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Linguistica Generale (Gobber - Morani) Capp 1-8
Linguistica Generale (Gobber - Morani) Capp 1-8
La riflessione sulla lingua è legata alla tradizione dei documenti scritti: solo a
partire dagli ultimi decenni si riconosce il primato dell'oralità (manifestazione
orale prima di quella scritta).
I sistemi di scrittura furono introdotti per conservare i documenti linguistici
rilevanti per una comunità: nacque così la *grammatica (=tecnica da seguire
per scrivere in modo appropriato).
DESCRIZIONE E SPIEGAZIONE
LIVELLI DI ASTRAZIONE
La linguistica ha compiti esplicativi: non descrive solo i dati, ma li spiega
sviluppando un'ipotesi sull'organizzazione del fatto linguistico.
PROCESSI DI ASTRAZIONE
Il legame che “regge” il dato osservabile non è esibito nel dato: è una
proprietà non accessibile all'osservazione. Lo studioso ne può parlare solo
formulando un'ipotesi su una caratteristica che spiega il dato e costitutiva del
fatto linguistico.
Es. considerare i nomi come “segni” è corretto perché è una realtà non
riconducibile al dato fisico (segnicità non sotto il dominio dei sensi) .
LE LINGUE E LA LINGUA
E' possibile applicare il processo di astrazione ponendosi domande sulle
somiglianze e differenze tra le varie lingue del mondo.
Quest'ipotesi potrà essere sviluppata elaborando una teoria generale (ipotesi
complessa), dove gli aspetti comuni a più lingue siano presentati come una
grammatica universale.
1. NOAM CHOMSKY (anni '50 del '900): grammatica come ipotesi su una
competenza innata nella mente umana (valenza biologica e psicologica).
La competenza è tipica di qualsiasi parlante perché senza competenza
grammaticale nessun umano può parlare, e si manifesta nell'esecuzione
che dà luogo alle manifestazioni linguistiche;
2. Altre ricerche: grammatica universale con valenze semiotiche che
permette alla lingua di funzionare in quanto sistema semiotico condiviso
da una comunità di parlanti.
Classificazione segni:
1. Grado intenzionalità: controllo del soggetto che produce il segno;
2. Grado di motivazione: tipo di rapporto fra il segno e la cosa designata.
Secondo B. la comunicazione
*Il riferimento al contesto non esaurisce
verbale è pragmatica, è un'azione l'evento semiotico, che esige anche la presenza
compiuta intenzionalmente dai di mittente e destinatario.
soggetti, che si avvalgono di un
sistema di strutture predisposte a
funzionare come segni della
comunicazione verbale.
Se non ci fossero individui non ci sarebbe la lingua che è nella testa delle
persone, il segno non è nell'aria o condiviso, è vivo nella mente di ognuno di
noi per comunicare (visto nella prospettiva di ascoltare e parlare).
Però fare una teorizzazione (=modello interpretativo) non soddisfa mai in tot
ciò che si vuole esprimere.
SINCRONIA E DIACRONIA
JOHN LOCKE
Non guarda gli aspetti teologici e guarda solo il pensiero umano, parte dal
presupposto che l'uomo ha in sé categorie innate vuote, cioè nascendo non
abbiamo conoscenza, impariamo con l'esperienza attraverso schemi mentali
vuoti che organizzano i pensieri.
1746, Saggio sulle origini della condizione umana, lo pubblica in Olanda perché
vi era libertà di pensiero e stampa (in Francia vi era la Controriforma dei
Gesuiti).
Condillac,ispirandosi a Locke e Newton, riteneva che l'evoluzione fosse
possibile solo grazie alla lingua, i concetti sono parole e queste sono segni e
quindi condivise a livello linguistico.
“Il nostro scopo primo, che non dobbiamo mai perdere di vista, è lo studio dello spirito
umano, non per scoprirne la natura, ma per conoscerne le operazioni, studiare in qual
modo si svolgano, e come dobbiamo eseguirle al fine di acquistare tutta la conoscenza
di cui siamo capaci. Bisogna risalire all'origine delle nostre idee, conoscerne la genesi,
seguirle sino ai limiti che la natura ha loro imposto, pervenendo così a fissare
l'estensione e i confini delle nostre conoscenze e a riformare radicalmente la dottrina
dell'intelletto umano. Tali ricerche possono aver successo solo se condotte sulla base di
osservazioni.”
