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Saggio “Amarsi”, seduzione e

desiderio nel Rinascimento, Busi


Gì amplessi rinascimentali sono ricchi di scontri e duelli, in letteratura e arte, i corpi
di chi desidera acquistano un nuovo dinamismo. La fisiologia amatoria non ha confini
di luogo o di tempo e viene enfatizzato il movimento. Se prendiamo l’esempio
dell’Orlando innamorato, nello specifico di Brandimarte e Fiordelisa, i due pensano
sempre a fare l’amore ma in segreto, non agli occhi di tutti affinché la reputazione
dell’eroina sia protetta. È proprio Fiordelisa che sentendosi al sicuro, prende
l’iniziativa. Boiardo immagina l’opera per i protagonisti della corte estense; fatto
l’amore, i due ragionano delle loro cose a voce bassa e scivolano nel sonno. Un altro
caso dell’Orlando innamorato è quello di Leodilla, insoddisfatta da suo marito
Folderico che incontra Hordauro. Lui agisce molto velocemente e a Leodilla sembrò
di mangiare una mela acerba, questo avviene per poco perché poi lei arriva ad un
orgasmo che dura fino all’ottava successiva. Per Barbara Salutati, vissuta nei primi
decenni del Cinquecento, l’innamorato parte lasciando dietro di sé pegni d’amore e
promette di tornare. La guerra d’amore ha una logica tutta sua, se l’innamorato vuole
che la sua nemica sopravviva deve riprendere le ostilità e rientrare sul campo di
battaglia dell’erotismo. Gli assalti erotici vanno condotti con determinazione, senza
indugi. Una novella di Matteo Bandello, un francescano salace, ci offre un esempio di
“polveri bagnate”. Il signo Gostantino Boccali si è buttato giù nell’Alto Adige da un
ponte di Verona, ben vestito e a cavolo. Una donna gli offre una notte d’amore ma lui
non riesce ad andare oltre i preliminari (impotenza) Prova a suicidarsi ma non ci
riesce, torna dalla donna e vince l’amorosa guerra.

1. Occhi indiscreti

Fiordelisa, dopo aver fatto l’amore, osserva Brandimarte che dorme accanto a lei. A
detta della chiesa, questo è un grande peccato: “Primo, non guardare”. L’amore va
fatto dopo il matrimonio e si ha l’obbligo di tenere gli occhi chiusi e la luce bassa o
spenta. Nel suo manuale per confessori, Michele Caracano, un francescano
predicatore del XV secolo, ci istruisce al proposito del “non guardare”. Negli anni
Venti del Quattrocento viene composto l’Ermafrodito da Antonio Beccadelli, detto il
Panormita, da Palermo. Con a dedica a Cosimo de’ Medici. Tratta dell’andar con
maschi e femmine indifferentemente, perlomeno in alcune stagioni della vita,
frequenti soprattutto in un contesto come quello di Firenze. Molti degli uomini
fiorentini in giovane età avevano rapporti omosessuali nei quali in adolescenza erano
passivi mentre in età adulta erano attivi. Un comportamento condannato dalla chiesa
e dalla legge, gli uomini si potevano sposare dai 28 anni mentre le donne già da 15
anni. Dopo il matrimonio, ci si aspettava che gli uomini non avessero più rapporti
intimi con persone del loro stesso sesso; per quanto riguarda le donne, invece,
abbiamo meno informazioni. In una novella di Agnolo Fiorenzuola, due donne si
trovano a condividere lo stesso letto per poi scoprire – al tatto e all’occhio – che la
realtà è ben diversa. Lucia, una delle due ragazze, è un uomo travestito che ha
pensato di fingersi donna per sedurre Lavinia. Quello che sorprende è che Lavinia,
comincia a baciar Lucia prima ancora di accorgersi che sia un uomo. È, insomma, un
approccio omoerotico che solo dopo, in modo comico, si trasforma in un amplesso
eterosessuale.

