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Il trapassato prossimo si forma con l’imperfetto di avere o essere e il participio passato del verbo principale.

Quando sono arrivata a casa, mio marito aveva mangiato.

Quando sono arrivata, Franco era già andato via.

Questo tempo si usa per esprimere un’azione nel passato che è successa prima di un’altra azione passata. Già si trova
normalmente tra l’ausiliare e il participio passato.

Avevo studiato il francese a scuola, ma l’ho imparato a Parigi


(PRIMA) (DOPO)

Mi presti il vocabolario? Me lo presti?


Chi vi ha prestato la macchina? Ve l’ha prestata Giovanni?
- Le puoi prestare i tuoi libri?
- Si, glieli presto volienteri

Quando usiamo i pronomi indiretti: mi (= a me), ti (= a te), gli (=a lui), le (= a lei/a Lei), ci (= a noi), vi (= a voi), gli (= a loro),
insieme a quelli diretti: lo, la, li, le, ne, facciamo uso dei pronomi combinati.

Eva, mi dai un attimo il tuo dizionario?  Me lo dai un attimo?


Ti devo portare le riviste stasera?  Te le devo portare stasera?
Presteró a Luigi il mio motorino  Glielo presteró

I pronomi indiretti alla terza persona (gli/le/Le) si uniscono al pronome diretto e, con l’aggiunta di una “-e”, formando
con esso una sola parola (glielo, gliela, glieli, gliele)

Se in una frase compaiono due pronomi, il pronome indiretto precede quello diretto. La “-i” della 1º e della 2º persona
diventa “-e”

Quando c’è un verbo modale o fraseológico (potere, volere, dovere, sapere, cominciare a, stare per, stare + gerundio,
finire di) + l’infinito, il pronome combinato può andaré prima del verbo o dopo l’infinito

La macchina è rotta, non te la posso dare


La macchina è rotta, non posso dártela

Quando ci sono I pronomi combinati nei tempi composti, la vocale finale del participio passato concorda con la vocale
finale del pronome diretto: finisce in “-o” se il pronome diretto è “lo”, in “-a” se è “la”, in “-e” se è “le” ed in “-i” se è “li”.

Il condizionale composto si forma con il condizionale di avere o essere + il participio passato del verbo

Il condizionale composto si usa per:

1) Esprimere una situazione non realizzata o irrealizzabile


2) Dare un’informazione su un avvenimiento passato non sicuro al 100%
3) Esprimere un’azione che rappresenta un futuro nel passato, cioè una seconda azione nel passato successiva ad una
prima azione nel passato.
Quanto mi sarebbe piaciuto fare quel viaggio!
Avrei voluto compare una moto nuova, ma non avevo i soldi
L’imputato avrebbe ammeso l’omicidio
Sapevo che avresti telefonato per scusarti (sapevo 1º azione nel passato; avresti telefonato: 2º azione nel passato o futuro
nel passato)
Loro credevano che saresti venuto con la macchina (credevano: 1º azione nel passato; saresti venuto: 2º azione nel passato
o futuro nel passato)
Ti avrei telefonato ma non avevo il tuo numero
Diceva sempre che sarebbe andato a vivere in America
Sarebbe stato meglio costruire un parco (ma non l'hanno costruito).
Avrebbero potuto aprire una clínica privata (ma non l'hanno aperta).

Io Avrei parlato Sarei andato/a


Tu Avresti parlato Saresti andato/a
Lui/Lei/lei Avrebbe parlato Sarebbe andato/a
Noi Avremmo parlato Saremmo andati/e
Voi Avreste parlato Sareste andati/e
Loro Avrebbero parlato Sarebbero andati/e
 Il pronome possessivo sostituisce un sostantivo e, a diffirenza dell'aggettivo, e sempre preceduto dall'articolo o
dalla preposizione articolata.
 L 'aggettivo possessivo di solito precede il
sostantivo a cuí si riferisce. In alcuni modi di dire
e nelle espressioni esclamative lo segue.

I possessivi concordano per genere e numero con il


nome a cui si riferiscono (la cosa posseduta), ad
eccezione di loro che rimane invariato.

- Dammi il tuo salvadanaio!


- No, sono i miei soldi!

USO DELL’ARTICOLO CON GLI AGGETTIVI


POSSESSIVI

USO DELL’ARTICOLO CON I PRONOMI POSSESSIVI

CON SIGNIFICATO LOCATIVO


Spesso usiamo la particella ci per non ripetere un luogo di cui abbiamo già parlato. Questo è il ci locativo.
La particella ci si usa sempre prima del verbo.