CARL AARSLEFF
Pubblicò negli anni '80 un libro che partiva da Locke fino a Saussure
Fece studi scientifici ma non essendo soddisfatto passò allo studio della
linguistica a Lipsia.
Nel 1879 pubblica a sue spese un libro di linguistica indoeuropea: “Memoria sul
sistema primitivo delle vocali”.
Dopo si ferma all'università di Parigi dal 1880 per circa 10 anni.
Incontra Michel Bréal (professore ebreo francese studioso di lingue antiche,
SISTEMA SEGNICO
DOPPIA ARTICOLAZIONE
RIDONDANZA
Più unità linguistiche ripetono una medesima componente semantica o una
stessa informazione grammaticale.
es. “libro nuovo” = il masch sing è ripetuto in “libro” e “nuovo”
La ridondanza è fondamentale per garantire la ricezione e comprensione del
messaggio.
PERTINENZA SEMIOTICA
Istituisce differenze obbligatorie all'interno del sistema segnico (quindi con
MOTIVAZIONE
ARBITRARIETÀ'
UNITA' E PROCESSI
Le strutture sono di due tipi: unità e processi, che formano unità più
complesse.
“Forse” è un'unità semplice, “gatti” è già il risultato di un processo
(formazione del plurale).
I processi sono strutture particolari: non hanno immagini sonore e
partecipano solo indirettamente al piano semantico, organizzando altre
strutture che correlano la rispettiva immagine acustica a una funzione
semantica.
POLIVALENZA
Molteplicità di funzioni collegate tra loro, lasciando così intravedere una base
semantica comune (uno schema condiviso da più valenze).
Lo schema concettuale si caratterizza per incompletezza e indeterminatezza:
sono gli usi nei testi a determinate e completare lo schema, fino a costituire
porzioni di significato: nel sistema linguistico non ci sono concetti, ma schemi
concettuali.
VARIANZA
PREFERENZIALITA'
E' l'interpretazione più probabile delle strutture che compaiono in un testo
ENDOLINGUISTICITA'
DEITTICI
Essi non dicono com'è la realtà, ma rinviano direttamente a essa, chi non è
presente alla scena non può capire il significato: come unità segniche sono
istruzioni del tipo “lontano dagli interlocutori, vicino a chi parla”.
Il segno rinvia alla realtà: il parlante non dice proprietà di oggetti o situazioni,
ma indica oggetti o situazioni entro un campo deittico legato all'”io” del
parlante (sono strutture deittiche i pronomi personali e dimostrativi).
Ampiezza dell'oscillazione
Si distinguono suoni bassi con
un numero basso di periodi al
secondo, e suoni alti con un
numero elevato di periodi al
secondo (frequenza).
Le lunghe si distinguono
dalle brevi anche per il
timbro e per la tensione dei
muscoli.
Nelle lingue slave (russo, polacco, etc..), le occlusive, fricative, liquide e nasali
possono essere palatalizzate (=realizzate con un innalzamento della lingua
verso il palato).
VOCALI
Serie vocaliche
I fattori sopra descritti possono essere combinati, dando luogo alle serie
“preferenziali” o “naturali”.
OCCLUSIVE
FRICATIVE
NASALI
In italiano si ha una labiale [m], una labiodentale [nn] (anfora, tranvia), una
dentale [n] (naso), una palatale [n allungata dietro] (gnocchi), una velare [n
allungata avanti] che è seguita da un'occlusiva post-palatale sonora (angolo)
oppure sorda [k].
Nelle altre lingue le nasali sono alveolari, mentre nelle germaniche possono
essere all'interno di una parola, in finale o in posizione intervocalica.
