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CAPITOLO 3

LA GEOLINGUISTICA E LA SOCIOLINGUISTICA
La geolinguistica
La geolinguistica e una disciplina di confine tra linguistica storica, linguistica generale,
antropologia, etnografia,
sociologia, scienze retoriche e geografiche. Studia l'innovazione del linguaggio analizzando la
distribuzione
geografica dei fenomeni linguistici. L'indagine effettuata sul campo di tali varianti geografiche
produce l'atlante
linguistico. Le carte geografiche che formano l'atlante linguistico sono principalmente mute, o
hanno pochissime
indicazioni di geografia fisica; i luoghi in cui e stata svolta l'indagine sono segnalati da numeri. Le
carte possono
essere di 3 tipi:
1- Fonetiche o fonologiche (rappresentano la realizzazione di singoli fonemi);
2- Lessicali (rappresentano la distribuzione lessicale su un certo territorio);
3- Fonetiche e lessicali insieme;
Si deve a Jules Gillieron (1845-1926) se la geolinguistica e diventata una disciplina; i suoi studi
hanno portato all'
Atlas Linguistique de France (1902-1912). Questo e un atlante comprendente numerose carte
geografiche della
Francia, su ognuna delle quali sono stati segnati 639 punti, rappresentanti i luoghi nei quali e stata
svolta
l'inchiesta linguistica. Le carte dell'ALF ci permettono non solo di vedere la diffusione di certe
parole sul
territorio francese, ma anche di notare le diverse realizzazioni fonetiche: es. lat: caballum da cheval
al nord ma
kaval a sud, quindi diverra evoluzione di ca latino.
Un errore pero di Gillieron e stato dare troppa importanza alla geolinguistica non tenendo conto a
sufficienza dei
testi scritti e delle fonti documentarie in genere; un rischio sempre presente nelle indagini sulla
lingua parlata e,
infatti, la scarsa competenza degli intervistati che possono fornire informazioni non corrispondenti
alla realta
linguistica.
Omofonia ed etimologia popolare
Tra i fattori scatenanti dell'evoluzione lessicale secondo Gillieron vi sono l'omofonia e l'etimologia
popolare.
Quando nel lessico di una lingua si creano degli omofoni creati dalle leggi dell'evoluzione fonetica,
capita a volte,
nei casi in cui la coincidenza possa generare gravi incomprensioni, che uno dei due vocaboli venga
sostituito con
un sinonimo, o comunque una parola che possa coprire quel campo semantico.
Es: verbi latini mulgere e molere, che danno il francese moudre, che pero conserva solo il
significato del secondo,
ovvero macinare, mentre per il primo si e usato il verbo traire, tirare.
In altri casi si cerca di ovviare alle possibili confusioni con pronunce che derogano dalla norma.
Es. heros/zeros, sens/cent, sang/sans
L'omofonia potrebbe essere all'origine anche di mutamenti fonetici che vanno contro le normali
regole
dell'evoluzione storica: es. avoine da avena, foine da fenum, normalmente -e diviene -el, invece in
questo caso
abbiamo un'eccezione. Perche?
Ipotesi 1- Meyer- Lubke sostiene che tale evoluzione sia normale in Borgogna, regione che
riforniva Parigi di
avena (stretti contatti). Da qui l'evoluzione anche nella lingua francese contemporanea di queste
parole in questa
forma
Ipotesi 2- Gillieron sostiene che l'evoluzione fosse dovuta alla risoluzione della confusione fra
l’aveine e la veine,
cosi come fra fein e fin.
Etimologia popolare = si tratta del fenomeno per cui il soggetto parlante, fondandosi su talune
somiglianze
formali congiunge coscientemente o incoscientemente una certa forma ad un'altra senza che tra le
due vi sia un
giustificato rapporto etimologico, in modo tale che i termini sottoposti a quest'astrazione finiscano
per avvicinarsi
sul piano semantico, oltre che strettamente formale. es. generico: espressione "parler comme une
vache
espagnole" ovvero parlare come una vacca spagnola, e le parole "lazzaretto", "vedetta" e "fumier",
"couver",
"maison", "parquet".
