Sei sulla pagina 1di 91

Glossario

Abbreviazioni: sans. = sanscrito; cin. = cinese; cor. = coreano; giap. = giapponese;


n. = nascita; m. = morte; r. = regno; d.s. = date sconosciute; ca. = circa.

acharya (sans.) Titolo onorifico dal significato di “maestro”, conferito a monaci di esem-
plare virtù che divenivano riferimento e guida per gli altri confratelli.
Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese Trattato scritto nel 1260 da
Nichiren Daishonin e indirizzato a Hojo Tokiyori, ex reggente ma ancora la figu-
ra più potente del clan dominante. In questo trattato egli attribuisce i disastri che
devastano il paese all’offesa all’insegnamento corretto e alla fede in false dottrine e
invita il governo a smettere di sostenere le false scuole del Buddismo per porre fine ai
disastri che affliggevano il Giappone. Predice poi che i disastri più terribili – le lotte
intestine e l’invasione straniera – avrebbero sicuramente avuto luogo se le autorità
avessero continuato a sostenere le dottrine erronee e le esorta ad abbracciare imme-
diatamente l’insegnamento corretto per ristabilire la pace nel paese. La presentazio-
ne di questo trattato suscitò l’ira dei capi di governo e di altri influenti credenti nella
dottrina della Pura terra, dando così inizio a una serie di persecuzioni nei confronti
del Daishonin. Il titolo giapponese è Rissho ankoku ron.
Affermazione della verità, scuola della Riferimento alla scuola Ch’eng-shih in Cina e alla
scuola Jojitsu in Giappone ( jojitsu è la pronuncia giapponese di ch’eng-shih). Scuola
basata sul Trattato sull’affermazione della verità scritto in India da Harivarman e
tradotto in cinese da Kumarajiva. Le sue dottrine furono introdotte in Giappone
insieme a quelle della scuola dei Tre trattati.
Ajatashatru Re di Magadha in India. Istigato da Devadatta, uccise il proprio padre, il re
Bimbisara, seguace di Shakyamuni. Salì al trono e divenne il più potente sovrano del
suo tempo. Colpito da una terribile malattia e spinto dal rimorso per le sue azioni,
si convertì al Buddismo, offrendo il suo sostegno al Primo concilio buddista per la
compilazione degli insegnamenti di Shakyamuni.
Ajitavati Vedi Hiranyavati.
Amida (sans. Amitayus o Amitabha, “Vita Infinita” o “Luce Infinita”). Budda della Pura
terra di Perfetta Beatitudine, situata a occidente. Secondo il Sutra del Budda Vita
Infinita, un bodhisattva chiamato Tesoro del Dharma pronunciò quarantotto voti,
nei quali si impegnava a creare una sua terra del Budda una volta ottenuta l’illumi-
nazione. Dopo molti kalpa di pratiche austere, egli divenne il Budda Amida e creò la
sua Pura terra. Amida è venerato dagli aderenti alla scuola della Pura terra.
amministratore del clero Carica ufficiale nell’ambito del clero buddista. L’amministratore
del clero ricopriva la massima carica e supervisionava l’operato degli altri preti e mo-

1057
GLOSSARIO

nache. In seguito il sistema col quale si assegnavano i vari gradi della gerarchia del
clero divenne solo una formalità e tale titolo, come molti altri, finì per essere soltanto
onorifico senza designare alcuna specifica funzione o posizione.
amministratore incaricato Hojo Yoshitoki (1163-1224), secondo reggente del governo
di Kamakura.
Ampio Sutra della Saggezza Altro nome per indicare il Sutra della Grande perfezio-
ne della saggezza, tradotto in cinese da Kumarajiva. Il titolo “Ampio Sutra della
Saggezza” è utilizzato per distinguerlo da un testo più breve chiamato anch’esso
Sutra della Grande perfezione della saggezza. Quest’ultimo, tradotto sempre da
Kumarajiva, è conosciuto come Breve Sutra della Saggezza.
amrita (sans.) Leggendario liquido simile all’ambrosia. Nell’antica tradizione indiana
era la dolce bevanda degli dèi. In Cina si riteneva piovesse dal cielo quando il
mondo era in pace. La parola in sé significa immortalità e viene spesso tradotta
con “dolce rugiada”.
An Lu-shan (705-757) Ufficiale dell’esercito vissuto in Cina durante la dinastia T’ang.
Ottenne il dominio di una vasta area della frontiera nordorientale e acquisì potere
presso la corte grazie alla protezione dell’imperatore Hsüan-tsung. Nel 755 capeg-
giò una rivolta e assunse il controllo della capitale.
An’ne (795-868) Quarto capo dei preti del tempio Enryaku, il tempio principale della
scuola Tendai in Giappone.
Ananda Uno dei dieci discepoli più vicini a Shakyamuni. Era cugino di Shakyamuni
e fratello minore di Devadatta. Per molti anni accompagnò Shakyamuni, con il
compito di assistere il maestro. Ebbe così occasione di ascoltare più insegnamenti
di chiunque altro, cosa per la quale era rinomato. Si dice inoltre che fosse dotato
di una memoria prodigiosa, in virtù della quale ebbe un ruolo di primo piano nella
compilazione degli insegnamenti di Shakyamuni durante il Primo concilio buddi-
sta dopo la morte del Budda.
Anavatapta (sans.) Secondo la tradizione, è un drago che vive nel lago Anavatapta
(lago della Frescura), a nord delle Montagne Nevose.
Angulimala Noto assassino che divenne un seguace di Shakyamuni. Dopo aver ucciso
ormai 999 persone, egli era sul punto di uccidere la propria madre e lo stesso
Shakyamuni, ma ricevette l’insegnamento dal Budda e si pentì.
Aniruddha Cugino di Shakyamuni e uno dei dieci discepoli a lui più vicini. Era figlio del
re Amritodana o del re Dronodana, entrambi fratelli minori del re Shuddhodana,
padre di Shakyamuni. Era noto per il suo “occhio divino”.
Annen (n. 841) Prete della scuola Tendai che contribuì a definire la dottrina e la pra-
tica dell’esoterismo Tendai.
Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” Commentario di Miao-
lo su Grande concentrazione e visione profonda, una delle tre opere maggiori di
T’ien-t’ai.
Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” Commentario di Miao-lo su Parole
e frasi del Sutra del Loto, una delle tre opere maggiori di T’ien-t’ai.
Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto” Commentario di Miao-
lo su Il significato profondo del Sutra del Loto, una delle tre opere maggiori di
T’ien-t’ai.
aprire il provvisorio e rivelare il vero Abbandonare gli insegnamenti provvisori o
espedienti e rivelare il vero insegnamento del Sutra del Loto.
aprire il vicino e rivelare il lontano Confutare l’insegnamento provvisorio che
Shakyamuni conseguì la Buddità per la prima volta in India e rivelare che egli
ottenne l’illuminazione in un tempo lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere

1058
GLOSSARIO

di innumerevoli sistemi maggiori di mondi. Questa rivelazione è contenuta solo


nell’insegnamento originale del Sutra del Loto.
Ardente di Desideri Divinità buddista cui si attribuisce il potere di purificare i desideri
e liberare le persone dalle illusioni e dalle sofferenze da essi causate. Ardente di
Desideri fa parte di un gruppo di divinità, i re di saggezza, ritenuti in grado di di-
struggere tutti gli ostacoli.
arhat (sans.) Chi ha ottenuto lo stadio supremo dell’illuminazione hinayana. Arhat signi-
fica “degno di rispetto”.
Aryadeva (d.s.) Studioso del III secolo appartenente alla scuola Madhyamika, in India.
Nato in una famiglia di brahmani, nel sud dell’India, studiò la dottrina della non so-
stanzialità con Nagarjuna. In seguito alla perdita di un occhio, era chiamato Kanadeva
(kana vuol dire “con un solo occhio”). Egli confutò i maestri del Brahmanesimo in
un dibattito religioso a Pataliputra e fu ucciso da uno dei loro discepoli. Aryadeva è
considerato il quindicesimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni.
Aryasimha (d.s.) L’ultimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Visse nell’India
centrale durante il VI secolo. A causa del suo impegno nel propagare il Buddismo fu
decapitato per ordine del re Dammira, un sovrano che distrusse molti templi buddi-
sti e fece uccidere numerosi monaci.
asamkhya (sans.) “Innumerevole”. Unità numerica dell’antica India usata per indicare
quantità estremamente grandi. Una fonte le attribuisce il valore di 1.059, mentre
secondo altre corrisponderebbe a 1.051.
Asanga (d.s.) Studioso della dottrina della Coscienza come unica realtà che si ritiene
vissuto in India intorno al 310-390 o, secondo altri, intorno al 390-470. Nato in
una famiglia brahmana a Purushapura, nel regno di Gandhara, in India settentrio-
nale, inizialmente egli studiò gli insegnamenti hinayana ma, deluso da tali dottrine,
si impegnò a padroneggiare gli insegnamenti mahayana. Quando Vasubandhu, suo
fratello minore, divenne seguace degli insegnamenti hinayana, Asanga lo convertì al
Buddismo mahayana.
ascoltatori della voce (sans. shravaka) Discepoli del Budda Shakyamuni che ascoltano la
sua predicazione e si sforzano di ottenere l’illuminazione. In questo senso, gli ascol-
tatori della voce sono chiamati anche discepoli ascoltatori della voce.
Ashoka (r. 268-232 a.C. ca.) Terzo re della dinastia indiana dei Maurya, riuscì nell’impre-
sa di unificare l’India. Ashoka fu inizialmente un tiranno, ma in seguito si convertì al
Buddismo e prese a governare in modo compassionevole, in accordo con gli ideali
buddisti.
Ashvaghosha (d.s.) Poeta e studioso mahayana, nativo di Shravasti, in India, che visse
fra il I e il II secolo. Inizialmente critico verso il Buddismo, si convertì in seguito
grazie a Parshva. Era considerato un poeta di grande talento, autore di raffinati brani
musicali e opere letterarie, e avvicinò molte persone agli insegnamenti del Budda
Shakyamuni grazie al suo talento nelle arti. Ashvaghosha è considerato il dodicesimo
dei ventiquattro successori di Shakyamuni.
Asita 1) Indovino menzionato nel capitolo “Devadatta” del Sutra del Loto, considerato
una precedente incarnazione di Devadatta. Secondo il sutra, in una passata esistenza
Shakyamuni era un re, ma rinunciò al trono per cercare la Legge. A quel tempo un
indovino di nome Asita si presentò a lui e gli espose il Sutra del Loto. 2) Indovino
di Kapilavastu. Alla nascita di Shakyamuni, suo padre, il re Shuddhodana, chiese
ad Asita di esaminare la fisionomia del neonato. Asita, riconoscendo nel bimbo i
trentadue segni distintivi di un grande uomo, predisse che se fosse rimasto nel mon-
do secolare sarebbe diventato uno dei re che mettono in moto la ruota all’età di
ventinove anni; se, al contrario, avesse abbandonato la vita secolare, cosa che sem-

1059
GLOSSARIO

brava più probabile, avrebbe raggiunto la suprema saggezza e sarebbe diventato un


Budda. Asita lamentò il fatto che, avendo ormai raggiunto l’età di novant’anni, non
sarebbe vissuto abbastanza per ascoltarne gli insegnamenti.
associare, escludere, mettere in relazione e includere Concetto formulato da T’ien-t’ai
per suddividere i vari sutra provvisori e differenziarli fra loro e rispetto al Sutra del
Loto. Queste quattro categorie mostrano la relazione tra i primi quattro insegna-
menti dei cinque periodi e i quattro insegnamenti o dottrine. I quattro insegnamenti
o dottrine sono la classificazione, sempre formulata da T’ien-t’ai, degli insegnamen-
ti del Budda Shakyamuni in base al loro contenuto. Essi sono: l’insegnamento del
Tripitaka, l’insegnamento di condivisione, l’insegnamento specifico, l’insegnamento
perfetto. I cinque periodi sono una classificazione in ordine cronologico, secondo
T’ien-t’ai, degli insegnamenti esposti da Shakyamuni. Essi sono: il periodo della
Ghirlanda di fiori, il periodo Agama, il periodo Corretto ed equo, il periodo della
Saggezza, il periodo del Loto e del Nirvana. Durante il periodo della Ghirlanda di
fiori, l’insegnamento specifico era associato con l’insegnamento perfetto (associare).
Durante il periodo Agama venne esposto soltanto il Tripitaka, o Hinayana, mentre
l’insegnamento di condivisione, o Mahayana introduttivo, l’insegnamento specifico
e quello perfetto vennero esclusi (escludere). Durante il periodo Corretto ed equo
tutti e quattro gli insegnamenti vennero impartiti in relazione alla capacità di com-
prensione degli ascoltatori (mettere in relazione). Durante il periodo della Saggezza
l’insegnamento di condivisione e quello specifico vennero inclusi in quello perfetto
(includere). In contrasto con le dottrine provvisorie esposte durante questi periodi,
dove insegnamenti diversi venivano associati o esclusi, il Sutra del Loto contiene sol-
tanto l’insegnamento perfetto. Pertanto ci si riferisce a esso come all’insegnamento
puro e perfetto.
asura Tipo di demone della mitologia indiana. Rissosi e collerici, gli asura sono in peren-
ne conflitto con il dio Shakra, o Indra. Il mondo di asura è uno dei sei sentieri.
Baladitya, re (d.s.) Re del Magadha, in India, vissuto presumibilmente intorno al VI
secolo e devoto buddista. Fece erigere un tempio presso il monastero Nalanda, la
cui inaugurazione fu celebrata da una moltitudine di monaci provenienti da tutta
l’India. Secondo Cronache delle regioni occidentali, Mihirakula, signore del vicino
stato di Cheka, si opponeva al Buddismo e tentò di sottomettere Baladitya. Ma quan-
do attaccò il Magadha, la popolazione si sollevò contro di lui e lo fece prigioniero.
Baladitya intendeva giustiziarlo, ma poi lo rimise in libertà, convinto dalle preghiere
di sua madre che lo esortava ad agire in modo compassionevole.
Bastone di bambù, scuola del Termine con cui ci si riferisce a diversi gruppi brahmani
dell’epoca di Shakyamuni, che avrebbero avuto in comune l’uso di recare sempre
con sé un bastone. Alcuni membri di uno di tali gruppi uccisero Maudgalyayana.
Maudgalyayana, imbattutosi in alcuni brahmani della scuola del Bastone di bambù
e intrapreso un dibattito con loro, riuscì a confutare le argomentazioni del loro mae-
stro ed essi, infuriati, lo bastonarono a morte.
Bimbisara, re Re dello stato di Magadha in India. Era padre di Ajatashatru e devoto
seguace di Shakyamuni.
Bodhidharma Fondatore del Buddismo Zen in Cina. Le informazioni sulla sua bio-
grafia sono scarse e contraddittorie. Si dice che sia vissuto fino all’età di centocin-
quant’anni e la sua morte viene datata nel 528 da alcune fonti e nel 536 da altre.
bodhisattva (sans.) Individuo che aspira all’illuminazione e svolge pratiche altruistiche.
Il Mahayana formulò l’ideale del bodhisattva, che ricerca l’illuminazione sia per sé
sia per gli altri, arrivando a posporre il proprio ingresso nel nirvana per continuare a
guidare gli altri in quella direzione.

1060
GLOSSARIO

bodhisattva dell’insegnamento originale Bodhisattva che ricevettero gli insegnamenti


del Budda originale, ovvero il Budda la cui identità viene rivelata nell’insegnamento
originale (ultimi quattordici capitoli) del Sutra del Loto. In esso Shakyamuni rivela
di aver conseguito la Buddità in un passato remotissimo. I discepoli che egli istruì sin
da quel tempo sono i bodhisattva dell’insegnamento originale. Sono anche conosciu-
ti come Bodhisattva della Terra e vengono descritti per la prima volta nel capitolo
“Emergere dalla Terra” del Sutra del Loto, il primo dell’insegnamento originale.
Shakyamuni affida loro la missione di propagare la Legge mistica, l’essenza del sutra,
nell’Ultimo giorno della Legge.
bodhisattva dell’insegnamento transitorio Bodhisattva discepoli di un Budda provviso-
rio. Tra essi, Manjushri, Virtù Universale, Percettore dei Suoni del Mondo e Re della
Medicina. Un Budda provvisorio è un Budda che, per condurre gli altri alla salvezza,
assume un’identità transitoria che le persone possono riconoscere, non rivelando
quella autentica. Negli insegnamenti anteriori al Sutra del Loto e nell’insegnamento
transitorio (primi quattordici capitoli) contenuto nel sutra stesso, Shakyamuni non
rivelò la sua vera identità di Budda illuminatosi in un remoto passato, ma assun-
se l’identità provvisoria di Budda illuminatosi in India nell’arco della sua presente
esistenza. I bodhisattva da lui istruiti sotto questa identità sono i bodhisattva del-
l’insegnamento transitorio. Il termine è usato in contrasto con quello di bodhisat-
tva dell’insegnamento originale, che denota i Bodhisattva della Terra. I bodhisattva
dell’insegnamento transitorio compaiono nel Primo e Medio giorno della Legge e
diffondono il Mahayana provvisorio, o insegnamento transitorio del Sutra del Loto.
I Bodhisattva della Terra appaiono nell’Ultimo giorno della Legge e si dedicano a
diffondere la Legge mistica, o essenza del Sutra del Loto.
Bodhisattva della Terra Un’innumerevole schiera di bodhisattva che appaiono nel capi-
tolo “Emergere dalla terra”, ai quali Shakyamuni affida la propagazione della Legge
mistica dopo la sua morte, nell’Ultimo giorno della Legge. In molti dei suoi scritti,
Nichiren Daishonin si identifica con il Bodhisattva Pratiche Superiori, la guida dei
Bodhisattva della Terra.
bodhisattva numerosi come i granelli di polvere di mille mondi Espressione comune-
mente usata per indicare l’innumerevole schiera di bodhisattva emersi dalla terra
nel capitolo “Emergere dalla Terra” del Sutra del Loto. “Numerosi come i granelli
di polvere di mille mondi” deriva da un’espressione riportata nel capitolo “Poteri
sovrannaturali”.
Brahma Divinità che, secondo la tradizione, viveva nel primo e più basso dei quattro cieli
della meditazione nel mondo della forma al di sopra del monte Sumeru e governava
il mondo di saha. Nella mitologia indiana era considerato la personificazione del
principio universale fondamentale (Brahman). Fu incorporato nel Buddismo come
una delle due maggiori divinità tutelari, insieme a Shakra.
Budda emanazioni Vedi emanazioni del Budda.
Budda originale Detto anche vero Budda. Il Budda che ha rivelato la sua vera identità.
Budda transitorio 1) Un Budda che non rivela la propria identità originale, ma assume
un ruolo, o forma, transitorio per l’altrui salvezza. Questa definizione è utilizzata
in contrapposizione con il “Budda originale”, che ha invece manifestato la pro-
pria identità. 2) Un Budda descritto negli insegnamenti provvisori come Amida o
Mahavairochana.
Buddhamitra (d.s.) Il nono dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Il re del paese
in cui viveva era un fervente seguace del Brahmanesimo e tentò ripetutamente di
liberare il regno da qualunque influenza buddista. Si narra che Buddhamitra, deter-
minato a far cambiare idea al sovrano, camminò avanti e indietro di fronte al palazzo

1061
GLOSSARIO

reale per dodici anni, sventolando una bandiera rossa. Il re, profondamente colpito
da tanta risolutezza, gli consentì di confrontarsi a corte con un maestro brahmano.
Buddhamitra ebbe la meglio nel dibattito e infine il re si convertì al Buddismo.
Buddità Condizione, definita anche con la parola illuminazione, caratterizzata da una
saggezza senza limiti e da infinita compassione. È uno stato di perfetta libertà nel
quale si è risvegliati all’eterna e suprema verità, all’intima realtà di tutte le cose. La
Buddità è lo scopo della pratica buddista e il più elevato dei Dieci mondi.
Bun’ei, era In Giappone, periodo che va dal 1264 al 1275. Nel 1275, il nome dell’era
cambiò in Kenji. Per tale motivo, tra le lettere redatte dal Daishonin nel 1275, alcune
riportano la data del dodicesimo anno di Bun’ei, mentre altre quella del primo anno
di Kenji.
buon amico (giap. zenchishiki) Persona che guida gli altri al corretto insegnamento. Il
Buddismo insegna che, nel perseguire il cammino verso l’illuminazione, bisognereb-
be accompagnarsi a un buon amico. Nel capitolo “Devadatta” del Sutra del Loto,
Shakyamuni descrive Devadatta, che attentò alla sua vita, come un buon amico per-
ché in un’esistenza precedente gli aveva insegnato il Sutra del Loto. Nel capitolo “Re
Ornamento Meraviglioso”, si narra di due fratelli, Puro Forziere e Puro Occhio, che
furono “buoni amici” del loro padre, Re Ornamento Meraviglioso, perché lo conver-
tirono al Buddismo. In questo capitolo si definiscono i “buoni amici” come: «grandi
cause e condizioni. Infatti, guidando e convertendo, consentono di vedere il Budda e
di sviluppare il desiderio della suprema e perfetta illuminazione». Un “buon amico”
è chiamato anche “buon maestro” perché istruisce sul corretto insegnamento. Nei
suoi scritti, il Daishonin si riferisce anche ai nemici chiamandoli “buoni amici”, in
quanto aiutano una persona a rafforzare la propria determinazione di portare avanti
la pratica buddista. Vedi anche cattivo amico.
Buoni Tesori Bodhisattva descritto nel Sutra della Ghirlanda di fiori che visita in totale
cinquantatré maestri per ricercare la verità.
Calmo e Brillante, monte Altro nome del monte Sumeru. Il nome sanscrito Sumeru fu
tradotto in cinese come “calmo e brillante” o “meraviglioso splendore”.
Caratteristiche dei dharma, scuola delle Termine con cui si designa la scuola cinese Fa-
hsiang e la scuola giapponese Hosso (hosso è la pronuncia giapponese di fa-hsiang).
Una scuola che si propone di chiarire la realtà ultima attraverso l’analisi e la classi-
ficazione degli aspetti e caratteristiche delle cose e dei fenomeni. Questa dottrina
deriva dagli insegnamenti della scuola della Coscienza come unica realtà di Maitreya,
Asanga e Vasubandhu. Hsüan-tsang e il suo discepolo Tz’u-en sono considerati tra-
dizionalmente i fondatori di questa scuola in Cina.
Catalogo del canone buddista dell’era Chen-yüan Indice delle scritture buddiste cinesi
compilato da Yüan-chao. Terminato nell’800, sedicesimo anno dell’era Chen-yüan,
durante il regno dell’imperatore Te-tsung, il catalogo raccoglie 2.417 scritti.
cattivi sentieri Detti anche cattivi sentieri dell’esistenza. I mondi di sofferenza nei quali
cadono coloro che commettono azioni malvagie; anche la sofferenza che essi devono
sperimentare. “Sentiero” indica uno stato vitale o un regno dell’esistenza o specifi-
camente qualcuno dei Dieci mondi. I mondi di inferno, degli spiriti affamati e degli
animali sono chiamati i tre cattivi sentieri e, insieme al mondo di asura, sono chiamati
quattro cattivi sentieri.
cattivo amico (giap. akuchishiki) Detto anche cattivo compagno, cattivo maestro o cat-
tiva influenza. Chi conduce gli altri sui cattivi sentieri, facendolo cadere nella soffe-
renza. Un cattivo amico illude le persone con falsi insegnamenti per ostacolarne la
corretta pratica buddista. Il Sutra del Nirvana afferma che non si dovrebbero temere
gli elefanti impazziti, ma i cattivi amici. I cattivi amici sono coloro che si accostano

1062
GLOSSARIO

agli altri, con atteggiamento amichevole, per allontanarli dalla corretta pratica bud-
dista e indirizzarli verso insegnamenti errati. Vedi anche buon amico.
causa originale Detta anche vera causa. Vedi effetto originale.
cento mondi e mille fattori “Cento mondi” significa il mutuo possesso dei Dieci mondi:
principio secondo cui ognuno dei Dieci mondi possiede al suo interno tutti i Dieci
mondi. Ognuno di questi cento mondi, a sua volta, racchiude i dieci fattori che in tal
modo formano i “mille fattori”. In contrapposizione con i “tremila regni in un singo-
lo istante di vita”, che comprende tutte le cose nell’universo, senzienti e insenzienti,
i “cento mondi e mille fattori” riguardano soltanto gli esseri senzienti.
cerimonia dell’apertura degli occhi Cerimonia per consacrare statue o immagini del
Budda, basata sulla convinzione che essa conferisse a tali oggetti proprietà spiritua-
li.
cerimonia di consacrazione Cerimonia in uso nel Buddismo esoterico con la quale si
conferiva a una persona una determinata carica. Si dice che derivasse dall’usanza,
comune nell’antica India, di versare dell’acqua sul capo di un re che saliva al trono.
Nel Buddismo esoterico esistono tre tipi di cerimonia di consacrazione: 1) per stabi-
lire una relazione tra l’individuo e il Budda; 2) per conferire lo stato di praticante del
Buddismo esoterico; 3) per elevare una persona al rango di acharya, qualificandolo
a insegnare la dottrina esoterica.
Cerimonia nell’aria La seconda delle tre assemblee descritte nel Sutra del Loto, duran-
te la quale tutti i presenti sono sollevati nell’aria al di sopra del mondo di saha.
La Cerimonia nell’aria è descritta nella seconda metà del capitolo “Torre preziosa”
(undicesimo) del Sutra del Loto e prosegue fino al capitolo “Affidamento” (venti-
duesimo). Il cuore della cerimonia è costituito dalla rivelazione dell’illuminazione
originale del Budda Shakyamuni avvenuta nel remoto passato e dalla trasmissione
dell’essenza del sutra ai Bodhisattva della terra.
Ch’en-chen (d.s.) Uno dei fratelli maggiori di T’ien-t’ai. Un indovino predisse a Ch’en-
chen che sarebbe morto entro un mese, ma, praticando gli insegnamenti di T’ien-t’ai
sulla concentrazione e sulla visione profonda, egli riuscì a vivere altri quindici anni.
Ch’eng-kuan (738-839) Conosciuto anche come il Maestro del Paese Ch’ing-liang.
Quarto patriarca della scuola cinese della Ghirlanda di fiori in Cina.
ch’i-lin (cin.) Animale immaginario che compare nelle leggende cinesi, simile a un caval-
lo focoso; si riteneva che apparisse per annunciare l’avvento di un santo.
Chandaka Servitore di Shakyamuni prima che questi rinunciasse alla vita secolare. Nella
notte in cui Shakyamuni lasciò il palazzo per abbracciare la vita religiosa, era accom-
pagnato da Chandaka che teneva per le briglie il cavallo del principe, Kanthaka.
Dopo che Shakyamuni ebbe ottenuto l’illuminazione, Chandaka divenne suo disce-
polo ma, a causa della sua natura arrogante, era in costante attrito con gli altri mo-
naci. Dopo la morte di Shakyamuni proseguì la sua ricerca sotto la guida di Ananda
e raggiunse lo stato di arhat.
chandala (sans.) Casta degli intoccabili, l’ultima e la più umile delle quattro classi sociali
dell’antica India. Gli appartenenti a questa casta si occupavano dei cadaveri, di ani-
mali macellati e in genere di attività che avevano a che fare con la morte o l’uccisione
di esseri viventi. Nichiren dichiara di appartenere alla casta chandala, essendo nato
in una famiglia di pescatori.
Chandrakirti (sans.) Conosciuto anche come Chandrayashas. Ministro del re Ajatashatru,
sovrano del Magadha, in India. Quando il re si ammalò di piaghe virulente su tutto
il corpo, i suoi sei ministri lo esortarono a rivolgersi all’uno o all’altro dei sei maestri
non buddisti per essere curato. Uno di loro era Chandrakirti, che lo consigliò di
chiedere aiuto a Purana, uno dei sei maestri non buddisti.

1063
GLOSSARIO

Chang Liang (m. 168 a.C.) Statista e stratega che aiutò Liu Pang, o imperatore Kao-tzu,
a porre fine alla dinastia Ch’in e fondare la prima dinastia Han in Cina.
Chang-an (561-632) Discepolo e successore di T’ien-t’ai. Si dedicò alla raccolta e alla
trascrizione dei più importanti scritti di T’ien-t’ai: Parole e frasi del Sutra del Loto,
Il significato profondo del Sutra del Loto e Grande concentrazione e visione profonda.
Scrisse anche Il significato profondo del Sutra del Nirvana, Annotazioni sul Sutra del
Nirvana e altre opere.
Chao Kao (m. 207 a.C.) Ministro del Primo Imperatore della dinastia Ch’in in Cina. Alla
morte per malattia dell’imperatore, l’ufficiale eunuco Chao Kao promulgò un editto
con cui pose sul trono il figlio minore del defunto sovrano. Fu artefice della morte
del figlio maggiore di questi, di molti generali e ministri e infine anche del secondo
imperatore, riuscendo a manipolare il potere e controllare il trono fino a quando fu
ucciso dal terzo sovrano, il nipote del Primo Imperatore.
Chia-hsiang Vedi Chi-tsang.
Chiarimento sulle scuole basate sulla dottrina di T’ien-t’ai Opera di Dengyo scrit-
ta nell’813. In essa egli mostra come i maestri e gli studiosi cinesi del Buddismo
basarono il loro pensiero sulle dottrine di T’ien-t’ai e, con tale presupposto, egli
confuta gli errori delle scuole della Vera parola, della Ghirlanda di fiori, dei Tre
trattati, delle Caratteristiche dei dharma e altre.
chiave preziosa della volta segreta, La Opera scritta da Kobo, una versione condensa-
ta del suo Trattato sui dieci stadi della mente, che espone le dottrine essenziali della
scuola esoterica della Vera parola. In quest’opera Kobo ricapitola i dieci stadi della
mente e afferma la superiorità degli insegnamenti esoterici su quelli essoterici.
Chi-cha (561-515 a.C. ca.) Figlio di Shou-meng, re di Wu, in Cina. Secondo la tradizio-
ne, mentre attraversava lo stato di Hsü, egli incontrò il signore del luogo che, nel
vedere la sua preziosa spada, la volle per sé pur non osando dirlo. Chi-cha intuì il
desiderio del signore e decise di fargliene dono al suo rientro. Ma, al suo ritorno,
scoprì che il dignitario era morto e allora depose la spada come offerta sulla sua
tomba.
Chieh, re Ultimo sovrano della dinastia Hsia cinese. Il re Chieh si abbandonò a una
vita dissoluta e inflisse al popolo grandi sofferenze a causa della sua tirannia e delle
sue stravaganze, causando infine la caduta della dinastia. Insieme al re Chou della
dinastia Yin (Shang), è considerato l’esempio classico del tiranno.
Chien-chen Vedi Ganjin.
Chih-che Titolo onorifico che significa “Persona di saggezza”. T’ien-t’ai veniva anche
chiamato Gran Maestro Chih-che e Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che.
Chih-i Vedi T’ien-t’ai.
Chih-tsang (458-522) Prete vissuto in Cina durante il periodo delle Dinastie settentrio-
nale e meridionale. L’imperatore Wu della dinastia Liang lo teneva in grande consi-
derazione e gli donò il tempio K’ai-shan, dove egli scrisse numerosi trattati e com-
mentari. Chih-tsang è considerato uno dei tre grandi maestri della dinastia Liang,
insieme a Fa-yün e Seng-min.
Chih-yen Secondo patriarca della scuola cinese della Ghirlanda di fiori.
Chincha Conosciuta anche come Chinchamanavika. Nascose un bacile sotto le sue
vesti e dichiarò pubblicamente di essere incinta di Shakyamuni. In un sutra si
narra che il dio Shakra assunse le forme di un topo, si arrampicò sotto le vesti
della donna e rosicchiò la corda che teneva fermo il bacile, il quale rotolò a terra
rivelando l’inganno. L’offesa di Chincha è considerata una delle nove grandi prove
che Shakyamuni dovette sostenere.
Ching K’o (m. 227 a.C.) Spadaccino che tentò, per conto del principe Tan dello stato

1064
GLOSSARIO

di Yen, di assassinare il re di Ch’in, il sovrano che in seguito unì la Cina sotto il suo
governo come Primo Imperatore della dinastia Ch’in.
Chin-kang-chih (671-741) (sans. Vajrabodhi) Studioso indiano del Buddismo esoterico.
Divenne discepolo di Nagabodhi, che lo iniziò allo studio delle scritture esoteriche.
Si trasferì a Lo-yang, in Cina, nel 720, dove si guadagnò la protezione dell’impera-
tore Hsüan-tsung. Tradusse numerose scritture esoteriche in cinese ed ebbe come
discepolo Pu-k’ung.
Chinzei Antico nome del Kyushu, la più meridionale delle grandi isole del Giappone.
Chisho (814-891) Conosciuto anche come Enchin o Gran Maestro Chisho. Quinto capo
dei preti dell’Enryaku-ji, il principale tempio della scuola Tendai sito sul monte Hiei,
in Giappone. Nell’853 si recò in Cina, dove apprese la dottrina di T’ien-t’ai e quelle
esoteriche. Al suo ritorno in Giappone mescolò le dottrine esoteriche con quelle
della scuola Tendai. Fece anche erigere una sala nel tempio Onjo dove celebrare la
cerimonia esoterica di consacrazione.
Chi-tsang (549-623) È noto anche come Chia-hsiang. Prete della scuola dei Tre trattati,
della quale viene a volte citato come il primo patriarca.
cho (giap.) Unità di misura sia lineare sia di superficie. Se considerato come unità di mi-
sura di superficie, un cho corrispondeva a circa 9.920 metri quadrati, mentre come
unità di misura lineare equivaleva a circa 110 metri. La sua grandezza subì variazioni
a seconda del periodo storico.
Chou, re Ultimo sovrano della dinastia Yin (Shang) che ebbe fine nell’undicesimo secolo
a.C. Tristemente ricordato come governante dispotico, insieme al re Chieh della di-
nastia Hsia è considerato l’esempio classico del tiranno. Incline all’alcol e alla srego-
latezza, era incoraggiato nelle proprie malefatte da Ta Chi, la sua concubina favorita.
A causa della sua corruzione e crudeltà, i signori feudali e la popolazione del regno
alla fine si ribellarono; fu sconfitto dal re Wu della dinastia Chou.
Chu Fa-lan (d.s.) Monaco indiano che si ritiene abbia introdotto per primo il Buddismo
in Cina insieme a un altro monaco, Kashyapa Matanga. Il nome sanscrito di Chu Fa-
lan è sconosciuto. Secondo la tradizione cinese, nel 67 d.C. viaggiò dall’India fino a
Lo-yang in Cina, su invito dell’imperatore Ming della tarda dinastia Han.
Chu Tao-sheng (m. 434) Noto anche come Tao-sheng. Uno dei discepoli anziani di
Kumarajiva in Cina. Si unì a Kumarajiva nella sua opera di traduzione e divenne uno
dei suoi principali discepoli. Basandosi sullo studio della versione cinese di Fa-hsien
del Sutra del Nirvana, affermò che tutte le persone possiedono la natura di Budda
e che persino gli icchantika, o persone di incorreggibile miscredenza, possono con-
seguire la Buddità. I preti anziani lo attaccarono per tali idee, lo espulsero dalla co-
munità monastica ed egli si ritirò su una montagna nel Su-chou. In seguito, quando
Dharmaraksha tradusse il Sutra del Nirvana in cinese, le asserzioni di Tao-sheng
furono ampiamente accettate.
Chudapanthaka Il più giovane di due fratelli, entrambi seguaci del Budda Shakyamuni.
Il maggiore dei due, Mahapanthaka, era molto intelligente mentre Chudapanthaka
lo era assai meno. Le leggende su questi due fratelli variano considerevolmente a
seconda delle fonti. Secondo una di queste, entrambi i fratelli erano stupidi, secon-
do un’altra fonte Chuda era il nome del fratello maggiore e Panthaka quello del
fratello minore. Le difficoltà di Chudapanthaka nell’apprendimento erano tali che
neppure l’essere stato istruito per tre anni da cinquecento arhat era bastato a fargli
ricordare anche un solo verso degli insegnamenti buddisti. Infine il Budda, mosso
a compassione, gli assegnò il compito di imparare un unico verso e gliene spiegò a
fondo il significato. Chudapanthaka riuscì infine a risvegliarsi e a raggiungere lo stato
di arhat.

1065
GLOSSARIO

Chunda Fabbro del villaggio di Pava che, dopo aver ascoltato la predicazione di
Shakyamuni, profondamente commosso da essa, offrì al Budda l’ultimo pasto prima
della sua entrata nel nirvana.
cieli della purezza Vedi cinque cieli della purezza.
cielo Culmine dell’Essere Altro nome per il cielo Akanishtha o il più elevato dei cieli nel
mondo della forma.
cielo dei trentatré dèi Il secondo dei sei cieli del mondo del desiderio. Si dice che questo
cielo si trovi su un altopiano sulla sommità del monte Sumeru, dove vivono trentatré
dèi, fra cui Shakra, che regna sugli altri.
cielo di Brahma Il primo e più basso dei quattro cieli della meditazione nel mondo della
forma, al di sopra del monte Sumeru.
cielo Tushita Cielo della Soddisfazione. Il quarto dei sei cieli nel mondo del desiderio.
Si dice che i bodhisattva rinascano in questo cielo appena prima della rinascita nel
mondo in cui conseguiranno la Buddità. Il cielo Tushita consiste di una corte interna
e di una esterna. Quella interna è ritenuta la dimora del Bodhisattva Maitreya.
cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva Detti anche cinquantadue stadi della
pratica. Livelli attraverso i quali i bodhisattva avanzano fino al conseguimento della
Buddità. Essi sono costituiti da dieci stadi della fede, dieci stadi di sicurezza, dieci
stadi di pratica, dieci stadi di devozione, dieci stadi di sviluppo, uno stadio di illumi-
nazione quasi perfetta e un altro di illuminazione perfetta.
cinquantadue stadi della pratica Vedi cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva.
Cinquantesima persona Vedi trasmissione continua fino alla cinquantesima persona.
cinque asceti I primi convertiti da Shakyamuni. I loro nomi sono Ajnata Kaundinya,
Ashvajit, Mahanama, Bhadrika e Dashabala Kashyapa. In seguito alla decisione di
Shakyamuni di lasciare la vita secolare, suo padre, il re Shuddhodana, preoccupato
per la sicurezza del figlio, ordinò a questi cinque uomini di accompagnarlo. Anch’essi
si dedicarono a severe pratiche ascetiche, ma quando il principe abbandonò l’asce-
tismo pensarono che avesse rinunciato alla ricerca della verità. Non lo seguirono e si
recarono nel Parco dei Cervi a Varanasi per continuare i loro austeri esercizi. Dopo
aver ottenuto l’illuminazione, Shakyamuni si recò al Parco dei Cervi per predicare a
essi, che divennero i suoi primi discepoli.
Cinque canoni Scritti dei Cinque imperatori, i cinque leggendari imperatori saggi cinesi
Shao Hao, Chuan Hsü, Ti Kao, T’ang Yao e Yü Shun. I Cinque canoni sono men-
zionati nelle opere cinesi più antiche, ma non sono più esistenti.
cinque caratteri di Myoho-renge-kyo La Legge mistica o Myoho-renge-kyo. La Legge,
o Myoho-renge-kyo, è così chiamata perché consiste di cinque caratteri cinesi: myo,
ho, ren, ge e kyo.
cinque cibi piccanti Detti anche cinque cibi dal forte sapore o altre espressioni simili.
Cinque verdure dall’odore pungente, diverse a seconda della fonte di riferimento.
Secondo un testo essi sono: aglio, scalogno, porro, rocambola e una pianta della
stessa famiglia dell’erba peperina. In un altro testo essi sono: aglio, scalogno, porro,
cipolla e zenzero. Nell’ordine buddista erano proibiti per il loro forte odore e l’effet-
to stimolante che provocavano quando venivano ingeriti. Si riteneva che causassero
irritabilità e desiderio sessuale.
cinque cieli della purezza Detti anche cieli della purezza o cieli puri. I cinque cieli più
elevati nel mondo della forma. Si ritiene che coloro che conseguono lo stadio del non
ritorno, il secondo più alto dei quattro livelli di illuminazione hinayana, rinascano in
questi cieli.
cinque componenti Dette anche cinque componenti della vita o cinque aggregati. Sono
gli elementi costituenti: forma, percezione, concezione, volizione e coscienza. Questi

1066
GLOSSARIO

elementi fondamentali si uniscono temporaneamente per formare ogni singolo esse-


re vivente. Le cinque componenti costituiscono il primo dei tre regni dell’esistenza.
cinque desideri I desideri che emergono dal contatto dei cinque organi di senso (occhi,
orecchi, naso, lingua e corpo) con i rispettivi oggetti (forma, suono, odore, gusto e
consistenza).
cinque elementi I cinque costituenti di tutte le cose nell’universo. Essi sono terra, acqua,
fuoco, vento e spazio vuoto.
cinque gradi di meditazione Pratiche di meditazione nel Buddismo esoterico: 1) per-
cepire la mente dell’illuminazione; 2) risvegliarsi alla mente dell’illuminazione; 3)
conseguire la mente adamantina; 4) ottenere il corpo adamantino; 5) acquisire il
corpo di Budda.
cinque gusti Detti anche cinque sapori. I sapori del latte fresco, della panna, del latte
cagliato, del burro e del ghee – cinque stadi del processo tramite il quale il latte si
trasforma in ghee, il burro raffinato e chiarificato. T’ien-t’ai utilizzò i cinque gusti
come metafora per la sua dottrina dei cinque periodi. Questa è una classificazione
dell’intero corpo degli insegnamenti di Shakyamuni seguendo l’ordine in cui, secon-
do T’ien-t’ai, erano stati esposti.
Cinque imperatori Cinque leggendari saggi imperatori della Cina che si narra abbiano
regnato dopo i Tre sovrani. Esistono tre differenti versioni dei Cinque imperatori
nei classici. In una di queste sono: Shao Hao, Chuan Hsü, Ti Kao, T’ang Yao e Yü
Shun.
cinque impurità Impurità dell’epoca, del desiderio, degli esseri viventi, del pensiero (o
delle concezioni) e della vita stessa. Sono menzionate nel capitolo “Espedienti” del
Sutra del Loto.
cinque nature Dette anche cinque nature distinte. Dottrina, sostenuta dalla scuola delle
Caratteristiche dei dharma, in cui gli esseri umani sono divisi in cinque gruppi, secon-
do la loro intrinseca capacità di ottenere l’illuminazione. Questi cinque gruppi sono: 1)
coloro che sono destinati a essere ascoltatori della voce; 2) coloro che sono destinati a
essere risvegliati all’origine dipendente; 3) coloro che sono destinati a essere bodhisat-
tva; 4) un gruppo non determinato; 5) coloro che non possiedono la capacità dell’illu-
minazione. Nessuno dei primi due gruppi può conseguire la Buddità. Gli appartenenti
al terzo gruppo possono infine conseguire la Buddità poiché possiedono il seme dell’il-
luminazione. Tutti insieme sono conosciuti con il nome di gruppi determinati poiché
il tipo di stato da loro raggiunto è prestabilito. Al contrario, le persone incluse nel
gruppo indeterminato possiedono due o tutte e tre le nature dei primi tre gruppi, ma
non è deciso quale di queste emergerà. Gli appartenenti al quinto gruppo non possono
ottenere l’illuminazione, ma solo trasmigrare nei sei sentieri per l’eternità.
cinque o sette caratteri I cinque caratteri di myo, ho, ren, ge e kyo. Nelle scritture di
Nichiren, Myoho-renge-kyo viene spesso usato come sinonimo di Nam-myoho-
renge-kyo, che consiste di sette caratteri cinesi. Nam è composto da due caratteri
cinesi.
cinque organi di senso Detti anche cinque organi sensoriali. Gli occhi, gli orecchi, il
naso, la lingua e il corpo.
cinque ostacoli Cinque limitazioni che impediscono a una donna di diventare un
Brahma, uno Shakra, un re demone, un re che mette in moto la ruota, oppure un
Budda. Insieme ai tre tipi di obbedienze, ai quali le donne sono soggette, i cinque
ostacoli sono spesso indicati come “i cinque ostacoli e le tre obbedienze”.
cinque paramita Esse sono: la donazione, l’osservanza dei precetti, l’accettazione della
sofferenza, la perseveranza e la meditazione. Sono cinque delle sei paramita, o sei
pratiche, esclusa quella della saggezza.

1067
GLOSSARIO

cinque peccati capitali Le cinque offese più gravi nel Buddismo. Le spiegazioni variano
secondo i sutra e i trattati di riferimento. Secondo la versione più comune sono: 1)
uccidere il proprio padre; 2) uccidere la propria madre; 3) uccidere un arhat; 4)
ferire un Budda; 5) essere causa di disgregazione nell’ordine buddista.
cinque periodi Classificazione elaborata da T’ien-t’ai degli insegnamenti di Shakyamuni,
secondo l’ordine in cui egli riteneva fossero stati esposti: 1) periodo della Ghirlanda
di fiori, o periodo del Sutra della Ghirlanda di fiori, immediatamente seguente al-
l’illuminazione del Budda; 2) periodo Agama, o periodo dei sutra Agama, in cui
Shakyamuni espose gli insegnamenti hinayana; 3) periodo Corretto ed equo, in cui
furono esposti i sutra di Amida, di Mahavairochana, di Vimalakirti e altri; 4) periodo
della Saggezza, o periodo in cui furono insegnati i sutra della Saggezza; 5) periodo
del Loto e del Nirvana. In questo intervallo, lungo otto anni, Shakyamuni espose il
Sutra del Loto e il Sutra del Nirvana.
cinque periodi di cinquecento anni Cinque periodi consecutivi che seguono alla morte
di Shakyamuni, durante i quali si ritiene che il Buddismo si diffonda, prosperi e alla
fine declini. Essi sono descritti nel Sutra della Grande raccolta in cui si predice il cor-
so del Buddismo nei primi duemilacinquecento anni dopo la scomparsa del Budda.
In sequenza cronologica i cinque periodi sono: 1) l’epoca del conseguimento della
liberazione; 2) l’epoca della meditazione; 3) l’epoca della lettura, della recitazione e
dell’ascolto; 4) l’epoca della costruzione di templi e stupa; 5) l’epoca delle dispute
e dei conflitti in cui gli insegnamenti di Shakyamuni verranno oscurati e perduti. In
termini dei tre periodi, il primo e il secondo corrispondono al Primo giorno della
Legge; il terzo e il quarto coincidono con il Medio giorno della Legge; il quinto segna
l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge.
cinque poteri trascendenti Detti anche cinque poteri sovrannaturali. I primi cinque dei
sei poteri trascendenti. Essi sono: 1) il potere di essere ovunque in base alla propria
volontà; 2) il potere di vedere qualsiasi cosa ovunque; 3) il potere di udire un suono
ovunque esso sia; 4) il potere di conoscere i pensieri di tutte le altre menti; 5) il pote-
re di conoscere le esistenze passate.
cinque pratiche Nel Buddismo sono state elaborate diverse categorie delle cinque pra-
tiche. Quelle descritte nel capitolo “Maestro della Legge” del Sutra del Loto sono:
abbracciare, leggere, recitare, diffondere e copiare il Sutra del Loto.
cinque pratiche ascetiche Cinque regole di condotta. Esse sono: 1) indossare vestiti fatti
di stracci; 2) vivere di elemosina; 3) mangiare un solo pasto al giorno; 4) vivere in am-
biente aperto; 5) astenersi dal mangiare cibo dolce, acido, amaro, speziato o salato.
cinque precetti Precetti fondamentali che i laici devono osservare. Essi sono: non uccide-
re, non rubare, non avere rapporti sessuali illeciti, non mentire e non bere sostanze
inebrianti.
cinque princìpi maggiori Cinque prospettive secondo cui T’ien-t’ai interpretò il Sutra
del Loto: nome, entità, fondamento, funzione e insegnamento. Nel Significato pro-
fondo del Sutra del Loto, T’ien-t’ai spiega che Myoho-renge-kyo, titolo del Sutra del
Loto, non è semplicemente il nome, bensì l’entità del Sutra del Loto e possiede un
fondamento, una funzione e una posizione unici fra tutti gli insegnamenti.
cinque province e sette regioni periferiche Termine generico utilizzato per i settori
amministrativi in cui era suddiviso il Giappone. Tale espressione indicava anche
il Giappone in generale. Le “cinque province” era un termine riferito alle provin-
ce situate intorno alla capitale o sede della corte imperiale. Esse erano Yamashiro,
Yamato, Kawachi, Izumi e Settsu. Le “sette regioni periferiche” stava a indicare le
regioni in cui le rimanenti sessanta province erano raggruppate a seconda delle stra-
de principali che partivano dalla capitale.

