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Foschi Lari.

QXD 19-03-2008 14:55 Pagina 129

ESTRATTO DA:
M. Foschi Albert, L. Lari: Generi letterari. 3. Lirica. Bari 2008.

2.5. Rime («Reimformen»)


La rima, fenomeno di equivalenza di suono, rappresenta un fat-
tore eufonico di grande rilievo per il linguaggio lirico. Nella tra-
dizione del genere lirico, la rima gioca inoltre un ruolo fonda-
mentale nell’organizzazione di versi e strofe. Nel considerare la
tradizione lirica tedesca è necessario premettere una distinzione
tra rima allitterante e rima finale.

2.5.1. La rima allitterante («Stabreim»). L’antica poesia germa-


nica era costituita da versi tonici allitterativi. Per ALLITTERAZIONE
(vedi infra, § 3.1) si intende, in generale, l’identità dei suoni ini-

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ziali di alcune parole. Nel caso della rima allitterante tale omofo-
nia congiunge le unità base dell’antico verso tonico germanico, gli
emistichi (Halbverse), divisi da cesure. Lo Stabreim riguarda le
sillabe radicali accentate di determinate parole portatrici di senso
(nomi, verbi, aggettivi), di cui vengono ripetuti i fonemi conso-
nantici iniziali; le vocali sono indistintamente allitteranti.
L’esperienza del verso allitterativo fu sostituita fin dal IX se-
colo da altri tipi di unione rimica tra versi. Un primo esempio di
rima finale interna al verso, che unisce tra loro i due emistichi, è
nello Evangelienbuch di Otfried von Weissenburg in alto tede-
sco antico (ca. 870). La tradizione dello Stabreim fu ripresa in
modo sperimentale nel XIX secolo, ad es. da Richard Wagner
(1813-1883).
Per un confronto tra le due forme di rima si presentano un
verso allitterante e un verso rimato, il primo tratto dallo Hilde-
brandslied (IX secolo), di tradizione epica, l’altro dallo Evange-
lienbuch:

Hiltibrant enti Hadubrant / untar heriun tuem.

Nist si so gisúngan / mit régulu bithuúngan.

2.5.2. La rima finale («Endreim»). La rima che si impone nel-


la poesia tedesca a partire dal IX secolo consiste nella concor-
danza, totale o parziale, del materiale fonetico di almeno due pa-
role a partire dall’ultima vocale accentata. Contrariamente allo
Stabreim, lo Endreim o RIMA finale (fenomeno cui si usa riferirsi
con il termine Reim/rima per antonomasia), indica un’omofonia
DI FINE PAROLA.
La RIMA più comune, collocata A FINE VERSO (denominata
specificamente Ausgangsreim, ma ancora genericamente End-
reim), si è diffusa fino al XVIII secolo come elemento costituti-
vo della versificazione tedesca e fattore essenziale per l’artico-
lazione strofica. Nel Settecento l’imitazione dei metri classici
antichi e la sperimentazione dei ritmi liberi sospende questa tra-
dizione, che comunque sopravvive, riaffermandosi ad esempio
con la lirica romantica, fino alla poesia novecentesca e contem-
poranea, accanto alle forme non rimate.

2.5.2.1. Tipi di rime. Le rime possono essere classificate in ba-


se a criteri formali o grammaticali o ancora per posizione.
La seguente serie si distingue per le caratteristiche formali:

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1) RIME PERFETTE (reine Reime)


La rima è perfetta quando presenta una totale identità fone-
tica a partire dall’ultima vocale accentata. Es.

Ich bin der wohlbekannte Sänger,


Der vielgereiste Rattenfänger,
Goethe, Der Rattenfänger, vv. 1-2

L’omofonia si può ottenere anche con parole straniere


(Fremdwort-Reim), es.

