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Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) e la trilogia italiana

Le tre opere che Mozart compose su libretto di Lorenzo Da Ponte sono tra le più note che mai siano state
scritte, e tra le più rappresentate in tutto il mondo. Si tratta de
 Le nozze di Figaro
 di Don Giovanni
 Così fan tutte

Le nozze di Figaro
Opera iniziata il 20 aprile del 1786 e fu messa in scena a Vienna il 1 maggio.
Si tratta di un’opera buffa in quattro atti il cui libretto fu scritto da Lorenzo da Ponte il quale si ispirò alla
commedia “La folle journèe ou le mariage de Figaro”, dell’autore francese Pierre Caron de Beaumarchais

Trama
La storia è giocata su una serie di equivoci amorosi, sospetti, incontri clandestini e fughe. Il Conte
d'Almaviva è invaghito di Susanna, promessa sposa di Figaro, e vorrebbe esercitare su di lei l'antico jus
primae noctis, ma al tempo stesso è estremamente geloso della moglie, la contessa Rosina.
Per sventare i suoi progetti, Figaro, Susanna e la Contessa cercano di trarre in inganno il Conte, ma questi, a
sua volta, trova aiuto nel maestro di cappella don Basilio, nella governante Marcellina e in Don Bartolo. A
fare le spese della gelosia del Conte è il giovane paggio Cherubino, che corteggia tutte le donne del castello
e viene perciò spedito alla "gloria militar": anch'egli chiede soccorso a Figaro e alla Contessa per evitare di
partire.
Marcellina e Don Bartolo, inizialmente intenzionati a far fallire le nozze di Figaro con Susanna (addirittura
Marcellina vorrebbe sposare Figaro al posto di quest'ultima), scoprono che Figaro è loro figlio e passano
dalla sua parte nella "battaglia" contro il Conte.
Giunge la notte risolutiva: il Conte incontra nel giardino la Contessa travestita e, scambiandola per
Susanna, la colma di promesse amorose; a sua volta Susanna, nei panni della Contessa, viene avvicinata da
Figaro, il quale però la riconosce, ma finge comunque di corteggiarla. Quando il Conte scopre la scena,
chiama gente per strappare la Contessa dalle braccia di Figaro, la burla viene alla luce. Il Conte implora il
perdono di sua moglie e le nozze di Figaro possono finalmente celebrarsi.

Ricordiamo che il Conte di Almaviva è il cervello ed il motore di quest’opera buffa rappresentata in 4 atti;
dove i padroni della scena sono la cameriera della Contessa, la Contessa, Cherubino e Barbarina, Figaro e
Susanna, don Bartolo e Marcellina. Rappresentando un ventaglio di situazioni amorose e drammatiche che
non son altro che la storia in commedia, della quotidianità della vita.
Mozart comprende che l’amore non è un capriccio, bensì quel bisogno infinito d’amare che l’uomo ha, nel
suo continuo cercar la persona giusta, creandosi però anche il proprio destino. Si comprende quindi il taglio
particolare dell’opera Le nozze di Figaro, centrato sull’irrequietezza della ricerca; Mozart poi unisce la sua
morale, ossia l’inutilità dell’esperienza, in quanto il destino lo si vive giorno dopo giorno, facendo spesso gli
identici errori; dinamico e vitale è l’associare questo con l’eros, inteso come destino, spalmato su tutti i
personaggi della sua opera. Per cui troviamo Cherubino nelle sue arie con “Travesti”, esempio della
pubertà, seguita dalla sensualità canuta del conte che contemporaneamente ha un vorace appetito per
Barbarina e per altre fanciulle.
L'intera vicenda può essere letta come una metafora delle varie fasi dell'amore: il paggio Cherubino e
Barbarina rappresentano l'amore acerbo, Susanna e Figaro l'amore appena sbocciato, il Conte e la
Contessa l'amore logorato dal tempo e senza più alcuna passione, Marcellina e Don Bartolo l'amore
maturo.

In un ritmo serrato e folle le donne e gli uomini si contrappongono, in una giornata di passione travolgente
piena di eventi drammatici e comici. La musica di Mozart, completamente intrecciata con il testo,
sottolinea la doppia contrapposizione tra maschile e femminile (“Cinque… dieci… venti…”) e tra potere e
servitù (Se vuol ballare, signor Contino).
L'azione è ambientata in un'ala del palazzo del Conte d'Almaviva, in Spagna. Nella prima scena del primo
atto facciamo subito conoscenza con due dei principali protagonisti, vale a dire Figaro e Susanna, servitori
del Conte e della Contessa. Ci vengono presentati come una coppia di innamorati che pregusta le gioie
dell'imminente matrimonio, in programma quello stesso giorno: Susanna si sta provando l'abito da sposa,
mentre Figaro sta misurando lo spazio destinato al letto nuziale nella stanza che il Conte intende destinare
loro all'interno del palazzo.

