Nel secondo quadro ci troviamo in strada, siamo al caffe Momus, qui
notiamo la vita frenetica parigina; in mezzo a tutto questo via vai di persone c’era un giocattolaio, Parmignon, qui notiamo il siparietto tra lui e un bambino povero che voleva comprarsi un giocattolo ma non aveva i soldi per permetterselo e, così, la padrona del caffe che aveva visto la scena, gli diede qualcosina per poter comprarsi qualcosa; e qui, i due amanti (Mimi e Rodolfo) si recano prima di entrare nel caffe, qui Rodolfo compra e regala una cuffietta rosa a mimi (simbolo della loro prima uscita e incontro) e così i due entrarono nel caffe e raggiunsero gli amici di Rodolfo. Qui i due passarono dei felici momenti poi, quando arrivò il momento di pagare, se ne andarono senza farlo e lasciando tutto sul loro conto come sempre, visto che non potevano permettersi di pagare. (Durante questo quadro siamo sempre in inverno, a dicembre). Nel terzo quadro siamo a febbraio, è passato un po’ di tempo, quando mimi canta la sua aria fa capire che preferisce la primavera, ama questa stagione. Mentre la neve cade, mimi cerca Marcello per dirle che ha litigato con Rodolfo, i litigi per gelosia erano troppi, anche Marcello non se la passava meglio visto che musetta la tradiva più volte con uomini facoltosi; arriva però Rodolfo che, parlando con Marcello, conferma questi litigi ma dice che in realtà lui non se la sente di tenerla con sé in soffitta visto che la malattia stava peggiorando e non aveva modo di curarla. In tutto ciò mimi stava origliando ma la sua tosse forte la fece scoprire e così, i due si lasciarono, come fecero altrettanto anche Marcello e musetta, ma, entrambe le coppie, successivamente torneranno insieme (scelsero però di lasciarsi aspettando la primavera perché, per mimi, lasciarsi in inverno equivaleva alla morte). 4 Atto (quadro) è caratterizzato dalla morte di mimi; qui musetta trova mimi quasi in fin di vita per strada e la accompagna in soffitta, luogo del suo primo incontro con Rodolfo. In questa scena musetta cambia completamente il suo carattere e chiede a Marcello di vendere i suoi orecchini per comprare a mimi le medicine necessarie a curarla e dei manicotti per riscaldare quelle mani di cui mimi si lamentava essere troppo gelide. Ma, purtroppo, nonostante tutti gli sforzi fatti, pian piano, mimi morì nel suo letto; fu una morte quasi inapparente, nessuno se ne accorse subito e il primo a notarlo fu Shounard che, dapprima, lo disse a Marcello e, via via, la notizia arriva anche a Rodolfo. Il quadro termina con un'aria cantata proprio da loro due, i due amanti, Rodolfo e mimi; quest’ultima in punto di morte si dichiara a Rodolfo e, appunto, quando ella muore nessuno inizialmente lo capisce, anzi Rodolfo e musetta pregano ancora che l’intervento del medico ma ormai era tutto inutile, e quando i sui amici pian piano se ne accorgono e gli rivelano che ella era morta, parte una “versione più tragica” della parte della musica in cui si dichiara a Rodolfo e qui termina la Bohème. Tosca rappresentata nel 1900, a differenza della Madame Butterfly, viene considerata opera storica, era in tre atti ma si ispira ad un dramma rappresentato nel 1887 in 5 atti, chiamato sempre “Tosca”, di Sardou. La vicenda si svolge a Roma dopo al momento della battaglia di Marengo. Tra i protagonisti abbiamo Floria Tosca, cantante famosa e amante del pittore Mario Cavaradossi, nobile e liberale, corteggiata dal barone Scarpia, poliziotto, il quale, sospettando che il pittore abbia nascosto il suo amico Angelotti, ex console evaso da Castel Sant’Angelo, incrementa la gelosia di Tosca per la marchesa Attavanti di cui Cavaradossi dipinge un ritratto, sperando di cogliere qualche indizio nelle parole dettategli dalla gelosia (Tosca). Basta poco infatti e Scarpia si reca con i suoi agenti alla villa del pittore, lo arresta e lo sottopone a tortura. Tosca, a cui Scarpia fa udire le urla di Cavaradossi tormentato, rivela, per salvare lui, il nascondiglio di Angelotti, il quale, quando si vede scoperto, si uccide. Cavaradossi intanto è imprigionato a Castel Sant'Angelo e condannato a morte; se Tosca vorrà liberarlo dovrà concedersi a Scarpia. Ella accetta il patto orrendo e appena ha avuto il salvacondotto per sé e per l'amante, pugnala Scarpia e corre a Castel Sant'Angelo dove la fucilazione di Cavaradossi dovrà, secondo la promessa di Scarpia, essere simulata. Ma Cavaradossi è fucilato realmente, e Tosca, a cui non resta che la disperazione, si precipita dagli spalti del castello. APPUNTI 01/03/2021 E lucevan le stelle, aria dove Cavaradossi da addio alla vita, poco prima di essere fucilato (un momento intenso di lirismo). Puccini concepirà quest’aria come una vera e propria improvvisazione: nella prima strofa, voce + clarinetto che prevale sugli altri strumenti, Cavaradossi intona un declamato arioso, mentre il clarinetto canta un tema malinconico; nella seconda strofa, orchestra con archi preponderanti, il tenore riprende la melodia con l’aggiunta dell’orchestra che raddoppia il canto. Mario scrive una lettera per tosca, in questa lettera ricorda uno dei momenti più belli trascorsi con lei in una serata alla luce delle stelle. Nel secondo atto tosca canta una famosissima aria “Visti d’arte” dopo il patto con scarpia, e lei non ci può credere che deve fare questo enorme sacrificio d’amore, anche in questo caso abbiamo una preghiera a dio, con tosca in questo caso.