1068
GLOSSARIO

cinque regioni dell’India Termine utilizzato per indicare tutta l’antica India. Le cinque
regioni sono: orientale, occidentale, meridionale, settentrionale e centrale.
cinque segni di decadenza Cinque segni con cui si manifesta il declino degli esseri celesti
quando si avvicinano alla loro fine. Tali segni differiscono secondo i sutra di riferi-
mento. Nel Sutra del Nirvana si descrivono i seguenti: 1) i loro vestiti si macchiano;
2) i fiori sul loro capo appassiscono; 3) il loro corpo si sporca ed emana un cattivo
odore; 4) sudano sotto le ascelle; 5) non provano gioia in alcun luogo si trovino.
cinque sentieri I cinque regni dell’inferno, degli spiriti affamati, degli animali, degli esseri
umani e degli esseri celesti. Assieme al regno degli asura, costituiscono i sei sentieri.
cinque stadi della pratica La pratica che devono seguire i credenti del Sutra del Loto dopo
la morte di Shakyamuni, formulata da T’ien-t’ai in base al contenuto del capitolo
“Distinzioni dei benefici”. I cinque stadi sono: 1) essere colmi di gioia udendo il Sutra
del Loto; 2) leggere e recitare il sutra; 3) esporre il sutra agli altri; 4) abbracciare il sutra
e praticare le sei paramita; 5) perfezionare la propria pratica delle sei paramita.
cinque tipi di pratiche diverse Detti anche cinque pratiche diverse. Essi sono: 1) leggere
e recitare qualsiasi altro sutra diverso dai tre sutra della Pura terra; 2) meditare su un
Budda che non sia Amida; 3) venerare un Budda che non sia Amida; 4) invocare il
nome di un Budda che non sia Amida; 5) lodare e fare offerte a un Budda che non
sia Amida. Esposte da Shan-tao, un patriarca della scuola della Pura terra, le cinque
pratiche diverse sono contrapposte alle cinque pratiche corrette indirizzate al Budda
Amida.
cinque tipi di saggezza Cinque aspetti della saggezza del Budda Mahavairochana nel-
l’insegnamento della scuola della Vera parola. Essi sono: 1) la saggezza dell’essenza
del mondo fenomenico; 2) la saggezza del grande specchio rotondo; 3) la saggezza
non discriminante; 4) la saggezza della consapevolezza dei particolari; 5) la saggezza
della pratica perfetta.
cinque tipi di visione Detti anche cinque tipi di occhio. Cinque tipi di facoltà percettive:
1) l’occhio degli esseri comuni, detto anche occhio fisico, in grado di distinguere co-
lore e forma; 2) l’occhio celeste, o capacità degli esseri celesti di vedere oltre le limi-
tazioni fisiche dell’oscurità, della distanza o degli ostacoli; 3) l’occhio della saggezza,
o capacità di coloro che appartengono ai due veicoli di percepire che tutti i fenomeni
sono privi di sostanza; 4) l’occhio del Dharma, con cui i bodhisattva penetrano tutti
gli insegnamenti allo scopo di salvare le persone; 5) l’occhio del Budda, che percepi-
sce la vera natura della vita attraverso passato, presente e futuro. L’occhio del Budda
include gli altri quattro, per cui egli possiede tutti i cinque tipi di visione.
cinque veicoli Cinque tipi di insegnamento esposti in accordo con le capacità delle per-
sone. Con il termine veicolo si indica un insegnamento che conduce le persone a uno
stadio specifico di risveglio. Essi sono rispettivamente il veicolo degli esseri comuni,
degli esseri celesti, degli ascoltatori della voce, dei risvegliati all’origine dipendente
e dei bodhisattva.
cinque virtù costanti Dette anche cinque grandi princìpi di umanità: benevolenza, retti-
tudine, decoro, saggezza e retta fede. Nel Confucianesimo, erano considerati i prin-
cìpi a cui ci si dovrebbe sempre attenere.
cinquecento precetti Regole della disciplina monastica osservate dalle monache che
avevano preso i voti del Buddismo hinayana. Il termine “cinquecento” non deve
essere interpretato letteralmente poiché il numero, nella realtà, differisce a secon-
da della fonte di riferimento. Nelle Quadruplici regole della disciplina sono elencati
348 precetti.
cinquemila o settemila volumi delle scritture buddiste Detti anche cinquemila o sette-
mila volumi di sutra. In generale, indica la raccolta delle scritture buddiste. Questi

1069
GLOSSARIO

numeri derivano da due annali cinesi. L’Annale dell’epoca K’ai yüan del Canone bud-
dista, redatto nel 730, elenca 5.048 volumi di opere buddiste e l’Annale dell’epoca
Chen yüan del Canone buddista, risalente all’800, ne enumera 7.388. Queste e altre
cifre si riferiscono all’intero corpo dei testi buddisti. Sebbene tali annali includano
sutra, scritti sulle regole di disciplina monastica e trattati, “cinquemila” e “settemila”
stavano a indicare anche l’intera raccolta di sutra.
ciuffo di peli bianchi Detto anche ciuffo di capelli bianchi. Un ciuffo di peli bianchi tra
le sopracciglia, che è uno dei trentadue attributi di un Budda. Si dice che da esso si
irradi un fascio di luce.
classico della pietà filiale, Il (cin. Hsiao ching) Opera che si ritiene scritta da Tseng Tzu,
discepolo di Confucio. Redatta in forma di dialogo fra Tseng Tzu e il suo maestro,
considera la pietà filiale come virtù cardinale, fonte di ogni insegnamento. Ebbe par-
ticolare successo sotto gli imperatori della dinastia Han (202 a.C.-220 d.C.).
Colui che Aspira alla Legge Nome di Shakyamuni in una passata esistenza quando era
un asceta alla ricerca della Legge. Un demone, con le sembianze di un brahmano,
gli apparve promettendo che gli avrebbe rivelato un insegnamento buddista se fosse
stato disposto a trascriverlo utilizzando la sua pelle come carta, un suo osso come
penna e il suo sangue come inchiostro. Quando Colui che Aspira alla Legge accettò
con gioia, il demone svanì. In risposta al suo spirito di ricerca, si manifestò un Budda
che gli espose un profondo insegnamento.
Commentario al Sutra dei Dieci stadi Opera attribuita a Nagarjuna. Il nono capitolo,
intitolato “Pratica facile”, esamina le due vie della pratica buddista, la via difficile
da praticare e la via facile da praticare. La scuola della Pura terra utilizza queste due
categorie, interpretando la via facile da praticare come la pratica dell’invocazione del
nome del Budda Amida.
Comparazione tra il Buddismo essoterico ed esoterico Opera di Kobo (774-835). In
essa egli compara i due tipi di insegnamenti e sostiene la superiorità di quelli eso-
terici. Questa opera illustra anche i dieci stadi della mente. Vedi anche dieci stadi
della mente.
Compendio del Mahayana, scuola del La scuola She-lun, una delle tredici scuole della
Cina, basata sul Compendio del Mahayana di Asanga. Ebbe una grande diffusione
nel periodo delle dinastie Ch’en, Sui e all’inizio della dinastia T’ang, ma più tardi
venne assorbita dalla scuola delle Caratteristiche dei dharma.
comprensione della non nascita e della non estinzione di tutti i fenomeni Stadio in cui
avviene il risveglio alla verità che nessuna cosa o fenomeno nasce o muore; è lo stadio
in cui si percepisce la non nascita e la non estinzione del mondo fenomenico, acqui-
sendo così la calma della mente.
corpo del Dharma Detto anche corpo della Legge. Uno dei tre corpi che un Budda
possiede. Il corpo della Legge indica la verità fondamentale, o Legge, e l’essenza
della vera natura della vita del Budda. Indica anche l’intero essere di un Budda, che
incarna la verità fondamentale o Legge.
corpo di ricompensa Detto anche corpo di retribuzione. Uno dei tre corpi del Budda
insieme al corpo del Dharma e al corpo manifesto. Il corpo di ricompensa si riferisce
a un corpo ottenuto come retribuzione per aver completato le pratiche del bodhisat-
tva. Si pensava che ogni Budda possedesse l’uno o l’altro dei tre corpi e i Budda veni-
vano classificati a seconda dei corpi che si riteneva essi possedessero. Ad esempio, il
Budda Amida e il Budda Maestro della Medicina furono definiti Budda dal corpo di
ricompensa. In contrapposizione a queste forme iniziali della dottrina dei tre corpi,
più tardi si sostenne che un unico Budda possedeva tutti e tre i corpi; in tal senso, i
tre corpi potevano essere considerate tre proprietà di un singolo Budda.

1070
GLOSSARIO

corpo inferiore manifesto Vedi corpo superiore manifesto.


corpo manifesto Uno dei tre corpi del Budda. Il corpo manifesto è la forma fisica che un
Budda assume nel mondo al fine di salvare le persone.
corpo superiore manifesto Uno dei due tipi di corpo manifesto, l’altra forma è il corpo
inferiore manifesto. Il corpo manifesto è uno dei tre corpi di un Budda ed è la forma
fisica con la quale il Budda appare nel mondo per salvare le persone. Il Budda dal
corpo superiore manifesto è il Budda che appare per il bene dei bodhisattva al primo
stadio dello sviluppo e agli stadi superiori, ovvero dal quarantunesimo dei cinquan-
tadue stadi della pratica del bodhisattva. Il Budda dal corpo inferiore manifesto è il
Budda che appare per il bene delle persone comuni, per le persone dei due veicoli e
per i bodhisattva che non sono ancora arrivati al primo stadio di sviluppo.
corretti ed equi, sutra Altro termine per indicare i sutra mahayana. Questa espressione è
diversa da “sutra Corretti ed equi”, che sono i sutra del periodo Corretto ed equo.
Corretti ed equi, sutra Detti anche sutra Universali ed equi. Sutra mahayana provvisori
di livello inferiore, esposti nel terzo dei cinque periodi in cui T’ien-t’ai suddivise
gli insegnamenti di Shakyamuni. In essi il Budda confuta l’attaccamento dei suoi
discepoli agli insegnamenti esposti in precedenza (Hinayana) e li guida verso gli in-
segnamenti superiori.
Corretto ed equo, periodo Detto anche periodo Universale ed equo. Il periodo dei su-
tra mahayana introduttivi, terzo dei cinque periodi. In questo periodo Shakyamuni
confutò l’attaccamento dei propri discepoli alle dottrine hinayana, guidando-
li verso il Mahayana provvisorio tramite insegnamenti quali i sutra di Amida, di
Mahavairochana e di Vimalakirti. Il periodo Corretto ed equo è anche noto con il
nome di periodo Vaipulya, o periodo Esteso e, secondo T’ien-t’ai, durò per otto o
sedici anni.
coscienza alaya Detta anche coscienza magazzino o deposito. Corrisponde al livello di
coscienza dove i risultati delle proprie azioni (karma), buoni o cattivi, si accumulano
come potenziali karmici o “semi” i quali in seguito producono risultati di gioia o sof-
ferenza. Secondo la scuola della Coscienza come unica realtà, che postula l’esistenza
di otto livelli di coscienza, la coscienza alaya corrisponde all’ottavo livello ed è l’ori-
gine delle prime sette, il deposito dei semi che producono tutte le cose e i fenomeni.
T’ien-t’ai e la scuola della Ghirlanda di fiori usano tale termine per indicare un altro
livello, più profondo – la nona coscienza – che corrisponde al vero aspetto della vita,
o natura di Budda.
Cronache delle regioni occidentali Resoconto di Hsüan-tsang sui suoi viaggi attraverso
l’Asia centrale e l’India tra il 629 e il 645, alla ricerca di scritture buddiste. Questo
testo descrive la cultura, le leggende, la storia, il Buddismo e la politica di centotren-
totto stati.
Cronache dello storico Opera storica redatta da Ssu-ma Ch’ien vissuto sotto la dina-
stia Han, il primo grande storico cinese. Questa opera, che consiste di centotrenta
volumi, fu completata intorno al 91 a.C. e copre un periodo che va dall’imperatore
Huang Ti (Imperatore Giallo) fino all’imperatore Wu della dinastia Han. Assai ap-
prezzata dagli storici cinesi delle epoche successive come un modello di documenta-
zione storica. Il titolo cinese originale è Shih chi.
daimoku (giap.) 1) Il titolo di un sutra, in particolare il titolo del Sutra del Loto della
Legge meravigliosa (giap. Myoho-renge-kyo). 2) Negli insegnamenti di Nichiren,
l’invocazione di Nam-myoho-renge-kyo.
Dainichi (d.s.) Detto anche Nonin. Prete giapponese del XII secolo che fu tra i primi
a diffondere gli insegnamenti Zen nel suo paese. Sebbene la scuola Rinzai, fondata
da Eisai (1141-1215), fosse la prima scuola Zen a essere riconosciuta ufficialmen-

1071
GLOSSARIO

te, Nonin l’aveva preceduta nel diffondere gli insegnamenti Zen. Criticato per non
aver ricevuto la trasmissione delle dottrine da un maestro autorizzato, inviò due suoi
discepoli in Cina nel 1189 e ottenne l’autorizzazione alla propagazione del suo pen-
siero dal maestro Zen Cho-an Te-kuang. Nonin chiamò il suo insegnamento «scuola
giapponese di Bodhidharma» (Nihon Daruma).
Daishin, Acharya (d.s.) Discepolo di Nichiren Daishonin. Nativo della provincia di
Shimosa, faceva probabilmente parte della famiglia Soya. Istruì e sostenne i fedeli
nell’area di Kamakura durante l’esilio del Daishonin sull’isola di Sado.
Daishin-bo (m. 1279) Prete vissuto nell’area del monte Fuji in Giappone all’epoca di
Nichiren Daishonin, del quale fu discepolo. Gyochi, il vice capo dei preti del tempio
Ryusen, lo convinse ad abiurare la sua fede e a unirsi a lui nel perseguitare Nikko
Shonin e altri credenti, tra cui venti contadini imprigionati ad Atsuhara il ventune-
simo giorno del nono mese del 1279, con la falsa accusa di aver rubato il raccolto
del riso. Daishin-bo faceva parte del gruppo che procedette all’arresto. I contadini
opposero resistenza e nello scontro che seguì egli fu disarcionato e morì.
Daishonin (giap.) Lett.: “grande santo”. Titolo onorifico attribuito a Nichiren in quan-
to Budda apparso nell’Ultimo giorno della Legge per salvare tutta l’umanità.
Dammira (d.s.) Detto anche Mirakutsu. Un re del Kashmir, nell’India settentrionale. Si op-
pose al Buddismo e distrusse i templi e gli stupa buddisti che sorgevano nel suo regno.
Fece anche mettere a morte numerosi monaci, tra cui Aryasimha, l’ultimo dei venti-
quattro successori di Shakyamuni. I nomi Dammira e Mirakutsu sono la pronuncia
giapponese dei caratteri dei nomi cinesi. Non sono noti i nomi originali in sanscrito.
Dandaka, monte Montagna che si diceva si trovasse nei pressi di Gandhara, in India.
Si riteneva fosse stata la dimora di Shakyamuni quando praticava le austerità subito
dopo aver abbandonato la vita secolare. Si narrava che in quel luogo anche il prin-
cipe Sudana, lo stesso Shakyamuni in una vita anteriore, si fosse ritirato a praticare
le austerità.
Danna (953-1007) Conosciuto anche come Kakuun. Fondatore della scuola Danna,
ramo della scuola Tendai in Giappone. Era uno dei principali discepoli di Ryogen,
diciottesimo capo dei preti dell’Enryaku-ji, il tempio principale della scuola Tendai.
Il suo nome origina dal fatto che viveva nel tempio Danna sul monte Hiei.
Dazaifu, ufficio governativo di Denominato anche semplicemente Dazaifu. Sede locale
del governo nel Kyushu, la più meridionale delle grandi isole del Giappone, istituita
per gestire i contatti con il continente e anche a scopi difensivi.
Dea del Sole Divinità centrale della mitologia giapponese. Secondo i più antichi testi
storici esistenti sul Giappone, è la progenitrice della dinastia imperiale. La Dea del
Sole fu in seguito adottata come divinità protettrice nel Buddismo. In molti dei suoi
scritti, Nichiren Daishonin considera la Dea del Sole come personificazione delle
funzioni che proteggono la prosperità di coloro che hanno fede nell’insegnamento
corretto. Il suo nome in giapponese è Tensho Daijin o Amaterasu Omikami.
dèi celesti e divinità benevolenti Detti anche dèi buddisti, dèi protettori, dèi tutelari,
divinità guardiane e così via. Dèi che proteggono il corretto insegnamento buddista
e i suoi devoti. Queste divinità hanno anche la funzione di proteggere le persone e
la loro terra, recando fortuna a entrambe. “Dèi celesti e divinità benevolenti” è un
termine generico per indicare Brahma, Shakra, i quattro re celesti e altre divinità.
dèi del sole e della luna Deificazioni del sole e della luna.
demone celeste Vedi re demone del sesto cielo.
Dengyo (767-822) Noto anche come Saicho o Gran Maestro Dengyo. Fondatore della
scuola giapponese Tendai. Nell’804 Dengyo si recò in Cina per studiare la dottrina di
T’ien-t’ai e l’anno successivo fece ritorno in Giappone, dove fondò la scuola Tendai.

1072
GLOSSARIO

Il termine Tendai è la pronuncia giapponese del termine T’ien-t’ai in cinese. Dengyo


fece ripetuti sforzi per ottenere dalla corte imperiale il permesso di costruire un
centro di ordinazione mahayana sul monte Hiei, incontrando la strenua opposizione
delle scuole tradizionali di Nara. Il permesso fu infine accordato poco dopo la sua
morte e, nell’827, il suo successore Gishin ultimò i lavori di costruzione del centro.
Negli scritti di Nichiren Daishonin, Dengyo viene chiamato anche Gran Maestro
Kompon, o il Gran Maestro Fondamentale.
Devadatta Cugino di Shakyamuni che prima lo seguì come discepolo, ma in seguitò di-
venne suo nemico. A causa della sua arroganza, continuò a nutrire grande gelosia
nei confronti di Shakyamuni e tentò di ucciderlo e usurparne la posizione. Fomentò
uno scisma all’interno dell’ordine buddista e fece vari tentativi per attentare alla vita
del Budda. Si narra che, a causa delle sue azioni, cadde nell’inferno ancora vivo.
Tuttavia, nel capitolo “Devadatta” del Sutra del Loto, Shakyamuni predice che in
futuro otterrà l’illuminazione.
devoto del Sutra del Loto Colui che pratica e propaga il Sutra del Loto in esatto accordo
con i suoi insegnamenti.
dharma (sans.) Termine di fondamentale importanza nel Buddismo; ha diversi significati,
tra cui legge, verità, dottrina, insegnamento del Budda, decreto, osservanza, condot-
ta, dovere, virtù, morale, buone azioni, religione, giustizia, natura, qualità, carattere,
caratteristica, qualità essenziale, elementi dell’esistenza, costituenti ultimi delle cose,
fenomeni e così via. Alcuni degli usi più comuni sono: 1) (spesso in maiuscolo) la
Legge, o verità fondamentale; 2) l’insegnamento del Budda che rivela la Legge; 3)
(spesso al plurale) le manifestazioni della Legge, ovvero fenomeni, cose, fatti, esi-
stenze e così via; 4) gli elementi dell’esistenza che, secondo le scuole Hinayana, sono
le componenti basilari dell’individuo e della sua realtà; 5) le norme di condotta che
conducono all’accumulo di karma positivo.
Dharmaraksha 1) (233?-310?) Monaco di Dun-huang, una città situata in un’oasi del-
l’Asia centrale, che viaggiò in Cina all’epoca della dinastia occidentale Chin. Tradusse
varie scritture buddiste in cinese. Si deve a lui la più antica traduzione in cinese
esistente del Sutra del Loto, intitolata Sutra del Loto della Legge corretta. 2) (385-
433) Monaco dell’India centrale che studiò prima gli insegnamenti hinayana ma in
seguito, colpito dal Sutra del Nirvana, si convertì al Mahayana. Tradusse numerosi
sutra in cinese, compreso il Sutra del Nirvana.
Dharmodgata Bodhisattva descritto dai sutra della Saggezza. Predicava la dottrina
della perfezione della saggezza e chi ascoltava i suoi sermoni e li metteva in pra-
tica evitava di cadere nei sentieri malvagi. Grazie a Dharmodgata il Bodhisattva
Sempre Dolente ricevette l’insegnamento della perfezione della saggezza, arrivò a
padroneggiare sei milioni di tipi diversi di meditazione e infine ottenne la suprema
saggezza. Nei sutra della Saggezza, il Bodhisattva Dharmodgata è descritto come
un “buon amico” (giap. zenchishiki) che guida il Bodhisattva Sempre Dolente al-
l’illuminazione vita dopo vita.
diciottesimo voto Chiamato anche, dalla scuola della Pura terra, il voto originale. Il
diciottesimo dei quarantotto voti formulati dal Bodhisattva Tesoro del Dharma
prima di ottenere l’illuminazione come Budda Amida. Con il diciottesimo voto il
Bodhisattva Tesoro del Dharma promette che, se egli conseguirà la Buddità, tutte
le persone che riporranno fede in lui rinasceranno nella sua pura terra, a eccezio-
ne di chi abbia commesso i cinque peccati capitali o abbia offeso l’insegnamento
corretto.
diciotto scritture maggiori I diciotto classici del Brahmanesimo: i quattro Veda, le sei
opere e le otto opere. Le sei opere sono considerate sussidiarie rispetto ai Veda e

1073
GLOSSARIO

ognuna tratta un determinato argomento, ad esempio la fonetica dei Veda, la gram-


matica, i precetti cerimoniali e l’astronomia. Ognuna delle otto opere riguarda un
particolare campo della conoscenza, ad esempio la tradizione, la musica, la medicina
e la scienza del tiro con l’arco.
diciotto tipi di non sostanzialità Concetto esposto nell’Ampio Sutra della Saggezza, se-
condo il quale tutte le cose sono per loro natura prive di sostanza.
dieci azioni malvagie Sono le tre azioni fisiche di uccidere, rubare e avere rapporti ses-
suali promiscui; le quattro azioni verbali di mentire, lusingare (o parlare in modo
irresponsabile o indiscriminato), diffamare e parlare in modo ambiguo; le tre azioni
mentali di avidità, collera e stupidità (o nutrire visioni sbagliate).
dieci buoni precetti Dieci precetti per i credenti laici del Mahayana che proibiscono
le dieci azioni malvagie, ovvero: 1) uccisione; 2) furto; 3) rapporti sessuali promi-
scui; 4) menzogna; 5) lusinga o parlare in modo indiscriminato o irresponsabile;
6) diffamazione; 7) ambiguità; 8) avidità; 9) collera; 10) stupidità, o nutrire visioni
distorte.
dieci direzioni L’intero universo, tutto lo spazio fisico; sono le otto direzioni della bus-
sola più l’alto e il basso.
dieci fanciulle demoni Demoni femmine descritte nel capitolo “Dharani” del Sutra del
Loto. Insieme alla Madre dei Fanciulli Demoni, giurarono di proteggere i devoti del
Sutra del Loto.
dieci fattori Principio che espone i dieci fattori comuni a tutti i fenomeni in ognuno dei
Dieci mondi. Essi sono elencati nel capitolo del Sutra del Loto “Espedienti” e sono:
aspetto, natura, entità, potere, azione, causa interna, relazione, effetto latente, retri-
buzione e loro coerenza dall’inizio alla fine (o fattore unificante che rende coerenti i
nove fattori precedenti dall’inizio alla fine).
dieci incomparabilità Dieci punti che affermano la superiorità del Sutra del Loto rispet-
to agli altri sutra. Uno, ad esempio, è che i semi dell’illuminazione distribuiti dal
Sutra del Loto sono incomparabili. Questo concetto appare nel Trattato sul Sutra del
Loto di Vasubandhu.
dieci meditazioni Dieci tipi di meditazione, esposti da T’ien-t’ai nella sua opera Grande
concentrazione e visione profonda, come un modo di osservare la verità della vita.
Essi sono: 1) la meditazione sulla regione dell’insondabile; 2) la meditazione per
far emergere la compassione; 3) la meditazione per godere di sicurezza nel regno
della verità; 4) la meditazione per eliminare gli attaccamenti; 5) la meditazione per
distinguere ciò che conduce alla comprensione del vero aspetto della vita e ciò che
la ostacola; 6) la meditazione per fare un uso appropriato dei trentasette ausilii alla
via; 7) la meditazione per rimuovere gli ostacoli all’illuminazione durante la pratica
delle sei paramita; 8) la meditazione per riconoscere gli stadi del proprio progresso;
9) la meditazione per stabilizzare la propria mente; 10) la meditazione per rimuovere
l’attaccamento a ciò che non è vera illuminazione.
dieci misteri Dieci aspetti dell’interrelazione di tutti i fenomeni visti dal punto di vista
dell’illuminazione del Budda. È una dottrina della scuola della Ghirlanda di fiori
formulata da Chih-yen (602-668), secondo patriarca della scuola, e rivista dal terzo
patriarca Fa-Tsang.
Dieci mondi Dieci regni distinti o categorie di esseri. Dal più basso al più elevato sono i
regni di: 1) inferno; 2) spiriti affamati; 3) animali; 4) asura; 5) esseri umani; 6) esseri
celesti; 7) ascoltatori della voce; 8) risvegliati all’origine dipendente; 9) bodhisattva;
10) Budda. I Dieci mondi sono anche interpretati come stati vitali.
dieci offese maggiori Violazioni dei dieci precetti principali. Vedi dieci precetti prin-
cipali.

1074
GLOSSARIO

dieci oggetti di meditazione Detti anche dieci oggetti. Oggetti di meditazione espressi
da T’ien-t’ai nella sua opera Grande concentrazione e visione profonda come parte di
un sistema generale di meditazione per percepire la verità dei tremila regni in un sin-
golo istante di vita. Essi sono: 1) il mondo fenomenico che esiste in virtù dei cinque
aggregati, la relazione tra i sei organi di senso e i loro sei oggetti, e le sei coscienze che
sorgono da questa relazione; 2) le illusioni e i desideri; 3) la malattia; 4) l’effetto kar-
mico; 5) le funzioni diaboliche; 6) l’attaccamento a un certo livello di meditazione; 7)
le visioni distorte; 8) l’arroganza; 9) l’attaccamento ai due veicoli; 10) l’attaccamento
allo stato di bodhisattva.
dieci poteri sovrannaturali Poteri sovrannaturali che il Budda Shakyamuni mostra nel
capitolo del Sutra del Loto “Poteri sovrannaturali”, prima di trasferire l’essenza del
sutra ai Bodhisattva della Terra.
dieci precetti Dieci precetti per i novizi, uomini e donne, dell’ordine buddista. Essi sono:
1) non uccidere; 2) non rubare; 3) astenersi da ogni attività sessuale; 4) non mentire;
5) non bere bevande inebrianti; 6) non indossare ornamenti né profumarsi; 7) non
andare ad ascoltare canti o guardare danze; 8) non dormire su un letto elevato o am-
pio; 9) non mangiare a un’ora irregolare; 10) non possedere cose di valore come oro
e argento. Il termine dieci precetti può anche essere riferito ai dieci buoni precetti e
ai dieci precetti principali del Sutra della Rete di Brahma.
dieci precetti inesauribili del Sutra della Ghirlanda di fiori Dieci precetti per i bodhisat-
tva. Uno di questi concerne l’osservanza dei dieci buoni precetti, o proibizioni delle
dieci azioni malvagie, come uccidere, rubare e avere rapporti sessuali promiscui.
dieci precetti principali Precetti per i bodhisattva mahayana descritti nel Sutra della
Rete di Brahma. Essi sono: 1) non uccidere; 2) non rubare; 3) non avere relazioni
sessuali; 4) non mentire; 5) non vendere liquori; 6) non discutere degli errori altrui;
7) non lodare se stessi né disprezzare gli altri; 8) non risparmiare offerte né i propri
sforzi per il Buddismo; 9) non lasciarsi andare alla collera; 10) non parlar male dei
tre tesori.
dieci princìpi mistici Princìpi esposti da T’ien-t’ai (538-597) interpretando la parola myo
di Myoho-renge-kyo, il titolo del Sutra del Loto. Secondo T’ien-t’ai, i dieci princìpi
mistici sono tutti impliciti nel singolo carattere myo. Ci sono due categorie di dieci
princìpi mistici: i dieci princìpi mistici dell’insegnamento transitorio e i dieci princìpi
mistici dell’insegnamento originale del Sutra del Loto. Nelle descrizioni che seguono
la parola mistico è una traduzione di myo. I dieci princìpi mistici dell’insegnamento
transitorio si basano sui concetti del vero aspetto di tutti i fenomeni e sulla sostitu-
zione dei tre veicoli con l’unico veicolo, rivelato nella prima metà del Sutra del Loto.
I dieci princìpi mistici dell’insegnamento originale sono basati sulla rivelazione del-
l’illuminazione originale del Budda avvenuta nel remoto passato come esposto nel
capitolo “Durata della vita”.
dieci scuole Le dieci scuole buddiste del Giappone. Si tratta delle scuole: Tesoro del-
l’Abhidharma, Affermazione della verità, Precetti, Caratteristiche dei dharma, Tre
trattati, Ghirlanda di fiori, Tendai, Vera parola, Zen e Pura terra.
dieci scuole della Cina settentrionale e meridionale Vedi tre scuole della Cina meridio-
nale e sette scuole della Cina settentrionale.
dieci stadi della fede Primi dieci dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva. I
dieci stadi della fede, dallo stadio di risvegliare la fede pura a quello di adempiere i
voti, includono gli stadi di assiduità, di percepire la non sostanzialità di tutte le cose
e di trattenere la mente dalle illusioni e dai desideri.
dieci stadi della mente Un sistema di classificazione comparativa formulato da Kobo.
Egli classifica gli insegnamenti buddisti e quelli non buddisti secondo i dieci stadi

1075
GLOSSARIO

dello sviluppo della consapevolezza religiosa e pone i seguaci degli insegnamenti


esoterici della scuola della Vera parola allo stadio più elevato, ovvero il decimo.
dieci stadi di devozione Dieci stadi che vanno dal trentunesimo al quarantesimo dei
cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva. Questi stadi seguono i dieci stadi
della fede, i dieci stadi di sicurezza e i dieci stadi della pratica. Nei dieci stadi della
devozione si indirizzano i propri benefici verso le altre persone e si mira a percepire
la Via di mezzo.
dieci stadi di sviluppo Stadi tramite i quali il praticante vince sui livelli più profondi di
oscurità per percepire la verità della Via di mezzo. Nel sistema dei cinquantadue
stadi della pratica del bodhisattva, essi sono considerati i dieci che vanno dal qua-
rantunesimo al cinquantesimo.
dieci titoli onorifici Dieci appellativi di un Budda, che esprimono qualità come il potere,
la saggezza, la virtù e la compassione.
dinastia Liang Dinastia cinese che durò dal 502 al 557. L’imperatore Wu (r. 502-549),
primo sovrano della dinastia Liang, fu un famoso devoto buddista. La capitale era
Chien-yeh. La dinastia Liang fu sostituita dalla dinastia Ch’en.
dinastia Sung 1) Detta anche dinastia Liu Sung. Dinastia cinese esistita dal 420 fino
al 479. La capitale fu Chien-k’ang. La dinastia fu sostituita dalla dinastia Ch’i. 2)
Una dinastia cinese esistita dal 960 fino al 1279, al governo nel periodo in cui vis-
se Nichiren Daishonin. Nel 1127 la capitale, K’ai-feng, fu conquistata dal regno di
Chin, che governava la parte settentrionale della Cina. Scacciata dalla capitale, la
dinastia Sung fuggì verso sud e stabilì la sua capitale a Lin-an nella Cina meridionale.
Per questo motivo, essa, prima del 1127 era chiamata dinastia Sung settentrionale e
in seguito dinastia Sung meridionale. Alla fine fu sostituita dalla dinastia Yüan.
divinità benevolenti Vedi dèi celesti e divinità benevolenti.
Doamidabutsu (d.s.) Prete della scuola Nembutsu, vissuto all’epoca di Nichiren
Daishonin.
dodecupla catena della causalità Detta anche dodecupla catena dell’origine dipendente.
È una delle prime dottrine del Buddismo, che mostra la relazione causale tra igno-
ranza e sofferenza. Il primo anello della catena è l’ignoranza che dà origine all’azione;
l’azione dà origine alla coscienza; la coscienza dà origine al nome e alla forma che
danno origine ai sei organi di senso; i sei organi di senso danno origine al contatto; il
contatto dà origine alla sensazione; la sensazione dà origine al desiderio; il desiderio
dà origine all’attaccamento; l’attaccamento dà origine all’esistenza; l’esistenza causa
la nascita e la nascita causa l’invecchiamento e la morte.
dodici grandi voti Voti che il Budda Maestro della Medicina pronunciò mentre era im-
pegnato nella pratica di bodhisattva. Essi sono i voti di curare tutte le malattie e
condurre tutte le persone all’illuminazione.
dodici suddivisioni delle scritture Classificazioni di tutti i sutra buddisti secondo il loro
contenuto e lo stile di presentazione. Il termine “dodici suddivisioni delle scritture”
è spesso usato nello stesso senso degli “ottantamila insegnamenti” che indicano l’in-
tero corpo degli insegnamenti del Budda.
Doji (675-744) Terzo patriarca della scuola giapponese dei Tre trattati. Apprese anche la
dottrina della scuola delle Caratteristiche dei dharma. Visitò la Cina nel 701.
Dokyo (m. 772) Prete della scuola delle Caratteristiche dei dharma presso il tempio
Todai. Dokyo fu chiamato a corte per pregare per la guarigione dell’ex imperatrice
Koken. Secondo la tradizione le sue preghiere ebbero successo ed egli si guadagnò
la fiducia e la stima dell’imperatrice. Quando ella salì di nuovo al trono, con il nome
di imperatrice Shotoku, Dokyo fu accusato di un complotto per usurpare il trono e,
dopo la morte dell’imperatrice, fu esiliato.

1076
GLOSSARIO

Doryu (1213-1278) (cin. Tao-lung) Prete della scuola Zen Rinzai, chiamato anche Rankei
(Lan-ch’i). Nel 1246 si recò dalla Cina in Giappone. Quando Hojo Tokiyori, reggen-
te dello shogunato, fece costruire il tempio Kencho a Kamakura, nel 1253, Doryu
ne divenne il primo capo dei preti. Si oppose al Daishonin e complottò contro di lui
insieme a Ryokan e ad altri.
Dosho (629-700) Prete giapponese che per primo introdusse la scuola delle
Caratteristiche dei dharma nel paese. Nel 653 si recò in Cina, dove studiò la dottrina
delle Caratteristiche dei dharma sotto la guida di Hsüan-tsang. Dopo otto anni tornò
in Giappone e vi propagò la dottrina delle Caratteristiche dei dharma.
Dozen-bo (m. 1276) Prete del tempio Seicho presso il quale Nichiren Daishonin comin-
ciò a studiare il Buddismo. Dopo la sua morte il Daishonin scrisse Ripagare i debiti
di gratitudine per esprimere la sua riconoscenza a Dozen bo.
Dronodana Un fratello minore del re Shuddhodana, il padre di Shakyamuni. Dronodana
era il padre di Devadatta e Ananda.
Duca di Chou Uno dei fratelli minori del re Wu, fondatore della dinastia Chou (1100-256
a.C. ca.). Il suo nome era Tan. Negli scritti di Nichiren Daishonin, egli è chiamato “il
Duca di Chou” oppure “Tan, il duca di Chou”. Appoggiò il fratello nel rovesciare la
dinastia Yin (Shang) e fondare un nuovo governo. Continuò a occuparsi degli affari
di stato. Quando il re Wu morì e suo figlio Ch’eng, ancora fanciullo, salì al trono,
il Duca di Chou divenne reggente al posto del giovane sovrano. È stato riverito nei
secoli dai confuciani per il suo buon governo e la sua correttezza esemplari.
due depositi degli insegnamenti Classificazione in due categorie degli insegnamenti di
Shakyamuni: quelli esposti per le persone dei due veicoli e quelli per i bodhisattva.
I primi corrispondono agli insegnamenti hinayana, come le quattro nobili verità e
la dodecupla catena della causalità, mentre i secondi a quelli mahayana, come le sei
paramita.
due luoghi e tre assemblee L’ambientazione in cui Shakyamuni predica il Sutra del Loto,
come viene descritta nel sutra stesso. I «due luoghi» si trovano sulla cima del Picco
dell’Aquila e nell’aria. La prima assemblea sul Picco dell’Aquila inizia con il capitolo
“Introduzione” (primo) e continua fino alla prima metà del capitolo “Torre preziosa”
(undicesimo). La Cerimonia nell’aria inizia nella seconda metà del capitolo “Torre
preziosa” e finisce con il capitolo “Affidamento” (ventiduesimo). L’assemblea finale
sul Picco dell’Aquila inizia con il capitolo “Re della Medicina” (ventitreesimo) e dura
fino al capitolo “Virtù Universale” (ventottesimo), ovvero fino alla fine del sutra.
due veicoli Insegnamenti esposti per gli ascoltatori della voce e i risvegliati all’origine
dipendente. Le persone dei due veicoli sono questi due tipi di persone.
duecentocinquanta precetti Regole di disciplina che i monaci pienamente ordinati del
Buddismo hinayana devono osservare.
Durata della vita, capitolo Sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, considerato il capi-
tolo chiave dell’insegnamento originale. In esso Shakyamuni rivela di aver ottenu-
to per la prima volta l’illuminazione non nell’esistenza presente, ma in un passato
remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di
mondi e, da allora, di aver sempre dimorato in questo mondo di saha, predicando
la Legge.
effetto originale Detto anche vero effetto. Spesso si riferisce all’illuminazione che
Shakyamuni ottenne in un passato lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere
di innumerevoli sistemi maggiori di mondi. In contrapposizione, il termine “causa
originale” indica la causa di quell’illuminazione. Da un altro punto di vista, “effetto
originale” indica la Buddità eterna, mentre “la causa originale” i nove mondi eterni.
Entrambi sono eternamente inerenti a ogni forma di vita.

1077
GLOSSARIO

Eloquenza Demoniaca (d.s.) Brahmano famoso per le sue capacità oratorie, per le
quali si avvaleva dell’aiuto di un demone, e grazie alle quali era riverito come un
santo. Spesso, durante i dibattiti, rimaneva nascosto dietro una tenda. Un giorno
Ashvaghosha, profondo conoscitore degli insegnamenti buddisti, lo affrontò in un
dibattito riducendolo al silenzio. Poi sollevò all’improvviso la tenda, rivelando la
presenza del demone nascosto dietro di essa.
Ema Il signore feudale di Shijo Kingo. Col nome Ema vengono designati sia Ema
Mitsutoki (Hojo Mitsutoki) sia suo figlio Ema Chikatoki (Hojo Chikatoki). Essendo
il servitore della famiglia Ema, Shijo Kingo servì entrambi i signori. Ema Mitsutoki
era il nipote di Hojo Yoshitoki, secondo reggente dello shogunato di Kamakura.
Nel 1246 Mitsutoki fu sospettato di complottare contro il reggente Hojo Tokiyori e
condannato a rimanere confinato a Ema in Izu. In quella circostanza il suo servitore
Nakatsukasa Yorikazu, padre di Shijo Kingo, rimase con lui fino a quando fece ritor-
no a Kamakura dopo essere stato perdonato.
emanazioni del Budda Dette anche Budda emanazioni o semplicemente emanazioni.
Diversi Budda che sono manifestazioni separate di un vero Budda. Secondo la
dottrina mahayana, un Budda può produrre infinite emanazioni che possono
manifestarsi simultaneamente in innumerevoli mondi per salvare gli esseri che
vi vivono. Da cui la frase «le emanazioni del Budda nelle dieci direzioni» e altre
espressioni simili che compaiono nel Sutra del Loto e in altri sutra. Nel capitolo
“Torre preziosa” del Sutra del Loto, Shakyamuni raduna dinanzi all’assemblea
tutti i Budda che sono sue emanazioni nelle dieci direzioni per dare inizio alla
Cerimonia nell’aria.
eminenti princìpi del Sutra del Loto, Gli Opera scritta da Dengyo, in cui egli spiega per-
ché la scuola Tendai, che si basa sul Sutra del Loto, è superiore a tutte le altre scuole.
Il testo mirava a confutare le argomentazioni di Tokuitsu, prete della scuola delle
Caratteristiche dei dharma, secondo il quale taluni erano, per natura, impossibilitati
in eterno a conseguire la Buddità e inoltre gli insegnamenti dei tre veicoli erano veri,
mentre l’insegnamento dell’unico veicolo era provvisorio. In questa opera Dengyo
fornì un elenco di dieci caratteristiche al fine di dimostrare la superiorità del Sutra
del Loto rispetto alle altre dottrine.
Enchin Vedi Chisho.
Encho (772-837) Detto anche Gran Maestro Jakko. Secondo capo dei preti del tempio
Enryaku.
Enryaku, tempio (giap. Enryaku-ji) Sede della scuola Tendai e sito sul monte Hiei, fu
fondato da Dengyo nel 788.
eranda (sans.) Pianta descritta nelle scritture buddiste, che emette un odore sgradevole,
menzionata spesso in contrasto con la fragranza dell’albero di sandalo. Probabilmente
si tratta della pianta di ricino, dalla quale si estrae l’olio, per quanto essa non abbia
un odore sgradevole, o di una pianta della stessa famiglia. L’odore della pianta di
eranda è paragonato a quello di un cadavere in putrefazione e si percepisce fino a
quaranta yojana di distanza (un yojana equivale a sette kilometri circa). Si credeva
che la fragranza del sandalo dissolvesse l’odore sgradevole dell’eranda.
Eshin Vedi Genshin.
Esortazione alla devozione, capitolo Tredicesimo capitolo del Sutra del Loto. In questo
capitolo innumerevoli bodhisattva fanno voto di propagare il Sutra del Loto nella
spaventosa e malvagia epoca dopo la morte del Budda, a costo di affrontare dure
persecuzioni. Le parole del loro voto elencano i tipi di persecuzione che si incontre-
ranno nel propagare il Sutra del Loto in tale epoca. In seguito, queste persecuzioni,
saranno riassunte come «i tre potenti nemici».

1078
GLOSSARIO

Espedienti, capitolo Secondo capitolo del Sutra del Loto, il cuore dell’insegnamento
transitorio o primi quattordici capitoli del sutra, nel quale Shakyamuni rivela che lo
scopo dell’avvento di un Budda nel mondo è quello di guidare tutta le persone all’il-
luminazione. Shakyamuni mostra che tutti possiedono la potenzialità di conseguire
la Buddità, cioè che la Buddità non è separata dalle persone comuni ma è inerente
alle loro vite.
esseri dei due mondi e degli otto gruppi Coloro che si riunirono per ascoltare la predi-
cazione del Sutra del Loto. Sono elencati nel capitolo “Introduzione” (primo) del
sutra. Sono esseri che risiedono nei primi due mondi del triplice mondo: il mondo
del desiderio e il mondo della forma. Gli otto gruppi sono un’ulteriore suddivisione
di questi esseri: 1) gli dèi del mondo del desiderio; 2) gli dèi del mondo della forma;
3) i re draghi con i loro seguaci; 4) i re kimnara con i loro seguaci; 5) i re gandharva
con i loro seguaci; 6) i re asura con i loro seguaci; 7) i re garuda con i loro seguaci; 8)
il re del mondo umano (Ajatashatru) con i suoi seguaci.
ex imperatore di Oki (1180-1239) Ex imperatore Gotoba. Nel 1221, tre anni dopo il
suo ritiro, egli tentò di rovesciare lo shogunato di Kamakura. Tuttavia, il capo dello
shogunato, il reggente Hojo Yoshitoki ne uscì vincitore. Di conseguenza, Gotoba fu
esiliato nell’isola di Oki, da cui il nome di ex imperatore di Oki. Questo episodio,
chiamato tumulto di Jokyu, in realtà distrusse il potere politico della casa imperiale e
permise allo shogunato di consolidare la propria influenza in tutto il paese.
Ezo, popolo di Abitanti indigeni del Giappone settentrionale. Fonti risalenti ai periodi
Nara (710-794) e Heian (794-1185) li definiscono come tribù barbariche che un
tempo avevano occupato il nord del paese, resistendo alla pressione militare da parte
dello stato centralizzato di Yamato. Si pensa che la popolazione Ainu, oggi residente
nell’Hokkaido, l’isola più settentrionale del Giappone, discenda dagli Ezo menzio-
nati in antichi documenti, sebbene tale relazione non sia certa.
Fa-ch’üan (d.s.) Prete vissuto in Cina durante la tarda dinastia T’ang. Trasmise le dottri-
ne esoteriche a Jikaku e Chisho, che si recarono in Cina rispettivamente nell’838 e
nell’853. Autore di molti trattati sul Buddismo esoterico.
Fan K’uai (m. 189 a.C.) Condottiero militare e stratega al servizio dell’imperatore Kao-
tsu durante l’unificazione della Cina e l’istituzione della prima dinastia Han. Fan
K’uai è ricordato per il suo coraggio e fedeltà.
Fan Yü-ch’i (m. 227 a.C.) Generale dello stato di Ch’in in Cina. Secondo la tradizione,
dopo essere incorso nella collera del re di Ch’in, Fan Yü-ch’i cercò rifugio nello stato
di Yen dove fu accolto cordialmente dal principe Tan. Quest’ultimo nutriva rancore
nei confronti del re di Ch’in, il sovrano che tempo dopo avrebbe unito la Cina sotto
il proprio comando divenendo il Primo Imperatore della dinastia Ch’in. Tan dispose
che fosse assassinato da un uomo di nome Ching K’o. Come espediente, al fine di as-
sicurare la riuscita del piano, Ching K’o chiese la testa di Fan Yü-ch’i. A tale notizia,
Fan Yü-ch’i si decapitò per ripagare il debito di gratitudine verso il principe Tan e
vendicarsi del re di Ch’in.
fanciulla drago Vedi figlia del re drago.
Fa-pao (d.s.) Prete vissuto nel periodo della prima dinastia T’ang in Cina. Contribuì
alla traduzione di alcune scritture buddiste e fu uno dei principali discepoli di
Hsüan-tsang. Autore anche delle Annotazioni su “Il tesoro dell’Abhidharma”.
Fa-tao (1086-1147) Prete che presentò le proprie rimostranze a Hui-tsung, imperatore
della dinastia Sung, che sostenne il Taoismo e cercò di reprimere il Buddismo. Fa-tao
si oppose a tale azione, incorrendo nella collera di Hui-tsung che lo fece marchiare a
fuoco sul volto e lo condannò all’esilio a Tao-chou, a sud del fiume Yangtze.
Fa-tsang (643-712) Terzo patriarca della scuola della Ghirlanda di fiori in Cina.