Tränen durch bel oiseau


dich stürzen und zerbrechen –
bitte wann – bitte wo? –
Benn, Bitte wo -, vv. 10-12

2) RIME IMPERFETTE (unreine Reime)


La rima è considerata imperfetta quando la consonanza dal-
l’ultima vocale tonica è parziale, per differenze di vocali o con-
sonanti. Es.

Was glimmt dort hinterm Ginster


Und bildet lichte Scheiben?
Nun wirft es Funkenflinster,
Die löschend niederstäuben;
Droste-Hülshoff, Das Hirtenfeuer, vv. 13-16

Der Wald ist lang, du bist allein,


Du schöne Braut! Ich führ dich heim!
Eichendorff, Waldgespräch, vv. 2-4

A volte lo scarto fonetico è minimo o non viene avvertito in


base alla varietà ortofonica regionale.
Quando, come nel secondo esempio, la somiglianza di suono
è limitata alle vocali, o alla sola vocale tonica, il legame rimico è
detto ASSONANZA (Assonanz) (vedi infra, § 3.1). Frequente nei
primi secoli della poesia rimata germanica, si ritrova in particola-
re nelle imitazioni ottocentesche delle forme liriche spagnole. Es.

Felsen, Bäume, Blumen, Sterne!


Nacht, so zaubrisch aufgegangen!
Ach! wie schön hinauszutreten
In die Düft’ der Pomeranzen,
Eichendorff, Romanze, vv. 1-4

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3) RIME MASCHILI (männliche Reime)


A livello formale le rime si distinguono anche per la quantità,
in primo luogo secondo il numero di sillabe rimanti. Se rima so-
lo l’ultima sillaba sono denominate rime maschili o TRONCHE o
MONOSILLABICHE (männliche/stumpfe/einsilbige Reime). Es.

Gelassen stieg die Nacht ans Land,


Lehnt träumend an der Berge Wand,
Mörike, Um Mitternacht, vv. 1-2

4) RIME FEMMINILI (weibliche Reime)


Nel caso rimino le ultime due sillabe, si parla di rime femmi-
nili o PIANE o BISILLABICHE (weibliche/klingende/zweisilbige
Reime). Es.

Die Rose, die Lilie, die Taube, die Sonne,


Die liebt ich einst alle in Liebeswonne.
Heine, dal Buch der Lieder, Lyrisches Intermezzo, III, vv. 1-2

5) RIME SDRUCCIOLE (gleitende Reime)


L’accento che risale fino alla terzultima sillaba determina ri-
me sdrucciole o TRISILLABICHE (gleitende/[reiche]/dreisilbige
Reime). Es.

Die Blumen so – dann zu Vergangenem


sich wendend oder Zukunft, wie sie wird,
da gehst du von Verschleiert zu Verhangenem,
einem Vielleicht zu einwandfrei Geirrt,
Benn, Melancholie, str. 5

6) RIME RICCHE (erweiterte Reime)


Ancora secondo la quantità sono classificati tipi di rime che
estendono l’identità di suono oltre il limite regolare, con omofo-
nia di almeno un fonema antecedente la vocale tonica. Es.

Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,


Im dunkeln Laub die Gold-Orangen glühn,
Goethe, Mignon, vv. 1-2

A questa categoria appartengono le seguenti forme particolari:


– RIME IDENTICHE (identische Reime), nelle quali vi è ripeti-
zione a fine verso delle stesse PAROLE-RIMA; es.

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Die Augen sind zwei Flammen,


Mein Arm ein Zauberstab -
O legt mich in die Flammen!
O brechet mir den Stab!
Brentano, Zu Bacharach am Rheine, str. 6

– RIME EQUIVOCHE (äquivoke Reime); si tratta di parole fone-


ticamente uguali, ma diverse sul piano semantico. Es.

Marie Farrar, geboren im April


Unmündig, merkmallos, rachitisch, Waise
Bislang angeblich unbescholten, will
Ein Kind ermordet haben in der Weise:
Brecht, Von der Kindesmörderin Marie Farrar, vv. 1-4

– RIME DOPPIE (doppelte Reime). La rima doppia è un’ulte-


riore forma di estensione della rima, che coinvolge anche la pe-
nultima arsi; es.