Vai al cinema? Si, ci vado  ci = al cinema


Vai al parco? Ci vengo anch’io!  ci = al parco
Sei stato in Sicilia? No, non ci sono mai stato  ci = in Sicilia
Quando vai a Milano? Ci vado domani  ci = a Milano

ALTRI SIGNIFICATI DELLA PARTICELLA CI


La particella ci si usa anche in altri casi. Per esempio:

a) Per sostituire una parola o una frase introdotta dalla preposizione “a”
Chi pensa al bambino? Non preoccuparti, ci pensa la baby-sitter  ci = al bambino
Tu credi all’oroscopo? Io non ci credo  ci = all’oroscopo
Non buttare quel giocattolo! Ci tengo moltissimo  ci = a quel giocattolo

b) Per sostituire una parola o una frase introdotta dalla preposizione “su”
Mi ha detto che mi avrebbe aiutato a trovare un lavoro, ma io non ci conto  ci = su di lui
Mi piacciono le corse dei cavalli ma non ci scommetto mai  sui cavalli

c) Per sostituire una parola o una frase introdotta dalla preposizione “con”
Sei uscito con Rita ierii? No, ci esco stasera  ci = con Rita

d) Per sostituire una parola o una frase introdotta dalla preposizione “in”
Tu credi in Dio? No, no ci credo  ci = in Dio

Nella lingua parlata la particella ci si usa spesso nella risposta ad una domanda con il verbo avere. In questo caso diventa
ce
Scusi signore, ha il passaporto? Si, ce l’ho
Hai un po’ di soldi? No, non ce li ho

PARTICELLA NE CON SIGNIFICATO PARTITIVO


Di solito la particella ne si usa per esprimere quantità, numeri o quantità negative (niente, nessuno, ecc). In questo caso
ne è detto pronome partitivo e si comporta come un pronome diretto.

Vuoi ancore della torta? Grazie, ne prendo ancora un po’  ne = di torta


Belle quelle mele, ne prendo due chili  ne = di mele
Hai il numero di teléfono di un buon albergo a Milano? Io non ne conozco nessuno  ne = di alberghi

Anche con il participio passato la particella ne si comporta come un pronome diretto.

Com’erano i panini? Buonissimi, ne ho mangiati tre!  ne = di panini


Vuoi una sigaretta? No, grazie, oggi ne ho fúmate troppe  ne = di sigarette

Con tutto/a/i/e non si usa la particella ne ma I pronomi diretti lo, la, li, le

Quanti panini vuoi? Li voglio tutti / Ne voglio due

ALTRI SIGNIFICATI DELLA PARTICELLA NE


La particella ne si usa anche in altri casi. Per esempio:

a) Per sostitituire delle frasi introdotte dalla preposizione “di”

Sai niente delle elezioni? No, non ne so niente  ne = delle elezioni


Lo sport non mi interessa, quindi non ne parlo mai  ne = di sport

b) Per sostituire delle frasi introdotte dalla preposizione “da”, anche con significato di luogo

È entrata al bar e ne è uscita súbito dopo  ne = dal bar


Hai visto la nuova palestra? Ne vengo proprio ora  ne = dalla palestra

Ripasso del congiuntivo


Il congiuntivo si usa in dipendenza da:
- Verbi che introducono un 'opinione o una supposizione
- Verbi che esprimono un 'emozione o un sentimento
- Verbi o espressioni impersonali.

Credo che Roberto sia andato in Cinema.


Ho l'impressione che tu sia un po' stanco.
Ho paura che questo documento sia sbagliato.
L'importante e che tu sia soddisfatto

Congiuntivo passato
!l congiuntivo passato si forma con il congiuntivo presente di essere o avere + il participio passato del verbo principale
Credo che sia partito.
Penso che l'abbiano assunto come responsabile.

Dopo una frase principale con un verbo all'indicativo presente, si usa il congiuntivo passato nella firase secondaria per
esprimere un 'azione anteriore a quella della frase principale.

Ho paura che le cose possano peggiorare. (= in questi giorni o nel prossimo futuro)
Può darsi che sia già partito. (= prima, nel passato)

Il suffisso -accio altera il significato di un nome e aggiunge un valore negativo, di brutto, volgare o difficile.

Luigi mi ha fattoo un gestaccio!


Ho passato una nottataccia.
Non dire le parolacce!

 tempo (tiempo): tempaccio (mal tiempo); parola (palabra): parolaccia (palabrota)

Generalmente il congiuntivo imperfetto si usa in frasi secondarie quando nella principale c'e un verbo all'indicativo
imperfetto che vuole il congiuntivo.