1079
GLOSSARIO

Approfondì la sua conoscenza delle dottrine della Ghirlanda di fiori con Chih-yen e
contribuì ampiamente alla sistematizzazione della dottrina della Ghirlanda di fiori.
Fa-tsu (d.s.) Detto anche Po-yüan o Po Fa-tsu. Prete e traduttore di testi buddisti duran-
te la dinastia Chin occidentale (265-316). Fece costruire un monastero buddista a
Ch’ang-an in cui svolse la sua attività di traduzione e di insegnamento delle scritture.
Nel 305 si mise in viaggio verso Lung-yu, dove desiderava vivere in ritiro, ma venne
ucciso lungo la strada, a causa del suo rifiuto di lavorare per Chang Fu, governatore
locale di Ch’in-chou, e delle accuse da parte di qualcuno da lui sconfitto in un pre-
cedente dibattito.
Fa-yün (467-529) Prete considerato, con Chih-tsang e Seng-min, uno dei tre grandi
maestri della dinastia Liang in Cina. L’imperatore Wu lo nominò capo dei preti del
tempio Kuang-che-ssu nel 508 e lo invitò spesso a insegnare presso la corte. Nel 525
Fa-yün divenne amministratore generale del clero.
fenice Mitico uccello la cui rara apparizione, secondo la mitologia cinese, era presagio
di un grande evento o conferma del valore di un governante. Si pensava che il suo
piumaggio fosse di cinque colori e che avesse un canto di straordinaria bellezza e
significato.
Fervido Donatore Conosciuto anche come principe Fervido Donatore. Nome di
Shakyamuni in una precedente esistenza. Il principe Fervido Donatore, nato in una
famiglia reale, mosso a pietà dalla povertà e dalle sofferenze della sua gente, chiese
al re suo padre di donare loro tutte le sue ricchezze. Dopo che suo padre ebbe di-
stribuito ogni suo avere, il principe si immerse nel mare e, superando molti ostacoli,
riuscì a ottenere il leggendario gioiello che esaudisce i desideri, col quale elargì al suo
popolo una pioggia di tesori.
figlia del re drago Detta anche fanciulla drago. La figlia di otto anni di Sagara, uno
degli otto grandi re draghi che, secondo la tradizione, vivevano in un palazzo sul
fondo del mare. Nel capitolo “Devadatta” del Sutra del Loto la fanciulla drago
udì il Bodhisattva Manjushri predicare il sutra nel palazzo di suo padre e provò il
desiderio di ottenere l’illuminazione. Quando la fanciulla drago appare di fronte
all’assemblea del Sutra del Loto, il Bodhisattva Accumulo di Saggezza e Shariputra
sostengono che le donne sono incapaci di conseguire la Buddità. In quel momento
ella manifesta immediatamente lo stato di Buddità senza cambiare la sua forma
femminile di drago.
Fiore Sovrano della Costellazione Bodhisattva che, nel capitolo “Re della Medicina” del
Sutra del Loto, appare per porre delle domande a Shakyamuni. Il Budda gli ordina
di custodire e proteggere il sutra con i suoi poteri sovrannaturali in quanto esso costi-
tuisce la buona medicina per le malattie di tutte le persone del mondo intero.
fiume dei tre attraversamenti Fiume che, secondo la tradizione, le persone devono attra-
versare dopo la morte. Esso presenta tre punti di passaggio: un ponte, un guado e un
posto in cui l’acqua è profonda ed è infestata dai serpenti. Il luogo in cui si attraversa
il fiume dipende dal peso delle colpe commesse durante la vita.
fondamenti dell’insegnamento dell’unico veicolo, I Trattato scritto intorno al 1006 da
Genshin, prete della scuola giapponese Tendai. Basato sulla dottrina Tendai, esso
sottolinea l’importanza dell’insegnamento dell’unico veicolo del Sutra del Loto e
afferma che tutte le persone possiedono la natura di Budda. In tal modo si oppone
alla dottrina delle “cinque nature” della scuola delle Caratteristiche dei dharma, che
classifica gli esseri senzienti, sulla base delle loro innate capacità, in cinque gruppi,
alcuni dei quali non potranno mai conseguire la Buddità.
fondamenti per la rinascita nella Pura terra, I Opera redatta da Genshin un prete della
scuola giapponese Tendai, che la ultimò nel 985. Si tratta di una raccolta di passi

1080
GLOSSARIO

di oltre centosessanta sutra e trattati concernenti la rinascita nella terra del Budda
Amida. In questo testo Genshin cerca di ispirare paura per le sofferenze della tra-
smigrazione nei sei sentieri e incoraggia a sviluppare il desiderio di rinascere nella
Pura terra, sottolineando l’importanza del Nembutsu come pratica per raggiungere
questo scopo. Il testo divenne molto popolare e favorì enormemente l’ascesa delle
pratiche della Pura terra in Giappone.
Foresta di Meriti Uno dei quattro grandi bodhisattva descritti nel Sutra della Ghirlanda
di fiori. Foresta di Meriti espose la dottrina dei dieci stadi della pratica nel cielo di
Yama alla quarta assemblea descritta nel sutra.
Frescura, lago della Detto anche lago Anavatapta. Si diceva che fosse situato a nord delle
Montagne Nevose e da esso avevano origine i quattro fiumi che bagnavano la terra
nelle quattro direzioni di Jambudvipa.
fusione di realtà e saggezza Fusione della realtà oggettiva, o verità, e della saggezza sog-
gettiva per realizzare tale verità, che è la natura di Budda inerente alla vita di ciascu-
no. Questa fusione rappresenta il conseguimento della Buddità.
Gango, tempio (giap. Gango-ji) Tempio della scuola della Ghirlanda di fiori in Giappone.
Uno dei sette principali templi di Nara. La costruzione di questo tempio fu iniziata
nel 588 dal funzionario di corte Soga no Umako e completata nel 596.
Ganjin (688-763) (cin. Chien-chen) Prete cinese fondatore della scuola dei Precetti in
Giappone. Fu invitato in Giappone allo scopo di eseguire le cerimonie dell’ordi-
nazione ortodossa e vi giunse infine nel 753, dopo cinque tentativi di realizzare il
viaggio. L’anno successivo condusse le cerimonie di conferimento dei precetti all’ex
imperatore Shomu e a vari funzionari di corte e preti.
garuda (sans.) Secondo la mitologia indiana, un enorme uccello che si nutre di draghi,
considerato il re degli uccelli. Il garuda fu assimilato dal Buddismo in cui è con-
siderato uno degli otto tipi di esseri non umani. Nelle traduzioni in lingua cinese
delle scritture buddiste, il termine garuda è spesso tradotto con “uccello dalle ali
dorate”.
Gautama Nome della famiglia di Shakyamuni. “Gautama” è spesso usato per riferirsi al
Budda Shakyamuni.
Gautami Vedi Mahaprajapati.
Gaya Città di Magadha, vicino a Buddhagaya, il luogo in cui Shakyamuni ottenne l’illu-
minazione.
Gayashirsha, monte Collina in India su cui, secondo la tradizione, predicò Shakyamuni.
Sembra che sia stata identificata con il rilievo, ancora oggi esistente, chiamato
Brahmayoni, situato 1,5 chilometri a sud-ovest della città di Gaya. Nelle scritture
cinesi il monte Gayashirsha assume il nome di Montagna Testa d’Elefante.
Gembo (m. 746) Prete appartenente alla scuola delle Caratteristiche dei dharma in
Giappone. Dopo vent’anni di studio in Cina, fece ritorno in Giappone portando
con sé immagini del Budda e testi di sutra, trattati e commentari per un totale di
oltre cinquemila volumi.
Generale Tigre di Pietra Li Kuang (m. 119 a.C.), generale al servizio dell’imperatore Wu
della prima dinastia Han, che era un eccellente arciere. Si narra che, durante una
battuta di caccia, egli scambiò una pietra tra l’erba per una tigre e scagliò una freccia
contro di essa. Non appena si rese conto che il suo bersaglio in realtà era una pietra,
fu sorpreso nel vedere che la freccia vi si era conficcata. In seguito divenne noto
come Generale Tigre di Pietra. Secondo una versione più tarda di questo aneddoto,
il padre di Li Kuang (sua madre, in un altro racconto) era stato ucciso da una tigre.
Egli scambiò la pietra tra l’erba per la fiera che aveva assalito il genitore e riuscì a
perforarla con una freccia.

1081
GLOSSARIO

Genji di Kai, clan Potente famiglia discendente dal clan Genji la cui influenza si esten-
deva alle province di Kai e Shinano.
Genshin (942-1017) Detto anche Eshin. Prete appartenente alla scuola Tendai sul
monte Hiei. Nel 985 completò la redazione de I fondamenti per la rinascita nella
Pura terra, opera che diede una grandissima spinta alla fondazione della scuola
della Pura terra in Giappone. In seguito, scrisse I fondamenti dell’insegnamen-
to dell’unico veicolo, in cui sostenne l’insegnamento di Tendai dell’unico veicolo
della Buddità da parte di tutte le persone e affermò la supremazia del Sutra del
Loto. Viene spesso chiamato Supervisore del clero Genshin o Supervisore del cle-
ro Eshin.
ghee Burro raffinato o ultimo dei cinque gusti (latte, panna, latte cagliato, burro e ghee),
gli stadi del processo nel quale il latte si trasforma in ghee. Il termine ghee è utilizzato
per indicare l’insegnamento supremo. T’ien-t’ai utilizzava la metafora del ghee per
indicare il Sutra del Loto, il supremo di tutti i sutra.
Ghirlanda di fiori, scuola della Riferimento alla scuola Hua-yen in Cina e alla scuola
Kegon in Giappone. Kegon è la pronuncia in Giapponese della parola cinese hua-
yen, che significa ghirlanda di fiori. Una scuola basata sul Sutra della Ghirlanda di
fiori. Tu-shun (557-640) è il primo patriarca della scuola in Cina, sebbene Fa-tsang,
che elaborò una sistematizzazione della dottrina, si possa considerare il vero fonda-
tore. In Giappone Shinjo (cor. Simsang, m.742), un prete proveniente dalla Corea, è
considerato il fondatore della scuola della Ghirlanda di fiori. Il tempio Todai a Nara
è il tempio principale della scuola.
Gijo-bo (d.s.) Discepolo anziano di Dozen-bo presso il tempio Seicho nella provincia di
Awa, dove Nichiren Daishonin prese i voti. Quando il Daishonin confutò gli erro-
ri delle scuole predominanti nella sua epoca e proclamò Nam-myoho-renge-kyo, il
ventottesimo giorno del quarto mese del 1253, l’amministratore del villaggio, Tojo
Kagenobu, ordinò il suo arresto ma Gijo-bo e un altro prete di nome Joken-bo lo
aiutarono a fuggire. Essi tennero una corrispondenza epistolare con lui, chiedendo-
gli spesso spiegazioni sui suoi insegnamenti e furono i destinatari di diverse lettere
e trattati tra cui Ripagare i debiti di gratitudine, Il Maestro del Tripitaka Shan-wu-wei
e Fiori e frutti.
gioiello che esaudisce i desideri Gioiello che avrebbe il potere di realizzare qualsiasi cosa
si desideri. Simboleggia la grandezza e la virtù del Budda e dei sutra.
gioiello mani Vedi mani.
Giovane Erudito Nome del Budda Shakyamuni in una sua esistenza passata in cui prati-
cava le austerità di bodhisattva. Egli offrì fiori di loto al Budda Luce Inestinguibile,
noto anche come Fiaccola Ardente, e grazie a quest’azione gli fu assicurato che
avrebbe ottenuto l’illuminazione nel futuro.
Girika (d.s.) Uomo originario dello stato del Magadha durante il periodo del re Ashoka,
noto per aver ucciso i propri genitori e molte altre persone.
Gishin (781-833) Successore di Dengyo e primo capo dei preti dell’Enryaku-ji, il tempio
principale della scuola Tendai. Quando Dengyo si recò in Cina nell’804 Gishin lo
accompagnò come interprete. Nell’827 fondò un centro per l’ordinazione mahayana
sul monte Hiei, adempiendo al desiderio di Dengyo.
Gohonzon L’oggetto di culto nel Buddismo di Nichiren Daishonin e la materializzazione
della Legge mistica che permea tutti i fenomeni. Esso prende la forma di un mandala
iscritto su carta o legno che reca i caratteri che rappresentano la Legge mistica e i
Dieci mondi, inclusa la Buddità. Il Buddismo di Nichiren Daishonin afferma che
tutte le persone possiedono la natura di Budda e possono conseguire la Buddità
tramite la fede nel Gohonzon.

1082
GLOSSARIO

Gokuraku, tempio (giap. Gokuraku-ji) Tempio appartenente alla scuola dei Precetti-
Vera parola, situato a Kamakura, costruito nel 1259 da Hojo Shigetoki. In seguito,
Hojo Nagatoki invitò Ryokan ad assumere l’incarico di capo dei preti. Il tempio
fu distrutto da un incendio nel 1275 per poi essere ricostruito nel 1281 da Hojo
Tokimune che lo fece adibire a luogo ufficiale di preghiera per i funzionari del go-
verno. Nel 1332 fu affiliato alla corte imperiale.
Gokuraku-ji, prete laico del Hojo Shigetoki (1198-1261), terzo figlio di Hojo Yoshitoki,
secondo reggente del governo di Kamakura. Shigetogi ricopriva importanti cariche
ed era cofirmatario di Hojo Tokiyori, quinto reggente del governo di Kamakura. Un
“cofirmatario” era un ufficiale subordinato al servizio del reggente che apponeva
la propria firma vicino a quella di quest’ultimo nei documenti pubblici. Fervente
devoto del Nembutsu, dopo il suo ritiro dalla vita politica, egli visse presso il tempio
Gokuraku, da lui stesso fondato.
Gomyo (750-834) Prete appartenente alla scuola delle Caratteristiche dei dharma in
Giappone. Nell’827 fu nominato amministratore del clero. Nell’819 aveva sottopo-
sto una petizione al trono per opporsi al tentativo di Dengyo di costruire un palco
di ordinazione mahayana.
Gonso (758-827) Prete appartenente alla scuola dei Tre trattati in Giappone. Gonso fu
nominato supervisore del clero, incarico che prevedeva l’amministrazione dei templi
Todai e Saidai a Nara. Nell’826 divenne supervisore generale del clero.
Gosho Nome dato ai singoli scritti di Nichiren Daishonin e alla loro intera raccolta, rea-
lizzata dal suo successore, Nikko Shonin. In giapponese, “go” è un prefisso onorifico
e “sho” significa scritto.
Gran Maestro Titolo onorifico conferito a preti virtuosi in Cina e Giappone dalla corte
imperiale, di solito dopo la morte.
Grande Brahmano Arrogante (d.s.) Brahmano vissuto nel regno di Malava in India.
Esso era estremamente orgoglioso e presuntuoso della propria erudizione. Quando
fu sconfitto in dibattito da Bhadraruchi, monaco buddista mahayana, il re di Malava
capì di essere stato ingannato dal brahmano che dapprima fu condannato a morte e
poi risparmiato grazie all’intercessione dello stesso Bhadraruchi. Tuttavia il Grande
Brahmano Arrogante offese il suo salvatore e, per questo motivo, si dice che cadde
vivo nell’inferno.
grande commentario all’Abhidharma, Il Commentario che tratta in modo esauriente le
dottrine hinayana. Questa opera fu compilata nel Kashmir nella prima metà del II se-
colo. Secondo la tradizione, fu redatto nell’arco di dodici anni da cinquecento arhat
sotto la guida di Parshva e con il sostegno del re Kanishka, all’epoca del Quarto
concilio buddista.
Grande concentrazione e visione profonda Una delle tre maggiori opere di T’ien-t’ai.
L’opera espone il principio dei tremila mondi in un singolo istante di vita, basato sul
Sutra del Loto, e spiega il metodo di meditazione per osservare la propria mente e
realizzare tale principio dentro di sé.
Grande Ornamento 1) Budda citato nel Sutra del Tesoro del Budda. Secondo questa
scrittura, il Budda Grande Ornamento visse in un passato estremamente remoto.
La sua vita durò sessantotto miliardi di anni ed ebbe un seguito di sessantotto
miliardi di discepoli. Cento anni dopo la sua morte i suoi seguaci si divisero in
cinque scuole. Solo il monaco Pratica Universale, alla guida di una di queste, se-
guì correttamente l’insegnamento di Grande Ornamento, mentre i capi delle altre
quattro scuole, tra cui il monaco Riva della Sofferenza, adottarono visioni erronee
e, con i loro seguaci, perseguitarono Pratica Universale. Per tale ragione, afferma
il sutra, questi quattro monaci e i loro discepoli caddero nell’inferno. 2) Un bodhi-

1083
GLOSSARIO

sattva che appare nel Sutra degli Innumerevoli significati dove prende la parola a
nome dell’assemblea riunita sul Picco dell’Aquila ad ascoltare la predicazione di
tale sutra, che viene considerato un insegnamento introduttivo al Sutra del Loto.
Il Budda affida il sutra a Grande Ornamento e agli altri ottantamila bodhisattva
presenti che fanno voto di propagarlo.
Grande Potere Bodhisattva che si diceva possedesse una grande forza di saggezza e
compassione con la quale salvare le persone. Secondo il Sutra della Meditazione sul
Budda Vita Infinita, esso assiste il Budda Amida, insieme al Bodhisattva Percettore
dei Suoni del Mondo.
Grande Saggezza Universale Budda che apparve e insegnò il Sutra del Loto in un’epo-
ca lontana tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mon-
di. È descritto nel capitolo del Sutra del Loto “Parabola della città fantasma”.
Originariamente era un re che aveva sedici figli e, dopo il conseguimento della
Buddità, insegnò loro, che glielo avevano richiesto, il Sutra del Loto. Tutti i suoi
sedici figli propagarono il Sutra del Loto come bodhisattva e il sedicesimo rinacque
in questo mondo di saha come Shakyamuni.
granelli di polvere della terra Espressione che indica un numero incalcolabile. Nelle
scritture buddiste appare spesso come similitudine per esprimere un numero in-
calcolabile, con il significato di “numerosi come i granelli di polvere della terra”.
Questa espressione è usata per rappresentare, ad esempio, un numero incalcolabile
di mondi o di kalpa, oppure un incalcolabile numero di bodhisattva presenti in una
particolare assemblea. È spesso usata anche per indicare in maniera enfatica un gran
numero di denigratori dell’insegnamento corretto. La frase “granelli di polvere” è
spesso usata come similitudine per “numero non misurabile” in espressioni come “i
granelli di polvere di un mondo”, “i granelli di polvere di un sistema maggiore di
mondi” e “i granelli di polvere di tutti i mondi nelle dieci direzioni”. Anche la frase
“le sabbie del fiume Gange” ricorre spesso nelle scritture buddiste per esprimere lo
stesso concetto.
Grembo della Terra Bodhisattva a cui, secondo la tradizione, Shakyamuni affidò il com-
pito di salvare le persone nel periodo successivo alla sua morte fino all’avvento, 5.670
milioni di anni dopo, del Bodhisattva Maitreya, il prossimo Budda.
Gridhrakuta Vedi Picco dell’Aquila.
Gunamati (420-500) Monaco della scuola della Coscienza come unica realtà, vissuto nel-
l’India meridionale, considerato uno dei dieci grandi studiosi della sua scuola.
Gunaprabha (d.s.) Studioso di origine indiana che dapprima studiò gli insegnamenti ma-
hayana, poi si convertì allo Hinayana dopo aver letto un trattato hinayana. Secondo
Cronache delle regioni occidentali, si credeva che fosse asceso al cielo Tushita per
sciogliere i suoi ultimi dubbi riguardo alle differenze tra lo Hinayana e il Mahayana.
Qui incontrò il Bodhisattva Maitreya, ma non lo venerò né apprese da lui alcun inse-
gnamento, poiché quest’ultimo non era un monaco ordinato.
Gyohyo (722-797) Prete della scuola dei Tre trattati in Giappone. Divenne capo dei preti
del tempio Sofuku nella provincia di Omi e fu nominato maestro provinciale dalla
corte imperiale. Nel 778 condusse la cerimonia in cui Dengyo fu ordinato prete.
Hachiman Detto anche Grande Bodhisattva Hachiman. Una delle divinità principali
del Giappone. Sebbene fosse originariamente una divinità scintoista, dopo l’intro-
duzione del Buddismo in quel paese, Hachiman venne strettamente associato al
Buddismo. Nel tardo XII secolo, Minamoto no Yoritomo, fondatore dello shogunato
di Kamakura, fece costruire un santuario dedicato a Hachiman presso Tsurugaoka
a Kamakura e il culto di Hachiman, come divinità protettrice dei guerrieri e dei
villaggi, si diffuse in tutto il Giappone. Nel periodo Heian (794-1185), Hachiman

1084
GLOSSARIO

era ampiamente riverito in quanto spirito deificato del quindicesimo sovrano, l’im-
peratore Ojin.
hakei (giap.) Animale leggendario, simile a una tigre, del quale si diceva che mangiasse
il proprio padre.
Han Po-yü (d.s.) Uomo vissuto durante la prima dinastia Han. Suo padre morì quando
egli era ancora fanciullo e la madre lo educò con severità, spesso picchiandolo con un
bastone, senza che egli piangesse mai. Un giorno, tuttavia, la donna lo vide in lacrime
sotto i suoi colpi e gliene chiese il motivo. Po-yü rispose che era addolorato perché si
era reso conto, da come lo colpiva, che ella stava diventando vecchia e debole.
Hei no Saemon Alto funzionario del clan Hojo, detto anche Hei no Saemon-no-jo
oppure Taira no Yoritsuna. Fu al servizio di due reggenti, Hojo Tokimune e Hojo
Sadatoki ed esercitò un’enorme influenza come vice capo degli affari politici e mili-
tari (il capo era il reggente stesso). Ebbe un ruolo attivo nel perseguitare Nichiren e
i suoi seguaci.
Hiei, monte Montagna del Giappone, dove sorge l’Enryaku-ji, il tempio principale della
scuola Tendai. Negli scritti di Nichiren Daishonin viene spesso usato per indicare il
tempio Enryaku stesso e in tal caso viene scritto “Monte Hiei”, con l’iniziale maiu-
scola. Dopo la morte di Dengyo, il suo fondatore, la scuola Tendai fu notevolmente
influenzata dagli insegnamenti esoterici della scuola della Vera parola.
Himatala (d.s.) Sovrano dell’antico regno del Tukhara nell’India settentrionale, vissuto
seicento anni dopo la morte di Shakyamuni. Fu un devoto del Buddismo e sconfisse
il re Krita del Kashmir che aveva represso il Buddismo.
Hinayana Insegnamento che mira al raggiungimento dello stato di arhat. La denomi-
nazione Hinayana, letteralmente “piccolo veicolo”, era originariamente un termine
peggiorativo usato dai buddisti mahayana che consideravano i praticanti di quelle
dottrine preoccupati solo di ottenere la propria emancipazione personale e indiffe-
renti rispetto alla salvezza degli altri. Gli insegnamenti hinayana sono rappresentati
dalle dottrine delle quattro nobili verità e della dodecupla catena della causalità;
considerano le illusioni e i desideri come la causa delle sofferenze e affermano che la
sofferenza si elimina solo sradicando i desideri.
Hiranyavati Detto anche Ajitavati. Fiume che scorre nel Kushinagara in India e sulla
cui sponda occidentale Shakyamuni morì, in un boschetto di alberi di sal. Alcuni
studiosi sostengono che Hiranyavati e Ajitavati siano fiumi differenti.
Honen (1133-1212) Detto anche Genku. Fondatore della scuola della Pura terra in
Giappone. Dapprima egli studiò gli insegnamenti Tendai, ma dopo si dedicò al-
l’invocazione del nome del Budda Amida, spingendo le persone a scartare tutti gli
insegnamenti di Shakyamuni tranne i tre sutra fondamentali su cui si basa la scuola
della Pura terra.
Hsing-man (d.s.) Prete della scuola T’ien-t’ai in Cina durante la dinastia T’ang e disce-
polo di Miao-lo. Quando Dengyo giunse sul monte T’ien-t’ai dal Giappone nell’804,
Hsing-man lo istruì nella dottrina T’ien-t’ai e gli affidò i testi fondamentali della
scuola.
Hsüan-tsang (602-664) Prete cinese della dinastia T’ang, traduttore di scritture buddi-
ste. Lasciò la terra natale per l’India nel 629, dove studiò la dottrina della Coscienza
come unica realtà e altri insegnamenti buddisti. Nel 645 fece ritorno in Cina portan-
do con sé numerosi testi sanscriti, molti dei quali egli tradusse in seguito. Riportò
fedelmente notizie e impressioni dei suoi numerosi viaggi in Cronache delle regioni
occidentali. Hsüan-tsang e il suo discepolo Tz’u-en sono considerati i fondatori della
scuola delle Caratteristiche dei dharma.
Hsüan-tsung (685-762) Sesto imperatore della dinastia T’ang. Durante il suo regno

1085
GLOSSARIO

(712-756), la dinastia raggiunse il proprio culmine. Tuttavia egli si infatuò di una


bella concubina di nome Yang Kuei-fei e iniziò a trascurare gli affari di governo. Nel
755 esplose una rivolta capeggiata dal capo militare An Lu-shan e i ribelli si impa-
dronirono della capitale costringendo l’imperatore e la corte a fuggire.
Hui-k’o (487-593) Secondo patriarca della scuola Zen in Cina.
Hui-k’uang (534-613) Prete vissuto in Cina, noto per la sua severa osservanza dei precet-
ti e la sua profonda conoscenza del Buddismo.
Hui-kuan (368-438) Prete cinese vissuto durante il periodo delle Dinastie settentrionale
e meridionale. Egli divenne un discepolo di Kumarajiva e assistette il suo maestro
nella traduzione. Si narra che dopo la morte di Kumarajiva aiutò Buddhabhadra a
tradurre il Sutra della Ghirlanda di fiori. Si occupò anche della revisione delle due
traduzioni esistenti del Sutra del Nirvana e compilò quella che è nota come la versio-
ne meridionale del sutra.
Hui-kuang (468-537) Fondatore della scuola delle Quadruplici regole della disciplina,
ovvero la scuola Ssu-fen-lü in Cina (giap. Shibunritsu). Studiò il vinaya, o regole
della disciplina monastica. Hui-kuang assistette Bodhiruchi e Ratnamati nella tra-
duzione in lingua cinese del Trattato sul Sutra dei Dieci stadi e scrisse il relativo com-
mentario.
Hui-kuo (746-805) Prete cinese della dinastia T’ang e settimo patriarca del Buddismo
esoterico. Hui-kuo fu uno dei sei discepoli principali di Pu-k’ung. Egli lasciò in ere-
dità gli insegnamenti del Buddismo esoterico a Kobo, fondatore della scuola della
Vera parola in Giappone.
Hui-neng (638-713) Discepolo del quinto patriarca della scuola Zen in Cina, Hung-jen,
e fondatore della scuola meridionale. Dopo la morte di Hung-jen, la scuola Zen si
suddivise in due rami: la scuola settentrionale, guidata da Shen-hsiu, e la scuola me-
ridionale con a capo Hui-neng, la cui predicazione è riportata in un’opera intitolata
Il sutra del palco.
Hui-tsung (1082-1135) Ottavo imperatore della dinastia Sung settentrionale in Cina.
Egli ascese al trono nel 1100, ma s’interessò poco al governo, dedicandosi alla calli-
grafia e alla pittura. Seguace del Taoismo, abolì il Buddismo.
Hui-yüan 1) (523-592) Prete cinese appartenente alla scuola del Trattato sul Sutra dei
Dieci stadi, ovvero la scuola Ti-lun (giap. Jiron). Protestò contro l’imperatore Wu
della dinastia Chou settentrionale quando questi minacciò di abolire il Buddismo.
2) (d.s.) Prete cinese della scuola della Ghirlanda di fiori tra la fine del VII e la
metà dell’VIII secolo, durante la dinastia T’ang. Divenne discepolo di Fa-tsang, ter-
zo patriarca della scuola della Ghirlanda di fiori; era un profondo conoscitore delle
dottrine della scuola.
Hung Yen (m. 660 a.C.) Vassallo del duca Yi (r. 668-660 a.C.) dello stato cinese di Wei.
Mentre Hung Yen era in viaggio, un nemico attaccò lo stato di Wei, uccise il duca
Yi e ne divorò il corpo lasciando intatto soltanto il fegato. Al suo ritorno, Hung
Yen si ritrovò di fronte quell’orrenda vista e pianse; poi si tagliò il ventre, vi inserì il
fegato per salvare il duca dal disonore e morì. Per i cinesi, il fegato era la fonte della
vitalità.
icchantika (sans.) Persona di incorreggibile miscredenza che non aspira all’illuminazione
e, quindi, non ha alcuna possibilità di conseguire la Buddità. Molti sutra sostengono
che gli icchantika sono intrinsecamente incapaci di ottenere l’illuminazione, ma in
alcuni sutra mahayana si legge che anch’essi possono diventare Budda.
I-hsing (683-727) Prete cinese appartenente al Buddismo esoterico e discepolo di Shan-
wu-wei.
Iki Piccola isola giapponese situata tra il Kyushu e la penisola coreana. Al tempo di

1086
GLOSSARIO

Nichiren Daishonin, fu devastata dall’invasione mongola del 1274. Vedi anche


Tsushima.
illuminazione quasi perfetta Cinquantunesimo dei cinquantadue stadi della pratica del
bodhisattva, quasi uguale a quello della perfetta illuminazione del Budda; è l’ultimo
stadio prima che un bodhisattva consegua la Buddità.
illusioni del pensiero e del desiderio La prima delle tre categorie di illusione elabora-
te da T’ien-t’ai. Le illusioni del pensiero sono percezioni distorte della verità. Le
illusioni del desiderio sono inclinazioni, come l’avidità o la collera, che emergono
dal contatto tra i cinque organi di senso e i loro rispettivi oggetti. Le illusioni del
pensiero e del desiderio portano a soffrire nei sei sentieri. Per le persone dei due
veicoli liberarsi da tali illusioni garantisce l’entrata nel nirvana e l’emancipazione
dalla rinascita nel triplice mondo. I bodhisattva invece continuano a sradicare le due
categorie d’illusione rimanenti.
illusioni e desideri (giap. bonno) Termine generico per indicare tutti i processi della
vita, inclusi i desideri e le illusioni in senso generale, che sono causa di sofferenze
spirituali o fisiche e che ostacolano la ricerca dell’illuminazione.
Inamovibile 1) Divinità buddista che si riteneva proteggesse i praticanti sconfiggendo
gli ostacoli e i demoni che si oppongono alla pratica buddista. Il più importante dei
re di saggezza, un gruppo di divinità che si credeva avessero il potere di distruggere
tutti gli ostacoli. 2) Altro nome del Budda Saggezza Inamovibile che, secondo la
tradizione, vive nel Mondo Dorato nella parte orientale dell’universo.
incondizionato, l’ Ciò che non è stato creato, per cui è eterno, immutabile e puro.
L’“incondizionato” si riferisce alle verità buddiste e a ideali come il nirvana e l’illumi-
nazione. Sta in contrapposizione al “condizionato”, che si riferisce a tutti i fenomeni
i quali, poiché sono prodotti tramite la causazione, sono mutevoli e impermanenti.
incorreggibile miscredenza Lo stato degli icchantika, o persone di incorreggibile miscre-
denza. Vedi anche icchantika.
Indra Vedi Shakra.
Indra, rete di Rete appesa sul muro nel palazzo di Indra o Shakra. Un gioiello risplen-
dente pende in ogni spazio della rete e ogni gioiello riflette tutti gli altri gioielli. La
rete di Indra è spesso utilizzata come immagine per rappresentare l’interrelazione o
mutua inclusione di tutti i fenomeni.
inferno Il regno della massima sofferenza. Le scritture buddiste descrivono vari tipi di
inferno, quali gli otto inferni caldi e gli otto inferni freddi. È anche il primo e il più
basso dei Dieci mondi. Dal punto di vista dello stato vitale, l’inferno è una condi-
zione di estrema sofferenza mentale e fisica, caratterizzata da un impulso di rabbia
autodistruttiva.
inferno Avichi Detto anche inferno di incessante sofferenza. Il più terribile degli otto in-
ferni caldi. L’inferno Avichi è detto anche “grande fortezza” perché è circondato da
sette solide mura di ferro che rendono impossibile la fuga. La parola sanscrita avichi
veniva resa in cinese con “incessante”, indicando che, in questo inferno, il dolore e la
sofferenza continuano senza tregua. Si dice che chi commette uno dei cinque peccati
capitali è destinato a rinascere nell’inferno Avichi.
inferno di incessante sofferenza Vedi inferno Avichi.
insegnamenti dei tre periodi Classificazione comparativa degli insegnamenti del Budda
Shakyamuni. Questo sistema organizza gli insegnamenti di Shakyamuni in tre cate-
gorie, nell’ordine in cui gli insegnamenti furono predicati e secondo il loro contenu-
to. La definizione di queste tre categorie varia a seconda della scuola buddista. Nella
scuola delle Caratteristiche dei dharma, il primo periodo corrisponde ai sutra Agama.
Durante questo periodo il Budda insegnò le quattro nobili verità per refutare l’at-

1087
GLOSSARIO

taccamento all’io, o ego. In queste dottrine egli insegnò che l’io è privo di sostanza,
ma che i dharma o elementi dell’esistenza sono reali. Il secondo periodo corrisponde
ai sutra della Saggezza che insegnano che tutte le cose sono non sostanziali. Questa
dottrina mirava a refutare l’attaccamento alla credenza nella realtà dei dharma che
veniva insegnata nei sutra hinayana o Agama. Il terzo periodo include il Sutra della
Ghirlanda di fiori, il Sutra dei Profondi segreti e il Sutra del Loto. Gli insegnamenti
di questo periodo mirano a refutare l’attaccamento all’idea dei dharma come non
sostanziali, ma anche a quella secondo cui i dharma sono reali. Essi insegnano che
i dharma non sono né reali (o sostanziali) né non sostanziali; è la cosiddetta Via di
mezzo. Gli insegnamenti dei primi due periodi sono considerati temporanei e im-
perfetti, mentre si ritiene che quelli del terzo periodo rivelino la verità. Secondo la
classificazione della scuola dei Tre trattati il primo periodo è quello dello Hinayana,
mentre il secondo e il terzo periodo sono sezioni del Mahayana. Essi sono: 1) l’inse-
gnamento che sia la mente sia la realtà oggettiva sono reali; 2) l’insegnamento che la
realtà oggettiva è priva di sostanza e solo la mente è reale; 3) l’insegnamento che sia la
mente sia la realtà oggettiva sono privi di sostanza. La scuola dei Tre trattati afferma
che l’insegnamento completo è quello del terzo periodo.
insegnamenti della Pura terra Gli insegnamenti che definiscono questo mondo come
un mondo impuro e affermano che, affidandosi al potere del Budda Amida, si può
ottenere la rinascita nella sua terra, la Pura terra di Perfetta Beatitudine.
insegnamenti della Sacra via Insegnamenti secondo i quali ottenere l’illuminazione di-
pende dalle proprie capacità. Il termine “insegnamenti della Sacra via” è usato in
contrapposizione agli “insegnamenti della Pura terra” che asseriscono che l’illumi-
nazione dipende dal potere del Budda Amida. La classificazione degli insegnamenti
buddisti nelle due categorie di insegnamenti, della Pura terra e della Sacra via, fu
formulata da Tao-ch’o, nel periodo della dinastia T’ang in Cina.
insegnamenti esoterici Insegnamenti buddisti trasmessi segretamente ed esclusivamen-
te a particolari iniziati, in contrapposizione con gli insegnamenti essoterici, rivelati
esplicitamente e accessibili a tutti. Nichiren Daishonin usa questo termine nei se-
guenti modi: 1) “Insegnamenti segreti” riferendosi alla classificazione dei quattro
metodi di insegnamento formulata da T’ien-t’ai: immediato, graduale, segreto, in-
determinato. Vedi anche otto insegnamenti. 2) Insegnamenti esoterici della scuola
della Vera parola. Questa scuola li attribuisce al Budda Mahavairochana e afferma
che essi contengono l’illuminazione di questo Budda, ritenuta al di là delle capacità
di comprensione delle persone comuni. La linea di trasmissione del Buddismo esote-
rico va, secondo la tradizione, da Vajrasattva a Nagarjuna, Nagabodhi, Shan-wu-wei
(Shubhakarasimha), Chin-kang-chih (sans. Vajrabodhi) e Pu-k’ung (Amoghavajra).
Gli ultimi tre introdussero il Buddismo esoterico dall’India in Cina. Kobo portò
questi insegnamenti dalla Cina in Giappone e basandosi su di essi fondò la scuola
giapponese della Vera parola. In seguito gli insegnamenti esoterici furono incorpora-
ti anche dalla scuola Tendai da parte di Jikaku, Chisho e altri. Vedi anche Vera paro-
la, scuola della. Nichiren confutò gli insegnamenti esoterici di entrambe le scuole.
insegnamenti essoterici Insegnamenti che furono rivelati apertamente o esplicitamente
per tutti gli ascoltatori, in contrapposizione con quelli esoterici, impartiti segreta-
mente, implicitamente o esclusivamente a determinati individui. La scuola della Vera
parola definisce essoterici tutti gli insegnamenti del Budda Shakyamuni, esposti in
accordo con le capacità delle persone, ed esoterici quelli del Budda Mahavairochana.
Vedi anche insegnamenti esoterici.
insegnamenti mahayana provvisori Dottrine mahayana esposte come espedienti per
condurre le persone al vero insegnamento mahayana, ovvero il Sutra del Loto. Gli

1088
GLOSSARIO

insegnamenti mahayana provvisori rivelano soltanto aspetti parziali della verità a cui
si è risvegliato il Budda.
insegnamenti precedenti al Sutra del Loto Insegnamenti di Shakyamuni esposti prima
del Sutra del Loto. Secondo T’ien-t’ai, che ordinò i discorsi del Budda secondo cin-
que periodi nei quali vennero insegnati, gli insegnamenti dei primi quattro periodi
– della Ghirlanda di fiori, Agama, Corretto ed equo e della Saggezza – costituiscono
gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto, tutti classificati come insegnamenti
provvisori.
insegnamenti provvisori Tutti gli insegnamenti esposti prima del Sutra del Loto durante
i primi quarantadue anni dall’illuminazione di Shakyamuni. T’ien-t’ai suddivise gli
insegnamenti di Shakyamuni in due categorie: provvisori e veri. Gli insegnamen-
ti provvisori, che includono sia lo Hinayana sia il Mahayana provvisorio, furono
esposti, in accordo con la capacità delle persone, come mezzi per condurle al vero
insegnamento del Sutra del Loto.
insegnamento del Tripitaka 1) Tripitaka (sans.) significa tre ceste o raccolte delle scrit-
ture sacre. L’insegnamento del Tripitaka è così chiamato perché consiste nelle tre
divisioni del canone buddista: i sutra, le regole della disciplina e i trattati dottrinali.
2) Uno dei quattro tipi di insegnamento secondo la classificazione di T’ien-t’ai. Gli
insegnamenti di questa categoria sono hinayana e mirano a risvegliare le persone alle
sofferenze di nascita e morte nel triplice mondo. Essi esortano i praticanti a liberarsi
dalle illusioni, dai desideri e dagli attaccamenti per sfuggire al ciclo delle rinascite.
insegnamento della radice e insegnamenti dei rami Classificazione concernente la su-
periorità del Sutra della Ghirlanda di fiori su tutti gli altri, compreso il Sutra del
Loto. La scuola della Ghirlanda di fiori afferma che il Sutra della Ghirlanda di fiori
rappresenta l’insegnamento della radice, mentre il Sutra del Loto e gli altri sono
insegnamenti dei rami.
insegnamento di condivisione Uno dei quattro tipi di insegnamento, nella classificazione
degli insegnamenti di Shakyamuni formulata da T’ien-t’ai (538-597). L’insegnamento
di condivisione corrisponde al Mahayana introduttivo. È così chiamato perché crea
una connessione fra il Tripitaka e l’insegnamento specifico. Come il Tripitaka, l’in-
segnamento di condivisione contempla la liberazione dall’attaccamento al tripli-
ce mondo. Peraltro, così come l’insegnamento specifico, esso nega la visione del
Tripitaka secondo cui i fenomeni e le cose esistono solo concettualmente e sono privi
di sostanza e, in contrasto, stabilisce l’idea che tutte le cose sono di per sé prive di
sostanza e si manifestano o scompaiono solo in virtù dell’origine dipendente. Mentre
il Tripitaka è riservato agli ascoltatori della voce e ai risvegliati all’origine dipendente
e l’insegnamento specifico esclusivamente ai bodhisattva, l’insegnamento di condivi-
sione si rivolge a entrambi i gruppi.
insegnamento graduale Insegnamenti esposti per consentire alle persone di sviluppare
gradualmente le capacità di comprensione delle dottrine più elevate. Uno dei “quat-
tro metodi di insegnamento”, la classificazione elaborata da T’ien-t’ai degli insegna-
menti del Budda Shakyamuni in relazione al modo in cui vennero esposti.
insegnamento immediato Si riferisce alle dottrine che il Budda Shakyamuni espose di-
rettamente dal punto di vista della sua illuminazione, senza dare ai suoi discepoli una
conoscenza preparatoria. Nel sistema di classificazione di T’ien-t’ai l’insegnamento
immediato è uno dei quattro metodi di insegnamento ed è rappresentato dal Sutra
della Ghirlanda di fiori. Il termine insegnamento immediato venne anche adottato
da varie scuole e il suo significato varia a seconda delle loro dottrine.
insegnamento originale 1) L’insegnamento esposto da Shakyamuni dalla prospettiva
della sua vera identità di Budda che ottenne l’illuminazione in un passato lontano

1089
GLOSSARIO

tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi.


T’ien-t’ai chiama “insegnamento originale” gli ultimi quattordici capitoli del Sutra
del Loto. 2) L’insegnamento originale dell’Ultimo giorno della Legge, ovvero l’inse-
gnamento di Nam-myoho-renge-kyo.
insegnamento perfetto L’ultimo dei quattro insegnamenti della dottrina. L’insegnamento
perfetto si divide in due categorie: quello esposto nelle dottrine precedenti al Sutra
del Loto e quello rivelato nel Sutra del Loto. Il termine insegnamento perfetto è
spesso usato come sinonimo del Sutra del Loto.
insegnamento specifico Uno dei quattro insegnamenti della dottrina. È il livello più ele-
vato del Mahayana provvisorio, insegnato esclusivamente per i bodhisattva.
insegnamento transitorio Primi quattordici dei ventotto capitoli del Sutra del Loto,
secondo la classificazione di T’ien-t’ai. Rispetto all’insegnamento originale – che
consiste negli ultimi quattordici capitoli del sutra e rappresenta la predicazione di
Shakyamuni come Budda che ottenne l’illuminazione nel remoto passato − l’inse-
gnamento transitorio rappresenta la predicazione dello Shakyamuni storico, che
ottenne l’illuminazione per la prima volta durante la sua vita in India. Il cuore del-
l’insegnamento transitorio è il capitolo “Espedienti” che insegna che tutti i fenomeni
manifestano il vero aspetto e sono dotati di dieci fattori. Il capitolo “Espedienti”
sostiene anche che l’unico scopo del Budda è condurre tutte le persone alla Buddità
e che i tre veicoli degli ascoltatori della voce, dei risvegliati all’origine dipendente e
dei bodhisattva non sono altro che espedienti per condurre le persone all’unico vei-
colo del Budda. L’insegnamento transitorio afferma inoltre che gli ascoltatori della
voce, i risvegliati all’origine dipendente e i bodhisattva conseguiranno la Buddità in
futuro.
Intento Superiore Monaco che visse nell’ultimo periodo successivo alla morte del Budda
Re Ruggito del Leone. Secondo il Sutra della Non sostanzialità di tutti i fenomeni
egli calunniò il monaco Radice di Gioia, che insegnava la dottrina corretta, e per
questo cadde nell’inferno.
Invincibile 1) Vedi Virtù Vittoriosa. 2) Consorte del dio del sole che viene menzionata
nel Sutra di Mahavairochana.
Jambudvipa Uno dei quattro continenti situati nelle quattro direzioni attorno al monte
Sumeru. Jambudvipa è il continente meridionale, dove i Budda appaiono. Viene
spesso usato per indicare il mondo intero.
Jien (1155-1225) Prete della scuola Tendai in Giappone. Ricoprì per quattro volte il ruo-
lo di capo dei preti dell’Enryaku-ji, il tempio principale della scuola Tendai, situato
sul monte Hiei.
Jikaku (794-864) Conosciuto anche con il nome di Ennin o Gran Maestro Jikaku. Terzo
capo dei preti del tempio Enryaku. Nell’838 si recò in Cina dove studiò l’insegna-
mento di T’ien-t’ai e il Buddismo esoterico. Dopo il rientro in Giappone divenne
capo della scuola Tendai e in seguito introdusse gli elementi esoterici nelle dottrine
Tendai.
Jimmu Secondo le antiche cronache giapponesi, il leggendario primo imperatore che si
ritiene abbia fondato l’impero del Giappone nel 660 a.C.
Jivaka Valente medico e buddista devoto, originario dello stato di Magadha in India, che
servì il re Ajatashatru come ministro. Divenne famoso per aver curato il re Bimbisara
e il Budda Shakyamuni. Jivaka dissuase Ajatashatru dall’uccidere la propria madre e
in seguito, quando il corpo del re si ricoprì di piaghe maligne, persuase quest’ultimo
a ricercare gli insegnamenti del Budda.
Joen-bo (d.s.) Prete del tempio Renge a Hanabusa, nel villaggio Tojo di Awa, al tempo di
Nichiren Daishonin. Si pensa che questo tempio fosse affiliato al tempio Seicho.

1090
GLOSSARIO

Jogu Vedi Shotoku.