Äuglein wie zwei blaue Sterne,


Mündlein wie die Purpurros.

Und die lieben, blauen Sterne


Schaun mich an so himmelgroß,
Und sie legt den Lilienfinger
Schalkhaft auf die Purpurros.
Heine, Bergidylle, vv. 11-16

– RIME CHIASTICHE (Schüttelreime). Nel virtuosistico Schüttel-


reim, le sillabe che rimano, separate, invertono le consonanti ini-
ziali. Es.

Auf Winsen sich die Ruhe legt,


Kein Windeshauch die Luhe regt.
Benno Papentrigks (pseudonimo di
Anton Kippenberg, 1874-1950), Schüttelreime

Un’altra categoria di rime si distingue in base ad aspetti


morfologici o grammaticali, nelle forme che seguono:

1) RIME FRANTE (gespaltene Reime)


Nella rima franta o composta, le sillabe che rimano sono di-
vise in due o più parole; es.

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Es lacht in dem steigenden jahr dir


Der duft aus dem garten noch leis.
Flicht in dem flatternden haar dir
Eppich und ehrenpreis.
George, da Das Jahr der Seele

2) RIME SPEZZATE (gebrochene Reime)


Se la parola che rima eccede i confini del verso, e solo la sua pri-
ma parte rima con un altro termine, la rima si dice spezzata. Es.

Doch gäbe es Höhen und Täler


Die man noch gar nie gesehn:
Es sei desto rentabler, je wähler-
ischer man sei im - Vorübergehn.
Brecht, Orges Antwort, als ihm ein geseifter
Strick geschickt wurde, str. 3

3) RIME GRAMMATICALI (grammatische Reime)


Sono grammaticali le rime in cui ricorrono le stesse radici in
diverse forme di derivazione o di flessione. In un’accezione spe-
cifica il grammatischer Reim si basa sul rapporto grammaticale
tra serie di rime; presente nella lirica del Minnesang e del Mei-
stergesang, è stato ripreso anche nella poesia moderna (ad es.
Lessing, Sinngedichte). Es.

Er hât ze lange mich gemiten


den ich mit triuwen nie gemeit.
von sîner schulde ich hân erliten
daz ich nie groezer nôt erleit.
Reinmar der Alte, Des Minnesangs Frühling 198, vv. 4-7

L’altra generale classificazione delle rime concerne la loro po-


sizione e distingue varie sequenze di rime che caratterizzano for-
me strofiche e poetiche. Di seguito vengono illustrate le serie
principali di rime di fine verso mediante schemi ed esempi:

1) RIMA BACIATA (Paarreim)


Schema aa bb
Es.

Wenn in die Ferne geht der Menschen wohnend Leben,


Wo in die Ferne sich erglänzt die Zeit der Reben,

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Ist auch dabei des Sommers leer Gefilde


–––,
Der Wald erscheint mit seinem dunklen Bilde
–––.
Hölderlin, Die Aussicht, str. 1

2) RIMA ALTERNATA (Kreuzreim)


Schema abab
Es.

Aufsteigt der Strahl und fallend gießt


Er voll der Marmorschale Rund–––,
Die, sich verschleiernd, überfließt
In einer zweiten Schale Grund
–––;
C.F. Meyer, Der römische Brunnen, vv. 1-4

3) RIMA INCROCIATA (umarmender/umschließender Reim)


Schema abba
Es.

Was wundert ihr euch noch / Ihr Rose der Jungfrauen /


Daß dises Spil der Zeit / die Ros’ / in eurer Hand
–––
Die alle Rosen trotzt / so unversehns verschwand
–––?
Eugenie so gehts / so schwindet was wir schauen.
Gryphius, An Eugenien, I, 22, vv. 1-4

4) RIMA REPLICATA (verschränkter Reim)


Schema abc abc
Es.

