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Vajont1963-2013

Non dimentichiamo
Il memoriale interattivo sul sito del nostro giornale
di Antonio Ramenghi
La diga del Vajont ancora l, inutilizzata, cinquantanni dopo lolocausto consumatosi in quattro minuti. La diga resse quando venne scavalcata da unonda di cento metri pi alta provocata dalla frana immensa, lunga due chilometri, staccatasi dal monte Toc la sera del 9 ottobre del 1963. Londa, come e peggio di uno tsunami, cancell il comune di Longarone e devast alcune frazioni dei comuni di Erto e Casso e Castellavazzo. 1910 furono i morti, intere famiglie cancellate dalla faccia della terra, case e fienili e officine e chiese ridotti a poltiglia. Quella diga rester un monumento a vergogna perenne della scienza e della politica: cos Tina Merlin iniziava il suo libro Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vajont, pubblicato ventanni dopo. Non fu una tragica fatalit come scrissero molti giornali lindomani, quando come sempre accade in questi casi furono schierati il Generale Cordoglio e il Maggiore Impegno. Fu lepilogo di una trama che vide intrecciati gli interessi privati vuole essere innanzi tutto un omaggio perenne, sulla rete, alle vittime, ai sopravvissuti e alle loro famiglie e a quella terra. Il memoriale ripercorre con foto, filmati, documenti, testimonianze le tappe della costruzione della diga, rivive il giorno della tragedia, racconta i primi soccorsi, la ricostruzione e resoconta i processi che seguirono per stabilire colpe e connivenze. Il nostro memoriale un libro aperto ai ricordi, alle riflessioni, ai documenti che i superstiti, i famigliari delle vittime, i soccorritori e i cittadini tutti potranno aggiungere inviandoci testi, foto, filmati. Ma anche una risorsa a disposizione della comunit: secondo la filosofia dei "dati aperti", ciascuno pu scaricare i dati e riutilizzarli per meglio conoscere e meglio far conoscere. Conoscere e ricordare oggi lolocausto del Vajont non solo un omaggio a chi ne ha patito sulla pelle viva. E la necessit di coltivare nelle nostre coscienze e nel nostro agire il rifiuto di quelle logiche perverse, economiche e politiche, che troppo spesso ancora oggi prevalgono nelle scelte che coinvolgono le nostre comunit.

In alto e sotto due immagini dellottobre 1963 (foto di Bepi Zanfron). Sopra la homepage del memoriale. Nel grafico, i numeri della tragedia e larea devastata dallondata provocata dal crollo del monte Toc

della societ Sade, e poi dellEnel, con quelli della politica, e con la scienza asservita a quegli interessi. Tutti, proprio tutti, sordi agli allarmi che la popolazione di quelle montagne aveva ripetutamente e inutilmente lanciato sul pericolo imminente. Tutti sordi anche ai boati premonitori, agli smottamenti sempre pi frequenti, sordi alla denuncia

di chi aveva dato voce a quanti avvertivano che quellopera che doveva essere un orgoglio dellItalia di allora (La diga pi grande del mondo) stava diventando una terribile minaccia. Questo memoriale Vajont, realizzato dal Corriere delle Alpi insieme agli altri quotidiani veneti del gruppo Finegil nel cinquantesimo dellolocausto,

Ecco come inviare foto, Documenti, testimonianze

Il cantiere aperto dei ricordi


Il memorial Vajont 1963-2013 da oggi aperto ai sopravvissuti, ai famigliari delle vittime, ai soccorritori accorsi dopo la tragedia e a tutti i lettori. Se avete ricordi, foto, notizie o documenti, entrate nel database del sito e lasciate il vostro contributo. - possibile visualizzare il database cliccando sulla scritta Tutte le vittime, in alto a destra in ogni pagina. - possibile richiamare la scheda di una persona inserendo il nome a destra o nella maschera che compare in alto nella pagina. - Si pu scaricare il database cliccando sulla scritta Scarica tutti i dati, nel menu verticale in alto. - Per mandare il vostro contributo cliccate sulla scritta Inserisci qui il testo in basso a sinistra in ogni scheda individuale, o su Invia la tua testimonianza. - Potete anche mandare una email a vajont2013@corrierealpi.it, o scrivere a: Vajont/Corriere delle Alpi, Piazza Martiri 26 B 32100 Belluno. Suggeriamo di lasciare un recapito che non sar pubblicato, per la redazione che potr contattarvi per chiarimenti e approfondimenti. Le segnalazioni saranno vagliate dalla redazione prima della pubblicazione.

