In realt Cos fan tutte anche altro: un esperimento che porta ad esiti sconvolgenti.
La natura umana vi viene messa alla prova e rivela, alla verifica sperimentale, un
insospettabile codice genetico del tutto soggiogato dalla volubilit dei sensi e non
comandato da un sistema di idee. Fiordiligi ama Guglielmo, Dorabella ama Ferrando.
Vediamo di metterle alla prova, di collocarle in una situazione del tutto inedita;
scopriremo che Dorabella pronta ad amare Guglielmo e a dimenticare Ferrando, e
lo stesso avverr, anche se in un lasso di tempo e con resistenze maggiori, per
Fiordiligi nei confronti di Ferrando e del fidanzato. Tale lezione, dal contenuto
ideologico estremamente serio, riversato negli arcaici recipienti della commedia
dell'Arte e della pi tipica opera buffa convenzionale, ci porta in realt ad apprendere
che l'animo dell'uomo non che un fascio di sensazioni, proprio come aveva
sostenuto Hume nel Trattato sull'intelletto umano.
Sulla strada dell'empirismo settecentesco, Don Alfonso, che non per nulla un
"vecchio filosofo", compie un'operazione riduttiva sullo Spirito e sui suoi grandi
epifenomeni: l'Amore, la Fedelt, la Costanza, l'Immutabilit. Alla fine dell'opera,
nulla di tutto questo rimane in piedi. Si vanifica l'antica teodicea preilluministica e
leibniziana, gi presa di mira dai sarcasmi voltairiani e secondo la quale "tutto va
bene" e noi vivremmo nell'"ottimo dei mondi possibili"; dietro la conclusione del
gioco c' un sapore risentito, amaro, di fondamentale disillusione. Si direbbe che
Mozart abbia percorso, all'interno degli sviluppi del suo teatro musicale, l'intero iter
evolutivo della cultura dei Lumi: dall'iniziale convinzione nella bont naturale
dell'uomo e nei nuovi valori morali e civili (Ratto dal serraglio, Nozze di Figaro), a
una pi autunnale crisi del tardo Illuminismo (Don Giovanni, Cos fan tutte) in cui,
scomparsi Voltaire e Rousseau, domina il tormentato, drammatico mondo di Diderot
e gi si profilano il nero nichilismo di Sade e il crudo scetticismo di Laclos.
Se Figaro era stato l'apogeo del classicismo mozartiano, Cos fan tutte gi, in tutto e
per tutto, un'opera postclassica. La pienezza sferica della melodia mozartiana, quale
si manifesta in Cos fan tutte, non possiede ancora la disadorna, ideale purezza
ottenuta per sottrazione e decantazione, che presto rifulger negli estremi capolavori.
ancora una bellezza florida e incantata, solamente liberata dal fervore comunicativo
degli anni dei grandi concerti pianistici, del Figaro, dalla Sinfonia di Praga, del Don
Giovanni, e assai vicina a quella di opere coeve, quali il Quintetto col clarinetto,
il Divertimento K. 563, gli ultimi Trii per pianoforte e archi. Tale peculiarit (in cui
non tutto l'ultimo stile mozartiano, anche se di esso sono stati eretti i muri maestri)
si realizza in primo luogo, in una generalizzata contrazione delle forme, gi presente
del resto nelle ultime tre sinfonie: opere grandi, ma non monumentali, come erano
state la "Praga" o i due Quintetti per archi del-l'87. L'et dell'entusiastica
sperimentazione, della conquista di nuovi spazi sonori sembra conclusa al pari di
quella dell'ansia di comunicazione espressiva e di una impetuosa e quasi fisiologica
emotivit. Espressione, pathos, emozione sussistono certo in Cos fan tutte, ma al
quadrato e come provvisorio travestimento, del tutto consono a quelli scenici dei due
uffiziali e di Despina. Soccorrono mirabilmente, a questo stile che celebra la liturgia
della caduta della fede nella commedia umana, alcuni preziosi antidoti forniti dal
passato musicale, il cui recupero critico, da tempo gi in atto nella musica di Mozart,
fa ora la sua temeraria irruzione nei recinti dell'opera buffa, attuandovi un'operazione
stilistica di sconvolgente modernit. Il contrappunto, quindi, usato come elemento
straniante, ma anche l'esprit de geometrie bachiano e persino taluni capricciosi
preziosismi arcaicizzanti, recuperati a titolo ironico in coincidenza con atipiche
inflessioni "barocche" del testo. Si pensi al burlesco recitativo con il quale Guglielmo
e Ferrando muovono il primo assalto alla virtuosa costanza delle due ragazze ("Amor,
il nume / s possente, per voi qui ci conduce" - atto I, scena 11), posto in musica da
Mozart in uno stile la manire dei duetti da camera di Steffani o di Alessandro
Scarlatti e Francesco Durante.
Unaura amorosa una delle pi celebri arie dellopera, affidata al tenore Ferrando
nel corso del primo atto. Laria comincia, dopo una battuta di introduzione, con un
accompagnamento in La maggiore (con un pedale di tonica tenuto per 4 battute),
sopra il quale appare una dolcissima melodia formata da una figurazione che ad ogni
battuta scende di grado (dove la seconda e terza battuta presentano lo stesso profilo
melodico della quarta e quinta). Successivamente (batt. 6 e 7) la melodia sale sempre
pi verso lalto fino a sfociare sul Fa diesis di battuta 8 (sottodominante) alla parola
cor e risolvere, scendendo, alla dominante. Cos come allinizio, la frase unaura
amorosa viene ripetuta con la melodia leggermente variata, uguale a due a due (le
battute 10 e 11 hanno lo stesso profilo melodico delle battute 12-13): segue un breve
melisma sulla parola dolce a battute 14 e 18, nella quale finalmente si cadenza per
tornare alla tonalit di La maggiore (batt. 23). Laccompagnamento comincia quindi a
incalzare e i violini si aggregano allaccompagnamento con degli staccati sulle note
degli accordi, in contrapposizione alla linea del canto che sempre distesa e pacata.
A battuta 30 nel canto ritorna una figurazione a terzine che, salendo, raggiunger la
vetta del La (batt. 35) per poi ridiscendere e confermare la nuova tonalit (Mi
maggiore). Ricomincia quindi la prima sezione dellaria, quasi identica allinizio, ma
stavolta arricchita e ulteriormente addolcita dal pastoso timbro dei corni. A battuta 67
tutto si ferma sulla tonica col basso in 1 rivolto: la melodia ricomincia, in un
momentaneo Re maggiore, per poi cadenzare finalmente nella tonalit dimpianto.
Particolarit dellaria il fatto che, finito il canto, lorchestra prosegue la musica (con
una nuova figurazione ancora mai ascoltata) per altre otto battute, fino alla
conclusione.