Ascolti
Cinque dieci venti
Anna Netrebko & Ildebrando D'Arcangelo – Mozart: Figaro, Act 1: Cinque... dieci... venti - YouTube

Se vuol ballare
Le nozze di Figaro ; "Se vuol ballare, signor Contino" - YouTube

Farfallone amoroso
Le Nozze di Figaro ; "Non più andrai, farfallone amoroso" - YouTube

Nel mondo in cui si muovono Figaro e Susanna la cultura ha un peso importante: i servi, in quel mondo – e
in questo mondo –, sono consapevoli della propria dignità e spesso sono più preparati dei padroni, che
delegano loro gran parte delle incombenze.

Don Giovanni - 29 ottobre 1787


Figura nata da una serie di leggende spagnole, Don Giovanni viene portato sulle scene da Tirso de Molina
con Il burlador de Sivilla y convidado de pietra (1625/30) per poi arrivare a Napoli per essere rappresentato
dalla “commedia improvvisa”

Trama
Don Giovanni è un nobile cavaliere con una passione sfrenata per le donne; pur di conquistarle, ricorre
anche all’inganno e alla menzogna. Nelle sue imprese coinvolge anche il suo servitore Leporello, il quale è
ormai abituato alle follie del suo padrone. La povera Donna Elvira, da lui sedotta e abbandonata, spera
ancora di redimerlo; Donna Anna, invece, vuole vendetta: Don Giovanni ha tentato di sedurla con l’inganno
e le ha anche ucciso il padre, (il Commendatore), intervenuto per difendere il suo onore. Ora spetta ad Don
Ottavio, fidanzato di Donna Anna, cercare Don Giovanni per vendicarla.
Don Giovanni intanto si è messo a corteggiare la contadinella Zerlina, suscitando la gelosia di Masetto, il
suo promesso sposo. Dopo essersi cacciati in una serie di guai ed esserne scampati, Leporello e Don
Giovanni si ritrovano al cimitero, proprio vicino alla tomba del Commendatore, il padre di Donna Anna.
Don Giovanni sfida la sua statua e la invita anche a cena. La statua accetta, e quella sera stessa si presenta
a casa di Don Giovanni: gli chiede più volte di pentirsi, ma lui risponde sempre di no. Allora una grande
voragine di fuoco si apre sotto i suoi piedi, e Don Giovanni precipita all’Inferno.

Don Giovanni, per contro, ci mette di fronte a diversi aspetti. I due temi che restano sempre di fronte allo
spettatore sono quelli della punizione e della giustizia. La giustizia non sempre è terrena: Don Giovanni non
cade per mano delle sue vittime, che si vendicano dei torti subìti, ma per via della giustizia divina,
rappresentata dal Commendatore. Don Giovanni è un novello Prometeo, che va contro le regole accettate
dalla società, cercando di imporre le proprie; Mozart e Lorenzo Da Ponte, però, lo condannano alla
sconfitta e alla fine dell’opera lo fanno sprofondare all’inferno, mentre le sue vittime ci ricordano che
“questo è il fin di chi fa mal”. Don Giovanni, inoltre, ci porta a riflettere sul ruolo della vittima. Ci sono
vittime che subiscono la violenza, vittime che sono tali per scelta e vittime che sono complici del loro
carnefice. Bisogna distinguere chi ha subìto davvero un sopruso da chi ha approfittato della connivenza con
il reo per trarre dei vantaggi.
In ogni essere umano è quindi possibile che possa nascondersi un Don Giovanni, cioè il profilo di qualcuno
che sinteticamente può essere definito un giovane uomo dalla sfrenata sensualità, un libertino e un
conquistatore di femmine, un individuo che disprezza le regole e ama la trasgressione, che non ha paura
della morte, che irride l’aldilà e la stessa divinità. Si tratta di un personaggio che nasce all’inizio del
Seicento e che rappresenta il clima teatrale, sensuale e passionale della società barocca, incarnando in
pochi tratti la visione del mondo di un’intera epoca segnata dal confine tra bene e male, piacere e dovere
morale, trasgressione e punizione. La sua insofferenza verso ogni legge umana e divina lo porta a scontrarsi
persino con i morti e quando uccide il padre di una donna che vuole sedurre con l’inganno, si prende gioco
della sua statua dell’ucciso invitandola a cena, ma la statua si anima e si trasforma nel convitato di pietra
che accetta l’invito. Don Giovanni non arretra nemmeno dinanzi all’ospite soprannaturale che lo afferra in
una stretta mortale, rifiuta di pentirsi ed è trascinato nell’abisso infernale che si spalanca sotto i suoi piedi.

