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IL NAZIONALISMO FA CROLLARE L'IMPERO

Dopo la Rivoluzione Francese la mentalità dei cittadini era cambiata, anziché sentirsi appartenenti a un
determinato ordine ora si sentivano parte di una nazione. Lo stesso sentimento animava le truppe francesi:
prima l'esercito era rigidamente diviso in gerarchie e le più alte cariche erano occupate dai nobili,
lontanissimi dai soldati semplici, ora invece i soldati post-rivoluzionari erano uniti da un solo ideale di unità
e le divisioni fra soldati e ufficiali furono abolite poiché ci si guadagnava il merito sul campo.

Questo NAZIONALISMO però si ritorse contro l'impero napoleonico perché aveva preso piede in tutta
Europa:
• La Prussia, dopo essere stata sconfitta a Jena nel 1806, decise di modernizzare le proprie istituzioni,
prendendo come modello la Francia che era riuscita a diventare molto più funzionale. Il primo
ministro Karl Von Stein attuò alcune riforme:
- servitù contadina abolita
- territori introdotti nel mercato
- ora i borghesi potevano acquistare territori in origine dei nobili, e questi ultimi potevano svolgere
attività commerciali.

- Bandiera del regno di Prussia.

• In Italia invece il dominio napoleonico cominciava a dar fastidio a molti, scoppiarono così tante
piccole rivolte contadine (tra il 1805 e il 1808). Anche i dirigenti borghesi però cominciavano a
sentire un appena abbozzato sentimento di nazionalismo, a causa della scarsa autonomia concessa
dai francesi.

Bandiera del regno d'Italia (1805-1814)

Si formarono anche dei gruppi segreti in cui si riunivano intellettuali, ufficiali e funzionari. Uno dei
più famosi è sicuramente la Carboneria.

• La Spagna invece manifestò da subito un rifiuto per tutto quello che la Francia rappresentava
(principalmente il rovesciamento dei valori cattolici), così scoppiarono numerose sommosse in nome
della tradizione cattolica che caratterizzava gli spagnoli. I gruppi di rivoluzionari erano spesso
guidati da preti fanatici e in seguito anche dai ceti dirigenti. Nel mentre i francesi non capivano come
la Spagna potesse sentire toccato il proprio orgoglio nazionale con riforme innovative quali
l'abolizione dei diritti feudali e dell'inquisizione. Ma la popolazione spagnola sfruttò l'occasione per
mettere in discussione l'assolutismo regio, si riunirono così a Cadice, e la loro assemblea (cortes)
preparò una Costituzione.
La caduta dell'impero

Dopo il Blocco Continentale messo in atto da Napoleone per rovinare l'Inghilterra, la Russia era stata
danneggiata nella propria economia e c'erano buoni presupposti per cui lo zar Alessandro I si schierasse
contro Bonaparte, ma questo lo anticipò. Decise infatti di attaccare la Russia, preparando una spedizione per
qualche settimana (credeva si risolvesse in pochissimo tempo). Ma le cose non andarono come previsto. Le
truppe russe attuarono la strategia della “terra bruciata”, ovvero indietreggiavano, sempre più verso l'interno,
lasciandosi alle spalle solo villaggi e case devastati. I francesi quindi non trovavano altro che lande desolate,
mentre si avvicinava l'autunno russo. Il primo scontro fu a Borodino e si concluse con la vittoria francese,
ma il tempo passava e le truppe di Napoleone venivano decimate dalla fame e dal freddo. Così venne
ordinata la ritirata. Da quel momento si susseguirono gli eventi:
1. L'ennesima coalizione antifrancese scontrò a Lipsia Napoleone, che perse.
2. Allora abiurò in cambio del simbolico dominio sull'isola d'Elba.
3. Si riunì il congresso di Vienna nel 1814, che aveva il compito di riportare “alla normalità” l'assetto
dell'Europa.
4. L'anno dopo Napoleone scappò dall'isola d'Elba, tornò a Parigi volendo rivendicare la carica
d'imperatore.
5. Questa “avventura” durò un centinaio di giorni, infatti fu sconfitto a Waterloo lo stesso anno, ed
esiliato nell'isola di Sant'Elena (nell'Atlantico) dove morì nel 1821.

Qui sotto, una mappa di come erano disposte le armate nella battaglia di Waterloo. Le rosse rappresentano le
francesi, le blu gli inglesi e le grige i prussiani.

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