Joken-bo (d.s.) Vedi Gijo-bo.
Jokyu, tumulto di Scontro tra la corte imperiale e lo shogunato di Kamakura nel 1221.
L’ex-imperatore Gotoba, con altri due ex-imperatori, tentò di ribellarsi al dominio
del reggente Hojo Yoshitoki. Ma l’esercito imperiale fu sconfitto, lo shogunato de-
pose l’imperatore allora regnante, sostituendolo con un altro, ed esiliò gli ex-impe-
ratori in isole lontane.
Jufuku, tempio (giap. Jufuku-ji) Tempio Zen della scuola Rinzai situato a Kamakura
in Giappone. Fu fatto costruire nel 1200 da Hojo Masako, vedova di Minamoto
no Yoritomo, e fu inaugurato dal prete Eisai. È considerato uno dei cinque templi
principali della scuola Zen Rinzai a Kamakura ed ebbe un ruolo importante nello
sviluppo iniziale dello Zen in Giappone.
K’uei-chi Vedi Tz’u-en.
K’un-lun, montagne Catena montuosa situata nella regione occidentale della Cina. Le
montagne K’un-lun comprendono l’area che va dal Pamir, (a ovest), allo Tsinghai,
nella Cina occidentale, (a est), e dal Bacino del Tarim, (a nord), all’altopiano del
Tibet, (a sud). Secondo la tradizione, le montagne K’un-lun erano ricche di pietre
preziose e tesori.
Kakinomoto no Hitomaro Uno dei massimi poeti del Giappone (la sua produzione co-
pre un periodo che va dal 662 al 710 ca.) le cui opere appaiono nella Raccolta di
diecimila foglie (Man’yo shu), la più antica antologia di poesia giapponese.
Kakuban Vedi Shokaku-bo.
Kalakula (sans.) Insetto mitologico il cui piccolo corpo si gonfia rapidamente con un
forte vento.
Kali, re Re che appare in una delle storie riguardanti le precedenti esistenze del Budda
Shakyamuni. Mentre un eremita, che era una delle precedenti incarnazioni di
Shakyamuni, stava svolgendo la pratica della sopportazione, il re Kali, desideroso
di verificarne la serietà nella pratica, gli tagliò le mani, i piedi, gli orecchi e il naso.
Quando vide che, nonostante tutto, l’eremita rimaneva impassibile, rimase assai col-
pito e, colmo di timore reverenziale, si pentì profondamente della propria azione. Da
allora invitò spesso l’eremita al palazzo reale e gli fece delle offerte.
Kalodayin Seguace del Budda Shakyamuni. Era un suo suddito quando Shakyamuni era
principe e in seguito rinunciò alla vita secolare per divenire un discepolo del Budda.
Si narra che avesse spesso infranto i precetti, ma che, successivamente, avesse otte-
nuto l’illuminazione e convertito 999 famiglie a Shravasti. Secondo Le dieci suddi-
visioni delle regole monastiche, Kalodayin, mentre chiedeva l’elemosina a Shravasti,
ricevette offerte da una donna e il marito di lei, per gelosia, lo uccise e seppellì la sua
testa nello sterco di cavallo.
kalpa (sans.) Un periodo di tempo molto lungo. Vi sono diverse definizioni a seconda dei
sutra o dei trattati, ma i kalpa si dividono in due grandi categorie: di durata misura-
bile e non misurabile. Vi sono tre tipi di kalpa misurabili: piccolo, medio e maggiore.
Una spiegazione afferma che la lunghezza del piccolo kalpa equivale approssimati-
vamente a sedici milioni di anni. Secondo la cosmologia buddista, un universo ripete
in modo perpetuo un ciclo che consta di quattro fasi, formazione, continuità, declino
e disintegrazione. Ognuna di queste fasi dura venti piccoli kalpa ed equivale a un
kalpa medio. Alla fine un ciclo completo forma un kalpa maggiore.
kalpa del declino Periodo di tempo in cui un universo decade. Una delle quattro fasi del
ciclo di formazione, continuità, declino e disintegrazione.
kalpa della continuità Periodo che corrisponde alla seconda fase del ciclo suddiviso nelle
quattro fasi di formazione, continuità, declino e disintegrazione. Nel kalpa della con-

1091
GLOSSARIO

tinuità si dice che la durata dell’esistenza umana ripeta un ciclo di cambiamento in


cui decresce di un anno ogni cento, fino a raggiungere i dieci anni, per poi crescere
con lo stesso ritmo fino a raggiungere ottantamila anni. Essa poi torna a diminuire
arrivando di nuovo ai dieci anni e così via. Il periodo in cui la durata della vita umana
aumenta viene chiamato kalpa dell’accrescimento, mentre quando essa diminuisce si
parla di kalpa della diminuzione.
kalpa della diminuzione Periodo in cui la durata della vita umana diminuisce. Si dice che
nel kalpa della continuità la durata dell’esistenza umana sia ripetutamente sottoposta
a un ciclo di diminuzione e accrescimento. La fase in cui diminuisce è definita kalpa
della diminuzione.
kalpa della formazione Periodo di tempo in cui un mondo prende forma e vi appaiono
gli esseri viventi. Prima delle quattro fasi del ciclo di formazione, continuità, declino
e disintegrazione alle quali si dice che un mondo sia ripetutamente sottoposto.
kalpa della Saggezza Attuale kalpa maggiore in cui mille Budda di grande saggezza, fra
cui Shakyamuni, appaiono al fine di salvare le persone.
kalpa equivalenti ai granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi Detti
anche tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di
mondi (giap. gohyaku-jintengo). Periodo di tempo straordinariamente lungo, de-
scritto nel capitolo “Durata della vita” del Sutra del Loto, che sta a indicare il tem-
po trascorso da quando il Budda Shakyamuni conseguì l’illuminazione originale.
Questo concetto differisce da “kalpa equivalenti ai granelli di polvere di un sistema
maggiore di mondi”, in quanto il calcolo di quest’ultimo inizia con la riduzione in
granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi, come spiegato nel capitolo del
Sutra del Loto “Parabola della città fantasma”, mentre “kalpa equivalenti ai granelli
di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi” inizia con la riduzione in gra-
nelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi. Se comparato al periodo
rivelato nel capitolo “Durata della vita”, “kalpa equivalenti ai granelli di polvere di
un sistema maggiore di mondi” indica un passato molto recente.
kalpa equivalenti ai granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi Detti anche
tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi (giap. san-
zen-jintengo). Periodo immensamente lungo, descritto nel settimo capitolo del Sutra
del Loto, intitolato “Parabola della città fantasma”, per indicare il tempo passato da
quando Shakyamuni predicò il sutra ai suoi discepoli ascoltatori della voce, in un’esi-
stenza in cui era il sedicesimo figlio del Tathagata Grande Saggezza Universale.
kalpa medio Uno qualsiasi dei venti kalpa che costituiscono il kalpa della continuità. A
questi kalpa corrispondono cambiamenti ciclici che si verificherebbero nella durata
della vita umana. Un kalpa medio equivale a 15.998.000 anni. Il termine kalpa me-
dio può riferirsi anche a uno dei quattro kalpa di formazione, continuità, declino e
disintegrazione. Vedi anche kalpa della continuità.
Kamakura, governo di Detto anche shogunato di Kamakura, primo governo militare del
Giappone, fondato da Minamoto no Yoritomo nel 1185; corrispondente al periodo
Kamakura della storia giapponese, quando fu istituito il sistema delle nomine di
conestabili provinciali e di amministratori delle proprietà terriere, tramite il quale
veniva controllato il paese. Yoritomo fu nominato shogun nel 1192. Poiché i suc-
cessori di Yoritomo erano ancora giovani e mancavano di capacità di comando, si
stabilì una reggenza shogunale che divenne di fatto l’autorità di governo. La carica
di reggente fu esercitata dai membri della famiglia Hojo fino a quando lo shogunato
di Kamakura non fu destituito nel 1333.
kan Antica unità monetaria costituita da mille monete (mon) legate da una corda. In
Giappone, all’epoca in cui visse Nichiren Daishonin, le monete presentavano un

1092
GLOSSARIO

foro quadrato al centro che permetteva di legarle insieme a centinaia o a migliaia.


Kanroku (d.s.) (cor. Kwalluk) Prete del Paekche, antico stato della penisola coreana, nel
settimo secolo. Nel 602 si recò in Giappone e vi portò gli insegnamenti delle scuole dei
Tre trattati e dell’Affermazione della verità insieme a varie opere riguardanti il calenda-
rio, l’astronomia e la geografia. Nel 624 la corte imperiale gli conferì il titolo di ammi-
nistratore del clero: fu la prima volta che tale titolo venne conferito in Giappone.
Kanto Parte orientale del Giappone che comprende l’odierna città di Tokyo. Al tempo
di Nichiren Daishonin, la sede dell’autorità nazionale era stata trasferita da Kyoto a
Kamakura, anche questa nel Kanto. Kanto, governo del Kanto e autorità del Kanto
indicano anche il governo di Kamakura.
Kapila Si riteneva che fosse una figura leggendaria, fondatore della scuola Samkhya, una
delle sei maggiori scuole del Brahmanesimo nell’antica India.
Kashyapa 1) Bodhisattva che appare nel Sutra del Nirvana e pone trentasei domande
al Budda Shakyamuni, il quale si rivolge a lui nel capitolo “Bodhisattva Kashyapa”.
2) Bodhisattva che viene considerato come precedente incarnazione di Lao Tzu. 3)
Sesto dei sette Budda del passato, di cui l’ultimo fu Shakyamuni.
Kashyapa Matanga (d.s.) Chiamato anche semplicemente Matanga. Considerato tradi-
zionalmente uno dei due monaci indiani – l’altro è Chu Fa-lan – che diffusero per
primi il Buddismo in Cina. Si dice che nel 67 d.C. essi partirono dall’India e si reca-
rono a Lo-yang, in Cina, su invito dell’imperatore Ming della tarda dinastia Han.
Katsu Stato tungusico che governava la parte nordorientale della Cina e della Corea
settentrionale durante i periodi Sui e T’ang. Secondo le antiche mappe, l’espressione
una “terra a est di T’ang e a ovest di Katsu”, citata negli Eminenti princìpi del Sutra
del Loto di Dengyo, indicherebbe il Giappone.
Katyayana Uno dei dieci principali discepoli del Budda Shakyamuni, rispettato per es-
sere il più abile nei dibattiti.
Kencho, tempio (giap. Kencho-ji) Tempio principale del ramo Kencho-ji della scuola
Zen Rinzai. Situato a Kamakura, in Giappone, era il più importante tra i cinque
maggiori templi Rinzai della città. In un certo periodo aveva più di cinquecento
templi a esso affiliati. Fu costruito nel 1253 da Hojo Tokiyori, che invitò Doryu (cin.
Tao-lung), un prete della Cina Sung, a ricoprire l’incarico di primo capo dei preti.
Kennin, tempio (giap. Kennin-ji) Tempio principale del ramo Kennin-ji della scuola Zen
Rinzai, considerato uno dei cinque principali templi Rinzai Zen di Kyoto. Fu fondato
nel 1202 da Eisai su commissione dello shogun Minamoto no Yoriie. Sebbene fosse
il primo tempio Zen di Kyoto, su pressione delle scuole più antiche vi si insegnavano
anche le dottrine Tendai e della Vera parola. Ma nel 1265 Doryu (cin. Tao-lung),
prete originario della Cina Sung, si trasferì al Kennin-ji e, da allora in poi, il tempio
fu utilizzato esclusivamente per la pratica dello Zen.
Kharadiya, monte Una delle sette catene concentriche di montagne dorate che, secondo
l’antica cosmologia indiana e buddista, circondano il monte Sumeru.
Kimmei (509-571) Ventinovesimo o trentesimo (a seconda del metodo di calcolo) impe-
ratore del Giappone. Secondo la tradizione, il Buddismo fu introdotto dalla Corea
durante il regno di Kimmei.
Kiyomori Vedi Taira no Kiyomori.
Kobo (774-835) Conosciuto anche con il nome di Kukai o Gran Maestro Kobo.
Fondatore della scuola della Vera parola in Giappone. Nell’804 Kobo si recò in
Cina per studiare gli insegnamenti e i rituali esoterici. Dopo il rientro in Giappone
nel 806, si dedicò alla propagazione del Buddismo esoterico e costruì un tempio sul
monte Koya.
Kocho, era Periodo in Giappone dal 1261 al 1264. Nel 1264, il nome dell’epoca cambiò

1093
GLOSSARIO

in Bun’ei. L’esilio di Nichiren Daishonin nella provincia di Izu avvenne durante l’era
Kocho.
Koguryŏ Uno dei tre antichi regni nella penisola coreana, insieme a Silla nel sud-est
e Paekche nel sud-ovest. Fondato nel primo secolo a.C., il Koguryŏ dominò sulla
Corea settentrionale, ma nel 668 fu conquistato da Silla e dalle forze cinesi di Kao-
tsung, terzo imperatore della dinastia T’ang.
Kojo (779-858) Discepolo di Dengyo che si impegnò affinché fosse portato a compimen-
to il desiderio del suo maestro di fondare un centro per l’ordinazione mahayana sul
monte Hiei. Il permesso imperiale per la costruzione della struttura fu concesso sette
giorni dopo la morte di Dengyo, nell’822. In seguito Kojo divenne sovrintendente
dell’Enryaku-ji.
Kokalika Membro della tribù degli Shakya e nemico di Shakyamuni. Sotto l’influenza
di Devadatta, calunniò i discepoli del Budda, Shariputra e Maudgalyayana. Si narra
che cadde nell’inferno da vivo.
koku (giap.) Unità di volume equivalente a circa 180 litri.
Kompon Detto anche Gran Maestro Kompon. Altro nome del Gran Maestro Dengyo.
Kompon significa fondamentale.
Koryŏ Regno istituito nella Corea centro settentrionale nel 918, che governò la penisola
coreana dal 935 fino al 1392.
koti (sans.) Unità di misura in vigore nell’antica India. Vi sono differenti interpretazioni
riguardo al valore di tale unità, definita come centomila, dieci milioni, e così via.
Krita (d.s.) Re del Kashmir nell’antica India che si oppose al Buddismo. Dopo esser
diventato re fu spodestato da Kanishka, re di Gandhara. Ma dopo la morte di
Kanishka, riconquistò il trono, mise al bando i monaci buddisti e fece distruggere
i loro templi, annientando il Buddismo in tutta la regione. Per questo fu ucciso da
Himatala, re del Tukhara e sostenitore del Buddismo.
Kshatriya (sans.) La seconda casta più elevata delle quattro classi o caste nell’antica
India, al di sotto di quella sacerdotale o dei Brahmani. I suoi membri erano nobili e
guerrieri e rappresentava la classe dominante negli affari secolari.
Kuan Lung-feng Ministro del re Chieh, ultimo re della dinastia Hsia. Il re Chieh con-
dusse una vita dissoluta e arrecò grande sofferenza ai suoi sudditi. Kuan Lung-feng
gli fece le proprie rimostranze, ma Chieh non ascoltò i suoi ammonimenti e lo fece
decapitare. Dopo di che la dinastia Hsia declinò rapidamente e fu distrutta dal re
T’ang della dinastia Yin (Shang). Secondo la tradizione, la dinastia Hsia è decaduta
nel 1766 a.C. Con Pi Kan, Kuan Lung-feng è considerato un modello di fedeltà.
Kukai Vedi Kobo.
Kukkutapada Detto anche monte Gurupadaka. Montagna situata nello stato di Magadha
nell’antica India, famosa per essere il luogo in cui morì Mahakashyapa.
Kumarajiva (344-413) Importante studioso che tradusse numerose scritture buddiste in
cinese. Nel 401 andò a Ch’ang-an e si dedicò a tradurre le scritture buddiste, com-
preso il Sutra del Loto. La sua traduzione del Sutra del Loto divenne la versione più
largamente usata in Cina e in Giappone. Il titolo giapponese è Myoho-renge-kyo ed
è la traduzione sulla quale si basò Nichiren Daishonin nella sua spiegazione degli
insegnamenti del Budda Shakyamuni.
Kumarayana (d.s.) Padre di Kumarajiva e figlio del primo ministro di uno dei più antichi
regni indiani, che visse nel IV secolo. Rinunciò alla sua posizione per entrare nell’or-
dine buddista. Egli lasciò l’India e attraversò l’altopiano del Pamir a nord, diretto
in Cina. Nel paese di Kucha, venne accolto ufficialmente dal re che gli offrì la mano
di sua sorella, Jivaka. Essi si sposarono e chiamarono il loro figlio Kumarajiva, dal-
l’unione dei loro due nomi. Secondo la leggenda, quando lasciò l’India, Kumarayana

1094
GLOSSARIO

portò con sé una statua del Budda Shakyamuni. Si narra che, durante il giorno, egli
trasportasse la statua, ma che, di notte, fosse la statua a trasportare lui.
Kumbhanda (sans.) Demoni che divorano la vitalità degli esseri umani. Essi sono anche
al servizio di uno dei quattro re celesti chiamato Incremento e Crescita.
Legge Nell’insegnamento di Nichiren Daishonin, indica, in senso specifico, la Legge di
Nam-myoho-renge-kyo e, in senso generale, gli insegnamenti del Budda.
Legge meravigliosa 1) Gli insegnamenti del Sutra del Loto. 2) L’essenza del Sutra del
Loto o Legge mistica che è la Legge fondamentale della vita e dell’universo.
Legge mistica La verità fondamentale della vita e dell’universo, la Legge di Nam-myoho-
renge-kyo.
legno di sandalo testa di bue Particolare tipo di sandalo che cresce nell’India meridiona-
le. Esso è di colore rossastro e ha proprietà curative. Si riteneva che avesse la migliore
fragranza tra tutti i tipi di legno di sandalo.
Li (d.s.) Consorte dell’imperatore Wu della dinastia Han in Cina; si diceva che fosse
dotata di una bellezza senza pari.
Li Kuang Vedi Generale Tigre di Pietra.
Li Ling (m. 74 a.C.) Comandante dell’esercito durante la prima dinastia Han, fatto prigio-
niero dai barbari del nord durante una battaglia. Quando la notizia della sua sconfitta
giunse alla corte, l’imperatore Wu, pensando che Li Ling si fosse ribellato alla dinastia
Han, ordinò che tutti gli appartenenti della sua famiglia fossero uccisi. Più tardi, quan-
do l’imperatore si rese conto del proprio errore, garantì che Li Ling potesse tornare a
casa, ma questi rifiutò e, infine, morì nella terra dei barbari del nord.
Liang-hsü (d.s.) Nono successore di T’ien-t’ai. Egli insegnò le dottrine della scuola
T’ien-t’ai a Chisho che si recò in Cina nell’853 e sarebbe divenuto in seguito il quinto
patriarca della scuola Tendai giapponese.
lingua lunga e ampia Detta anche lingua che ricopre il volto. Uno dei trentadue attributi
del Budda, che simboleggia la verità delle sue parole. Nel capitolo “Poteri sovran-
naturali” del Sutra del Loto, si narra che i Budda estendono la loro lingua fino a
raggiungere il cielo di Brahma per testimoniare la verità del Sutra del Loto.
Liu Pang (247-195 a.C.) Nativo di P’ei in Cina che in seguito divenne l’imperatore Kao-
tsu, fondatore della prima dinastia Han. Ricordato anche con il titolo di “governatore
di P’ei”. Egli si contese il potere con un altro comandante, Hsiang Yü, approfittando
della confusione successiva alla morte del Primo Imperatore dei Ch’in per sobillare
le truppe e tentare di rovesciare tale dinastia. La lunga lotta tra i due ebbe termine
con la vittoria di Liu Pang che fondò la dinastia Han nel 202 a.C.
Lode alla profondità del Sutra del Loto Commentario al Sutra del Loto scritto da
Tz’u-en secondo la dottrina della Coscienza come unica realtà della scuola delle
Caratteristiche dei dharma. Critica l’interpretazione del Sutra del Loto di T’ien-t’ai
e afferma che l’insegnamento dell’unico veicolo, esposto in tale sutra, è soltanto un
espediente, mentre quello dei tre veicoli rappresenta la verità.
Loto, scuola del Altro nome della scuola cinese T’ien-t’ai e della sua controparte giappo-
nese, la scuola Tendai. Il nome deriva dal fatto che, nelle dottrine di queste scuole, il
Sutra del Loto aveva un’importanza centrale. Il termine scuola del Loto venne usato
anche per indicare il Buddismo di Nichiren Daishonin, che affermava ugualmente la
supremazia del Sutra del Loto rispetto a tutti gli altri insegnamenti di Shakyamuni.
Luna della Liberazione Bodhisattva che, durante la cerimonia descritta nel Sutra della
Ghirlanda di fiori, chiede al Bodhisattva Forziere del Diamante di predicare sui dieci
stadi di sviluppo. Vedi anche cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva.
Madhyantika Discepolo di Ananda. È considerato il terzo dei ventiquattro successori di
Shakyamuni.

1095
GLOSSARIO

Madre dei Fanciulli Demoni Demone, figlia di un demone femmina yaksha di Rajagriha.
Si dice che uccidesse i bambini altrui per sfamare i propri. Ma, nel capitolo “Dharani”
del Sutra del Loto, ella e le dieci fanciulle demoni fanno voto di proteggere i devoti
del Sutra del Loto.
maestro del Dharma Denota un prete che conosce a fondo gli insegnamenti buddisti e li
insegna agli altri. Qui “Dharma” è riferito agli insegnamenti buddisti. “Maestro del
Dharma” era spesso usato come semplice titolo onorifico.
maestro del Tripitaka Titolo onorifico dato a coloro che conoscevano approfonditamen-
te le tre divisioni del canone buddista. Il titolo era usato anche per i preti eminenti
e per i monaci provenienti dall’India o dall’Asia centrale che si recarono in Cina e
tradussero le scritture buddiste in cinese.
maestro della disciplina Prete che conosce a fondo le regole di disciplina buddista ed
eccelle nell’osservarle. Quello di maestro della disciplina era anche un rango ufficiale
del clero. Un prete veniva insignito di tale titolo dal governo e riceveva l’incarico di
istruttore ufficiale dei preti e delle monache. “Maestro della disciplina” era spesso
usato anche come semplice titolo onorifico.
Maestro della Medicina Detto anche Budda (o Tathagata) della Medicina, o della
Guarigione. È il Budda del Mondo di Puro Smeraldo a oriente, noto anche come
Budda (o Tathagata) della Regione orientale. Da bodhisattva formulò dodici voti
di curare tutte le malattie e condurre tutte le persone al nirvana. La fede in questo
Budda si diffuse sia in Cina sia in Giappone e ne furono scolpite molte statue. Il suo
nome sanscrito è Bhaishajyaguru, che significa “insegnante della medicina”.
maestro della meditazione Prete che ha conseguito il livello di meditazione che gli per-
mette di concentrare la propria mente su un punto, rimanendo in tale stato al fine di
sradicare le illusioni e contemplare la verità. “Maestro della meditazione” era spesso
usato come titolo onorifico, come “maestro del Dharma” e “maestro della discipli-
na”.
Mahadeva Monaco che visse circa cento anni dopo Shakyamuni. Fu artefice del primo
scisma all’interno dell’ordine buddista. Prima di entrare nell’ordine, egli uccise suo
padre, sua madre e un arhat. In seguito espose le sue visioni arbitrarie sul Buddismo
e la controversia che ne derivò creò una divisione all’interno dell’ordine.
Mahakashyapa Detto anche Kashyapa. Uno dei dieci principali discepoli di Shakyamuni,
famoso per essere il più abile nelle pratiche ascetiche. Dopo la morte di Shakyamuni
divenne capo dell’ordine buddista.
Mahaprajapati Detta anche Gautami o Gotami. Zia e madre adottiva di Shakyamuni e
sorella minore di Maya, la madre naturale del Budda. Mahaprajapati si prese cura
di Shakyamuni quando Maya morì poco dopo la sua nascita. In seguito fu la prima
monaca a essere ammessa nell’ordine buddista.
mahasattva (sans.) “Grande essere”, un altro termine per “bodhisattva”.
Mahavairochana Spesso detto Tathagata Mahavairochana. Budda che appare nel Sutra
di Mahavairochana e nel Sutra della Corona di diamanti, venerato dai credenti del-
l’insegnamento esoterico. Essi lo considerano il Budda dal corpo del Dharma che
personifica l’immutabile verità di tutti i fenomeni e la fonte da cui traggono origine
tutti i Budda e i bodhisattva.
Mahayana Insegnamento del grande veicolo o l’insegnamento che spiega l’ottenimen-
to dell’illuminazione da parte di tutti e mira alla salvezza di tutti gli esseri viventi.
Spiega la pratica del bodhisattva come mezzo per ottenere l’illuminazione per sé e
per gli altri, in contrasto con il Buddismo hinayana il cui insegnamento mira solo alla
salvezza personale, o conseguimento dello stato di arhat.
Maheshvara Dio che si riteneva regnasse sul sistema maggiore di mondi. Originariamente

1096
GLOSSARIO

era uno dei principali dèi induisti. Il suo nome significa “dio della grande libertà”.
Mai Sprezzante Una precedente incarnazione di Shakyamuni che appare come questo
bodhisattva nel capitolo “Mai Sprezzante” del Sutra del Loto. Dopo la morte del
Tathagata Re Suono Maestoso, nel remoto passato, Mai Sprezzante esprimeva il pro-
prio rispetto a tutte le persone per la loro natura innata di Budda. Nonostante venis-
se per questo insultato e attaccato con bastoni e pietre, egli continuava la sua pratica.
Coloro che avevano deriso Mai Sprezzante caddero nell’inferno Avichi, ma, dopo
aver espiato la loro colpa, rinacquero con Mai Sprezzante che li salvò con la pratica
del Sutra del Loto. Negli scritti di Nichiren Daishonin è frequentemente citata la
storia del Bodhisattva Mai Sprezzante per spiegare il principio dell’ottenimento del-
l’illuminazione attraverso la relazione inversa, o legame che si instaura con il corretto
insegnamento opponendosi a esso o denigrandolo. Nichiren si riferisce spesso anche
alla pratica svolta dal Bodhisattva Mai Sprezzante che fu insultato e attaccato con
bastoni e pietre, ma in tal modo fu in grado di espiare le sue offese passate.
Mai Sprezzante, capitolo Ventesimo capitolo del Sutra del Loto, nel quale Shakyamuni
illustra attraverso la storia di questo bodhisattva i benefici derivanti dall’abbracciare
e praticare il Sutra del Loto e la gravità delle retribuzioni per le offese rivolte ai suoi
devoti.
Maitreya Bodhisattva che, secondo le predizioni, sarebbe stato il successore di
Shakyamuni come futuro Budda. Si narra che Maitreya sia rinato nel cielo Tushita,
all’interno del quale egli risiede e continua a istruire gli esseri celesti. Egli riapparirà
nel mondo 5.670 milioni di anni dopo la morte di Shakyamuni per salvare le perso-
ne. Tradizionalmente è considerato il maestro di Asanga, uno studioso della dottrina
della Coscienza come unica realtà del quale si narra che, per mezzo di poteri sovran-
naturali, ascese al cielo Tushita per essere istruito dal Bodhisattva Maitreya. Tuttavia
alcuni studiosi sono arrivati a identificarlo in un personaggio storico, chiamato ap-
punto Maitreya, il maestro di Asanga.
Malaya, monte (sans.) Montagna che sorge nell’India meridionale, nota per i suoi alberi
di sandalo.
mandala (sans.) Oggetto di culto sul quale sono raffigurati i Budda e i bodhisattva op-
pure sul quale è espressa la dottrina mistica. In cinese si traduce con «perfettamen-
te dotato» oppure «accumulo di benefici». Negli scritti di Nichiren Daishonin il
Gohonzon è chiamato mandala poiché incarna tutte le pratiche di tutti i Budda e le
virtù che ne derivano.
mani (sans.) Gioiello. Si riferisce anche a un particolare tipo di gioiello che si riteneva
avesse il potere di allontanare la sfortuna, far tornare limpida l’acqua melmosa e
curare la malattia.
Manjushri Guida dei bodhisattva dell’insegnamento transitorio. Egli rappresenta le
virtù di saggezza e illuminazione e, insieme al Bodhisattva Saggezza Universale, è
raffigurato nei sutra come uno dei due bodhisattva che accompagnano il Budda
Shakyamuni.
mantra (sans.) Formula che consiste di parole segrete oppure sillabe che si ritengono
dotate di poteri mistici. Il Buddismo esoterico si avvale dei mantra nella pratica e
nel rituale, come strumenti per raggiungere l’unione con il Budda Mahavairochana.
Mantra è tradotto in cinese con “vera parola” (giap. shingon).
mare delle sofferenze di nascita e morte Detto anche mare della sofferenza. Le sofferen-
ze della trasmigrazione nei sei sentieri, che sono infinite e difficili da superare. Sono
paragonate all’oceano, vasto e difficile da attraversare.
Marichi Dio che, in origine, era ritenuto una personificazione dei raggi del sole. Il
Buddismo, in generale, lo rappresenta come il vassallo che precede il dio del sole. Si

1097
GLOSSARIO

riteneva che Marichi possedesse il potere di diventare invisibile e sconfiggere il nemi-


co senza essere catturato. Per questa ragione era venerato dai guerrieri in Giappone.
Alcune statue e scritture rappresentano Marichi come femmina.
Masakado (m. 940) Taira no Masakado, illustre guerriero del clan Taira che esercitò
un grande potere nel Giappone orientale. Attaccò la sede del governo nel Kanto e
assunse il titolo di “Nuovo Imperatore”. Poco tempo dopo, le sue truppe furono
indotte alla ritirata ed egli fu ucciso dal cugino, Taira no Sadamori, con l’appoggio
di Fujiwara no Hidesato.
Matanga Vedi Kashyapa Matanga.
Maudgalyayana Uno dei dieci principali discepoli di Shakyamuni, noto per i suoi poteri
sovrannaturali. Nato in una famiglia brahmana nel regno del Magadha, era amico di
Shariputra fin dall’infanzia. Essi dapprima erano discepoli di Sanjaya Belatthiputta,
uno dei sei maestri non buddisti, ma in seguito divennero seguaci di Shakyamuni.
Medio giorno della Legge Detto anche era della Legge formale, era della falsa Legge o
era della Legge apparente. Il secondo dei tre periodi successivi alla morte del Budda,
nel quale l’insegnamento del Budda diventa più formale, il legame delle persone con
esso si indebolisce e sono sempre meno le persone capaci di ottenere l’illuminazione
attraverso la sua pratica. Alcune fonti sostengono che il Medio giorno della Legge di
Shakyamuni duri mille anni, altre cinquecento anni.
meditazione del Loto Forma di meditazione basata sul Sutra del Loto.
meditazione perfetta Uno dei tre tipi di apprendimento basati sull’insegnamento per
ottenere l’illuminazione perfetta e immediata, ovvero il Sutra del Loto, insieme alla
saggezza perfetta e ai precetti perfetti. Secondo T’ien-t’ai, meditazione perfetta si-
gnifica meditare sulla vera natura della vita o dottrina dei tremila regni in un singolo
istante di vita che deriva dal Sutra del Loto.
meditazione sui cinque elementi Detta anche meditazione sui cinque anelli. Forma di
meditazione esoterica volta a realizzare la consapevolezza che il sé e l’ambiente sono
composti da cinque elementi (terra, acqua, fuoco, vento e spazio); che le cinque parti
del corpo (testa, volto, petto, addome e ginocchia) sono governate dalle cinque sil-
labe del mantra esoterico avarahakha (a-va-ra-ha-kha), il quale rappresenta i cinque
elementi del Budda Mahavairochana; che il corpo di ogni individuo è fondamental-
mente tutt’uno con i cinque Budda che incarnano i cinque aspetti della saggezza del
Budda Mahavairochana.
meditazione sui riflessi sulla superficie del grande mare Tipo di meditazione esposta
nel Sutra della Ghirlanda dei fiori. In questa meditazione tutti i fenomeni delle tre
esistenze appaiono chiaramente nella mente così come tutte le cose vengono riflesse
sulla superficie dell’oceano quando esso è calmo.
Miao-lo (711-782) Conosciuto anche con i nomi di Chan-jan, Venerabile Ching-hsi,
Gran Maestro Ching-hsi, Gran Maestro Miao-lo. Sesto patriarca della scuola T’ien-
t’ai in Cina, secondo la tradizione che considera T’ien-t’ai come il primo. Egli fu
riverito come il restauratore di questa scuola e compilò alcuni commentari sulle
principali opere di T’ien-t’ai, contribuendo, con una maggiore chiarezza, al risveglio
dell’interesse negli insegnamenti della scuola. I suoi commentari alle tre principali
opere di T’ien-t’ai sono: Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”,
Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” e Annotazioni su “Grande concen-
trazione e visione profonda”.
Mihirakula, re (d.s.) Re dell’antico regno di Cheka in India. Si oppose al Buddismo esi-
liando i monaci buddisti. Tempo dopo, Mihirakula tentò di conquistare il Magadha,
ma fu catturato da Baladitya, sovrano di questo regno, che era un buddista. Rilasciato
per intercessione della misericordiosa madre di Baladitya, Mihirakula fuggì in

1098
GLOSSARIO

Kashmir e in seguito ne uccise il suo re. Proseguì attaccando il Gandhara dove di-
strusse i templi e gli stupa buddisti e annientò più di metà della popolazione, perché
era buddista. Mihirakula morì quello stesso anno e si dice che sia caduto nell’inferno
della sofferenza incessante.
milleduecento e più onorati Budda, bodhisattva e altre venerabili figure rappresentate
nei mandala del regno di Diamante e del regno del Grembo nell’ambito dell’insegna-
mento esoterico della scuola della Vera parola.
Minamoto no Yoritomo (1147-1199) Primo shogun del governo di Kamakura che diede
inizio all’amministrazione dello stato da parte della classe guerriera. Egli trasferì il
potere effettivo del governo dalla corte imperiale, residente a Kyoto, a Kamakura.
Minamoto, clan Detto anche clan Genji. Clan che fondò lo shogunato di Kamakura, pri-
mo governo militare del Giappone. Nel tardo dodicesimo secolo, il clan Minamoto
sconfisse quello Taira, suo rivale, e Minamoto no Yoritomo, capo del clan Minamoto,
fondò il governo di Kamakura. Entrambi i clan Minamoto e Taira erano rami cadetti
della famiglia imperiale.
Molti Tesori Un Budda che appare, seduto nella torre preziosa alla Cerimonia nell’aria,
per dar credito agli insegnamenti di Shakyamuni nel Sutra del Loto. Secondo il ca-
pitolo del Sutra del Loto “Torre preziosa”, il Tathagata Molti Tesori vive in una terra
a oriente, chiamata Purezza Preziosa. Mentre stava ancora portando a termine la via
del bodhisattva, fece un voto solenne per cui, anche dopo essere entrato nel nirvana,
egli sarebbe riapparso con la sua torre preziosa per attestare la validità del Sutra del
Loto ovunque questo fosse stato predicato.
monaca laica (giap. ama) Credente buddista che ha preso la tonsura come una monaca,
ma che continua a vivere nella società come laica. Monaca laica è l’equivalente fem-
minile di prete laico (giap. nyudo). Era un suffisso apposto spesso ai nomi di donne
che avevano preso la tonsura, ma conducevano una vita laica.
mondo del desiderio Prima suddivisione del triplice mondo. Il mondo del desiderio è
così chiamato perché i suoi abitanti sono governati da vari desideri, come il desiderio
sessuale o il desiderio di cibo. Esso comprende: i quattro cattivi sentieri dell’esisten-
za (i regni dell’inferno, degli spiriti affamati, degli animali e degli asura), i quattro
continenti (il regno degli esseri umani) che circondano il monte Sumeru e i sei cieli
(il regno degli esseri celesti) del mondo del desiderio. Si dice che nel sesto, il più
elevato dei sei cieli del desiderio, dimori il re demone del sesto cielo, che ha un forte
desiderio di controllare gli altri e di impedire loro di ottenere l’illuminazione.
mondo del Tesoro del Loto La pura terra, descritta nel Sutra della Ghirlanda dei fiori,
in cui si dice che viva il Budda Vairochana.
mondo della forma Seconda suddivisione del triplice mondo, situata al di sopra del
mondo del desiderio. Gli esseri in questo mondo sono dotati di corpi fisici e sono
soggetti a certe restrizioni materiali, ma sono liberi dal desiderio e si nutrono di luce.
Il mondo della forma consiste dei quattro cieli della meditazione ed è ulteriormente
diviso in diciotto cieli (sedici o diciassette secondo altre spiegazioni).
mondo della non forma Terza e più elevata suddivisione del triplice mondo. Il mondo
della non forma è il regno che si trova oltre la forma o la sostanza, in altre parole, è il
regno puro, spirituale e immateriale. Questo mondo comprende quattro regni che,
in ordine ascendente di qualità, sono: il regno dello spazio vuoto illimitato, il regno
della coscienza illimitata, il regno del nulla e il regno in cui non vi è percezione né
assenza di percezione. La durata della vita degli esseri in questi quattro regni è di
ventimila kalpa nel primo regno, di quarantamila kalpa nel secondo, di sessantamila
kalpa nel terzo e di ottantamila kalpa nel quarto regno. Tuttavia gli abitanti di questi
quattro regni non sono liberi dalle sofferenze di nascita e morte.

1099
GLOSSARIO

mondo di saha Questo mondo che è pieno di sofferenza. Nelle versioni cinesi delle scrit-
ture buddiste saha viene tradotto con “sopportazione”. In tale contesto il mondo di
saha indica un mondo in cui le persone devono sopportare la sofferenza. È definito
anche terra impura, contrapposta alla pura terra. Il mondo di saha descrive la terra
in cui il Budda Shakyamuni appare e, sopportando varie difficoltà, istruisce gli esseri
viventi. Alcune scritture buddiste, tra cui il Sutra del Loto, affermano che il mondo
di saha può essere trasformato nella Terra della Luce Eternamente Tranquilla o che
il mondo di saha è di per sé la Terra della Luce Eternamente Tranquilla.
mondo Sumeru Mondo il cui centro è il monte Sumeru. Secondo l’antica cosmologia
indiana, il mondo Sumeru è composto da: il monte Sumeru, i mari e le catene mon-
tuose che lo circondano, i quattro continenti, un sole e una luna. Il monte Sumeru
è situato al centro del mondo e circondato da otto catene montuose concentriche e
otto mari. Nel mare più esterno esistono quattro continenti. Un sole e una luna si
muovono intorno al monte Sumeru. Secondo l’antica cosmologia indiana, l’universo
è composto di innumerevoli mondi Sumeru.
Mononobe no Moriya (m. 587) Alto funzionario di corte, avverso al Buddismo, che com-
batté contro Soga no Umako, un altro alto funzionario che sosteneva il Buddismo.
Mononobe no Okoshi (d.s.) Alto funzionario di corte durante il regno dell’impera-
tore Kimmei (509-571). Egli mosse critiche al proprio rivale a corte, Otomo no
Kanamura, membro di un’influente famiglia, per come questi aveva gestito gli affari
con la Corea e rovinò l’intera famiglia Otomo. Tempo dopo, riguardo all’introdu-
zione del Buddismo in Giappone, egli si oppose a Soga no Iname, altro importante
ministro della corte, che favorì il Buddismo. Mononobe no Moriya era suo figlio.
Montagne Nevose Riferimento a varie montagne coperte di neve. Nelle scritture buddi-
ste questo nome si riferisce spesso alla catena dell’Himalaya. Le Montagne Nevose
che appaiono nel Tesoro dell’Abhidharma sono situate nella parte settentrionale di
Jambudvipa; a nord delle Montagne Nevose c’è il lago della Frescura, da cui nasco-
no i fiumi che nutrono il suolo nei quattro quadranti di Jambudvipa.
Montagne Nevose, ragazzo delle Nome del Budda Shakyamuni in una precedente esi-
stenza, quando praticava le austerità sulle Montagne Nevose. La sua storia appare nel
Sutra del Nirvana. Il dio Shakra decise di mettere alla prova la determinazione del
ragazzo e gli apparve sotto forma di un demone che recitava la metà di un verso di un
insegnamento buddista. Dopo averlo udito, il ragazzo pregò il demone di rivelargli la
seconda metà. Il demone acconsentì, ma chiese in cambio la sua carne e il suo sangue.
Dopo aver udito l’altra metà del verso, il ragazzo si lanciò da un albero nella bocca del
demone. Ma in quel momento il demone si tramutò in Shakra e lo depose a terra.
monte Chiaro e Fresco Dimora del Bodhisattva Manjushri, secondo il Sutra della
Ghirlanda di fiori. Fu in seguito identificato con il monte Ch’ing-liang in Cina, il
cui nome è scritto con gli stessi caratteri di “chiaro e fresco”. Questo monte è anche
noto come Wu-t’ai.
Moriya Vedi Mononobe no Moriya.
mudra (sans.) Segni o gesti fatti con le mani e le dita per simboleggiare l’illuminazione
e i voti dei Budda e dei bodhisattva. Utilizzati nel Buddismo esoterico della scuola
della Vera parola, che li considera come mezzi per raggiungere l’unione con il Budda
Mahavairochana.
mudra della saggezza Un gesto eseguito con le mani e con le dita dal Tathagata
Mahavairochana del regno di Diamante. Il mudra della saggezza è una forma nella
quale il primo dito della mano sinistra, tenuto teso, viene afferrato con la mano de-
stra chiusa. Si ritiene che, effettuando questo mudra, si possano sradicare le illusioni
e ottenere la saggezza del Budda.

1100
GLOSSARIO

Munemori (1147-1185) Taira no Munemori, ultimo capo del clan Taira. Sotto la pres-
sione del clan rivale Minamoto, Munemori fuggì a ovest della capitale, Kyoto, con
l’imperatore Antoku. L’esercito Taira fu infine sconfitto nella battaglia navale di
Dannoura. Munemori si gettò in mare, ma fu catturato e poi decapitato.
mutuo possesso dei Dieci mondi Principio secondo il quale ognuno dei Dieci mondi
contiene in sé potenzialmente anche tutti gli altri nove. Questo significa che lo stato
vitale di ciascun individuo può essere cambiato e tutti gli esseri dei nove mondi pos-
siedono la potenzialità della Buddità.
Myoho-renge-kyo (giap.) 1) La Legge mistica, o Nam-myoho-renge-kyo. 2) Il Sutra del
Loto della Legge meravigliosa, traduzione del Sutra del Loto in cinese di Kumarajiva.
“Myoho-renge-kyo” è la pronuncia giapponese del titolo cinese.
Myoun (1115-1183) Cinquantacinquesimo e cinquantasettesimo capo dei preti dell’En-
ryaku-ji, il tempio principale della scuola Tendai in Giappone.
Nagabodhi (d.s.) Nativo dell’India meridionale, è considerato il quarto nella linea di
trasmissione dell’insegnamento esoterico della scuola della Vera parola. Si dice che
ereditò l’insegnamento esoterico da Nagarjuna e lo trasmise a Chin-kang-chih.
Nagarjuna (d.s.) Filosofo mahayana che visse nell’India meridionale tra il 150 e il 250.
Scrisse vari e importanti trattati su molti sutra e ordinò i fondamenti teorici del pen-
siero mahayana, dando così un contributo inestimabile al suo sviluppo. È ricordato
in modo particolare per la sua sistematizzazione della dottrina della non sostanzia-
lità. Le sue opere includono il Trattato sulla Via di mezzo, il Trattato sulla grande
perfezione della saggezza e il Commentario al Sutra dei Dieci stadi.
Nagoe, monaca laica di (d.s.) Detta anche Oama (monaca anziana). Seguace di Nichiren
Daishonin e moglie di Hojo Tomotoki, fratello minore di Hojo Yasutoki, il terzo
reggente del governo di Kamakura. Suo marito fu il signore del distretto di Nagasa
nella provincia di Awa, dove nacque il Daishonin. Da quando il Daishonin prese i
voti, sembra che avesse assistito i genitori di quest’ultimo in vari modi. Subito dopo
la proclamazione dell’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo da parte di Nichiren,
Oama divenne sua seguace. Tuttavia ella abbandonò la fede nel periodo della per-
secuzione di Tatsunokuchi. Quando il Daishonin, al suo ritorno dall’isola di Sado,
si stabilì a Minobu, ella riconsiderò la propria decisione e chiese al Daishonin di
affidarle un Gohonzon. Ma egli si rifiutò poiché sapeva che la sua fede era ancora
vacillante. Affidò però un Gohonzon a Niiama (monaca giovane), moglie del figlio
o del nipote di Oama.
Nam-myoho-renge-kyo Legge o realtà fondamentale che permea tutti i fenomeni del-
l’universo. Anche l’invocazione, o daimoku, del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Namu Amida Butsu “Lode al Budda Amida”, detto anche Nembutsu. La frase invocata
dai seguaci della scuola della Pura terra.
Nanda Discepolo di Shakyamuni e suo fratellastro minore, figlio di Shuddodana e della
zia materna di Shakyamuni, Mahaprajapati. Si narra che fosse particolarmente bel-
lo.
Nan-yüeh (515-577) Detto anche Hui-ssu. Maestro di T’ien-t’ai. Prese i voti all’età di
quindici anni e si dedicò allo studio del Sutra del Loto. In seguito, imparò da Hui-
wen la meditazione per l’osservazione della mente. Nonostante le ripetute perse-
cuzioni da parte degli avversari che nutrivano astio nei suoi confronti, si dedicò al-
l’insegnamento dei sutra del Loto e della Saggezza, alla pratica del Sutra del Loto e
all’istruzione dei discepoli.
Narayana Questo termine indicava in origine il dio Vishnu nella mitologia indù. Esso
fu assimilato dal Buddismo come divinità protettrice che si riteneva possedesse una
grande forza fisica.