O Widerhall,
O sängst Du ihr
––
Die süßen Träume vor ,
Die Lieder all, ˜˜˜
O bring’ sie ihr
––,
Die ich so früh verlor . –
˜˜˜
Brentano, O kühler Wald, str. 2

5) RIMA INCATENATA (Kettenreim)


Schema aba bcb cdc
Es.

Wo du gehst wird Herbst und Abend,


Blaues Wild, das unter Bäumen tönt
–––,
Einsamer Weiher am Abend.

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Leise der Flug der Vögel tönt


–––,
Die Schwermut über deinen Augenbogen .
Dein schmales Lächeln tönt ˜˜˜˜˜˜˜˜˜
–––.

Gott hat deine Lider verbogen .


˜˜˜˜˜˜˜˜˜
Sterne suchen nachts, Karfreitagskind
----,
Deinen Stirnenbogen .
˜˜˜˜˜˜˜˜˜
Trakl, Rosenkranzlieder, An die Schwester

6) RIMA CAUDATA (Schweifreim)


Schema aa b cc b
oppure aa b aa b
Es.

Er stand auf seines Daches Zinnen,


Er schaute mit vergnügten Sinnen
Auf das beherrschte Samos hin –-.
»Dies alles ist mir untertänig «,
˜˜˜˜˜˜ ,
Begann er zu Ägyptens König
»Gestehe, daß ich glücklich ˜˜˜˜˜˜
bin–-«.
Schiller, Der Ring des Polykrates, str. 1

7) RIMA CONTINUA (Haufenreim)


Schema aaaa bbbb
Es.

Augen, meine lieben Fensterlein,


Gebt mir schon so lange holden Schein,
Lasset freundlich Bild um Bild herein:
Einmal werdet ihr verdunkelt sein!

Fallen einst die müden Lider zu –,


Löscht ihr aus, dann hat die Seele Ruh–--;
Tastend streift sie ab die Wanderschuh–--,
Legt sich auch in ihre finstre Truh
–--.
Gottfried Keller (1819-1890), Abendlied, str. 1-2

Oltre alla rima più comune, la rima di fine verso, esistono al-
tri tipi di rime, essenzialmente distinte, per la loro posizione nel
verso, in rime iniziali e rime interne.

1) RIMA INIZIALE (Eingangsreim/Anfangsreim)


Lo Eingangsreim è la rima tra due parole che aprono due ver-
si. Es.

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Meine Kette hab ich dir gegeben;


Deine Locke nehm ich mit mir fort.
Goethe, Die Braut von Korinth, str. 27, vv. 3-4

2) RIMA INTERNA (Binnenreim)


Più complessa è la descrizione della rima interna. Generica-
mente per rima interna si intende la rima tra parole comprese al-
l’interno di uno o più versi. La metrica tedesca ne classifica le
possibili combinazioni:

– Binnenreim in senso specifico: in tal caso, le parole che ri-


mano sono all’interno di un verso. Es.

Grad war der Weg, ganz sonder Steg und Bruch;


Droste-Hülshoff, Der Hünenstein, str. 3

– Inreim: è la rima tra la fine e l’interno del verso. Es.

sich erheben, abwärts schweben,


Brentano, Lieb’ und Leid im leichten Leben, v. 2

– Mittelreim: rima interna tra parole comprese in versi suc-


cessivi. Es.

Hätt ich tausend Arme zu rühren!


Könnt ich brausend die Räder führen!
Wilhelm Müller (1794-1827), Am Feierabend, vv. 1-2

– Mittenreim: rima che collega la parola alla fine di un verso


con quella interna del verso precedente o successivo. Es.