(Paola Cipriani)

Limmane tragedia raccontata sul web


Documenti, testimonianze e immagini: la navigazione si pu fare sia secondo la cronologia dei fatti, sia per temi
Abbiamo scelto di raccontare il Vajont per grandi temi. I luoghi, le persone, la diga, le ragioni economiche: le trovate presentate qui sotto, dieci macrostorie attraverso le quali abbiamo provato a ricostruire gli eventi che hanno portato al disastro del 9 ottobre 1963. Ogni storia ha un prima, un durante, un dopo la tragedia del Vajont: le proteste degli abitanti di Erto contro la diga perfetta, ad esempio, sono cominciate alla fine degli anni Cinquanta. E la loro vicenda non finita con l'ondata che ha solo sfiorato il paese: gli ertani sono diventati dei profughi, e sono stati poi costretti a farsi esuli o clandestini. Il Vajont continua a essere attuale, non solo come evento da commemorare, ma come una ferita ancora aperta. Per raccontare il Vajont nel 2013 perci necessario raccontarne anche l'oggi. Cos' cambiato, da allora, nei luoghi del disastro? Come vivono le persone che il 9 ottobre del '63 sono sopravvissute all'ondata e che continuano ad abitare di fronte alla diga maledetta o alla frana del Toc? Il sito Vajont 1963-2013 (http://temi.repubblica.it/corrierealpi-diga-del-vajont-1963-2013-il-cinquantenario/) un'opera multimediale: alcune storie le abbiamo raccontate scrivendo, altre fotografando o riportando parole e immagini del tempo, altre ancora registrando le voci di chi il Vajont l'ha vissuto sulla propria pelle. Senza queste persone, che hanno accettato di ricordare a voce alta e condividere la loro memoria, spesso dolorosa, questo sito non esisterebbe. O sarebbe comunque molto pi povero. Un grazie sentito alla gente del Vajont: speriamo di essere riusciti a restituire al meglio i vostri ricordi e i vostri punti di vista. (Alice Cason)

Le storie, le foto e i vostri contributi raccolti nel sito


Foto, video-testimonianze, articoli depoca e articoli appena usciti, documenti, animazioni, infografiche, dati scaricabili: quanto trovate nello speciale multimediale "Vajont 1963 - 2013", pubblicato da oggi sul nostro sito web. Oltre a consultare e contribuire al memoriale delle vittime, potrete leggere le inchieste di Tina Merlin, o guardare gli spezzoni pi toccanti tratti dal celebre spettacolo teatrale di Marco Paolini "Vajont 9 ottobre '63". Una video-mappa vi porter sui luoghi spazzati via dall'onda, e le gallerie di immagini vi mostreranno Longarone prima e dopo la catastrofe. Un'infografica vi dar tutti i numeri della tragedia, dai 263 milioni di metri cubi della frana del Toc fino agli anni delle condanne definitive. In questo luogo digitale della memoria, largo spazio hanno le storie. Luca Zanfron, figlio di Bepi, il fotografo autore degli scatti pi famosi del Vajont, ricorda il lavoro del padre nelle prime ore dal disastro. Lex sindaco di Erto e Casso, Italo Filippin, racconta gli anni vissuti come "carbonari", in un paese senza pi acqua, luce e scuole. Il pompiere Giovanni Boite Stella era l, la notte del 9 ottobre, e parla dei cadaveri trovati anche sugli alberi. Il giudice Mario Fabbri ripercorre la nascita dellufficio riconoscimento salme. Adriana Lotto, presidente dellassociazione Tina Merlin, spiega perch ancora oggi ci sono tanti Vajont. Poi ci sono le testimonianze dirette di chi sopravvissuto alla notte del 9 ottobre. Al tempo erano bambini. A distanza di cinquant'anni rivivono il boato, il buio improvviso, i letti volati via, londa mista al fango che ha seppellito tutto e tutti, uccidendo i loro parenti. Lo speciale - che a cura di Alice Cason e della Redazione romana Agl-Finegil - si pu leggere secondo una scansione temporale, diviso in quattro sezioni: il "prima" della tragedia, con il progetto e la costruzione della diga; il durante che racconta quei pochi minuti di terrore che cancellarono tutto; il dopo, incentrato sui problemi della ricostruzione, le responsabilit, i processi, i risarcimenti; e l'oggi, legato al senso della memoria, l'impegno a non dimenticare e a far tesoro di quanto accaduto. Si pu anche navigare attraverso le storie simbolo del Vajont messe insieme per temi, come illustrato in queste pagine. I quattro articoli che trovate sulla homepage del nostro speciale sono frutto dell'innesto di queste dieci sezioni tematiche con le sezioni temporali. Ognuno di questi quattro articoli contiene una cronologia degli eventi: a colpi di clic, potrete ripercorrere le tappe fondamentali della storia del disastro a partire dal 1926 - anno in cui lingegnere Carlo Semenza present il primo progetto della diga - fino a oggi. Sempre sulla homepage troverete una sezione dedicata agli aggiornamenti sul Vajont, dove in tempo reale entreranno tutti gli articoli, video e fotogallerie via via prodotti dai nostri giornalisti. Il cuore del nostro progetto il memoriale delle 1.910 vittime. Si tratta di un database di 1.910 schede dove cerchiamo di ricostruire le storie di ognuna delle persone rimaste uccise dall'ondata. Tutte le persone sono ricercabili per nome, cognome, comune, anno di nascita, sesso e professione. I dati sono aperti, quindi scaricabili e riutilizzabili. Alcune schede hanno una foto, altre no. Vorremmo che tutte avessero una breve biografia. Per questo abbiamo bisogno di voi: se avete ricordi, notizie o documenti legati alle vittime, entrate nel memoriale e lasciate il vostro contributo. Basta cliccare sulla scritta "Inserisci qui il testo" presente in ogni scheda individuale, o su "Invia la tua testimonianza" che trovate sul menu in alto. Se preferite potete scrivere una email all'indirizzo vajont2013@corrierealpi.it, oppure andare sulla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/vajont1963). (Tecla Biancolatte)

