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IL BINOMIO CITTÀ-CAMPAGNA

Queste sono immagini di una visione comune:


-Campagna: boschi, piante, paesaggi idilliaci.
-Città: edifici moderni, attività, possibilità di commercio variegato.
Queste sono immagini di una visione comune

Dal XI secolo vi è una rinascita urbana, si sviluppa la città, fondamentalmente per scambi commerciali.
La città, secondo gli umanisti, è fondata sul criterio di diversificazione e complessità.
Questo viene da una tesi scritta da Pirenne, detta “fenomeno del modello storiografico”. La tesi parla di una
rinascita delle città nel XI secolo, dicendo che si organizzarono vicino ai fiumi, al mare e all’ Oriente
(favorite per il commercio), perché le strade lastricate vennero sostituite da sentieri di terra battuta.
Questa teoria è forte sia perché corrisponde ad una realtà effettiva, sia grazie alla scrittura in francese (lingua
predominante).

LE CITTÀ ALTOMEDIEVALI

-Le città medievali si possono dividere in due categorie: al di fuori della Loira e al di fuori del Reno si
svilupparono nel X-XI secolo, favorite dalla ripresa demografica, mentre le città all’ interno di quell’ area
(quindi nel Mediterraneo) erano di origine antica, fondate dai romani. Molte di queste ultime furono
abbandonate. Molte delle città della zona mediterranea sono state abbandonate ed è tornato l’incolto, quindi
non furono utile per l’agricoltura, ma per il legname, il pascolo del bestiame.

-La popolazione era ridotta rispetto a quella antica a causa delle invasioni barbariche, delle variazioni
climatiche (alluvioni che peggiorano l’agricoltura) e della scarsa alimentazione che portò alle epidemie e
malattie.

-La città ha come luoghi fondamentali: cattedrale, scuola, palatium, chiese, reliquie, cimiteri.

-Il vescovo rappresenta il rapporto tra uomo e sacro, infatti era il rappresentante della città, era il capo
ecclesiastico e deteneva i poteri del conte; siede alla cattedrale, al tempo era immensa e racchiudeva tutta la
città al suo interno, era il luogo di unione tra civitas (città degli abitanti, detti cives) e urbs (città delle mura)

-Le città e il lungo cambiamento (instaurazione dei regimi comunali) durante l’XI secolo, è stato fatto contro
il vescovo, che iniziava ad attribuirsi tutte le forme di potere, come: aggregare ed amministrare la
popolazione, riscuotere le imposte, costruire le mura, allenare un esercito…

Il paesaggio come fonte


Il paesaggio è la rappresentazione della storia mediante uno spazio fisico storico. Diventa molto importante
nelle fonti perché si può ricostruire un intero periodo grazie ad esso; si va a creare quindi una geografia
culturale.

La tecnica del debbio


Questa tecnica consiste nel bruciare una parte del terreno, arare e lavorarci, rifacendolo poi nuovamente.
Emilio Sereni scriverà poi “Terra nuova e buoi rossi”.

La società feudale di Marc Bloch


Fu uno tra i primi a riconoscere la storicità del paesaggio.
Poi mette a confronto i campi normanni e quelli mediterranei: quelli normanni sono lunghi e stretti, perché
con questa forma, gli strumenti sono più funzionali, ad esempio l’aratro (introdotto nel Nord Europa); in
quelli mediterranei, invece, non veniva usato l’aratro, ma si utilizzavano asini e buoi, che non sarebbero
riusciti a seguire la stessa traiettoria per molto tempo. Hanno forma quadrata a differenza di quelli nordici e
sono più fertili grazie alla presenza del bestiame.
Questo è un esempio di quanto la tecnologia, l’azione dell’uomo e la differenza culturale possano cambiare
un paesaggio: testimonianza del fatto che il paesaggio è una fonte.
C’è continuità e rottura anche nel paesaggio antico-moderno:
-L’economia è diversa: meno libera, meno articolata, c’è una forte imposizione fiscale che difatti distrugge i
governi; l’iniziativa è del singolo
-La ricchezza non consiste nel denaro ma nelle terre e negli uomini. Venivano usati tre chicchi, di cui uno si
usa per seminare, mentre gli altri due erano usati per raddoppiare o la carestia propria (ne prendo uno per
me) o la carestia generale (non vendo nulla)
-Facevano diete a base di carne, formaggio e cereali