Le prime due persone del singolare sono identiche (che io parlassi, che tu parlassi). Per questo si usa spesso il pronome
personale.

Francesco pensava che io fossi in ritardo.


Avevo paura che tu non arrivassi in tempo
Credevo che fossi troppo stanco.

Dopo come se si usa sempre il congiuntivo. Nel caso di un 'azione contemporanea si usa il congiuntivo imperfetto.
Parli come se fossi sordo.
Per me è come se parlassi arabo.

Il congiuntivo imperfetto si usa per parlare di qualcosa riferito al passato

Penso che lui dorma (presente)  Penso che lui DORMISSE

Per formare il congiuntivo imperfetto bisogna togliere –ARE, -ERE, -IRE dal verbo all’infinitivo e aggiungere le desinenze
del congiuntivo
I verbi irregolari sono pochi. Ecco la coniugazione del verbo ESSERE

Per memorizzare la coniugazione dei verbi irregolari è utile ricordare che il congiuntivo imperfetto irregolare si forma a
partire dall’indicativo imperfetto

In maniera análoga si comportano i seguenti verbi: comporre, condurrre, contrarre, detrarre, proporre, supporre

Ecco alcuni verbi con delle forme irregolari:


Il discorso indiretto viene introdotto da verbi come dire, affermare, ecc. Se la frase principale che introduce il discorso
indiretto e al presente (o al passato con funzione di presente), allora il tempo del verbo resta invariato. Puo cambiare
però la persona.

Marco: "(lo) non mi sento bene."


Marco dice/ ha detto che purtroppo
(lui) non si sente bene.

CON FRASE PRINCIPALE AL PRESENTE


Quando passiamo dal discorso diretto a quello indiretto possono cambiare alcuni elementi del discorso, come i pronomi
personali, gli aggettivi e i pronomi possessivi: io  lui, mio  suo.

Marra: "Stasera mio padre farà tardi."


Marra dice/ ha detto che stasera suo padre farà tardi.

Altri esempi:
 Piero dice: “Rimango a casa”  Piero dice che (lui) rimane a casa  il verbo può cambiare persona
 Gino e Pia dicono: “noi ci amiamo molto”  Gino e Pia dicono che loro si amano molto  i pronomi possono
cambiare
 Anna dice: “Sono ancora qui”  Anna dice che è ancora lì  gli avverbi di luogo possono cambiare
 Simona dice: “Mia madre sta male”  Simona dice che sua madre sta male  gli aggetivi e pronomi possesivi
possono cambiare
 Il professore dice: “Studiare il primo capitolo per domani”  Il professore dice di studiare il primo capitolo per
domani  l’imperativo si transforma in di + infinito
CON FRASE PRINCIPALE AL PASSATO
Quando il discorso indiretto è introdotto da una frase principale al passato, cambiano anche i tempi verbali e alcune
espressioni di tempo:

Andare, nel discorso indiretto, significa andare in un posto qualunque, venire invece significa andare nel posto dove si
trova, dove sta per andare o dove andra la persona che parla o a cuí si parla

L' avvocato ha detto che Lei può anclare all'appuntamento.


Buongiorno Archiretto, l'Ingegner
Marini ha detto che non puo venire all'appuntamento. (cioe nel ‘’luogo dove si trova l'Archiretto)
In generale
Nella forma attiva l’attenzione viene posta sul soggetto che comple l’azione. Al contrario, nella forma passiva ci si
concentra sull’azione. Tutti i verbi transitivi, ossia quel verbi che ammettono un complemento oggetto, possono essere
transformati alla forma passiva. Ad esempio.
Giovanni lava la macchina  La macchina è lavata da Giovanni

Il complemento oggetto della frase attiva diventa il soggeto della frase passiva e il soggetto della frase attiva diventa il
complemento d’agente (se è un essere animato) o di causa eficiente (se è un essere inanimato) della frase passiva.
Entrambi i complementi sono introdotti dalla preposizione “da”. Il complemento d’agente o di causa eficiente può essere
omesso nella frase passiva.

Formazione
Verbo ESSERE
Il verbo essere è coniugato nel modo, tempo, persona e numero della forma attiva ed è seguito del participio passato del
verbo della frase attiva. Ad esempio:
Martina prepara la cena  La cena è preparata da Martina
La biblioteca è illuminata da cinque grandi finestre.
Sono stati letti oltre 3 milioni di libri.
Oggi la posta elettronica è usata da milioni di persone.