1101
GLOSSARIO

natura del Dharma La natura essenziale e immutabile inerente a tutte le cose e fenomeni.
Il termine natura del Dharma si riferisce anche alla natura di Budda, la causa interna
o potenzialità per il conseguimento della Buddità. I sutra del Loto e del Nirvana
affermano che tutti gli esseri viventi sono dotati della natura di Budda.
nayuta (sans.) Unità numerica indiana. Le spiegazioni riguardo alla sua grandezza diffe-
riscono a seconda della fonte. Secondo alcuni sarebbe pari a cento miliardi (1011),
secondo altri a dieci milioni (107).
Nembutsu Termine giapponese che significa in senso generale meditare sul Budda
Amida o invocare il suo nome. La pratica degli aderenti alla scuola della Pura terra,
che secondo le sue dottrine garantiva la rinascita nella Pura terra del Budda Amida.
Il termine indica anche la scuola della Pura terra stessa.
Nen’a (1199-1287) Detto anche Ryochu, terzo patriarca della scuola giapponese della
Pura terra in Giappone, dopo Honen e Bencho.
Nichiro (1245-1320) Uno dei sei preti anziani nominati da Nichiren, detto anche
Chikugo-bo. Nacque nella provincia di Shimosa. Nel 1254 si convertì al Buddismo
del Daishonin con suo padre e, sotto la guida di Nissho, prese i voti. Fu imprigionato
in occasione della persecuzione di Tatsunokuchi nel 1271.
Nikko Shonin (1246-1333) Detto anche Hoki-bo. Discepolo più vicino e successo-
re di Nichiren Daishonin. Nel 1258, all’età di tredici anni, divenne discepolo del
Daishonin e lo accompagnò nei suoi due esili, a Izu e a Sado. In seguito, il suo
impegno nella propagazione condusse alla persecuzione di Atsuhara. A Minobu egli
trascrisse le lezioni del Daishonin sul Sutra del Loto e le compilò con il titolo La rac-
colta degli insegnamenti orali. Dopo la morte del Daishonin, Nikko Shonin si dedicò
a raccogliere e copiare gli scritti del suo maestro che egli chiamò “Gosho”, o scritti
onorabili.
nirvana (sans.) Illuminazione, lo scopo della pratica buddista. Il termine sanscrito nir-
vana significa “spento” ed è tradotto con estinzione, emancipazione, cessazione,
quiescenza oppure non rinascita. Il nirvana era in origine considerato come lo stato
in cui si estinguono tutte le illusioni e i desideri e di conseguenza anche il ciclo di
nascita e morte. Nel Buddismo mahayana il nirvana significa non tanto la fuga dal
mondo fenomenico quanto un risveglio alla vera natura dei fenomeni, o perfezio-
ne della saggezza del Budda. Il termine nirvana viene usato anche per riferirsi alla
morte di un Budda. Le parole sanscrite parinirvana e mahaparinirvana sono termini
simili a “nirvana” e vengono spesso usate per indicare la morte del corpo fisico di
un Budda.
nono periodo di diminuzione Generalmente si riferisce al nono periodo di diminuzione
nel kalpa della continuità. Durante il kalpa della continuità si dice che la durata della
vita umana attraversi ripetutamente un ciclo di diminuzione e di aumento. Questo
ciclo viene ripetuto per venti volte. Si narra che Shakyamuni sia apparso nel kalpa
della continuità, nel nono periodo di diminuzione, quando la durata della vita degli
esseri umani era di cento anni.
novantacinque scuole non buddiste Scuole di Brahmanesimo esistenti all’epoca di
Shakyamuni. I loro nomi e le dottrine specifiche sono sconosciute. Secondo altre
fonti vi furono novantasei scuole di Brahmanesimo. Le “novantacinque scuole non
buddiste” sono anche chiamate “novantacinque scuole del Brahmanesimo”.
nove coscienze Nove livelli di discernimento. Le prime cinque coscienze corrispondono
ai cinque sensi: vista, udito, olfatto, gusto e tatto. La sesta integra le percezioni rac-
colte dalle prime cinque in immagini coerenti e formula giudizi sul mondo esterno.
La settima corrisponde al mondo interiore e spirituale. La consapevolezza del sé e
la capacità di discernere il bene e il male hanno origine in essa. L’ottava, la coscien-

1102
GLOSSARIO

za alaya, accoglie gli effetti delle azioni buone e cattive, immagazzinandoli come
potenzialità karmiche o “semi”, che determineranno retribuzioni, rispettivamente,
di felicità o sofferenza. La nona coscienza, chiamata amala, libera dalle impurità del
karma, è definita come essenziale per tutte le funzioni della vita ed è identificata con
il vero aspetto della vita o la natura di Budda.
nove grandi persecuzioni Vedi nove grandi prove.
nove grandi prove Dette anche nove grandi persecuzioni. Le principali avversità affron-
tate da Shakyamuni elencate nel Trattato sulla grande perfezione della saggezza. Tra
esse vi sono il tentativo, a opera di Devadatta, di schiacciarlo facendo rotolare un
macigno dall’alto di una collina e quello del re Ajatashatru che liberò elefanti ubria-
chi e li aizzò contro Shakyamuni e i suoi discepoli per farli morire calpestati.
nove mondi Nove dei Dieci mondi, dall’inferno al mondo di bodhisattva. I nove mondi
vengono spesso contrapposti al mondo di Buddità per indicare stati vitali transitori
e illusori. Il Sutra del Loto insegna che tutti gli esseri dei nove mondi possiedono la
potenzialità di conseguire la Buddità.
nove montagne Il monte Sumeru e le altre otto catene montuose concentriche che si
diceva lo circondassero.
nove montagne e otto mari Le montagne e i mari che costituiscono il mondo secondo
l’antica cosmologia indiana. Le nove montagne sono: il monte Sumeru, al centro, e
altre otto catene montuose concentriche che lo circondano. Queste catene montuose
sono separate fra loro da otto mari.
nove scuole Le scuole del Tesoro dell’Abhidharma, dell’Affermazione della verità, dei
Precetti, delle Caratteristiche dei dharma, dei Tre trattati, della Ghirlanda di fiori,
Tendai, della Vera parola, più la scuola Zen o quella della Pura terra. Le prime otto e
quella della Pura terra si diffusero in Giappone prima del periodo Kamakura (1185-
1333), mentre la scuola Zen emerse all’inizio del periodo di Kamakura.
Oama Vedi Nagoe, monaca laica di.
Occhio del Budda Uno dei Budda che compare negli insegnamenti esoterici. È una per-
sonificazione della suprema saggezza del Budda considerata l’origine o “madre” di
tutti i Budda e bodhisattva, da cui il nome Budda Madre Occhio del Budda.
occhio del Dharma 1) Uno dei ranghi ufficiali presso il clero. La sua natura varia nelle
diverse epoche. Fu formalizzato in Giappone nell’864. Inizialmente definiva una
funzione o un livello di responsabilità, ma in seguito divenne null’altro che un titolo
formale e onorifico. 2) Uno dei cinque tipi di visione. Vedi cinque tipi di visione.
Oishi no Omaru (d.s.) Detto anche Oishi no Yamamaru, ma, più comunemente, Ayaishi
no Omaro. Criminale giapponese vissuto nel quinto secolo. Attaccava i viaggiatori
lungo le strade e saccheggiava le navi mercantili; alla fine fu ucciso dai soldati inviati
dall’imperatore.
Oishi no Yamamaru Vedi Oishi no Omaru.
Omuro Altro nome per indicare il tempio Ninna (giap. Ninna-ji), della scuola della Vera
parola a Kyoto, in Giappone.
Onjo, tempio (giap. Onjo-ji) Detto anche Mii-dera. Tempio principale della Scuola del
Tempio (giap. Jimon), uno dei due rami della scuola Tendai. Nel 993, come risultato
degli attriti con i seguaci di Jikaku, i seguaci di Chisho lasciarono il monte Hiei e
si trasferirono presso l’Onjo-ji, dove dichiararono la loro indipendenza dal tempio
Enryaku sul monte Hiei.
Onorato dal Mondo (sans. bhagavat) Uno dei dieci titoli onorifici di un Budda. La pa-
rola sanscrita bhagavat è solitamente tradotta come “il benedetto”. Nelle scritture
buddiste cinesi bhagavat veniva reso come l’Onorato dal Mondo. Un Budda è così
chiamato perché è ampiamente riverito da tutti.

1103
GLOSSARIO

Onorato dal Mondo di Grande Illuminazione Titolo onorifico di un Budda, attribui-


to in particolare a Shakyamuni. “Grande Illuminazione” indica l’illuminazione del
Budda. Onorato dal Mondo è uno dei dieci titoli onorifici del Budda e significa che
egli è riverito dalla gente del mondo.
Ornamento Meraviglioso Re che appare nel capitolo del Sutra del Loto “Re Ornamento
Meraviglioso”. Sebbene fosse un credente del Brahmanesimo, andò a trovare il
Budda su sollecitazione della moglie Pura Virtù e dei suoi due figli, Puro Forziere e
Puro Occhio. Alla fine si unì all’ordine buddista insieme alla moglie, ai due figli e a
molti seguaci.
oscurità fondamentale Detta anche ignoranza fondamentale. L’illusione più profonda-
mente radicata, inerente alla vita, che fa emergere tutte le altre illusioni e desideri.
osservanti dei precetti Coloro che osservano i precetti buddisti. Il termine si riferisce
anche a quelli che pongono l’accento soltanto sull’adesione ai precetti. Nel Gosho,
il Daishonin spesso si avvale di tale termine per indicare coloro che fanno mostra di
osservare i precetti pur avendone perso lo spirito. Egli lo utilizza spesso riguardo ai
preti delle scuole dei Precetti e Zen.
Ota Jiro Hyoe Non si conoscono dettagli su di lui. Una teoria lo identifica con Ota
Chikamasa (m. 1279), seguace del Daishonin, che visse a Kajima nel distretto di Fuji,
della provincia di Suruga. Chikamasa abbandonò la fede e attaccò i discepoli del
Daishonin durante la persecuzione di Atsuhara; in quello stesso periodo fu disarcio-
nato dal proprio cavallo e morì.
Ota Jomyo (1222-1283) Detto anche Ota Kingo o prete laico di Ota. Seguace laico di
Nichiren. Fu convertito all’insegnamento del Daishonin da Toki Jonin. Insieme a
Toki Jonin e Soya Kyoshin era considerato un punto di riferimento per i credenti
della provincia di Shimosa.
Otokoyama, monte Montagna a sud di Kyoto dove sorge il santuario Iwashimizu
Hachiman.
ottanta segni minori Caratteristiche straordinarie attribuite a Budda e bodhisattva.
ottantamila insegnamenti Detti anche ottantamila sacri insegnamenti o ottantaquattro-
mila insegnamenti. Corpus degli insegnamenti esposti dal Budda Shakyamuni du-
rante la sua vita. Di solito si parla di ottantaquattromila insegnamenti, ma tale cifra
non va intesa in senso letterale, bensì viene usata per indicare semplicemente un
numero enorme.
ottantamila sacri insegnamenti Vedi ottantamila insegnamenti.
Ottenuto Dolorosamente Seguace del maestro non buddista Nirgrantha Jnataputra
(Nigantha Nataputta in pali), fondatore del Giainismo, che cercava la liberazione
attraverso un rigoroso ascetismo.
otto errori Termine opposto a ottuplice sentiero. Gli otto errori sono: visioni errate, pen-
sieri errati, discorsi errati, azioni errate, stile di vita errato, sforzo errato, consapevo-
lezza errata e meditazione errata.
otto fasi dell’esistenza di un Budda Otto fasi successive che un Budda attraversa quando
appare nel mondo per salvare le persone. Esse sono; 1) discendere dal cielo; 2) en-
trare nel grembo materno; 3) emergere dal grembo materno; 4) rinunciare al mondo
secolare; 5) sconfiggere i demoni; 6) ottenere l’illuminazione; 7) mettere in moto la
ruota della Legge; 8) entrare nel nirvana.
otto inferni freddi Otto inferni che secondo la tradizione si trovano sotto il continente di
Jambudvipa, vicino agli otto inferni caldi. Chi si trova in questi inferni è tormentato
da un freddo insopportabile.
otto insegnamenti Sistema di classificazione degli insegnamenti di Shakyamuni formula-
to da T’ien-t’ai. Gli otto insegnamenti sono divisi in due gruppi: i quattro tipi di in-

1104
GLOSSARIO

segnamento e i quattro metodi di insegnamento. La prima è una divisione per conte-


nuto e la seconda per metodo di insegnamento. I quattro tipi di insegnamento sono:
1) l’insegnamento del Tripitaka, che corrisponde allo Hinayana; 2) l’insegnamento
di condivisione, o Mahayana introduttivo; 3) l’insegnamento specifico, un livello più
elevato del Mahayana provvisorio; 4) l’insegnamento perfetto, o vero Mahayana. I
quattro metodi di insegnamento sono: 1) il metodo immediato, riferito a quegli in-
segnamenti che Shakyamuni espose direttamente secondo la sua illuminazione; 2) il
metodo graduale, riferito a quegli insegnamenti esposti per portare gradualmente i
discepoli alla comprensione delle dottrine più elevate; 3) il metodo segreto, riferito
a quegli insegnamenti che gli ascoltatori comprendono in modi differenti secondo le
loro capacità e dai quali ciascuno riceve benefici diversi senza accorgersi della diffe-
renza; 4) il metodo indeterminato, riferito a quegli insegnamenti che gli ascoltatori
comprendono in modi differenti e dai quali ciascuno riceve benefici diversi, come
per il precedente, ma con consapevolezza della differenza.
otto negazioni Detto anche sentiero di mezzo delle otto negazioni. Otto espressioni di
negazione che compaiono all’inizio del Trattato sulla Via di mezzo di Nagarjuna. «Né
nascita né estinzione, né cessazione né permanenza, né uniformità né diversità, né ar-
rivare né andare». L’insegnamento delle otto negazioni intende dimostrare che la vera
natura dei fenomeni non può essere definita né come esistenza né come non esistenza e
nemmeno con nessun altro concetto determinato che le si voglia applicare. Tale natura
è piuttosto la non sostanzialità, la Via di mezzo che trascende ogni dualità.
otto offese Otto gravi crimini delineati nei codici giapponesi Taiho (entrato in vigore
nel 701) e Yoro (entrato in vigore nel 757). Esse sono: 1) ribellarsi all’imperatore; 2)
danneggiare palazzi o tombe imperiali; 3) tradire lo stato; 4) uccidere un parente; 5)
uccidere la propria moglie o più di tre persone appartenenti a un’altra famiglia; 6)
rubare o danneggiare le proprietà imperiali o religiose; 7) non osservare una condot-
ta filiale nei confronti dei propri genitori o parenti più anziani; 8) uccidere il proprio
maestro o un altro superiore.
otto offese maggiori Dette anche otto gravi offese o colpe. 1) Le offese più gravi che
una monaca possa commettere, punibili con l’espulsione dall’ordine buddista. Esse
sono: uccidere, rubare, avere rapporti sessuali, mentire, toccare un uomo, frequen-
tare impropriamente un uomo, celare il comportamento errato di qualcuno e seguire
un monaco il cui comportamento contravviene alle regole monastiche. 2) Violazione
delle otto proibizioni per i bodhisattva. Esse consistono nelle quattro offese di ucci-
dere, rubare, avere rapporti sessuali e mentire, più quelle di esprimere apprezzamen-
to per se stessi e disprezzo per gli altri, tenere per sé le offerte o risparmiare gli sforzi
per esporre gli insegnamenti, farsi prendere dalla collera e non accettare le scuse, e
parlar male del corretto insegnamento.
otto precetti Precetti osservati dai praticanti laici del Buddismo in determinati giorni
del mese. Per quanto differiscano a seconda delle fonti, essi possono essere riassunti
come segue: 1) non uccidere; 2) non rubare; 3) astenersi dalle attività sessuali; 4) non
mentire; 5) non bere alcol o altre sostanze inebrianti; 6) non fare uso di cosmetici,
profumi o ornamenti e non ascoltare canti o assistere a danze; 7) non dormire in un
letto ampio o elevato; 8) non mangiare dopo mezzogiorno.
otto scuole Le otto maggiori scuole buddiste in Giappone prima del periodo di Kamakura
(1185-1333). Esse sono: Tesoro dell’Abhidharma (Kusha), Affermazione della verità
(Jojitsu), Precetti (Ritsu), Caratteristiche dei dharma (Hosso), Tre trattati (Sanron),
Ghirlanda di fiori (Kegon), Tendai e Vera parola (Shingon). Le prime sei fiorirono
nel periodo di Nara (710-794), mentre la Tendai e quella della Vera parola nacquero
e acquistarono rilevanza durante il periodo Heian (794-1185).

1105
GLOSSARIO

otto tipi di esseri non umani Esseri che proteggono il Buddismo. Essi sono divinità o
esseri celesti; naga, o draghi; un tipo di demoni chiamati yaksha; dèi della musica
chiamati gandharva; demoni bellicosi chiamati asura; garuda, uccelli che cacciano i
draghi; kimnara, dèi dalla voce celestiale; mahoraga, dèi dalla forma di serpente.
otto venti Otto condizioni che impediscono di avanzare sul corretto sentiero verso l’illu-
minazione. Essi sono: prosperità, declino, onore, disonore, lode, biasimo, sofferenza
e piacere. Le persone sono spesso sviate dall’attaccamento a prosperità, onore, lode
e piacere o dall’avversione a declino, disonore, biasimo e sofferenza.
Oyama (d.s.) Principe vissuto in Giappone nel quarto secolo, figlio maggiore dell’im-
peratore Ojin. Offeso per il fatto che fosse stato prescelto suo fratello minore come
erede al trono, alla morte dell’imperatore, egli ordì un complotto per assassinarlo e
impadronirsi del potere. La congiura fu scoperta e Oyama ucciso.
P’eng-lai Isola montuosa leggendaria al largo della costa orientale della Cina in cui si nar-
ra dimorino gli immortali in possesso dell’elisir di perenne giovinezza e vita eterna.
Paekche Uno dei tre antichi regni della penisola coreana. Nel quarto secolo Paekche si
alleò con il Giappone per ottenere appoggio militare contro i vicini regni di Silla e
Koguryŏ. Per i suoi stretti contatti con la dinastia cinese Liang, ebbe un ruolo impor-
tante nell’introduzione della cultura cinese in Giappone.
palco per l’ordinazione mahayana Detto anche sala per l’ordinazione mahayana o cen-
tro per l’ordinazione mahayana. Luogo adibito allo svolgimento della cerimonia di
conferimento dei precetti mahayana. Prima di Dengyo, i preti in Giappone avevano
ricevuto soltanto i precetti hinayana. Dengyo più volte fece richiesta del permesso
imperiale per istituire un centro per l’ordinazione mahayana sul monte Hiei nono-
stante le obiezioni da parte delle scuole buddiste di Nara. L’autorizzazione fu con-
cessa soltanto nell’822, sette giorni dopo la morte di Dengyo, e l’edificio fu costruito
nell’827.
Papiyas Nome del re demone.
paramita (sans.) Pratiche che i bodhisattva mahayana devono osservare per ottenere l’il-
luminazione. In generale, il termine paramita è tradotto con “perfezione” o “aver
raggiunto la riva opposta”. Tali definizioni indicano che tramite il perfezionamento
di questi esercizi si può abbandonare la riva dell’illusione e della sofferenza e giunge-
re a quella dell’illuminazione. Le paramita sono di solito suddivise in sei o dieci.
Parco dei Cervi Parco presso Varanasi in India, dove sorge l’attuale Sarnath. Fu in que-
sto parco che Shakyamuni tenne il suo primo sermone.
Parole e frasi del Sutra del Loto Una delle tre opere maggiori di T’ien-t’ai. In quest’ope-
ra T’ien-t’ai divide il Sutra del Loto in due parti, l’insegnamento transitorio e l’inse-
gnamento originale, e spiega i passi tratti da ogni capitolo del sutra. T’ien-t’ai chia-
risce così alcune profonde dottrine del sutra, come la sostituzione dei tre veicoli con
l’unico veicolo e la rivelazione dell’illuminazione originale del Budda.
Parshva Decimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Egli ricevette i precet-
ti sotto la guida di Buddhamitra, suo predecessore. Sotto il patrocinio del re
Kanishka, Parshva e Vasumitra chiamarono a raccolta circa cinquecento monaci e
indissero il Quarto concilio buddista nel Kashmir, in cui furono compilati alcuni
importanti testi.
Percettore dei Suoni del Mondo Bodhisattva, descritto nel Sutra del Loto e negli altri su-
tra, che si adopera per salvare le persone, mosso da profonda compassione. Assume
diverse forme e può apparire in qualsiasi parte del mondo per salvare le persone dal
pericolo e dalla sofferenza. È il protagonista del capitolo “Percettore dei Suoni del
Mondo” del Sutra del Loto, secondo il quale egli assume qualsiasi forma necessaria per
alleviare le sofferenze delle persone. Il capitolo descrive trentatré di queste forme.

1106
GLOSSARIO

Percettore dei Suoni del Mondo con Mille Braccia Una delle molte forme del Bodhisattva
Percettore dei Suoni del Mondo. Questa forma di Percettore dei Suoni del Mondo è
solitamente rappresentata nelle immagini con solamente quaranta braccia, anche se
in alcune immagini sono riportate tutte e mille. Si credeva che Percettore dei Suoni
del Mondo con Mille Braccia possedesse grande compassione e il potere di prolun-
gare la durata della vita, di sradicare il cattivo karma e di curare le malattie.
Perfetta Beatitudine Nome della terra del Budda Amida. Si narra che essa si trovi nella
parte occidentale dell’universo. Spesso definita anche Pura terra, Terra di Perfetta
Beatitudine, Pura terra di Perfetta Beatitudine, Paradiso Occidentale. Sukhavati, il
nome sanscrito di questa terra, fu tradotto in cinese con Perfetta Beatitudine, Pace e
Delizia o Pace e Sostentamento.
Pi Kan Zio di Chou, ultimo governante della dinastia Yin (Shang). Considerato esem-
plare come ministro che corregge il signore nei suoi errori anche a rischio della vita.
Di fronte alla crescente decadenza e sregolatezza di Chou, Pi Kan fece le proprie
rimostranze. Chou reagì colpendolo ed estraendo il suo cuore, affermando che aveva
sentito dire che il cuore di un saggio aveva sette aperture.
Picco dell’Aquila (sans. Gridhrakuta) Conosciuto anche come Picco dell’Avvoltoio.
Piccola montagna sita a nord-est di Rajagriha, capitale del Magadha nell’antica India.
È nota per essere stata luogo di frequentazione di Shakyamuni, dove si dice che abbia
predicato il Sutra del Loto. Il Picco dell’Aquila simboleggia anche la terra del Budda o
la condizione di Buddità, come nell’espressione “pura terra del Picco dell’Aquila”.
piccolo kalpa Ognuno dei venti kalpa che costituiscono ciascuno dei quattro kalpa della
formazione, della continuità, del declino e della disintegrazione. Un piccolo kalpa
equivale a 15.998.000 anni. Vi sono numerose spiegazioni diverse per quanto riguar-
da la lunghezza del piccolo kalpa. Vedi anche kalpa della continuità.
Po Chü-i (772-846) Uno dei più famosi e fecondi poeti vissuti sotto la dinastia T’ang.
Egli ricoprì l’incarico di ufficiale di governo per gran parte della vita. Nelle sue li-
riche diede particolare importanza alla critica dei mali politici e sociali dell’epoca,
quali le pesanti tasse, la coscrizione militare e gli abusi di potere, spesso contrap-
ponendo alle condizioni del presente quelle di epoche ideali del passato. In parte a
causa di tali critiche, Po Chü-i fu sospeso dal proprio mandato nell’815 ed esiliato
a Hsün-yang nel Kiangsi sulla riva meridionale del fiume Yangtze per poi essere
reintegrato alla fine dell’818.
Po I Vedi Po I e Shu Ch’i.
Po I e Shu Ch’i Fratelli che vissero nel periodo tra la fine della dinastia Yin (Shang) e il
sorgere della dinastia Chou, spesso citati come modelli d’integrità morale. Secondo
Cronache dello storico, Po I e Shu Ch’i erano rispettivamente il maggiore e il minore dei
figli del sovrano del Ku-chu durante la dinastia Yin. Dopo la morte del genitore, essi
abbandonarono il loro paese e si recarono nello stato di Chou. Lì, appresero la notizia
della morte del re Wen, sovrano di Chou, e che il figlio di questi, il re Wu, intendeva
attaccare il re Chou della dinastia Yin. Essi rimproverarono il re Wu affermando che il
periodo di lutto ufficiale non era ancora terminato e che, in quanto suddito, non avreb-
be dovuto attaccare il proprio sovrano, il re Chou (nel sistema di governo dell’epoca,
il re Wu era un signore feudale del regno della dinastia Yin sotto il re Chou). Tuttavia
l’ammonimento di Po I e Shu Ch’i non ebbe seguito e i fratelli scelsero di ritirarsi sul
monte Shou-yang, dove cercarono di sopravvivere raccogliendo e mangiando felci, ma
alla fine morirono di fame. Vi sono diverse versioni di questa storia.
Possessore di Virtù Nome di Shakyamuni in un’esistenza passata quando era re di
Kushinagara, molti anni dopo la morte di un Budda chiamato Gioia Crescente.
Secondo il Sutra del Nirvana, a quel tempo l’insegnamento di questo Budda era de-

1107
GLOSSARIO

stinato a estinguersi in quarant’anni e molti monaci malvagi, che violavano i precetti


buddisti, si erano armati per attaccare il monaco Realizzazione di Virtù che abbrac-
ciava tale insegnamento. Re Possessore di Virtù accorse in difesa di quest’ultimo,
permettendogli di fuggire e salvarsi dagli aggressori, ma morì per le ferite riportate
su tutto il corpo. Per effetto di aver dato la vita per proteggere la Legge, egli rinac-
que nella terra del Budda Akshobhya e ne divenne il principale discepolo, mentre
Realizzazione di Virtù divenne il secondo discepolo di Akshobhya. Re Possessore di
Virtù in una vita successiva rinacque come Budda Shakyamuni e Realizzazione di
Virtù come Budda Kashyapa.
Potalaka, monte Montagna che si riteneva situata sulla costa meridionale dell’India. Era
considerata la dimora del Bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo.
Prasenajit Re del Kosala, seguace del Budda Shakyamuni. Sotto il suo regno il Kosala si
sviluppò e divenne con il Magadha uno dei due più potenti stati dell’India.
pratiche corrette Pratiche per il raggiungimento della rinascita nella Pura terra, esposte
da Shan-tao, patriarca della scuola della Pura terra in Cina. Egli classifica le pratiche
buddiste in “pratiche corrette” e “pratiche diverse” e definisce le prime come quelle
rivolte al Budda Amida: ad esempio la lettura e la recitazione delle tre scritture fon-
damentali della scuola della Pura terra, l’invocazione del nome del Budda Amida e la
sua celebrazione. Fra queste, Shan-tao designa la pratica dell’invocazione del nome
del Budda Amida come pratica primaria. Il termine “pratiche diverse” si riferisce a
tutte le pratiche buddiste non rivolte al Budda Amida.
Pratiche Illimitate Una delle quattro guide dei Bodhisattva della Terra.
Pratiche Pure Una delle quattro guide dei Bodhisattva della Terra che appaiono nel
capitolo del Sutra del Loto “Emergere dalla terra”. Il Bodhisattva Pratiche Pure
rappresenta la purezza, una delle quattro virtù caratteristiche della vita del Budda:
vero io, eternità, purezza e felicità.
Pratiche Salde Uno dei quattro bodhisattva che guidano i Bodhisattva della Terra.
Pratiche Superiori Uno dei quattro bodhisattva, la guida dei Bodhisattva della Terra.
Nel capitolo del Sutra del Loto “Poteri sovrannaturali”, Shakyamuni trasferisce l’es-
senza del sutra al Bodhisattva Pratiche Superiori. Nei suoi scritti Nichiren si riferisce
ai propri sforzi di propagazione come all’opera del Bodhisattva Pratiche Superiori.
pratiche diverse Uno dei due tipi di pratiche formulato da Shan-tao, patriarca della
scuola della Pura terra in Cina. L’altro tipo è chiamato pratiche corrette. “Pratiche
diverse” significa tutte le pratiche buddiste non dirette verso il Budda Amida, cioè le
pratiche dirette verso ogni altro essere diverso dal Budda Amida. “Pratiche corrette”
sono quelle dirette verso il Budda Amida e cioè: leggere e recitare i sutra sul Budda
Amida, venerarlo e invocare il suo nome.
pratyekabuddha (sans.) Detto anche risvegliato all’origine dipendente o risvegliatosi da
solo. Chi arriva a percepire la dodecupla catena della causalità, o la verità della rela-
zione causale. Il termine indica anche quelle persone che, in un’epoca in cui non è
presente un Budda, riescono a comprendere la verità dell’impermanenza attraverso
i propri sforzi e osservando i fenomeni naturali.
precetti dell’illuminazione perfetta e immediata Detti anche precetti perfetti. Uno dei
tre tipi di apprendimento, basato sull’insegnamento per ottenere l’illuminazione
immediata e perfetta, o Sutra del Loto. Dengyo adottò i precetti mahayana come
pratica buddista, in particolare i dieci precetti maggiori e i quarantotto precetti mi-
nori, esposti nel Sutra della Rete di Brahma, interpretandoli dalla prospettiva del
Sutra del Loto. In tal modo, egli stabilì le fondamenta teoriche per la creazione di un
palco di ordinazione per il conferimento dei precetti dell’illuminazione immediata
e perfetta.

1108
GLOSSARIO

Precetti, scuola dei Riferimento alla scuola Lü in Cina e alla scuola Ritsu in Giappone.
Ritsu è la pronuncia giapponese del cinese lü. Scuola basata sulle regole della disci-
plina monastica.
Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa Detto anche Raccolta di brani scelti sul
Nembutsu del voto originale (titolo abbreviato: Raccolta di brani sul Nembutsu).
Opera scritta da Honen, che costituisce il testo fondamentale della scuola giappo-
nese della Pura terra. In quest’opera Honen spiega la dottrina del Nembutsu e, ba-
sandosi sui tre maggiori sutra della scuola, esorta le persone a scartare tutti gli altri
insegnamenti tranne quello del Nembutsu. Il titolo giapponese è Senchaku shu.
prete laico (giap. nyudo) Credente che ha preso la tonsura come prete buddista, ma che
continua a vivere nella società come laico. In Giappone, dal periodo Heian (794-
1185) in poi, si distinguevano i preti laici da coloro che rinunciavano ufficialmente al
mondo secolare e vivevano nei templi. Prete laico è la traduzione del termine giap-
ponese nyudo, che letteralmente significa “intraprendere la via”, cioè “intraprendere
la via del Budda”.
Primo giorno della Legge Detto anche epoca della Legge corretta. Primo dei tre periodi
successivi alla morte di Shakyamuni. In questo tempo, l’insegnamento, la pratica e la
prova degli insegnamenti di Shakyamuni sono tutti presenti e coloro che praticano
il Buddismo ottengono l’illuminazione. Secondo alcune fonti il Primo giorno della
Legge del Budda Shakyamuni dura mille anni, secondo altre cinquecento.
primo stadio di sicurezza Primo dei dieci stadi di sicurezza corrispondente all’undice-
simo dei cinquantadue stadi previsti nella pratica del bodhisattva. È considerato il
punto da cui, una volta raggiunto, i bodhisattva non regrediscono più.
primo stadio di sviluppo Primo dei dieci stadi di sviluppo corrispondente al quarantu-
nesimo dei cinquantadue stadi previsti nella pratica del bodhisattva. Esso è anche
denominato stadio della gioia.
prodigi del libro di Chou, I Opera cinese spesso citata per le informazioni che vi sono
riportate su eventi di particolare rilievo per il Buddismo, quali le date della nascita e
della morte di Shakyamuni. L’opera non è pervenuta a oggi in forma completa, ma
ne sono state ritrovate varie citazioni nelle scritture buddiste che fanno risalire la na-
scita di Gautama al 1029 a.C., nel ventiquattresimo anno del regno di Chao, sovrano
della dinastia cinese Chou, e la sua morte al 949 a.C., cinquantaduesimo anno del
regno di Mu, della stessa dinastia. In Cina e in Giappone si adotta tradizionalmente
tale resoconto. In genere gli studiosi fanno risalire quest’opera a un periodo antece-
dente al VI secolo d.C.
profondo significato dei quattro trattati mahayana, Il Opera scritta da Chün-cheng, vis-
suto durante la prima dinastia T’ang. I quattro trattati mahayana sono: il Trattato
sulla Via di mezzo, il Trattato in cento strofe, il Trattato sui dodici cancelli e il Trattato
sulla grande perfezione della saggezza. Questo testo spiega la dottrina della scuola dei
Tre trattati e fornisce una confutazione della scuola dell’Affermazione della verità e
di quella del Compendio del Mahayana.
Pu-k’ung (705-774) (sans. Amoghavajra) Sesto patriarca del Buddismo esoterico. Da
giovane viaggiò dall’India in Cina. Ottenne i favori dell’imperatore Hsüan-tsung e di
altri imperatori T’ang e si dice che fosse incaricato dei rituali esoterici per la prote-
zione del paese. Tradusse in cinese molte scritture esoteriche.
Punyayashas Undicesimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Originario di
Pataliputra nel Magadha, ricevette gli insegnamenti da Parshva e li trasmise ad
Ashvaghosha.
pura terra Terra piena di gioia e libera dall’impurità. La terra di un Budda. Il termine è
usato in contrapposizione con “terra impura”, che sta a indicare questo mondo di

1109
GLOSSARIO

saha, contaminato dalla sofferenza e dal desiderio. Il Buddismo fornisce due visioni
della relazione tra il mondo di saha e la pura terra. Secondo la prima, la pura terra è
un vero e proprio regno, fisicamente lontano dal mondo di saha; uno degli esempi è
la Pura terra di Perfetta Beatitudine del Budda Amida a ovest. Per la seconda visio-
ne, rappresentata dal Sutra del Loto e dal Sutra di Vimalakirti, non esiste una pura
terra al di fuori del mondo di saha. Quest’ultimo rivela il suo aspetto puro o impuro
in risposta alla purezza o all’impurità del cuore e della mente delle persone che vi
dimorano. Nel momento in cui le persone purificano i loro cuori o menti, la società
o il mondo in cui vivono diventa una pura terra. Il termine Pura terra con l’iniziale
maiuscola indica la terra di Amida.
Pura terra, scuola della La scuola della Pura terra insegna come ottenere la rinascita
nella Pura terra del Budda Amida tramite l’invocazione del suo nome. Honen è il
fondatore della scuola giapponese della Pura terra. In Giappone la scuola della Pura
terra è denominata anche scuola Nembutsu. Il termine Nembutsu si riferisce all’in-
vocazione del nome di Amida – cioè alle parole “Namu Amida Butsu”– recitate dai
seguaci di questa scuola.
Pura Virtù Sposa del Re Ornamento Meraviglioso che appare nel capitolo del Sutra del
Loto “Re Ornamento Meraviglioso”. Ella esortò i suoi due figli, Puro Forziere e
Puro Occhio, a convertire al Buddismo il re loro padre, che era un devoto credente
del Brahmanesimo.
Purna Uno dei dieci principali discepoli di Shakyamuni, noto per essere il più abile nel
predicare la Legge. Egli nacque in una ricca famiglia brahmana, ma abbandonò la
vita secolare alla ricerca dell’illuminazione e si recò sulle Montagne Nevose dove si
dedicò alle pratiche austere. Raggiunto un determinato livello di risveglio, venne a
sapere che Shakyamuni aveva conseguito la Buddità e ne divenne discepolo.
Puro Forziere Uno dei due figli del Re Ornamento Meraviglioso che appare nel capi-
tolo del Sutra del Loto “Re Ornamento Meraviglioso”. La storia narra che Puro
Forziere e suo fratello, Puro Occhio, convinsero il loro padre, un devoto credente
del Brahmanesimo, ad abbracciare la fede nel Buddismo.
Puro Occhio Uno dei due figli del Re Ornamento Meraviglioso che appare nel capitolo
del Sutra del Loto “Re Ornamento Meraviglioso”. Su richiesta di sua madre Pura
Virtù, Puro Occhio si adoperò con il fratello Puro Forziere per convertire il padre al
Buddismo e alla fine ebbero successo.
Pushyamitra (d.s.) Re indiano del II secolo a.C., nemico del Buddismo; discendente del
re Ashoka, prestò servizio come comandante in capo degli eserciti di Brihadratha,
l’ultimo re della dinastia Maurya, ma poi lo uccise e fondò la dinastia Shunga, che
governava l’India settentrionale dalla propria capitale, Pataliputra. Per disprezzo
nei confronti del Buddismo, fece uccidere molti monaci e distruggere il monastero
Kukkutarama, centro importante per la diffusione della dottrina di Shakyamuni,
costruito dallo stesso Ashoka.
quarantadue livelli di ignoranza 1) Differenti tipi di illusioni associate ai quarantadue
stadi della pratica del bodhisattva, dai dieci stadi della sicurezza fino allo stadio più
elevato, quello dell’illuminazione perfetta. 2) La terza delle “tre categorie dell’illu-
sione” comprendente le illusioni sulla vera natura della vita, che impediscono ai bo-
dhisattva di conseguire il risveglio. L’ultimo dei quarantadue livelli e il più profon-
damente radicato è l’oscurità o ignoranza fondamentale. Secondo l’insegnamento
di T’ien-t’ai, si ottiene il risveglio estirpando questi successivi livelli di ignoranza, o
illusione, e giungendo in tal modo a liberarsi dall’oscurità fondamentale.
quarantotto voti Voti che si dice abbia formulato il Budda Amida nel periodo in cui si
dedicava alla pratica del bodhisattva con il nome di Tesoro del Dharma. Tra questi

1110
GLOSSARIO

voti, la scuola della Pura terra dà particolare rilievo al diciottesimo, secondo cui
tutti coloro che ripongono fede nel Budda Amida otterranno la rinascita nella Pura
terra.
quattordici offese Quattordici atteggiamenti da evitare nella pratica buddista. Esse sono:
1) arroganza; 2) negligenza; 3) opinioni personali errate; 4) comprensione superfi-
ciale; 5) attaccamento alle illusioni e ai desideri; 6) non [voler] comprendere; 7) non
credere; 8) mostrare ripugnanza aggrottando le sopracciglia; 9) covare dubbi; 10)
offendere la Legge; 11) disprezzare; 12) odiare; 13) invidiare; 14) serbare rancore.
Quattro anziani canuti Detti anche Quattro anziani canuti del monte Shang. Il Maestro
Tung-yüan, lo studioso Lu-li, Ch’i Li-chi e il Maestro Hsia-huang. Essi vivevano
reclusi sul monte Shang in Cina nel periodo di disordini che caratterizzò la fine della
dinastia Ch’in. Lo statista Chang Liang li persuase a lasciare il loro isolamento e unir-
si alla corte della nuova dinastia Han, dove offrirono i loro servigi all’erede legittimo,
figlio dell’imperatore Kao-tsu, che più tardi ascese al trono come imperatore Hui (r.
194-188 a.C.), e alla sua consorte Lü.
quattro bodhisattva Vari gruppi di quattro bodhisattva descritti nelle scritture buddiste.
Nel Sutra del Loto essi sono le quattro guide dei Bodhisattva della Terra di cui si nar-
ra nel quindicesimo capitolo, “Emergere dalla terra”: Pratiche Superiori, Pratiche
Illimitate, Pratiche Pure e Pratiche Salde.
quattro categorie di buddisti Vedi quattro tipi di credenti.
quattro categorie di credenti Vedi quattro tipi di credenti.
quattro cattivi sentieri I quattro regni dell’inferno, degli spiriti affamati, degli anima-
li e degli asura. Considerati i quattro mondi inferiori, sono definiti cattivi perché
caratterizzati dalla sofferenza. Nell’antica tradizione i quattro cattivi sentieri erano
considerati i regni fisici in cui cadevano le persone per effetto del karma negativo da
loro creato commettendo atti malvagi.
quattro cieli della meditazione I quattro cieli che costituiscono il mondo della forma.
Sono denominati, in ordine crescente di spazio e qualità: primo cielo della medi-
tazione, secondo cielo della meditazione e via di seguito. Essi sono ulteriormente
suddivisi in diciotto cieli. Quando, seguendo la pratica dei quattro stadi della me-
ditazione, si consegue la liberazione dalle illusioni del mondo del desiderio, si potrà
rinascere in uno di questi quattro cieli della meditazione.
quattro continenti I continenti situati nel mare più esterno che circonda ad anello il
monte Sumeru, secondo l’antica visione del mondo indiana. Essi sono Purvavideha
a est, Aparagodaniya a ovest, Uttarakuru a nord e Jambudvipa a sud.
quattro debiti di gratitudine I debiti verso i propri genitori, verso gli esseri viventi, verso
il proprio sovrano e verso i tre tesori del Budda, della Legge (gli insegnamenti del
Budda) e dell’ordine buddista (la comunità dei credenti). La definizione dei quattro
debiti di gratitudine varia secondo la fonte.
quattro elementi I primi quattro dei cinque elementi di terra, acqua, fuoco, vento e spa-
zio vuoto.
quattro forme di nascita Classificazione dei modi in cui si nasce: 1) nascita dal grembo;
2) nascita dalle uova; 3) nascita da un ambiente umido (o liquido), come si pensava
nascessero i vermi; 4) nascita per trasformazione, cioè spontanea, senza grembo,
uova, acqua o ambiente umido.
quattro grandi ascoltatori della voce Mahakashyapa, Maudgalyayana, Katyayana e
Subhuti, il cui conseguimento della Buddità è predetto nel sesto capitolo del Sutra
del Loto, “Predizioni”.
quattro grandi mari Vedi quattro mari.
quattro gusti Detti anche i primi quattro gusti o quattro sapori. I primi quattro dei cin-

1111
GLOSSARIO

que gusti: quello del latte fresco, della panna, del latte cagliato, del burro e del ghee
(il burro raffinato). T’ien-t’ai utilizzava i cinque gusti come metafora degli insegna-
menti buddisti dei cinque periodi – della Ghirlanda di fiori, Agama, Corretto ed
equo, della Saggezza, e del Loto e del Nirvana – paragonando il processo tramite cui
Shakyamuni istruì i discepoli e ne sviluppò gradualmente le capacità alla trasforma-
zione del latte in ghee. I quattro gusti indicano tutti i sutra esposti prima del periodo
del Loto e del Nirvana, cioè gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto. Il ghee
rappresenta il Sutra del Loto.
quattro gusti e tre insegnamenti Detti anche quattro sapori e tre insegnamenti. Termine
usato per indicare l’intero corpo degli insegnamenti predicati da Shakyamuni prima
del Sutra del Loto. I quattro gusti indicano i primi quattro dei cinque gusti: latte
fresco, panna, latte cagliato, burro e ghee (burro raffinato). I tre insegnamenti sono
i primi tre dei quattro insegnamenti, ovvero il Tripitaka e gli insegnamenti di condi-
visione, specifico e perfetto.
quattro insegnamenti Generalmente si riferiscono ai quattro tipi di insegnamento.
quattro kalpa Quattro periodi di tempo che corrispondono ai quattro stadi, caratteristici
del ciclo di formazione, continuità, declino e disintegrazione a cui si riteneva fosse
ripetutamente sottoposto il mondo.
quattro mari Detti anche quattro grandi mari. I mari esterni a nord, sud, est e ovest
che circondano il monte Sumeru, la montagna che si diceva si trovasse al centro
del mondo. L’espressione “quattro mari” indica anche un intero paese o il mondo
intero.
quattro mondi nobili I quattro mondi più elevati dei Dieci mondi: degli ascoltatori della
voce, dei risvegliati all’origine dipendente, dei bodhisattva e dei Budda. I quattro
mondi nobili sono anche considerati come stati in cui ci si sforza di trascendere
l’incertezza caratteristica dei sei sentieri, ovvero dei sei mondi inferiori, in cui si è
dominati dalle illusioni e dai desideri, e dall’ambiente in continuo cambiamento, al
fine di consolidare la propria indipendenza rispetto a essi.
quattro nobili verità Dottrina fondamentale del Buddismo che spiega la causa della
sofferenza e il modo di emanciparsi da essa. Le quattro nobili verità sono: la veri-
tà della sofferenza, la verità dell’origine della sofferenza, la verità della cessazione
della sofferenza e la verità della via che conduce alla cessazione della sofferenza.
Specificamente esse sono spiegate come segue: 1) l’esistenza è dolore; 2) il dolore è
causato dai desideri; 3) i desideri possono essere estirpati portando alla cessazione
del dolore e permettendo il conseguimento del nirvana; 4) la via per realizzare ciò
è la disciplina dell’ottuplice sentiero, che consiste in: 1) corretta visione; 2) corretto
pensiero; 3) corretto discorso; 4) corretta azione; 5) corretto stile di vita; 6) corretto
sforzo; 7) corretta consapevolezza; 8) corretta meditazione.
quattro offese maggiori Dette anche quattro offese imperdonabili. Gravi trasgressioni
che portano all’espulsione dei monaci dall’ordine buddista. Esse sono: uccidere,
rubare, intrattenere relazioni sessuali e mentire (in modo particolare sul livello di
comprensione o illuminazione ottenuto).
quattro ordini di bodhisattva Bodhisattva che abbracciano e propagano il corretto inse-
gnamento dopo la morte del Budda. Essi svolgono la funzione di maestri buddisti su
cui le persone possono fare affidamento. Sono anche definiti come bodhisattva che
seguono le quattro regole: 1) fare affidamento sulla Legge e non sulle persone; 2) fare
affidamento sul significato dell’insegnamento e non sulle parole; 3) fare affidamento
sulla saggezza e non sul pensiero analitico; 4) fare affidamento sui sutra che sono
completi e definitivi non su quelli incompleti e non definitivi. Le espressioni quali
“bodhisattva delle quattro regole” e “saggi delle quattro regole” sono spesso usate

1112
GLOSSARIO

per fare riferimento ai bodhisattva e ai saggi che appaiono nel mondo dopo la morte
del Budda e diffondono i suoi insegnamenti in accordo con le quattro regole.
quattro ordini di saggi Maestri buddisti su cui le persone possono fare affidamento.
I quattro ordini rappresentano i quattro livelli di comprensione, ma l’espressione
“quattro ordini di saggi” è spesso usata come un termine generico per indicare tali
maestri buddisti, a prescindere dal loro livello di comprensione.
quattro pratiche pacifiche, Le Opera di Nan-yüeh. Il titolo esatto è Sulle pratiche pacifi-
che del Sutra del Loto. Spiega le pratiche descritte nel Sutra del Loto, in particolare,
quelle menzionate nel capitolo “Pratiche pacifiche”. Le quattro pratiche pacifiche
sono le azioni, le parole, i pensieri e i voti esposti in quel capitolo.
quattro re celesti Sostenitore del Paese (sans. Dritarashtra), Occhi Spalancati (sans.
Virupaksha), Ascoltatore di Molti Insegnamenti (sans. Vaishravana) e Incremento
e Crescita (sans.Virudhaka); sono i signori delle quattro direzioni (est, ovest, nord e
sud), che servono il dio Shakra come suoi generali e proteggono i quattro continenti.
Dimorano a mezza costa sui quattro lati del monte Sumeru.
quattro re che mettono in moto la ruota Quattro tipi di re che mettono in moto la ruota:
il re che mette in moto la ruota d’oro, il re che mette in moto la ruota d’argento, il re
che mette in moto la ruota di rame e il re che mette in moto la ruota di ferro. Si dice
che quando un re che mette in moto la ruota, cioè un re saggio, sale al trono, la ruota
gli viene data dal cielo. Mettendo in moto la sua ruota, tale re avanza liberamente
senza ostacoli e realizza la pace.
quattro stadi dell’illuminazione hinayana Detti anche quattro stadi dell’illuminazione
nel Buddismo hinayana. Quattro livelli di illuminazione che gli ascoltatori della voce
mirano a raggiungere. In ordine crescente, essi sono: lo stadio di colui che vince la
corrente (sans. srota-apanna), lo stadio dell’ultima rinascita (sakridagamin), lo stadio
di non ritorno (anagamin) e lo stadio di arhat. Lo stadio di colui che vince la corrente
indica colui che è entrato nella corrente dei saggi, in altre parole, nel fiume che porta
al nirvana. A questo livello si sono sradicate le illusioni del pensiero nel triplice mon-
do. Nello stadio dell’ultima rinascita si sono abbandonate sei delle nove illusioni del
desiderio nel mondo del desiderio. A causa delle restanti tre, si rinascerà nel regno
degli esseri celesti e in seguito nel mondo umano, prima di entrare nel nirvana; da
ciò trae origine la definizione di ultima rinascita. Nello stadio di non ritorno, una
persona ha eliminato le altre tre illusioni del desiderio e non rinascerà nel mondo
del desiderio. Allo stadio di arhat si sono estirpate tutte le illusioni del pensiero e del
desiderio e si è liberi dalla trasmigrazione nel triplice mondo, o sei sentieri.
quattro stadi della fede Stadi della fede di coloro che abbracciano il Sutra del Loto du-
rante la vita di Shakyamuni. Sulla base del capitolo del Sutra del Loto “Distinzioni
dei benefici”, T’ien-t’ai elaborò la seguente classificazione in quattro stadi: 1) crede-
re e comprendere il sutra anche solo per un istante; 2) comprendere in generale il
valore delle parole del sutra; 3) propagare ampiamente l’insegnamento del sutra agli
altri; 4) manifestare con profonda fede la verità esposta dal Budda.
quattro stadi della meditazione Quattro livelli di meditazione che permettono, a coloro
che dimorano nel mondo del desiderio, di liberarsi dalle illusioni e rinascere in uno
dei quattro cieli della meditazione nel mondo della forma. La prima meditazione
porta al primo cielo, e così via. I cieli della meditazione sono anche considerati come
quattro livelli di consapevolezza raggiunti dai praticanti delle corrispondenti medi-
tazioni.
quattro tipi di buddisti Vedi quattro tipi di credenti.
quattro tipi di credenti Detti anche quattro tipi di buddisti, quattro categorie di creden-
ti, quattro tipi di credenti buddisti: monaci, monache, laici e laiche.

