa freddo!

2. /Tu devi venire/ vieni in Italia!

3. /Tu devi uscire/ esci con me!

4. /Tu devi bere/ bevi una grappa!

5. /Tu devi cogliere/ cogli l'occasione!

6. /Tu devi proporre/ proponi un'idea!

7. /Tu devi andare/ vai via subito!

8. /Tu devi trattenere/ trattieni le lacrime!

ESERCIZIO 3: Che diresti a questi bambini?

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Non intervenite
Non intervenite

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L’IMPERATIVO E I PRONOMI

Vediamo ora come si comportano i pronomi diretti e indiretti quando incontrano un verbo
al modo imperativo.
Di solito i pronomi personali complemento si trovano prima del verbo (non lo voglio, le
piace molto), ma in alcuni casi, come con l’imperativo, sono posti dopo il verbo e si
uniscono ad esso formando un’unica parola.

Vediamo insieme alcuni esempi:


Parla a me! → Parlami!
Marta, compra il giornale! → Compralo!
Mamma, prendi la borsa! → Prendila!
Luca, finisci i compiti! → Finiscili!
Ragazzi, mangiamo le fragole! → Mangiamole!
Sara, mostrami il tuo disegno! → Mostramelo!
Prendete un po’ di dolce! → Prendetene!

È possibile trovare una frase con un pronome diretto e un pronome indiretto, anche in
questo caso i pronomi sono posti dopo il verbo all’imperativo, prima il pronome indiretto e
poi quello diretto, come nei pronomi combinati:
Natalia, dà il quaderno a tuo fratello! → Daglielo!
Ragazze, dite a Marco la verità! → Ditegliela!
Parla a me dei tuoi problemi! → Parlamene!

Le forme monosillabiche dell’imperativo raddoppiano la consonante quando sono


seguite da un pronome:
Dà a me il regalo! → Dammelo!
Fa’ a me un favore! →Fammelo!
Sta’ vicino a lei! → Stalle vicino!
Di’ a me la verità! → Dimmela!
Di’ a noi com’è andata! → Dicci com’è andata!

ATTENZIONE!

Il pronome gli fa eccezione: Sta’ vicino a lui → stagli vicino.


Nella forma negativa dell’imperativo è possibile scegliere dove collocare il pronome, per
esempio: non guardare la televisione! → non guardarla! Oppure: non la guardare!

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