Il sistema curtense (VIII-X)


Questo sistema dà un assetto omogeneo alle parti dell’impero e si divideva in:

-Pars dominica: riservata al padrone che ha l’amministrazione su tutto


-Pars massaricia: riservata sia ai contadini che ai servi. Si divideva in mansi ingenuili, ovvero i contadini
liberi che dovevano versare parte del raccolto, lavorare i terreni e pagare tributi, in cambio ricevevano
pollame, bestiame ed ortaggi; mansi servili, appartenevano ai servi che erano legati alla terra e non potevano
abbandonarla, nemmeno nel caso che la proprietà venisse venduta a un nuovo proprietario (i servi passavano
cosi i proprietari, ma appartenevano sempre alla terra).
-Corvèes: istituite una volta all’ anno, sono prestazioni da parte del vassallo al padrone tramite giornate
lavorative gratuite, ovvero non venivano pagati.

IL SISTEMA FEUDO-VASSALLATICO
-Tre sono gli elementi del sistema feudo-vassallatico:
1) l’honor o beneficium, cioè l’oggetto concreto (terre, beni mobili) della concessione del dominus o senior
(padrone) al vassus (ragazzo, vassallo). Di tale terreno, il beneficiario ne diventava possessore, non
proprietario: il signore gliene accordava il possesso e lo sfruttamento, ma non la proprietà assoluta;
2) il vassallaggio, ovvero la condizione di fedeltà personale garantita da un rito, l’omaggio, con il quale il
vassus si dichiara homo, cioè fedele al suo senior. In cambio riceve la protezione da parte del senior.
3) l’immunità giudiziaria, ovvero che i campi erano esenti da qualsiasi controllo da parte dell’ autorità
pubblica.

-Si basa su un rapporto di tipo militare: la società si basa su clienti e cavalieri, raggruppati da gruppi armati e
clientele che combattono a cavallo (novità rispetto il mondo antico).
Miles infatti è colui che dà fedeltà al cavallo, combatte a cavallo, è sinonimo di cavaliere; in cambio riceve
diritti ed un feudo, che in origine significava “mandria di bestiame”, mentre oggi “pezzo di terra”.
Il vassallo esercita diritti suoi e per conto del sovrano.

Mentre il re esercita da solo le mansioni pubbliche e distribuisce gli incarichi nella città, tramite un
funzionario, che esercita il potere per conto del re. Il re, per evitare i suoi spostamenti, sceglie conti di quel
territorio dove dovrebbe andare (spesso periferia) e dà loro l’allodio, cioè la parte dei beni immobili libera
dalla soggezione e dagli obblighi feudali.
Il re, tecnicamente, sceglieva un conte con una famiglia già ricca di territori. Il sovrano si lega al conte
attraverso un legame di fedeltà, creando un rapporto vassallatico (il conte giura fedeltà). Se il sovrano muore,
subentra il figlio senza alcun richiamo, quindi le cariche pubbliche diverranno presto cariche ereditarie.

-Capitolare di Quierzy (877) di Carlo il Calvo: sancì l'ereditarietà dei feudi maggiori, pratica già
concretamente in uso da un certo tempo. Il poter succedere al padre consentiva ai figli di non perdere i beni
immobili, mentre per i sovrani significava avere sempre uomini al proprio servizio.
Vi è una sorta di fase anarchica se si intende la società come forma del governo migliore, come se ogni
piccolo luogo si fosse dato la propria forma di gestione.

-Capitolare di Villis (fine VIII secolo): fu emanato da Carlo Magno per disciplinare le attività rurali,
agricole e commerciali delle aziende agricole dell’impero.
Crisi chiesa romana -> perde l’appoggio con l’impero carolingio e torna ad essere chiesa statale, di
provincia. Questa crisi tornerà a Roma in quello che si chiama “secolo di ferro” (1550-1600).

IX SECOLO -> AGGREGAZIONE


X SECOLO -> DISEGREGAZIONE -> questo ha a che fare con le “seconde invasioni” da parte degli arabi,
magiari e vichinghi

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