gente del vajont

Le ragioni economiche

Le responsabilit

Merlin , la giornalista contro

Il Vajont visto dagli altri

Raccontare il Vajont, oggi, significa ascoltare la sua gente. Tornare, con chi ancora li ricorda, tra i vecchi palazzi di Longarone. Rivivere gli ultimi minuti della vita prima del disastro, guardare la diga con gli occhi dei sopravvissuti, ripercorrere la strada di casa con gli emigrati di allora.

Quella del Vajont anche una storia di interessi economici. Di risorse scippate, emigrazione, progetti audaci e rischiosi. L'impero idroelettrico della Sade scelse con cura la valle dove costruire la sua diga gioiello. E non lasci che niente e nessuno intralciasse i suoi piani.

Il Vajont non fu una sorpresa. Non per tutti, perlomeno: c'era chi sapeva. La frana che il 9 ottobre 1963 sconvolse le valli di Erto e Longarone e uccise quasi duemila persone era prevedibile. Ma chi poteva evitare il disastro prefer fingere di non vedere. E rischiare.

Se non ci fosse stata Tina Merlin, del Vajont sapremmo ben poco. Partigiana, comunista e soprattutto giornalista, Merlin ha raccontato la storia vera del Vajont prima ancora che accedesse. E se qualcuno l'avesse ascoltata, non ci sarebbe oggi nessun 50 da commemorare.

Gli altri scoprirono il Vajont il giorno dopo il disastro. Migliaia di ragazzi lo vissero in prima persona, scavando per giorni nel fango di una valle sconosciuta. Gli italiani ne lessero allora sulle pagine dei giornali, ma lo hanno scoperto davvero solo molti anni dopo. Grazie al teatro.

I LUOGHI

La diga perfetta

erto, la storia nascosta

Linchiesta di Tina merlin

il racconto di Paolini

Due mondi diversi condividono da 50 anni il trauma del Vajont. L'ondata che ha cancellato Longarone dalla faccia della terra ha solo sfiorato Erto e Casso, ma li ha comunque distrutti. Chi oggi torna nei luoghi del Vajont se ne accorge, se fa un minimo di attenzione: le ferite sono ancora tutte l.

Doveva essere l'orgoglio dell'Italia del boom economico, la diga del Vajont. diventata un'opera perfetta che ha causato quasi duemila morti. E oggi, paradossalmente, tra le poche cose di Longarone rimaste cos com'erano 50 anni fa, prima del disastro.

