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Il Melodramma e Metastasio
Il Melodramma e Metastasio
Lo scenario letterario italiano ed europeo del Settecento conosce anche la fioritura e lo sviluppo di
uno spettacolo teatrale complesso e straordinario, di matrice interamente italiana: il melodramma,
uno spettacolo nel quale i personaggi sulla scena recitano le proprie battute sotto forma di
canto, accompagnati contemporaneamente da un’orchestra.
• La scenografia e i costumi, cioè la cura di abbigliamento, trucchi, arredi, movimenti sulla scena,
creano la giusta ambientazione alla rappresentazione teatrale e fanno sembrare reale ciò che è pura
finzione, arricchendo il melodramma di scenografie e costumi appariscenti, congegni meccanici per
realizzare effetti speciali (tuoni, terremoti, pioggia ecc.).
I momenti più attesi del melodramma erano le arie, dei pezzi melodici composti da strofe in sé
concluse in cui il solista esprime sentimenti ed emozioni. Le arie dovevano dimostrare l’abilità
dei cantanti: scale velocissime, vocalizzi arditi, note acutissime oppure gravissime, virtuosismi di
ogni genere pur di far andare il pubblico in visibilio.
I primi melodrammi venivano allestiti nei palazzi nobiliari, che spesso erano dotati di piccoli teatri.
Solo successivamente questi spettacoli divennero accessibili a un pubblico molto più vasto, grazie
alla comparsa dei primi teatri pubblici a pagamento: chiunque potesse pagare il biglietto
d’ingresso, senza distinzioni, poteva accedervi e assistere a qualsiasi opera teatrale.
Grazie ai teatri pubblici l’allestimento del melodramma divenne così professionale e attorno ad
esso nacquero nuovi mestieri: l’impresario (che finanziava e organizzava la messa in scena), il
coreografo e il corpo di ballo (nel caso la rappresentazione prevedesse anche un balletto), nonché
l’intera squadra di costruttori, tecnici e ingegneri dietro le illusioni e gli effetti speciali.
Il difetto letterario del melodramma e i tentativi di riforma
Fu proprio grazie al melodramma che la lingua italiana conobbe grande diffusione a livello
internazionale, siccome chiunque in Europa per replicare i melodrammi oppure comprenderli da
spettatori sente il bisogno di approfondire la lingua alla base della loro poesia. Ciononostante, a
partire dal XVIII secolo si delineò in maniera evidente il grande difetto letterario del melodramma:
le esigenze musicali e performative finivano col stravolgere la razionalità e il realismo delle parole,
infatti la figura del librettista era molto sottovalutata in quanto sovrastata completamente dalle altre
figure dello spettacolo (impresario, cantanti, ballerini...). Fu proprio tale criticità a spingere molti
autori, al di là del successo straordinario in Italia e in Europa, a tentare una riforma del
melodramma per accrescerne il valore letterario. ricorrendo alla stessa razionalità e semplicità
tipica del movimento dell’Arcadia. Il contributo più significativo si deve senza dubbio a Pietro
Metastasio.
METASTASIO: la vita
Metastasio, pseudonimo di Pietro Trapassi, nasce a Roma nel 1698, in una modesta famiglia di
commercianti. Fin da bambino si dimostra capace di improvvisare versi con molta facilità, il che
lo porta a diventare così una sorta di celebrità locale; il suo talento viene successivamente notato da
Gian Vincenzo Gravina, che lo prende sotto la sua protezione e gli insegna la lingua e la
letteratura latine, provvedendo persino al suo pseudonimo, ottenuto grecizzando il cognome di
Pietro. Alla morte di Gravina nel 1718, Metastasio riceve una cospicua eredità e sembra destinato a
una carriera tranquilla di letterato dell’Arcadia.
Eppure sono proprio alcuni problemi legali legati all’eredità di Gravina che lo costringono a
spostarsi a Napoli per intraprendere la carriera di avvocato. Il soggiorno a Napoli si rivela in realtà
decisivo siccome viene attirato dal teatro e, legatosi sentimentalmente con la cantante lirica
Marianna Benti Bulgarelli (detta “la Romanina”), incomincia a scrivere testi per musica. Nel 1724
Metastasio segna il suo debutto nel mondo dello spettacolo con il suo primo melodramma: la
Didone abbandonata, che riscontra un successo clamoroso.
Negli anni successivi Metastasio fa carriera come librettista e la sua fama oltrepassa i confini
italiani, tant’è che nel 1729 viene chiamato alla corte imperiale di Vienna per ottenere l’incarico
di “poeta cesareo”. A Vienna si immerge così nel suo nuovo lavoro di poeta di corte continuando
comunque a mantenere i contatti con l’Italia per via epistolare, anche se in un secondo momento,
dopo la morte della Bulgarelli, egli sembra chiudersi sempre di più in sé stesso e nella sua
occupazione. Va precisato comunque che durante questi anni Metastasio non scrisse solo
melodrammi, ma anche odi, canzoni, sonetti e alcuni scritti di poetica molto influenti. Quando
muore, nel 1782, egli è a tutti gli effetti il letterato più famoso d’Europa ed è ammirato dai più
grandi letterati suoi contemporanei.