1113
GLOSSARIO

quattro tipi di insegnamento Detti anche quattro insegnamenti. Classificazione elabo-


rata da T’ien-t’ai degli insegnamenti di Shakyamuni secondo il loro contenuto. Essi
sono: gli insegnamenti del Tripitaka, di condivisione, specifico e perfetto.
quattro tipi di terre Classificazione dei vari tipi di terre citata nei sutra: 1) la Terra dei
Saggi e degli Esseri Comuni, denominata anche Terra degli Esseri Illuminati e non
Illuminati. Qui le persone comuni dei sei mondi inferiori vivono insieme ai saggi
dei quattro mondi nobili (da quello degli ascoltatori della voce fino a quello del
Budda); 2) la Terra di Transizione, in cui dimorano gli ascoltatori della voce, i ri-
svegliati all’origine dipendente e i bodhisattva degli stadi inferiori; 3) la Terra della
Ricompensa Effettiva, in cui vivono i bodhisattva degli stadi superiori; 4) la Terra
della Luce Eternamente Tranquilla, la terra del Budda, libera dall’impermanenza e
dalle impurità.
quattro Veda Le quattro scritture del Brahmanesimo: Rigveda, Yajurveda, Samaveda e
Atharvaveda.
quattro virtù infinite Pietà, compassione, gioia e imparzialità illimitate. Pietà qui signi-
fica donare gioia e felicità agli esseri viventi; compassione vuol dire togliere loro la
sofferenza; gioia è il rallegrarsi nel vedere gli altri esseri emanciparsi dalla sofferenza
e ottenere la felicità; imparzialità significa abbandonare gli attaccamenti all’amore e
all’odio per essere imparziali nei confronti di chiunque.
quindici grandi templi I principali templi dei periodi Nara (710-794) e Heian (794-
1185), inclusi i sette templi principali. Vedi sette templi principali.
quinta ora Ora della tigre (dalle tre alle cinque del mattino).
quinto periodo di cinquecento anni Ultimo dei periodi di cinquecento anni, successivi
alla morte di Shakyamuni. Esso corrisponde all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge.
Il Sutra della Grande raccolta predice che sarà un periodo di dispute e conflitti in cui
gli insegnamenti di Shakyamuni verranno oscurati e perduti.
Radice di Gioia Monaco che, secondo il Sutra della Non sostanzialità di tutti i fenomeni,
visse nell’ultima epoca dopo la morte di un Budda chiamato Re Ruggito del Leone.
Egli non dava valore alle pratiche ascetiche, ma insegnava soltanto la dottrina del
vero aspetto di tutti i fenomeni. A causa di ciò, il monaco Intento Superiore lo in-
sultò. Radice di Gioia non desistette nel suo scopo e conseguì la Buddità, mentre
Intento Superiore cadde nell’inferno.
Rahula Figlio di Shakyamuni. Uno dei dieci principali discepoli del Budda Shakyamuni,
noto per la sua superiorità nelle pratiche invisibili.
Rajagriha Capitale del regno di Magadha, nell’antica India. Fu una delle maggiori cit-
tà indiane dell’epoca del Budda Shakyamuni, nonché centro di cultura e di studi
filosofici. Il re Bimbisara e suo figlio Ajatashatru vi stabilirono la loro residenza
e Shakyamuni vi si recò di frequente per predicare. Attorno a Rajagriha sorgono
molti importanti luoghi del Buddismo quali il Picco dell’Aquila, il monastero del
Boschetto di Bambù e la Grotta delle Sette Foglie, dove si tenne il Primo concilio. Il
termine Rajagriha significa “palazzo reale”.
re che mettono in moto la ruota Detti anche re saggi che mettono in moto la ruota.
Governanti ideali della mitologia indiana. Nel Buddismo, essi sono i re che gover-
nano con la giustizia invece che con la forza. Pare che essi possiedano le trentadue
caratteristiche di un Budda e governino i quattro continenti mettendo in moto ognu-
no la ruota che gli è stata data dal cielo. Queste ruote sono di quattro tipi: d’oro,
d’argento, di rame e di ferro.
Re del Suono della Nuvola Tonante 1) Il Budda che compare nel capitolo “Suono
Meraviglioso” del Sutra del Loto. Il capitolo narra che, in un remoto passato, il
Bodhisattva Suono Meraviglioso serviva il Budda Re del Suono della Nuvola Tonante.

1114
GLOSSARIO

2) Un altro nome del Budda Saggezza del Fiore Sovrano della Costellazione Suono
del Tuono, che compare nel capitolo “Re Ornamento Meraviglioso” del Sutra del
Loto. Secondo questo capitolo egli ha istruito Re Ornamento Meraviglioso, che era
il padre di Puro Forziere e Puro Occhio. Alcuni studiosi ritengono che i due Budda
sopra menzionati siano la stessa persona.
Re della Medicina Bodhisattva che si dice possedesse il potere di curare le malattie fisi-
che e mentali. Il capitolo “Re della Medicina” del Sutra del Loto descrive come egli
praticò le austerità in un’esistenza passata in cui si chiamava Bodhisattva Visto con
Gioia da Tutti gli Esseri.
re demone del sesto cielo Il re dei demoni, che dimora nel più alto dei sei cieli del
mondo del desiderio. Servito da innumerevoli seguaci, si adopera per ostacolare la
pratica buddista e gode nel risucchiare la forza vitale di altri esseri. È anche consi-
derato la manifestazione dell’oscurità fondamentale inerente alla vita. È chiamato
anche demone celeste.
Re Ruggito del Leone Budda apparso innumerevoli kalpa fa di cui si narra nel Sutra
della Non sostanzialità di tutti i fenomeni. Dagli alberi della sua terra scaturisce un
suono che conduce le persone al raggiungimento della via. Secondo il sutra, nell’ul-
tima epoca dopo la sua morte appare il monaco Radice di Gioia che propaga l’in-
segnamento corretto; sebbene sia diffamato per questo motivo dal monaco Intento
Superiore, Radice di Gioia persevera nella sua missione e ottiene l’illuminazione.
Re Suono Maestoso Budda menzionato nel capitolo “Mai Sprezzante” del Sutra del
Loto. Il Bodhisattva Mai Sprezzante apparve durante il Medio giorno della Legge
del Budda Re Suono Maestoso, quando il Buddismo era in declino e monaci arro-
ganti esercitavano la massima autorità; egli si inchinava a riverire ogni persona che
incontrava, mostrando rispetto per la loro inerente natura di Budda e, a causa di
tale comportamento, le persone arroganti e ignoranti lo deridevano, insultavano e
colpivano con bastoni.
Realizzazione di Virtù Monaco che appare nel Sutra del Nirvana. Quando il corretto
insegnamento buddista era sul punto di scomparire, Realizzazione di Virtù lottò per
proteggerlo e fu attaccato da molti monaci malvagi e dai loro seguaci. Il re Possessore
di Virtù prese le sue difese ma morì nella battaglia. A causa della loro devozione al
Buddismo, il re Possessore di Virtù rinacque come Budda Shakyamuni e il monaco
Realizzazione di Virtù come Budda Kashyapa.
reggente Negli scritti di Nichiren Daishonin, il termine “reggente” di solito è riferito
al capo politico dello shogunato di Kamakura. Nel primo periodo Kamakura l’uf-
ficiale alla guida dello shogunato era un generale, o shogun, ma, dopo la morte di
Minamoto no Yoritomo, primo shogun, questa carica divenne nominale e formale.
Il potere e il comando furono trasferiti al reggente dello shogun. Questi deteneva sia
il potere politico sia quello militare e amministrava gli affari di stato. Dall’istituzione
della carica di reggente, nel 1205, fino alla fine dello shogunato di Kamakura, nel
1333, la reggenza fu prerogativa del clan Hojo.
Regina Madre dell’Occidente Dea che si narra dimorasse su una montagna nella Cina
occidentale. Secondo le leggende, i peschi nel suo giardino producevano frutti ogni
tremila anni e, per tale motivo, sono spesso citati per indicare qualcosa che si trova
raramente.
regno del Grembo, mandala del Detto anche mandala del mondo del Grembo. Uno
dei due mandala della scuola esoterica della Vera parola; l’altro è il mandala del
regno di Diamante. Basato sul Sutra di Mahavairochana, rappresenta il principio
fondamentale dell’universo, il corpo del Dharma del Budda Mahavairochana. In
contrapposizione, il mandala del regno di Diamante, basato sul Sutra della Corona

1115
GLOSSARIO

di diamanti, descrive il regno di Diamante, che rappresenta la saggezza del Budda


Mahavairochana.
regno di Diamante, mandala del Detto anche mandala del mondo di Diamante. Un man-
dala della scuola della Vera parola. Basato sul Sutra della Corona di diamanti, que-
sto mandala raffigura il regno di Diamante che rappresenta la saggezza del Budda
Mahavairochana. In contrapposizione, il mandala del regno del Grembo, basato sul
Sutra di Mahavairochana, rappresenta il principio fondamentale dell’universo per-
cepito da tale saggezza. I due mandala sono i punti focali dei rituali esoterici della
scuola della Vera parola.
relazione del tamburo avvelenato Un altro termine per “relazione inversa”, il legame che
si stabilisce con il Sutra del Loto offendendolo o contrastandolo. Il termine “tambu-
ro avvelenato” deriva dal Sutra del Nirvana e indica un tamburo cosparso di veleno.
Il Sutra del Nirvana narra che tutti coloro che udranno il suono del tamburo avvele-
nato moriranno, anche se non avevano intenzione di ascoltarne il suono. Allo stesso
modo, in seguito alla predicazione del Sutra del Loto, sia le persone che lo accette-
ranno sia quelle che lo avverseranno riceveranno ugualmente i semi della Buddità.
relazione inversa Detta anche relazione del tamburo avvelenato. Legame formato con
il Sutra del Loto opponendosi a esso o recandogli offesa. Sebbene alcuni debbano
cadere nello stato d’inferno per aver offeso il Sutra del Loto, grazie al legame inverso
creato con il sutra, alla fine conseguiranno la Buddità.
ri (giap.) Unità di misura lineare. L’esatta definizione di un ri (cin. li) varia dalla Cina al
Giappone e a seconda delle epoche. In Giappone, in diversi periodi, esso equivaleva
a circa 450, 545 o 655 metri. In Cina, a circa 250, 400 o 530 metri.
Rida Fratello maggiore di Aniruddha, in una delle sue esistenze passate in cui Aniruddha
si chiamava Arida. La storia appare nel Sutra del Deposito di vari tesori e in altre
scritture. Rida e Arida sono le trascrizioni in giapponese dei loro nomi, sconosciuti
in sanscrito.
risvegliato all’origine dipendente Vedi pratyekabuddha.
Riva della Sofferenza Monaco che, secondo il Sutra del Tesoro del Budda, era vissuto
nel remoto passato dopo la morte del Budda Grande Ornamento. A quel tempo i
seguaci del Budda Grande Ornamento si erano divisi in cinque scuole, ma solo una,
guidata dal monaco Pratica Universale, conservò gli insegnamenti del Budda cor-
rettamente. I capi delle altre quattro scuole, tra cui il monaco Riva della Sofferenza,
denunciarono Pratica Universale.
Roben (689-773) Secondo patriarca della scuola giapponese della Ghirlanda di fiori e
primo patriarca del tempio Todai. Con il patrocinio dell’imperatore Shomu si dedicò
alla costruzione del Todai-ji. Nel 752 ne divenne primo capo dei preti.
ruota a mille raggi Detta anche segno della ruota a mille raggi. Uno dei trentadue attri-
buti che un Budda dovrebbe possedere e che appare sulla pianta di ognuno dei suoi
piedi.
ryo (giap.) Unità di peso equivalente a 37,5 grammi. Tuttavia, il peso esatto di un ryo
(cin. liang) varia dalla Cina al Giappone e in base alle epoche storiche.
Ryokan (1217-1303) Detto anche Ninsho. Prete della scuola dei Precetti-Vera parola
in Giappone. Visse nello stesso periodo di Nichiren Daishonin. Ricevette i precetti
da Eizon, noto come il restauratore della scuola dei Precetti in Giappone. Nel 1261
Ryokan si trasferì a Kamakura e venne nominato capo dei preti del tempio Kosen,
fondato da un reggente Hojo. Più tardi, Ryokan divenne capo dei preti del tempio
Gokuraku, fondato da Hojo Shigetoki. Durante la grande siccità del 1271 fu sfidato
dal Daishonin a pregare per la pioggia, ma ne uscì sconfitto. In seguito complottò
per far accusare Nichiren Daishonin di varie imputazioni.

1116
GLOSSARIO

Ryuzo Vedi Ryuzo-bo.


Ryuzo-bo (d.s.) Detto anche Ryuzo. Prete della scuola Tendai. Visse presso l’Enryaku-ji,
tempio sul monte Hiei, ma ne fu espulso quando si scoprì che aveva mangiato carne
umana. In seguito si recò a Kamakura dove si conquistò la protezione di Ryokan.
Ryuzo-bo affrontò in dibattito uno dei discepoli di Nichiren Daishonin e ne fu scon-
fitto a Kuwagayatsu, nel 1277.
Sadato (1019-1062) Abe no Sadato, capo di una potente famiglia del Giappone nordorien-
tale. Egli tentò di conquistare l’indipendenza dal dominio imperiale, ma fu sconfitto
e ucciso in una battaglia contro l’esercito dell’imperatore.
Sagami, signore di Governatore della provincia di Sagami, in cui era situata Kamakura,
sede dell’omonimo governo. Questa carica era esercitata dal reggente del governo di
Kamakura oppure da un ufficiale a lui subordinato. Nel testo, il signore di Sagami si
riferisce a Hojo Tokimune (1251-1284), ottavo reggente del governo di Kamakura.
Saggezza del Dharma Uno dei quattro grandi bodhisattva che compaiono nel Sutra della
Ghirlanda di fiori. Saggezza del Dharma espose la dottrina dei dieci stadi della sicu-
rezza, nel cielo dei trentatré dèi durante la terza assemblea descritta in quel sutra.
saggezza perfetta La saggezza che disperde le illusioni e permette di comprendere la
verità del Sutra del Loto. La saggezza perfetta è anche uno dei tre tipi di conoscenza
basati su questo sutra, insieme ai precetti perfetti e alla meditazione perfetta.
Saicho Vedi Dengyo.
Saimyo-ji, prete laico del Hojo Tokiyori (1227-1263), quinto reggente dello shogunato di
Kamakura. Egli fu chiamato il prete laico del Saimyo-ji perché, dopo essersi ritirato
dai suoi impegni ufficiali di governo, fu ordinato monaco in quel tempio, dal quale,
in quanto capo del clan Hojo, continuò a esercitare la massima influenza politica.
Sala del grande tesoro Ampia corte in cui fu predicato il Sutra della Grande raccolta.
Secondo questo sutra, si trovava tra il mondo del desiderio e quello della forma.
samadhi (sans.) Stato di intensa concentrazione della mente, o meditazione, che si rite-
neva producesse serenità interiore. Il termine samadhi è tradotto con meditazione,
contemplazione o concentrazione.
Sammi-bo (d.s.) Uno dei primi discepoli di Nichiren Daishonin, stimato tra i seguaci
di quest’ultimo per la sua erudizione e la capacità dialettica nei dibattiti. Queste
qualità risultarono evidenti nella vittoria che riportò su Ryuzo-bo nel dibattito
di Kuwagayatsu. Sammi-bo aveva però la tendenza a essere arrogante per via del
suo sapere ed era desideroso di riconoscimenti sociali. Durante la persecuzione di
Atsuhara abbandonò la fede e si dice che morì tragicamente.
San-chieh (540-594) Noto anche con il nome di Hsin-hsing. Prete appartenente alla di-
nastia Sui che fondò la scuola dei Tre stadi (cin. San-chieh-chiao). Egli affermava
che, durante il terzo stadio della propagazione del Buddismo, o Ultimo giorno della
Legge (che egli riteneva avesse inizio nel 550), le persone non avrebbero dovuto
affidarsi ad alcun sutra in particolare, bensì onorare tutti gli insegnamenti senza di-
stinzione. Questa scuola ebbe ampia diffusione, ma nel 600 fu proscritta per decreto
imperiale perché la sua dottrina era in contraddizione con quelle delle scuole prece-
denti e non favoriva la politica del governo. Essa fu soppressa di nuovo nel 725 per
decreto imperiale durante la dinastia T’ang. Tale evento si rivelò fatale per la scuola,
determinandone il rapido declino.
sandalo Albero aromatico che cresce in India. L’albero di sandalo cresce fino a dieci
metri in altezza e il suo legno fragrante è usato per produrre incenso.
Saramati (d.s.) Studioso mahayana dell’India, che visse fra il IV e il V secolo. Scrisse il
Trattato sul prezioso veicolo della Buddità. La tradizione tibetana attribuisce que-
st’opera a Maitreya.

1117
GLOSSARIO

Sattva Detto anche Mahasattva. Nome di Shakyamuni, in una esistenza precedente, in


cui era il terzo figlio del re Maharatha. Secondo il Sutra della Luce dorata, il principe
Sattva si imbatté in una tigre troppo debole e affamata per sfamare i suoi cuccioli e,
impietosito, le offrì il suo corpo per salvarli.
scettro di diamante a tre punte Uno dei tre tipi di scettro di diamante. Lo scettro di
diamante era originariamente un’arma usata nell’antica India. Era così chiamato a
causa della sua durezza, che ricordava quella del diamante, in grado di distruggere
qualsiasi cosa. Nei rituali del Buddismo esoterico, lo scettro di diamante è usato
come un simbolo della decisione di conseguire l’illuminazione che è in grado di di-
struggere qualsiasi illusione. Lo scettro di diamante, solitamente di ferro o di rame,
ha una forma affusolata ed estremità appuntite. Ve ne sono tre tipi, in base al numero
delle punte: una, tre o cinque punte.
sedici grandi stati Detti anche sedici stati maggiori o sedici grandi paesi. Gli stati dell’an-
tica India: Anga, Magadha, Kashi, Kosala, Vriji, Malla, Chedi, Vatsa, Kuru, Panchala,
Ashvaka, Avanti, Matsya, Shurasena, Gandhara e Kamboja.
segni della ruota a mille raggi Vedi ruota a mille raggi.
Seguito delle biografie degli eminenti monaci Una raccolta delle biografie di cinque-
cento eminenti monaci vissuti dal 502, data di inizio della dinastia Liang, al 645.
Compilato da Tao-hsüan della dinastia T’ang è una continuazione delle Biografie
degli eminenti monaci della dinastia Liang.
sei azioni difficili e nove azioni facili Una serie di paragoni usati da Shakyamuni nel ca-
pitolo “Torre preziosa” del Sutra del Loto, per insegnare quanto sia difficile abbrac-
ciare e propagare il sutra nell’Ultimo giorno della Legge. Le sei azioni difficili sono:
1) propagare ampiamente il Sutra del Loto; 2) copiarlo e farlo copiare da qualcun
altro; 3) recitarlo anche solo per poco tempo; 4) esporlo anche a una sola persona;
5) ascoltarlo, accettarlo e porre domande sul suo significato; 6) mantenere la fede
in esso. Le nove azioni facili includono: insegnare innumerevoli sutra che non siano
il Sutra del Loto, caricarsi dell’erba secca sulla schiena e passare senza bruciare nel
grande fuoco alla fine di un kalpa, calciare con un dito del piede un sistema maggiore
di mondi in un’altra direzione.
sei cieli del mondo del desiderio Cieli situati nel mondo del desiderio, tra la terra e il
cielo di Brahma. Essi sono: il cielo dei quattro re celesti, il cielo dei trentatré dèi, il
cielo di Yama, il cielo Tushita, il cielo in cui si gode delle proprie creazioni illusorie
e il cielo in cui si gode liberamente delle creazioni illusorie degli altri. Il cielo in cui
si gode liberamente delle creazioni illusorie degli altri, spesso chiamato sesto cielo, è
conosciuto come la dimora del re demone.
sei eventi fausti Detti anche sei portenti o sei presagi. Eventi che annunciano la pre-
dicazione del Sutra del Loto, descritti nel capitolo “Introduzione” del sutra. Essi
sono: 1) il Budda predica il Sutra degli Innumerevoli significati, un insegnamento
introduttivo al Sutra del Loto; 2) il Budda entra in una profonda meditazione; 3)
quattro tipi di fiori sublimi piovono dai cieli; 4) la terra trema in sei modi diversi;
5) vedendo questi portenti, tutte le persone gioiscono e unendo i palmi delle mani
contemplano con un’unica mente il Budda; 6) il Budda emette un raggio di luce dal
ciuffo di peli bianchi tra le sue sopracciglia, illuminando diciottomila mondi a est. Il
capitolo “Introduzione” continua descrivendo i sei eventi fausti che avvengono nei
mondi che il Budda ha appena illuminato, differenti da quelli elencati poc’anzi.
sei forme Una dottrina della scuola della Ghirlanda di fiori che, insieme a quella dei dieci
misteri, analizza il mondo fenomenico dal punto di vista della differenza e dell’iden-
tità. Le sei forme sono: 1) universalità: l’intero che è composto di parti; 2) partico-
larità: le parti separate che compongono l’intero; 3) similarità: le parti separate sono

1118
GLOSSARIO

tutte collegate all’intero; 4) diversità: anche se simili, perché tutte aiutano a costituire
l’intero, la relazione di ogni parte con l’intero è unica; 5) formazione: l’armonizzazio-
ne delle parti forma l’intero; 6) differenziazione: pur unendosi per formare l’intero,
ogni parte mantiene ancora le sue caratteristiche particolari.
sei maestri di dottrine non buddiste Vedi sei maestri non buddisti.
sei maestri non buddisti Pensatori di grande influenza in India al tempo di Shakyamuni,
che ruppero apertamente con la vecchia tradizione vedica e sfidarono l’autorità brah-
manica all’interno dell’ordine sociale indiano. Essi sono: Purana Kassapa, che negò
l’esistenza della causalità, rifiutando tutti i concetti di moralità; Makkhali Gosala,
che espose un assoluto fatalismo; Sanjaya Belatthiputta, che negò la possibilità di una
conoscenza certa in campo metafisico; Ajta Kesakambala, un materialista secondo il
quale la vita finisce quando il corpo muore; Pakudha Kacchayana, che asserì che gli
esseri umani sono composti di sette elementi immutabili: terra, acqua, fuoco, vento,
sofferenza, piacere e anima; Nigantha Nataputta, fondatore del Giainismo, che inse-
gnava un rigido ascetismo.
sei metafore dell’insegnamento transitorio e di quello originale Metafore usate da
T’ien-t’ai nell’interpretare la parola renge (fiore di loto) di Myoho-renge-kyo, il titolo
della versione cinese di Kumarajiva del Sutra del Loto. Le tre metafore dell’insegna-
mento transitorio illustrano la relazione tra il Sutra del Loto (vero insegnamento) e
gli insegnamenti provvisori. Le tre metafore dell’insegnamento originale mostrano la
relazione tra l’insegnamento originale e quello transitorio.
sei ministri Detti anche sei ministri reali. I ministri del re Ajatashatru. Ajatashatru stava
soffrendo di piaghe virulente su tutto il corpo a causa dell’offesa commessa ucci-
dendo il padre, il re Bimbisara, un patrono del Budda Shakyamuni. Ognuno dei sei
ministri di Ajatashatru gli consigliò di consultare uno dei sei maestri non buddisti,
mentre Jivaka, un altro ministro noto come grande medico, lo esortò invece a vedere
il Budda Shakyamuni e a riceverne l’istruzione.
sei ministri reali Vedi sei ministri.
sei offese maggiori Violazioni dei sei precetti. Esse sono: uccidere, rubare, mentire, ave-
re rapporti sessuali illeciti, parlare delle malefatte di altri buddisti e vendere bevande
alcoliche.
sei organi di senso Detti anche sei organi sensoriali. Occhi, orecchi, naso, lingua, corpo
e mente.
sei paramita Sei pratiche richieste ai bodhisattva mahayana per poter conseguire la
Buddità: la donazione, l’osservanza dei precetti, la tolleranza, l’assiduità, la medita-
zione e l’ottenimento della saggezza.
sei portenti Vedi sei eventi fausti.
sei poteri trascendenti Detti anche sei poteri sovrannaturali. Poteri di cui sarebbero do-
tati i Budda, i bodhisattva e gli arhat. Essi sono: 1) il potere di essere ovunque a pro-
prio piacimento; 2) il potere di vedere qualsiasi cosa ovunque; 3) il potere di udire
qualsiasi suono ovunque; 4) il potere di conoscere i pensieri di tutte le altre menti; 5)
il potere di conoscere le vite passate; 6) il potere di sradicare le illusioni.
sei presagi Vedi sei eventi fausti.
sei scuole Dette anche sei scuole di Nara. Le sei principali scuole di Buddismo che fio-
rirono a Nara, la capitale del Giappone, durante il periodo di Nara (710-794). Esse
sono: Tesoro dell’Abhidharma, Affermazione della verità, Precetti, Caratteristiche
dei dharma, Tre trattati e Ghirlanda di fiori.
sei sentieri Detti anche sei sentieri dell’esistenza. I regni o mondi in cui trasmigrano
ripetutamente gli esseri non illuminati. Essi sono i regni: dell’inferno, degli spiriti
affamati, degli animali, degli asura, degli esseri umani e degli esseri celesti.

1119
GLOSSARIO

sei stadi della pratica Sei stadi nella pratica del Sutra del Loto formulati da T’ien-t’ai.
Essi sono: 1) lo stadio di essere un Budda in potenza; 2) lo stadio di ascoltare il nome
e le parole della verità; 3) lo stadio della percezione e dell’azione; 4) lo stadio della
somiglianza con l’illuminazione; 5) lo stadio del risveglio progressivo; 6) lo stadio
della suprema illuminazione.
Seicho, tempio (giap. Seicho-ji) Situato sul monte Kiyosumi a Kominato nella provincia
di Awa in Giappone, dove Nichiren Daishonin studiò il Buddismo nella sua adole-
scenza. In questo tempio egli proclamò l’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo
per la prima volta, il ventottesimo giorno del quarto mese del 1253.
semina, maturazione e raccolto Processo in tre fasi tramite il quale un Budda conduce
le persone alla Buddità, corrispondente alle fasi di crescita di una pianta. Durante
il primo stadio il Budda pianta i semi della Buddità nella vita delle persone, poi li
coltiva aiutando le persone a praticare l’insegnamento e alla fine permette loro di
cogliere il frutto della Buddità.
Sempre Dolente Bodhisattva che appare nei sutra della Saggezza. Era chiamato Sempre
Dolente perché piangeva quando non riusciva a trovare un maestro che lo guidasse
verso la perfezione della saggezza. Viene descritto come dedito al conseguimento
della perfezione della saggezza, incurante di fama e fortuna mondane. Infine Sempre
Dolente cercò gli insegnamenti del Bodhisattva Dharmodgata e, non avendo nulla
da offrirgli a causa della sua povertà, tentò di vendere il proprio corpo in un mercato
per ottenere denaro da offrire in elemosina. Allora il dio Shakra decise di mettere alla
prova la sua determinazione e, assunto l’aspetto di un brahmano, apparve a Sempre
Dolente dicendogli di aver bisogno di un cuore umano, di sangue e di midollo per
celebrare un particolare rito. Sempre Dolente fu felice di offrirgli i propri e prese a
tagliare la carne del suo braccio per farne sgorgare il sangue. Poi, mentre stava sca-
vando con il coltello nella sua coscia per estrarre il midollo dall’osso, la figlia di un
ricco possidente lo interruppe e disse che avrebbe dato a Sempre Dolente qualunque
offerta avesse richiesto. Allora Shakra si rivelò, lodando Sempre Dolente per la sua
devozione.
Sen’yo Nome del Budda Shakyamuni in una precedente esistenza. Secondo il Sutra del
Nirvana, il re Sen’yo era il sovrano di un grande regno e nutriva un grande rispetto
per i sutra mahayana. Quando udì cinquecento brahmani offendere gli insegnamenti
mahayana, li condannò a morte. Grazie a questo atto non corse più il pericolo di ca-
dere nell’inferno. Questa storia non dovrebbe essere interpretata come un’apologia
dell’uccisione dei diffamatori, ma piuttosto come una dimostrazione della gravità
di offendere il corretto insegnamento e dell’importanza di proteggerlo. Sen’yo è la
traduzione giapponese del nome sanscrito, che è sconosciuto.
Seng-chao (384-414) Prete del periodo della tarda dinastia Ch’in e uno dei principali
discepoli di Kumarajiva.
sesto cielo Il più elevato dei sei cieli nel mondo del desiderio, in cui risiede il re demo-
ne.
sette Budda del passato Shakyamuni e i sei Budda che si dice lo abbiano preceduto.
I sei Budda sono Vipashyin, Shikhin, Vishvabhu, Krakucchanda, Kanakamuni
e Kashyapa. I primi tre Budda apparvero nel passato kalpa della Gloria men-
tre gli altri quattro, compreso Shakyamuni, apparvero nell’attuale kalpa della
Saggezza.
sette disastri Disastri che si dice siano causati dall’offesa al corretto insegnamento. Nel
Sutra dei Re benevolenti essi sono elencati come: 1) cambiamenti straordinari del
sole e della luna; 2) cambiamenti straordinari delle stelle e dei pianeti; 3) incen-
di; 4) inondazioni fuori stagione; 5) tempeste; 6) siccità; 7) guerre, che includono

1120
GLOSSARIO

gli attacchi da parte di paesi nemici e ribellioni interne. Il Sutra del Maestro della
Medicina definisce i sette disastri come: 1) pestilenze; 2) invasione straniera; 3) lotte
intestine; 4) cambiamenti straordinari nei cieli; 5) eclissi lunari e solari; 6) tempeste
fuori stagione; 7) siccità fuori stagione. I sette disastri sono spesso citati insieme alle
tre calamità nell’espressione “le tre calamità e i sette disastri”.
sette espedienti Vedi sette stadi di espedienti.
sette parabole Le sette parabole che appaiono nel Sutra del Loto. Sono le parabole: 1)
dei tre carri e della casa che brucia; 2) dell’uomo ricco e del figlio povero; 3) dei tre
tipi di erbe medicinali e dei due tipi di alberi; 4) della città fantasma e della terra del
tesoro; 5) del gioiello nella veste; 6) del gioiello nella crocchia di capelli; 7) dell’abile
medico e dei suoi figli malati.
sette regioni periferiche Vedi cinque province e sette regioni periferiche.
sette regni degli dèi celesti e cinque regni degli dèi terreni Riferimento alle divinità au-
toctone che si narra abbiano governato il Giappone in epoca antecedente al leggen-
dario primo imperatore umano Jimmu. Il termine “divinità” è spesso utilizzato al
posto di “dèi”. Dapprima regnarono le sette generazioni di dèi celesti, seguiti dalle
cinque generazioni di divinità terrene. La prima delle divinità terrene fu la Dea del
Sole, considerata la progenitrice della dinastia imperiale.
sette scuole del nord e tre scuole del sud Vedi tre scuole della Cina meridionale e sette
scuole della Cina settentrionale.
sette stadi di espedienti Detti anche sette espedienti. Principio formulato dalla scuola
T’ien-t’ai. Vi sono due diversi tipi di espedienti: il primo è quello dei sette veicoli
o insegnamenti, predicati prima del perfetto insegnamento del Sutra del Loto. Si
tratta di insegnamenti per: 1) gli esseri umani; 2) gli esseri celesti; 3) gli ascoltatori
della voce; 4) i risvegliati all’origine dipendente; 5) i bodhisattva dell’insegnamento
Tripitaka; 6) i bodhisattva dell’insegnamento di condivisione; 7) i bodhisattva del-
l’insegnamento specifico. In questo contesto i sette espedienti si riferiscono anche
ai sette stadi o livelli raggiunti da questi praticanti. Il secondo tipo si riferisce ai
praticanti: 1) ascoltatori della voce e 2) risvegliati all’origine dipendente dell’inse-
gnamento Tripitaka; 3) ascoltatori della voce, 4) risvegliati all’origine dipendente e
5) bodhisattva dell’insegnamento di condivisione; 6) bodhisattva dell’insegnamento
specifico; 7) bodhisattva del perfetto insegnamento.
sette templi principali Vedi sette templi principali di Nara.
sette templi principali di Nara Detti anche sette grandi templi di Nara. I templi princi-
pali del Buddismo a Nara, la capitale del Giappone durante il periodo di Nara (710-
794). Sono i templi Todai, Kofuku, Gango, Daian, Yakushi, Saidai e Horyu.
sette tesori Vedi sette tipi di gemme.
sette tipi di gemme Detti anche sette tesori. Sette sostanze preziose. L’elenco differisce
secondo le scritture buddiste. Secondo il Sutra del Loto i sette tipi di gemme sono
oro, argento, lapislazzuli, madreperla, agata, perla e cornalina.
Shakra Noto anche come Indra. Uno dei due principali dèi tutelari del Buddismo, insie-
me a Brahma. Risiede nel cielo dei trentatré dèi in cima al monte Sumeru.
shakubuku (giap.) Metodo di esposizione del Buddismo che consiste nel refutare
gli attaccamenti di un’altra persona agli insegnamenti erronei e condurla così al
corretto insegnamento. Shakubuku significa anche sconfiggere il male nella pro-
pria mente e far emergere il bene. In senso profondo, il male qui sta a significare
l’oscurità fondamentale della vita o ignoranza, mentre il bene la natura di Budda o
natura dell’illuminazione. Questa autoriforma diventa possibile attraverso la fede
nell’insegnamento corretto. Il termine shakubuku è usato in contrapposizione a
shoju, che significa condurre gli altri al corretto insegnamento gradualmente, se-

1121
GLOSSARIO

condo le loro capacità. Questi due metodi di propagazione sono descritti nel Sutra
di Shrimala, in Grande concentrazione e visione profonda e in altre opere.
Shakyamuni Fondatore del Buddismo. Riguardo al periodo in cui visse vi sono opinioni
differenti. Secondo la tradizione buddista cinese e giapponese egli visse tra il 1029
a.C. e il 949 a.C., ma studi recenti collocano la sua nascita circa cinquecento anni più
tardi. Era figlio del re degli Shakya, una piccola tribù il cui regno era situato ai piedi
dell’Himalaya. Egli rinunciò al rango e partì per ricercare la soluzione alle questioni
della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e della morte. Studiò autorevoli fi-
losofie e praticò varie austerità, ma si rese conto che esse non lo avrebbero portato
all’illuminazione. Vicino alla città di Gaya, si narra che egli sedette sotto l’albero
della bodhi, entrò in meditazione e ottenne l’illuminazione. Per condurre gli altri alla
stessa condizione illuminata, nei successivi cinquant’anni espose numerosi insegna-
menti che più tardi furono compilati in forma di sutra buddisti.
Shan-tao (613-681) Terzo patriarca della scuola della Pura terra in Cina. Shan-tao clas-
sificò le pratiche buddiste in due categorie: corrette e diverse. Egli definì le pratiche
corrette come quelle dirette verso il Budda Amida e considerò tutte le altre come
pratiche diverse.
Shan-wu-wei (637-735) (sans. Shubhakarasimha) Monaco indiano che per primo intro-
dusse il Buddismo esoterico in Cina. Shan-wu-wei tradusse varie scritture esoteriche,
tra cui il Sutra di Mahavairochana. Shan-wu-wei è il suo nome cinese.
Shariputra Uno dei dieci principali discepoli del Budda, noto per la sua eccellenza nella
saggezza. Originariamente seguace di Sanjaya Belatthiputta, uno dei sei maestri non
buddisti, Shariputra incontrò Ashvajit, discepolo di Shakyamuni, che gli insegnò
la legge della causalità. Shariputra fu talmente impressionato dalle implicazioni di
questa dottrina che divenne discepolo di Shakyamuni.
Shibi Nome di Shakyamuni in una passata esistenza quando era un re che svolge-
va la pratica della donazione. Secondo le Storie della ghirlanda delle nascite, il dio
Vishvakarman e il dio Shakra decisero di metterlo alla prova. Si travestirono rispet-
tivamente da colomba e da falco: il falco cercava incessantemente di catturare la
colomba, che si rifugiò nella veste del re Shibi chiedendo protezione. Per salvare la
colomba, Shibi decise di offrire la propria carne al falco affamato.
Shiiji Shiro (d.s.) Seguace di Nichiren Daishonin che viveva nella provincia di Suruga,
destinatario della lettera Una nave per attraversare il mare della sofferenza.
Shiladitya (606-647) Noto anche come Harsha. Re dell’India centrale che giunse a gover-
nare tutta l’India tranne la parte meridionale. Fu un credente del Buddismo. Costruì
molti templi e stupa e governò basandosi sullo spirito di compassione buddista.
Shinjo (m. 742) (cor. Simsang) Fondatore della scuola giapponese della Ghirlanda di
fiori. Nativo di Silla, un regno della penisola coreana, si recò nella Cina T’ang, dove
studiò la dottrina della Ghirlanda di fiori con Fa-tsang. In seguito andò in Giappone,
dove propagò l’insegnamento della Ghirlanda di fiori.
Shitenno, tempio (giap. Shitenno-ji) È il più antico tempio buddista esistente in
Giappone, fondato dal principe Shotoku nel 587. Si dice che il principe Shotoku lo
abbia costruito in segno di ringraziamento per la vittoria conseguita insieme a Soga
no Umako su Mononobe no Moriya, il capo della fazione di corte che si opponeva al
Buddismo. Secondo la tradizione il principe Shotoku vi collocò le statue dei quattro
re celesti. Il tempio è situato nella città di Osaka.
sho (giap.) Unità di volume equivalente a circa 1,8 litri.
Shohei, era In Giappone, periodo che va dal 931 al 938.
Shoichi (1202-1280) Noto anche come Enni oppure Bennen. Prete della scuola Zen
Rinzai in Giappone. Studiò lo Zen in Cina e, al ritorno in Giappone, propagò questi

1122
GLOSSARIO

insegnamenti alla corte imperiale, ottenendo il sostegno della nobiltà. Fu il primo


capo dei preti del tempio Tofuku a Kyoto.
shoju (giap.) Metodo di esposizione del Buddismo in cui si conducono gradualmente
le persone all’insegnamento corretto secondo le loro capacità. Il termine è usato
in contrapposizione a shakubuku, o risvegliare direttamente le altre persone all’in-
segnamento corretto refutando il loro attaccamento agli insegnamenti inferiori. Il
termine shoju viene anche usato per riferirsi alla pratica di ricercare la propria illumi-
nazione personale, in contrasto alla propagazione degli insegnamenti buddisti.
Shoka, era Periodo in Giappone tra il 1257 e il 1259. Nel primo anno dell’era Shoka
(1257) un grande terremoto colpì Kamakura, sede del governo, e questo disastro
ispirò il Daishonin a scrivere il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace
nel paese, che inviò a titolo di rimostranza a Hojo Tokiyori, l’effettivo capo del go-
verno.
Shokaku-bo (1095-1143) Altro nome di Kakuban, prete giapponese della scuola della
Vera parola. Nel 1134 egli divenne il capo dei preti del tempio Kongobu sul monte
Koya, ma i suoi tentativi di effettuare una rapida riforma gli provocarono l’ostilità
degli altri preti del monte Koya, e si vide costretto a fuggire con i suoi seguaci. Si
recò allora insieme a questi sul monte Negoro, dove fondò il tempio Emmyo. I suoi
seguaci fondarono la scuola della Nuova dottrina (giap. Shingi), ramo della scuola
della Vera parola, in opposizione agli insegnamenti tradizionali del monte Koya e
del tempio To.
Shomu (701-756) Quarantacinquesimo imperatore (r. 724-749) del Giappone, che aveva
una profonda fede nel potere del Buddismo per la protezione del Giappone e fondò
un tempio e un convento di monache in ogni provincia del paese. Inoltre costruì il
tempio Todai a Nara come centro di riferimento dei templi provinciali e vi eresse una
grande immagine del Budda Vairochana.
Shotoku (574-622) Principe Shotoku, noto anche come principe Jogu. Secondo figlio
dell’imperatore del Giappone Yomei. Fu famoso per l’applicazione dello spiri-
to del Buddismo nel governare. Come reggente durante il regno dell’imperatrice
Suiko realizzò numerose riforme e nel 604 promulgò la Costituzione in diciasset-
te articoli. Per entrare in relazioni diplomatiche con la dinastia cinese Sui, inviò
Ono no Imoko come rappresentante in Cina. Shotoku riverì i sutra del Loto, di
Shrimala e di Vimalakirti, e gli sono stati attribuiti alcuni commentari su di essi.
shramana (sans.) Cercatore della via. In India la parola indicava originariamente
qualsiasi asceta, eremita, mendicante o praticante religioso che avesse rinunciato
alla vita secolare e abbandonato la propria casa per ricercare la verità. In seguito
giunse a significare soprattutto qualcuno che rinuncia al mondo per praticare il
Buddismo.
Shravasti Capitale del regno del Kosala nell’antica India. Insieme a Rajagriha nel
Magadha, Shravasti era tra le città più prospere dell’India nel periodo in cui visse
il Budda Shakyamuni. Si dice che Shakyamuni fece di Shravasti il centro delle sue
attività e, essendovi rimasto per venticinque anni, convertì il re Prasenajit e molti
altri. Shravasti era propriamente il nome della capitale, ma era usato anche come
nome del regno stesso.
Shu Ch’i Vedi Po I e Shu Ch’i.
Shubin (d.s.) Prete della scuola della Vera parola in Giappone durante il IX secolo.
Nell’823 l’imperatore Saga gli assegnò il tempio Sai (tempio occidentale), mentre
a Kobo fu assegnato il tempio To (tempio orientale). Nell’824, durante una siccità,
Shubin gareggiò con Kobo nelle preghiere per la pioggia. Si dice che Shubin riuscì a
far piovere mentre Kobo fallì.