Teoria delle onde e delle norme areali
Teoria delle onde (Wellentheorie) = prima teoria circa la diffusione delle lingue in senso geografico
elaborata da
Joannes Schmidt (1843-1901). La teoria sostiene che le innovazioni linguistiche si diffonderebbero
nello spazio
come le onde che si formano in uno specchio d'acqua dopo il lancio di un sasso. Il punto in cui cade
il sasso e
metaforicamente il centro da cui si propagano le innovazioni linguistiche, centro che deve avere
indiscusso
prestigio culturale, politico e amministrativo. Nella realta linguistica i centri di propagazione sono
vari; la prima
onda, quella piu antica, ha un'azione che si spinge piu lontano. Es: Roma, impero romano
(formosus/bellus). Non
esistono confini linguistici netti, ma un continuum dialettale. Pioniere di questi studi di dialettologia
e Graziadio
Isaia Ascoli. La teoria di Schmidt presuppone che la diffusione delle innovazioni sia uniforme, ma
la
geolinguistica mostrera che in realta essa procede lungo le vie di comunicazione ed e condizionata
dalle barriere
fisiche e dai confini politici e/o religiosi.
Giulio Bartoli (1873-1946) ne Introduzione alla neolinguistica (1925) elabora le norme areali:
1) Norma dell'area isolata: l'area geografica meno esposta alle comunicazioni e quella che conserva
la forma
piu antica. es. in Sardegna si mantiene "cras" mentre in quasi tutta la Romania si e sviluppata la
parola
"mane" che ha composto tutte le parole per indicare domani (domani, demain, manana).
2) Norma aree laterali: se aree periferiche che non sono in contatto tra loro presentano una forma
linguistica
e l'area centrale invece ne presenta un'altra, la prima e quella piu antica, purche l'area di mezzo non
sia
isolata. Es: lat. mensam, sp. e pg. Mesa, rom. masa ma in italiano tavola, francese table, da tabulam.
3) Norma dell'area maggiore: l'area che copre una maggiore estensione geografica e quella che
conserva le
forme piu antiche, purche l'area minore non sia la piu isolata, e non sia costituita da aree laterali; es:
lat.
mensem, it. mese, fr. mois, sp. mes, e in rumeno invece luna, da lunam.
4) Norma dell'area seriore: l'area raggiunta piu tardi da una lingua conserva una forma piu antica
rispetto al
centro; es: rom. ceapa, da lat. cepam, mentre it. cipolla, pg. cebola, fr. ceboule, da lat. cepullam.
La linguistica spaziale non deve essere applicata in modo indiscriminato; l'interpretazione delle aree
in funzione
delle norme spaziali deve tener conto delle variabili semantiche e sintattiche.
La sociolinguistica
Sociolinguistica = settore delle scienze del linguaggio che studia le dimensioni sociali della lingua e
del
comportamento linguistico, ovvero fenomeni linguistici che hanno rilevanza o significato sociale. Il
padre della
sociolinguistica e Uriel Weinreich (1926-1967), il quale pubblico nel 1953 Languages in Contact: le
lingue in
contatto sono quelle usate alternativamente dalle stesse persone, mentre i fenomeni di interferenza
sono quegli
esempi di deviazione delle norme dell'una e dell'altra lingua che compaiono nel discorso dei
bilingui, come
risultato della loro familiarita con piu di una lingua, cioe come risultato di un contatto linguistico.
Uno dei
concetti sui quali la sociolinguistica lavora e quello di variabilita linguistica; tale variabilita puo
realizzarsi a
diversi livelli: sociale, culturale, personale. Non tutti gli elementi di una lingua sono pero soggetti in
egual misura
alla diversificazione; Gaetano Berruto ha stilato una lista di tali elementi orientata in modo
crescente: ortografia,
morfologia, sintassi, fonologia, lessico, semantica e pragmatica.
Diglossia e Plurilinguismo
Il concetto di diglossia e stato introdotto da Charles A. Ferguson.
Diglossia = situazione linguistica relativamente stabile in cui, in aggiunta ai dialetti originari della
lingua, vi e una
varieta sovrapposta molto divergente ed altamente codificata, che viene appresa in larga parte per
mezzo
dell'istruzione formale e viene usata per lo piu per scopi formali e nella forma scritta, ma che non e
mai usata da
nessun settore della comunita per la comune conversazione. Nella diglossia entrano in gioco due
lingue, una di
livello alto (A) e una di livello basso(B), che sono rigidamente complementari sul piano socio-
funzionale. Es:
nella Svizzera tedesca la lingua A e la Hochdeutsch, usata in contesti esclusivamente ufficiali,
mentre la lingua B
e la Schwyzertusch, tedesco dialettale di uso normale e quotidiano. Un altro esempio: Haiti-->
lingua A francese,
lingua B creolo, lingue romanze: lingua A latino, lingua B lingua romanza.
Bilinguismo o Plurilinguismo = compresenza di piu lingue non socio-funzionalmente differenziate.
In un contesto di diglossia non c'e mai l'interscambiabilita delle lingue, nessun elemento della
comunita userebbe
la lingua A per la normale conversazione quotidiana, perche questa verrebbe sentita come pedante,
artificiale e, in
alcuni casi, sleale nei confronti della comunita.

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