2. C’è modo e modo

Il rapporto tra i due si conclude con la posizione in cui lui è sotto e lei è sopra. Nel
novellino, scritto da Masuccio Salernitano, ossia Tommaso Guardati, si parla della
libidine femminile. Si arriva alla storia di madonna Ambrosia, la quale è insoddisfatta
del suo focoso marito e si innamora di un nano deforme e orribile. Oltre a essere
brutto, questi è inferiore a lei nella scala sociale. La sposa infedele approfitta
dell’assenza del marito per vedersi con l’amante ma è spinta da un’anziana servitrice
musulmana. La servitrice li uccide con la lancia. La giannetta o innetta è la posizione
in cui la donna cavalca l’uomo, modo ritenuto sconveniente perché rovescia l’ordine
sociale della preminenza maschile. Giulio Romano prepara una serie di disegni
erotici e Marcantonio Raimondi ne trae su sedici tavole, Raimondi viene portato in
prigione. Aretino ci scrive sopra dei sonetti. Le intenzioni di Aretino sfrutta il registro
linguistico basso, in spregio ai petrarchismi e alla letteratura colta.

3. Amplessi divini, abbracci diabolici

Ci si distacca dall’eros mitologizzato. Se torniamo alla novella di Masucci e si fosse


trattato dell’unione tra una ninfa, o una dea, o un satiro, l’impatto emotivo sarebbe
stato più tenuo grazie all’effetto di distinzione tra reale e immaginario. Se sfogliamo
l’Hypnerotomachia Poliphili, misterioso capolavoro dell’ermetismo quattrocentesco,
ci accorgiamo di quanto l’eros mitologico travalichi i limiti e renda desiderabile
quello che può essere solo vagamente immaginato. Polifilo, protagonista maschile, si
dilunga sul carro trionfale che trasporta Leda e il cigno. E’ un’invenzione
rinascimentale, innovativa nei dettagli. Per esplorare simili misteri, i Modi degli
umani non bastano, servono quelli degli dèi. Sempre nell’Hypnerotomachia,
all’amarsi rinascimentale abbiamo accostato il profano disamore, l’odio della donna.
E’ l’aspetto oscuro dell’eros del tempo. (Lettera di Machiavelli)

4. Notti d’amore

Nella storia di due amanti, la notte d’amore giunge come una ricompensa condivisa,
da gustare a poco a poco. Piccolomini va dagli amori celesti verso l’alcova che coglie
i due spasimanti clandestini, entrambi si vedono e si desiderano per quello che sono,
in carne e ossa, ma si immaginano anche nei panni degli innamorati del mito. Nel
quinto atto della Mandragola, una commedia di intrighi e rovesciamenti erotici scritta
tra il 1518-1520, Machiavelli aggiunge delle canzoni nel 1526 (tra cui quella proposta
nel saggio). Machiavelli si è innamorato e aggiunge questo testo. La donna è Barbara
Salutati, ha quasi vent’anni in meno di Niccolò. Machiavelli compone cinque
madrigali che vengono musicati da Vederlot. Testo di Gaspara Stampa: tra le braccia
dell’amato, la notte è tutta chiarore e beatitudine. Gaspara rimpiange che in quel
tempo non si sia ripetuto il mito di Alcmena, avvenente e saggia eroina greca. Per
sedurla, Giove prese le sembianze del marito Anfritrione. Grazie ai suoi poteri, Giove
trasformò poi la notte, dilatandola a dismisura. L amplesso della coppia durò tre notti,
senza interruzione del giorno. È di questo, dell’inganno dell’amore, che Gaspara si
rammarica. Avrebbe voluto che la sua notte fosse durata per te. Vincenza Armani,
altra poetessa, nacque a Venezia. Di lei si invaghì Federico Gonzaga da Gazzuolo, ma
pre fu respinto. Si dice che sia morta l’11 settembre 1568, avvelenata per gelosia. Nel
suo testo, la voce è maschile, femminile la scrittura con un sapiente infrangersi di
desideri e proiezioni reciproche. L’amato attente l’oscurità, oltre la soglia c’è un
fuoco amico, l’incontro con la donna del cuore. Le parla, le chiede, l’ascolta. Lei lo
abbraccia, questa è la sua ricompensa.

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