PRESENTE
Ogni anno molti turisti visitano Venezia  Ogni anno Venezia è visitata da molti turisti
Molti considerano la carne poco salutare  La carne è considerata da molti poco salutare

PASSATO REMOTO
Botticelli ha dipinto la Primavera  La Primavera è stata dipinta da Botticelli

IMPERFETTO
A quei tempi molti seguivano quel programa in TV  A quei tempi quel programa in TV era seguito da molti

Verbo VENIRE
Il verbo venire è seguito dal participio passato del verbo della frase attiva. Questa construzione può essere usata solo per
i tempi semplici. Ad esempio:
Luigi propone un’idea  L’idea viene proposta da Luigi
La nuova legge verrà presentara domani.
La notizia venne confermata.

PRESENTE

Ogni anno molti turisti visitano Venezia  Ogni anno Venezia viene visitata da molti turisti
Nel 1869 l’Italia invase l’Eritrea  L’Eritrea venne invasa dall’Italia nel 1869
Molti considerano la carne poco salutare  La carne viene considerata da molti poco salutare

PASSATO PROSSIMO
Marta ha lasciato Franco  SEMPRE CON ESSERE  Franco è stato lasciato da Marta
Il passato remoto si usa di solito in testi letterari, quando si parla di un fatto storico e per esprimere un 'azione successa
in un passato lontano. Nella lingua parlata si usa il passato remoto solo in alcune regioni dell’Italia centro-meridionale.
Nelle altre regioni si preferisce usare sempre il passato prossimo.

Aldo cercò di avanzare di qualche metro, ma fu subito respinto indietro a suon di clacson e male parole. Allora disse:
"proviamo a passare in un momento in cui tutti sono fermi".

L 'uso del passato remoto e dell'imperfetto e uguale a quello del passato prossimo e dell'imperfetto.

Dormivo da un paio d'ore, quando squillò (è squillato) il telefono.

Il passato remoto si usa per esprimere un’azione che é successa in un passato lontano, che non ha piú nessuna relazione
con il presente.

Nel 1946 gli italiani votarono per la Reppublica.


Appena laureato Roberto andó a vivere a Milano.

Il passato remoto viene perció spesso usato quando si parla di un fatto storico.

Cristoforo Colombo scopri l'America nel 1492.

Nell’italiano colloquiale di diverse zone d’Ítalia il passato remoto non é molto comune e si usa piú spesso il passato
prossimo

Quell’uomo ci pregó di aiutarlo, ma noi non potremmo fare niente per lui.
Quell’uomo ci ha pregato di aiutarlo, ma noi non abbiamo potuto fare niente per lui.

Molti verbi hanno un passato remoto irregolare perché usano una radice diversa per la 1° e 3° persona singolare e per la
3° persona plurale.

Io dissi tutta la veritá


Tu dicesti tutta la veritá
Lui disse tutta la veritá
Noi dicemmo tutta la veritá
Voi diceste tutta la veritá
Loro dissero tuta la veritá

Normalmente nel passato remoto irregolare la 1° persona singolare finisce con “-i”, la 3° persona singolare con “-e” e la
3° persona plurale con “-ero”

Io scrissi una lettera d’amore a Luca


Italo Calvino scrisse molti racconti
I miei genitori scrissero una lettera al professore

I verbi in “-ere” hanno due forme per il passato remoto

Otello crede/credette alle parole di lago e uccise Desdemona


I genitori di Piero non crederono/credettero alle sue parole
Fare + infinito può avere in italiano 3 diversi significati: lasciare, fare in modo che e permettere.

Le nonne accompagnano i nipotini ai giardinetti per farli giocare.


Hai già fatto riparare il computer?
I genitori fanno vedere troppa TV ai bambini.

Le congiunzioni concessive sebbene, nonostante, malgrado, benché reggono sempre il congiuntivo.


Sebbene ieri facesse freddo, sono uscito.
Malgrado piova, vorrei andare al parco.

Anche se invece regge sempre l'indicativo.


Nonostante vivano insieme da vent'anni, devono sposarsi per ottenere un diritto = Anche se vivono insieme da vent'anni,
devono sposarsi per ottenere un diritto.

Altre informazione
Dopo una frase principale con un verbo all'indicativo passato, nella frase secondaria si usa il condizionale passato per
esprimere un 'azione posteriore.

Pensavo che stavolta avremmo festeggiato in maniera diversa.


Mi avevi promesso che quest'anno saremmo andati a sciare.

Il condizionale passato si forma con il condizionale presente di essere o avere + il participio passato del verbo principale.