1123
GLOSSARIO

Shuddhodana, re Re di Kapilavastu nell’India settentrionale e padre del Budda


Shakyamuni. Shuddhodana originariamente si oppose al desiderio del figlio
Shakyamuni di rinunciare al mondo secolare e condurre una vita religiosa, ma quan-
do Shakyamuni tornò alla nativa Kapilavastu dopo il suo risveglio, Shuddhodana si
convertì ai suoi insegnamenti.
Shuen (771-835) Prete della scuola giapponese delle Caratteristiche dei dharma. Visse al
tempio Kofuku ed era noto come il prete più erudito del tempio. Si oppose alla pro-
posta di Dengyo di costruire un centro di ordinazione mahayana sul monte Hiei.
Shun Uno dei Cinque imperatori. Leggendari imperatori saggi nell’antica Cina che era-
no rispettati dal popolo per il loro eccellente governo.
Shun-hsiao (d.s.) Prete del Buddismo esoterico in Cina nel periodo della dinastia T’ang.
Studiò l’insegnamento esoterico sotto la guida di I-hsing e Pu-k’ung. Shun-hsiao in-
segnò l’insegnamento esoterico a Dengyo quando quest’ultimo si recò dal Giappone
in Cina nell’804.
Shuryasoma (d.s.) Principe di Yarkand, nell’Asia centrale, che fu maestro di Kumarajiva.
Shuryasoma conosceva a fondo i sutra mahayana e trasmise il Sutra del Loto a
Kumarajiva.
Siddhartha Altro nome di Shakyamuni, probabilmente durante la sua infanzia. Siddharta
o “Scopo raggiunto” significa qualcuno che ha raggiunto un grande scopo. Alcuni
studiosi ritengono che si tratti di un titolo conferitogli in seguito dai credenti buddi-
sti per onorare la sua illuminazione.
sigillo del Dharma Rango ufficiale del clero. Il sistema dei ranghi ufficiali cambiò con il
tempo. Il rango di sigillo del Dharma fu istituito nell’864. Più tardi tale titolo, come
molti altri, perse il suo significato originale, assumendo solo un valore onorifico.
significato profondo del Sutra del Loto, Il Una delle tre principali opere di T’ien-t’ai che
fornisce una spiegazione dettagliata del significato del titolo del Sutra del Loto.
signore dell’insegnamento originale 1) Il Budda che, nel capitolo “Durata della vita”
dell’insegnamento originale del Sutra del Loto, rivela la propria vera identità come
Budda che ottenne l’illuminazione in un passato lontano tanti kalpa quanti i granelli
di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi. 2) Il Budda originale, o eter-
no, implicito nel capitolo “Durata della vita”, il Budda che incarna Nam-myoho-
renge-kyo.
singolo veicolo Vedi unico veicolo.
sistema maggiore di mondi Detto anche mille milioni di volte tanti mondi. Uno dei si-
stemi di mondi secondo l’antica cosmologia indiana. Un mondo è costituito da un
monte Sumeru, circondato da mari e monti, un sole, una luna e altri corpi celesti; si
estende in alto fino a raggiungere il primo cielo della meditazione nel mondo della
forma e in basso fino al cerchio di vento che ne è la base. Mille mondi formano un
sistema minore di mondi; mille sistemi minori di mondi danno origine a un sistema
intermedio di mondi e mille sistemi intermedi di mondi costituiscono un sistema
maggiore di mondi. Di conseguenza, un sistema maggiore di mondi comprende un
miliardo di mondi. Secondo alcune concezioni nell’universo vi erano innumerevoli
sistemi maggiori di mondi.
Soga no Iname (m. 570) Primo ministro degli imperatori Senka e Kimmei e padre di
Soga no Umako. Egli lottò per il potere con Mononobe no Okoshi, capo della fa-
zione di corte che si opponeva al Buddismo. Le sue figlie divennero le consorti del-
l’imperatore Kimmei e tramite questo legame la famiglia Soga si assicurò grande
prosperità.
Soga no Umako (m. 626) Funzionario della corte imperiale, capo della fazione bud-
dista della corte. Egli fu un importante funzionario sotto gli imperatori Bidatsu,

1124
GLOSSARIO

Yomei, Sushun e l’imperatrice Suiko. Suo padre fu Soga no Iname. Umako sconfisse
Mononobe no Moriya, un altro importante funzionario, capo della fazione contraria
al Buddismo. Più tardi egli fece uccidere l’imperatore Sushun.
sommità invisibile della testa La cima della testa di un Budda, che nessuno può vedere.
È uno degli ottanta segni minori di un Budda. Questa caratteristica è generalmente
identificata come una protuberanza carnosa sulla sommità della testa di un Budda,
uno dei trentadue attributi di un Budda. Sono noti anche come coloro che ascoltano
l’insegnamento delle quattro nobili verità e mirano a ottenere lo stato di arhat.
Sorgenti Gialle In Cina e in Giappone, la terra dove si pensava che andassero i defunti.
sorgere della fede nel grande veicolo, Il Abbreviato in Il sorgere della fede. L’opera espo-
ne le dottrine fondamentali del Mahayana e si propone di far sorgere nelle persone
la fede in esso. Tradizionalmente viene attribuito ad Ashvaghosha, per quanto in
proposito vi siano opinioni differenti.
sostituzione dei tre veicoli con l’unico veicolo Detto anche “sostituire i tre veicoli con
l’unico veicolo”, “aprire i tre veicoli e rivelare l’unico veicolo” o “apertura dei tre
veicoli e rivelazione dell’unico veicolo”. Il concetto rivelato nell’insegnamento tran-
sitorio del Sutra del Loto in cui Shakyamuni afferma che i tre veicoli non sono fini
di per sé – come aveva insegnato nei sutra provvisori – ma espedienti di cui egli si
avvale per guidare le persone all’unico veicolo della Buddità.
Soto’ori Hime (d.s.) Donna dotata di grande bellezza di cui si narra in Cronache del
Giappone e in Cronache degli antichi avvenimenti. Secondo la prima di queste opere,
ella era una sorella minore della moglie del diciannovesimo imperatore Ingyo nel quin-
to secolo mentre, nella seconda, era una figlia dell’imperatore. I testi raccontano che la
sua bellezza era senza pari e che una luce splendente filtrava attraverso i suoi vestiti.
spiriti affamati Detti anche fantasmi affamati. Gli spiriti dei defunti che, come descritti
nelle scritture buddiste, soffrono la fame come retribuzione karmica per l’avidità e
l’egoismo che hanno dimostrato in vita. Il regno degli spiriti affamati è uno dei tre o
quattro cattivi sentieri. Il regno degli spiriti affamati è considerato come uno stato in
cui si è tormentati fisicamente e spiritualmente da una brama incessante. Per indica-
re gli spiriti affamati si usa spesso il loro nome sanscrito, preta.
Splendore Universale (sans. Shrutasoma) 1) Nome del Budda Shakyamuni in una pas-
sata esistenza, quando era un re impegnato nella paramita, o pratica, dell’osservanza
dei precetti. Questo re appare nel Sutra del Saggio e dello stolto, nel Trattato sulla
grande perfezione della saggezza e in altre fonti. Il re Splendore Universale e altri no-
vantanove re (novecentonovantanove secondo altre fonti) furono catturati dal re Piedi
Maculati e stavano per essere uccisi. Il re Splendore Universale chiese a Piedi Maculati
di permettergli di adempiere alla promessa di fare offerte a un certo monaco. Il re
Piedi Maculati gli concesse sette giorni per portare a compimento la sua promessa.
Splendore Universale tornò al suo paese dove fece le offerte al monaco e affidò il trono
a suo figlio. Dopo aver proclamato al popolo che mantenere la propria promessa era
il precetto più importante, tornò da Piedi Maculati. Questi fu enormemente impres-
sionato dall’integrità di Splendore Universale, tanto che rilasciò lui e gli altri re e si
convertì al Buddismo. 2) Nome che Kaundinya e altri ascoltatori della voce, discepoli
di Shakyamuni, assumeranno quando conseguiranno la Buddità nel futuro, secondo
l’ottavo capitolo del Sutra del Loto, “Cinquecento discepoli”, in cui Shakyamuni pre-
dice che un gruppo di cinquecento arhat e un altro gruppo di settecento discepoli nel
futuro diventeranno tutti Budda con lo stesso nome, Splendore Universale.
stadio in cui si ascoltano il nome e le parole della verità Secondo dei sei stadi della
pratica del Sutra del Loto formulati da T’ien-t’ai. È lo stadio in cui si ode il nome
della verità (un termine buddista che indica la realtà assoluta come il “vero aspetto di

1125
GLOSSARIO

tutti i fenomeni”) e si leggono le parole dei sutra, comprendendo intellettualmente


che possediamo la natura del Budda e che tutti i fenomeni sono manifestazioni della
Legge universale.
stadio iniziale di gioia Stadio della pratica in cui si gioisce udendo il Sutra del Loto. Primo
dei cinque stadi della pratica per i credenti del Sutra del Loto dopo la morte del
Budda Shakyamuni, stabiliti da T’ien-t’ai (538-597) in base al capitolo “Distinzioni
dei benefici” del sutra stesso. Vedi anche cinque stadi della pratica.
Stessa Nascita e Stesso Nome Due dèi che si dice dimorino sulle spalle di ogni persona
sin dalla nascita, riferendone ogni azione al cielo. Essi simboleggiano i meccanismi di
funzionamento della legge di causa ed effetto, esposta dal Buddismo. Stessa Nascita
significa “nato contemporaneamente” (alla persona che protegge) e Stesso Nome
“che porta lo stesso nome” (della persona che protegge).
strofa di quattro versi Detta anche strofa di quattro frasi. Raggruppamento di quattro
frasi che formano una strofa nelle traduzioni cinesi dei sutra e dei trattati buddisti.
Un determinato numero di strofe di quattro versi o frasi costituisce una sezione in
versi completa. Il Sutra del Loto fa menzione dei grandi benefici che si ottengono
accettando e sostenendo una singola strofa di quattro versi.
Su Wu (140-60 a.C.) Ministro dell’imperatore Wu della prima dinastia Han in Cina.
Nel 100 a.C., l’imperatore Wu inviò Su Wu nelle terre dei barbari del nord per
sancire un’alleanza. Il capo dei barbari rifiutò la proposta e fece prigioniero Su Wu.
Rinchiuso in una grotta per un certo periodo, Su Wu non ebbe altra scelta che nu-
trirsi di neve per sopravvivere e sopportò molte altre avversità. Passarono diciannove
anni prima che potesse tornare in patria.
Subhuti Uno dei dieci principali discepoli di Shakyamuni. Considerato come il migliore
nella comprensione della dottrina della non sostanzialità.
Sudatta Mercante di Shravasti in India e sostenitore laico del Budda. Si dice che fosse
uno degli uomini più ricchi del regno del Kosala. Poiché donava spesso cibo e ve-
sti alle persone povere e sole, era chiamato anche Anathapindada, Sostenitore dei
Bisognosi. Il monastero di Jetavana, che egli offrì a Shakyamuni, divenne un centro
importante dove venivano tenute le prediche dal Budda.
Sudaya Maestro brahmano che insegnò a Devadatta il modo per acquisire poteri so-
vrannaturali.
Sumeru, monte Nell’antica cosmologia indiana è la montagna che si trova al centro del
mondo. Si diceva che raggiungesse un’altezza di 84.000 yojana (1 yojana equivale ap-
prossimativamente a 7 chilometri). Il dio Shakra risiede sulla cima, mentre i quattro
re celesti vivono a mezza costa, uno su ognuno dei quattro lati del monte. Nel mare
più esterno che circonda il monte Sumeru sono situati i quattro continenti e quello
meridionale è Jambudvipa. Vedi anche mondo Sumeru.
Sumitomo (m. 941) Fujiwara no Sumitomo, comandante dell’esercito del clan Fujiwara
che ridusse all’obbedienza una banda di pirati nel 936. Tuttavia, tempo dopo, egli
stesso divenne un capo dei pirati, ribellandosi al governo. Infine fu sconfitto e
ucciso nel 941.
Sunakshatra Discepolo di Shakyamuni, considerato anche uno dei suoi figli nati prima
che abbandonasse la vita secolare. Sunakshatra si unì all’ordine buddista ma, in-
fluenzato da maestri malvagi, perse la padronanza dei quattro stadi della meditazio-
ne e si attaccò alla visione erronea secondo cui non vi è alcun Budda, nessuna Legge,
né alcun conseguimento del nirvana. Si dice che sia caduto nell’inferno da vivo.
Suono Meraviglioso Bodhisattva descritto nel capitolo del Sutra del Loto
“Bodhisattva Suono Meraviglioso” che assume trentaquattro forme differenti
per salvare le persone.

1126
GLOSSARIO

supervisore del clero Carica ufficiale conferita a preti eminenti dal governo, che li desi-
gnava come responsabili della supervisione di preti e monache sotto la direzione de-
gli amministratori del clero. In seguito “supervisore del clero”, come numerosi altri
titoli, divenne una carica onoraria e perse il suo significato originale, fino a diventare
un mero appellativo di rispetto.
Supplemento a “Parole e frasi del Sutra del Loto” Commentario scritto da Tao-hsien,
prete della scuola cinese T’ien-t’ai nel periodo della dinastia cinese T’ang.
Supplemento alle tre opere maggiori di T’ien-t’ai Commentario di Ts’ung-i (1042-1091)
sulle tre opere principali di T’ien-t’ai (Grande concentrazione e visione profonda, Il
significato profondo del Sutra del Loto e Parole e frasi del Sutra del Loto) e sui relativi
commentari di Miao-lo.
sutra Agama Termine generico per indicare i sutra hinayana.
Sutra degli Innumerevoli significati Un sutra considerato un insegnamento introduttivo
al Sutra del Loto. Shakyamuni spiega in questo sutra che innumerevoli significati de-
rivano da un’unica Legge, affermando implicitamente che questa Legge sarà rivelata
nel Sutra del Loto. Egli afferma inoltre che tutti i sutra predicati prima del Sutra del
Loto sono espedienti e sono provvisori.
Sutra dei Profondi segreti Detto anche Sutra della Rivelazione dei profondi segreti. Esso
tratta argomenti quali le caratteristiche dei dharma (fenomeni), la coscienza alaya e
così via. Principale testo su cui si fonda la scuola delle Caratteristiche dei dharma.
Sutra dei Re benevolenti Considerato il sutra conclusivo del ciclo dei sutra della
Saggezza. In esso si enumerano sette disastri che si manifestano quando il corretto
insegnamento viene completamente oscurato, e si sottolinea la necessità di consegui-
re la perfetta saggezza.
Sutra dei Sovrani Abbreviazione del Sutra dei Sovrani della luce dorata, tradotto dal
prete cinese I-ching nel periodo della dinastia T’ang. Il sutra descrive la protezione
concessa dai quattro re celesti e da altre divinità benevolenti.
Sutra del Budda Vita Infinita Detto anche Sutra in Due volumi. Una delle tre scritture
cardine della scuola della Pura terra. In esso si narra di un bodhisattva di nome
Tesoro del Dharma che, dopo aver formulato quarantotto solenni giuramenti e aver-
li mantenuti, ottenne l’illuminazione come Budda Vita Infinita, o Amida. Il sutra
descrive la pura terra di questo Budda e spiega che avendo fede in lui è possibile
rinascervi dopo la morte.
Sutra del Cuore Breve scrittura che racchiude l’essenza dei sutra della Saggezza e descri-
ve in modo succinto la non sostanzialità o vacuità di tutti i fenomeni.
Sutra del Declino della Legge Sutra che spiega come gli insegnamenti di Shakyamuni
andranno perduti dopo la sua morte. Il sutra spiega che, nell’Ultimo giorno della
Legge, i demoni si manifesteranno sotto forma di preti che offenderanno la Legge
con vari tipi di azioni.
Sutra del Loto Uno dei sutra mahayana che rivela il vero aspetto di tutti i fenomeni e la
vera identità di Shakyamuni come Budda che ottenne l’illuminazione in un passato
lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di
mondi. È una delle più popolari scritture buddiste, nella quale si afferma che tutte
le persone possono conseguire la Buddità. Il titolo originale sanscrito è Saddharma-
pundarika-sutra. Tre traduzioni cinesi del testo sanscrito sono ancora esistenti. La
traduzione di Kumarajiva, che è largamente apprezzata, è intitolata il Sutra del Loto
della Legge meravigliosa. In Cina e in Giappone il nome Sutra del Loto solitamente
indica la traduzione di Kumarajiva. Nichiren Daishonin spesso usa il termine Sutra
del Loto nei suoi scritti per indicare Nam-myoho-renge-kyo, la Legge che egli definì
come essenza del Sutra del Loto.

1127
GLOSSARIO

Sutra del Maestro della Medicina Sutra in cui si descrivono i benefici elargiti dal Budda
Maestro della Medicina. All’inizio, il sutra racconta una delle esistenze precedenti
di questo Budda in cui, come bodhisattva, aveva fatto dodici voti di recare benefici
alle persone. Viene poi descritto il grande beneficio derivante dall’invocazione del
suo nome. Il sutra spiega anche i sette disastri, che si possono scongiurare facendo
offerte al Budda Maestro della Medicina, riportando così la pace nel paese.
Sutra del Nirvana Raccolta degli insegnamenti esposti da Shakyamuni poco prima della
sua morte. Nel testo si insegna che il corpo del Dharma di un Budda è eterno, che
tutti gli esseri viventi possiedono la natura di Budda e che persino gli icchantika, o
persone di incorreggibile miscredenza, possono conseguire la Buddità. Contiene an-
che le storie del ragazzo delle Montagne Nevose, che offrì il suo corpo a un demone
in cambio dell’insegnamento buddista, e del re Ajatashatru, che uccise il proprio
padre, ma in seguito si pentì e divenne discepolo del Budda.
sutra del palco, Il Detto anche Il sutra del palco del sesto patriarca. Raccolta dei sermoni
di Hui-neng (638-713), sesto patriarca della scuola cinese Zen, denominato “sutra”
dai discepoli che li compilarono.
Sutra del Parinirvana Versione cinese del Sutra del Nirvana in sei volumi, tradotta da
Fa-hsien e Buddhabhadra intorno al 418.
Sutra dell’Osservazione della mente come la terra Sutra che afferma che le condizio-
ni raggiunte dai Budda, dai bodhisattva, dai risvegliati all’origine dipendente, dagli
ascoltatori della voce che non hanno più nulla da imparare (arhat) e dagli ascoltatori
della voce che stanno ancora imparando, originano tutte dalla mente delle persone
comuni. Pertanto paragona la mente alla terra, che produce grano. Il sutra definisce
anche i quattro debiti di gratitudine: rispettivamente quelli nei confronti dei genitori,
di tutti gli esseri viventi, del sovrano e dei tre tesori del Buddismo, ed esalta il bene-
fici dell’osservazione della mente.
Sutra della Corona di diamanti Uno dei testi fondamentali del Buddismo esoterico. A
differenza del Sutra di Mahavairochana, che espone l’insegnamento del regno del
Grembo, questo sutra illustra l’insegnamento del regno di Diamante, sul quale è
basato il mandala del regno di Diamante.
Sutra della Donna Argentea Sutra che espone i benefici derivanti dalla pratica della do-
nazione. Secondo questo sutra il Budda Shakyamuni in una passata esistenza era
una donna chiamata Donna Argentea. Ella svolse la pratica della donazione e, come
risultato, fu trasformata in un uomo e rinacque re. Nella vita successiva, rinacque
come figlio di un uomo ricco e offrì la sua carne per sfamare uccelli e animali. Poi ri-
nacque in una famiglia di brahmani e offrì di nuovo il suo corpo a una tigre affamata.
Il sutra dice che non rimpianse mai tali azioni.
Sutra della Ghirlanda di fiori Detto anche Sutra Avatamsaka. Una compilazione degli
insegnamenti che Shakyamuni espose dopo aver ottenuto l’illuminazione. Secondo
la classificazione di T’ien-t’ai, le dottrine della Ghirlanda di fiori rappresentano un
livello molto alto di insegnamento, secondo solo al Sutra del Loto. Il sutra classifica
molti stadi della pratica del bodhisattva e insegna che tutte le cose sono in costante
interrelazione e danno origine l’una all’altra; che una cosa permea tutte le cose e tutte
le cose sono contenute in una, e così via.
Sutra della Grande perfezione della saggezza Riferimento a due sutra diversi. 1) Uno dei
maggiori sutra della Saggezza, tradotti da Kumarajiva. Il testo consiste di novanta ca-
pitoli ed è chiamato anche Ampio Sutra della Saggezza in contrapposizione al Breve
Sutra della Saggezza. L’Ampio Sutra della Saggezza espone la dottrina della suprema
saggezza e della non sostanzialità di tutti i fenomeni. Nagarjuna commentò la versio-
ne in sanscrito di questo sutra nel suo Trattato sulla grande perfezione della saggezza.

1128
GLOSSARIO

2) Un altro sutra tradotto da Kumarajiva con lo stesso nome. Consiste di soli venti-
nove capitoli ed è detto anche Breve Sutra della Saggezza. Fondamentalmente l’Am-
pio e il Breve Sutra della Saggezza, sebbene differiscano per la lunghezza, espongono
le stesse dottrine.
Sutra della Grande raccolta Sutra in sessanta volumi, in forma di sermone del Budda
Shakyamuni a una grande assemblea di Budda e bodhisattva provenienti dai mondi
delle dieci direzioni. È una raccolta di sutra tradotti in lingua cinese da Dharmaraksha
(385-433) e altri. Queste scritture furono poi riunite in un unico sutra, o Sutra della
Grande raccolta da Seng-chiu della dinastia Sui nel 586. L’opera fa riferimento alle
tre calamità e predice come si diffonderà il Buddismo nei cinque periodi di cinque-
cento anni successivi alla morte di Shakyamuni.
Sutra della Luce dorata Sutra in forma di discorso di Shakyamuni sul Picco dell’Aquila.
Insegna che coloro che abbracciano questo sutra otterranno la protezione dei quat-
tro re celesti e delle altre divinità benevolenti e che, se un sovrano prende fede in
esso, essi proteggeranno il paese su cui governa. In caso contrario, le divinità benevo-
lenti abbandoneranno il paese che sarà colpito da calamità e disastri. Negli scritti di
Nichiren Daishonin, il Sutra della Luce dorata fa riferimento al testo cinese tradotto
da Dharmaraksha della dinastia settentrionale Liang e anche al Sutra dei Sovrani
della luce dorata tradotto da I-ching della dinastia T’ang. Il Sutra dei Sovrani della
luce dorata è una traduzione più recente del Sutra della Luce dorata e contiene più
capitoli rispetto alla versione precedente.
Sutra della Meditazione Nome abbreviato del Sutra della Meditazione sul Budda Vita
Infinita. Vedi Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita.
Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita Detto anche Sutra della Meditazione.
Uno dei tre testi fondamentali della scuola della Pura terra. Secondo il testo, fu
esposto da Shakyamuni nel palazzo reale di Rajagriha nel Magadha, su richiesta di
Vaidehi, che era afflitta per le azioni malvagie di suo figlio Ajatashatru. Shakyamuni
si avvalse dei propri poteri sovrannaturali per mostrare alla donna le varie terre pure,
inclusa la Pura terra di Amida. Poiché Vaidehi scelse quest’ultima rispetto alle altre,
Shakyamuni espose sedici tipi di meditazione che avrebbero consentito di rinascer-
vi.
Sutra della Protezione del sovrano del paese Sutra in cui è esposta la dharani, o mistico
incantesimo, per proteggere il sovrano, descrivendo il beneficio che questa apporta.
Questo sutra era particolarmente apprezzato dalle scuole esoteriche in Giappone.
Sutra della Rete di Brahma Considerato fondamentale fra le scritture che illustrano i
precetti dei bodhisattva mahayana. Questo sutra era tenuto in grande considerazio-
ne in Cina e in Giappone in quanto contiene i precetti per i bodhisattva mahayana.
Su di esso infatti vennero scritti molti commentari. In Giappone Dengyo, fondatore
della scuola giapponese Tendai, utilizzò questo sutra per sostituire i precetti hina-
yana osservati dalle sei scuole di Nara con i precetti mahayana.
sutra della Saggezza Sutra mahayana appartenenti al quarto dei cinque periodi in cui
T’ien-t’ai classificò gli insegnamenti di Shakyamuni. Questi sutra trattano l’insegna-
mento della perfezione della saggezza e espongono il concetto di non sostanzialità.
Sutra della Saggezza di diamante Un sutra nel quale si insegna che occorre affidarsi
esclusivamente alla propria innata saggezza di Budda, che è consistente, chiaramen-
te definita e rilucente come un diamante. Il sutra è ambientato nel monastero di
Jetavana a Shravasti, in India, e riporta il discorso di Shakyamuni a Subhuti sul co-
stante fluire di tutti i fenomeni e sulla dottrina della non sostanzialità.
Sutra della Solennità Segreta Un sutra che descrive la Pura terra della Solennità Segreta,
un mondo abitato da bodhisattva che hanno superato le illusioni del triplice mondo.

1129
GLOSSARIO

Il sutra insegna che tutti i fenomeni originano dalla coscienza alaya, paragonandola
al grembo del Tathagata o potenzialità di conseguire la Buddità. Asserisce anche che
bisogna risvegliarsi alla coscienza alaya per rinascere nella Pura terra della Solennità
Segreta.
Sutra di Amida Una delle tre scritture fondamentali del Buddismo della Pura terra. È
la traduzione di quello che è noto come Sukhavativyuha minore, tradotto in cinese
da Kumarjiva nel 402. Scritto in forma di discorso pronunciato da Shakyamuni a
Shariputra e altri, descrive i benefici associati al Budda Amida e alla sua Pura terra e
afferma che si può rinascere in questa terra affidandosi al Budda Amida.
Sutra di Brahma Pensiero Eccellente Sutra in cui si narra di un re Brahma, di nome
Pensiero Eccellente, proveniente da un regno orientale, che giunge nel mondo di
saha per ascoltare la predicazione del Budda Shakyamuni riguardo alla via del bo-
dhisattva. Il sutra spiega le dottrine di non sostanzialità e non dualità.
Sutra di Mahavairochana Una delle tre scritture fondamentali del Buddismo esote-
rico. Nei suoi scritti Nichiren Daishonin fa riferimento alla traduzione cinese re-
datta nel 725 da Shan-wu-wei con l’assistenza di I-hsing. In questo sutra, il Budda
Mahavairochana spiega come conseguire la saggezza del Budda definendo l’aspira-
zione all’illuminazione come la causa, la profonda compassione come le fondamenta
e gli abili mezzi come il modo per realizzarla.
Sutra di Shrimala Questo sutra descrive la predicazione di Shrimala, figlia del re
Prasenajit del Kosala, tramite l’aiuto del potere del Budda Shakyamuni. Shrimala
espone l’insegnamento dell’unico veicolo, chiarendo che la natura di Budda è innata
in tutti gli esseri viventi. Con il Sutra di Vimalakirti è considerato una scrittura per
i buddisti laici.
Sutra di Virtù Universale Sutra in un volume predicato da Shakyamuni tre mesi prima
della sua morte. Questo sutra è considerato la continuazione dell’ultimo capitolo
del Sutra del Loto “Virtù Universale” e l’epilogo del Sutra del Loto. Descrive
come meditare sul Bodhisattva Virtù Universale e il beneficio che deriva da questa
pratica.
Sutra in Due volumi Altro titolo del Sutra del Budda Vita Infinita. Questo nome deriva
dal fatto che il sutra consiste di due volumi. Vedi Sutra del Budda Vita Infinita.
Sutra sul Ripagare i debiti di gratitudine Sutra che spiega come si ripagano gli obbli-
ghi morali dal punto di vista del Buddismo mahayana. I brahmani espressero forti
critiche nei confronti del giovane Siddharta che, figlio unico, aveva abbandonato i
genitori e la famiglia per dedicarsi alla ricerca religiosa. Il Sutra sul Ripagare i debiti
di gratitudine confuta tali accuse sostenendo che, attraverso la rinuncia alla vita se-
colare e il risveglio alla verità che conduce tutte le persone alla Buddità, si possono
veramente ripagare i propri debiti di gratitudine verso gli altri.
Sutra Susiddhikara Una delle tre scritture fondamentali del Buddismo esoterico, parti-
colarmente venerata nell’esoterismo Tendai.
Suzudan Nome di Shakyamuni quando era un re in una vita precedente. Egli rinunciò al
trono per cercare il corretto insegnamento e si dedicò a servire il veggente Asita per
mille anni, allo scopo di imparare il Sutra del Loto. Questo re rinacque in seguito
come Shakyamuni e il veggente come Devadatta. Nel capitolo “Devadatta” del Sutra
del Loto si narra la sua storia, anche se il nome Suzudan non viene menzionato.
Suzudan è il nome giapponese, quello sanscrito è sconosciuto.
T’ai tsung (598-649) Secondo imperatore (r. 626-649) della dinastia T’ang in Cina. Egli
sviluppò e completò la struttura del governo, delle istituzioni e il codice giuridico,
precedentemente costituiti da Kao-tsu, suo padre e fondatore della dinastia. Si oc-
cupò anche dell’organizzazione dell’esercito e attaccò i turchi con diverse campagne

1130
GLOSSARIO

militari. Durante il suo governo, i regni a ovest, situati lungo la Via della Seta, furono
posti sotto la sua sovranità.
T’ai-kung Wang Generale del re Wen, fondatore della dinastia Chou. Durante la dina-
stia Yin (Shang), era vissuto recluso, ma uscì dal suo isolamento su richiesta del re
Wen per guidare l’esercito. Dopo la morte del re Wen, passò al servizio del re Wu e
si batté valorosamente contro il re Chou della dinastia Yin.
T’an-luan (476-542) Fondatore della scuola cinese della Pura terra. Ricevette da
Bodhiruchi il Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita a Lo-yang e si dedicò
a praticare gli insegnamenti della Pura terra. Egli sosteneva che l’invocazione del
nome del Budda Amida fosse la “via facile da praticare”, che permette a tutte le per-
sone di rinascere nella Pura terra del Budda Amida, e rigettava tutte le altre pratiche
come la “via difficile da praticare”.
T’ien-t’ai (538-597) Noto anche come Chih-i, T’ien-t’ai Chih-che, Gran Maestro T’ien-
t’ai o Gran Maestro Chih-che. Fondatore della scuola T’ien-t’ai in Cina. Dopo aver
studiato sotto la guida di Nan-yüeh sul monte Ta-su, divenne famoso per le sue
profonde lezioni sul Sutra del Loto. Rifiutò la classificazione delle scritture for-
mulata dalle dieci principali scuole buddiste dell’epoca e classificò tutti i sutra di
Shakyamuni nei “cinque periodi e otto insegnamenti” per dimostrare la superiorità
del Sutra del Loto. Le sue opere principali, Il significato profondo del Sutra del Loto,
Parole e frasi del Sutra del Loto e Grande concentrazione e visione profonda, furono
tutte compilate dal suo diretto discepolo Chang-an. In Grande concentrazione e vi-
sione profonda T’ien-t’ai espose il principio dei tremila regni in un singolo istante di
vita e la pratica della meditazione per comprenderlo.
T’ien-t’ai, monte Montagna situata nella provincia cinese di Chekiang, dove visse il Gran
maestro T’ien-t’ai, che era sede della scuola T’ien-t’ai.
Taira no Kiyomori (1118-1181) Capo degli Heike, o clan Taira. Dopo aver acquisito po-
tere politico, egli dominò la corte imperiale. Diede sua figlia in moglie all’imperatore
e infine fece insediare suo nipote come imperatore.
Taira, clan Detto anche clan Heike. Ramo della famiglia imperiale in Giappone. All’epoca
di Taira no Kiyomori, capo del clan, i Taira acquisirono potere assoluto. Tuttavia, nel
1185, con la battaglia navale di Dannoura, le forze del clan Minamoto travolsero i
Taira, segnando la fine della loro egemonia. Minamoto no Yoritomo, capo del clan
Minamoto, consolidò il proprio potere fondando più tardi, in quello stesso anno, il
governo di Kamakura.
Takahira (1180-1239) Nome dell’imperatore Gotoba. Vedi ex imperatore di Oki.
Takenouchi Takenouchi no Sukune, figura leggendaria che, secondo Cronache del
Giappone, era il bisnipote dell’ottavo imperatore Kogen e fu al servizio di cinque
imperatori a partire dal dodicesimo, Keiko, fino al sedicesimo, Nintoku. Egli ricoprì
un ruolo attivo nell’ambito della spedizione dell’imperatrice non regnante Jingu in
Corea, che si concluse con esito positivo.
Tamura (758-811) Sakanoue no Tamuramaro, capo militare che fu denominato il
“Grande generale che soggioga i barbari” a causa della sua vittoriosa campagna con-
tro gli Ezo del Giappone settentrionale, tramite la quale fu riconosciuta l’autorità
della corte imperiale in quella regione.
Tan, il duca di Chou Vedi Duca di Chou.
Tao-an Diverse persone sono conosciute con il nome Tao-an. Una di queste è un mona-
co cinese che visse nel periodo della dinastia Chou settentrionale (557-581). Tenne
lezioni sul Sutra del Nirvana e sul Trattato sulla grande perfezione della saggezza.
Sottopose un trattato all’imperatore Wu (r. 560-578) in cui asseriva la superiorità
del Buddismo sul Taoismo e criticava il Confucianesimo. Nel 574, però, l’impera-

1131
GLOSSARIO

tore Wu proclamò un decreto che proscriveva il Buddismo e il Taoismo e ordinava


la distruzione di templi, immagini e scritture buddisti. Tao-an riuscì a sfuggire alla
persecuzione e si dedicò a istruire i suoi discepoli.
Tao-ch’o (562-645) Secondo dei cinque patriarchi della scuola della Pura terra in Cina.
Egli classificò gli insegnamenti buddisti in due categorie: gli insegnamenti della Pura
terra e gli insegnamenti della Sacra via. Asserì che gli insegnamenti della Sacra via,
che espongono l’ottenimento dell’illuminazione tramite il potere individuale, sono
troppo difficili per le persone comuni dell’Ultimo giorno; solo gli insegnamenti della
Pura terra, che espongono la rinascita nella Pura terra del Budda Amida, affidandosi
al potere di questo Budda, possono offrire la salvezza.
Tao-hsien (d.s.) Prete della scuola T’ien-t’ai in Cina nel periodo della dinastia T’ang.
Pare che fosse discepolo di Miao-lo. Durante l’era Ta-li (766-779) si recò nella ca-
pitale Ch’ang-an, dove scrisse varie opere, tra cui Supplemento a “Parole e frasi del
Sutra del Loto”.
Tao-hsüan (596-667) Fondatore del ramo Nan-shan della scuola dei Precetti in Cina. La
scuola Nan-shan fu il solo ramo della scuola dei Precetti a sopravvivere e in seguito
divenne sinonimo di tale scuola. Tao-hsüan assistette Hsüan-tsang nella sua opera di
traduzione. Scrisse diversi libri sui precetti ed è anche noto come l’autore del Seguito
delle biografie di eminenti monaci, una collezione delle biografie di cinquecento emi-
nenti monaci che vissero dal 502 al 645.
Tao-sui (d.s.) Prete della scuola T’ien-t’ai in Cina durante la dinastia T’ang. Divenne
discepolo di Miao-lo, con il quale studiò gli insegnamenti di T’ien-t’ai. Nell’805, Tao-
sui insegnò la meditazione T’ien-t’ai a Dengyo, che era giunto dal Giappone.
tartaruga con un occhio solo Detta anche tartaruga cieca. Nel capitolo del Sutra del Loto
“Re Ornamento Meraviglioso” si afferma che incontrare il Budda e il suo insegna-
mento è raro quanto per una tartaruga con un solo occhio trovare un ceppo di legno
di sandalo galleggiante con una cavità in grado di contenerla. La storia originale è
narrata nella parabola della tartaruga cieca che si trova nel Sutra Agama misto. Una
tartaruga priva di vista, la cui vita è lunga innumerevoli kalpa, vive sul fondo del
mare. Una volta ogni cento anni, essa emerge in superficie. Sul mare galleggia un
solo tronco di legno provvisto di una cavità adatta a lei. Poiché non può vederlo e il
tronco è in balia del vento e delle onde, le probabilità della tartaruga di raggiungerlo
sono assai scarse. Ancor più raro, afferma Shakyamuni, è rinascere come essere uma-
no e, qualora ciò accada, si dovrebbe usare una simile opportunità per comprendere
le quattro nobili verità e ottenere l’emancipazione.
Tathagata (sans.) Uno dei dieci titoli onorifici di un Budda, generalmente tradotto con
“Così giunto” o “Colui che così è venuto”, significa “Colui che è giunto dal regno
della realtà assoluta”. Questo titolo significa che un Budda esprime la verità fonda-
mentale di tutti i fenomeni e che ha compreso la legge di causalità che si estende nel
passato, nel presente e nel futuro.
Tendai Loto, scuola Altro nome della scuola Tendai, così chiamata perché questa scuola
classifica il Sutra del Loto come superiore a tutti gli altri sutra.
Tendai, scuola Scuola fondata da Dengyo in Giappone. Il suo tempio principale è l’En-
ryaku-ji, sul monte Hiei. Nell’804 Dengyo fece un viaggio nella Cina T’ang, dove
completò i suoi studi sugli insegnamenti T’ien-t’ai (giap. Tendai). Nell’805 egli rien-
trò in Giappone e fondò ufficialmente la scuola Tendai nell’806. Jikaku e Chisho,
rispettivamente il terzo e il quinto capo dei preti del tempio Enryaku, incorporaro-
no gli insegnamenti esoterici nella dottrina della scuola Tendai. Da allora la scuola
Tendai in Giappone assunse rapidamente un carattere esoterico, diverso rispetto alla
scuola T’ien-t’ai in Cina.

1132
GLOSSARIO

Tengi, epoca Periodo tra il 1053 e il 1058 in Giappone.


terra del Budda La terra dove dimora un Budda. Poiché secondo il Buddismo, la terra
o l’ambiente in cui si vive è parte del proprio essere, il termine “terra del Budda”
indica anche la condizione di illuminazione o assoluta felicità goduta da un Budda
e non indica quindi necessariamente un paradiso o una pura terra al di fuori del
mondo reale.
Terra della Luce Eternamente Tranquilla Detta anche Terra della Luce Tranquilla. La
terra del Budda, libera dall’impermanenza e dall’impurità.
Terra della Luce Tranquilla Vedi Terra della Luce Eternamente Tranquilla.
Terra di Pace e Sostegno Vedi Perfetta Beatitudine.
Terra di Perfetta Beatitudine Vedi Perfetta Beatitudine.
tesoro dell’Abhidharma, Il Esauriente e sistematico studio dei concetti buddisti fonda-
mentali scritto da Vasubandhu (IV o V sec.). Tale opera contribuì largamente alla
comprensione del Buddismo in epoche successive e fu oggetto di attenti studi in
India, Cina e Giappone. È il testo fondamentale della scuola del Tesoro dell’Abhi-
dharma.
Tesoro dell’Abhidharma, scuola del Scuola basata sul Tesoro dell’Abhidharma di
Vasubandhu. La scuola conobbe una breve esistenza indipendente durante la dinastia
T’ang ma, già nel 793, era registrata come ramo della scuola delle Caratteristiche dei
dharma. Si pensa che le dottrine di questa scuola siano state trasmesse in Giappone
da Chitsu e Chidatsu che, nel periodo della dinastia T’ang (658), si recarono in Cina
e studiarono presso Hsüan-tsang e il suo discepolo Tz’u-en. La scuola del Tesoro
dell’Abhidharma era studiata largamente nel periodo di Nara (710-794) e conside-
rata una delle sei scuole di Nara, ma non divenne mai completamente indipendente.
La sua dottrina insegna che il sé non ha esistenza indipendente, ma sono i dharma a
costituire la realtà e che passato, presente e futuro esistono indipendentemente l’uno
dall’altro. Essa classifica anche cose e fenomeni in settantacinque dharma raggrup-
pati in cinque categorie.
to (giap.) Unità di volume equivalente a circa 18 litri, circa mezzo staio.
To, tempio (giap. To-ji) Tempio principale del ramo To della scuola della Vera parola,
situato a Kyoto in Giappone. Nell’823 fu assegnato dalla corte imperiale a Kobo e
divenne un centro di pratica esoterica.
Tofuku, tempio (giap. Tofuku-ji). Tempio principale del ramo Tofuku della scuola Rinzai
Zen in Giappone e uno dei cinque maggiori templi Rinzai di Kyoto. Fu costruito nel
1239 da Fujiwara no Michiie, che invitò Enni, conosciuto anche come Bennen, a
diventarne il primo capo dei preti.
Tokuitsu (d.s.) Noto anche come Tokuichi. Prete della scuola giapponese delle
Caratteristiche dei dharma vissuto tra i secoli VIII e IX. È noto per la disputa che
ebbe con Dengyo riguardo alla dottrina dell’unico veicolo e a quella dei tre veicoli.
Il loro dibattito continuò fino alla morte di Dengyo.
torre preziosa Una torre adorna di tesori che appare spesso nelle scritture buddiste.
Negli scritti di Nichiren Daishonin la torre preziosa indica primariamente la tor-
re del Budda Molti Tesori che appare nel capitolo “Torre preziosa” del Sutra del
Loto, emergendo dalla terra. Con “torre preziosa” a volte egli intende riferirsi al
Gohonzon o alla vita umana.
Toshihito (d.s.) Fujiwara no Toshihito. Eminente guerriero appartenente al clan Fujiwara
che visse durante il periodo Heian (794-1185). Nel 915 divenne il capo del quartier
generale dell’esercito nel Giappone settentrionale.
trasmissione continua fino alla cinquantesima persona Principio descritto nel capito-
lo “Rispondere con gioia” del Sutra del Loto. Supponiamo, dice il sutra, che una

1133
GLOSSARIO

persona ascolti il Sutra del Loto dopo la morte del Budda Shakyamuni e che, in vir-
tù della gioia provata, lo predichi a un’altra persona. Questa, provando un’analoga
gioia, a sua volta lo predicherà a una terza persona, e così via fino alla cinquantesima
persona. Il beneficio che quest’ultima persona riceverà dall’ascoltare il sutra e dal
rispondere con gioia, anche dopo i cinquanta passaggi, sarà incommensurabile.
trasmissione separata al di fuori dei sutra Dottrina della scuola Zen che sostiene che
l’illuminazione del Budda e il suo vero insegnamento siano stati trasmessi al di fuori
dei sutra. La scuola Zen afferma che l’illuminazione del Budda è stata trasmessa si-
lenziosamente da mente a mente e in questo modo viene tramandata da un patriarca
Zen all’altro. Tale dottrina viene talvolta chiamata anche “trasmissione speciale al di
fuori dei sutra” o “trasmissione separata al di fuori delle scritture”.
Trattato sugli stadi della pratica dello Yoga Opera attribuita a Maitreya o ad Asanga
(intorno al IV secolo) e tradotta in cinese da Hsüan-tsang. È uno dei principali trat-
tati della scuola delle Caratteristiche dei dharma e spiega i diciassette stadi tramite
i quali i praticanti della dottrina della Coscienza come unica realtà avanzano verso
l’illuminazione.
Trattato sui dieci stadi della mente Opera scritta intorno all’830 da Kobo, fondatore della
scuola giapponese della Vera parola. In questa opera, egli pone la mente dei credenti
nel Sutra del Loto e nel Sutra della Ghirlanda di fiori rispettivamente all’ottavo e al
nono stadio. Colloca la mente di chi segue l’insegnamento della Vera parola al decimo
stadio, il più elevato, perché tale persona ha ricevuto l’insegnamento esoterico.
Trattato sul prezioso veicolo della Buddità Opera di Saramati, tradotta in cinese da
Ratnamati nel periodo della dinastia Wei settentrionale. Asserisce che tutti gli esseri
possiedono il grembo del Tathagata ovvero la natura di Budda e che persino gli ic-
chantika, le persone di incorreggibile miscredenza, potranno conseguire la Buddità.
La tradizione tibetana attribuisce quest’opera a Maitreya. In genere si ritiene che
questo trattato sia stato scritto intorno alla fine del IV secolo o all’inizio del V.
Trattato sul Sutra dei Dieci stadi, scuola del Nota anche come scuola Ti-lun in Cina.
Scuola basata sul Trattato sul Sutra dei Dieci stadi di Vasubandhu. La scuola prospe-
rò nel periodo delle dinastie Liang, Ch’en e Sui, ma fu assorbita dalla scuola della
Ghirlanda di fiori durante la dinastia T’ang.
Trattato sul Sutra del Loto Commentario di Vasubandhu al Sutra del Loto. In que-
st’opera Vasubandhu asserisce la superiorità del Sutra del Loto su tutti gli altri sutra
basandosi su tre aspetti del suo contenuto che egli definisce le sette parabole, le tre
uguaglianze e le dieci incomparabilità. Secondo un resoconto di Paramartha, più di
cinquanta autori scrissero commentari sul Sutra del Loto in India, ma tra questi, solo
quello di Vasubandhu venne portato in Cina e tradotto in cinese. Vedi anche sette
parabole, tre uguaglianze, dieci incomparabilità.
Trattato sulla disciplina per l’ottenimento dell’illuminazione Trattato che consisteva
di versi originali attribuiti a Nagarjuna e di un commentario in prosa aggiunto in
seguito. Spiega le sei paramita e altre pratiche, per i bodhisattva, che conducono
all’illuminazione.
Trattato sulla dottrina della coscienza come unica realtà Riferimento al Trattato sull’af-
fermazione della dottrina della coscienza come unica realtà, scritto da Dharmapala,
eminente studioso della scuola della Coscienza come unica realtà, e tradotto in cinese
da Hsüan-tsang. Può riferirsi anche ad altri trattati di Vasubandhu sulla dottrina del-
la Coscienza come unica realtà, come il Trattato in venti strofe sulla dottrina della co-
scienza come unica realtà, il Trattato in trenta strofe sulla dottrina della coscienza come
unica realtà o alle relative traduzioni cinesi. Il Trattato sull’affermazione della dottrina
della coscienza come unica realtà di Dharmapala è un commentario al Trattato in tren-

1134
GLOSSARIO

ta strofe sulla dottrina della coscienza come unica realtà di Vasubandhu. Il Trattato in
venti strofe e il Trattato in trenta strofe furono tradotti in cinese da Hsüan-tsang.
Trattato sulla grande perfezione della saggezza Voluminoso commentario al Sutra
della Grande perfezione della saggezza tradizionalmente attribuito a Nagarjuna.
Attualmente esiste solo la versione cinese tradotta da Kumarajiva. Quest’opera spie-
ga, fra gli altri, i concetti di saggezza, di non sostanzialità o vacuità, l’ideale del bo-
dhisattva e le sei paramita. Contiene anche concetti derivanti dal Sutra del Loto e
da altri sutra mahayana ed è considerata una delle più importanti opere generali del
pensiero mahayana.
Trattato sulla mente che aspira all’illuminazione Opera attribuita a Nagarjuna e tradot-
ta dal sanscrito in cinese da Pu-k’ung. Un’altra versione attribuisce l’opera non a
Nagarjuna, ma a Pu-k’ung stesso. Il trattato insegna l’importanza di una mente che
aspira all’illuminazione. Poiché l’opera distingue tra gli insegnamenti essoterici ed
esoterici, veniva particolarmente considerata dalla scuola della Vera parola. Kobo,
il fondatore della scuola giapponese della Vera parola, citava spesso quest’opera per
asserire la superiorità degli insegnamenti esoterici su quelli essoterici, nei quali è
compreso il Sutra del Loto.
Trattato sulla profondità del Sutra del Loto Commentario al Sutra del Loto a opera di
Chi-tsang, scritto dal punto di vista della scuola dei Tre trattati. In quest’opera Chi-
tsang attinge a molti sutra e trattati, come il Sutra della Ghirlanda di fiori, il Sutra del
Nirvana e il Trattato sulla grande perfezione della saggezza, e presenta il contenuto di
questi testi così come le proprie opinioni sul Sutra del Loto.
Trattato sulla Via di mezzo Una delle opere principali di Nagarjuna, tradotta in cinese
da Kumarajiva; sviluppa il concetto di non sostanzialità e la pratica della Via di mez-
zo, basandosi sui sutra della Saggezza. L’idea della non sostanzialità di Nagarjuna
forma una delle principali basi teoriche del Buddismo mahayana.
tre asceti Kapila, Uluka e Rishabha. Kapila fu il fondatore della scuola Samkhya, una
delle sei principali scuole di Brahmanesimo dell’antica India. Uluka, noto anche
come Kanada, fondò la scuola Vaisheshika, un’altra delle suddette sei scuole. Pare
che Rishabha abbia sostenuto l’importanza dell’ascetismo e che i suoi insegnamenti
abbiano preparato la strada al Giainismo.
tre assemblee Tre assemblee descritte nel Sutra del Loto. La prima assemblea sul Picco
dell’Aquila, la Cerimonia nell’aria e la seconda assemblea sul Picco dell’Aquila.
Secondo il Sutra del Loto, Shakyamuni inizia a predicare il sutra sul Picco dell’Aqui-
la e poi solleva l’assemblea in aria, dove continua a predicare. Infine l’assemblea
torna sul Picco dell’Aquila, dove il sutra si conclude.
tre calamità Riferimento a due gruppi di tre calamità, minori e maggiori. Le tre calamità
minori sono la guerra, le epidemie e la carestia. La calamità della carestia è detta
anche calamità del rincaro del prezzo dei cereali o inflazione, perché l’inflazione era
causata dalla penuria di cereali. Le tre calamità maggiori sono il fuoco, l’acqua e il
vento, che si manifestano alla fine di un kalpa. Le tre calamità minori sono spesso
citate, insieme ai sette disastri, nell’espressione “le tre calamità e i sette disastri”.
tre categorie di illusione Classificazione stabilita da T’ien-t’ai: 1) le illusioni del pensie-
ro e del desiderio (le prime sono percezioni distorte della verità, mentre le ultime
sono basse inclinazioni come l’avidità e la rabbia); 2) le illusioni innumerevoli come
i granelli di polvere e di sabbia, che sorgono quando i bodhisattva cercano di padro-
neggiare gli innumerevoli insegnamenti per salvare gli altri; 3) le illusioni sulla vera
natura dell’esistenza.
tre cattivi sentieri Regni di sofferenza in cui si cade in conseguenza delle cattive azioni:
regno dell’inferno, degli spiriti affamati e degli animali.