APPROSSIMANTI
LIQUIDE
AFFRICATE
ELEMENTI DI FONOLOGIA
legate sono imposte dalla combinazione dei suoni in una lingua: es. due parole
casa e chiesa, entrambe anche se hanno un'opposizione fonica, realizzano il
fonema /k/ che non può essere preceduto dalla post-palatale; il contesto
fonetico-fonologico determina la scelta di una variante a scapito dell'altra, per
questo si parla di varianza combinatoria.
es. /p/
pare;fare (occlusiva vs. fricatica)
pere;bere (sorda vs sonora)
pane;tane (labiale vs. dentale)
Questa serie di coppie minime è sufficiente per individuare il contenuto
fonologico di /p/ come “occlusiva, labiale, sorda”.
CORRELAZIONI
Criterio semantico
• un verbo è predisposto a significare eventi (ciò che accade): azioni,
processi, o stati;
• un nome comune è fatto per riferirsi all'esistenza di entità che hanno un
certo modo di essere (una categoria, una caratteristica comune a più
entità che possono essere fisiche, manufatti, etc..); i nomi possono
essere anche astratti, in quanto predisposti a significare per proprietà
ed eventi;
• un aggettivo è fatto per significare caratteristiche di entità;
• un avverbio è correlato alle circostanze che caratterizzano un'azione.
MORFEMI
Il morfema indica una struttura semplice della prima articolazione: in quanto è
Le 3 grandezze scalari
2-SISTEMATICITÀ DI APPLICAZIONE
3-CONCRETEZZA E GENERICITÀ'
ALLOMORFIE E SUPPLETIVISMI
Anche i morfemi lessicali e i formativi possono avere più strategie di
manifestazione.
• Un'allomorfia (più morfi, più strategie di manifestazione) particolare si
traduce nel fenomeno dell'amalgama di strutture: in italiano
caratterizza le cosiddette preposizioni articolate, dove articolo e
COMPOSIZIONE E COMBINAZIONE
PREFISSAZIONE
In italiano i prefissi danno luogo a parole che per lo più appartengono alla
stessa classe lessicale di base (es. verbi, la classe formata da accorrere,
percorrere, decorrere, …).
I prefissi non danno ulteriori informazione sulla classe lessicale, ma sono i
morfemi flessionali a dare queste informazioni (negli aggettivi troviamo in-,
come inutile; nei sostantivi pre-, post- come precorso, postappello).
DERIVAZIONE
ALTERAZIONE
SINTEMI
I composti sintagmatici sono motivati: il significato complessivo è costruito
grazie ai significati delle parti e può ricevere un uso idiomatico.
I CALCHI
Calco semantico= quando una parola già presente nella lingua acquista un
ulteriore senso.
Il calco tanto più è perfetto quanto più la lingua mutuante tende a riprodurre
la struttura della lingua che offre il modello.
I lessemi sono connessi fra loro anche mediante rapporti basati sul senso
(=una delle valenze possibili del lessema).
Si dice iperonimo un lessema di senso generico, al quale si collega un lessema
di senso specifico detto iponimo (es depauperare è iperonimo di disinfettare e
disinquinare).
A volte i sensi di un lessema possono legarsi tra loro in vario modo: senso
proprio (=concreto e letterale), e senso figurato (= come interpretazione di
un'altra esperienza per mezzo delle categorie di senso proprio, e si parla anche
di estensione del senso: con il senso figurato ci si allontana dal senso proprio).
Può avvenire che la medesima parola nel corso della storia sviluppi sensi
molto distanti tra loro, le aree semantiche si scindono e si danno le condizioni
per attribuire al nuovo senso un lessema autonomo, e questo è il compito dei
lessicografi (=compilatori dei dizionari).
Il fatto che un lessema possa avere più sensi diversi è collegato alla loro
polivalenza, e per coglierlo è spesso sufficiente considerare il rapporto con gli
altri lessemi nel testo (i lessemi sono fatti per lavorare insieme nel testo).
TIPOLOGIA DIZIONARI
Vd. da 85 a 91.
COSTITUENTI E DIPENDENZE
Si dice costituente un elemento che appartiene ad un'unità maggiore.
SINTAGMI
Sulla base dell'analisi per costituenti, ogni costituente immediato ha lo statuto
di sintagma.
