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ESTRATTO DA:
M. Foschi Albert, L. Lari: Generi letterari. 3. Lirica. Bari 2008.
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ziali di alcune parole. Nel caso della rima allitterante tale omofo-
nia congiunge le unità base dell’antico verso tonico germanico, gli
emistichi (Halbverse), divisi da cesure. Lo Stabreim riguarda le
sillabe radicali accentate di determinate parole portatrici di senso
(nomi, verbi, aggettivi), di cui vengono ripetuti i fonemi conso-
nantici iniziali; le vocali sono indistintamente allitteranti.
L’esperienza del verso allitterativo fu sostituita fin dal IX se-
colo da altri tipi di unione rimica tra versi. Un primo esempio di
rima finale interna al verso, che unisce tra loro i due emistichi, è
nello Evangelienbuch di Otfried von Weissenburg in alto tede-
sco antico (ca. 870). La tradizione dello Stabreim fu ripresa in
modo sperimentale nel XIX secolo, ad es. da Richard Wagner
(1813-1883).
Per un confronto tra le due forme di rima si presentano un
verso allitterante e un verso rimato, il primo tratto dallo Hilde-
brandslied (IX secolo), di tradizione epica, l’altro dallo Evange-
lienbuch:
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O Widerhall,
O sängst Du ihr
––
Die süßen Träume vor ,
Die Lieder all, ˜˜˜
O bring’ sie ihr
––,
Die ich so früh verlor . –
˜˜˜
Brentano, O kühler Wald, str. 2
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Oltre alla rima più comune, la rima di fine verso, esistono al-
tri tipi di rime, essenzialmente distinte, per la loro posizione nel
verso, in rime iniziali e rime interne.
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Mißfil dir / was ich sprach? mir fällt die Ursach ein:
Da als dein Schlaff-Gemach ward von uns eingenommen;
Gryphius, An Callirhoen, vv. 8-9
Diß schätz ich rühmens wehrt / diß ist was dise Welt
Gryphius, An Eugenien, I, 21, v. 9
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Lebe wohl,
Lebe wohl, du schöner Wald!
Eichendorff, Der Jäger Abschied, str. 1-2
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