Ascolti
Madamina il catalogo è questo
Mozart, Don Giovanni - Madamina, il catalogo è questo (Montanari/Remigio) - YouTube

Commendatore
DON GIOVANNI -Commendatore- HD 1080 - YouTube
Wolfgang Amadeus Mozart - Don Giovanni (Montanari/ Michieletto) - YouTube

Così fan tutte 26 gennaio 1790


È una commedia, come detto, stando almeno al registro e ai temi, ma sembra anche l’annuncio ufficiale del
mondo romantico che sta arrivando

Semplice e geometrica, la vicenda. Il gioco d’amore si basa su una girandola a quattro, la quale comprende
e disattende gli ardori di due coppie di fidanzati. Fulcro dell’intreccio poi, è un filosofo, di natura cinica e
calcolatrice, per quanto libera da condizionamenti legati alle convenzioni sociali. Questi ottiene che le due
ragazze protagoniste, che sono anche sorelle, si innamorino ciascuna del fidanzato dell’altra. I due fidanzati
vengono a conoscenza degli intenti del filosofo e accettano la sua sfida. Così facendo, si cangiano d’aspetto,
travestendosi appunto e impersonando la parte di due ufficiali stranieri. Il gioco è facile, a quel punto: le
loro rispettive donne credono d’amare l’altro e dimenticano subito i loro rispettivi e ordinari fidanzati per
poi però, finire per accettare il ritorno di ogni cosa al punto di partenza, ciascuna con i propri amati iniziali.
Il trionfo è quello dell’equità, dell’amore e della sua virtù che, a scapito della superficialità – qui
rappresentata dalla frivolezza delle due donne – finisce comunque per affermarsi, superando anche la
stessa intelligenza del filosofo.

I due militari Ferrando e Guglielmo sono in un caffè di Napoli, al cospetto di Don Alfonso. Entrambi
raccontano della bellezza delle due sorelle e vantano la loro fedeltà, nonostante il filosofo che è con loro,
affermi invece che in materia femminile, la parola fedeltà non si sa dove sia. L’onore delle due donne,
Dorabella e Fiordiligi, viene messo in discussione e prontamente, i due fidanzati sfidano a duello Don
Alfonso. Questi però, ha un’altra soluzione: cento zecchini per provare loro che le fidanzate non sono
diverse dalle altre. I due uomini dovranno attenersi alle regole che imporrà il filosofo, se davvero vogliono
contraddire la sua teoria.

L’opera contiene, per certi versi, un messaggio simile a quello di Don Giovanni: anche in questo caso le
regole imposte dalla società non sono accettate. Ma mentre Don Giovanni impone agli altri le proprie
regole, in Così fan tutte sono tutti i protagonisti a rifiutare le regole sociali. Non solo Dorabella e Fiordiligi
sono infedeli; anche Ferrando e Guglielmo provocano l’infedeltà delle loro compagne. Normale, quindi, che
nel finale le regole della natura umana prevalgano su quelle che si dà la società.
Tutta l'opera costituisce un percorso di formazione e di educazione al Sentimento: da una situazione
fondamentalmente adolescenziale, ancora ancorata alle fantasie di onnipotenza e narcisisticamente
rispecchiantesi nella pretesa di essere insostituibili, ad un approdo maturo che tiene conto
dell'individualità dell'altro, delle sue debolezze e dei suoi pregi e, soprattutto, che insegna ad educare la
propria capacità di amare attraverso le prove della lontananza e della separazione.
Mozart ci suggerisce: “Non chiederti quanto l'altro ti ama e ti è fedele, ma quanto tu sei disposto ad amare
ed investire nel sentimento”. E questa è autentica saggezza.

Ascolti

Così fan tutte : "Fra gli amplessi in pochi istanti" - YouTube

Nonostante i consigli di Dorabella, che si sono aggiunti a quelli di Despina, la tormentata Fiordiligi rimane
ancora intenzionata a mostrarsi fedele al suo antico fidanzato Guglielmo e a sopprimere i sentimenti che
sente nascere per il nuovo e misterioso corteggiatore, costi quel che costi ("Ma no! Si mora, e non si
ceda!"). Rimasta sola, per sfuggire a ogni possibile tentazione pianifica un progetto decisamente audace:
vestirsi da uomo, con una delle uniformi militari di Guglielmo e Ferrando che sono rimaste in casa, e
raggiungere il suo amato al campo di battaglia! Per di più, spera che anche la sorella aderisca a questo
piano ("Al campo, al campo! / Altra strada non resta per serbarci innocenti"). Qui il libretto di Da Ponte
raggiunge vette di sottigliezza inarrivabili: Fiordiligi commenta infatti che l'abito più adatto a lei è quello di
Ferrando, mentre Dorabella potrà indossare quello di Guglielmo.

Mentre ha appena cominciato a intonare quella che sembra in tutto e per tutto un'aria "a solo", la voce di
Ferrando – giunto alle sue spalle senza farsi notare – la interrompe, dando vita a un meraviglioso duetto
dalla struttura lunga e complessa, nel corso del quale anche gli ultimi sforzi di Fiordiligi di resistere al nuovo
amore finiscono con l'esaurirsi. Il suo cedimento, a differenza di quello della sorella, è ammantato di toni
da eroina tragica ("Crudel, hai vinto; fa' di me quel che ti par").

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