Tutti conoscono la tragica storia di Longarone, scomparsa in quattro minuti una notte di 50 anni fa. La storia vera del Vajont, per, comincia prima, in una valle isolata a due passi dal Piave. la storia di Erto e dei suoi abitanti, costretti a farsi prima ribelli, poi profughi, infine clandestini.

Per raccontare il Vajont, basterebbero le parole di Tina Merlin, che per anni ha scritto delle frane, delle proteste dei contadini, degli allarmi inascoltati, della rabbia di chi sopravvisse. E di tutti gli altri Vajont che hanno tradito il nostro Paese, accaduti mai per caso prima e dopo il 1963.

Senza Marco Paolini, probabilmente, l'Italia avrebbe continuato a dimenticarsi del Vajont. Invece lo ha riscoperto, grazie a uno spettacolo teatrale che un'orazione. Le parole di Paolini non hanno solo restituito il Vajont alla storia nazionale: lo hanno restituito agli stessi sopravvissuti.

A Longarone cinquantanni dopo


Il ritorno dei soccorritori. La giornata del superstite. Le visite alla diga. Convegni, concerti e rappresentazioni teatrali
Centinaia di eventi, a Longarone e in tutta Italia, per ricordare e commemorare il 50esimo del Vajont. Il calendario ancora in corso di definizione, diamo conto delle manifestazioni programmate a Longarone da oggi alla fine dellanno. Ma altre manifestazioni si svolgeranno nei comuni coinvolti dalla tragedia. Venerd 13, sabato 14 e domenica 15 settembre. Evento: La protezione civile e il Vajont: protezione, soccorso e memoria. Venerd a Longarone Fiere: alle 10 convegno su Pericolosit idraulica a valle delle dighe. Alle 16 inaugurazione della mostra Terremoti dItalia, con il Capo della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli. Al Palasport alle 16.30 meeting del volontariato veneto. Alle 20.30 al Centro culturale Parri presentazione del volume Labbraccio e la parola di Viviana Capraro. Esibizione dei cori Voci delle Dolomiti e coro di Codissago. Sabato dalle 7.30 esercitazione di protezione civile Nord Est in una decina di comuni bellunesi. Alle 10 in piazza IX Ottobre Pompieropoli, manifestazione rivolta alle scolaresche. Alle 12 in municipio gemellaggio tra le Misericordie di Firenze e di Longarone. Alle 17.30 al Palasport di Longarone incontro su Analisi e valutazione dellesercitalorchestra sinfonica Carlo Coccia di Novara. Luned alle 10 visita delle scuole del territorio al cimitero di Fortogna. Marted 8 ottobre. Alle 20.30 al centro Parri consegna del premio Longarone 2013, edizione dedicata ai Superstiti del Vajont. Mercoled 9 ottobre. Ricorrenza ufficiale del 50esimo anniversario. atteso il presidente del consiglio Enrico Letta. Alle 10 commemorazione ufficiale al centro Parri, alle 10.30 la messa, alle 12 deposizione di una corona al sagrato del campanile di Pirago. Cerimonia alle 15.15 al cimitero di Fortogna con la messa del Vescovo di Belluno e Feltre Giuseppe Andrich. Venerd 11 ottobre. Alle 10 alla diga del Vajont, visita della delegazione ministeriale del Governo austriaco. Sabato 12 ottobre. Al centro culturale Parri, alle 10.45 conferimento della cittadinanza onoraria al Corpo della Polizia di Stato. Dal 4 al 7 novembre. Iniziativa celebrativa al Parlamento europeo di Bruxelles. Luned 4 novembre apertura della mostra, marted 5 novembre alle 10 convegno internazionale. Domenica 1 dicembre. Nella chiesa arcipretale di Longarone alle 21 concerto dei Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone.

Una veduta del centro di Longarone come oggi dopo la ricostruzione vista dal tetto della chiesa arcipretale

zione. Alle 21 al centro Parri esibizione della banda del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Domenica raduno dei soccorritori del Vajont, con la partecipazione del ministro Andrea Orlando. Dalle 9 ammassamento al municipio, alle 9.30 la sfilata fino al palazzetto dello Sport, alle 10.45 messa, alle 11.30 interventi delle autorit. Alle 16 alla diga concerto dedicato al Vajont da parte del compositore e musicista Remo Anzovino. Venerd 27, sabato 28 e domenica 29 settembre. Vener-