1135
GLOSSARIO

tre corpi Tre tipi di corpo posseduti da un Budda. Essi sono: 1) il corpo del Dharma,
che indica la verità fondamentale, o Legge, cui un Budda si è risvegliato; 2) il corpo
di retribuzione o ricompensa, che indica la saggezza; 3) il corpo manifesto, ovvero
le azioni misericordiose di un Budda per salvare le persone e la forma fisica che
egli assume a tale scopo. Generalmente si riteneva che i tre corpi rappresentassero
tre diversi tipi di Budda. Nel Sutra del Loto si dimostrano essere i tre aspetti di un
singolo Budda.
tre criteri di comparazione Tre punti di vista grazie ai quali T’ien-t’ai asserisce la superio-
rità del Sutra del Loto su tutti gli altri sutra. Il primo criterio riguarda il fatto che le
persone di ogni capacità possano conseguire la Buddità tramite un particolare sutra.
Il secondo criterio riguarda il processo dell’insegnamento, ovvero il fatto che il pro-
cesso di piantare i semi della Buddità nella vita delle persone e infine condurle alla
Buddità sia rivelato dall’inizio alla fine. Il terzo criterio riguarda il verificare se la re-
lazione originale tra maestro e discepolo sia rivelata. Il termine “maestro” si riferisce
al Budda. Il Sutra del Loto rivela che in origine Shakyamuni ottenne l’illuminazione
in un passato lontano e che da allora ha sempre istruito i suoi discepoli.
Tre cronache Uno degli antichi testi menzionati nei primi scritti cinesi. Le Tre cronache
si fanno risalire al periodo dei tre mitici sovrani saggi Fu Hsi, Shen Nung e Huang
Ti (Imperatore Giallo) di cui narrano le gesta. Non sono giunte fino a noi, né si sa se
siano mai realmente esistite ed eventualmente in quale forma e con quale contenuto.
Insieme ai Cinque canoni, che riguardano i Cinque imperatori o cinque mitici sovra-
ni saggi che succedettero ai suddetti tre sovrani, sono spesso citate nell’espressione
“le Tre cronache e i Cinque canoni”.
tre uguaglianze Concetto esposto da Vasubandhu. Esse sono l’uguaglianza del veicolo;
l’uguaglianza tra il mondo e il nirvana e l’uguaglianza del corpo. L’uguaglianza del
veicolo significa che l’unico supremo veicolo viene donato ugualmente a tutte le
persone, e che i tre veicoli sono uniti dal Sutra del Loto in un unico supremo veicolo.
L’uguaglianza tra il mondo e il nirvana indica che non c’è distinzione fondamentale
tra il mondo dell’illusione e il nirvana, o illuminazione. L’uguaglianza del corpo (del
Budda) significa che, pur assumendo il Budda varie forme per salvare le persone,
lo stato di Buddità pervade tutte queste forme. Vasubandhu stabilì questi tre punti
di vista per mostrare che il Sutra del Loto rappresenta la Legge dell’assoluta ugua-
glianza.
tre esistenze Passato, presente e futuro. I tre aspetti dell’eternità della vita, legati dalla
legge di causa ed effetto.
tre facoltà conoscitive Dette anche tre comprensioni: la capacità di conoscere il passato,
di prevedere il futuro e di sradicare le illusioni. Sono poteri posseduti dai Budda e
dagli arhat.
tre grandi Leggi segrete Princìpi fondamentali del Buddismo di Nichiren Daishonin: 1)
l’oggetto di culto; 2) l’invocazione o daimoku di Nam-myoho-renge-kyo; 3) il san-
tuario ovvero il luogo in cui si recita il daimoku davanti all’oggetto di culto.
tre gruppi di ascoltatori della voce Discepoli di Shakyamuni di capacità superiore, in-
termedia e inferiore, il cui conseguimento della Buddità è profetizzato nella prima
metà del Sutra del Loto. Shariputra costituisce il primo gruppo. Egli fu il primo
a comprendere l’insegnamento del Budda della “sostituzione dei tre veicoli con
l’unico veicolo”, esposto nel capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto. Nel capitolo
“Parabola e similitudine” viene profetizzata la sua illuminazione. Maudgalyayana,
Katyayana, Mahakashyapa e Subhuti costituiscono il secondo gruppo. Essi com-
presero l’insegnamento del Budda tramite la parabola dei tre carri e della casa che
brucia, raccontata nel capitolo “Parabola e similitudine”. La loro illuminazione è

1136
GLOSSARIO

predetta nel capitolo “Predizioni”. Purna, Ananda, Rahula e altri costituiscono il ter-
zo gruppo. Essi compresero l’insegnamento del Budda udendo della loro relazione
con Shakyamuni dal remoto passato, come esposto nel capitolo “Parabola della città
fantasma”. La loro futura illuminazione è profetizzata nei due capitoli seguenti.
tre metafore del fiore di loto Metafore utilizzate da T’ien-t’ai per spiegare la relazione
tra il Sutra del Loto (paragonato al calice del loto) e gli insegnamenti provvisori (as-
similati al fiore) e tra l’insegnamento originale (calice) e l’insegnamento transitorio
(fiore). La prima relazione è descritta dalle tre metafore dell’insegnamento transito-
rio e la seconda dalle tre metafore dell’insegnamento originale.
tre misteri Tre misteri del corpo, della bocca e della mente. Un termine della scuola
esoterica della Vera parola. A livello di pratica il mistero del corpo significa eseguire
mudra, ovvero gesti con le mani e le dita; il mistero della bocca si riferisce alla recita-
zione dei mantra o formule magiche e il mistero della mente indica la meditazione su
un mandala esoterico o una delle figure che appaiono in esso. La scuola della Vera
parola insegna che, tramite queste tre pratiche, il corpo, la bocca e la mente delle
persone comuni si uniscono a quelli del Budda Mahavairochana, permettendo loro
di conseguire la Buddità nella propria forma presente.
tre obbedienze Dette anche tre tipi di obbedienza. Codice di condotta che richiedeva
che le donne obbedissero ai genitori durante l’infanzia, ai mariti dopo il matrimonio
e ai figli nella vecchiaia. Insieme ai cinque ostacoli, erano considerate impedimenti
che le donne dovevano affrontare.
tre ostacoli e quattro demoni Vari ostacoli e impedimenti alla pratica buddista. I tre
ostacoli sono: 1) l’ostacolo delle illusioni e dei desideri; 2) l’ostacolo del karma,
che può riferirsi anche alle opposizioni da parte del proprio coniuge o dei figli; 3)
l’ostacolo della retribuzione, che si riferisce anche agli ostacoli causati da parte dei
propri superiori, come i governanti o i genitori. I quattro demoni sono: 1) il “de-
mone” o impedimento dovuto ai cinque aggregati; 2) il “demone” o impedimen-
to dovuto alle illusioni e ai desideri; 3) il “demone” o impedimento della morte,
perché la propria morte prematura impedisce la pratica del Buddismo, oppure la
morte prematura di un altro praticante provoca dubbi; 4) l’impedimento del re
demone del sesto cielo.
tre peccati capitali Tre gravi colpe commesse da Devadatta. Costituiscono tre dei cinque
peccati capitali: 1) causare disunità nella comunità buddista; 2) ferire il Budda; 3)
uccidere un arhat.
tre potenti nemici Detti anche tre tipi di nemici. Tre tipi di persone che perseguitano co-
loro che propagano il Sutra del Loto dopo la morte del Budda Shakyamuni, descritti
nel capitolo “Esortazione alla devozione” del Sutra del Loto. Essi sono: 1) persone
laiche ignoranti del Buddismo che parlano male dei devoti del Sutra del Loto e li
attaccano con spade e bastoni; 2) preti arroganti e astuti che calunniano i devoti;
3) preti rispettati dall’opinione pubblica che, temendo di perdere fama o profitto,
inducono le autorità secolari a perseguitare i devoti del Sutra del Loto.
Tre re Fondatori delle tre dinastie, Hsia, Yin (Shang) e Chou in Cina. Essi sono il re Yü
della dinastia Hsia, il re T’ang della dinastia Yin e il re Wen della dinastia Chou. Si
narra che abbiano realizzato dei governi modello.
tre regni dell’esistenza Una componente della dottrina dei tremila regni in un singolo
istante di vita. I tre regni dell’esistenza sono: 1) il regno dei cinque aggregati − forma,
percezione, concezione, volizione e coscienza – che costituiscono un essere vivente;
2) il regno degli esseri viventi; 3) il regno dell’ambiente.
Tre saggi Tre uomini saggi vissuti nell’antica Cina: Lao Tzu, Confucio e Yen Hui, il prin-
cipale discepolo di Confucio.

1137
GLOSSARIO

tre scuole del sud e sette scuole del nord Vedi tre scuole della Cina meridionale e sette
scuole della Cina settentrionale.
tre scuole della Cina meridionale e sette scuole della Cina settentrionale Designazione
di T’ien-t’ai per le dieci scuole o dieci sistemi principali di classificazione comparativa
dei sutra buddisti formulati dai vari maestri buddisti in Cina durante il periodo delle
dinastie settentrionali e meridionali (V-VI sec.). Anche se si trattava di sistemi diffe-
renti, ognuno affermava che, tra gli insegnamenti buddisti, il Sutra della Ghirlanda
dei fiori o il Sutra del Nirvana erano i supremi. T’ien-t’ai confutò le loro conclusioni
e dimostrò la superiorità del Sutra del Loto rispetto a tutti gli altri sutra.
tre sentieri Le illusioni e i desideri, il karma e la sofferenza. Essi sono chiamati “sentie-
ri” perché ognuno di essi conduce agli altri. Le illusioni e i desideri, che includono
l’avidità, la collera, la stupidità, l’arroganza e il dubbio, danno origine ad azioni che
creano cattivo karma. L’effetto di questo karma negativo poi si manifesta come sof-
ferenza. La sofferenza aggrava le illusioni e i desideri, portando a ulteriori azioni
sconsiderate che a loro volta provocano nuovamente cattivo karma e sofferenza.
Tre sovrani Fu Hsi, Shen Nung e Huang Ti (Imperatore Giallo), leggendari re dell’anti-
ca Cina. Considerati, rispettivamente, gli inventori della pesca, dell’agricoltura e del-
la medicina. Nei suoi scritti, Nichiren Daishonin si riferisce a Shen Nung e a Huang
Ti come maestri della medicina e considera i regni di Fu Hsi e Shen Nung epoche in
cui fu realizzata una società ideale.
Tre storie Le opere dei Tre re: re Yü della dinastia Hsia, re T’ang della dinastia Yin
(Shang) e re Wen della dinastia Chou.
tre sutra della Pura terra Tre sutra fondamentali della scuola della Pura terra. Essi sono
il Sutra del Budda Vita Infinita, il Sutra della Meditazione sul Budda Vita Infinita e
il Sutra di Amida.
tre sutra della Vera parola Detti anche tre principali sutra della Vera parola. I sutra di
Mahavairochana, della Corona di diamanti e Susiddhikara. Questi sutra sono vene-
rati dalla scuola della Vera parola e dall’esoterismo Tendai.
tre tesori Tre elementi fondamentali del Buddismo: il Budda, la Legge (l’insegnamento
del Budda) e l’Ordine (la comunità dei credenti).
tre tipi di apprendimento Tre discipline che i praticanti buddisti dovrebbero padroneg-
giare: i precetti, la meditazione e la saggezza. Si afferma che queste tre discipline
comprendono tutti gli aspetti della pratica e della dottrina buddista.
tre tipi di meditazione Tre pratiche meditative spiegate nel Tesoro dell’Abhidharma. La
prima è la meditazione ancora limitata e ostacolata da illusioni e desideri. È desti-
nata ai laici. La seconda è per i laici che hanno raggiunto un alto livello nella pratica
buddista, ma la cui meditazione non è ancora libera da illusioni e desideri. La terza
permette di ottenere la saggezza completamente libera da illusioni e desideri ed è
destinata ai monaci.
tre tipi di nemici Vedi tre potenti nemici.
tre tipi di obbedienza Vedi tre obbedienze.
Tre trattati, scuola dei Si riferisce alla scuola San-lun in Cina e alla scuola Sanron in
Giappone (sanron è la pronuncia giapponese di san-lun). Scuola che si basava su tre
trattati: il Trattato sulla Via di mezzo, il Trattato sui dodici cancelli di Nagarjuna e il
Trattato in cento strofe di Aryadeva. Kumarajiva tradusse questi tre trattati in cinese e
le dottrine in essi esposte furono infine sistematizzate da Chi-tsang. Il prete coreano
di nome Ekan (cor. Hyekwan) è considerato il primo ad avere ufficialmente intro-
dotto le dottrine dei Tre trattati in Giappone.
tre veicoli Insegnamenti esposti per gli ascoltatori della voce, per i risvegliati all’origine
dipendente e per i bodhisattva. “Veicolo” significa un insegnamento che conduce

1138
GLOSSARIO

qualcuno a un certo stato. Il termine “i tre veicoli” è usato in contrasto con “l’unico
veicolo”, ovvero il veicolo che conduce tutte le persone alla Buddità. Nel Sutra del
Loto, i tre veicoli sono compresi e unificati nell’unico veicolo.
tre veleni Avidità, collera e stupidità. I mali fondamentali inerenti alla vita, che danno
origine alla sofferenza delle persone. Essi sono conosciuti anche come tre delle sei
fondamentali illusioni e desideri.
tre verità Le verità della non sostanzialità, dell’esistenza temporanea e della Via di mez-
zo, tre aspetti della verità spiegati da T’ien-t’ai. La verità della non sostanzialità signi-
fica che tutti i fenomeni non hanno sostanza e si trovano in uno stato che trascende i
concetti di esistenza e di non esistenza. La verità dell’esistenza temporanea significa
che anche se la loro natura è non sostanziale, tutti i fenomeni possiedono una realtà
temporanea che è in costante cambiamento. La verità della Via di mezzo significa
che la vera natura dei fenomeni è che essi non sono né non sostanziali né temporanei,
anche se apparentemente mostrano le qualità di entrambi.
tre vesti Tre tipi di indumenti indossati da un monaco a seconda del tempo o dell’occa-
sione. Con la ciotola da mendicante, o ciotola delle offerte, esse erano tutto ciò che
era concesso a un monaco di possedere. In origine le tre vesti simboleggiavano una
vita umile e ascetica, libera dagli attaccamenti secolari ed erano fatte solo di stracci
rattoppati. Con il propagarsi del Buddismo vi fu una evoluzione, fino al punto che
in Giappone alcuni preti arrivarono addirittura a indossare vesti di seta, broccato o
altre stoffe preziose.
tre vesti e una ciotola delle elemosine Le sole proprietà personali concesse dai precetti ai
monaci buddisti, che esemplificano la vita austera del monacato e l’atteggiamento di
liberarsi dagli attaccamenti mondani per ricercare la via. Vedi anche tre vesti.
tre virtù 1) Le virtù del sovrano, del maestro e del genitore possedute da un Budda.
La virtù del sovrano è il potere di proteggere tutti gli esseri viventi, la virtù del
maestro è la saggezza di istruirli e condurli all’illuminazione, mentre la virtù del
genitore è la compassione di nutrirli e sostenerli. 2) Le tre virtù, del corpo del
Dharma, della saggezza e dell’emancipazione, possedute da un Budda. Il corpo
del Dharma indica la verità che un Budda ha compreso; la saggezza è la capacità
di comprendere questa verità; l’emancipazione è lo stato di libertà dalle sofferenze
di nascita e morte.
tremila e più volumi degli scritti non buddisti Espressione comunemente usata per in-
dicare l’intero corpo delle scritture confuciane e taoiste. La cifra “tremila e più” si
ritrova nei classici cinesi. Vi sono altre espressioni simili come: i tremila e più volumi
della letteratura non buddista, i tremila e più volumi degli scritti confuciani e taoisti,
i tremila e più volumi delle scritture confuciane e taoiste, i tremila e più volumi della
letteratura confuciana e taoista e i tremila volumi delle scritture non buddiste.
tremila regni in un singolo istante di vita (giap. ichinen sanzen) Sistema filosofico elabo-
rato da T’ien-t’ai. “Tremila regni” indica i vari aspetti e fasi che la vita assume in ogni
momento. La vita in qualsiasi momento manifesta uno dei Dieci mondi. Ognuno di
essi possiede in sé potenzialmente tutti e dieci i mondi, e si giunge così a cento mondi
possibili. Ognuno di questi cento mondi è dotato dei dieci fattori e opera all’interno
dei tre regni dell’esistenza, da cui deriva il totale di tremila regni.
tremila regole di condotta Dette anche tremila regole di comportamento. Severe rego-
le di disciplina per i monaci esposte negli insegnamenti hinayana. Le spiegazioni su
come arrivare alla cifra di tremila sono diverse: secondo una versione si applicano
i duecentocinquanta precetti (regole hinayana di disciplina per i monaci piena-
mente ordinati) a ognuna delle quattro attività della vita quotidiana: camminare,
stare in piedi, sedere e giacere. Al risultato di tremila si arriva poi moltiplicandoli

1139
GLOSSARIO

per tre, in relazione a passato, presente e futuro. Secondo un’altra versione non
bisogna intendere la cifra letteralmente, ma come semplice indicazione di un gran
numero di regole.
trentadue attributi Caratteristiche fisiche notevoli possedute da grandi esseri come i
Budda e i re che mettono in moto la ruota.
trentadue caratteristiche maggiori e ottanta segni minori Caratteristiche fisiche notevoli
e attributi straordinari posseduti dai Budda e dai bodhisattva.
trentatré dèi celesti Gli dèi che vivono su un altopiano in cima al monte Sumeru. Shakra
li comanda dal suo palazzo, posto al centro; gli altri trentadue dèi vivono sulle quat-
tro cime, otto dèi su ciascuna cima, ai quattro angoli dell’altopiano.
triplice contemplazione Detta anche triplice contemplazione in un’unica mente. Metodo
di meditazione formulato da T’ien-t’ai che mirava a permettere alle persone di per-
cepire l’unione delle tre verità della non sostanzialità, dell’esistenza temporanea e
della Via di mezzo in un’unica mente. Attraverso questa meditazione, si riteneva che
una persona potesse liberarsi dalle tre categorie dell’illusione e acquisire i tre tipi di
saggezza (la saggezza dei due veicoli, la saggezza dei bodhisattva e la saggezza del
Budda).
triplice messa in moto della ruota della Legge Divisione degli insegnamenti in tre cate-
gorie formulata da Chi-tsang. Le tre categorie sono: 1) gli insegnamenti esposti per
i bodhisattva che corrispondono al Sutra della Ghirlanda di fiori; 2) l’insegnamento
dei tre veicoli, che corrisponde all’insegnamento dei sutra Agama, dei sutra Corretti
ed equi e dei sutra della Saggezza, esposti per le persone di capacità inferiori che non
erano state in grado di comprendere l’insegnamento del Sutra della Ghirlanda di
fiori; 3) l’insegnamento del Sutra del Loto che unifica l’insegnamento dei tre veicoli
in quello dell’unico veicolo.
triplice mondo Mondo degli esseri non illuminati che trasmigrano nei sei sentieri del-
l’esistenza. Esso è costituito da: 1) il mondo del desiderio, governato da vari desideri;
2) il mondo della forma, i cui abitanti sono liberi dai desideri, dai bisogni e dagli
appetiti, ma, avendo ancora una forma materiale, sono soggetti ad alcune restrizioni
materiali; 3) il mondo della non forma o assenza di forma, dove gli esseri sono liberi
sia dai desideri sia dalle restrizioni materiali.
trono del leone Detto anche seggio del leone. Il seggio su cui siede il Budda, che è così
chiamato perché il Budda è paragonato a un leone.
Ts’ung-i (1042-1091) Prete della scuola cinese T’ien-t’ai. Egli produsse molte opere, tra
cui Supplemento alle tre opere maggiori sul Sutra del Loto. Egli asserì la supremazia
della dottrina di T’ien-t’ai sulle dottrine delle scuole Zen, della Ghirlanda di fiori e
delle Caratteristiche dei dharma.
Tsukushi Le province di Chikuzen e Chikugo nel Kyushu, un’isola del Giappone meri-
dionale. Il termine era usato anche per indicare il Kyushu in generale.
Tsun-shih (964-1032) Prete della scuola T’ien-t’ai durante il periodo della dinastia Sung
in Cina. Fece aumentare la fama della scuola T’ien-t’ai e rivolse una petizione al
trono, che fu accolta, per fare includere i testi e i commentari della scuola nel canone
cinese buddista ufficiale. Ha lasciato numerosi commentari sulle dottrine T’ien-t’ai
e della Pura terra.
Tsushima Piccola isola del Giappone meridionale. Nel decimo mese del 1274, i mongoli
sferrarono un massiccio attacco militare contro Tsushima e un’altra isola, Iki.
Tung-ch’un Altro titolo del Supplemento al Commentario al Sutra del Loto. Opera di
Chih-tu, un prete della scuola T’ien-t’ai durante il periodo della dinastia T’ang in
Cina. Quest’opera fu chiamata Tung-ch’un dal luogo in cui visse il suo autore.
Tu-shun (557-640) Fondatore della scuola della Ghirlanda di fiori in Cina.

1140
GLOSSARIO

Tz’u-en (632-682) Noto anche come K’uei-chi. Fondatore della scuola cinese delle
Caratteristiche dei dharma. Uno dei discepoli più eminenti di Hsüan-tsang, Tz’u-en
collaborò con lui nella traduzione di molti testi importanti e scrisse numerosi com-
mentari sulla dottrina della Coscienza come unica realtà.
uccello che soffre il freddo Uccello leggendario che viveva sulle Montagne Nevose.
Torturato dal freddo notturno, l’uccello si ripromette di costruire un nido con la
luce del giorno, ma con i primi tepori del mattino sprofonda nel sonno e dimentica
del tutto i suoi propositi. Pertanto, quando cala la notte, continua a patire il freddo.
Udayana Re di Kaushambi in India. Si convertì al Buddismo su insistenza della moglie e
divenne un sostenitore del Budda. Quando Shakyamuni ascese al cielo dei trentatré
dèi per predicare a sua madre Maya, il re Udayana si rattristò di non poter più ve-
dere il Budda e si ammalò. Ordinò allora ai suoi servitori di creare un’immagine del
Budda, la prima mai realizzata.
udumbara (sans.) Pianta leggendaria che fiorisce ogni tremila anni per annunciare l’av-
vento di un re che mette in moto la ruota d’oro o di un Budda. Nelle scritture bud-
diste l’udumbara spesso simboleggia la rarità di incontrare un Budda.
Ultimo giorno della Legge Detto anche Ultimo giorno, ultima epoca, o periodo della
Legge decadente. Ultimo dei tre periodi successivi alla morte del Budda, in cui si
riteneva che vi sarebbe stata confusione fra gli insegnamenti buddisti che avrebbero
perso la capacità di condurre le persone all’illuminazione. Si diceva che l’Ultimo
giorno della Legge sarebbe durato diecimila anni e più. In Giappone si credeva che
l’Ultimo giorno fosse iniziato nel 1052.
ultimo periodo di cinquecento anni Il quinto periodo di cinquecento anni, cioè i primi
cinquecento anni dell’Ultimo giorno della Legge.
Uluka Detto anche Kanada. È considerato il fondatore della scuola Vaisheshika, una
delle sei scuole principali del Brahmanesimo nell’antica India. Uluka è conosciuto
anche come uno dei tre asceti, insieme a Kapila e Rishabha.
unica grande ragione Detta anche unica grande questione. La ragione ultima per cui
un Budda appare nel mondo, come si afferma nel capitolo “Espedienti” del Sutra
del Loto, in cui Shakyamuni rivela che i Budda fanno il loro avvento nel mondo per
«un’unica grande ragione»: mettere in grado le persone di ottenere l’illuminazione
da loro stessi conseguita. Si prosegue, poi, affermando che essi desiderano aprire e
mostrare la porta della saggezza del Budda, risvegliando tutti gli esseri viventi affin-
ché possano imboccare il sentiero che conduce a essa.
unico veicolo Detto anche singolo veicolo, veicolo del Budda, unico veicolo del Budda,
unico veicolo della Buddità, veicolo supremo o veicolo supremo della Buddità.
Insegnamento che conduce tutte le persone alla Buddità. Il Sutra del Loto insegna che
i tre veicoli – o insegnamenti per gli ascoltatori della voce, per i risvegliati all’origine
dipendente e per i bodhisattva – non sono fini, bensì mezzi per condurre le persone al-
l’unico veicolo che comprende in sé, con una prospettiva più elevata, tutti gli altri tre.
unificazione delle tre verità Dottrina formulata da T’ien-t’ai basandosi sul Sutra del
Loto, che spiega le tre verità della non sostanzialità, dell’esistenza temporanea e del-
la Via di mezzo come un tutto integrato, in quanto ognuna comprende in sé le altre
due. Essa insegna che queste tre verità sono aspetti inseparabili di tutti i fenomeni.
Usa, santuario Santuario nel Kyushu, isola meridionale del Giappone, dedicato all’im-
peratore Ojin, all’imperatrice Jingu e alla dea Himegami. Denominato anche santua-
rio Usa Hachiman.
Utpalavarna Monaca e seguace del Budda Shakyamuni. Si dice che ottenne lo stato di
arhat sotto la guida di Mahaprajapati. Devadatta la picchiò a morte quando ella lo
rimproverò per le sue azioni malvagie.

1141
GLOSSARIO

Vacuità Fondamentale concetto buddista, tradotto anche con non sostanzialità, vuoto,
latenza o relatività, che afferma che le cose e i fenomeni non presentano una natu-
ra stabile o indipendente. Questa idea è strettamente collegata a quella di origine
dipendente, secondo cui, poiché tutti i fenomeni nascono e continuano a esistere
soltanto in virtù della loro relazione con altri fenomeni, non hanno una sostanza
stabile. Il concetto di vacuità insegna quindi che nulla esiste in modo indipendente.
Le implicazioni derivanti da tale concetto differiscono tra le scuole buddiste e le
relative dottrine.
Vaidehi Consorte di Bimbisara, re del Magadha al tempo di Shakyamuni, e madre di
Ajatashatru. Pare che fosse la sorella del re Prasenajit del Kosala.
Vairochana Un Budda che appare nei sutra della Ghirlanda di fiori e della Rete di
Brahma. Il Sutra della Ghirlanda di fiori descrive la sua pura terra chiamata Mondo
del Tesoro del Loto. La scuola della Vera parola assimila Vairochana alla sua divinità
di riferimento, Mahavairochana.
Vaishali Una delle sei grandi città dell’antica India. Il Budda Shakyamuni visitò la città in
molte occasioni per predicare. Il Secondo concilio buddista si tenne a Vaishali circa
un secolo dopo la morte del Budda.
Vaishravana Uno dei quattro re celesti. Si dice che viva a metà del lato settentrionale del
monte Sumeru e che protegga il nord, accompagnato da due tipi di demoni chiamati
yaksha e rakshasa. È chiamato anche Ascoltatore di Molti Insegnamenti, perché si
diceva che proteggesse sempre il luogo dove il Budda predicava e ne ascoltasse così
gli insegnamenti.
Vajrasattva Secondo dei primi otto patriarchi della scuola della Vera parola. Si dice che
avesse ricevuto gli insegnamenti del Buddismo esoterico direttamente dal Budda
Mahavairochana. Secondo la tradizione esoterica, Vajrasattva compilò gli insegna-
menti esoterici del Budda Mahavairochana in una scrittura che sigillò in una torre di
ferro nell’India meridionale. Si narra che la torre sia stata aperta diversi secoli dopo
da Nagarjuna; in quel momento Vajrasattva gli apparve e gli trasmise gli insegna-
menti esoterici.
Varshakara Ministro che servì il re Ajatashatru. Egli cospirò con Devadatta e istigò
Ajatashatru, quando era ancora un principe, a uccidere il re Bimbisara suo padre, un
sostenitore laico di Shakyamuni. Varshakara incoraggiò anche il re Ajatashatru a per-
seguitare Shakyamuni. In seguito tuttavia si pentì e si convertì al Buddismo insieme
ad Ajatashatru e lo assistette nell’amministrazione del regno.
Vasubandhu (d.s.) Maestro buddista indiano che si ritiene sia vissuto intorno al IV o al
V secolo. È noto come l’autore del Tesoro dell’Abhidharma. Egli studiò inizialmente
lo Hinayana, ma in seguito si convertì al Mahayana grazie all’influenza del fratello
Asanga. Vasubandhu scrisse numerosi trattati dedicati a chiarire gli insegnamenti
mahayana. Vedi anche diciottesimo voto.
venti eminenti princìpi Princìpi esposti da Miao-lo nelle sue Annotazioni su “Parole e
frasi del Sutra del Loto” al fine di chiarire la superiorità del Sutra del Loto rispetto
a tutti gli altri sutra. Tra questi: la rivelazione dell’ottenimento dell’illuminazione
da parte del Budda in un tempo lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di
innumerevoli sistemi maggiori di mondi, il conferimento di una profezia riguardo la
Buddità delle persone dei due veicoli e la rivelazione per cui colui che ascolta anche
un singolo verso o frase del Sutra del Loto sicuramente conseguirà la Buddità.
venticinque esercizi preparatori Pratiche da intraprendere in preparazione alla medita-
zione sulla verità della vita. Tali pratiche preliminari sono esposte in Grande concen-
trazione e visione profonda di T’ien-t’ai e comprendono regole che riguardano la vita
quotidiana, come l’osservanza dei precetti e l’assicurarsi cibo e vesti appropriati.

1142
GLOSSARIO

ventiquattro successori Coloro i quali, dopo la morte del Budda Shakyamuni, ereditaro-
no in successione i suoi insegnamenti e li propagarono nel Primo giorno della Legge.
Esistono differenti elenchi; secondo uno di questi, essi sono: 1) Mahakashyapa; 2)
Ananda; 3) Madhyantika; 4) Shanavasa (o Shanakavasa); 5) Upagupta; 6) Dhritaka;
7) Mikkaka; 8) Buddhananda; 9) Buddhamitra; 10) Parshva; 11) Punyayashas;
12) Ashvaghosha: 13) Kapimala; 14) Nagarjuna; 15) Aryadeva; 16) Rahulata; 17)
Samghanandi; 18) Samghayashas; 19) Kumarata; 20) Jayata; 21) Vasubandhu; 22)
Manorhita; 23) Haklenayashas; 24) Aryasimha.
ventotto costellazioni Case dei corpi celesti come erano concepite anticamente in India
e Cina. Esse avevano nomi quali Chitra (Chiao in Cina) e Anuradha (Fang in Cina).
Le ventotto costellazioni, o ventotto divisioni del cielo, derivano dalle case in cui si
riteneva che la luna avrebbe dimorato nelle notti successive.
Vera parola, scuola della Riferimento alla scuola Chen-yen in Cina e alla scuola giap-
ponese Shingon (Shingon, o vera parola, è la pronuncia giapponese di chen-yen).
Scuola che segue le dottrine esoteriche dei sutra di Mahavairochana e della Corona
di diamanti. Il termine “vera parola” deriva dal sanscrito “mantra” (che significa
parola segreta o formula mistica) e indica le parole che il Budda Mahavairochana
avrebbe pronunciato. La recitazione di queste parole segrete è uno dei rituali esote-
rici fondamentali per l’ottenimento dell’illuminazione. Nell’ottavo secolo tre monaci
indiani introdussero gli insegnamenti esoterici in Cina. I loro nomi, resi in cinese,
sono: Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k’ung. Più tardi questi insegnamenti furono
introdotti da Kobo in Giappone.
vero aspetto di tutti i fenomeni La verità o realtà ultima che permea tutti i fenomeni e
che non è in alcun modo separata da essi. Il capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto
lo definisce nei termini dei dieci fattori della vita e Nichiren Daishonin lo definì
come Nam-myoho-renge-kyo.
vero Mahayana Il Sutra del Loto. Gli insegnamenti mahayana si dividono in: insegna-
menti provvisori e insegnamento vero o definitivo. Il vero Mahayana rivela l’illumi-
nazione del Budda Shakyamuni nel remoto passato e la possibilità dell’illuminazione
di tutte le persone.
Via di mezzo La via che trascende i poli estremi. Il termine Via di mezzo indica anche la
vera natura di tutte le cose che non può essere definita tramite le categorie assolute
di esistenza e non esistenza.
via difficile da praticare Insieme con la “via facile da praticare” una delle due vie della
pratica buddista di cui Nagarjuna fa menzione nel suo Commentario al Sutra dei
Dieci stadi. Il termine “via difficile da praticare” si riferisce allo sforzo di praticare
le austerità per numerosi kalpa, con l’obiettivo di ottenere l’illuminazione. La “via
facile da praticare” è quella di invocare il nome di un Budda, affidandosi al suo po-
tere salvifico per ottenere l’illuminazione. La scuola della Pura terra interpreta la via
difficile da praticare come la pratica di qualunque sutra al di fuori dei tre fondamen-
tali della scuola e la via facile da praticare come l’invocazione del nome del Budda
Amida, affidandosi esclusivamente al potere salvifico di questo Budda per ottenere
l’illuminazione.
via facile da praticare Una delle due vie della pratica buddista menzionate da Nagarjuna
nel suo Commentario al Sutra dei Dieci stadi. La via facile da praticare consiste nel-
l’invocare i nomi dei Budda o dei bodhisattva affidandosi al loro potere salvifico,
mentre la via difficile da praticare comporta il perseverare in pratiche austere per
numerosi kalpa al fine di ottenere l’illuminazione. Nella scuola della Pura terra la via
facile da praticare viene interpretata come la pratica di invocare il nome del Budda
Amida.

1143
GLOSSARIO

Vimalakirti Uomo ricco della città di Vaishali che appare nel Sutra di Vimalakirti. Egli
rappresenta l’ideale del credente laico del Buddismo Mahayana. Il Sutra di Vimalakirti
lo descrive mentre refuta le opinioni hinayana dei discepoli di Shakyamuni con elo-
quenza, predicando la dottrina mahayana della non sostanzialità.
Vimalamitra (d.s.) Monaco hinayana nativo del Kashmir in India. Egli giurò di distrug-
gere la reputazione di Vasubandhu e di rovinare la credibilità del Buddismo maha-
yana, ma si dice invece che la sua lingua si spezzò in cinque pezzi e, tormentato dal
rimorso, cadde nell’inferno della sofferenza incessante.
Virtù Universale Uno dei due bodhisattva, insieme a Manjushri, che assistevano il Budda
Shakyamuni e guidavano gli altri bodhisattva. Egli rappresenta le virtù della verità e
della pratica. Nel capitolo del Sutra del Loto “Virtù Universale”, egli giura di pro-
teggere il Sutra del Loto e i suoi devoti.
Virtù Vittoriosa Bambino che, insieme al ragazzo Invincibile, si dice abbia offerto una
torta di fango al Budda Shakyamuni quando questi stava chiedendo l’elemosina a
Rajagriha. Non avendo nulla da regalargli, gli offrirono una torta di fango come
espressione della loro sincerità. A causa dei meriti derivanti da questa offerta, Virtù
Vittoriosa rinacque come il re Ashoka e Invincibile come sua moglie.
Virudhaka, re Re dello stato del Kosala, in India, al tempo di Shakyamuni. Suo padre era
Prasenajit. Pare che sua madre fosse originariamente una serva degli Shakya e che
ciò gli avesse causato una grande umiliazione. Per questo motivo egli portò rancore
nei confronti degli Shakya e in seguito massacrò gran parte della loro tribù.
Vishvakarman Un dio che vive nel cielo dei trentatré dèi sulla cima del monte Sumeru e
che serve Shakra. Secondo il Trattato sulla grande perfezione della saggezza quando
Shakyamuni stava praticando le austerità buddiste come re Shibi in una passata esi-
stenza, il dio Shakra assunse le sembianze di un falco e Vishvakarman quelle di una
colomba, per mettere alla prova la sincerità del re.
Visto con Gioia Detto anche Visto con Gioia da Tutti gli Esseri. Un bodhisattva che ap-
pare nel capitolo “Re della Medicina” del Sutra del Loto come precedente incarna-
zione del Bodhisattva Re della Medicina. Egli apprese il Sutra del Loto da un Budda
chiamato Pura e Splendente Virtù del Sole e della Luna e in segno di gratitudine
cosparse d’olio il proprio corpo e lo bruciò come offerta per milleduecento anni.
Egli rinacque nella terra del Budda Pura e Splendente Virtù del Sole e della Luna e
servì ancora questo Budda. Alla morte di Pura e Splendente Virtù del Sole e della
Luna, come ulteriore offerta, si bruciò le braccia per settantaduemila anni.
voce pura e risonante Detta anche suono di Brahma. La voce di un Budda, una delle sue
trentadue caratteristiche. La voce di un Budda è pura e raggiunge tutti i mondi nelle
dieci direzioni. Dà gioia a chi la ascolta, tocca profondamente il cuore delle persone
e ispira un senso di rispetto e venerazione.
Wake no Kiyomaro (733-799) Ufficiale di corte in Giappone. Egli si oppose ai tentativi
del prete Dokyo, favorito dell’imperatrice Shotoku, di ascendere al trono. Incorse
nella collera dello stesso Dokyo e, di conseguenza, fu condannato all’esilio. Dopo
che il religioso perse il potere, Kiyomaro fu richiamato in servizio a corte. Contribuì
al trasferimento della capitale a Kyoto nel 794.
Wang Chao-chün (d.s.) Dama di corte in Cina al tempo del decimo sovrano, l’imperatore
Yüan, della dinastia Han, che regnò dal 49 al 33 a.C. L’imperatore Yüan conviveva
con così tante dame nel suo palazzo che non poteva conoscerle tutte; perciò ordinò
al suo pittore di corte di ritrarle in modo che egli potesse convocare quelle che più
gli piacevano sulla base dei dipinti. Tutte le dame corruppero il pittore perché le
favorisse con la propria arte, tranne Wang, evidentemente fiduciosa della propria
bellezza. Di conseguenza, ella fu ritratta in modo poco lusinghiero e non fu mai chia-

1144
GLOSSARIO

mata alla presenza dell’imperatore. Quando quest’ultimo dovette trovare una moglie
per un capo barbaro del nord, scelse Wang. Ma quando la vide di persona mentre
partiva, scoprì quanto fosse bella e, dopo un’accurata indagine, punì il pittore di
corte con la condanna a morte.
Wei 1) Stato della Cina esistito dal tardo undicesimo secolo a.C. fino al 209 a.C., di-
strutto dalla dinastia Ch’in. 2) Stato della Cina esistito dal 403 a.C. fino al 225 a.C.,
distrutto anch’esso dalla dinastia Ch’in. 3) Regno nel periodo dei Tre regni in Cina,
esistito dal 220 fino al 265. La capitale era Lo-yang. 4) Dinastia Wei settentrionale,
esistita dal 386 fino al 534. Nel 534 essa si divise in Wei orientale e Wei occidentale,
che si estinsero, rispettivamente, nel 550 e nel 556.
Wei Yüan-sung (d.s.) Prete buddista del VI secolo in Cina. Desideroso di fama e pro-
fitto, egli cominciò a frequentare un gruppo di taoisti e ritornò alla vita secolare. Il
suo memoriale al trono mirava a influenzare l’imperatore Wu della dinastia dei Chou
settentrionali e ad abolire il Buddismo.
Wen, re Sovrano che pose le basi per la fondazione e la lunga prosperità della dinastia
Chou (1100-256 a.C. ca.), aprendo la strada alla conquista della dinastia Yin (Shang)
conseguita da suo figlio, il re Wu. Il re Wen governò con benevolenza e fu rispettato
come uomo di eminente virtù.
Wu, imperatrice (624-705) Detta anche imperatrice Wu Tse-t’ien. Prima concubina di
T’ai-tsung, secondo imperatore della dinastia T’ang e, più tardi, consorte del terzo
imperatore, Kao-tsung. Ella ascese al trono nel 690, sebbene già da lungo tempo
avesse il controllo del governo.
Wu, re Figlio del re Wen della dinastia Chou (1100-256 a.C. ca.) in Cina, è considerato,
insieme al padre, il fondatore della dinastia. Seguendo la volontà del genitore, egli
sconfisse Chou, sovrano della dinastia Yin (Shang), che amministrava male il paese.
Yadoya (d.s.) Yadoya Mitsunori, funzionario dello shogunato di Kamakura tramite il
quale Nichiren Daishonin presentò il suo trattato Adottare l’insegnamento corretto
per la pace nel paese a Hojo Tokiyori. Spesso chiamato anche prete laico Yadoya.
Egli servì i reggenti Hojo Tokiyori e Hojo Tokimune. È noto come una delle sette
persone che avevano il permesso di visitare Hojo Tokiyori quando costui era sul letto
di morte.
yaksha (sans.) Uno degli otto tipi di esseri non umani. Originariamente servivano
Kubera, il dio della ricchezza nella mitologia indiana. Gli yaksha furono incorpo-
rati nel Buddismo come uno degli otto tipi di esseri non umani che proteggono
il Buddismo. Sono considerati seguaci del dio celeste Vaishravana e proteggono il
nord. In alcuni sutra, però, essi sono raffigurati come demoni che tormentano o
recano danno agli esseri umani.
Yama Detto spesso re Yama. Il signore dell’inferno che giudica i morti per le azioni che
hanno commesso da vivi e li punisce di conseguenza. Nella mitologia Veda, Yama
era considerato il primo essere umano morto e lo scopritore della via verso il cielo,
la dimora paradisiaca dei morti dei quali egli era re. In seguito, venne considerato il
signore dell’inferno e il giudice dei morti.
Yang Kuei-fei (719-756) Concubina dell’imperatore Hsüan-tsung, sesto imperatore del-
la dinastia T’ang. A causa della sua bellezza e del talento come cantante e danzatrice,
ella si guadagnò i favori del sovrano il quale trascurò sempre più gli affari di governo.
Una ribellione che esplose nel 755 costrinse l’imperatore e la sua corte a fuggire. Le
truppe imperiali, ritenendo responsabili dei problemi dell’impero i membri della fa-
miglia Yang, minacciarono di insorgere se il sovrano non avesse condannato a morte
Yang Kuei-fei. L’imperatore fu quindi costretto ad assistere all’esecuzione della sua
concubina favorita.

1145
GLOSSARIO

Yao Uno dei Cinque imperatori, leggendari saggi imperatori dell’antica Cina somma-
mente rispettati dal popolo per il loro esemplare governo. Yao abdicò al trono in
favore di Ch’ung-hua, o imperatore Shun.
Yashodhara Moglie di Shakyamuni prima che egli rinunciasse alla vita secolare.
yojana (sans.) Unità di misura usata nell’antica India, che pare fosse equivalente alla di-
stanza che l’esercito reale era in grado di coprire in un giorno di marcia. Uno yojana
è considerato equivalente a circa sette chilometri.
Yokan (1033-1111) Detto anche Eikan. Precursore della scuola della Pura terra e sovrin-
tendente del tempio Todai in Giappone. Egli studiò le dottrine di varie scuole, come
quella dei Tre trattati, della Ghirlanda di fiori e delle Caratteristiche dei dharma, ma
alla fine prese fede negli insegnamenti della Pura terra.
Yoritomo Vedi Minamoto no Yoritomo.
Yoshiie (1039-1106) Minamoto no Yoshiie, capo militare del tardo periodo Heian (794-
1185) in Giappone. Quando gli Abe, potente famiglia nel Giappone nordorientale,
insorsero contro la corte imperiale, Minamoto no Yoshiie aiutò suo padre, Minamoto
no Yoriyoshi, a soggiogare il clan ribelle.
Yoshimori (1147-1213) Wada Yoshimori, capo militare che aiutò Minamoto no Yoritomo
a sconfiggere il clan Taira e a fondare lo shogunato di Kamakura. Più tardi i reggenti
Hojo del governo di Kamakura, temendo la sua influenza, lo provocarono in modo
che egli si ribellasse. Dopo che Yoshimori fu ucciso in una battaglia contro le forze
del governo, anche tutta la sua famiglia fu messa a morte.
Yoshinaka (1154-1184) Minamoto no Yoshinaka, potente comandante del clan
Minamoto in Giappone. Denominato anche Kiso Yoshinaka.
Yoshino Distretto montano nella parte meridionale della prefettura di Nara in
Giappone, famosa roccaforte dello Shugendo, ordine religioso che combina ele-
menti del culto pre-buddista delle montagne con quelli del Buddismo esoterico,
dedicandosi a pratiche ascetiche nell’isolamento montano. Il fiume Totsu, a cui
fa riferimento Nichiren Daishonin nei suoi scritti, scorre attraverso il distretto di
Yoshino.
Yoshitoki (1163-1224) Hojo Yoshitoki, secondo reggente del governo di Kamakura.
Denominato anche Ema Koshiro. Nel 1221 l’ex imperatore Gotoba comandò
di attaccare Yoshitoki, ma questi invece sconfisse l’esercito imperiale. Ricordato
come “tumulto di Jokyu”, la battaglia consolidò il governo di Kamakura e la reg-
genza. Nei suoi scritti Nichiren Daishonin si riferisce a Hojo Yoshitoki con il tito-
lo di amministratore incaricato. Hojo Shigetoki, spesso indicato come prete laico
del tempio Gokuraku, era uno dei figli di Hojo Yoshitoki. Ema Mitsutoki, cono-
sciuto anche come Hojo Mitsutoki, signore di Shijo Kingo, era il nipote di Hojo
Yoshitoki.
Yoshitomo (1123-1160) Minamoto Yoshitomo, capo militare e padre di Minamoto
no Yoritomo, fondatore dello shogunato di Kamakura. Al tempo del “tumulto
di Hogen”, un conflitto scoppiato per le rivalità all’interno della famiglia impe-
riale, egli si batté vittorioso dalla parte dell’imperatore regnante Goshirakawa
mentre suo padre Tameyoshi sostenne l’ex imperatore Sutoku che fu sconfitto.
Tameyoshi fu condannato a morte, sentenza eseguita poco tempo dopo dallo stes-
so Yoshitomo.
Yü Jang (d.s.) Nativo dello stato di Chin (V sec. a.C.). Egli dapprima fu al servizio
delle famiglie Fan e Chung-hang, ma senza raggiungere un’elevata posizione. Poi
servì Chih Po, che lo trattò con grande favore, ma quest’ultimo fu ucciso tempo
dopo da Hsiang-tzu. Intenzionato a vendicare il suo signore, Yü Jang si travestì
da lebbroso, cospargendo di lacca il proprio corpo e diventando muto dopo aver

1146
GLOSSARIO

ingerito soda caustica. In tal modo tentò di avvicinare Hsian-tzu per assassinarlo,
ma fallì e fu catturato. Hsian-tzu, comprendendo i sentimenti di fedeltà dell’uomo,
gli donò la propria veste, e Yü Jang la colpì con una spada tre volte per mostrare
l’odio che nutriva per colui che aveva ucciso il suo signore; quindi volse l’arma
verso se stesso.
Yüan-cheng (d.s.) Prete della scuola della Vera parola nella Cina del periodo T’ang.
Zen, scuola Si riferisce alla scuola cinese Ch’an e alla scuola giapponese Zen. Una
scuola che insegna che l’illuminazione non si ottiene tramite gli studi dottrinali,
bensì tramite la diretta percezione della propria mente, grazie alla pratica della
meditazione. Il suo fondatore è considerato Bodhidharma. In Giappone, lo Zen
godette di grande favore da parte della famiglia reggente Hojo, nel primo periodo
Kamakura (1185-1333), quando Eisai si recò nella Cina Sung e, al suo ritorno,
portò con sé gli insegnamenti della scuola Zen Lin-chi (giap. Rinzai).

1147

Potrebbero piacerti anche