Il condizionale passato esprime un desiderio irrealizzato o irrealizzabile o un' azione che avrebbe dovuto avvenire, ma non
è avvenuta.
Avrebbero potuto aprire una clínica privata. (ma non l'hanno aperta)
Sarebbe stato meglio costruire una scuola. (ma non l'hanno costruita)

Il condizionale passato viene usato spesso nel linguaggio giornalistico per comunicare una notizia di cui non si è sicuri al
cento per cento.

L'uomo sarebbe andato in banca e avrebbe incontrato il complice. (= dicono che sia andato e che abbia incontrato)

Dopo una frase principale con un verbo all' indicativo passato (passato prossimo, imperfetto, trapassato prossimo, passato
remoto), il condizionale passato nella frase secondaria esprime un' azione posteriore.

Mi hai promesso che quest'anno saremmo andati al mare

Esistono 3 tipi di periodo ipotetico:


 il periodo ipotetico della realtà  situazione realizzabile
 il periodo ipotetico della possibilità  situazione poco probabile, ma possibile
 il periodo ipotetico dell'irrealtà  situazione che non si è potuta realizzare nel passato

Le frasi ipotetiche vengono introdotte da “se”.

Periodo ipotetico della realtà


Si parla di periodo ipotetico della realtà quando la condizione è abastanza certa.

SE + TEMPO VERBALE (CONDIZIONE), TEMPO VERBALE (CONSEGUENZA)

OPZIONI

 INDICATIVO PRESENTE + INDICATIVO PRESENTE  Se piove, prendo l’ombrello


 FUTURO SEMPLICE + FUTURO SEMPLICE  Se pioverà, prenderò l’ombrello
 INDICATIVO PRESENTE + IMPERATIVO  Se piove, prendi l’ombrello
 INDICATIVO PRESENTE + FUTURO  Se piove, prenderò l’ombrello

Periodo ipotetico della possibilità


Se la frase introdotta da “se” esprime una condizione poco probabile, ma possibile, il verbo va al congiuntivo imperfetto
e il verbo della frase principale al condizionale presente.
Se mi regalassero qualcosa che non mi piace, non direi niente.
Se avessi molti soldi, comprerei una casa.
Se ricevessi una bottiglia di profumo, sarei felice.
Se una cosa del genere capitasse a me, non saprei proprio cosa fare.

Periodo ipotetico dell'irrealta, impossibilità (nel passato)


Se la frase íntrodotta da “se” esprime una condizione che non si è potuta realizzare nel passato, il verbo è al congiuntívo
trapassato e íl verbo della frase principale al condizíonale passato.

Se l'avessi saputo prima, sarei venuto in metropolitana.


Se fosse venuto, ne sarei stata felice.

La condizione e la conseguenza non sono sempre contemporanee. La condizione puo riferirsi al passato e la conseguenza
al presente.

Se avessi mangiato (ierí) di meno, non starei (oggi) così male.

Nella lingua parlata qualche volta si sostituisce il congiuntivo trapassato e il condizionale passato con l'imperfetto.

Se si fosse alzata prima non avrebbe perso il treno. ~ Se si alzava prima non perdeva il treno.
Se le azioni espresse nella frase principale e nella secondaria succedono nello stesso momento e il soggetto del/e due
frasi e lo stesso, nella frase secondaria si usa il gerundio presente.

Leonardo passava intere giornate seguendo gli uomini piu mostruosi e strani.

Il gerundio moda/e risponde alla domanda "come?”

Marco Polo è arrivato in Cina (come, in che modo?) attraversando il continente asiatico.

Il gerundio temporale risponde alla domanda: "quando?”

Leonardo, (quando, in che momento?) camminando per le strade dei mercati, cercava gli animali in gabbia, li comprava e li
liberava.

I pronomi complemento oggetto (diretti) seguono il verbo al gerundio, formando un' unica parola.

Nel 64 a. C. un grande incendio ha colpito la città di Roma, distruggendola

Gli aggettivi in “–bile” hanno un significato passivo ed esprimono una possibilità.

I biglietti sono acquistabili (che possono essere acquistati) on line.

Per formare il negativo dell'aggettivo in “–bile”, bisogna aggiungere il prefisso “in-“

È stato un fine sertimana indimenticabile (che non può essere dimenticato).

In alcuni casi la forma impersonale può essere espressa con la terza persona plurale.
In quel cinema fanno un film storico.
Con !'aperitivo danno qualcosa da mangiare

Quando il verbo “dire” è usato in una frase principale come impersonale alla terza persona, il verbo della secondaria va al
congiuntivo.

Dicono che Colombo in realtà non fosse genovese.


Dicono che l'acquario di Genova sia il più grande d'Italia

PER RICORDARE

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