d e sabato torneo di calcio veterani. Sabato alle 20.30 a Moliesa in comune di Erto Casso, Il canto e la memoria e Vajont: la tragedia dellinsensatezza cinica, concerto e rappresentazione teatrale con la partecipazione del Coro Col di Lana e di Teatro Orazero di Vittorio Veneto. Domenica ottava edizione della pedonata I percorsi della memoria, con la partecipazione del ministro Maria Chiara Carrozza, con partenza dal centro di Longarone alle 9, premiazioni alle 15.30. Venerd 4 ottobre. Sala Po-

poli dEuropa alle 18 Francesco Piero Franchi parla del tema Gli alfabeti della consolazione: letteratura bellunese del Vajont. Sabato 5 ottobre. Alle 10 nella sala consigliare del comune di Longarone, assemblea regionale Anci Veneto con il presidente nazionale Piero Fassino. Alle 18.30 nella sala consigliare inaugurazione della mostra fotografica sulla tragedia del Frejus. Domenica 6 e luned 7 ottobre. Convegno internazionale di geologia. Domenica alle 9.30 al centro culturale Parri

inizia il convegno, alle 12.15 presentazione del libro 9 Ottobre 1963 - che Dio ce la mandi buona - la frana del Vajont di Valdinucci e Menotti. Luned dalle 9 escursione tecnico scientifica sulla frana e sul bacino del Vajont. Domenica Giornata del superstite organizzata dallAssociazione Superstiti: alle 10.30 la messa nella chiesa arcipretale, alle 11.30 deposizione di zolle nellaiuola monumento della solidariet. Domenica nella chiesa arcipretale alle 18.30 messa di requiem di Giuseppe Verdi, con

in edicola con il nostro giornale tre volumi e un dvd per non dimenticare Paolo Guarnieri TINA merlin Andrea Prandstraller Stefano gambarotto

Il soccorritore
Domani 14 settembre, in edicola con il nostro giornale il volume Vajont oltre il muro scritto da Paolo Guarnieri, il vigile del fuoco padovano che fu tra i primi soccorritori giunti sul luogo della tragedia assieme ai suoi compagni allalba del 10 ottobre 1963. Guarnieri che noto per essere uno scrittore delle meraviglie del mare e di viaggi nel Borneo, nel sinai, nel Sahara, con questo libro ha voluto lasciare la memoria di quelle terribili giornate vissute 50 anni fa, come omaggio alle vittime. Il volume ha la prefazione di Micaela Coletti, presidente del comitato per i sopravvissuti del Vajont.

Testimone scomoda Racconti in viva voce Storia e immagini


Il libro di Tina Merlin, Sulla pelle viva- Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vajont stato pubblicato ventanni dopo la tragedia. Prima la Merlin, straordinaria giornalista, aveva condotto una battaglia, spesso solitaria, per denunciare i rischi di quella diga durante la sua costruzione e nei mesi e giorni precedenti la tragedia. Una giornalista coraggiosa che non ebbe timore a contrapporsi alla potente Save e alle consulenze degli esperti geologi. Una ricostruzione drammatica che mette in luce lintreccio perverso tra politica e scienza che port al disastro. Illibro ha due prefazioni, di Marco Paolini e Giampaolo Pansa. In edicola da sabato 28 settembre. Nel film documentario Vajont 63- Il coraggio di sopravvivere, il regista Andrea Prandstraller ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti alla strage. Prandstraller, nei 52 minuti di durata del dvd, d voce a coloro che hanno avuto la forza di reagire e ripartire dopo la distruzione, seppur tra mille difficolt e con il peso di aver perso tanti propri famigliari e amici. Il film prodotto da Venice Film nel 2008 ha vinto il premio Sky awards come miglior documentario dellanno e nel 2010 il premio Jade Kunlun Awards al festival di Quinghai. In edicola con il giornale da sabato 5 ottobre. Il libro di Stefano Gambarotto, Vajont, 9 ottobre 1963Cronologia di una morte annunciata edito dallIstituto per la Storia del Risorgimento, ripercorre la storia della tragedia del Vajont a iniziare dai primi progetti sino al crollo della frana e alla tregdia del 1963. La ricostruzione storica corredata da ben 250 immagini. Il capitolo finale dedicato ai luoghi della memoria con una guida per il lettori che vogliono visitare i Comuni di Longarone, Erto e Casso: dal campanile di Pirago, scampato alla distruzione, fino alla diga del Vajont, passando per la chiesa di Longarone e i musei della memoria sulle tracce del passato. In edicola da marted 8 ottobre.

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