Le Fontane di Roma è un poema sinfonico-descrittivo composto da Ottorino Respighi
nel 1916. Fa parte della Trilogia Romana, che include anche Feste Romane e I Pini di Roma. In queste opere si notano chiaramente le peculiarità del linguaggio maturo del compositore: su un impianto di fondo spesso modale, vengono fatte gravitare armonie cromatiche tipiche del primo Novecento, nelle quali si possono riconoscere influenze specifiche di Debussy, Richard Strauss e Stravinskij. Tra tutti i compositori della “generazione dell’80” che nell’Italia del primo Novecento propongono un rinnovamento del linguaggio musicale, Ottorino Respighi ha forse il maggior respiro culturale a livello europeo. La sua produzione sinfonica coniuga il suo senso della natura, il suo interesse per l’animo e le tradizioni popolari e il gusto delle antiche forme liturgiche del Canto Gregoriano con vasti richiami alla contemporanea cultura musicale europea. In questo contesto nasce il ciclo dei poemi sinfonici romani in cui Respighi sfruttando le sue straordinarie doti di orchestratore, riporta le sensazioni provate nella visita della città di Roma. In queste composizioni ritroviamo tutta l’atmosfera romana purtroppo in buona parte oggi scomparsa. Le Fontane di Roma è costituito da quattro movimenti: 1. La fontana di Valle Giulia all'Alba (Andante mosso) 2. La fontana del Tritone al mattino (Vivo, Un poco meno allegretto, Più vivo gaiamente) 3. La fontana di Trevi al pomeriggio (Allegro moderato, Allegro vivace, Più vivace, Largamente, Calmo) 4. La fontana di Villa Medici al tramonto (Andante, Meno mosso, Andante come prima) Ciascuno dei quattro movimenti è dedicato a una fontana di Roma durante un differente momento del giorno. Inizialmente rifiutata dai critici alla prima esecuzione, questo lavoro successivamente è diventato uno degli esempi più eminenti di poema sinfonico. La prima esecuzione infatti, avvenuta a Roma presso il Teatro Augusteo, l'11 marzo 1917, diretta da Antonio Guarnieri, non fu accolta da grande successo. La consacrazione avvenne invece a Milano l'anno seguente, quando venne eseguita sotto la direzione di Arturo Toscanini. In quest’opera è possibile evidenziare quanto sia predominante la componente descrittiva. Va infatti ricordato che quello di Respighi è un poema sinfonico, ovvero musica a programma per orchestra. La musica a programma, infatti, è un tipo di composizione musicale consistente nel descrivere o narrare una storia con mezzi musicali. Il suo maggiore sviluppo si ebbe nel corso dell’ottocento, in epoca romantica. Nell’opera in questione l’autore intende esprimere le sensazioni suggeritegli dalla visione delle quattro fontane di Roma. Egli descrive musicalmente ciò che effettivamente “vede”: dal gocciolare dell’acqua ai rintocchi delle campane fino al fruscio delle foglie. Come già accennato in precedenza, è possibile individuare nell’opera di Respighi influenze di altri autori, tra i quali Debussy, di cui, in particolare, si può prendere in considerazione La Mer, opera di carattere impressionista. Iniziata nel 1903 in Francia, la composizione de La Mer è stata terminata nel 1905 durante il soggiorno di Debussy sulla costa inglese della Manica a Eastbourne. La prima è stata eseguita a Parigi il 15 ottobre 1905 dall'Orchestre Lamoureux sotto la direzione di Camille Chevillard. Come per Le Fontane di Roma, l'opera non ebbe una buona accoglienza, soprattutto a causa della pessima esecuzione, ma in breve tempo è diventata una delle opere per orchestra di Debussy più ammirate ed eseguite. Ad oggi, La Mer è largamente considerata come una delle migliori opere per orchestra del ventesimo secolo. L’opera si compone di tre movimenti: 1. "De l'aube à midi sur la mer" - Très Lent (Si Minore) 2. "Jeux de vagues" - Allegro (Do Diesis Minore) 3. "Dialogue du vent et de la mer" - Animé et Tumultueux (Do Diesis Minore) L'immagine del mare, per il suo essere immenso, volubile e misterioso, da sempre ha stimolato la fantasia di compositori e artisti. Le composizioni che hanno come soggetto il mare utilizzano modalità espressive simili: per esempio, per esprimere la fluidità del mare e il suo eterno movimento, nell'orchestra gli archi imitano la dinamicità del mare, ripetendo costantemente sezioni musicali ‘ondeggianti'. Nella partitura di Debussy non troviamo semplicemente la ripresa di idee musicali mutuate dalla tradizione sinfonica e orchestrale, ma piuttosto la riproposizione di esse con un altro significato: più che accostarsi alla sintassi già sperimentata, trasforma e muta il loro significato originale. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Debussy abbia utilizzato come risorsa creativa alcune fonti pittoriche. Il critico Edward Lockspeiser, per esempio, ha posto l'accento sui parallelismi che ha individuato tra l'arte compositiva di Debussy e la tecnica pittorica di Turner. L'autore, inoltre, nelle sue varie corrispondenze, menziona spesso il mare e il fascino che l'acqua esercita sulla sua creatività musicale e sulla sua sensibilità artistica. Con La Mer, Debussy non si propone un obiettivo descrittivo, piuttosto ricerca il mistero, dipinge la mutevolezza e l'incertezza, ma allo stesso tempo non è mai esplicito nel messaggio che trasmette, perché spinge l'ascoltatore ad usare la memoria e l'immaginazione. Per queste peculiarità, La Mer non appartiene alla musica a programma, ma neanche totalmente alla musica assoluta. Sono queste probabilmente, le principali differenze tra Respighi e Debussy: mentre il primo opera una descrizione in un certo senso accurata, il secondo, pur non rinunciando alla componente descrittiva che anzi risulta di primaria importanza anche nella sua opera, ne fa un uso più sfumato, meno esplicito. Probabilmente è ancora più soggettivo (anche Respighi lo era), ma Debussy se non altro è ancora più “interiore”. Impressioni e sfumature, da buon esponente impressionista, sono fondamentali. Il timbro musicale diventa l’elemento più importante della composizione, i contorni musicali sono più sfuggenti, le sensazioni sono volte a comunicare atmosfere immaginarie e vaghe. Le impressioni rappresentate sono per lo più irreali.