Non che l'imperativo serva solo a dare ordini: "stammi bene" sì può dire a un amico salutandolo.
E più che un ordine è un augurio. "Padre nostro, dacci oggi il nostro pane quotidiano" pregano i
cattolici... be', chi si permetterebbe mai di dare ordini al Padreterno? "Venghino signori
venghino!" urlavano, storpiando l'italiano, quelli che invitavano il pubblico al circo. E appunto,
più che di un ordine si tratta di un invito. "Entra, entra pure!" si dice a chi aspetta sulla porta: e
non è un ordine, ma piuttosto una concessione.
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E non sarebbe poi difficile allungare e aggiornare la lista con ordini altrettanto frequenti come:
E giocherellando con questi ordini in classi di studenti stranieri si scopre che alcuni di questi
sono "internazionali" (non stare così vicino al televisore!), altri molto italiani (mettiti la
maglietta di lana!) e altri ancora, non presenti in questa lista, fanno parte delle realtà culturali dei
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FORMAZIONE DELL’IMPERATIVO REGOLARE
L’imperativo negativo
L’IMPERATIVO REGOLARE
Ps. Dallo schema è evidente l’uso del congiuntivo per esprimere un ordine o un’esortazione riferiti
alla terza persona (singolare e plurale: lui, lei /loro).
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USI DELL’IMPERATIVO
Questi diversi gradi della forza dell'imperativo possono naturalmente essere resi più evidenti da
un opportuno tono di voce e da qualche "parolina" che chiarisce meglio se l'intenzione del parlante
è quella di ordinare, di esortare, di chiedere o di supplicare. In particolare, "dai" (dai, non farti
pregare!), "forza" (forza, cammina!), "un po’'" (dammi un po' quel libro), "su" (su, prova
ancora!) ecc.
Infine, vediamo quell'imperativo che d’imperativo non ha più niente, essendosi cristallizzato in
forme che hanno assunto ormai il valore di puri segnali discorsivi. Parliamo in particolare di
espressioni come:
guarda/guardate (o con forma di cortesia guardi) - Guarda, non ho mai pensato di cambiare
lavoro
vedi/vedete (o con forma di cortesia veda) - Vedi, la vita non è come pensi tu...
senti/sentite (o con forma di cortesia senta) - Sentite, adesso dobbiamo fare qualcosa eh?
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Scusa/scusate (o con forma di cortesia scusi) - Scusa, hai un momento?
Pensa/pensate (o con forma di cortesia pensi) - Pensate! Nell'antica Roma c'erano 12 acquedotti!
Sono poi numerosissime le formule esclamative delle "frasi fatte" alle quali ricorriamo
frequentemente dimenticando del tutto la funzione grammaticale dell'elemento verbale. Si tratta in
pratica di "formule" come:
Ma va'! Ma dai!
Abbi/abbiate pazienza!
Stammi / statemi bene
Senti senti!
Guarda guarda!
Figurati / figuratevi / si figuri
Di seguito ecco la coniugazione dell’imperativo alla seconda persona singolare (tu) e plurale
(voi):
interrompete
7. /Voi non dovete interrompere/ _______ !
un bicchiere di vino!
Intendi
9. /Tu devi intendere/ quello che dico!
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ESERCIZIO 2: Completa con le forme dell'imperativo diretto (verbi che sono
irregolari al presente indicativo).
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Non intervenite
Non intervenite
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L’IMPERATIVO E I PRONOMI
Vediamo ora come si comportano i pronomi diretti e indiretti quando incontrano un verbo
al modo imperativo.
Di solito i pronomi personali complemento si trovano prima del verbo (non lo voglio, le
piace molto), ma in alcuni casi, come con l’imperativo, sono posti dopo il verbo e si
uniscono ad esso formando un’unica parola.
È possibile trovare una frase con un pronome diretto e un pronome indiretto, anche in
questo caso i pronomi sono posti dopo il verbo all’imperativo, prima il pronome indiretto e
poi quello diretto, come nei pronomi combinati:
Natalia, dà il quaderno a tuo fratello! → Daglielo!
Ragazze, dite a Marco la verità! → Ditegliela!
Parla a me dei tuoi problemi! → Parlamene!
ATTENZIONE!
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