Sintagmi:
• sintagma nominale, le sue proprietà sintattiche sono determinate dal
nome che ne costituisce il nucleo, mentre gli altri elementi sono
modificatori (aggettivi come attributi, frasi relative, sintagma
preposizionale; sono fatti per aumentare l'intensione, restringendo
l'estensione)del nucleo o determinanti (articolo determinativo o
indeterminativo, e la loro presenza mette in luce la destinazione
semantica del sintagma nominale: individuano o quantificano
l'estensione del riferimento) della struttura complessa formata da
nucleo e modificatori*;
• sintagma verbale*;
• sintagma aggettivale;
• sintagma avverbiale (sintagma minimo)
• sintagma preposizionale* (preposizione + sintagma nominale, e
organizzano tutte le strutture complesse).
*costituenti principali delle frasi
Verbo bivalente= esige due argomenti, come i verbi transitivi con oggetto
diretto (costruire, salutare), o come i verbi che significano azione reciproca
(litigare).
VERBI IMPERSONALI
Tipicamente significano eventi atmosferici (piove, nevica, ..). In russo la
Costruzione con verbo finito passivo= è polivalente, può servire per lasciare
implicito l'agente oppure cambiare la struttura comunicativa associata alla
frase attiva (omissione dell'agente è una funzione preferenziale: Luigi è stato
promosso).
Per la struttura interna si distinguono frasi con verbi di modo finito (introdotte
da congiunzioni, es. “che credono..”, pronomi relativi o interrogativi), oppure
indefinito (il verbo può avere forma di infinito, gerundio o participio).
Le subordinate introdotte da congiunzioni o preposizioni sono connesse alla
frase dominante da una dipendenza bilaterale: una frase implica l'altra (la
dominante non può sussistere senza la subordinata).
Enunciati= espressioni che per la sintassi hanno di solito il rango di frasi e che
per il loro apporto alla comunicazione si configurano come testi minimi.
Danno importanza alle proposizioni, che sono le descrizioni di una situazione
nella realtà.
Per parlare della realtà è necessario che vi sia un predicato semantico e tanti
argomenti quanti sono quelli richiesti dal predicato (il predicato è una
proprietà o una relazione che caratterizza una o più entità in senso lato). La
semantica studia anche le relazioni tra proposizioni.
PROCESSI DI TESTUALIZZAZIONE
DISAMBIGUAZIONE
PERTINENTIZZAZIONE
Essa mette in rilievo un aspetto del senso, mentre altri restano sullo sfondo: i
caratteri esclusi dalla pertinentizzazione non sono cancellati, ma restano
disattivati (non rilevanti nella comunicazione in atto).
Il testo viene scomposto in tratti (sono proprietà semplici, cioè non
ulteriormente scomponibili), così la linguistica può scoprire somiglianze e
differenze semantiche tra i lessemi. La loro presenza o assenza in una
configurazione di tratti caratterizza un senso lessicale, e descrivono un senso
tipico dei rispettivi lessemi, limitatamente agli usi prevalenti, senza
considerare la probabilità che alcuni tratti restino in primo piano e altri sullo
sfondo.
SPECIFICAZIONE
I confini tra credere e sapere sono mediati dalle persone con le quali viviamo.
Il mondo, sia attuale che condiviso, è un insieme di fatti, entità e relazioni fra
entità. I predicati sono i modi di essere colti nell'esperienza e letti per mezzo
delle strategie messe a disposizione dalla lingua.
QUANTIFICAZIONE
INTENSIONE ED ESTENSIONE
Atti indiretti convenzionali= atti che seguono una precisa convenzione: per
esempio in italiano la combinazione tra la forma verbale “potresti” e la frase
interrogativa si usa per formulare una richiesta gentile.
CRITERI DI TESTUALITÀ'
Secondo Dressler, i criteri che consentono di attribuire la caratteristica di
testo a una produzione linguistica sono coerenza e coesione, intenzionalità,
accettabilità, informatività, situazionalità e intertestualità.
Nei testi dialogici la coerenza è ricostruita grazie alla cooperazione tra gli
interlocutori.
Dislocazione= può avvenire a destra (L'ha letto Luigi, il libro), o a sinistra (Il
libro, Luigi, lo legge): un elemento è sintatticamente dislocato dalla struttura
della frase.
Vicolo iterpretativo= più i vincoli del mittente sono maggiori, più si avrà
chiarezza e precisione delle sue componenti semantiche e per l'univocità della
manifestazione linguistica.