Er sah ihn stürzen, trinken


Und sinken tief ins Meer.
Die Augen täten ihm sinken;
Trank nie einen Tropfen mehr.
Goethe, Der König in Thule, str. 6

Nella stessa categoria che concerne la posizione nel verso so-


no comprese inoltre le seguenti rime:

– RIMA CONTIGUA (Schlagreim), in cui il legame rimico è tra


due parole consecutive in un verso. Es.

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Klingenden, singenden Welle


Eichendorff, Die zwei Gesellen, v. 4

– RIMA DI CESURA (Zäsurreim). In questo caso la rima cade in


posizione di cesura, nei metri che la prevedono, e si presenta tra
due versi. Es.

Mißfil dir / was ich sprach? mir fällt die Ursach ein:
Da als dein Schlaff-Gemach ward von uns eingenommen;
Gryphius, An Callirhoen, vv. 8-9

Rima di cesura può altresì presentarsi tra cesura e rima finale


(nell’esempio citato, in forma imperfetta). Es.

Diß schätz ich rühmens wehrt / diß ist was dise Welt
Gryphius, An Eugenien, I, 21, v. 9

2.5.3. Ritornello («Kehrreim/Refrain»). Il ritornello è un feno-


meno eufonico affine alla rima che prevede una ripetizione di
parole, versi o intere strofe. Il Refrain o Kehrreim è tipico di al-
cune forme poetiche (Volkslied, ballata, rondò, trio) e viene clas-
sificato in base alla collocazione nel testo lirico: iniziale, interna,
finale e anche periodica, vale a dire distribuito con intervalli re-
golari sebbene non coincidenti con ogni strofa. I diversi tipi di
ritornello possono ricorrere in uno stesso testo, secondo tecni-
che compositive complesse come il formulismo di Brentano.

1) RITORNELLO FINALE (Endkehrreim)


Il tipo di ritornello più frequente è quello finale (Endkehr-
reim), a chiusura di strofa. Es.

Wer hat dich, du schöner Wald,


Aufgebaut so hoch da droben?
Wohl den Meister will ich loben,
Solang noch mein’ Stimm’ erschallt.
Lebe wohl,
Lebe wohl, du schöner Wald!

Tief die Welt verworren schallt,


Oben einsam Rehe grasen,
Und wir ziehen fort und blasen,
Daß es tausendfach verhallt:

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Lebe wohl,
Lebe wohl, du schöner Wald!
Eichendorff, Der Jäger Abschied, str. 1-2

2) RITORNELLO INIZIALE (Anfangskehrreim)


Il ritornello può essere in posizione di apertura delle strofe,
ciò che gli procura un maggiore legame metrico, sintattico e se-
mantico con il complesso della lirica. Es.

Im wunderschönen Monat Mai,


Als alle Knospen sprangen,
Da ist in meinem Herzen
die Liebe aufgegangen.

Im wunderschönen Monat Mai,


Als alle Vögel sangen,
Da hab’ ich ihr gestanden
Mein Sehnen und Verlangen.
Heine, dal Buch der Lieder, Lyrisches Intermezzo, I

3) RITORNELLO INTERNO (Binnenkehrreim)


L’iterazione del refrain all’interno del testo lo rende comple-
tamente integrato con il resto della poesia. In alcuni casi di que-
sto tipo, il ritornello assume la valenza di vero e proprio princi-
pio strutturante del testo, costruito su tali riprese e variazioni
minime. Nel seguente esempio, tratto dall’opera di Brentano, le
otto strofe (se ne citano le prime due) sono organizzate sul ri-
torno ciclico delle stesse formule:

Einsam will ich untergehn


Keiner soll mein Leiden wissen,
Wird der Stern, den ich gesehn
Von dem Himmel mir gerissen
Will ich einsam untergehn
Wie ein Pilger in der Wüste.

Einsam will ich untergehn


Wie ein Pilger in der Wüste,
Wenn der Stern, den ich gesehn
Mich zum letzten Male grüßte
Will ich einsam untergehn
Wie ein Bettler auf der Heide.
Brentano, 25 August 1817, str. 1-2

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